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Metto in spoiler anche i trailer in giapponese e in inglese per mostrarvi alcune scene in più:
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Dopo aver attraversato province devastate dalla guerra e foreste misteriose Ashitaka raggiunge le terre di origine del dio maligno. Qui si trova un villaggio con una grande fornace adibita alla produzione di ferro e retto con fermezza, giustizia e sulla base di principi di solidarietà dalla somma Eboshi. La produzione di ferro garantisce, in un periodo di guerre tra le varie province dell'impero, la prosperità del villaggo e dei suoi abitanti, ma costoro, per ricavare la materia prima per la loro attività, hanno iniziato a disboscare la montagna innescando un conflitto con le creature dei boschi, enormi dèi-animali, tra i quali combatte anche una fanciulla denominata dagli operai della fornace "Principessa Spettro" (la Mononoke del titolo).
Il film è uno splendido affresco che prende origine da temi della tradizione giapponese e della cultura shintoista, ma sono temi che non risultano lontani per gli spettatori occidentali perché Miyazaki fa leva proprio su quegli elementi che fanno parte di entrambe le culture (a partire dall'eroe solitario in viaggio alla ricerca di qualcosa, che si frappone tra le parti di un sanguinoso conflitto cercando di portare giustizia, tema che ritroviamo sia nelle saghe del ciclo arturiano sia nei western). C'è grande poesia, specie nella descrizione della natura, ma ci sono anche battaglie epiche e spettacolari, dal ritmo incalzante. I personaggi sono numerosi e ben delineati e ciò che emerge fin da subito è come non si possa tracciare un confine netto e manicheo tra bene e male: nessuno è cattivo e nessuno è buono, ma ciascuno ha mille sfaccettature. E anche le situazioni non sono mai stereotipate o costruite sulle attese dello spettatore (rassegnatevi!).
La chiave di tutto (quella che in qualche modo porterà anche alla soluzione finale della vicenda) è "guardare con occhi non offuscati", come gli anziani del villaggio dicono di fare al giovane Ashitaka pronto a partire. E dietro fa capolino un messaggio ecologista di amore e rispetto per la vita in ogni sua forma.
E' un film a cartoni animati (e l'animazione è davvero superba!), ma non credo sia adatto ai bambini più piccoli, in primo luogo per la complessità dei temi e della trama, per il linguaggio "alto", come quello di un poema epico (ma che in certi momenti diventa anche molto crudo; avevo letto che nella prima versione italiana il linguaggio era stato semplificato e banalizzato per renderlo comprensibile pure ai bambini, con un risultato alquanto deludente) e infine perché in molti momenti si rasenta quasi lo splatter (sangue che esce copioso, il mostruoso cinghiale coperto di vermi brulicanti che sono parte di lui, arti e teste mozzati in battaglia... e altre amenità ). Però dagli otto anni in su è consigliatissimo a chiunque.
Golden Reviewer (122 )