TR e la realtà

.. qual è la realtà che si cela dietro la serie? (indice aggiornato 02.2021)

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Zip 321
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Zip 321 »

Affascinante ed interessante il pezzo sul palazzo di Cleopatra ...
Spero ne scoprirai qualcosa di più per aggiornarci :love:
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Talos
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Zip 321 ha scritto:Affascinante ed interessante il pezzo sul palazzo di Cleopatra ...
Spero ne scoprirai qualcosa di più per aggiornarci :love:

Grazie Zip. Quello che ho trovato purtroppo è fermo al 2008...e adesso con la brutta situazione in Egitto non so cosa accadrà :(




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Raidermatty
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Raidermatty »

Talos ha scritto:
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Fonte: Rosso Pompeiano forum
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Apparte questo, complimenti Talos, reports interessantissimi! :D Quando lo fai quello su St.Paul, TR3? :P




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androme321
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Re: TR e la realtà

Messaggio da androme321 »

sisi molto interessanti :D
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Raidermatty
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Raidermatty »

Lol ma era un "auto offesa" :D
Quello screen è mio, vecchissimo di uno dei miei primi progetti fatti col LE! :D
Se non sbaglio è Cleopatra's Necropolis del 2009 XD Chiudo OT :P




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Raidermatty ha scritto:Lol ma era un "auto offesa" :D
Quello screen è mio, vecchissimo di uno dei miei primi progetti fatti col LE! :D
Se non sbaglio è Cleopatra's Necropolis del 2009 XD Chiudo OT :P
Eh lo so Raider! Non trovavo nessuna immagine decente del Palazzo di Cleopatra!!
Se qualcuno puoi aiutarmi, please!!

Ecco cosa mancava!! Saint Paul!!! XD XD XD XD




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Molo sul Tamigi (Cattedrale)

Tomb Raider III

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Per evitare confusioni specifico che è si preso in esame la cattedrale di Saint Paul, NON il livello bonus All Hallows!

Saint Paul è una delle due cattedrali anglicane di Londra (l'altra è quella di Southwark), ubicata in Ludgate Hill, nella City. Chiesa madre della Diocesi Anglicana di Londra, l'imponente edificio è considerato il capolavoro dell'architetto Christopher Wren. È il secondo edificio religioso per dimensione dopo la Basilica di San Pietro in Vaticano.

Se Westminster è la chiesa degli inglesi, St.Paul lo è dei londinesi. A Londra esiste una cattedrale dedicata a San Paolo fin dal 640: molte delle chiese precedenti sono state distrutte dagli incendi, mentre quella eretta nel 1240 era il famigerato luogo di esecuzione per streghe ed eretici. La St. Paul di oggi è la quarta che sorge sullo stesso sito, e vanta una serie di record: è l’unica cattedrale barocca dell’Inghilterra, l’unica con una cupola, e l’unica eretta tra la Riforma e il 1800. Inoltre, è stata l’unica ad essere stata ideata da un solo architetto, Sir Christopher Wren, che la completò prima di morire. St. Paul ospita da sempre gli eventi più importanti della città: dai funerali di Lord Nelson e quelli di Winston Churchill, al centesimo compleanno della Regina Madre, al matrimonio di Lady Diana con il Principe Carlo.

L’interno di St. Paul è maestoso e spettacolare come l’esterno. Fermatevi sulla soglia ad ammirare la navata che porta all’altare maggiore. Lungo la navata, nella parte sinistra, la All Saints Chapel e la St. Dunstan’s Chapel custodiscono molti monumenti funebri. L’altare maggiore è una copia di quello originale, ideato da Sir Wren e bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale. Dietro l’altare trovate l’American Memorial Chapel, un monumento dedicato ai soldati americani morti in Inghilterra nella seconda guerra mondiale, sorto in una zona bombardata proprio durante l’ultima guerra. Il Painter’s Corner ospita i resti di artisti celebri, tra cui Constable, Turner, Reynolds.
La cupola è l’elemento più spettacolare della cattedrale, e una delle più grandi al mondo: è alta 111,3 metri, pesa circa 65mila tonnellate ed è seconda soltanto a quella di San Pietro. Costruita tra il 1673 e il 1711, la cupola poggia su tre ordini sovrapposti: una cupola interna di mattoni, una struttura intermedia che sostiene la croce e la sfera, e la cupola esterna, in legno e piombo. La parte interna della cupola poggia su otto grandi archi, sostenuti da colonne corinzie. Le colonne sono decorate da affreschi del 1719, che illustrano la vita di San Paolo. Le gallerie e la cupola si raggiungono con una serie di scale: 1560 gradini che attraversano la Whispering Gallery, la Stone Gallery ed infine la Golden Gallery. La Whispering Gallery prende il nome da whisper, sussurro, perché i bisbigli risuonano da una parte all’altra delle pareti. Oltre all’acustica eccezionale, la Whispering Gallery conserva anche un prezioso organo del 1695, ancora in funzione. La Golden Gallery è la più piccola delle tre gallerie e percorre il punto più alto della cattedrale esterna (quasi 86 metri), offrendo un panorama mozzafiato sulla City, il Tamigi e le guglie del Parlamento.

Situata sotto la cattedrale, la cripta conserva il monumento funebre dell’Ammiraglio Nelson ed il mausoleo del Duca di Wellington. La cripta ospita anche un bar, un ristorante e un bookshop. Inoltre, nella cripta potete ammirare modellini e plastici della cattedrale e di quelle precedenti.





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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Il Louvre

Tomb Raider Angel of Darkness

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Nato nel 1793, il Louvre è uno dei primi musei europei, dopo l'Ashmolean Museum di Londra (1683), la Gemaldegalerie di Dresda (1744) e i Musei Vaticani (1784). Oggi è un'istituzione che riveste un ruolo fondamentale nella vita culturale francese e internazionale. L'insieme dei sette dipartimenti in cui è suddiviso documenta l'evoluzione dell'arte antica presso le civiltà del Mediterraneo e di quella europea dall'alto medioevo alla prima metà del XIX secolo. La sua storia è strettamente legata a quella della Francia, alle vicende politiche e alle trasformazioni che hanno caratterizzato il paese.

L'edificio che lo ospita nasce alla fine del XII secolo, in concomitanza con il consolidarsi della nazione per opera dei suoi re "cristianissimi". Nel 1190 Filippo Augusto (1180-1223) ordina la costruzione del torrione e della fortezza del Louvre, in un'area che corrisponde al quarto sud-ovest dell'attuale Cour Carrée. I resti di questa fortezza, successivamente ampliata, sono riemersi nel corso dei recenti lavori di scavo che hanno preceduto la realizzazione del Grand Louvre, e fanno ora parte del percorso di visita.

L'antico edificio medievale, progressivamente ingrandito, subisce una trasformazione profonda nel XVI secolo per volere di Francesco I (1515-1547), che decide l'abbattimento del torrione e la ristrutturazioone del castello. Sotto l'egida regale ha inizio anche la genesi delle collezioni, formatesi intorno al nucleo delle opere dei grandi maestri del Rinascimento italiano prediletti da Francesco I, sistemate nel castello di Fontainebleau fino alla metà del XVII secolo.

L'ampliamento e la decorazione del Louvre intanto proseguono e nel 1594 Enrico IV (1589-1610) stabilisce di unire l'edificio alle Tuileries, il palazzo fatto da costruire da Caterina de' Medici fuori dalle mura di Parigi, attraverso la Grande Galerie, creando un unico, gigantesco complesso. Nel secolo XVII, durante i regni di Luigi XIII e di Luigi XIV, gli architetti Le Mercier e Le Veau edificano le ali nord e sud della Cour Carrée, quattro volte più vasta del precedente cortile rinascimentale, e un gruppo di architetti, diretti da Claude Perrault, costruisce la Colonnade, la facciata est del palazzo, al cui stile si accorda quello della facciata sud.

Nel 1674 i lavori si interrompono e quattro anni dopo il sovrano e la corte si trasferiscono a Versailles. Nonostante questo, durante il regno del re Sole (1643-1715) - che riprende con magnificenza la tradizione iniziata da Francesco I - la raccolta reale si arricchisce di capolavori, grazie soprattutto a due acquisizioni spettacolari: quella di buona parte della galleria del cardinale Mazzarino e quella della collezione del banchiere Jabach. La collezione dei quadri del re, organizzata come un vero museo e riunita all'inizio del regno al Louvre e nell'attiguo Hotel de Gramont, si disperderà progressivamente nelle varie residenze reali. Durante il regno di Luigi XV (1715-1774), malgrado Parigi sia diventata uno dei centri del mercato d'arte europeo, la collezione reale si accresce solo di qualche decina di quadri stranieri, prevalentemente fiamminghi e olandesi, acquistati alla successione del principe di Carignano (1742). È tuttavia in questo periodo che nasce l'idea di un 'palazzo delle Muse', nel quale radunare e rendere visibili al pubblico le collezioni reali.

A partire dal 1725 e fino al 1848, nel Salon Carré del Louvre si tiene l'esposizione dell'Académie Royale de Peinture et de Sculpture, esposizione indicata da questo momento con il nome di 'Salon' Nel 1750 una scelta di quadri della collezione reale viene esposta in un apparrtamento del palazzo del Lussemburgo, aperto contemporaneamente alla Galerie Medici con la serie di tele dipinte da Rubens, due volte la settimana per mezza giornata. Si tratta di un embrione di museo, antenato del Louvre, che rimane accessibile fino al 1779, L'esigenza di rendere pubbliche le collezioni di opere d'arte si precisa sempre più, e il ruolo del museo nella società civile si evolve secondo un'accezione sempre più vicina a quella moderna. Nel secolo dell'Encyclopédie si pensa a un insieme di opere rappresentative delle diverse scuole di pitttura, così come erano conosciute e apprezzate a quei tempi, rivolgendosi per quanto riguardava le collezioni straniere principalmente ai fiamminghi e agli olandesi del XVII secolo.

Il progetto di un museo nella Grande Galerie comincia a prendere forrma durante il regno di Luigi XVI (1774-1792) e nel 1784 il pittore Hubert Robert, responsabile delle collezioni del re, è incaricato del suo allestimento. Con la rivoluzione Francese , la galleria 'reale' diventa 'nazionale' e mentre si requisiscono opere nelle chiese, nei conventi e nelle dimore degli esiliati, alle quali si aggiungono quelle appartenenti all'Académie Royale, una commissione di artisti prepara l'apertura del Musée Central des Arts, inaugurato nell'estate del 1793 sotto la Convenzione. L'enorme raccolta, sistemata in diversi depositi e al Louvre, è solo agli inizi: gli eserciti vittoriosi della repubblica e poi dell'impero requisiscono in tutta Europa le opere d'arte più prestigiose appartenenti a collezioni principesche, chiese e conventi. Nel luglio 1798 arrivano a Parigi capolavori provenienti dall'Italia e il gran numero di oggetti impone una riorganizzazione, del museo, inaugurato nel 1800.

Per un breve periodo, sotto la direzione di Vivant Denon - che intende farne un tempio destinato ai cittadini dell'Europa imperiale, come testimonianza dei progressi morali e intellettuali nati dalla rivoluzione - prende il nome di Musée Napoléon (1803-1815). Vi dominano, quale splendido bottino di guerra, le opere del Rinascimento e del Seicento italiano, di artisti fiamminghi e olandesi del XVII secolo, ma anche di primitivi italiani e fiamminghi, che emergono allora dall'ombra, e di pittori del Rinascimento tedesco. Ai trionfi dell'impero è dedicato l'Are du Carrousel, accesso monumentale alle Tuileries, eretto da Percier e Fontaine, i due architetti incaricati anche di realizzare l'ala nord lungo Rue de Rivoli. Con la restaurazione il patrimonio requisito torna in gran parte alle rispettive città di provenienza, commissari inviati da tutti I paesi riprendono più di cinquemila opere d'arte e il Louvre viene a trovarsi notevolmente depauperato; lo smantellamento del Musée Napoléon non gli sarà tuttavia fatale. Le raccolte dipendono adesso direttamente dalla liste civile, la somma corrisposta annualmente al sovrano; Luigi XVIII conserva un numero di opere requisite nelle case degli emigrati e nelle chiese e il museo è considerato una grande istituzione nazionale. Si intraprende una vivace politica di acquisizioni: sculture rinascimentali e contemporanee (1824), opere egizie raccolte da Jean-François Champollion (1826), la collezione spagnola di Luigi Filippo e antichità assire provenienti dagli scavi di Paul-Emile Botta (1847). Nello stesso tempo si studiano nuove soluzioni espositive, di cui offre oggi testimonianza il Musée Charles X, inaugurato nel 1827, i cui soffitti sono decorati con vaste composizioni che illustrano i maanufatti egizi e di arte antica esposti nelle sale. La politica di accrescimento prosegue con la Seconda Repubblica del 1848 - breve stagione (1848-1851) in cui si progetta di fare del Louvre un 'Palazzo del Poopolo' consacrato alle scienze e alle arti che include il museo, la Biblioteca nazionale e alcuni saloni da esposizione - e con il Secondo Impero: le collezioni si espandono, introducendovi l'arte etrusca, della Grecia arcaica e dell'antico Oriente. Il Secondo Impero (1852-1870) rappresenta uno dei momenti più significativi per la struttura architettonica e l'inserimento del Louvre nel contesto urbano: il barone Haussmann demolisce i vecchi quartieri che lo univano alle Tuileries, palazzo che sarà poi abbattuto nel 1883 a seguito di un incendio, aprendo così la prospettiva dall'Are du Carrousel a quello dell'Étoile. Si costruisce il 'nuovo' Louvre (1857) e i due edifici simmetrici, tra i quali si estende la Cour Napoléon, sono collegati a nord da un insieme di costruzioni che chiudono il quadrilatero.

Le nuove ali formano vaste corti e permettono la sistemazione di grandi sale a illuminazione zenitale. Nell'enorme complesso vengono allestiti immensi saloni dedicati alla pittura, per i quali si effettuano allcune importanti acquisizioni. Si gareggia con le più grandi istituzioni museali e i collezionisti d'Europa e degli Stati Uniti per assicurarsi opere destinate a riempire i vuoti delle collezioni, in conformità con le nuove prospettive aperte dalla storia dell'arte, divenuta nel frattempo una vera e propria disciplina. Nel 1863 l'acquisto di una parte della collezione Campana fa entrare al Louvre un centinaio di pannelli italiani del XIV e XV secolo; nel 1869 il lascito della collezione La Caze significa un apporto straordinario di opere francesi del XVII e sopratttutto del XVIII secolo. Scuole da poco riscoperte o da sempre apprezzate vengono integrate con nuovi apporti: dipinti spagnoli, inglesi, italiani del XVIII secolo.

Con la proclamazione della Terza Repubblica (1870-1944), cessa l'ambiguità dovuta all'esistenza di un museo dipendente dalla lista civile del sovrano. Il Louvre diventa definitivamente un museo nazionale. Nel 1895 nasce la Réunion des Musées Nationaux, un organismo inteso a finanziare gli acquisti, nel 1897 è fondata la Societé des Amis du Louvre, un gruppo di sostenitori privati. Entrambi sono destinati a esercitare un ruolo assai rilevante nella gestione e nella formazione del patrimonio museale.

Durante il XIX secolo l'attenzione dei conservatori e degli estimatori francesi nei confronti dell'arte contemporanea si rivolge quasi esclusivamente a esponenti della pittura nazionale, sia nelle correnti uffiiciali sia in quelle d'avanguardia, trascurando gli artisti e le scuole stranieri. L'orientamento muta solo alla fine del secolo, con l'acquisto di opere di artisti europei e statunitensi, oggi esposte al Musée d'Orsay. Nel XX secolo l'espansione del Louvre è stata costante. L'accrescimento delle collezioni è avvenuto attraverso nuove acquisizioni e per merito di numerosi lasciti e donazioni, ulteriormente stimolati dalll'entrata in vigore, nel 1972, della legge che permette il pagamento dei diritti di successione per mezzo delle opere d'arte. Il rinnovamento delle strutture museali ed espositive è avvenuto di pari passo.

Negli anni Settanta emerge con sempre maggiore chiarezza come l'aumento dei visitatori e quello delle opere esposte renda urgente il trasferimento delle opere posteriori al 1848 nel Musée d'Orsay, creato sulla riva opposta della Senna e inaugurato nel 1986.

Il Louvre deve a sua volta essere sottoposto a una radicale trasformazione, allo scopo di facilitare l'accesso di un maggior numero di visitatori possibile e di creare strutture museali all'avanguardia.

La riorganizzazione generale delle sale - iniziata già alla vigilia della seconda guerra mondiale e continuata nel dopoguerra - culmina nel 1984 con l'avvio dei lavori per il Grand Louvre.

Questo progetto, giunto a termine con il nuovo millennio, ha riqualiflcato l'intera superficie, estesa su oltre quaranta ettari, di cui circa sessantamila mq occupati da sale espositive. Gli spazi destinati ai servizi tecnici, scientifici e amministrativi sono stati quintuplicati, quelli destinati all'accoglienza e ai servizi per i visitatori sono aumentati di tredici volte. Il simbolo del rinnovamento è la piramide di vetro, inaugurata nel 1989, che s'innalza al centro della Cour Napoléon. Progettata dall'architetto Leoh Ming Pei, segna l'ingresso principale al museo; attraverso di essa, i visitatori scendono nel piano interrato dal quale si accede alle tre ali che ospitano le collezioni: l'ala Richelieu, a nord, l'ala Sully, articolata intorno alla Cour Carré, e l'ala Denon, lungo la Senna.
Opere d'arte presenti al Louvre:

Giotto, San Francesco riceve le Stimmate
Venere di Milo
Cimabue, Maestà
Jean Malouel, Grande Pietà Rotonda
Henri Bellechose, Pala di San Dionigi
Rogier van der Weyden, Annunciazione
Jan van Eyck, Madonna del Cancelliere Rolin
Enguerrand Quarton, Pietà di Villeneuve-lès-Avignon
Jean Fouquet, Rittratto di Calo VII
Maestrodi Dreux Budè, Crocifissione del Parlamento di Parigi
Paolo Uccello, La Battaglia di San Romano
Antonello da Messina, Cristo alla Colonna
Leonardo da Vinci, La Vergine delle Rocce
Domenico Ghirlandaio, Ritratto di Vecchio con Nipotino
Hieronymus Bosch, La Nave dei Folli
Pietro Perugino, Apollo e Marsia
Albrecht Durer, Autoritratto
Andrea Mantegna, Il Parnaso
Andrea Mantegna, Madonna della Vittora
Andrea Mantegna, Trionfo della Virtù
Leonardo da Vinci, Monna Lisa (La Gioconda)
Raffaello, La Belle Jardinière
Tiziano, Concerto Campestre
Quertin Metsys, Cambiavalute con la Moglie
Leonardo da Vinci, Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'Agnello
Raffaello, Ritratto di Baldassarre Castiglione
Tiziano, Incoronazione di Spine
Lambert Sustris, Venere, Cupido e Marte
Paolo Veronese, Le nozze di Cana
El Greco, San Luigi di Francia con un Paggio
Scuola di Fontainebleau, Gabrielle d'Estrées e la sorella
Caravaggio, La Buona Ventura
Caravaggio, La Morte della Madonna
Guido Reni, Il Ratto di Deianira
Pieter Paul Rubens, Arrivo di Maria de' Medici a Marsiglia
Valentin de Boulogne, La Chiromante
Frans Hals, La zingara
Francisco de Zurbaràn, Funerali di san Bonaventura
Nicolas Poussin, L'Ispirazione del Poeta
Georges de La Tour, Il Baro
Anton van Dyck, Carlo I d'Inghilterra a caccia
Claude Lorrain, Porto al Tramonto
Philippe de Champaigne, Ritratto del Cardinale Richelieu
Georges de La Tour, Maria Maddalena con la Lampada a Olio
Georges de La Tour, San Sebastiano curato da Irene
Luis le Nain, Famiglia di Contadini
Nicolas Poussin, Paesaggio con Orfeo ed Euridice
Nicolas Poussin, Autoritratto
Rembrandt, Betsabea al Bagno
Jan Vermeer, La Merlettaia
Hiacinthe Rigaud, Ritratto di Luigi XIV
Jean-Antoine Watteau, Gilles (Pierrot)
Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Ritorno dal Mercato
Francois Boucher, Riposo di Diana
Jean-Honoré Fragonard, Lezione di Musica
Jacques-Louis David, Il Giuramento degli Orazi
Francisco Goya, Ritratto do Dona Rita de Barrenechea
Jacques-Louis David, Ritratto di Madame Récamier
Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson, Atala al Sepolcro
Théodore Géricault, La Zattera della Medusa
Eugène Delacroix, La Libertà uida il Popolo
Jean-Baptiste Camille Corot, La Cattedrale di Chartres
Eugène Delacroix, Donne di Algeri nelle loro Stanze
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Il bagno turco
Stele della vittoria di Naram-Sin
Scriba seduto
Sarcofago degli sposi
Gli arceri della guardi persiana
Corteo dele Panatenee
Nike e Samotracia
Aquila di Sigeri
Madonna col Bambino
Schiavo morente




Alessandria

Tomb Raider IV


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Con i suoi eterni simboli, Alessandro Magno e Cleopatra, la rinomata Biblioteca e l’imponente Faro passato in rassegna tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico, l'Alessandria dei tempi passati era una città straordinaria. Fu fondata nel 332 a.C. e prima di entrare in declino nel IV secolo d.C., arrivò persino a competere con Roma.

La Biblioteca di Alessandria raccoglieva in sé tutto il sapere del mondo antico, conferendo alla città l'apellativo di "luogo più colto della Terra". Gli antichi Alessandrini innalzarono un gigantesco faro allo scopo di magnificare la città, guidando al contempo le navi verso l’importante porto di Alessandria.

Con tutta la sua cultura e ricchezza, l'antica Alessandria d'Egitto oggi è quasi svanita. I suoi grandiosi templi e le sue istituzioni culturali furono rasi al suolo e bruciati dall'intolleranza dei cristiani, mentre l'abbandono e le calamtità naturali hanno fatto il resto: i terremoti hanno distrutto il palazzo reale ed il mare impietoso ha fatto crollare il faro.

Nel XIX secolo il pascià Mohammed Ali risollevò le sorti della città, collegando il porto di Alessandria al ramo sinistro del Nilo. L’apertura del mediterraneo fino al Cairo richiamò migliaia di viaggiatori europei giunti per gustare il nuovo fascino del luogo e dando vita all'atmosfera decadente descritta da scrittori come Lawrence Durrell o E.M. Forster . Purtroppo anche questa epoca finì negli anni '50, quando la rivoluzione di Nasser mise in fuga gli stranieri.

D'allora Alessandria ha conosciuto una crescita demografica esplosiva, superando i cinque milioni di abitanti e occupando 20 km di costa, diventando per grandezza la seconda città dell'Egitto. L'Alessandria del XXI secolo è una città moderna, caratterizzata da palazzoni, ingorghi, fast food e telefoni cellulari. Basta però scavare poco sotto la superficie e si trovano subito reperti antichi che meritano essere visitati.


Le Serpent Rouge

Tomb Raider Angel of Darkness

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Il Serpent Rouge è una discoteca presente nel ghetto di Parigi, nei pressi di Cours La Seine.
Il piccolo testo de:"LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS" è stato scritto in lingua francese nell'Ottobre del 1966 da tre autori: Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker e pubblicato poi il 17 di Gennaio del 1967.

I tre autori del piccolo opuscolo morirono subito dopo la pubblicazione in circostanze poco chiare anche se i tre casi di morte vennero archiviati come suicidi. Questa conclusione è però poco soddisfacente dato che è quasi inverosimile pensare che solo dopo tre mesi dall'uscita del loro libro tutti e tre gli autori avessero avuto problemi così gravi, o così gravi e profondi squilibri, da spingerli a mettere in atto quell'estremo gesto; non tutti e tre assieme comunque. Qualcosa doveva averli spinti alla morte. Qualcuno in effetti ipotizzò che forse furono uccisi, condannati a morte da qualche tribunale iniziatico perchè colpevoli di aver violato la regola del "Silentium". Ciò che avevano dato alle stampe forse non era tutta "farina del loro sacco", come si dice da noi, ma bensì ciò che avevano racchiuso in quelle pagine, altro non era che una trascrizione fedele di alcuni passi tratti da manoscritti segreti accessibili solo da alcuni iniziati. Tali scritti avrebbero dovuto restare nascosti alla massa ma con il loro lavoro (e proprio grazie ad esso) tutti ora potevano prendere visione di quell'antico segreto, scritto in modo oscuro, ma chiarissimo per chi sapeva leggere i simbolici significati. Mettere mano a certi documenti di proprietà di qualche setta segreta non è cero facile. O i tre scrittori vi erano entrati in possesso "casualmente" (ma nulla avviene per caso..) e fiutando il grosso affare letterario avevano trascritto e epubblicato tali documenti, oppure, Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, altri non erano che membri essi stessi di una setta. Comunque fosse, pubblicando "LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS", i tre avevano involontariamente firmato anche la loro condanna a morte. Naturalmente queste sono conclusioni di alcuni espresse per cercare di dare una risposta plausibile a quanto successe a loro dopo l'uscita del libro. L'opuscolo in questione è composto da n. 13 pagine; nelle prime 5 troviamo l' Avant-Propos, nelle altre vi sono le immagini della Chiesa di Saint-Germain de Prés, delle tombe di re merovingi scoperte nella stessa chiesa, della copertina di un opuscolo pubblicato nel 1861 "Gnomon Astronomique", la genealogia merovingia, la Gallia del 511, la Gallia del 632 circa, della Chiesa di S. Sulpice, la pianta della stessa Chiesa (ed il meridiano di Parigi) ed il quartiere Saint-Germain del 1615 (anche qui vi è indicato il meridiano). Seguono tredici strofe e ogni strofa corrisponde ad un segno dello zodiaco. La tredicesima strofa, terz'ultima in ordine di apparizione, ha il simbolo di Ofiuco o Serpentario. Leggendo poi la descrizione degli interni della chiesa di Rennes-Le-Château ci si accorge di quante analogie vi siano con il luogo descritto in questo testo e la chiesa stessa.

L E S E R P E N T R O U G E

di Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent, Gaston De Koker

(Le "x" che si vedono nel testo sono cancellature.)

PONTOISE - 17 GENNAIO 1967
Acquario

Come sono strani i manoscritti di questo Amico,
grande viaggiatore dell'incognito,
essi mi sono apparsi separatamente, tuttavia formano un tutto per colui che sa
che i colori dell'arcobaleno uniti danno
l'elemento bianco, o per l'artista che
sotto il suo pennello, fa dalle sei tinte
della sua tavolozza magica, sorgere il nero.

Pesci

Questo Amico, come posso presentarvelo? Il suo nome resterà un mistero,
ma il suo numero è quello di un sigillo celebre. Come descrivervelo?
Forse come il navigatore dell'arca
imperitura, impassibile come una colonna
sulla sua roccia bianca, che guarda verso il
mezzogiorno, al di là della roccia nera.

Ariete

Durante il mio sofferto pellegrinaggio, ho
tentato di aprirmi con la spada
una strada attraverso la vegetazione
inestricabile dei boschi. Avrei voluto
arrivare alla dimora della Bella
Addormentata in cui certi poeti vedono la Regina
di un regno scomparso. Alla disperazione di ritrovare il cammino,
le pergamene di questo Amico furono per me il Filo di Arianna.

Toro

Grazie a lui, ornai a passo moderato e con sguardo su (rivolto verso l'alto),
io posso scoprire le sessantaquattro pietre disperse del cubo perfetto che
i Fratelli della Bella del bosco nero,
sfuggendo all'inseguimento degli usurpatori,
avevano seminato sulla strada quando fuggirono dal Forte bianco.

Gemelli

Riunire le pietre sparse, lavorare con la squadra ed il compasso per
rimetterle nell'ordine regolare, cercare la
linea del meridiano che va da Oriente
a Occidente, poi guardando dal Sud al Nord,
infine in tutti i sensi per ottenere
la soluzione cercata, facendo sosta davanti alle quattordici pietre
marcate con una croce. Il cerchio era l'anello e corona, ed esso
(era) il diadema di questa Regina del castello.

Cancro

Le lastre del pavimento a mosaico del luogo sacro potevano essere
alternativamente bianche o nere, e Gesù, come Asmodeo,
sorvegliava i loro allineamenti. Il mio sguardo sembrava incapace
di vedere la cima dove dimorava nascosta la meravigliosa addormentata.
Non era stato Ercole con la potenza magica,
come decifrare i misteriosi simboli
impressi dagli osservatori del passato. Nel santuario tuttavia l'acquasantiera,
fontana d'amore dei credenti che ridà il ricordo di queste parole:
CON QUESTO SEGNO TU lo VINCERAI.

Leone

Di colei che io desidero liberare, salgono verso di me gli effluvi del
profumo che impregnano il sepolcro. Una volta alcuni l'avevano chiamata:
ISIDE, regina delle sorgenti benefiche,
VENITE A ME VOI TUTTI
CHE SOFFRITE E CHE SIETE OPPRESSI E IO VI DARO' SOLLIEVO,
ALTRI MADDALENA, dal CELEBRE vaso colmo di balsamo guaritore.
Gli iniziati conoscono il suo vero nome: NOSTRA SIGNORA DES CROSS.

Vergine

Io ero come i pastori del celebre pittore
Poussin, perplesso davanti l'enigma:
"ET IN ARCADIA EGO!". La voce del sangue,
vuole rendermi l'immagine di un passato ancestrale. Si, il lampo del genio attraversa il mio pensiero, rivedo, comprendo! Io conosco ora questo segreto favoloso. E meraviglia, al momento dei salti dei quattro cavalieri, gli zoccoli di un cavallo avevano lasciato quattro impronte sulla pietra, ecco il segno che
DELACROIX aveva lasciato in uno dei tre dipinti della cappella degli Angeli. Ecco la settima sentenza che
una mano aveva tracciato:
ESTRAIMI DAL FANGO, PERCHE' IO NON VI RESTI AFFOSSATO.
Due volte IS, imbalsamatrice e imbalsamata, vaso miracoloso dell'eterna Dama Bianca delle Leggende.

Bilancia

Cominciato nelle tenebre, il mio viaggio non poteva terminare che nella luce.
Alla finestra della casa diroccata
contemplavo attraverso gli alberi spogli
dell'autunno la vetta della montagna. La croce di creta si distaccava sotto il sole del mezzogiorno, era la quattordicesima e la più grande di tutte con i suoi 35 centimetri.
Eccomi dunque a mia volta cavaliere sul destriero divino che cavalcava l'abisso.

Scorpione

Visione celeste per colui che mi ricordano le quattro opere di Em.
SIGNOL, intorno alla linea del Meridiano, nello stesso coro del santuario
da dove irradia questa sorgente d'amore degli uni per gli altri.
Io ruoto su me stesso passando con lo sguardo la rosa del P a quella dell'S,
poi dall'S al P. E le spirali nel mio spirito diventano un polipo mostruoso che espelle il suo inchiostro. Le tenebre che assorbono la luce, ho un capogiro e porto la mia mano sulla mia bocca, mordendo istintivamente il palmo, forse come OLIER nel suo feretro.

Maledizione,io comprendo la verità. E' il passaggio, ma egli stesso facendo il bene, come xxxxxxxx QUELLO della tomba fiorita. Ma quanto hanno saccheggiato la casa, non lasciando che cadaveri imbalsamati e numeri di metallo che non avevano potuto importare? Quale strano mistero cela il nuovo Tempio di SALOMONE edificato dai bambini di Saint VINCENT?

Ofiuco o Serpentario

Maledicendo i profanatori nelle loro ceneri e coloro che vivono sulle loro tracce, uscendo dall'abisso dove era stato tuffato, compiendo il gesto d'orrore: "Ecco la prova che del sigillo di SALOMONE io conosco il segreto, che xxxxxxxx di questa REGINA ho visitato le dimore nascoste". A questo, Amico Lettore, guardati di aggiungere o togliere uno iota ... Medita, medita ancora, il vile piombo del mio scritto contiene forse l'oro più puro.

Sagittario

Ritornando allora alla bianca collina, il cielo avendo aperte le sue cateratte,
mi sembra di sentire vicino una presenza, i piedi nell'acqua come
colui che riceve il segno del battesimo.Ruotando ad est, di fronte a me vidi
srotolando senza fine i suoi anelli l'enorme
SERPENTE ROSSO citato dalle pergamene, salato e amaro, l'enorme bestia aizzata (scatenata) davanti i piedi di questo monte bianco, rosso per la collera.

Capricorno

La mia emozione fu grande, "ESTRAIMI DAL FANGO", dicevo, e il mio risveglio fu immediato. Ho omesso di dirvi in effetti che questo era un sogno da me fatto questo 17 GENNAIO, festa di San SULPICIO.
A seguito del mio turbamento persistente, ho voluto, dopo le riflessioni di rito, riferirvi un racconto di PERRAULT.
Ecco dunque Amico Lettore, nelle pagine che seguono, il risultato di un sogno che mi aveva cullato nel mondo dallo strano all'ignoto.
A Colui che è il passaggio per fare il bene [o: A colui che sembra di fare il bene, o ancora: A Colui che cessa di fare il bene(?)].

Che cosa rivelerebbe di tanto grave "Il Serpente Rosso", a parte le chiare analogie con la chiesa di Rennes-Le-Château, come vedremo nella pagina che segue? Forse questo testo rappresenta la chiave di lettura per svelare i segreti di Rennes? O è una specie di mappa per arrivare al fantomatico tesoro che si ipotizza essere nascosto in quei luoghi? Considerando le varie e strane morti disseminate sulla strada che conduce alla chiesa di Rennes o attorno a questo libro, si può affermare che cercare di capirci qualcosa, o averci a vuto a che fare qualcosa, sia stato per tutti un grosso rischio. L'abate Gélis, amico e confidente di Saunière (personaggio principale delle vicende di Rennes-le-Château) verrà ucciso e trovato con il cranio fracassato. La sua tomba è orientata verso Rennes-le-Château e sulla stessa è impresso un simbolo dei Rosa-Croce. Gli autori del Il Serpente Rosso furono trovati impiccati, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker prima e Pierre Feugere il giorno dopo. La nipote di Marie Dénarnaud (amica e governante di Saunière) alla quale la Dénarnaud aveva regalato dei gioielli, verrà trovata assassinata. Questi gioielli provenivano da un'oreficeria visigota. L'assassino verrà scoperto e fù accertato che era membro di una setta segreta. Ma altri fatti strani, luttuosi e misteriosi si susseguono. Da molti anni si lavora sugli enigmi di Rennes-Le Château e anche se ancora non si è venuti a capo di nulla che sia veramente credibile e provato, c'è chi assicura che a Rennes sia nascosto il Graal, o sconvolgenti segreti sul cristianesimo e sul Cristo o, ancora, il favoloso tesoro dei Templari, o quello dei Visigoti, o quello dei Catari, o la vera storia delle società segrete, o il tesoro della corona francese.... Qualcuno sostiene che nella chiesa di Rennes l'Abate Saunière avesse veramente trovato il Graal o l'Arca dell'Alleanza; certi invece sostengono che avesse trovato un luogo di culto segreto, considerato anche che, nelle decorazioni della chiesa, vi sono molti simboli rosacrociani e alchemici che è difficile trovare in altre chiese. O forse il tesoro del Tempio di Salomone, trafugato dai romani il 70 d. C., e riconquistato dai barbari quando saccheggiarono Roma, passato ai Visigoti e successivamente ai Templari... Nessuno ancora oggi ha dato una risposta alle tante ipotesi, uno smentisce l'altro, ma nessuno è ancora riuscito a formulare un'ipotesi suffragata dalle prove e dalla realtà dei fatti.






Fonte: Rosso Pompeiano forum e Il portale del tempo




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

I Mercati Traianei

Tomb Raider Chronicles

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Situato alle pendici del Quirinale, è visibile il complesso conosciuto con la denominazione moderna di Mercati Traianei. I Mercati, strutturati a livelli sovrapposti, vennero costruiti in laterizio, nei primi anni del II secolo d.C., probabilmente dallo stesso architetto che si occupò della realizzazione del Foro di Traiano; questa costruzione era destinata a funzioni commerciali (fungeva sia da magazzino statale di derrate alimentari, sia da luogo di distribuzione e di vendita di queste), sia pubbliche (probabilmente venivano ospitati uffici dell'amministrazione imperiale).
L'edificio si presenta diviso in una parte superiore asimmetrica e in una parte inferiore affacciata con un grande emiciclo verso il Foro di Traiano, ma nettamente separato. Tra le due parti, ciascuna strutturata su più piani, passava una strada che iniziava dal Campo Marzio ed era conosciuta con il nome di Via Biberatica (da biber = bevanda, probabilmente collegata con la presenza di botteghe lungo la via).
L'ingresso, posto nella parte superiore dei Mercati Traianei, è situato in via IV Novembre (questa doveva essere l'entrata principale anche nell'antichità); passata l'entrata si entra in una enorme aula rettangolare coperta da una volta a sei crociere. Sui due lati lunghi di questa aula (notevolmente restaurati) si affacciano due serie di sei ambienti con le porte inquadrate da cornici in travertino e sormontate da un finestra quadrata (vedi ultima foto in basso). Sugli stessi lati si sviluppa un piano superiore formato, da ogni lato, da una serie di ambienti simili a quelli del piano inferiore, rivolti, verso l'interno, su un corridoio aperto e sormontato da archi aventi funzione di contrafforti. Da questo corridoio del livello superiore, mentre una rampa di scale conduce a un altro piano, si accede a un'ala a parte del complesso, strutturata su due piani e con diversi ambienti aventi probabilmente funzioni di uffici.
Dietro a questa costruzione ne sono presenti altre, notevolmente modificate durante il Medioevo, fino ad arrivare alla Torre delle Milizie.
La Via Biberatica (attualmente in fase di notevole restauro) ha ai lati marciapiedi in travertino e su questi si aprono ampie aule un tempo destinate a botteghe.


Il Colosseo

Tomb Raider Chronicles

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La costruzione dell' Anfiteatro Flavio ebbe inizio nei primi anni del regno di Vespasiano, nella valle compresa tra Palatino, Esquilino e Celio, che in precedenza aveva costituito il centro della Domus Aurea. L'edificio sorse sul luogo dello stagno artificiale, opera di Nerone: anche in questo caso, emerge la politica demagogica di vespasiano, che restituisce al pubblico godimento le parti della città incluse da Nerone nella sua casa gigantesca (lo stesso avverrà con le Terme di Tito, che rimpiazzeranno forse quelle private della Domus Aurea, e con le statue, sottratte all'abitazione di Nerone ed esposte nel tempio della Pace). Il Colosseo, non ancora terminato, fu dedicato una prima volta da Vespasiano prima della morte. Tito portò a termine i lavori e procedette a una seconda grandiosa cerimonia dedicatoria nell'80, che durò cento giorni; l'opera fu rifinita da Domiziano, che condusse i lavori "fino agli scudi" che decoravano l'ultimo ordine esterno. E' probabile che solo sotto questo imperatore si siano creati i sotterranei in muratura dell'arena, altrimenti mal si comprenderebbe la notizia di naumachie (battaglie navali) date sotto Vespasiano e Domiziano; da allora infatti si parlò solo di giochi di gladiatori (munera) e cacce di animali (venationes).
L'altezza dell'anello esterno è quasi di 50 m, il diametro maggiore dell'ellissi misura 188 m, il minore 156. Si è calcolato che il travertino impiegato oltrepassasse i 100.000 m³ e il ferro necessario per le grappe le trecento tonnellate. L'anello esterno comprende quattro piani sovrapposti: i primi tre costituiti da arcate inquadrate da semi colonne, tuscaniche quelle del primo piano, ioniche quelle del secondo, corinzie quelle del terzo. Un quarto piano cieco (una sorta di attico) è scompartito da lesene, anch'esse corinzie. Ogni due scomparti si apre una finestra quadrata; una serie di mensole (tre per partizione) sono inserite a due terzi della altezza , in corrispondenza di altrettanti fori nel cornicione (in tutto 240) : qui passavano i pali che servivano a sorreggare il grande velario a spicchi, destinato a riparare gli spettatori dal sole. Una squadra di marinai del porto militare di Miseno era addetta a manovrare il velario: essi avevano stanza in un'apposita caserma, nelle immediate vicinanze dell' anfiteatro (Castra Misenatium). Le arcate a pianterreno, 80 in tutto, davano accesso alle scalinate che portavano ai vari settori della cavea: un sistema complesso, simile a quello degli stadi moderni, che permetteva la rapida evacuazione degli spettatori. Sopra ognuno degli archi superstiti è ancora indicato il numero progressivo, che corrispondeva al numero di biglietto (tessera) di cui ogni spettatore era munito. I quattro ingressi posti in corrispondenza degli assi principali non avevano numero. L'unico di essi ancora conservato, quello settentrionale, mostra tracce evidenti di un portichetto, che lo doveva caratterizzare in modo particolare. Inoltre, sulla volta del corridoio corrispondente si notano ancora notevoli resti di stucchi figurati. era proprio questo l'ingresso d'onore che portava alla tribuna imperiale, collocata al centro del lato nord. Gli altri tre ingressi dovevano avere la stessa funzione per categorie privilegiate come i magistrati, le vestali. Quello che resta della cinta esterna è sostenuto da altissimi muraglioni costruiti nel 1820 per ordine di Pio VII. I numerosi fori tra i giunti dei blocchi furono praticati nel Medioevo per recuperare i perni di ferro. Quasi cinquant'anni fa si stabilì il sistema utilizzato per la costruzione. La presenza del bacino neroniano, una volta svuotato dall'acqua, permise di ridurre i lavori di scavo per le fondamenta. I muri radiali costruiti i blocchi di tufo al pianterreno, in mattoni al primo piano, non sono coerenti con i pilastri di travertino; ciò induce a pensare che essi siano di costruzione postweriore a quella dei pilastri. Si procedette dunque ad innalzare la gabbia portante. Fu così possibile operare contemporaneamente in basso e in alto. A causa delle diversità tecniche si può stabilire che lavorarono quattro cantieri diversi.

L'interno del Colosseo, semicrollato e spogliato delle gradinate, può dare solo una pallida idea dell'aspetto originario; a ciò contribuisce la mancanza del piano dell'arena, che mette allo scoperto i sotterranei di servizio.Questi sotterranei avevano la funzione di ospitare tutti quei servizi che erano indispensabili per lo svolgimento dei giochi. All'interno dell'anfiteatro sono visibili grandiosi piani inclinati in blocchi di tufo, destinati a far emergere qualsiasi tipo di scenario: gli scrittori contemporanei ricordano con ammirazione l'improvvisa apparizione di colline e foreste. L'arena era coperta da un grande tavolato ligneo; ciò spiega la violenza del fuoco nel 217, quando l'incendio ebbe inizio proprio da lì. Tra essa e il corridoio veniva fissata al momento degli spettacoli, una pesante e robustissima rete di protezione sostenuta da antenne; queste erano incastrate tra due mensole, collocate più in basso. In alto, la rete, che ci è descritta da uno scrittore antico, era dotata di denti di elefanti, a mo' di spunzoni, e di rulli di avorio ruotanti orizzontalmente, che impedivano la presa alle fiere che avessero tentato di scavalcarla. per ogni evenienza, comunque, nel corridoio che correva tra la cavea e la rete doveva essere in permanenza una squadra di arcieri, che prendevano posto forse all' interno delle nicchie aperte nel podio.

La cavea era divisa in cinque settori sovrapposti: dopo un gruppo di pochi gradini, immediatamente successivi alla recinzione, seguivano tre settori (maeniana), mentre un quarto, con gradinate di legno, era colooccato alla sommità dell' anfiteatro, al di sotto di un colonnato (maenianum summum in ligneis). Anche allora, come adesso, esistevano varie categorie di posti. Per accedervi non vi era alcuna differenza nella somma pagata: infatti l'ingresso era gratuito. Qui emerge chiaramente la struttura rigorosamente classista della società romana: ogni categoria della popolazione poteva accedere solo ai posti ad essa riservati. Leggi in proposito erano state promulgate fin dall' età repubblicana. In particolare, i posti più vicini all' arena erano riservati alla classe senatoria; i quattordici gradini successivi (il primo meniano, quindi) ai cavalieri, e poi via via scendendo nelle gerarchie sociali. Un settore di posti nel maenianum summum , quello di legno, considerato il peggiore, era destinato alle donne, da quando il Divo Augusto, per ragioni morali aveva considerato opportuno porre termine alla promiscuità nei luoghi di spettacolo (i quali, come ricorda Ovidio nell' Arte Amatoria, erano particolarmente indicati per fare qualche piacevole conoscenza). Un documento prezioso, a questo riguardo, è costituito dai gradini superstiti: su di essi sono incise iscrizioni che precisano la destinazione dei posti. Ad esempio: equitibus romanis (per i cavalieri romani), pedagogis puerorum (per i maestri elementari), hospitibus publicis (per gli ospiti pubblici), clientibus (per i clientes, cioè, in età imperiale la plebe cittadina), Gaditanorum (degli abitanti di Cadice) ecc. Come si vede si tratta sempre di posti non individuali, ma destinati ad intere categorie di persone. Ciò risulta tra l'altro da una celebre iscrizione, databile all'anno stesso (l'80) in cui fu inaugurato l'anfiteatro, e nella quale si riporta un decreto con cui si concedono alla corporazione sacerdotale degli Arvali (12 persone in tutto) un discreto numero di posti (per una lunghezza di 129 piedi circa, cioè più di 38 metri) per gli Arvali stessi, le loro famiglie, i loro araldi, ecc.; ben inteso, in vari punti dell'anfiteatro, a seconda del rango sociale. L'unica eccezione a questa regola è costituita proprio dalle gradinate riservate all' ordine senatorio, che erano costruite interamente di marmo (e non di mattoni, con la sola inserzione del blocco marmoreo per l'iscrizione, come nel resto della cavea). In effetti, su questi gradini sono incisi i singoli nomi, che furono sostituiti più volte e mostrano quindi cancellature e rifacimenti. I nomi che ci sono rimasti sono quindi quelli più recenti; uno studio recente di queste iscrizioni ci ha permesso di conoscere il nome di 195 senatori dell'epoca di Odoacre.
L'edificio, colpito da incendi e terremoti, fu restaurato varie volte; ci risultano lavori di Nerva, di Antonino Pio, di Elagabalo, di Alessandro Severo e forse di Gordiano. Questi disastri si intrecciano con varie limitazioni agli spettacoli, dovute all'intervento degli imperatori cristiani: all'inizio del V secolo, Onorio abolisce i giochi gladiatori. Ristabiliti all'inizio del regno di Valentiniano III, essi furono definitivamente proibiti dallo stesso imperatore nel 438. Rimasero solo le venationes, che però dovevano subire la concorrenza delle corse dei carri nel circo. L'uso dell'anfiteatro cessò con il regno di Teodorico; l'ultimo spettacolo di cui abbiamo notizia ci è ricordato da una lettera di Teodorico al console designato per il 523, Massimo, il quale chiedeva di poter festeggiare l' assunzione della carica con una venatio. Dal VI all'XI secolo, quando sarà occupato dalla famiglia Frangipane, che ne farà un castello, sulle gradinate deserte e nell'arena vuota del Colosseo scenderà il silenzio. Accanto al Colosseo, tra questo e la via dei Fori Imperiali, è visibile sulla pavimentazione stradale il disegno di un grande quadrato, ottenuto con pietre di colore diverso. Qui era la base della statua bronzea colossale di Nerone, i cui resti furono vandalicamente demoliti per l'apertura della via dei Fori Imperiali, nel 1936. Questa statua fu eseguita su modello del Colosso di Rodi; ma quello di Roma superava i 35 metri al contrario di quello di Rodi che raggiungeva solo i 32. La statua, un ritratto di Nerone identificato con Helios, era in origine al centro dell'atrio della Domus Aurea, nel luogo dove più tardi Adriano fece costruire il tempio di Venere. Alla fine del regno di Nerone, per damnatio memoriae, alla statua furono cambiati i tratti, in modo da trasformarla in una statua di Helios. Più tardi Commodo ne farà un Ercole dandole ancora i propri tratti: ma dopo la sua morte di nuovo la statua recuperò la sembianze di Helios. Il nome di "Colosseo", attribuito all'anfiteatro per la prima volta nell'VIII secolo, deriva non dalle proporzioni di questo, bensì dalla vicinanza della statua colossale.


Fonte: Rosso Pompeiano forum




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Aggiornamento del topic sulla Maria Doria
:approved:




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Piramide della regina Kefy e la Grande Piramide

Tomb Raider IV

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Specifichiamo che vi è un enorme errore di traduzione: in realtà è il complesso delle Piramidi delle regine, poco distante la Grande Piramide di Cheope! Il nome "Khufu" è semplicemente la traslitterazione dela geroglifo h f w - Khfu, hiero_I9

La Piramide di Cheope a Giza, anche detta Grande piramide, è l'unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi, nonché la più grande piramide egizia e la più famosa piramide del mondo. È la più grande delle tre piramidi della necropoli di Giza, vicino al Cairo in Egitto. Costruita, si presume, intorno al 2570 a.C., è rimasta l'edificio più alto del mondo per circa 3800 anni.

Eretta da Cheope, nome Horo Medjedu ossia "Colui che colpisce", della IV dinastia dell'Egitto antico come monumento funebre è stata realizzata dall'architetto reale Hemiunu.

All'interno, come per molte altre sepolture reali dell'antico Egitto, saccheggiate dai violatori di tombe già nell'antichità, non è stata trovata alcuna sepoltura e ciò ha fatto nascere un buon numero di teorie, fino ad oggi prive di reale fondamento, sul fatto che le piramidi non siano monumenti funebri. L'attribuzione della grande piramide a Cheope è deducibile dalla concordanza dei rilievi archeologici con i dati storici disponibili, costituiti dai libri dello storico greco Erodoto.

La data probabile del suo completamento è il 2570 a.C. È la più antica delle tre grandi piramidi nella necropoli di Giza, alla periferia del Cairo, in Egitto.

Poche centinaia di metri a sud-ovest dalla Piramide di Cheope sorge la piramide attribuita al suo successore Chefren, che costruì anche la Sfinge. Ancora a poche centinaia di metri a sud-ovest è la piramide di Micerino, successore di Chefren, alta circa la metà delle due maggiori. La piramide di Chefren appare più alta solo perché è stata costruita su un terreno più elevato.

Nelle immediate vicinanze della piramide vi sono ben sette fosse per barche sacre di cui una è stata ricostruita ed è visibile nell'apposita struttura ove la barca di Cheope ha subito un notevole restauro.

La piramide è provvista di cortile, luogo di culto a nord, tempio funerario, rampa processionale ed altre strutture quali il tempio a valle. Vi sono inoltre annesse alla piramide principale di Cheope anche tre piramidi secondarie di minor dimensione dedicate a sue tre regine ed una piramide satellite scoperta nel 1999

Quando fu costruita, la piramide di Cheope era alta circa 146,6 metri (280 cubiti egiziani) ed era pertanto la costruzione più alta realizzata fino ad allora. La sua altezza attuale è tuttavia di soli 138 metri e risulta essere pertanto di poco più alta della piramide di Chefren, alta 136 metri. Causa di questa perdita di altezza è probabilmente la rimozione del rivestimento di pietra calcarea che in passato rivestiva l'intera piramide, dovuto sia a fenomeni di erosione naturale, che alla rimozione delle pietre calcaree da parte degli abitanti del Cairo, che in passato sfruttarono le piramidi come cave di pietre.

La base della piramide copre oltre 5 ettari di superficie, formando un quadrato di circa 230,34 metri per lato. L'accuratezza dell'opera è tale che i quattro lati della base presentano un errore medio di soli 1,52 cm in lunghezza e di 12" di angolo rispetto ad un quadrato perfetto. I lati del quadrato sono allineati quasi perfettamente lungo le direzioni Nord-Sud ed Est-Ovest (l'errore dell’allineamento è di solo 3′ e 6″). I lati della piramide salgono ad un angolo di 51º 50' 35".

Per la costruzione del solo rivestimento esterno della Grande Piramide sono state scelte pietre di calcare, basalto e granito, pesanti ognuna dalle 2 alle 4 tonnellate, mentre la parte interna, denominata Zed è costituita di monoliti in granito pesanti dalle 20 alle 80 tonnellate, per un peso totale che si aggira intorno ai 7 milioni di tonnellate. Il volume totale è di circa 2 600 000 m³ . È quindi la più voluminosa piramide d'Egitto ma non del mondo, dato che la piramide di Cholula, in Messico è più grande.

Nell'epoca immediatamente successiva alla costruzione, la piramide era rivestita esternamente di bianche pietre di calcare, lucide e molto lisce, incise con antichi caratteri, precipitate al suolo a causa di un violento terremoto nel 1301 a.C. ma la maggior parte dei blocchi di rivestimento è stata rimossa, sempre verso il 1300, per la costruzione della cittadella e della moschea del Cairo.

Ma la demolizione della piramide iniziò già in epoca antica come testimoniano i conci ritrovati nel Complesso piramidale di Amenemhat I recanti incisi i cartigli di Cheope. La piramide con il suo pyramidion d’oro situato sulla sommità, sotto i raggi del sole doveva risplendere come una gemma gigantesca risultando visibile anche a notevole distanza. Come ci narra Erodoto, furono utilizzati circa centomila uomini che lavorarono per circa quarant'anni alla costruzione della piramide.

La piramide di Cheope si distingue dalle altre per la sua posizione geografica, ma anche per il grande numero di passaggi e alloggiamenti, per la rifinitura dei lavori interni e la precisione di costruzione.



Necropoli di Giza


La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia de Il Cairo, in Egitto. Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di Cheope (o Grande Piramide), l'unica tra le sette meraviglie del mondo giunta sino ai giorni nostri.

La forma piramidale perfetta fu adottata dai costruttori egizi proprio perché, oltre al culto dei faraoni, era praticato pure quello del Sole. Infatti gli spigoli della piramide rappresenterebbero i raggi solari che scendono sulla terra: la piramide era la scala per salire al cielo. Gli egizi erano molto precisi ad orientare ciascuna delle quattro facce nella direzione di un rispettivo punto cardinale. Proprio le tre grandi piramidi di Giza lo testimoniano; nell'area sud-occidentale del Cairo. Questa necropoli dell'Antico Egitto è composta dalle tre piramidi principali di Cheope, Chefren (o Khepren) e Micerino (o Mykerinus), attorniati da altri piccoli edifici satellite, noti come piramidi delle regine, rampe e piramidi della valle. La Grande Sfinge sorge sulla parte orientale del complesso, con la faccia rivolta verso est; attualmente gli egittologi ritengono che il volto della Grande Sfinge sia quello di Chefren. Assieme a questi monumenti reali sono presenti anche le tombe degli alti ufficiali e molti memoriali e monumenti risalenti al Nuovo Regno e posteriori alla loro costruzione, eretti per riverenza nei confronti dei sepolti nella necropoli.

La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo.

Per via delle foto e dei ritratti realizzati nel XIX secolo, le piramidi di Giza sono in generale immaginate dai turisti come se fossero posizionate in una remota località desertica, sebbene in realtà la loro zona sia circoscritta da una popolosa area urbana formata da numerose palazzine. La necropoli di Giza, assieme agli antichi siti di Menphi, Saqqara, Dahshur, Abu Rawash ed Abusir, sono stati proclamati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1979.

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1 - Piramide di Cheope
2 - Tempio funebre di Cheope
3 - Via cerimoniale
4 - Piramidi secondarie
5 - Necropoli occidentale
6 - Necropoli orientale
7 - Fosse delle barche solari
8 - Piramide di Chefren
9 - Piramide secondaria
10 - Tempio funerario di Chefren
11 - Via cerimoniale
12 - Sfinge
13 - Tempio a valle di Chefren
14 - Tomba della regina Kentkaus
15 - Piramide di Micerino
16 - piramidi secondarie
17 - Tempio funerario di Micerino
18 - Via cerimoniale
19 - Tempio a valle di Micerino





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Re: TR e la realtà

Messaggio da 30th »

Ho visto soltanto ora questo Topic e lo sto trovando interessantissimo :)
Davvero complimenti Talos, stai facendo un ottimo lavoro!! :D
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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

30th ha scritto:Ho visto soltanto ora questo Topic e lo sto trovando interessantissimo :)
Davvero complimenti Talos, stai facendo un ottimo lavoro!! :D

Grazie 30th :D In questi giorni non so se potrò aggiornare perché sono in montagna... dipende dalla rete che trovo =)




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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Via Caravelli, Venezia

Tomb Raider II

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In questa via (che in realtà assomiglia più a un intero sestiere) vi è il palazzo dove Marco Bartoli possiede il proprio covo.


[youtube][/youtube]

La via è molto simile a Via Garibaldi, sestiere Castello.

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Il nome del sestiere deriva da una fortificazione presente nel primo medioevo sull'Isola di Olivolo, oggi isola di San Pietro di Castello.

Qui si trova la Basilica di San Pietro di Castello sede vescovile fino al 1807, anno in cui Napoleone la trasferì nella Basilica di San Marco, fino allora cappella del Doge ed usata solo per eventi speciali.





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Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Il Lago Sacro

Tomb Raider IV

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Molti templi, particolarmente nel Nuovo Impero, sono dotati di un lago sacro ove si svolgevano manifestazioni religiose e misteri, cui fu ammesso ad assistere anche Erodoto. Secondo la religione egizia, immergendosi nelle acque di uno di questi laghi sacri, si veniva purificati.



Fonte: Rosso Pompeiano forum e miezewau.it/lagosacro.htm


Tomba di Semerkhet (Il gioco del Senet)


Tomb Raider IV

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Il senet era un gioco da tavolo, considerato uno dei più antichi antenati del Backgammon. La sua storia inizia nell'Antico Egitto dove, sembra, fosse diffuso tra tutte le classi sociali, soprattutto quelle elevate. Questo è il gioco più antico conosciuto: è risalente al 3300 a.C.

Si gioca su una scacchiera larga 3 cm e lunga 10 cm; alcune caselle sono speciali.

Nella tomba di Tutankhamon sono stati ritrovati molti tavoli da gioco in legno e avorio, con cassetti per le pedine sotto la tavola.
Non essendo possibile desumere le regole originali del gioco dai ritrovamenti archeologici, Timothy Kendall e R.C. Bell hanno provato, indipendentemente, a dare delle regole al Senet per cui attualmente si hanno due insiemi di regole differenti. Le incisioni sulle ultime 5 caselle, e la presenza di una sorta di dadi, danno credito alla ipotesi che il gioco consista in una sorta di "corsa". Il significato dei geroglifici illustrati in queste caselle, infatti significano: uscita, avversità, tre, due, uno. Tali dati rendono poco credibile la possibilità che il Senet sia un antenato degli scacchi, come qualcuno sostiene.



Fonte: Wikipedia




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