TR e la realtà

.. qual è la realtà che si cela dietro la serie? (indice aggiornato 02.2021)

Discussioni generali sul mondo di Tomb Raider, info, media e aiuti sui giochi ufficiali di TR / General discussion of the Tomb Raider's World, help, media and tips on official TR games
Avatar utente
Talos
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 11646
Iscritto il: 20 marzo 2009, 16:06

Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Cambogia

Tomb Raider IV- Relic Run

13077084_1121907674521139_1780451053114353310_n.jpg
13077084_1121907674521139_1780451053114353310_n.jpg (16.42 KiB) Visto 5989 volte

Le prime tracce di insediamenti umani in ‪Cambogia‬ risalgono al primo millennio AC; le popolazioni di questo periodo vivevano su palafitte e si nutrivano soprattutto di pesce e riso. La prima civiltà fiorente, quella di Funam, sorse però sul delta del Mekong solo verso il 300 d.C. Era un regno che viveva con il commercio, in quanto si trovava lungo la via della seta nel periodo in cui si svilupparono i traffici commerciali tra Asia e Medio Oriente. In questo stesso periodo furono importate nel paese le tradizioni religiose indiane: prima il culto di Shiva e Vishnu e successivamente il Buddismo. Negli anni 500-700 d.C. nell’entroterra, vicino alla confluenza del Mekong con il Sap, sorse un altro stato, chiamato Chenla dai cinesi. Esso comprendeva ampi territori, corrispondenti agli attuali stati della Cambogia, del Vietnam, del Laos, e della Thailandia. L'età dell'oro della civiltà Khmer, corrisponde tuttavia al periodo che va dal IX al XIII secolo, in cui il regno di Kambuja, da cui il nome di Kampuchea o Cambogia, governava su territori ancora più vasti (la sua capitale era ad Angkor, nella parte occidentale del Paese). Sotto Jayavarman VII (1181-1218), questo regno raggiunse il suo zenit politico e culturale raggiungendo il suo massimo splendore. Il vastissimo complesso archeologico di Angkor Wat, presente sulla bandiera nazionale, è oggi la più grande testimonianza dell'antico splendore di tale civiltà. Poco noto, rappresenta la seconda area archeologica al mondo per estensione dopo quella di Giza in Egitto e costituisce praticamente l'intero patrimonio artistico nazionale. Come in ogni ciclo storico che si rispetti però, giunse anche per il regno di Kambuja l’era del declino. Importanti fattori che contribuirono alla sua decadenza furono l'aggressività dei popoli vicini (specialmente i Siamesi), le lotte croniche per la successione al trono e il graduale deterioramento dei sistemi di irrigazione che avevano reso possibile per anni la necessaria produzione di riso. La monarchia di Angkor sopravvisse sino al 1431, quando i Thai occuparono Angkor Thom e il re cambogiano fuggì nella parte meridionale del Paese.
Dal quindicesimo al diciannovesimo secolo proseguì il periodo di declino, con una continua perdita di territori. Un breve periodo di prosperità ci fu durante il sedicesimo secolo poiché fu favorito il commercio con altre parti dell'Asia. In questo periodo, per la prima volta, arrivarono gli avventurieri e i missionari portoghesi e spagnoli. La conquista da parte dei Thai della nuova capitale Lovek nel 1594 segnò però un nuovo calo nelle fortune del Paese e la Cambogia divenne una pedina nelle mani dei suoi belligeranti vicini, il Vietnam e il Siam, che se ne contendevano il governo. Perse così alcuni dei suoi più ricchi territori e l'accesso al mare. Queste invasioni continuarono anche nella prima metà del diciannovesimo da parte del Vietnam e provocarono una continua ostilità tra i due popoli, che sfociò poi in violenti confronti dopo che i Khmer Rossi assunsero il potere. A metà del XIX sec., in pieno colonialismo, i francesi sbarcarono a Saigon e costrinsero il re Norodom a firmare un trattato che rendeva la Cambogia un protettorato francese. Fu proprio grazie alla presenza francese però, che venne tutelata l’esistenza stessa di uno Stato cambogiano e vennero ridefiniti i confini con il Vietnam e la Thailandia: al primo fu riconosciuto il controllo sul delta del Mekong mentre la seconda fu costretta a cedere alcune province. La "crociata monarchica per l'indipendenza" di Re Sihanouk, che era stato scelto dai Francesi per succedere al trono cambogiano, portò, nel 1953, all’indipendenza dalla Francia. Per giocare un ruolo più attivo nella politica nazionale, Sihanouk abdicò nel 1955 e lasciò il trono a suo padre, Norodom Suramarit. Ora, divenuto soltanto un principe Sihanouk, organizzò il suo proprio movimento politico, la Comunità Socialista Popolare (Sangkum), che dominò la scena politica fino a fine anni sessanta. Nonostante i suoi vecchi interessi da conservatore, Sihanouk incluse le sinistre nel suo governo. Nelle relazioni con l'estero, Sihanouk seguì una politica di neutralità. I principali obiettivi della sua politica furono quelli di preservare l'indipendenza della Cambogia e di tenere fuori il Paese dal conflitto del Vietnam, che andava assumendo dimensioni sempre più spaventose. Alla fine degli anni sessanta però, sia la situazione interna che le relazioni con l'estero si erano deteriorate. Nel marzo del 1970 il suo governo fu rovesciato dal generale Lon Nol e da altri leader dell'ala destra, che sette mesi più tardi abolirono la monarchia ed istituirono la Repubblica dei Khmer. La Repubblica dei Khmer dovette affrontare non solo i Nord Vietnamiti e i Viet Cong ma anche un forte e crescente movimento comunista che crebbe in modo sempre più letale con il passare del tempo. I comunisti cambogiani, che Sihanouk aveva contrassegnato come Khmer rossi, fondarono il Partito Rivoluzionario dei Cambogiani (KPRP). A capo di questo partito vi erano un gruppo di intellettuali comunisti cresciuti nel clima culturale di Parigi. I più importanti erano Saloth Sar (noto come Pol Pot dopo il 1976), Khieu Samphan, e Ieng Sary. Dopo il colpo di stato del 1970 che aveva fatto cadere il principe Sihanouk, i Khmer rossi formarono un fronte unitario con il leader spodestato, che aveva ancora una forte influenza sui suoi cittadini. Guidati da Pol Pot, che instaurò una vera e propria dittatura, i Khmer rossi cercarono da subito di attuare di un programma di restaurazione radicale della Cambogia, per trasformarla in una cooperativa agraria maoista. Il calendario fu resettato all’“Anno Zero”, fu abolita la moneta e fu sospeso il servizio postale; tutti i contatti con il mondo esterno furono tagliati e l’intera popolazione di Phnom Penh e delle altre città venne fatta trasferire nelle aree rurali, per lavorare nei campi. Nei 4 anni successivi, si assistette a deportazioni di massa e si stima che più di un milione e mezzo di persone persero la vita, tra cui la maggior parte degli intellettuali e dei lavoratori qualificati. Anche dopo la deposizione dei Khmer rossi da parte dei vietnamiti nel 1878-9, seguirono ulteriori 10 anni di guerre civili, che prolungarono la rovinosa situazione sociale, economica ed infrastrutturale del Paese. Nel 1989 le forze vietnamite si ritirarono dal Paese e, con il Trattato di Pace di Parigi del 1991, fu istituito lo Stato delle Cambogia. Nel 1993 ebbero luogo le elezioni nazionali, che restaurarono la monarchia, ponendo il re Norodom Sihanouk a capo dello Stato, 4 decenni dopo la sua abdicazione. Nel 1999 la Cambogia è diventata membro dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e nel 2004 è entrata a far parte del World Trade Organisation. Sempre nel 2004, il re Norodom Sihanouk ha abdicato a favore del figlio Norodom Sihamoni. Il nuovo re è largamente riconosciuto come una personalità apolitica e sembra intenzionato a proseguire il cammino del Paese verso l’unità e la pace.[/i][/b]


Fonte: viaggicambogia.it/storia-1641-163.htm




Golden Reviewer (106 Golden Award)
Avatar utente
Talos
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 11646
Iscritto il: 20 marzo 2009, 16:06

Re: TR e la realtà

Messaggio da Talos »

NIFLHEIMR (Tomb Raider Underworld)
14938140_1273391976039374_3407797345871002774_n.jpg
14938140_1273391976039374_3407797345871002774_n.jpg (11.49 KiB) Visto 5950 volte

Niflheimr ("terra delle nebbie") è il regno del ghiaccio e del freddo nella mitologia norrena. È situato a nord del Ginnungagap e ci abitano i hrímþursar. Niflheimr è governato dalla dea Hel, figlia di Loki e di una gigantessa, designata personalmente da Odino per governare il Niflheimr. Metà del suo corpo è normale, mentre l'altra metà è in putrefazione perpetua. Il Niflheimr è diviso in tanti livelli differenti. Un livello è per gli dei e gli eroi, presidiato da Hel. Un altro è riservato agli anziani, i malati e tutti coloro ai quali era impossibile morire gloriosamente in battaglia ed entrare nel Valhalla. Il livello più basso assomiglia all'Inferno cristiano (si noti la somiglianza fra Hel e la traduzione dell'inferno in inglese Hell), dove i malvagi sono condannati a vivere per sempre. Il giorno del Ragnarok torneranno dal Hel su una nave di unghie per combattere.




HELHEIMR (Tomb Raider Underworld)
14910507_1273433826035189_8106791669668430549_n.jpg
Nella mitologia norrena, il regno di Hel è, presumibilmente, uno dei nove mondi della cosmologia scandinava, la dimora dei morti.

È la dimora della regina dei morti Hel, e da questo prende il nome; infatti è anche conosciuto come Helheimr (appunto "regno, mondo, patria di Hel"), anche se questo termine è un neologismo non direttamente attestato nei testi norreni. La regina ha un aspetto raccapriciante, dal colorito parzialmente cadaverico, abita in un palazzo privo di qualunque agio, e dorme su un letto dal nome "giaciglio di morte".

Hel è il regno più basso e infero di tutti i mondi, ed è descritto come una landa oscura e gelata, sferzata dal vento e battuta dalle piogge. La popolano le ombre delle persone che si sono macchiate di gravi colpe (tradimento, assassinio), ma anche le anime di coloro che sono morti senza gloria o di malattia.

A volte il regno di Hel sembra potersi identificare con il Niflheimr, e non sempre è chiara la differenza tra i due mondi. Se il Niflheimr è tradizionalmente situato a settentrione, direzione considerata infausta nella tradizione scandinava, è pur anche attestato che la strada per il regno di Hel vada "verso il basso e verso nord" (Gylfaginning, 49), lasciando appunto intendere che anche il regno dei morti si trovasse in questa direzione. Si noti che in alcuni testi il regno di Hel e il Niflheimr sembrano confondersi nella comune nozione del Niflhel, l'inferno nebbioso.

Per i malcapitati destinati all'inferno, la prima tappa è una caverna buia e profonda alla cui guardia vi è il terribile cane Garmr, dal petto contrassegnato da vistose macchie di sangue umano, superato il quale il percorso in discesa costeggia il fiume sotterraneo Gjöll, nelle cui acque scorrono lame di spade. Si accede al regno di Hel tramite il Gjallarbrú, il ponte d'oro che scavalca il fiume. A guardia di tale ponte, sul quale transitò Hermóðr durante la sua missione per recuperare Baldr dal mondo dei morti, vigila la fanciulla chiamata Móðguðr. Oltre vi è Nástrandir, la spiaggia dei cadaveri, e non lontano si aprono i cancelli di Helgrind, che conducono alla dimora della regina Hel. Tale dimora ha le pareti e il tetto fatto di dorsi di serpenti intrecciati, le cui teste sputano veleno verso l'interno. Le porte del palazzo sono rivolte a settentrione, contrariamente a quanto avveniva nella costruzione degli edifici nel nord Europa, le cui porte erano regolarmente rivolte a sud, la direzione del sole e della buona sorte.

L'inferno è formato da vari ambienti, quali per esempio la spiaggia dei morti, destinata ad ospitare gli assassini e gli adulteri, la cui pena consiste nell'essere sbranati da un dragone; inoltre si vedono privati delle unghie, con le quali viene costruita la nave Naglfar, che dovrà trasportarli verso l'epica guerra contro le forze della Valhalla.
Alla porta dei morti le donne dell'inferno, contrariamente alle Valchirie, offrono urina di capra ai condannati




AVALON (Tomb Raider Underworld)

14900407_1273438372701401_1834853101181639630_n.jpg
14900407_1273438372701401_1834853101181639630_n.jpg (21.97 KiB) Visto 5950 volte
Avalon è un'isola leggendaria, facente parte del ciclo letterario legato al mito di Re Artù, situata nella parte occidentale delle isole britanniche, forse legato alla fertilità di questa terra che secondo alcuni significherebbe isola delle mele.

Il primo documento scritto che ci parla di Avalon dandole il significato di Isola delle Mele si trova nella Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth; questa è la traduzione più probabile, visto che in bretone e in cornico il termine usato per indicare mela è Aval, mentre in gallese è Afal, pronunciato aval. Inoltre il concetto di un'"isola dei beati", posta nell'estremo occidente (il luogo del tramonto) è presente anche altrove nella mitologia indoeuropea, in particolare nel Tír na nÓg e nel mito delle greche Esperidi (anche queste ultime famose per le loro mele).

Secondo alcune leggende (cfr. il poeta Robert de Boron), Avalon sarebbe il luogo visitato da Gesù e da Giuseppe d'Arimatea e quello dove, proprio Giuseppe d'Arimatea, dopo aver raccolto il sangue di Cristo in una coppa di legno (il Sacro Graal), si rifugiò, fondando anche la prima chiesa della Britannia.

Sarebbe anche il luogo in cui fu sepolto re Artù, trasportato nell'isola su una barca guidata dalla sorellastra, la Fata Morgana. Secondo la leggenda, Artù riposa sull'isola, in attesa di tornare nel mondo quando questo ne sentirà nuovamente il bisogno.

Per alcuni Avalon andrebbe identificata con Glastonbury. A partire dagli inizi dell'XI secolo prese corpo la tradizione secondo cui Artù fu sepolto nella Glastonbury Tor, che in passato era circondata dall'acqua, proprio come un'isola. Durante il regno di Enrico II, secondo il cronista Giraldo Cambrense e altri, l'abate Enrico di Blois commissionò una ricerca, che, a una profondità di 5 metri, avrebbe portato alla luce un enorme tronco di quercia o una bara con un'iscrizione: "Qui giace sepolto l'inclito re Artù nell'isola di Avalon". I resti furono sotterrati di nuovo davanti all'altare maggiore, nell'abbazia di Glastonbury, con una grande cerimonia, a cui parteciparono anche re Edoardo I e la sua regina. Il luogo divenne meta di pellegrinaggio fino al periodo della Riforma protestante. Comunque, la leggenda di Glastonbury è considerata falsa e veniva utilizzata come propaganda per favorire un pellegrinaggio e raccogliere denaro per la ricostruzione del monastero.

Secondo la maggior parte delle fonti come Gervasio di Tilbury e Floriant et Florete l'isola di Avalon è la Sicilia.

Secondo altre teorie, Avalon sarebbe l'Ile Aval o Daval, sulla costa della Bretagna, oppure Burgh-by-Sands, nel Cumberland, che al tempo dei romani era il fortilizio di Aballava, lungo il Vallo di Adriano, e vicino Camboglanna, al di sopra del fiume Eden, ora Castlesteads. Per una coincidenza, il sito dell'ultima battaglia di Artù si sarebbe chiamato Camlann. Per altri Avalon sarebbe da ubicare sul Monte di san Michele, in Cornovaglia, che si trova vicino ad altre località associate con le leggende arturiane. Questo monte, è in realtà isola che si può raggiungere quando c'è bassa marea. La questione è confusa da leggende simili e toponimi presenti in Bretagna.

L'isola di Avalon veniva chiamata anche "Inis witrin" (cioè "isola di vetro") per l'abbondanza di guado, pianta che sfuma sull'azzurro e che i guerrieri celti utilizzavano per tingersi la faccia per andare in battaglia.

Fonte: Wikipedia





Golden Reviewer (106 Golden Award)
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

Re: TR e la realtà

Messaggio da Nillc »

Ho appena terminato il (bellissimo) DLC di Rise "Baba Yaga" e vorrei dare il mio contributo parlando di questo affascinante personaggio (che, incredibilmente, trova molti più riscontri nel gioco di quanto non si possa credere :))

BABA JAGA

Immagine

Baba Jaga è un personaggio ricorrente nel folklore dell'Europa orientale, principalmente dei territori russi, slavi e ucraini, ma è conosciuta anche in Serbia, Croazia e nelle terre balcaniche; compare in fiabe, racconti popolari e leggende, ma è anche usata come mezzo per spaventare i bambini, equivalente del nostro "Uomo Nero".
Il nome "Baba Jaga" (che si può traslitterare anche in Iaga e Yaga) ha una matrice slava: Baba è un termine arcaico per indicare un'anziana donna (in alcune zone le nonne vengono chiamate così), mentre Jaga è più incerto ma ha una sicura connotazione negativa; a seconda delle zone può significare "Terrore", "Paura" ma anche "Malattia", "Dubbio" e "Malvagità". Può dunque tradursi come "Nonna Malvagia".

Si potrebbe dire che Baba Jaga è un po' l'equivalente delle nostre streghe; in realtà si tratta di figure molto più complesse che presentano una singolare stratificazione folkloristica.
Nella sua forma più comune si mostra come una vecchia donna decrepita che si sposta a bordo di un pestello volante, usando il mortaio come timone; vive in una capanna diroccata fatta di ossa umane la cui porta è una bocca munita di denti taglientissimi e che poggia su due zampe di gallina (talvolta una sola). In altre versioni, la casa non ha porte visibili e l'accesso si mostra solo se si conosce la parola d'ordine.

Immagine

Di base è una figura negativa, capace di fare incantesimi e che in genere nuoce alle persone: il suo divertimento è infatti cancellare con una scopa di betulla i sentieri nel bosco, in modo che gli incauti visitatori si perdano e muoiano di freddo e fame o sbranati dagli animali feroci. Dispone di alcuni servi, animali o piante, che tuttavia stanno controvoglia al suo servizio, e spesso la tradiscono per aiutare dei suoi nemici che si mostrano amichevoli nei loro riguardi.
A volte però la sua cattiveria è molto attenuata, e Baba Yaga si limita a fare semplici dispetti come far sparire oggetti, lacerare tessuti e far cadere con uno sgambetto chi cammina; in genere a lei si attribuiscono piccoli incidenti domestici, nella stessa maniera in cui al Sud Italia si dà la colpa agli Scazzamurielli o Monachielli.

Addirittura, a volte Baba Yaga non è affatto una figura negativa: assume infatti le connotazioni di una donna saggia cui le madri mandano le fanciulle in età da marito perché imparino a essere buone mogli. In tal caso, Baba Yaga premia le ragazze diligenti con regali preziosi e punisce, talvolta in maniera macabra, quelle viziate e svogliate.
In alcune storie ci sono addirittura due Baba Yaga, una buona e l'altra cattiva, mentre in altri racconti le figure sono addirittura tre.

Immagine

Le origini di Baba Yaga sono da ricondursi alle mitologici "figure matriarcali ataviche", delle quali essa conserva i tratti più archetipici e ambigui. Si tratta di esseri femminili depositari di immensa conoscenza, che possono utilizzare per scopi benefici o malvagi; sono figure strettamente collegate alla natura, all'ancestralità e all'ignoto, e possono essere riscontrate in culture distanti tra loro nel tempo e nello spazio.
La biblica Eva, per esempio, è l'immagine della donna che apprende la conoscenza del Bene e del Male; le Gorgoni, le Parche e le Moire della mitologia greca hanno notevoli somiglianze con lei, mentre le Strìe nostrane e le Banshee celtiche incarnano i suoi tratti più malvagi.

Baba Jaga è chiamata con altri appellativi nei territori dove è conosciuta, quasi sempre varianti del suo nome: in alcune regioni slave il suo nome è Jezibaba (conservante lo stesso significato), in Bosnia viene chiamata anche Baba Roga ("Nonna dei Boschi") e Baba Koritzma ("Nonna dai denti di ferro").




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Avatar utente
Talos
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 11646
Iscritto il: 20 marzo 2009, 16:06

TR e la realtà

Messaggio da Talos »

So di aver già parlato della Cittadella e della Città dei Morti, ma solo recentemente ho deciso di approfondire "la zona del Cairo" di Tomb Raider IV. :D

Su Youtube ho trovato tre video di 5 minuti l'uno dedicati rispettivamente alla Città dei Morti (El Arafa/Qarāfa), alla Cittadella e alla Moschea di Ibn-Tulun, con il suo "minareto a chiocciola" tipico dell'architettura di Bagdad

Cosa vi ricorda?
m.jpg







Golden Reviewer (106 Golden Award)
Ginevra Lussi
New TR Player
Messaggi: 31
Iscritto il: 05 dicembre 2018, 10:27

TR e la realtà

Messaggio da Ginevra Lussi »

Fantastico grazie :approved:
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

TR e la realtà

Messaggio da Nillc »

Era da un po' di tempo che mi interrogavo su un luogo che si vede quasi en passant in TR Chronicles... per puro caso ieri sono riuscito a trovare il bandolo della matassa :D

Gran Caffé Recco

Tomb Raider Chronicles- Strade di Roma

Immagine

Dunque, chiariamo subito una cosa: la Roma di TR5 è meno credibile della Venezia di TR2 e ha una geografia peggiore della Londra di TR3 :D come quest'ultima, i luoghi che visita Lara sono (ispirati a) posti realmente esistenti in città, ma possono essere a km di distanza tra loro... se Mercati Traianei e Colosseo sono vicini, non è così per la Porta Magica, che si trova in tutt'altra zona.
Dunque questo piccolo caffé con elegante déhors sul cui tendalino Lara fa le sue piroette non può essere vero (anche per ragioni di copyright); però a mio parere nel nome e nell'aspetto si ispira a due luoghi reali.

Il primo è l'Antico Caffé Greco, locale storico di Roma (aperto nel 1760) che si trova in via Condotti, proprio di fronte a Piazza di Spagna.
Immagine
Questo locale è celebre per l'ottimo caffé e gli eleganti saloni in cui lo si beve, i quali hanno la particolarità di avere i divani disposti lungo le pareti (quindi è impossibile sedersi l'uno di fronte all'altro, bisogna stare di fianco :D); nei suoi due secoli e mezzo di storia è stato frequentato da artisti, nobili, perfino futuri papi.
Sono piuttosto certo che l'insegna che si vede in Chronicles sia una versione modificata dell'insegna storica del Greco, che vedete in foto; tuttavia è alquanto impossibile che si tratti di quel locale, poiché esso si trova in una via molto frequentata di Roma, che non ricorda nemmeno esteticamente il dedalo di stradine visitate da Lara; inoltre ricordate che il caffé Recco si affaccia su una graziosa piazzetta con tanto di fontana.

A questo punto si potrebbe pensare a un'altra fonte di ispirazione: il Gran Caffé Rocca. Questo locale oggi non esiste più, ma fino ai primi anni del 2000 si trovava in Piazza della Rotonda, proprio di fronte al Pantheon, e lo si può vedere in un documento d'eccezione: il film Vacanze Romane, in una scena del quale la splendida Audrey Hepburn beve il caffé seduta a un tavolino dei suoi.
Immagine
In questo caso i rimandi a Chronicles sono più che altro visivi: i tavolini fuori, l'affaccio sulla fontana, le viuzze che lo circondano; certo, parliamo pur sempre di un'altra zona ad alto tasso di frequentazione, ma se abbiamo accettato la Venezia deserta di TR2... :D

La mia idea è che i creatori di TR5 si siano ispirati a questi due storici luoghi di Roma per creare il caffé Recco, che tra l'altro richiama entrambi nel nome (gRECO e RoCCa). Ma temo che non sapremo mai se ho ragione :D




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Avatar utente
Blu
Site Admin
Site Admin
Messaggi: 26268
Iscritto il: 10 gennaio 2003, 17:30

TR e la realtà

Messaggio da Blu »

Nillc ha scritto:
21 febbraio 2020, 09:34
la Roma di TR5 è meno credibile della Venezia di TR2 e ha una geografia peggiore della Londra di TR3 :D
Un potere di sintesi come pochi :asd: ... a parte gli scherzi, credo che i rimandi siano più che plausibili :) , e anche se non si dovesse riuscire a verificarne la validità, l'ipotesi è assolutamente più che affascinante :love: :D




Golden Reviewer (157 Golden Award)
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

TR e la realtà

Messaggio da Nillc »

In un video su YT che analizzava le stramberie e i punti salienti dei primi due TR ho appreso un'interessante teoria circa il Guardiano del Talion: si potrebbe infatti trattare di un riferimento a Garuda (o Garutmat), una divinità induista metà uomo e metà volatile che sarebbe il progenitore della stirpe degli uccelli.

Immagine
Immagine

Ho fatto una ricerca in questo stesso topic e ho visto che Talos lo cita, ma in riferimento alle caverne di Kalya di TR3; infatti, come ho già detto, Garuda è un dio della religione induista. E allora che ci fa in Tibet? :D
Dobbiamo considerare che la parte sinotibetana di TR2 fa capo alla religione buddista di scuola tibetana: non solo il Monastero, ma anche lo stesso Tempio di Xian presentano molti riferimenti in tal senso; il Buddismo, del resto, è una filosofia scismatica del brhamanesimo, che a sua volta è un affluente dell'Induismo originario: non stupisce dunque che molte divinità siano state mutuate e/o reinterpretate nelle varie liturgie.
E infatti nel buddismo, pur non esistendo Garuda come divinità, esistono "i garuda", esseri mitici metà uomo e metà uccello in lotta perenne contro i Naga... altra nostra vecchia conoscenza :D
Quindi è abbastanza plausibile che il Guardiano del Talion sia un garuda :)




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Avatar utente
Blu
Site Admin
Site Admin
Messaggi: 26268
Iscritto il: 10 gennaio 2003, 17:30

TR e la realtà

Messaggio da Blu »

Assolutamente plausibile :D

(aggiornato il doppio indice in prima pagina :approved: )




Golden Reviewer (157 Golden Award)
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

TR e la realtà

Messaggio da Nillc »

Grazie Blu :)
Tra l'altro l'immagine del Guardiano che si vede sul gong sembra rifarsi all'iconografia del Garuda, in particolare mi ricorda la prima immagine che ho postato :)

Immagine




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

TR e la realtà

Messaggio da Nillc »

Ecco a voi un'altra mia teoria, dedicata stavolta alla Lara del reboot :D (a proposito, sto lavorando a una serie di speciali sulla realtà dietro SOTR, che in questo topic manca un po' :)).

IL MEDAGLIONE DI LARA
(TR2013, Rise of the Tomb Raider, Shadow of the Tomb Raider).

Immagine

In un filmato di TR2013, Roth ricorda che Lara ha recuperato questo gioiello quando era molto piccola in uno scavo a cui stava partecipando insieme a suo padre: fu proprio lui a darle il laccio da scarpa col quale lei lo ha poi legato al suo collo. Nessun'altra informazione è stata mai data in proposito.

A mio parere, tuttavia, il gioiello potrebbe essere ispirato alla gemma Yasakani no Magatama (traducibile come [Gemma di] Giada Sacra), che è uno dei tesori imperiali giapponesi: si tratta di tre oggetti sacri in possesso dell'Imperatore del Giappone. Gli altri due sono la Spada del Paradiso e lo Specchio del Sole.

Immagine

I tre oggetti sono connessi al culto di Amaterasu, dea del sole nella mitologia shintoista: secondo la leggenda, in seguito a un dispetto da parte di suo fratello Susanoo (dio del fulmine), Amaterasu si ritirò offesa in una caverna, portando con sé il sole e precipitando il mondo nell'oscurità. Gli esseri umani, terrorizzati, si rivolsero allora alla dea Ama-No-Uzume, protettrice della musica e della danza: costei appese la gemma e lo specchio ai rami di un albero fuori dalla caverna dove si era rintanata Amaterasu. Attratta dallo scintillio della giada, la dea uscì dal suo nascondiglio; guardandosi poi riflessa nello specchio, Amaterasu rimase così sorpresa da dimenticarsi di tornare nella caverna. Intanto Susanoo, per chiederle perdono, le donò la Spada del Paradiso, che aveva estratto dalle fauci del drago a otto teste Orochi: così i due si riconciliarono e il sole tornò in cielo per sempre, anche se, in occasione di qualche bega tra i due dei, a volte si nasconde ancora (così si spiegano le eclissi :D).

Amaterasu donò poi questi tre oggetti a Mikoto, suo pronipote, che dopo aver donato agli esseri umani la pianta del riso divenne il primo imperatore del Giappone; i tre oggetti rappresenterebbero dunque il legame tra l'Imperatore giapponese e le divinità shintoiste; sin dal VII secolo essi vengono presentati all'Imperatore nel corso della cerimonia d'incoronazione, sebbene al giorno d'oggi questa figura non abbia più gli attributi teocratici, ai quali ha rinunciato dopo la II Guerra Mondiale.
Poiché possono essere visti solo da lui e dai sacerdoti incaricati della loro custodia, non esistono disegni o fotografie che ne tramandino l'aspetto, ma sono spesso stati descritti.
La gemma, che tra l'altro è l'unico dei tre oggetti a essere conservato nel Palazzo Imperiale di Tokyo (dove risiede l'imperatore), dovrebbe essere fatta di giada, simile a una virgola o a uno dei due componenti di Yin e Yang.

ImmagineImmagine

In effetti la Gemma somiglia più che altro alla parte centrale del medaglione di Lara... ma c'è una spiegazione: alcune teorie vogliono che la gemma dell'Imperatore sia in realtà il frammento che resta di una gemma più grande, che si è rotta nel corso dei secoli. Alcuni vogliono inoltre che quella in possesso dell'Imperatore sia una riproduzione, e che quella vera sia stata rubata secoli fa e mai più ritrovata... o forse no :D




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Avatar utente
Talos
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 11646
Iscritto il: 20 marzo 2009, 16:06

TR e la realtà

Messaggio da Talos »

Nillc ha scritto:
28 gennaio 2021, 11:59
a proposito, sto lavorando a una serie di speciali sulla realtà dietro SOTR, che in questo topic manca un po' :).

Te lo lascio volentieri XD (come sai, io non amo per niente SOTR, è un martirio solo a guardare gli screens :huahua: )




Golden Reviewer (106 Golden Award)
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

TR e la realtà

Messaggio da Nillc »

Bene, allora iniziamo subito con la serie di approfondimenti dedicati a SOTR... e cominciamo proprio dall'inizio, ossia da dove parte l'avventura di Lara!

COZUMEL E IL DIA DE MUERTOS

Immagine

All'inizio della sua (per ora) ultima avventura, la nostra Lara si trova a Cozumel, dove esplora tombe e templi dimenticati da tempo e trova anche il tempo per ficcarsi nel locale Dia de muertos. Tutte queste circostanze, per quanto fantasiose, trovano sorpendenti riscontri nella realtà.
Cozumel è un'isola, situata a circa 20 km di distanza dalla costa dello Yucatan e di proprietà dello stato Messicano, del quale costituisce un municipio (che in lingua spagnola identifica in realtà una provincia); ha una superficie di 477,961 km2 e conta all'incirca 80mila abitanti.

Immagine

Si ritiene che i primi a insediarsi a Cozumel siano stati i Maya, che vi arrivarono nel I secolo a.C.; le evidenze archeologiche suggeriscono che quest'isola fosse stata consacrata alla dea Ix Chel (... ricorda qualcosa? :D) e che pertanto fosse una meta di pellegrinaggio per le donne partorienti, di cui la divinità era patrona. Lo stesso nome dell'isola dovrebbe derivare da cozamil, parola Maya per indicare il ventre materno: la stessa forma ovale dell'isola ricorderebbe un utero.

Immagine

Tuttavia alla fine del periodo classico (IX secolo d.C.), con il progressivo disfarsi della società Maya, l'isola fu abbandonata e templi e insediamenti andarono in rovina. Lo stato di abbandono proseguì fino al XVI secolo quando, con l'arrivo dei conquistadores, la posizione strategica dell'isola la fece scegliere come porto per pirati e contrabbandieri. Questo, tuttavia, portò alla distruzione irreparabile di molte rovine presenti sull'isola. Cozumel conobbe un periodo di grande ripopolamento a metà del XIX secolo, quando molti abitanti della terraferma furono costretti a stabilirsi sull'isola per sfuggire alla guerra delle caste Yucateche.
La sua posizione fu nuovamente importante durante la II Guerra Mondiale, quando fu costruito un aeroporto militare (tuttora in uso), che però comportò l'ulteriore distruzione di aree archeologiche. Sul finire del '900, Cozumel divenne un'importante meta turistica per gli appassionati di archeologia: ci sono infatti numerosi siti archeologici come quello della chiesa di san Gervasio, dove è possibile vedere un altare dedicato a Ix Chel decorato con manitas, ossia impronte pittografiche delle mani dei pellegrini che volevano chiedere una grazia alla dea.

Immagine
Immagine

Per quanto riguarda il Dia de muertos, il festival a cui Lara partecipa nelle fasi iniziali del gioco, si tratta forse della più importante ricorrenza del folklore Messicano. Sebbene allo stato attuale risenta di un forte sincretismo con la religione cristiana (si festeggia infatti il 2 novembre, come da calendario cristiano), il Dia de Muertos è una cerimonia antichissima, praticata già dalle civiltà precolombiane: esse credevano infatti che la morte non fosse altro che la naturale continuazione della vita terrena, pertanto mantenevano uno stretto contatto con i propri cari defunti. A partire dal XV secolo, con l'arrivo dei coloni europei, queste tradizioni si fusero con quelle cristiane (per certi versi filosoficamente opposte) e crearono un vero e proprio unicum, una festa in cui la morte non è vista come nemica ma celebrata e santificata.

Immagine

Immagine

C'è, ad esempio, l'usanza di fare una festosa processione della statua della Santa Muerte, il fantoccio di uno scheletro abbigliato con vestiti sontuosi; in alcune parti del Messico, la Santa Muerte viene chiamata "la Calavera Catrina" e indossa generalmente abiti del XIX secolo. Nelle case private, invece, le famiglie preparano un altare su cui vengono esposti i ritratti degli antenati morti, oppure degli oggetti a loro appartenuti in vita; davanti all'altare verranno poi poste delle ofrendas, ossia offerte di cibi, bevande, fiori e talvolta abiti, liquore e sigarette (se il morto li gradiva in vita). Si crede infatti che lo spirito dei defunti possa attraversare il confine tra il nostro mondo e l'oltretomba e prendere con sé l'essenza delle offerte. Al termine del Dia de Muertos, prima di disfare l'altare i parenti del defunto mangeranno tutti insieme i cibi che vi erano stati posti.

Immagine

Quello che maggiormente stupisce del Dia de Muertos, però, è la sua atmosfera festosa e colorata: si crede infatti che colori, sapori e suoni molto accentuati siano maggiormente percepibili dagli spiriti in vita, per questo si tende a preparare cibi molto speziati (come i tamales e i pan de muertos) e a decorare strade e città con particolari festoni di carta colorata e con petali di garofano d'india, di un arancione acceso; grandi e bambini, inoltre, si mascherano o truccano da scheletro, indossando abiti consunti e lacerati. I cimiteri rimangono aperti tutta la notte, e non è raro che in prossimità o addirittura all'interno di essi si tengano festival musicali che accompagnano la tradizionale visita alle tombe.

Immagine




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

TR e la realtà

Messaggio da Nillc »

Ecco a voi un altro approfondimento dedicato a SOTR :)

IX CHEL, CHAK CHEL E KUKULKAN

Immagine

Dunque, partiamo da un assunto fondamentale per comprendere quanto seguirà: Ix Chel, Chak Chel e Kukulkan sono degli déi appartenenti al pantheon della religione Maya. Attualmente, non tutti gli elementi religiosi e mitologici dei Maya sono pienamente conosciuti, e ciò è dovuto a una pluralità di motivi: innanzitutto, l'estensione immensa della storia di questa civiltà, che va dal IV secolo a.C. al XVI d.C, un millennio e mezzo durante il quale, com'è logico, ci sono stati cambiamenti, sincretismi e scismi; in secondo luogo, le fonti in merito si riducono a soli tre testi molto tardi e indiretti (scritti cioè non dai Maya stessi, ma dai conquistadores europei), che quindi sono inevitabilmente influenzati dalla diversità delle culture. Volendo comunque generalizzare, possiamo dire che Ix Chel e Chak Chel appartengono al periodo più antico della storia Maya, forse addirittura alle origini, mentre il culto di Kukulkan è molto più tardo.

Immagine

Soffermandoci su Ix Chel e Chak Chel, un ulteriore elemento di confusione è che... probabilmente si tratta della stessa dea! Ma andiamo con ordine. Le fonti tramandano un'antichissima dea Maya associata alla luna, alla medicina e alle arti divinatorie; alla stessa figura si attribuisce inoltre il patronato sulla fertilità e sulla sapienza femminile. L'identificazione e la corretta denominazione di questa divinità, tuttavia, è problematica, poiché di volta in volta essa è stata denominata Ix Chel o Chak Chel! In altre parole, le due dee sono state di volta in volta viste come entità separate oppure come la stessa persona.
Probabilmente la manifestazione più antica è Ix Chel, che veniva raffigurata come una donna molto anziana dotata di orecchie da giaguaro; il significato del suo nome è ancora oscuro, anche se il suffisso -chel rimanderebbe al cielo e all'arcobaleno: alcune possibili traduzioni sono "nonna celeste", "la grande del cielo/dell'arcobaleno", ma anche "la bianca [inteso come canuta, dai capelli bianchi] del cielo". Significativo, in quest'ultimo caso, è l'accostamento a un colore, che risulta più evidente in Chak Chel.

Immagine
Rappresentazione di Ix Chel come donna anziana dalle orecchie di giaguaro

Chak Chel è invece raffigurata come una giovane dalla pelle di colore rosso, infatti il suo nome significherebbe "la rossa del cielo"; tuttavia è stato suggerito che il suo nome riprenda quello dei Chaac, antichissime divinità associate alla pioggia. Rispetto a Ix Chel, infatti, Chak Chel sembra avere anche il controllo sull'elemento acquatico: poiché ella governava la piena dei fiumi, i Maya le rivolgevano preghiere per scongiurare le alluvioni e le frane di fango.

Immagine

Riassumendo: entrambe le dee erano protettrici della femminilità, della saggezza e della rigenerazione; Ix Chel, anziana e bianca, patrocinava il parto (e quindi la nascita); Chak Chel, giovane e rossa, patrocinava invece la distruzione. Due facce della stessa medaglia, due divinità che in effetti potevano essere una sola: è stato infatti suggerito che le due, inizialmente distinte, abbiano finito per sovrapporsi e rappresentare il ciclo vitale e/o le fasi lunari, laddove Chak Chel era la luna nuova/crescente e Ix Chel la luna piena/calante. Una teoria opposta (ma meno supportata) è che le due fossero dapprima una sola divinità, e che solo poi sarebbero state separate.
Qualunque sia la verità, di sicuro il culto per entrambe le dee era diffuso in tutti i territori popolati dai Maya, e non conobbe praticamente interruzioni dalle origini alla fine, venendo via via accostato a quello degli dei che vennero dopo... come Kukulkan.

Immagine

Il culto di Kukulkan si instaurò tra i Maya in un periodo molto successivo, intorno al X secolo d.C.: non era tra l'altro un culto autoctono, visto che fu portato tra i Maya dai Toltechi provenienti dal Messico. In effetti, Kukulkan altri non è che Quetzalcoatl, il "serpente piumato" venerato dalle civiltà messicane; il nome Maya è la traduzione diretta di quello Tolteco. Bisogna precisare che Quetzalcoatl/Kukulkan non era un vero e proprio dio, ma più che altro un messia, un civilizzatore nato da una vergine in tempi remoti; questi divenne poi re/sacerdote dei Toltechi, avrebbe insegnato loro a lavorare i metalli e le armi e scoraggiato la pratica dei sacrifici umani; in seguito, spodestato dal suo rivale Tezcatlipoca, sarebbe asceso al cielo promettendo il suo ritorno alla fine dei tempi. La sua storia è molto simile a quella di Gesù, del Buddha Gautama o di Maometto; sebbene i Toltechi lo ritenessero un personaggio storicamente esistito, gli altri popoli (tra cui i Maya) lo divinizzarono e gli dedicarono templi e liturgie: il più famoso complesso templare precolombiano, quello di Chichen Itza, è erroneamente attribuito a Quetzalcoatl, ma in effetti è dedicato a Kukulkan!

Immagine

La natura messianica di Quetzalcoatl/Kukulkan e il mito del suo ritorno portò le popolazioni precolombiane a un grave errore di valutazione: si diceva infatti che egli fosse nato con la pelle bianca e vestisse un abito piumato; quando i conquistadores sbarcarono in America, il colore della loro pelle e gli elmi dotati di cimieri piumati potarono gli indigeni a identificarli come Quetzalcoatl e il suo esercito, cosa che contribuì alla loro distruzione. Nel resoconto di Andrea Lopez, il missionario gesuita che avrebbe scoperto Paititi, viene detto che gli indigeni della città nascosta (di stirpe Inca, quindi non coerente a Maya e Aztechi), attendessero l'arrivo di una divinità messianica che alcuni hanno messo in relazione con Quetzalcoatl/Kukulkan... ma di questo parleremo la prossima volta :D

Immagine




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

TR e la realtà

Messaggio da Nillc »

Ecco a voi un lungo approfondimento su Paititi :)

PAITITI


Immagine

Per meglio comprendere il mito di Paititi è prima di tutto necessario parlare di un altro mito, ben più celebre e diffuso: quello di El Dorado. Sicuramente nel leggere questo nome avrete pensato a una delle più famose "città perdute", il luogo leggendario abitato da un'antichissima civiltà pieno di oro e ricchezze, teatro di film e videogiochi... e invece no! Perché il termine El Dorado, originariamente, non si riferiva a una città, ma... a un uomo!

Immagine

Intorno al XVI secolo, poco dopo l'inizio dei viaggi nel Nuovo Mondo, si diffuse la notizia che i sacerdoti delle popolazioni indigene del Sud America usassero, durante i loro riti, "coprirsi d'oro"; probabilmente ciò significava che essi indossassero numerosi monili o vesti gialle (colore del sole e del mais), ma in segutio fu interpretato in maniera molto più letterale e si arrivò a pensare che costoro coprissero letteralmente il proprio corpo con della polvere dorata. Questa leggenda ebbe un tale successo che ben presto si iniziò a parlare di "el [hombre] dorado", il sacerdote/sovrano di una città potente e ricchissima; per estensione, "la ciudad de el dorado" divenne nota come "El Dorado". Col tempo si arrivò perfino a identificare con questo nome non solo il sacerdote, non solo la città ma un vero e proprio impero, una civiltà fondata sull'unione delle principali popolazioni precolombiane che avrebbe raggiunto nel tempo un potere immenso. Tutto questo era dovuto alla sovrapposizione delle notizie che arrivavano da oltreoceano con certi miti dell'Europa medievale, come quello del Prete Gianni o delle spedizioni ultraoceaniche di Alessandro Magno; ma naturalmente si trattava di false interpretazioni: nessuna civiltà precolombiana raggiunse mai una ricchezza simile, nè ebbe mai un rapporto tanto viscerale (e di stile europeo!) con l'oro. Nonostante questo, le spedizioni per cercare il mitico regno di El Dorado furono tante, alcune guidate da personalità celebri come Walter Raleigh e Francis Drake. Ovviamente tutte inconcludenti.

Ma El Dorado non fu l'unica città nascosta a venir fuori nelle cronache del '500: alcuni esploratori scrissero infatti di aver trovato un'antica città abitata nella Foresta Amazzonica, al confine tra Perù, Brasile e Bolivia; nel '600, il missionario gesuita Andrea Lopez (una nostra vecchia conoscenza :D) scrisse un resoconto destinato al Papa nel quale descriveva proprio questa città, situata nei pressi di una cascata. In realtà era proprio quest'ultima a essere chiamata dagli indigeni "paititi", termine dalla traduzione incerta ma che potrebbe indicare il Rio delle Amazzoni; tuttavia con questo nome si finì per indicare la città nascosta. Spedizioni missionarie e di conquista verso Paititi continuarono fino al '700, ma nessuna di esse raggiunse mai la città perduta.

Immagine

Bisogna attendere il XX secolo per tornare a parlare di Paititi: negli anni '20 l'avventuriero Percy Fawcett (e anche questo nome non ci suona nuovo :D) mette in piedi una teoria secondo la quale El Dorado, Paititi e un'altra città perduta meno famosa denominata semplicemente "Z", fino ad allora ricercate separatamente, fossero in effetti la stessa città. Fawcett guidò numerose spedizioni nella Foresta Amazzonica, ma non riuscì a trovare altro che alcune rovine; durante l'ultima spedizione, nel 1925, Fawcett e i suoi aiutanti scomparvero misteriosamente, e il loro destino non è mai stato accertato.
Tuttavia da allora le spedizioni non sono mai cessate: le ultime, databili tra 2008 e 2014, hanno confermato la presenza di manufatti e costruzioni Inca in un'area molto lontana rispetto a quella che si ritiene essere l'ultima roccaforte di questa civiltà. Allo stato attuale ci sono perfino campagne di crowdfunding che mirano a organizzare una nuova spedizione.

Immagine
Percy Fawcett

Attraverso i resoconti storici possiamo ricostruire parzialmente l'aspetto che doveva avere Paititi: come già detto, essa sorgeva in prossimità di una cascata, arroccata sui fianchi di un aspro declivio; pare che fosse totalmente costruita in pietra (cosa che in realtà stonerebbe con le tradizioni architettoniche Inca, che prediligevano legno e argilla) e che vi fossero almeno due torri/templi dedicati a delle divinità. A tal proposito, è importante indicare che Lopez faceva riferimento all'attesa di una divinità messianica, elemento assente nella religione Inca (ma presente, come abbiamo visto, in quella Maya e Azteca): probabilmente, però, si tratta solo di un espediente del missionario per giustificare una sorta di "miracolo" operato da un monaco cristiano giunto fino alla città perduta, che avrebbe guarito un ossesso imponendogli il crocifisso (cosa che avrebbe portato poi alla conversione di molti indigeni). Le fonti più antiche attestano infine che a Paititi vi fossero ori e metalli preziosi in gran quantità, e che i sacerdoti usassero indossare gioielli e pietre luccicanti... cosa invece totalmente assente nei resoconti più tardi, che descrivevano invece una città più povera e dimessa.

Immagine
Il petroglifo di Pusharo

Per concludere, tra le tante spedizioni volte a trovare Paititi, è opportuno citare quella del 2005, capeggiata dall'archeologo francese Thierry Jamin e diretta all'area archeologica di Pusharo, che comprende i resti di un antico villaggio: Jamin avrebbe trovato un petroglifo, una sorta di enorme graffito che, se interpretato correttamente, rivelerebbe l'ubicazione di Paititi. Naturalmente la corretta interpretazione è ancora da individuare.

Immagine




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Rispondi