Il problema è sempre quello di riuscire a fare scattare quella che viene chiamata "sospensione dell'incredulità", in modo che chi gioca venga in qualche modo coinvolto nella vicenda (capita anche con i film, i romanzi, i fumetti...). E non sempre è così facile da ottenere, anche con tecnologie all'avanguardia.
Certo, se l'ambientazione è molto verosimile e la trama coerente questa sospensione dell'incredulità si realizza meglio, ma alle volte troppa cura nei dettagli può risultare noiosa oppure, se si dà troppa importanza solo all'ambientazione e non si cerca di dare vita ad una trama innovativa e brillante, ci si può trovare davanti a quella che io chiamo la "fiera del già visto", in cui ci si ritrova nei soliti cliché di genere, si sa già più o meno come andranno le cose ed anche i veri propri colpi di scena non colpiscono più di tanto.
Il primo Tomb Raider era innovativo e in qualche modo colpiva nel segno, per cui lo ricordiamo tutti con nostalgia. Poi, però, siamo diventati tutti un po' più "scafati" e quindi è difficile trovare qualcosa che riesca ad eguagliarlo... soprattutto perché per un videogioco entrano in mezzo tanti di quegli elementi che non sempre la loro miscela riesce bene come si vorrebbe (mi sento tanto Ratatouille!).
E comunque, secondo me, un gioco va preso per quello che è. E' molto peggio chi imbastisce argomenti che sarebbero perfetti per la trama di un videogioco e poi li spaccia per documentari (avete mai visto Voyager?).... Scusate la conclusione OT...
Golden Reviewer (122
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