E' tempo di far cadere qualche velo attorno agli ottagoni e... a chi li cerca!
(scommetto che Blu carpirà un importante segreto
)
Capitolo 12- La Cupola della Roccia (1/3)
Lara camminava sul colle su cui sorgeva la Cupola della Roccia.
Era rinvenuta poco dopo il calcio di Lilith, quando già i cadaveri erano stati portati via e tutto era, sorprendentemente, tornato alla normalità.
Il suo corpo era dolorante in più punti, ma il dolore, almeno quello fisico, era solo secondario: ogni centimetro di pelle era percorso da una furia cieca, e lei doveva fare un enorme sforzo per tenerla a bada. Cosa voleva Zalahir da lei? Lilith la odiava, perché pensava che lei avesse ucciso suo fratello... ma se non l'aveva uccisa, voleva dire che gli ordini di Zalahir erano particolarmente severi... talmente severi che il magnate delle armi ne aveva impiegate alcune terribili, per convincerla a capitolare: il terrore, il dolore, la morte.
E poi avevano preso in ostaggio Ivan. Se gli avessero torto anche solo un capello...
Lara giunse all'ingresso della moschea della Roccia, e si accorse di essere completamente sola: non c'era un solo fedele, una guardia, nessuno... ma quando entrò nell'edificio, e le porte le si chiusero alle spalle, capì che non era affatto così.
L'ambiente era spoglio e alieno, brullo: il centro era totalmente occupato da una grande distesa rocciosa, sulla quale secondo la tradizione ebrea Dio aveva creato Adamo, mentre secondo quella islamica Maometto era salito al cielo. Tutto intorno c'erano solo poche panche di legno tarlato, quattro lampadari che pendevano dalla Cupola dorata e, sull'altare, uno scranno pigramente decorato... dietro il quale torreggiava una cupa figura nera.
A grandi falcate, Lara percorse lo spazio tra i due ordini di panche.
“Zalahir!” gridò, quando fu arrivata agli scalini che sopraelevavano l'altare. L'ombra si girò, e Zalahir la scrutò enigmatico per qualche istante. Poi si aprì in un sorriso.
“Lady Croft” riverì “Quale onore è per me incontrarla.”
“Dov'è Ivan?” ringhiò lei. Lui ridacchiò.
“Tutto a tempo debito, Milady, non vorrà rovinare la magia di questo incontro?”
Accecata dalla rabbia, Lara estrasse le pistole ed esplose aluni colpi in direzione dello sceicco, che con un balzo felino li schivò, rotolando fino ad un pilastro, dietro il quale si nascose.
“Un paio di colt vecchio modello!” disse deliziato dal suo nascondiglio “Piccole e leggere, ma straordinariamente letali. Non ne vedevo da secoli. Chi gliele ha vendute?”
“Le ho fatte io” disse Lara, puntando contro il pilastro e avanzando lateralmente per cercare il suo bersaglio. Zalahir rise.
“Oh, ma certo, non avrei dovuto aspettarmi altro. Lei è una donna straordinaria, Lady Croft, me lo lasci dire. L'avessi conosciuta in altre circostanze, avrei fatto di tutto per averla nel mio harem.”
“Dov'è Ivan?” ripeté la donna, a denti ancora più stretti, e con la voce palesemente avvelenata dall'odio.
“Don Monteduro sta bene” disse Zalahir “Avrei dovuto trattarlo come meriterebbe un traditore del suo rango... ma ho preferito soprassedere. Da morto non mi sarebbe di nessuna utilità, mentre da vivo... beh, è suo amico.”
“E cosa vuole da me?”
“Le dirò tutto, ma non pensa che sarebbe sleale da parte sua puntarmi le sue efficientissime pistole addosso? Quantomeno dovrebbe offrirmene un paio, visto che sono disarmato.”
Per un istante, Lara pensò di ignorare quella frecciata e di continuare a tenergli le colt addosso... ma alla fine, con un sospiro rabbioso, le rinfoderò.
“Molto bene” rise Zalahir, uscendo dal suo nascondiglio “Questo è un buon inizio per la nostra collaborazione, che, ne sono sicuro, porterà entrambi al nostro traguardo comune.”
“Per il quale è disposto a passare sopra vite innocenti...” sibilò Lara. Zalahir sembrò orgogliosamente deliziato. “Tutta quella gente al mercato...” un nodo le si formò in gola “non era indispensabile che sopravvivesse, secondo la sua mente perversa?”
“Decisamente bello l'attentato, vero?” disse lui con aria casuale, arricciandosi il pizzetto “Una volta tanto ho impiegato le mie risorse per qualcosa che volevo fare io. Del resto, in qualche modo dovevo attirare la sua attenzione, e conoscendo lei e il traditore suo amico penso di esserci riuscito con successo.”
Lara lottò con se stessa per tenere a bada il pensiero della sera prima... chiunque si trovasse sulla sua strada... finiva per correre rischi inimmaginabili. Le sue viscere sembrarono per un attimo annodarsi tra di loro, e lei non poté nasconderlo.
“Che cosa vuole da me?” gemette.
Lo sceicco si fece immediatamente più serio.
“Il terzo ottagono” disse “Voglio che lei me lo trovi.”
Lara ridacchiò sardonica, ignorando l'umido che le si era formato negli occhi.
“Ma certo!” esclamò furiosa subito dopo “Organizzerò le ricerche, partendo né più né meno che da zero, scaverò per tutta Gerusalemme e le porterò il suo ottagono entro, vediamo...” guardò ironicamente l'orologio “domani mattina? Penso di riuscirci, come no!”
“Oh, ma lei sbaglia su due cose in questo discorso, Lady Croft” disse Zalahir, con nonchalance.
“Sarebbero?”
“Beh, prima di tutto lei mi dovrà portare l'ottagono entro tre ore a partire dalla fine del nostro colloquio. Altrimenti, premerò il bottone su questo” le mostrò un piccolo telecomando che teneva in tasca “che comanda otto bombe dislocate in più punti della città. Ovviamente i punti più affollati... sa, temevo che sarebbe arrivata a pensare che la mia sconfitta, in fondo, val bene la vita del suo amico. E poi trovo poetico l'aver scelto proprio
otto punti.”
Lara era senza parole. Fin dove si sarebbe spinta la cattiveria di quell'uomo?
“Il suo secondo errore” continuò lui dopo un secondo di pausa “è che lei pensa di partire da zero nella ricerca... ma non è così. Io so
precisamente il punto della città in cui si nasconde l'ottagono... quello che non so è dove, in quel punto, sia collocato.”
“Questo è già qualcosa” disse Lara roteando gli occhi “E quale sarebbe questo posto?”
Per tutta risposta, l'uomo allargò le braccia e roteò lentamente su se stesso, quasi ad indicare l'ambiente circostante. Lara ebbe un tuffo al cuore.
La Moschea della Roccia era un edificio di pianta ottagonale. Come aveva potuto non accorgersene prima? Forse la furia e il dolore le avevano ottenebrato la mente... Sbigottita, l'archeologa tornò a guardare il suo nemico.
“Come... come fa ad esserne sicuro?” chiese, a mezza voce.
“Al Yussuf, costruttore dell'iniziale sinagoga, era un mio antenato” spiegò l'uomo “Il suo ritratto svetta nel mio ufficio, e mio padre e mio nonno mi raccontavano, da bambino, le sue imprese... e mi dicevano del Tempio di Salomone, nascosto proprio qui, a pochi metri da noi. In questo edificio, che era a breve distanza dal Tempio, quasi a farne la guardia, lui aveva nascosto la sua chiave, quella delle tre che gli spettava. Quella storia accompagnò i miei sogni di bambino, e poi di adolescente...quando misi mano sul patrimonio di famiglia, e sul suo predominio sul mercato delle armi da guerra, impiegai notevoli forze per capire se fosse vera o no.”
“E la sua strada si incrociò con quella di Gregory Lorraines...” azzardò Lara. Zalahir annuì.
“Lorraines era il più esperto archeologo in materia già prima che lo conoscessi” continuò Zalahir “E finsi di prenderlo sotto la mia egida per far sì che le sue teorie trovassero riscontro nella realtà. Lui ne fu entusiasmato, e in poco tempo sotto i miei occhi costruì la certezza che gli ottagoni non fossero solo la leggenda di un eroe della mia famiglia, ma il retaggio di un episodio veramente accaduto, che avrebbe cambiato il modo di concepire l'intera storia. Lorraines era raggiante, e aveva una voglia matta di spifferare questo risultato al mondo intero. Minacciò di rivelare i miei traffici d'armi, se non avessi acconsentito alla pubblicazione delle sue teorie.”
Lara rabbrividì.
“Lei lo ha ucciso!”
“Dovevo!” la rimbeccò lui “Non potevo smettere di inseguire la mia ambizione per la sciocca etica di uno scribacchino, nonostante, lo devo ammettere, questi mi si fosse rivelato davvero utile: era riuscito a localizzarmi con notevole precisione due ottagoni! Così, quando seppi che sua figlia aveva seguito le sue orme, giocai la parte del filantropo: mi bastò assumere quel pretucolo traditore per mascherare il tutto come una missione umanitaria ed evitare di far capire troppo alla Lorraines, la quale pensò solo che volessi aiutarla a proseguire il lavoro di suo padre. Non seppe mai che ero stato io a ordinarne la morte, e come lei non lo seppero i suoi fratelli, che...”
“Ma se non altro riuscì nel suo intento...” lo interruppe Lara.
“Certo, mi credeva un grande amico di suo padre e questo la rese efficientissima: non solo riuscì a localizzare, addirittura con maggior precisione di quanto non avesse fatto il suo povero genitore, l'ottagono di Castel del Monte, ma ritrovò addirittura il Tempio, dove ebbe la sfortuna di scomparire qualche giorno fa.”
“Non scoprì il terzo ottagono, però” fece notare Lara. Zalahir scosse rabbiosamente la testa.
“Anni e anni, prima con Lorraines padre e poi con Lorraines figlia,a cercare l'unica delle tre chiavi che mi appartenesse di diritto... e invece niente! Nessun documento, nessuna iscrizione, nessuna dannata grotta o tempio o edificio nascosto qui sotto! Senza quell'ottagono non servirà a niente mandare uomini nel Tempio...”
“E lei pensa che io riuscirò dove altre due menti eccellenti hanno fallito... peraltro, in sole tre ore?”
“Oh, ma certo” rispose Zalahir, che camminando aveva raggiunto il lato opposto all'altare. Le porte si aprirono mentre lui si avvicinava “del resto, lei ha, oltre alla mente, diverse qualità che i Lorraines non avevano.”
E così dicendo le voltò le spalle e fece per andarsene.
“Zalahir!” chiamò Lara. Lo sceicco si fermò, senza girarsi.
“Sì?”
“Ti troverò l'ottagono a una condizione.” Zalahir restò zitto, come se stesse pensando alla risposta da dare. Quindi, con un gesto, la invitò ad andare avanti. “Quando ti avrò dato l'ottagono, Ivan Monteduro dovrà essere immediatamente liberato. In cambio, avrai me; ma dovrai dire a Lilith di attendere prima di farmi fuori, perché avrai bisogno di me nel Tempio.”
L'uomo apparve per un attimo pensieroso. Poi si voltò di tre quarti, quel tanto che bastava per scorgere la figura di Lara.
“Va bene, Lady Croft, accetto. Le auguro buona fortuna” disse, con un sorriso maligno. Poi si voltò di nuovo e uscì. Le porte si chiusero quando fu uscito.
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Riuscirà Lara a localizzare il terzo ottagono e a impossessarsene, per salvare la vita a Ivan e agli altri innocenti che Zalahir tiene in scacco? E, soprattutto... riuscirà a non soccombere ai fantasmi della sua mente? Scopritelo con noi nella PROSSIMA PUNTATA, online domani... in esclusiva su ASP.com!
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