Il film narra la storia (reale) di Florence Foster-Jenkins, eccentrica ereditiera americana con una passione smodata per la musica, che la porta a credersi una cantante lirica a tutti gli effetti... in realtà la donna è stonatissima e senza il minimo senso del ritmo e del tempo! Nonostante questo lei crede sul serio di essere brava, anche grazie agli sforzi di suo marito StClaire Bayfield e del suo pianista Cosmé McMoon, che le nascondono le recensioni e organizzano per lei spettacoli destinati a un pubblico ristretto e selezionato.
I problemi nascono quando la donna esprime il desiderio di cantare alla Carnegie Hall davanti a migliaia di persone...
Dunque, le mie aspettative per questo film erano altissime: conosco il personaggio da anni (esistono sue reali registrazioni e sono stati scritti saggi su di lei) , e quando ho sentito che sarebbe stata interpretata dalla mitica Meryl Streep non sono stato davvero più nella pelle!
Purtroppo come spesso accade ho avuto una mezza delusione.
Il film ha infatti scelto la via "facile" dei biopic, ovvero quella dell'apologia del personaggio... cadendo miseramente in tutti i cliché del genere, riproponendo situazioni tipiche e fuori moda, peraltro assolutamente poco credibili anche considerando la vicinanza cronologica degli eventi narrati.
A farne le spese, ahimé, è stato proprio il personaggio di Florence: si è deciso di dipingerla come una bambina cresciuta effettivamente all'oscuro del suo scarso talento musicale, perno intorno al quale ruota l'intera vicenda con conseguenze che non spoilero, ma abbastanza ovvie per chi ha visto altri film del genere; in realtà la vera Florence era ben più complessa, e oscillava tra la finta ignoranza della sua condizione e la sua sarcastica accettazione, in un vero e proprio gioco delle parti in cui lei stessa magnificava la sua mediocrità.
A mio parere tutto ciò avrebbe retto tranquillamente un intero film, che sarebbe stato ben più divertente, realistico e ben fatto; ci troviamo invece un filmetto che, per carità, è godibile e divertente... ma purtroppo poco altro.
In tutto questo brilla un cast di prim'ordine: a parte la Meryl (che a mio parere potrebbe fare un film in cui per due ore siede davanti alla telecamera e legge l'elenco telefonico, e sarebbe comunque da Oscar) c'è Simon Helberg, incredibilmente bravissimo nel ruolo del pianista McMoon. Meno bene (ma sopra la sua media) Hugh Grant.
Bellissima la ricostruzione della New York degli anni '40 e, ovviamente, la colonna sonora.
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