TR e la realtà

.. qual è la realtà che si cela dietro la serie? (indice aggiornato 02.2021)

Discussioni generali sul mondo di Tomb Raider, info, media e aiuti sui giochi ufficiali di TR / General discussion of the Tomb Raider's World, help, media and tips on official TR games
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Talos
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

androme321 ha scritto:wao ma dal cafè metro è uscita 1 pagina intera :shock: ,molto interssante :asd: ,grazie talos

Beh i Cafè parigini sono famosi in tutto il mondo :love: e il Café Metrò è ispirato ai caffè (non ai bistrot.. quello potrebbe essere il Serpent Rouge..uhm, idea 8) )




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Chiesa di St. Aicard

Tomb Raider, Angel of Darkness

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Un nome un pò particolare per una chiesa.
Vi sono alcune ipotesi sull'origine del nome: potrebbe essere un elogio a Jean Aicard.

Jean François Victor Aicard (Tolone, 4 febbraio 1848 – Parigi, 13 maggio 1921) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo francese.

Suo padre, Jean Aicard, era un giornalista di talento; il figlio cominciò la propria carriera letteraria nel 1867 con la raccolta poetica Les Jeunes Croyances, seguìto nel 1870 da un testo teatrale da un atto messo in scena al teatro di Marsiglia.

Fra le sue raccolte poetiche: Les Rébellions et les apaisements (1871); Poèmes de Provence (1874) e La Chanson de l'enfant (1876), entrambe le quali vennero premiate dall'Académie; Miette et Note (1880), idillio provenzale; Le Livre d'heures de l'amour (1887); Jésus (1896). Fra i suoi testi teatrali, quello di maggior successo fu Le Père Lebonnard (1890), in versi, che fu originariamente messo in scena al Théâtre Libre. Fra i suoi altri lavori vi sono i romanzi Le Roi de Camargue (1890), L'ibis bleu (1893), L'Âme d'un enfant (1898), Tata (1901), Benjamine (1906), Maurin des Maures (1908) e La Vénus de Milo (1874), resoconto della scoperta della statua da documenti inediti.

Stando a quanto sosteneva Léon Daudet, possedeva un talento nel recitare versi tale da trasformare qualsiasi poesia, anche mediocre, in un capolavoro effimero. Rimbaud non fu insensibile al suo fascino, giacché è noto l'episodio in cui egli marcava con la parola di Cambronne ogni verso di una poesia che Jean Aicard recitava. A questo poeta, tuttavia, è dedicato Les effarés.

Venne eletto membro dell'Académie française nel 1909.



Fonte: Rosso Pompeiano forum




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Erborista del Salice

Tomb Raider Angel of Darkness


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L'erboristeria è un'antica arte che si occupa della conoscenza delle piante (erbe, piante medicinali, officinali, aromatiche e spezie), della loro coltivazione, raccolta, conservazione e commercio a scopi terapeutici (fitoterapia, galenica tradizionale), cosmetici o nutritivi.

Sin dalla notte dei tempi le erbe venivano raccolte e preparate per sostenere il benessere e la salute dell'uomo.

Inoltre, la loro presenza all'interno di antiche tombe è un indizio che a loro venivano attribuiti poteri magici e soprannaturali: in Iraq, all'interno di un sarcofago di 60.000 anni fa si sono trovate 8 diverse piante medicinali e ancor oggi gli sciamani dell'Amazzonia e i guaritori della Steppa assumono costantemente allucinogeni (ad esempio l'Amanita muscaria), preparano decotti, impacchi, unguenti e pozioni per curare i malati. La conoscenza riguardo ai trattamenti era trasmessa da una generazione all'altra. Fu nel 3000 a.C. che comparvero i primi scritti; il più antico è il Papiro Ebers che elenca molte piante, consigli per un loro utilizzo adatto, incantesimi e magie. Nel IV secolo a.C. Aristotele sosteneva che le piante possedevano un'anima; fu con Ippocrate (460 a.C.) che la scienza cominciò a separarsi dalla magia. Col passare dei secoli il fiorire del commercio portò la ricchezza di nuovi studi e nuove conoscenze.

Oggi si possono distinguere, fra le altre, tre grandi tradizioni fitoterapiche:

La tradizione popolare del mondo occidentale, basata sull'esperienza greca e la romana
La antichissima tradizione ayurvedica indiana
La medicina tradizionale cinese.

Questo patrimonio culturale, iniziato con l'uso sperimentale delle piante da parte delle popolazioni primitive, è utilizzato dalla scienza moderna che, con i suoi mezzi di ricerca atti ad isolare i principi attivi e ad individuare i meccanismi d'azione delle erbe, ha determinato la nascita di una "nuova erboristeria".

L'erboristeria tradizionale era prerogativa delle casalinghe. Esse coltivavano spezie ed erbe medicinali nei loro orti o le raccoglievano allo stato selvaggio. Le usavano fresche o le conservavano seccandole; oppure estraevano le sostanze mettendole in infusione in vino o grappa. Preparazioni galeniche sofisticate venivano preparate da persone specializzate o farmacisti. I loro fornitori erano erboristi che per lo più raccoglievano erbe allo stato selvatico.



Fonte: Rosso Pompeiano forum




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NikNik95
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Re: TR e la realtà

Messaggio da NikNik95 »

Talos ha scritto:Chiesa di St.Arcaid
Talos i tuoi post sono molto interessanti :)
Davvero carini...
Cmq cè un errore...è AICARD :P




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Gab
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Gab »

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androme321
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Re: TR e la realtà

Messaggio da androme321 »

Ehi non è mica successo un finimondo! XD
anche queste sono interessanti :asd:




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Talos
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

NikNik95 ha scritto:
Talos ha scritto:Chiesa di St.Arcaid
Talos i tuoi post sono molto interessanti :)
Davvero carini...
Cmq cè un errore...è AICARD :P
Errore di battuta!!!! XD succede qualche volta! Mea culpa!! Non è che conosca bene AoD :D




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NikNik95
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Re: TR e la realtà

Messaggio da NikNik95 »

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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Mastaba

Tomb Raider IV


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La màstaba è un particolare tipo di tomba monumentale utilizzata durante le prime fasi della civiltà egizia. Il termine deriva dalla parola araba مصطبة che significa "panca" o "banchetto". esse venivano riunite in necropoli

La màstaba fu ideata anticamente a tumulo allo scopo di proteggere le salme dei defunti dagli assalti degli animali in cerca di cibo. I sepolcri vennero in origine, gradualmente inseriti ad una profondità sempre maggiore e nella loro parte superiore si accatastò un cumulo di pietre e sabbia, simbolo del monte emerso dalla divinità Nun all'inizio dei tempi.

Durante l'epoca predinastica i pozzi contenenti le tombe vennero scavati a qualche metro più in basso, si rivestirono di mattoni e di legno e si decorarono le pareti con varie pitture.

Le tombe a màstaba più semplici sono costituite da un "gradone" di forma tronco-piramidale. La struttura conteneva alcune cappelle rituali, una falsa porta decorata e incorniciata (attraverso la quale era consentito al defunto, o meglio al suo ba, di lasciare l'aldilà per andare a ricevere le offerte deposte dai vivi sull'apposita tavola), che inizialmente era una stele posta in un angolo e poi in un secondo tempo divenne un pannello superiore alla porta, contenente anche la statuetta raffigurante il defunto, ed un pozzo (chiuso con pietre e detriti, molte volte assai profondo, - anche più di venti metri - che dava accesso alla tomba vera e propria).

La parte esterna della màstaba, quella in superficie (che si contrappone al pozzo), ha come funzione quella di chiudere l'accesso alla tomba (simbolicamente quello di porre un sigillo) e di segnalare la presenza del sepolcreto.

Usata da sovrani delle dinastie thinite questo tipo di struttura resterà poi caratteristica dei membri della corte (visìr, scribi, nobili e sacerdoti) anche sotto le dinastie posteriori.

Si ritiene che da questo tipo di struttura si sia sviluppata poi la "piramide" vera e propria. Ad esempio la famosa "piramide a gradoni" di Djoser può essere vista come una serie di mastabe sovrapposte.


Il teatro dell'Opera

Tomb Raider II


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Dentro il Teatro dell'Opera, vuoto e desolato, con il Golfo mistico molto "Golfo" per via dell'acqua e poco "Mistico" dati i pietroni ruzzolanti.
Con non poca fatica entreremo nel teatro dell'Opera, dovremo sistemare l'impianto elettrico per raggiungere le quinte e finire alla mercè di un fuciliere molto arrabbiato.
Il livello è ispirato al Gran Teatro La Fenice.

Il Teatro La Fenice è il principale teatro lirico di Venezia, ubicato nel sestiere di San Marco, in Campo San Fantin.
Più volte distrutto dal fuoco e riedificato, è sede di una importante stagione operistica e del Festival internazionale di musica contemporanea. Ospita inoltre annualmente il concerto di Capodanno.

Il Teatro la Fenice di Venezia venne progettato nel 1790 da Giannantonio Selva per una società di palchettisti dell'aristocrazia di Venezia; il teatro veneziano fu costruito celermente nonostante le numerose polemiche sulla sua collocazione e sulla sua struttura neoclassica.

Ma la velocità dei tempi di costruzione non smorzò le polemiche dei gruppi contrari al nuovo teatro, i quali, puntarono le loro critiche sul lievitare oltre ogni dire delle spese rispetto agli iniziali 400.000 ducati prevenienti.

Il concorso per il progetto era stato indetto il 1º novembre del 1789 e i lavori erano iniziati nell'aprile del 1790 sotto la direzione di Selva. Nell’arco di due anni dalla presentazione del progetto, il Teatro la Fenice di Venezia vide la luce e venne inaugurato il 16 maggio 1792 con la messa in atto de I Giochi di Agrigento di Giovanni Paisiello su libretto di conte Alessandro Pepoli.

Il 13 dicembre 1836 il teatro andò distrutto a causa di un incendio, ma fu subito ricostruito sul modello dell'originale, ad opera dei fratelli Tommaso e Giambattista Meduna, rispettivamente ingegnere e architetto.

Nel corso del XIX secolo è stato sede di numerose prime rappresentazioni di opere liriche di grandi autori italiani come Gioachino Rossini (Tancredi nel 1813 e Semiramide nel 1823), Vincenzo Bellini (I Capuleti e i Montecchi nel 1830 e Beatrice di Tenda nel 1833) e Giuseppe Verdi (Ernani nel 1843, Attila nel 1846, Rigoletto nel 1851, La traviata nel 1853 e Simon Boccanegra nel 1857). Proprio La traviata, alla prima, fu sonoramente fischiata dal pubblico della Fenice.

Nel 1937 il teatro fu restaurato su progetto di Eugenio Miozzi.

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Il teatro dopo l'incendio


Il 29 gennaio 1996 fu completamente (e nuovamente) distrutto da un incendio doloso: le fiamme furono appiccate da un elettricista, Enrico Carella, nel tentativo di evitare penali contrattuali per un ritardo nel suo operato.

Il teatro è stato riedificato - nello stile del precedente - in circa otto anni.

I lavori di doratura della sala distrutta dalle fiamme sono stati eseguiti dall'azienda fiorentina Giusto Manetti Battiloro.

Il 14 dicembre 2003 è stato inaugurato alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con un concerto diretto da Riccardo Muti, che ha aperto le celebrazioni di una Settimana inaugurale.

Durante i lavori, le rappresentazioni dell'ente lirico veneziano hanno avuto luogo al Palafenice, una struttura provvisoria appositamente creata al Tronchetto, e al Teatro Malibran.

Dal 1º gennaio 2004, sempre per festeggiare la riedificazione del famoso teatro, vi si svolge, in contemporanea (e, si può dire, in concorrenza) al Musikverein di Vienna, il Concerto di Capodanno, in cui vengono eseguiti pezzi d'opera lirica, in particolare italiana ma anche straniera.


Se devo essere sincera esiste a Cannaregio il Teatro Italia, che penso sia oramai chiuso da anni. Non penso che la Core abbia fatto ricerche così nel dettaglio (e ricordiamo che TRII è del 1997) e quindi è più plausibile l'abbinamento Opera House- La Fenice.


Fonte: Rosso Pompeiano forum




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Xolotl

Lara Croft and the Guardian of Light

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Xolotl, secondo la mitologia azteca e prima ancora quella tolteca, era il dio dei lampi e colui che aiutava i morti nel loro viaggio verso Mictlan.

Figlio della vergine Coatlicue, era gemello di Quetzalcoatl e rappresentava la personificazione demoniaca di Venere, la stella della sera.

Proteggeva il sole quando, alla notte, scendeva nel mondo sotterraneo.

Nelle raffigurazioni artistiche era dipinto come uno scheletro o come un uomo con la testa di cane. Per il mito cosmogonico, durante l'Età delle Acque salvò l'umanità bagnando col proprio sangue le ossa dei morti, riportandoli così in vita.

Xolotl fu anche il nome di un guerriero cicimeco del Nord del Messico.



Xibalba

Tomb Raider Underworld

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Nella mitologia Maya lo Xibalba (IPA: /ʃɨbɒlbə/), tradotto rozzamente come "Luogo della paura", è l'oltretomba governato dagli spiriti della malattia e della morte.

Nel XVI secolo Verapaz l’ingresso di Xibalba era tradizionalmente collocato in una grotta nei pressi di Cobán, Guatemala.
Alcuni dei discendenti Quiché delle popolazioni Maya che vivevano nelle vicinanze associano ancora quella stessa zona alla morte.
Anche alcuni sistemi di grotte nei dintorni di Belize sono ritenuti essere ingressi per Xibalba.
Un’altra manifestazione concreta di un accesso allo Xibalba è ritenuto essere dai Quiché la linea scura di separazione visibile nella Via Lattea.

Xibalba è descritto nel Popol Vuh come una corte al di sotto della superficie terrestre. Non è chiaro se gli abitanti di Xibalba siano le anime dei defunti o una razza separata di esseri che venerano la morte, ma essi sono spesso rappresentati in forma umana. Xibalba è associato con la morte ed è governato da dodici divinità o potenti sovrani conosciuti come i Signori di Xibalba. I primi tra i Signori sono la Prima Morte e la Settima Morte. Ci si riferisce spesso agli altri dieci Signori come a demoni, ai quali è concesso il dominio su varie forme di sofferenza umana: malattia, fame, paura, debolezza, dolore, e infine morte. Gli altri abitanti di Xibalba sono considerati essere caduti sotto il dominio di uno dei Signori, e si pensa vaghino sulla Terra per dispensare le piaghe portate dai loro padroni.


Xibalba è un luogo vasto, e numerose sue singole strutture o luoghi sono descritti o menzionati nel Popol Vuh.

I principali di questi sono il luogo di concilio dei Signori, le cinque o sei case che servivano come prime difficoltà di Xibalba[non chiaro], e la corte di Xibalba.

Vengono anche menzionate le case dei Signori, i giardini, e altre strutture che indicano che Xibalba è almeno una grande città, piena di difficoltà, prove e trappole per chiunque entri. Perfino la strada per Xibalba è piena di ostacoli: prima un fiume colmo di scorpioni, uno di sangue, e uno di pus. Oltre questi si trova un crocevia presso il quale i viaggiatori devono scegliere tra quattro strade che parlano nel tentativo di confondere e ingannare. Dopo aver passato questi ostacoli si arriva al luogo del concilio di Xibalba, dove i visitatori incontrano i Signori in seduta. Manichini realistici sono seduti vicino ai Signori per confondere e umiliare le persone che li salutano, e i confusi vengono allora invitati a sedersi su di una panchina, che è in realtà una piastra rovente per cucinare. I Signori di Xibalba si divertono umiliando le persone in questo modo prima di inviarle ad una delle tante prove mortali.

La città è la sede di almeno sei pericolose case, piene di prove per i visitatori.
La prima è la Casa Oscura, che è appunto completamente buia all’interno.
La seconda è la Casa dei Brividi o la Casa Fredda la quale, come dice il nome, è fredda da gelare le ossa e con tempeste agghiaccianti.
La terza è la Casa del Giaguaro, che a questo punto non necessita di descrizione.
La quarta casa è quella del Pipistrello.
La quinta la casa dei Rasoi, piena di lame affilate e spade che si muovono di propria volontà.
In un’altra parte del Popol Vuh si parla di una sesta prova, la Casa Calda, colma di fiamme e calore.
Il proposito di queste prove è umiliare o uccidere coloro che non riescono a superarle.

Nel videogioco Tomb Raider: Underworld, in Messico del Sud, Lara Croft apre un accesso a Xibalba sotto un Campo di gioco maya, rinvenendo nelle sue profondità la mitica cintura di Thor, il dio norreno dei fulmini.


La Cittadella

Tomb Raider IV

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La Cittadella di Saladino (in arabo قلعة صلاح الدين) è una fortificazione del Cairo in Egitto. Il sito, parte della collina del Muqattam vicina al centro del Cairo, era un tempo famoso per la fresca brezza e per la superba visione sulla città. Venne fortificato da Salah al-Din (Saladino) fra il 1176 ed il 1183, come protezione contro i Crociati.

Pochi anni dopo aver sconfitto il Califfato fatimida, Saladino decise di costruire delle mura che circondassero sia Il Cairo che al-Fustat. Secondo alcune fonti, Saladino disse: "Con un muro farò delle due città di Cairo e Fustat un tutto unico, in modo che un esercito possa difenderle entrambe, e credo sia bene circondarle con un muro che vada dalle rive del Nilo alle rive del Nilo". La cittadella sarebbe stata al centro delle mura.Costruita su un promontorio ai piedi delle colline Muqattam, un sito difficile da attaccare. L'efficacia della posizione della Cittadella è ulteriormente dimostrata dal fatto che essa è rimasta il cuore del governo egiziano fino al XIX secolo. La cittadella smise di essere la sede del governo quando Isma'il Pascià si trasferì nel nuovo Abdin Palace, nel quartiere di Ismailiya negli Sessanta dell'Ottocento.

Mentre la Cittadella venne completata nel 1183-1184, le mura immaginate da Saladino erano ancora in costruzione nel 1238, molto tempo dopo la sua morte.
Per l'approvvigionamento idrico alla Cittadella, Saladino costruì il pozzo di Giuseppe, che può ancora essere visto oggi. Il pozzo è noto anche come il Pozzo della spirale, perché il suo ingresso era costituito da 300 gradini che si snodavano intorno alla parete interna.L'acqua è stata sollevata dal pozzo alla superficie veniva convogliata alla Cittadella tramite una serie di acquedotti. Durante il regno di al-Nasir Muhammad, il Pozzo di Giuseppe non riuscìva a dare acqua a sufficienza per i numerosi animali e gli esseri umani che vivevano nella Cittadella. Per aumentare il volume di acqua, Nasir costruì quindi un sistema costituito una serie di norie che sollevavano l'acqua del Nilo. Questa veniva poi incanalata lungo le mura e condotta alla Cittadella mediante gli acquedotti costruiti da Saladino.In seguito anche i Mamelucchi apportarono delle migliorie

Il contributo più notevole realizzato da Nasir fu la costruzione della moschea di Nasir. Nel 1318 Nasir ricostruì la struttura ayyubide, trasformandola in una moschea alla quale diede il suo nome. La struttura ricevette ulteriori aggiunte nel 1335. Altri contributi alla Cittadella durante il regno di Nasir comprendono la recinzione meridionale (il recinto nord è stato completato da Saladino) e la zona residenziale, che comprendeva lo spazio per l'harem e il cortile. Prima dei lavori fatti eseguire da Nasir, i Baybar costruirono il Palazzo di Giustizia e la "Casa d'Oro".

La Cittadella è spesso chiamata Cittadella di Muhammad Ali (in arabo قلعة محمد علي), poiché in essa si trova la Moschea di Muhammad Ali Pasha, costruita fra il 1828 ed il 1848, sulla sommità .

Questa moschea ottomana venne costruita in memoria di Tusun Pasha, figlio maggiore adottato di Muhammad Ali, che morì nel 1816. Tuttavia, essa rappresenta anche gli sforzi realizzati da Muhammad Ali nel voler cancellare i simboli della dinastia mamelucca che aveva sconfitto nel 1805. Un cambiamento evidente realizzato da Muhammad Ali è visibile nelle recinzioni nord e sud della cittadella. Durante il periodo mamelucco il settore sud delle mura era la zona residenziale, mentre Muhammad Ali optò per le mura nord come sede della residenza reale quando prese il potere. Egli aprì poi le mura sud al pubblico affermando così la sua posizione di leader del nuovo regime.

La moschea o, con la sua grande cupola di architettura prettamente ottomana, sovrasta la Cittadella fino ai nostri giorni. Per far posto alla costruzione della moschea Mohammed Ali fece abbattere diversi palazzi recenti fatti costruire dai mamelucchi, e fra questi la loro residenza, realizzando la più grande struttura architettonica costruita nel XIX secolo. Il posizionamento della moschea sui luoghi in cui i Mamelucchi avevano regnato, fu un evidente sforzo di cancellare la memoria degli antichi governanti e stabilire l'importanza della nuova dinastia. La nuova moschea sostituì la moschea di al-Nasir come la moschea ufficiale di stato.

Nella cittadella esistono altre due moschee, quella di al-Nasir Muhamma ipostila del XIII/XIX secolo Moschea della dinastia Bahri e quella di Suleyman Pasha del XVI secolo Moschea , la prima costruita in stile ottomano sulla Cittadella.

Altro edificio notevole è il Al-Gawhara Palace, dove hanno sede il National Military Museum ed il Police Museum

Il Palazzo dell'Harem, costruito nel 1827 d.C., comprende tre ali e presenta all'interno pitture e decorazioni che riflettono lo stile orientale adottato da Mohamed Ali. Fu la residenza della famiglia reale fino al 1874 d.C., data in cui il chedivè Ismail fece trasferire la sede del governo nel palazzo Abdin. Nel 1946 d.C., dopo essere servito da ospedale militare durante l'occupazione inglese, fu trasformato in Museo Militare; ricco di armi bianche, armi da fuoco e scudi. Nell'ala centrale l'antico hammam è interamente ricoperto di alabastro, mentre nell'ala sinistra si alza la statua del colonnello de Sèves. Fuori si trova la tomba dello sheikh Muhammad el-Kahaki (XVI secolo) e una parte della muraglia costruita da Saladino, chiusa in quella del XIX secolo.

In questa zona della cittadella si trovano due altri piccoli musei: il Museo delle Carrozze, dedicato a una collezione di vetture ufficiali e un museo archeologico che ospita antichità trafugate e poi recuperate.

Costruite nel 969 ma in modo alquanto leggero,le mura furono rinforzate da Saladino intorno al 1183 in un primo momento, fortificate 25 anni più tardi dal nipote El-Kamil, che detenne qui i Crociati europei catturati, e poi allargate per inserire dei cannoni da contrappore all'invasione di Napoleone nel 1798. Le mura a quei tempi avevano almeno 10 porte d'accesso, ma ad oggi ne sono restate in piedi soltanto tre, due a nord e uno al sud. Alcuni blocchi hanno delle iscrizioni geroglifiche che testimoniano che le prime fortificazioni furono costruite con pietre provenienti da Menfi.

Le solide mura che circondano la Moschea di Suleyman Pasha sono le strutture più antiche dell'intero complesso; attraversando l'anfiteatro ed entrando nelle due torri gemelle semicircolari, dette Burg er-Ramla (Torre della Sabbia) e Burg el-Haddad (Torre del Fabbro), che vegliavano sul passo tra la cittadella e le alture rocciose a ridosso.





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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Bhogavati

Tomb Raider Underworld

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Bhogavati è la capitale di Patala, il settimo inferno della tradizione indù ed è popolata dai Naga che sono rappresentati come grossi uomini serpente. Prima d’ora, lo stile architettonico di queste rovine non era mai stato individuato così a sud-ovest. Inoltre, è il più antico di tutti gli altri siti archeologici conosciuti. Questa scoperta influenza profondamente le teorie sugli spostamenti delle tradizioni indù in Asia.

Naga

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I Naga sono gli uomini serpente di Patala che, tra le altre cose, erano i custodi dell’amrita, un elisir di immortalità. I rettili disseminati in zona hanno probabilmente ispirato il mito dei Naga o quantomeno hanno contribuito a un mito indù già esistente dato il loro particolare aspetto.





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Re: TR e la realtà

Messaggio da Zip 321 »

tutto alquanto interessante :love:
Bravissima Talos :love:
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Zip 321 ha scritto:tutto alquanto interessante :love:
Bravissima Talos :love:
Grazie Zip^^




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Il palazzo di Cleopatra

Tomb Raider IV

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Attenzione: attualmente sembra che gli scavi siano stati abbandonati in quanto la situazione politica in Egitto non è stabile (N.d.Talos)

Il palazzo della Regina Cleopatra, situato sotto l’acqua del porto orientale di Alessandria, sarà esplorato per rivelare i misteri della vita della famosa regina. Questo progetto impegnativo ed emozionante dovrebbe permettere di scoprire i tesori nascosti nel luogo che vide sbocciare la storia d’amore di Cleopatra con il generale Marco Antonio e restituire il palazzo alla sua storica gloria senza tempo.

Ci sono state già numerose scoperte da quando il progetto è iniziato. È stato trovato un tunnel sotterraneo lungo 120 metri, con numerose stanze, e anche monete d’oro con l’effigie della regina Cleopatra nelle acque che circondano il suo tempio. Queste scoperte hanno portato Zahi Hawass, Segretario Generale del Supremo Consiglio delle Antichità dell’Egitto, e altriarcheologi a credere che il progetto porterà alla scoperta delle tombe di Cleopatra e Marco Antonio. L’ipotesi che le due figure storiche siano nascoste in questo palazzo è basata sulla forte convinzione che i due fossero stati sepolti nel tempo di Tabusiris Magna, che gli archeologi credono sia l’edificio coperto dalle acque in questa area del porto.



Fonte: Rosso Pompeiano forum




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Complesso della Sfinge

Tomb Raider IV

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Lara davanti all'imponente Sfinge e la Stele del Sogno

La sfinge è una figura mitologica appartenente tanto alla mitologia greca quanto alla mitologia egizia. Viene raffigurata come un mostro con il corpo di un leone o (cane) e la testa umana (androsfinge), di falco (ieracosfinge) o di capra (criosfinge).

Il suo nome deriva dal termine in greco antico Σφύγξ (sphynx; gen. Σφυγγός, sphyngós), termine che nella coscienza linguistica dei Greci viene messo in relazione col verbo σφύγγω che significa strangolare e quindi col senso di strangolatrice. Tuttavia è possibile avanzare l'ipotesi che il termine Σφύγξ sia un adattamento fonetico dell'antico egiziano.

La sfinge nella mitologia egizia è un monumento che veniva costruito vicino alle piramidi dei faraoni dagli schiavi egizi come simbolo protettivo per augurare una serena vita nell' aldilà. Aveva il corpo di un cane (o leone) e la testa che, si crede, raffigurava il faraone. Le più famose sfingi sono quelle costruite vicino alle piramidi dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino a Giza, vicino al Cairo.

Nella mitologia greca, la Sfinge, raffigurata con le ali e con la testa di donna, fu mandata da Era per punire la città di Tebe. Insediatasi sopra una rupe del monte Citerone, poneva un indovinello a chi passava, divorando coloro che non riuscivano a risolverlo.

L'indovinello, consistente nell'individuare quale fosse l'animale che al mattino cammina su quattro zampe, a mezzogiorno su due e alla sera su tre, fu risolto da Edipo: si trattava dell'uomo che quando è bambino, ossia durante il mattino della vita, cammina carponi su quattro zampe; quando è adulto, ossia durante il mezzogiorno della vita, cammina su due piedi; da vecchio, ossia durante la sera della vita, cammina su tre piedi aiutandosi con il bastone. Sconfitta, la Sfinge si dette la morte gettandosi da una rupe (anche se, secondo altre versioni della leggenda, ad ucciderla sarebbe stato lo stesso Edipo).

Si ritiene che la sfinge greca non sia derivata da quella egizia, ma appartenga ad un indipendente sostrato mitologico di area mesopotamica.

Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è custodito un cratere apulo che si ritiene illustri un altro mito (a noi non pervenuto) avente la Sfinge come protagonista: un sileno che porge al mostro un uccello chiuso nel palmo della sua mano. L'analogia con una favola di Esopo (la n. 55, in cui un contadino, per dimostrare l'onniscienza dell'oracolo di Delfi, si reca presso di lui con un passero in mano, e gli chiede se ha con sè una cosa vivente o non vivente, pronto ad uccidere l'uccellino nel caso la risposta sia la prima) ha fatto pensare che il sileno stia sottoponendo la sfinge ad un enigma, cosa che rovescerebbe il mito di Edipo; ma i due potrebbero anche essere intenti ad una gara pacifica, antecedente all'episodio edipeo. Si è anche supposto che la figurazione possa essere collegata al dramma satiresco di Eschilo La Sfinge, ma la sua interpretazione è ancora controversa. In ogni caso il cratere testimonia la diffusione del mito della Sfinge nell'area greco-italica.

La Sfinge di Giza e la Stele del Sogno

Guardia alla piramide di Chefren, la Sfinge è la più antica scultura monumentale d'Egitto. Gli archeologi la collocano intorno al 2500 a.c. l' ne attribuiscono l'ispirazione di Chefren. È alta 20 m e ha il corpo allungato, le zampe protese e un copricapo reale.
Fu scolpita in un affioramento di roccia naturale sulla lui base furono aggiunti alcuni blocchi di pietra in occasione delle numerose ristrutturazioni, a partire dalla XVIII dinastia.

Sono tanti i racconti sul naso della Sfinge di Giza, secondo le quali la sua distruzione avvenne o per un colpo sparato da un mamelucco, un ottomano o un francese. In realtà andò perso prima del XV secolo.

In origine la Sfinge aveva anche una finta barba stilizzata, simbolo di regalità, ma anch'essa scomparve. Un pezzo di roccia prelevato dal luogo in cui essa sorgeva sulla sabbia oggi è conservato nel British Museum di Londra.
Di fronte alla statua sorgono i resti del Tempio della Sfinge, attualmente chiuso al pubblico. L'area circostante la Sfinge è accessìbile dal tempio della Valle di Chefren, uno dei più antichi templi ancora esistenti in Egitto.

Il tempio funge ora da piattaforma di osservazione per il pubblico in estasi davanti alla Sfinge, la favolosa creatura con corpo di leone e volto umano, nota ai primi arabi come Abu el-Hai, Padre del Terrore. Sebbene sia un soggetto anche troppo dibattuto - una teoria vuole che sia antecedente all' epoca egizia, frutto di una civiltà molto più antica e scomparsa - gli archeologi concordano nel ritenere che la Sfinge sia stata scolpita durante il regno di Chefren.

Si tratterebbe infatti di una raffigurazione emblematica del re, il cui corpo leonino costituirebbe l'archetipo della regalità e la testa regale, cinta dal nemes (copricapo portato dai soli faraoni), il potere. Intagliata in un unico sperone roccioso, tranne le zampe realizzate con blocchi di riporto, rappresenta il più antico esempio di scultura monumentale dell'antico Egitto.

Alcune parti della creatura spiccano per il loro biancore, risultante dai lavori di restauro intrapresi negli anni '90, anche se sono documentati lavori risalenti alla XVIII Dinastia, quando fu posta la stele che si erge tuttora fra le zampe anteriori, che descrive come il faraone Thutmosi IV liberò il monumento dalle sabbie che la ricoprivano.

All’inizio degli anni venti dell'Ottocento l’egittologo francese Jean-François Champollion decifrò i geroglifici con la stele di Rosetta e riuscì a tradurre l’antica lingua egizia. Così la stele ritrovata ai piedi della Sfinge poté essere interpretata. Si scoprì che parlava di un antico scavo al monumento intrapreso dal faraone Thutmose IV del Nuovo Regno. La stele è comunemente chiamata Stele del Sogno, in quanto narra che la causa del restauro fu un sogno, fatto dal faraone mentre si riposava all’ombra della statua, in cui la Sfinge, chiamata Horemakhet (Horus all’Orizzonte) Kheperi-Re-Atum (il sole dell’alba, di mezzogiorno e del tramonto), gli si rivolge per donargli il suo regno sulla terra in cambio delle sue cure. La stele già all’epoca di Caviglia era già gravemente erosa, così che non fu possibile decifrare la parte finale completamente. Nella linea 13 però si riesce a leggere la prima sillaba Khaf di Khafre o Chefren, seguita poco più avanti dalla frase "la statua fatta per Atum-Horemakhet". Dato che la stele sembrerebbe alludere ad un rapporto tra la Sfinge e l'antico farone Chefren, venne così ipotizzato da E. A. Wallis Budge, che la Sfinge fosse stata proprio costruita dal sovrano dell’Antico Regno



Fonti: Rosso Pompeiano forum, Egittopercaso.net e Wikipedia




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