[Romanzo] Il vangelo di Anna

La seconda indagine del Commissario Polloni

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Blu
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Messaggio da Blu »

overhill ha scritto:DOMANI ARRIVA MARIANO! :D
Non vediamo l'ora :D :approved:




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Nillc
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Messaggio da Nillc »

Come? Quando? Dov'è che arrivo? :shock:

:D




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overhill
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Messaggio da overhill »

Che balengo! Nella trascrizione ho tolto la K di SKIERATI! :D

Corretto :)
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overhill
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Messaggio da overhill »

Allora, oggi siamo a una svolta nella storia di Anna.
Come vi dicevo, la prima cosa che dovreste guardare è la data in cui il nostro amico Mariano, in una delle sue numerose incarnazioni, decide di andare a farsi un giro in bici... ;)
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overhill
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Messaggio da overhill »

Martedì 26 Aprile – 6:00

La meravigliosa primavera piemontese rendeva il mondo simile ad una cartolina. Il sole già caldo e la leggera brezza fresca rendevano le passeggiate estremamente piacevoli.
Senza approfondire troppo i motivi per cui era così felice, Mariano spingeva allegramente sui pedali della sua bicicletta nuova: il cambio era perfetto, le ruote artigliavano con decisione il terreno asfaltato, il manubrio sembrava essere stato costruito in base alle dimensioni delle sue braccia.
La strada sulla quale si trovava era pianeggiante, come è doveroso in ogni zona industriale, ma al termine notò una salita breve ma, a giudicare dalla posizione dove si trovava, piuttosto ripida, che pareva finire in uno spiazzo erboso.
Mariano si fregò le mani dalla contentezza di poter provare il suo acquisto in una situazione così particolare: manovrando sui comandi che circondavano i terminali del manubrio, impostò una marcia particolarmente veloce, si alzò dal sellino per imprimere quanta più forza poteva e…sentì il rumore più odioso del mondo, per un appassionato ciclista: la catena che usciva dalla sede e andava ad incastrarsi nel mozzo, rendendo la bicicletta un soprammobile da tremila euro. Questo naturalmente fino a quando non si sarebbe sporcato di grasso fino alle orecchie per toglierla dal blocco.
Bestemmiando come solo un piemontese infuriato certo che nessuno l’ascolta sa fare, scese dal suo mezzo e lo appoggiò delicatamente a terra, chinandosi per osservare la situazione. “Niente di grave, per fortuna. E’ solo uscita dal nottolino di guida. Basterà tirarla fuori…” commentò ad alta voce, certo che nessuno potesse ascoltarlo nella grande zona industriale abbandonata ai margini della città. Iniziò a trafficare con il piccolo borsello appeso sotto la canna centrale della bicicletta, quando gli parve di udire qualcosa di strano.
Si interruppe e rimase immobile. Adesso lo udiva chiaramente, e la cosa non gli piaceva affatto.
L’ululato era basso, ovattato, ma perfettamente udibile. Mariano si alzò leggermente spaventato, si guardò intorno ma non vide nulla che potesse sembrare ad un cane. Si abbassò nuovamente per estrarre dal borsello due guanti di gomma, sottili, strumento indispensabile per un ciclista, e con pochi gesti rimise al suo posto la catena. Sempre controllando intorno alzò con una mano la bicicletta prendendola per il sellino, mentre con l’altra fece fare alcuni giri ai pedali e alla riottosa catena, che saltò definitivamente al suo posto.
Si tolse in tutta fretta i guanti e risalì con urgenza sul sellino, ma quando fu il momento di partire, invece si fermò. Si diede dello stupido per la paura provata, ora che comunque aveva anche un mezzo per fuggire, nel caso ne avesse avuto bisogno. E poi quel verso, non sembrava cattivo…sembrava disperato.
Cercò come poteva di capire da dove il lungo guaito arrivava e girellando con la bicicletta in cerchi apparentemente casuali, finalmente capì che arrivava da dietro ad un grande cancello che una volta chiudeva una grande fabbrica abbandonata.
Si avvicinò ed ebbe conferma che il cancello era aperto.
Vadu ‘ndrinta? si chiese ancora un po’ spaventato. Senza scendere dalla bici provò a tastare con il piede il cancello, che si aprì cigolando lasciando un ampio spazio per una eventuale fuga.
Il cigolio doveva essere stato sentito perché l’ululato si trasformo in una serie di latrati. Ma questa volta, per qualche motivo che in seguito Mariano non fu mai in grado di spiegare, sembravano chiamarlo quei versi, non era spaventato, ma sentiva quasi l’urgenza che esprimevano.
Sempre in sella al suo mezzo, si diresse verso un enorme cortile, dove in passato venivano parcheggiati i camion in attesa del carico e dello scarico delle merci. Su un lato, in un piccolo spiazzo verde, una piccola casetta che all’apparenza era una specie di magazzino degli attrezzi, sembrava contenere l’origine dei latrati.
Si avvicinò con attenzione. Arrivato ad un paio di metri iniziò a sentire un odore dolciastro insopportabile, che riconobbe quasi subito: Si quaicosa a l’è andà a mal si disse mentre i latrati diventavano più frenetici. Sentì raspare dietro la casetta e subito dopo un piccolo cagnetto randagio apparve, digrignando i denti e scodinzolando, ossimoro vivente, dimostrando che era piuttosto confuso.
Mariano decise di provare: sporse la mano portando il palmo verso il muso del cane, affinché la bestiola potesse annusarlo. Il cagnolino lo fece con attenzione, sempre guardando in volto il nuovo venuto. Poi si convinse che poteva fidarsi.
Il cagnolino era evidentemente a corto di viveri da un po’, lo si poteva notare dalla sua estrema magrezza, ma non era aggressivo. Mariano si avvicinò alla casetta, e il cane iniziò ad uggiolare e ringhiare, ma senza troppa convinzione.
Aprì la porta e l’odore di putrefazione lo investì.
Al centro del piccolo magazzino, per sostenere il tetto, era infilato un palo, al quale era appoggiata una forma umana, i capelli lunghi una volta biondi. La ragazza, perché tale sembrava, teneva le braccia dietro la schiena, e questo le impediva di cadere in avanti.
Mariano ringraziò il cielo che il volto non si vedesse. Cercò di distogliere lo sguardo, ma facendo questo vide, a pochi centimetri dal corpo, un’altra cosa che diede il colpo di grazia alla situazione: una piccola carcassa semi masticata e pelosa, un topo probabilmente.
E questo non sarebbe stato ancora accettabile, se non fosse stato evidente che chi aveva cercato di mangiare il roditore era proprio la donna, come le strisciate di sangue che andavano dal corpicino al corpo mostravano chiaramente.
Mariano uscì di corsa e diede di stomaco subito fuori dal capanno degli attrezzi, sotto gli occhi tristi del cane, che si limitò ad un mogio scodinzolio.
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Blu
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Messaggio da Blu »

Da paura :shock: .. sono passati così tanti giorni senza che Polloni sia riuscito a trovare qualche indizio :| ? Oppure è un romanzo in cui si salta avanti ed indietro nel tempo (un po' come i flash back di Pulp Fiction :D )? Ma, puzza di escrementi e del topo a parte, Anna sarà morta? O c'è speranza che sia ancora viva (in fin di vita) .. certo che così tanti giorni senza mangiare e soprattutto bere (com'era la regola dei tre 7? un uomo muore dopo .. 7 giorni senza bere e.. caspita, non me la ricordo [:^] ), doveva essere ben disperata per sbranare il sorcio, ma immagino che lo avrebbe fatto chiunque.. ora aspettiamo che l'atletico ( :D ) Mariano si riprenda e chieda aiuto :)




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overhill
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Messaggio da overhill »

Mariano è la mia ancora di salvezza nel mare delle parole! :D
Se ricordate nel "fiore di pietra" la prima parola è proprio il nome del mio figliolo virtuale :)

Cmq mi spiace ma Anna è proprio morta. Tre settimane sono decisamente troppe per resistere. E ora Polloni dovrà affrontare non solo i proprio demoni e il problema con Rizzo, ma anche l'infuriatissimo padre di Anna.

Ma la storia non finisce qui, perché dobbiamo ancora scoprire chi erano i rapitori, perché non hanno liberato Anna. E cosa vuole dire la poesia? Ricordatevi che Anna era appassionata di informatica... ;)

Dimenticavo: nessun flash-back in questa storia, va tutta avanti senza deviazioni... ;)
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overhill
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Messaggio da overhill »

Martedì 26 Aprile – 7:10

“Una morte atroce, commissario” stava dicendo la dottoressa Crota, la patologa, ad un Polloni particolarmente taciturno. Stava riflettendo sulle tre settimane di vuoto assoluto che aveva vissuto. Nessun segnale, nessun indizio, niente di niente.
E ora, per un caso fortuito, ecco l’epilogo del rapimento.
Intanto la dottoressa stava continuando a infilare coltelli nelle piaghe aperte del commissario: “è ovviamente morta di inedia, di fame e sete. Abbandonata al suo destino, con le mani dietro la schiena bloccate dalle manette, ovviamente non poteva fare altro che urlare, ma qui non la si può sentire per niente se non si è in zona.” Fece un gesto ad abbracciare il grande cortile dove i due uomini si trovavano. “Se non fosse passato quel ciclista” indicò un uomo pallido che stava parlando con un poliziotto “sarebbe potuta stare qui per mesi, forse anni. Fino a quando questa zona non sarebbe diventata nuovamente appetibile, e non fossero partiti dei nuovi lavori. E neanche così ne possiamo essere certi.”
Polloni continuava a rimuginare, guardandosi intorno.
Bastardi! Dopo avere preso i soldi, se ne sono andati lasciando ‘sta disgraziata qui da sola.
Quasi in risposta al suo pensiero, arrivò un latrato. Si girò e vide un cagnetto, male in arnese, che abbaiava nella sua direzione, come a dire “è vero, è proprio così”.
Polloni trovò da qualche parte in fondo all’anima un sorriso, e lo mandò verso la bestiola, che si rimise a mangiare con foga i croccantini che un agente premuroso era corso a comprare. Mangiava e scodinzolava con una tale furia, che sembrava quasi che la coda gli si dovesse staccare da un momento all’altro.
Crota guardò a sua volta il cagnetto e disse: “per fortuna che ha avuto compagnia…”
Polloni disse la prima parola dopo il buongiorno: “già”
“Va be’” tagliò corto il medico. Conoscendo il commissario sapeva che non ne avrebbe cavato altro, “vado a finire il mio lavoro. Ci sono momenti in cui avrei voluto avere scelto di fare un altro mestiere , che so, la sarta o l’edicolante.” Lanciò un rapido sorriso in direzione di Polloni che rispose con un grugnito, e si diresse verso l’interno della casetta, lasciando il commissario a guardare il furibondo pasto del cagnolino.
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Messaggio da overhill »

E' talmente piccolo questo capitolo che ci sta bene anche oggi, tanto per capire cos'è successo ad Anna.

Domani invece vedremo la reazione dei genitori di Anna, che ovviamente non sarà piacevole.
Ma ci sarà anche l'inizio della scoperta della terribile soluzione del fattaccio: Marotta ha delle novità per Polloni ;)
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Messaggio da overhill »

Martedì 26 Aprile – 9:00

“Siete un branco di idioti incompetenti!”
Gianrico Peano era ormai oltre il semplice ‘essere arrabbiato’: la sua furia era palese nelle due pieghe che corrugavano la fronte, e nelle vene del collo, aumentate fino a raggiungere una dimensione preoccupante. e ovviamente nel tono di voce.
“Due mesi per non riuscire a concludere assolutamente nulla! E tutto quello che siete riusciti ad ottenere è stata la morte di mia figlia! Ma questa non la passerete liscia! Dovessi spendere tutto il mio denaro ve la farò pagare, e a carissimo prezzo, non dubitate!” Polloni non era dell’umore giusto per farsi insultare, ma davanti alla morte di una figlia era comprensibile la reazione del gioielliere. Ciononostante era la seconda volta che veniva insultato immeritatamente.
Dopo avere proferito le ultime minacce, Peano decise che era ora di andarsene, e così fece, sbattendo la porta con tanta violenza che, per una volta, rimase chiusa.
Polloni si sedette nuovamente alla scrivania e cercò di riprendere il filo dei pensieri che l’entrata di Peano aveva interrotto. Ma per l’ennesima volta si rese conto che non c’era nulla da fare. Nessun indizio, niente di niente.
In quel momento suonò il telefono. Rizzo comunicò in tono asettico che era in linea la dottoressa Crota. Il commissario rifletté di sfuggita che a tutti i problemi si era aggiunto anche l’atteggiamento che da alcune settimane Giacomo teneva nei suoi confronti. Purtroppo mancava il tempo per approfondire.
“Salve dottoressa. Novità?”
“Be’ nei confronti della ragazza poche, anche perché ho dato solo una rapida occhiata al corpo. Le confermo la morte per inedia. Le posso anche dire che non ha subito percosse, mentre per l’eventuale violenza carnale deve aspettare un altro po’.”
Polloni fece un gesto come a dire niente di nuovo, che ovviamente il medico non vide.
“Ah, poi volevo dirle che nella casetta abbiamo trovato uno strano segno. C’era un piccolo deposito di cera, una candela probabilmente, e sopra una specie di orma regolare. Ricorda vagamente un timbro, o qualcosa del genere. Purtroppo non ce n’è abbastanza per capire cos’è. Lo passo a quelli della scientifica per vedere se capiscono qualcosa.”
“Va bene d’accordo. Grazie Dottoressa.” E attaccò.
La giornata era cominciata malissimo e stava continuando in modo anche peggiore. Polloni era pervaso dalla tipica stanchezza di chi si sente impotente, senza la possibilità di reagire. Nessun indizio, la ragazza morta, nessun testimone, i genitori infuriati e lui in mezzo a questo guazzabuglio senza la minima idea di dove andare a battere la testa.
Per di più c’era di mezzo anche Rizzo. Polloni decise che era ora di dare un taglio a questa storia, e avvicinò la mano al telefono per convocare il collega, ma in quel momento il telefono trillò.
“Commissario, è Marotta” disse la voce sempre atona di Giacomo. “Passamelo” rispose Michele e aggiunse “ e dopo ho bisogno di parlarti. Non scappare, neh?”
Sentì qualche ticchettio nella cornetta, poi la voce di Silvio gli diede il primo stimolo positivo della giornata: “Ehilà, vecchio barbagianni! Ho sentito il notiziario del mattino e dice che qualcuno sta nuotando in un mare di merda e che disperatamente cerca di non fare l’onda. Hai mica idea di chi possa essere?”
Polloni sorrise e replicò con uno “stronzo” che venne accolto da Marotta con un divertito “eh no! Nella merda ci sei tu!”
“E non hai idea di quanto!” replicò Polloni.
“Senti, lo so che è un brutto momento e giuro su di te” rise “che non ti avrei rotto le scatole se non mi fosse venuta in mente una cosa”
“Accidenti, Silvio, non giurare su di me che di casini ne ho già tanti. Cosa ti sei ricordato?”
“Sai quella poesia? Quella della ragazza…”
“Si, ricordo, ci penso continuamente. Solo che ormai non credo che…”
Silvio interruppe l’amico “be’ probabilmente ho capito cosa vuole dire!”
Polloni rimase un momento attonito: la cosa avrebbe potuto cambiare la storia? Lo dubitava, ma l’amico era veramente euforico, come sempre capitava quando trovava il bandolo di una matassa, e decise che poteva dargli retta. Di solito non ci rimetteva mai.
“Dai, racconta” disse, prendendo avvicinando il blocco note e brandendo la matita perfettamente appuntita, sempre pronta alla bisogna.
Qualche minuto dopo, l’interpretazione della poesia era nero su bianco davanti agli occhi del commissario. Incomprensibile. Non si riusciva a capire cosa potesse voler dire.
Improvvisamente accadde! Una luce in fondo al tunnel buio dove si trovava! Prese il telefono e compose un numero. Per le successive due ore lavorò come non aveva lavorato per un mese, recuperando tutto.
Alla fine era tutto chiaro.
Riprese il telefono e disse ad uno svogliato Rizzo: “convoca tutti per stasera alle 18:00. Sta per finire”
I sensi da poliziotto di Rizzo si svegliarono all’improvviso: “in che senso…?”
“Nel senso che ora tu chiami tutti e li convochi qui per l’ora che ti ho detta. E quando hai finito vieni qui che dobbiamo parlare”
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Messaggio da Blu »

Peccato che Marotta sia arrivato alla conclusione troppo tardi per Anna :( .. in compenso sono curiosa di assistere alla riunione delle 18:00 (fa molto classico film giallo :) , con il confronto fra i protagonisti e la verità che viene rivelata :D )

PS: .. e non dimentichiamo anche il mistero di Rizzo, eh :P :)




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Messaggio da overhill »

Quindi siamo all'epilogo?

Sì e no.
Sì perché dobbiamo ancora capire CHI ha organizzato il rapimento, cosa è andato storto e cosa è quell'impronta sulla cera.
E poi Polloni finalmente riuscirà a parlare con il suo amico-collega Rizzo e si chiarirà... ma è proprio quando ci si rilassa che si commettono gli errori più gravi...

@Blu: la scena di Polloni che riunisce tutti e spiega è ovviamente presa pari pari da molti racconti della Christie. D'altro canto se Polloni ha un cognome che inizia per "P" ci sarà pure un motivo, no? ;)
Purtroppo la soluzione che Marotta ha trovato non avrebbe probabilmente salvato ugualmente Anna, perché... lo scoprirai fra un paio di giorni :)
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Messaggio da Nillc »

Non vi dico quanto abbiamo dibattuto io e Over sul segreto del mio omonimo... anzi, cognonimo (:D) Giacomo Rizzo :D:D:D




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Messaggio da Blu »

eheheh :D .. la curiosità sale :D




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Messaggio da overhill »

Ah ah ah, cognonimo!! :huahua:

Sì, l'argomento, come avete visto, è piuttosto delicato.
La reazione di Polloni l'ho "letta" dentro di me, è una cosa molto autobiografica. E anche i prossimi passi, alcuni indietro e altri in avanti, sono quelli che sarebbero potuti avvenire tra il commissario Overhill e l'agente Nillc1 :D

@Blu: anche perché dovete ancora conoscere "Mony".
Nessuno che faccia qualche ipotesi? :)
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