Disney ITALIAN Story

Spin-off della Disney Story :)

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Nillc
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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Nillc »

Grey, di Fellini sentirai sicuramente parlare nelle puntate speciali della DSI, ma non ti anticipo nulla :X :D




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Blu
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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Blu »

Bellissima puntata anche questa :D
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A margine di tutto, che è sempre ben raccontato e illustrato, mi è piaciuta molto anche la foto di Walt e sua moglie Lillian a Roma :) , è così strano vederlo "naturale", nel nostro immaginario Walt era quasi sempre in posa, perfetto, vederlo così umano lo rende ancor più simpatico :D
Nillc ha scritto:Inoltre... il 9 giugno Paperino compie 80 anni! E' in edicola un numero speciale di Topolino per celebrare questo importantissimo evento :)
Grazie della dritta :) , mi sa che farò un salto in edicola :D

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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Nillc »

Andiamo avanti con una nuova puntata? Siiiii :D

6° puntata
Gli anni d'oro del Topolino “giornale”


Il sodalizio Disney-Mondadori si rivelerà proficuo per entrambe le parti e durerà oltre cinquant'anni; anche se, come vedremo, anche quest'era avrà i suoi lati oscuri, sarà sotto l'egida di questa lunghissima gestione che Topolino evolverà, diventando pian piano il fenomeno editoriale che noi tutti conosciamo.
Di particolare importanza furono i primi otto anni della gestione Mondadori, universalmente riconosciuti come il periodo d'oro del Topolino “giornale”: sotto la guida attenta di Arnoldo Mondadori il periodico raggiungerà gradualmente vette di perfezione editoriale che getteranno poi le basi per ciò che il fenomeno Topolino è ancor oggi.
Una volta acquisito Topolino, Mondadori chiuse quasi immediatamente I Tre Porcellini e trasferì le storie delle Silly Symphonies sulla testata principale; non abbandonò la forma “mista” presentando fumetti anche non Disney, ma presentò una formula completamente rinnovata: quasi tutti i personaggi “esterni” erano rimasti a Nerbini, così lui ne acquistò di nuovi, quasi tutti statunitensi, come ad esempio il mago Mandrake che sulle pagine di Topolino vedrà il suo esordio italiano.

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Vignetta dalla prima storia di Mandrake, apparsa sulle pagine del Topolino Mondadori.

Mondadori si rivelò un editore particolarmente attento all'andamento delle mode e della società, e riuscì benissimo a sfruttare il potenziale di Mickey Mouse adattandolo alla società italiana in evoluzione. Uno dei cambiamenti più immediati fu la scomparsa delle strofette in rima che accompagnavano le strisce americane: questa scelta si rivelò vincente, in primis perché in questo modo il pathos delle storie non veniva intaccato, e in secondo luogo perché questo comportava un notevole risparmio di spazio e permetteva un'impaginazione più dinamica e accattivante.

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La scomparsa delle "strofette" fu graduale e avvenne in un certo numero di tappe: qui possiamo vedere come si siano trasformate in didascalie "verticali" in rima, incorporate tra le vignette principali.

Sul fronte delle produzioni autoctone, la direzione Mondadori mise in atto una vera e propria rivoluzione. Il giornale fu affidato ad Antonio Rubino, ex-direttore del Corriere dei Piccoli, che si portò dietro un plotone di disegnatori, sceneggiatori e redattori che cambiarono completamente volto al giornale.
Possiamo ricordare, per esempio, Federico Pedrocchi: autore completo (sceneggiava e disegnava le sue storie), non solo fornì al giornale alcune storie d'ampio respiro con personaggi umani (celebre “Saturno contro la Terra”), ma finalmente sdoganò le produzioni di Topolino italiane dal carattere burlonesco e popolare che fino ad allora le aveva penalizzate, dando finalmente alle trame un tono avventuroso e complesso, sulla falsariga di quelle americane.
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Vignetta di "Saturno contro la Terra" di Pedrocchi. Più avanti questa storia sarà parodiata in chiave Disney con Paperino come protagonista.

Tra i disegnatori è di sicuro da citare Pier Lorenzo De Vita, che sulle pagine del Topolino giornale inizia la sua decennale collaborazione. De Vita è il primo disegnatore italiano che impara a disegnare alla perfezione i personaggi Disney e a donare loro una caratterizzazione personale ma non dilettantesca. Anche suo figlio Massimo, molti anni dopo, diventerà un maestro Disney e continua a disegnare per Topolino.
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Vignetta disegnata da Pier Lorenzo De Vita nel suo tratto personalissimo.

Mondadori ha inoltre una geniale intuizione: nei due anni precedenti Nerbini aveva riunito alcune storie pubblicate nel supplemento di Topolino (ricorderete che si trattava delle famose storie “a continuazione” delle strip americane) in appositi albetti, usciti come strenna natalizia ed estiva; tuttavia essi non avevano avuto grande successo, poiché erano stati concepiti per le librerie e non avevano avuto una diffusione adeguata.
Mondadori recupera l'idea e la perfeziona, realizzando nel 1936 degli albi- raccolta destinati stavolta alle edicole e usciti con cadenza regolare: si tratta degli Albi di Topolino, che sotto varie forme saranno pubblicati per oltre cinquant'anni. I fumettologi vedono in questa operazione la “prova generale” di quello che poi sarà il Topolino “libretto”, per il quale dovremo tuttavia aspettare più di dieci anni.
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Copertina di un "Albo di Topolino"

Il climax di questa parabola ascendente si toccherà nel 1938, quando, conscio del successo avuto dai suoi personaggi nel nostro paese, Walt Disney promuove la nascita della Creazioni Walt Disney S.A.I.: essa altro non è che la compagine italiana della statunitense Walt Disney Company (della quale assumerà il nome negli anni '60), la società che promuove la diffusione e l'usufrutto delle opere Disney e del loro merchandising. Fu grazie a questa società che il materiale Disney poté arrivare in Italia con facilità: Biancaneve, per esempio, riuscì ad approdare nelle sale cinematografiche solo un anno dopo il suo rilascio americano, perfettamente doppiato e localizzato per il Bel Paese.

[youtube][/youtube]
In questo video sono messi a confronto il doppiaggio originale di Biancaneve, eseguito dalla WDC nel 1938, e il successivo degli anni '70.

Il rapporto tra Mondadori e Walt Disney Company fu decisamente simbiotico: senza l'impegno del primo, la seconda probabilmente non avrebbe avuto ragione di esistere, e grazie alla società italoamericana l'editore ebbe accesso a una sterminata mole di materiale Disneyano, in mezzo al quale spiccano gli adattamenti a fumetti dei film Disney.
Ma le cose non avrebbero tardato a precipitare.

_______________________
Quali ombre si stagliano su un successo così grande? Lo scopriremo MERCOLEDI' con la nuova puntata della Disney Italian Story!!!





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Greywolf
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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Greywolf »

Avevo sentito dire che i fumetti di Topolino (e degli altri personaggi Disney) realizzati esclusivamente in Italia erano il frutto delle vicende politiche e storiche attraversate dal nostro Paese in quegli anni (metto in spoiler in caso facessi delle anticipazioni a ciò che intendi mettere nelle prossime puntate).
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Nillc
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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Nillc »

No Grey, hai approfondito in maniera eccellente alcuni aspetti che saranno trattati... nella prossima puntata :D




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Greywolf »

Wow! La attendo con ansia!




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Nillc »

Pronti per una nuova puntata? :)

7° puntata
Gli anni della Seconda Guerra Mondiale


Nella Disney Story abbiamo visto come gli anni della Seconda Guerra Mondiale siano stati difficili per Walt Disney e il suo Impero; gli effetti devastanti di questo terribile evento si fecero sentire anche in Italia, ed ebbero drammatiche conseguenze nell'avventura italiana della Disney.
Nel 1937 la Mondadori aveva varato una nuova testata intitolata a Paperino, che proponeva grossomodo la stessa formula dell'epigono ma con preferenza per le storie di Donald Duck e per fumetti di carattere meno avventuroso e più comico, tra i quali spicca sicuramente Braccio di Ferro. La testata era stata concepita per i ragazzi meno abbienti (costava poco) e aveva riscosso un successo appena di poco inferiore a quello di Topolino; tuttavia, quasi improvvisamente, nel 1940 Paperino scompare dalle edicole, insieme a moltissimi altri giornali per bambini. Nello stesso momento, il numero di pagine di Topolino, che nel frattempo era arrivato a 16, crolla improvvisamente a 8.
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Un numero di Paperino e altre avventure, giornale "gemello" di Topolino edito da Mondadori

Cosa era successo? Semplicemente si stava compiendo l'ultimo atto di un provvedimento varato dal MinCulPop (il Ministero della Cultura Popolare fascista) già dal 1938. In quel periodo burrascoso che precedette la Guerra, il Regime cominciò a vedere di cattivo occhio la pubblicazione di fumetti non realizzati in Italia, sia perché essi contravvenivano agli ideali di nazionalismo promossi dal fascismo, sia perché si temeva che essi potessero veicolare messaggi satirici o addirittura di propaganda.
Nel numero 300 di Topolino e nel 39 di Paperino era apparso uno strillo che annunciava la sospensione di tutti i fumetti americani pubblicati sulle due testate, che venivano sostituiti da altri di origine italiana (in massima parte realizzati dal duo Pedrocchi- De Vita). Non scomparivano, tuttavia, le strisce Disney di produzione statunitense: è quello che tra i fumettologi viene chiamato l'Eccetto Topolino.
Questo fenomeno può apparire strano, se consideriamo che la sospensione dei fumetti fu fatale a testate di prestigio come Jumbo, che rimasto senza fumetti da pubblicare e non avendo autori italiani nelle sue fila, chiuse immediatamente dopo l'arrivo dell'ordinanza.
Dai documenti rimasti si vede chiaramente che Mondadori chiese e ottenne con relativa facilità di poter continuare a pubblicare le storie di Topolino e soprattutto a mantenere il nome della testata. Ci sono diverse teorie in merito: si pensa che i figli di Mussolini leggessero Topolino e che vi fossero addirittura abbonati, e che dunque il Duce avesse preso a cuore questa testata e le avesse concesso dei privilegi; altri sostengono che Mondadori pagò una cospicua somma al Regime per mantenere i suoi diritti.
In realtà Walt Disney, a differenza di altri autori che avevano preso a bersagliare con veemenza l'Europa pre-bellica, inizialmente aveva rifiutato di piegare le sue produzioni al Governo Americano (per approfondire, si veda il capitolo di Disney Story dedicato a queste situazioni); probabilmente Topolino non era visto come un potenziale pericolo. Inoltre le storie americane appaiono adattate in maniera decisamente libera, con vignette soppresse o ridisegnate e traduzioni arbitrarie.
Un altro fattore che evitò la chiusura della testata fu di certo l'alta percentuale di storie che, come abbiamo visto, venivano realizzate in Italia: gli autori potevano essere tenuti facilmente sotto controllo e gli si poteva imporre, all'occorrenza, di utilizzare i loro prodotti per veicolare eventuali messaggi bellici o patriottici (senza contare che poteva essere un motivo di vanto riuscire a competere con il “nemico” americano sul campo dell'intrattenimento).
Le cose precipitano nel 1941, con l'inasprirsi della Guerra e soprattutto con il cambiamento di partito di Walt, che inizia a collaborare col Governo Americano: il Regime a questo punto proibisce direttamente l'Eccetto Topolino, che viene bandito.
Il giornale Topolino mantiene nome e testata, ma... scompare Topolino, che viene sostituito da un personaggio creato ex-novo da De Vita di nome Tuffolino. Si tratta di un ragazzino “umano” che apparentemente non ha nulla a che vedere con Mickey Mouse, a parte qualche assonanza nel nome; in realtà la sua prima avventura (Tuffolino agente di pubblicità) altro non è che il ricalco di una storia omonima pubblicata negli USA e avente per protagonista Topolino. Le successive storie saranno invece di totale produzione italiana.
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Tuffolino, il personaggio nato per sostituire Topolino.

Nei due anni successivi Topolino assunse sempre più il carattere di giornale di propaganda: nelle prime pagine venivano pubblicate lettere e racconti di argomento bellico inviate dai lettori, mentre i fumetti venivano relegati all'ultima pagina.
Nel 1943, con la Guerra ormai fuori controllo e l'Italia prosternata, Topolino fu costretto a chiudere i battenti: l'ultimo numero, il 564, esce nel dicembre di quell'anno.
Tutto sembra finito, ma la sospensione di Topolino è soltanto momentanea.

_________________________
Ce la farà Topolino a "risorgere"? Cosa succederà al termine del periodo buio della Guerra? Scopriamolo insieme VENERDI'!




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Greywolf »

Topolino è uno specchio della nostra storia: in uno dei momenti più drammatici attraversati dall'Italia (invasione tedesca, bombardamenti da parte degli Alleati, guerra civile) anche Topolino scompare...




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Nillc »

... E viene sostituito con un clone :D Tuffolino comunque ricalcava molti elementi di Mickey Mouse, tra i quali il fatto di avere un miglior amico di nome Pippo e una fidanzata di nome MiMMA, che a sua volta aveva un'amica di nome Clara. Vi ricorda qualcosa? :D




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Blu »

Molto interessanti anche queste due puntate :) , ignoravo fosse stato sospeso [:^] , col senno di poi (o meglio, ora che siamo cresciuti) è facile immaginarlo, ma non vorrei esser stata fra i bambini di allora XD

PS: ma quando ripresero mantennero la numerazione raggiunta?




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Nillc »

Si Blu, anche se... lo scoprirai domani :D




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Nillc »

Un'altra puntata :)

8° puntata
La crisi e la rinascita: da Topolino “giornale” a “Topolino” libretto


La Guerra costò davvero cara a Topolino e alla Mondadori: nel gennaio 1945, per esempio, moriva prematuramente Federico Pedrocchi, rimasto ucciso quando il treno su cui viaggiava venne bombardato.
Nel 1945, a guerra finita, la Mondadori decide di ripristinare Topolino, e finalmente esce il numero 565, a distanza di due anni esatti dall'ultimo; sui numeri immediatamente successivi vengono pubblicati i fumetti postumi realizzati da Pedrocchi e soltanto Mandrake, unico personaggio non-Disney rimasto alla Mondadori.
Tuttavia, nei successivi quattro anni, le vendite calano irrimediabilmente: per effetto degli strascichi della Guerra, sicuramente, ma anche e soprattutto per i grandi cambiamenti in atto nella cultura e nella società italiane. La formula del giornale “tabloid” entra in crisi quando compaiono le prime pubblicazioni a “fascicoli”, decisamente più pratiche e maneggevoli.
A questo punto, però, Mondadori ha così tanto materiale per le mani che compie una prima, epocale decisione: Topolino abbandona infatti la forma “mista” e pubblica esclusivamente fumetti Disney. Sulle pagine del periodico trovano quindi posto le riduzioni di Pinocchio e dei cortometraggi delle Silly Symphonies, ma anche le nuove storie realizzate dal celebre cartoonist Carl Barks, che nel frattempo aveva reinventato il personaggio di Paperino e il suo universo.

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Copertina di "Paperino e l'oro del pirata", prima storia di Carl Barks (1942)

E proprio queste costituiscono in realtà un ulteriore elemento di crisi: con Barks, infatti, le storie Disney avevano abbandonato la forma delle strips quotidiane dei giornali per approdare al formato “comic book”. Le differenze erano abissali: nelle strips le storie erano formate da tante gags in successione che facevano progredire una lunga macrotrama giorno dopo giorno, che poteva concludersi anche dopo mesi e mesi di pubblicazioni; nei comic book invece le storie erano autoconclusive, lunghe una ventina di tavole e con un ritmo decisamente diverso, più condensato ma anche più intenso. Questo formato, concepito per i fascicoli, si adattava poco e niente al formato del Topolino “giornale”, costringendo i redattori a dividere arbitrariamente le storie in puntate da una o due tavole che facevano spesso perdere il gusto dell'azione.
Tutti questi elementi sommati porranno Mondadori di fronte a una decisione scomoda: o chiudere Topolino, stavolta per sempre, oppure tentare una rischiosa operazione di rinnovo.
A questo punto, però, la fortuna gli viene incontro: nel 1947 l'editore aveva acquistato i diritti per pubblicare in Italia la traduzione del celebre Reader's Digest, rivista letteraria americana; questa rivista era un semestrale e aveva un formato molto particolare, di circa 25 cm x 20: poiché nel contratto era specificato che la controparte tricolore avrebbe dovuto mantenere grafica e misure, Mondadori aveva dovuto acquistare una costosissima macchina in grado di stampare quel formato, che tuttavia veniva usata solo due volte all'anno.

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Copertina del primo numero di Reader's digest americano (1922).

Mondadori decide così di tentare il tutto e per tutto confezionando un nuovo Topolino con quel formato, non più settimanale ma mensile, rinnovato anche nei contenuti editoriali oltre che nel formato.
Il 10 aprile 1949 esce così il primo numero di Topolino “libretto”: iniziava una nuova grande avventura.

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La storica copertina del primo numero di Topolino.

________________________________
Ricostruiamo insieme la storia di Topolino "libretto", che... è anche la NOSTRA storia! Appuntamento LUNEDI' prossimo per una nuova puntata della Disney Italian Story!




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Blu »

Bellissimo anche questo approfondimento, con il passaggio al libretto a noi tanto caro ( :D ) e il conseguente cambio di formato anche per le storie :)
Nillc ha scritto:ricostruiamo insieme la storia di Topolino "libretto", che... è anche la NOSTRA storia!
Proprio vero [:^] :) .. finalmente ci siamo :D




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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Greywolf »

Ehi io quella copertina la conosco! Forse era una ristampa, ma mi pare di averla vista a casa di una mia amica quando i suoi figli erano bambini!!!

Avrei un paio di domande anche sul Reader's Digest, ma le metto in spoiler, perché eaulano un po' dal tema Disney.
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Re: Disney ITALIAN Story

Messaggio da Nillc »

Grey, effettivamente l'edizione italiana del RD si chiamava "Selezione": come detto in puntata, l'arrivo in Italia di questo celebre giornale americano si deve proprio alla Mondadori, che la pubblicò fino al 1967, anno in cui venne ceduto alla Camuzzi Editrice, che a sua volta fondò una vera e propria costola distaccata dedicata alla sola pubblicazione della rivista (Reader's Digest edizioni); in Italia le pubblicazioni sono state chiuse nel 2007, mentre negli USA proseguono tuttora. E' curioso che il formato caratteristico di questa pubblicazione prenda proprio il nome di "Formato Digest", e sia stato per circa quarant'anni il formato più piccolo di pubblicazione disponibile sul mercato: solo nel 1962 perse il primato, con l'introduzione del "formato Diabolik", inventato, guarda un po', in Italia, e più piccolo di 2,5 cm per lato :) In ogni caso, il primo Topolino era in "formato Digest"!
Penso che, trattandosi di una rivista di critica letteraria, in America abbia la fama di una lettura da snob o da persone noiose ;)

Bene, e dopo questa interessante diversione, procediamo con la nuova puntata!!

9° Puntata
Topolino “libretto”: prima serie


Riassumere la storia di Topolino “libretto” è un compito decisamente arduo: si tratta di un'intera fetta di storia dell'editoria italiana, che ha avuto influenze su tutte le altre produzioni del Bel Paese; è stata una lenta evoluzione che dura tutt'oggi da più di sessant'anni. Ogni numero di Topolino ha presentato delle novità, a volte piccole, altre enormi, segno che il giornalino è riuscito a seguire le mode e a trasformarsi nel tempo, conquistandosi un poso di diritto nel cuore di qualsiasi italiano.
Per comodità, dunque, la divideremo convenzionalmente seguendo la scansione ufficiale in due “serie”, la prima che va dal 1949 al 1967 e la seconda che va dallo stesso anno ai giorni nostri. Metteremo inoltre in risalto esclusivamente le caratteristiche più significative e quelle più utili al fine di mettere in luce il rapporto stretto tra Disney e l'Italia.
Al suo esordio, Topolino “libretto” constava di 100 pagine esatte e costava 60 lire: il prezzo era altino per l'epoca, ma è anche vero che la periodicità era passata da settimanale a mensile e che nel suo ultimo periodo di vita il Topolino “giornale” costava 15 lire, quindi la spesa per i lettori fedeli era la stessa; ciononostante, è bene considerare che i primi numeri subirono un forte calo di vendite, e dovette passare circa un anno prima che esse decollassero.
Già nel 1950, infatti, il successo è tale che nel mese di luglio esce uno speciale estivo, bissato poi l'anno successivo.

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Copertine dei numeri di Topolino usciti tra 1949 e 1950.

Nei primi due anni di vita, ogni numero di Topolino è pensato come parte di una serie di sei libretti: ogni semestre quindi veniva composto un volume (gli speciali invece erano a sé stanti). In ogni fascicolo erano pubblicate storie di esclusiva produzione Disney (come del resto nel giornale post-bellico): grazie al nuovo formato e al maggior numero di pagine, la suddivisione in puntate non è più strettamente necessaria, e quasi sempre le storie trovano conclusione nello stesso numero o al massimo nei due-tre numeri successivi.
Le storie a fumetti sono quasi sempre americane: in particolare nel 1949 si conta una sola storia italiana, pubblicata peraltro proprio sul mitico numero 1, dal titolo “Topolino e il Cobra Bianco”: in realtà si tratta dell'ultima puntata di una lunghissima avventura iniziata l'anno prima sulle pagine del giornale, scritta dall'indimenticato Guido Martina e illustrata da Angelo Bioletto. Negli anni successivi il numero di storie italiane aumenterà gradualmente.

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Vignetta tratta dall'ultima puntata di "Topolino e il Cobra Bianco", iniziata su Topolino "giornale" e conclusasi sul primo numero del libretto dopo quasi due anni!

Sono pubblicate anche molte rubriche, alcune ereditate dal Topolino “giornale”; pian piano verranno però preferite quelle “nuove”, più adatte al nuovo formato e al nuovo pubblico. La pubblicità, infine, è quasi completamente interna: Topolino non ha sponsor, quindi sulle sue pagine vengono ospitate quasi esclusivamente le réclames di periodici e pubblicazioni Mondadori, o di aziende satellite. Topolino, infine, ha pochissime pagine a colori: solo una decina lo sono, mentre le altre sono in tricromia o addirittura in bianco e nero.

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Pagine dello speciale estivo 1950. Notare, sulla sinistra, la réclame interna della Mondadori.

Nel 1952 c'è una prima, importantissima svolta: nel corso dell'anno precedente le vendite erano leggermente aumentate, così il grande direttore Mario Gentilini lanciò un sondaggio ai lettori nel quale veniva chiesto se avessero voluto che Topolino diventasse quindicinale. Il grande riscontro positivo sancì la promozione di questa iniziativa.
Al cambio di periodicità fu associato anche un cambio di Formato: Topolino guadagnò infatti 2cmx1,5, il numero di pagine salì a 130 e il giornale non è più spillato ma brossurato, espediente che gli conferirà la “costina” dorsale che ha ancora adesso; la copertina sul retro, che prima non aveva soluzione di continuità con quella frontale, diventerà dunque una pagina a sé stante, occupata di volta in volta da illustrazioni, figurine e infine pubblicità. Aumenta anche il prezzo, che passa a 80 lire.

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Copertina del n° 40 (1952), il primo a cadenza quindicinale. Con la rilegatura a punto la copertina era contigua e permetteva di creare un'illustrizione che abbracciava fronte e dorso senza soluzione di continuita; con l'introduzione della brossura, si dovette aggiungere una costina laterale che divideva la copertina in due parti e questa consuetudine fu abbandonata.

Negli anni '60 assistiamo a numerose svolte: per prima cosa, col numero 236 uscito nel 1960 Topolino diventa (o meglio, torna a essere) settimanale; inoltre dal 1964 in poi tutte le sue pagine saranno a colori.

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Il numero 236 di Topolino, il primo a cadenza settimanale.

È in questi anni, inoltre, che la produzione Disney italiana si intensifica esponenzialmente, con la comparsa di leggendari sceneggiatori e disegnatori quali Carlo Chendi e Rodolfo Cimino (tra i primi) e Romano Scarpa, Luciano Bottaro, Giovan Battista Carpi e Giorgio Cavazzano (tra i secondi).
Nel 1967, col numero 604, si conclude la prima seria del giornale che nel frattempo si è conquistato un posto di rilievo nella società e nella cultura italiane.

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Topolino n° 604, l'ultimo della prima serie.

__________________________________

Scopriamo insieme la storia recente di Topolino con l'ultima puntata della sezione "cronologica" di Disney Italian Story! Appuntamento a MERCOLEDI'! :)




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