Beh ragazzi, facendo qualche salto mortale posso offrirvi la nuova puntata addirittura in anticipo!
Vediamo un po' che effetto ha avuto la tragedia di Charon sui sopravvissuti... ed ecco che esplode la crisi della nostra Laretta
Capitolo 11- Gerusalemme (1/2)
Ivan portò il vassoio con due tazze di tè fino a Lara, che sedeva nella poltroncina del suo aereo in volo, con gli occhi fissi nel vuoto oltre il finestrino. Tutto intorno a loro era il buio della notte.
“Prendi, ti farà bene” disse Ivan, sorridendo amaramente nell’atto di porgerle una tazza. Lei la prese senza guardare né la tazza né lui. Il ragazzo sospirò, e bevve un sorso. Si accorse di aver messo troppo zucchero e fece una smorfia di disgusto, ma nemmeno quella sembrò avere un qualche risultato nella mente di Lara.
Improvvisamente, però, fu lei a parlare.
“Non doveva andare così.” Mormorò.
Ivan lasciò da parte la sua tazza e rispose prontamente:
“Lara, ragazza mia, tu hai fatto tutto il possibile per salvarlo… ma la colpa non è tua, in fondo erano loro che ci stavano…”
Ma Lara lo zittì scuotendo la testa.
“Li avevo mandati io nel Martyrion. Pensavo di tenerli buoni e di fare tutta la fatica per noi... non potevo immaginare che... non volevo...”
“Non doveva andare così, Lara, ma...”
“La mia vita… tutta la mia vita… non doveva andare così.” disse, gli occhi sempre fissi altrove, le si riempirono di lacrime. Ivan la guardò: era possibile che Lara Croft, la grande archeologa, fosse proprio la ragazza in crisi che aveva di fronte?
“Cosa intendi?” le chiese, con cautela.
“Oh, Ivan, l’hai visto anche tu!” sbottò la ragazza, finalmente guardandolo nel volto; gli occhi erano lucidi e più penetranti del solito “Non faccio altro che correre da una parte all’altra del mondo a cercare delle… delle cose preziose e mortalmente pericolose… il più delle volte per evitare che cadano in mani sbagliate e che il mondo venga distrutto da esse. No, non dirmi che è una cosa nobile!” Ivan chiuse immediatamente la bocca che aveva aperto per parlare “E non tirarmi nemmeno fuori la storia del “destino”, è vecchia. La realtà è che mi devo portare dietro questo… questo fardello… e non ne posso più… non ne posso davvero più. Chiunque abbia a che fare con me deve accettare di avere a che fare con la morte…”
Le tornarono alla mente i suoi genitori, i suoi amici Bryce e Hillary, ma anche Thomas Harlington, che forse più di tutti era andato vicino a vederla morta… e a Felipe, che nemmeno dieci giorni prima era stata costretta ad uccidere, nonostante lo amasse… e adesso Ivan, che era davanti a lei, ma per quanto ancora? La morte di Charon era solo la punta dell’iceberg.
“Essere una Tomb Raider… bell’affare” continuò Lara, con voce rotta e nasale “sei sola nel tuo labirinto, contro il mondo intero.”
“Lara” disse Ivan, anche lui tremante “ma pensa a quante vite hai salvato finora… pensa a Vanessa che…”
“Vanessa può anche essere morta, per quel che mi riguarda!” gridò allora Lara, sfinita.
Un silenzio gelido calò tra i due: ora era Lara a fissare Ivan, e Ivan a tenere lo sguardo lontano da Lara.
L’archeologa aveva il fiato grosso, gli occhi rossi e le mani e le labbra tremanti. Per un attimo pensò che quelle dette poco prima sarebbero state le ultime parole che Ivan le avrebbe mai detto, che sarebbe sceso dall’aereo una volta arrivati a Gerusalemme e che non l’avrebbe mai più rivisto.
Ma non fu così. Pochi attimi dopo, il sacerdote trasse un lungo sospiro, e tornò a rivolgere lo sguardo verso di lei.
“Tu non credi in Dio, vero, Lara?” chiese.
Ecco, pensò Lara sarcasticamente,
adesso ci manca solo che si metta a farmi la predicozza. Se dovessi credere a tutti gli dei che ho incontrato, visto, affrontato…
Non disse così: si limitò a scuotere la testa.
“Nemmeno io, all’inizio” disse Ivan “Del resto, avevo due genitori pragmatici e tutti d’un pezzo… un po’ come sei tu. Mio padre era ufficiale della Marina Militare, mentre mia madre era un’archeologa. Sì, Lara, un’archeologa” disse in risposta allo sguardo stupefatto di Lara “anche se io non la ricordo benissimo… è morta di una brutta malattia quando io ero molto piccolo. Mi ha cresciuto mio padre, grand’uomo sicuramente, ma anche con i piedi fin troppo piantati per terra, sempre a rincorrere l’onore, la gloria e tutte quelle cose del genere. Io non ci stavo: ero troppo sognatore, troppo con la testa tra le nuvole per essere d’accordo con lui. Quando finii gli studi, mi misi a studiare beni culturali, quello che in Italia dà l’abilitazione alla pratica archeologica. Non so se lo feci per dare uno smacco a lui oppure per ritrovare la madre che avevo conosciuto così poco.. fatto sta che mi laureai in fretta, e quando mi trovai per la prima volta in uno scavo, una catacomba pelagica nel sud Italia, mi sentii talmente fuori luogo che mi dovettero portare via in barella”.
“Come… come a Castel del Monte?” chiese Lara, ricordando due giorni prima, quando Ivan ansimava nei sotterranei dei Templari.
“Proprio così” confermò lui “Ebbi un attacco di panico. Fu una prova disastrosa, tanto più che dovetti rendere conto al mio padre del fatto che ero un totale inetto in quel campo. Fu così che mi feci arruolare nella Marina. Fu dura, ma imparai parecchie cose… tipo ad avanzare in sospensione appeso ad una corda” sorrise il giovane, e Lara non poté non imitarlo “e soprattutto, per una volta, mi sembrò che tutto andasse bene: avevo il consenso di mio padre, il che mi faceva sentire onnipotente e finalmente felice. Ma anche in questo caso mi sbagliavo. Subito dopo il mio corso d’addestramento, mio padre mi fece partire con lui in guerra. Dapprima ne fui felice, perché pensavo che sarebbe stata un’ulteriore conferma, ai suoi occhi, delle mie capacità. Ma quando fui sul campo, mi sentii di nuovo totalmente al di fuori da quel mondo. Vedevo persone morire, vedevo persone soffrire, e io ero dalla parte sbagliata del fronte! Dovevo morire e soffrire con loro, non farle soffrire e morire… e poi…” gli occhi di Ivan si riempirono a loro volta di lacrime “E poi mio padre morì.”
Lara trasalì, e per un lungo istante nessuno dei due parlò.
“Fu ucciso in un attentato nel Golfo” spiegò lui “E il giorno in cui questo successe segnò l’inizio di un periodo terribile per me. Lasciai l’esercito, tornai in Italia, da solo, senza la minima idea su cosa volessi fare, o su chi volessi essere… avevo paura di sentirmi perpetuamente fuori luogo, attaccato solo a quel qualcosa che mi faceva sentire… diciamo diverso, ma che io stesso non riuscivo a identificare. Un giorno, per puro caso, mi capitò tra le mani una Bibbia. Era tra i libri di mio padre, anche se non penso che l’abbia mai letta. Io la aprii e mi misi a leggerla. In capo ad una giornata, l’avevo letta tutta… beh, quasi tutta, diciamo che in una settimana l'avevo finita. E finalmente la mia strada era chiara. Quello che non riuscivo a capire finalmente aveva un nome, ed era Dio. E più o meno è quello che anche tu segui.”
“No, Ivan” disse Lara, mesta “io non seguo Dio… non solo non ci credo, ma… io uccido, Ivan! Io sono una donna cattiva, che sulla sua strada ha pochi amici, tanti nemici e… la presenza costante della Morte, che prende gli uni, gli altri e a volte… beh, anche me.”
“Lara, tu hai salvato migliaia di persone diverse volte, e non l’hai fatto per la gloria o per avere in cambio un artefatto o una reliquia… beh, probabile che a volte sia successo, ma pensaci: cos’è, in fondo, Dio? Io per primo non penso sia un Yahweh, un Allah, un Buddha o nessuno degli altri nomi che velleitariamente gli si danno. L’hai visto in questa faccenda, no? Tre religioni, tre dottrine, tre dei diversi… eppure tutte e tre la stessa cosa. Dio è l’ideale per cui lottiamo. E senza un’ideale per cui lottare, per cui depredare tombe e per… beh, sì, anche per uccidere a volte, ma diciamolo a bassa voce… la nostra vita non vale nulla. Tu sei una persona buona, Lara, e non sei sola. E adesso devi dimostrarlo… dobbiamo aiutare Vanessa, e tu devi riprenderti la tua vita.”
Lara non disse altro. Si gettò al collo di Ivan e lo strinse tra le sue braccia, piangendo. Lui la strinse a sua volta, accarezzandole i capelli finché non si addormentò.
Yussuf Al Zalahir scese lentamente le scale che portavano agli scantinati del suo palazzo. Essi erano stati ricavati nelle fondamenta degli edifici preesistenti, appartenenti alla sua famiglia da secoli, e recavano ancora le caratteristiche architettoniche di quelli, con ampie volte a botte e archi rampanti in più punti della discesa.
Mentre camminava, gli giungevano alle orecchie alcuni dei suoni che più amava al mondo: schiocchi di frusta, seguiti dai gemiti della persona che li subiva. Gli erano così grati che non poteva fare a meno di sorridere nell’udirli.
Quando giunse al livello più basso, i gemiti e gli schiocchi erano perfettamente udibili, e presto il magnate delle armi si trovò di fronte ad una scena sublime, almeno per lui: una delle sue guardie con la frusta in mano, e il sergente Lilith, legata ad una panchina, la schiena sanguinante.
Ad un cenno di Zalahir il carnefice si fermò e slegò i polsi della prigioniera, che nel vederlo avanzò strisciando verso di lui, con aria supplichevole.
“La prego…” mormorò.
“Avrà notato, Lilith, che l’ultimo rapporto in merito alla vostra missione non mi è piaciuto affatto” cantilenò Zalahir “avete recuperato un solo ottagono invece dei due richiesti, e Lara Croft è ancora in circolazione, viva, vegeta e a piede libero. Ritengo che questo sia appena sufficiente, come punizione e…”
Ma la ragazza scosse la testa.
“La prego… me ne faccia dare altre… altre frustate… la prego, la prego!” le ultime sue parole erano quasi un grido. Zalahir la fissò stupefatto. Poi un sentimento misto di rabbia e ammirazione lo pervase, e chiamò una seconda guardia perché portasse un unguento e lo spalmasse sulla schiena di Lilith. La ragazza lanciò delle urla strozzate mentre il farmaco agiva sulla sua pelle, ma pochi minuti dopo, evidentemente sollevata, le urla si trasformarono in respiri profondi.
“Mia cara” disse Zalahir, la voce improvvisamente melliflua “capisco che dev'essere stato un dramma perdere suo fratello, ma ritengo alquanto sconveniente che si dia così tanto addosso...”
Lilith scosse la testa tremante.
“Lei... lei non capisce” mormorò “Lui era tutto ciò che mi restava... la mia famiglia... e io... e io non sono riuscita a salvarlo!”
“Mi risulta che non sia il suo unico parente vivo, mia...” iniziò Zalahir, ma un grido di dolore acuto proruppe dalle labbra della donna.
“In ogni caso” continuò l'uomo, freddo “penso che debba reagire. Non espierà il suo peccato standosene qui a prendere frustate!”
“E come?” gridò la donna “Come?”
“Aiutandomi” disse Zalahir, la faccia così vicina alla sua che il pizzetto la toccava “Aiutandomi a sconfiggere Lara Croft!”
Improvvisamente, tutte le lacrime vennero cancellate dal volto di Lilith, sostituite da un lampo d'odio così forte da ottenebrare anche il dolore fisico e morale.
“Quella... quella cagna”sibilò “Ha ucciso mio fratello!”
Inaspettatamente, come se le frustate non fossero mai state schioccate, Lilith si alzò in piedi, e nonostante le gambe le tremassero vistosamente, non cedette al peso delle ferite.
“Così si reagisce, mia cara!” disse Zalahir, osservandola compiaciuto “vedrà che la sua tempra verrà adeguatamente ricompensata.”
“Voglio uccidere Croft” disse lei, la voce tornata sorprendentemente normale “Ora, subito.”
“Temo che sarà costretta ad attendere” soggiunse lo sceicco “Ho ancora alcuni piani in serbo per la nostra nemica.”
Lilith si lanciò contro di lui e gli afferrò le spalle.
“NO!” gridò “Mio fratello deve essere vendicato, lei deve...”
Zalahir, per nulla scomposto, le tirò uno schiaffo così potente da farla cadere per terra.
“La sua missione non è ancora finita, e io sono il suo capo fino a nuovo ordine” disse rabbiosamente “Se lo ricordi, Sergente Lilith! Riceverà le mie istruzioni entro la prossima ora. È tutto.”
E tornò da dove era venuto.
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Si prospettano tempi duri per Lara... riusciranno Lilith e Zalahir a ottenere ciò che vogliono da lei? E come potrà la nostra eroina sfuggire alla sua crisi? Cosa succederà a Gerusalemme, e dove sarà nascosto il terzo e ultimo ottagono? Per scoprirlo, non perdetevi le prossime puntate, online da DOMANI... ovviamente in esclusiva su ASP.com!
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