Sciogliendo trecce verde rame

Il topic semiserio sulle canzoni indecifrabili

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Greywolf
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Sciogliendo trecce verde rame

Messaggio da Greywolf »

Nillc hai scoperchiato qualcosa di analogo al Vaso di Pandora!!! :O_o:

A parte che un tempo, quando non c'erano le automobili e si utilizzavano i cavalli, spesso, dopo averli strigliati, si intrecciavano loro la coda e la criniera, sia per bellezza e sia perché non si avvolgessero intorno ai finimenti.
Altrimenti nel folklore di tutta Italia ci sono i folletti (con tutti i loro vari nomi: monachicchio, linketto, mazapegul ecc ecc) che intrecciano code e criniere alle cavalle e le portano a fare galoppate notturne cosicché la mattina dopo le si ritrova nella stalla tutte sudate e con criniere e code raccolte in trecce. 24_60

Invece tutto il resto mi ha ricordato un'altra cosa:

[youtube][/youtube]




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Blu
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Sciogliendo trecce verde rame

Messaggio da Blu »

ahahah :asd: .. viene l'ansia guardandolo :asd:
Greywolf ha scritto: Altrimenti nel folklore di tutta Italia ci sono i folletti (con tutti i loro vari nomi: monachicchio, linketto, mazapegul ecc ecc) che intrecciano code e criniere alle cavalle e le portano a fare galoppate notturne cosicché la mattina dopo le si ritrova nella stalla tutte sudate e con criniere e code raccolte in trecce.
Sull'Altopiano (di Asiago) si chiamano Sanguinelli :D

@Nillc, ricordo Gam Gam :D , ma mai avrei immaginato l'origine [:^] :D




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Nillc
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Messaggio da Nillc »

Ultimamente ho avuto modo di riflettere sul significato di una canzone celeberrima, famosa per essere in genere una delle prime che si imparano a suonare con la chitarra :D parlo de "La Canzone del Sole" di Lucio Battisti :)

Girando un po' online ho trovato la spiegazione data da Mogol a proposito: l'idea della canzone gli venne dopo aver incontrato, da adulto, una ragazza con la quale da piccolo aveva avuto un flirt. Il testo parla dunque dell'ipotetico incontro tra un ragazzo e una ragazza a distanza di anni, con lui che deve ancora uscire del tutto dall'entusiasmo adolescenziale e lei già scafatella e disincantanta (è noto che le donne maturino prima degli uomini).

In particolare mi sono soffermato sul famoso refrain "O mare nero o mare nero o mare ne", scoprendo che per tutti questi anni ho sbagliato, esattamente come accadeva per le trecce dei cavalli e i salami verde rame :D
Io infatti cantavo così:

"O Mare nero o mare nero o mare ne
Tu eri chiarA e trasparente come me"


Pensando che chi cantava si riferisse alla stessa donna cui l'intera canzone è dedicata; in realtà Battisti dice chiarO, al maschile, e si riferisce proprio al mare nero!
La metafora si parafrasa dunque così: il cantante parla al mare, che ai tempi della sua infanzia era chiaro e trasparente come il suo animo di bambino, mentre oggi è nero, ossia inquinato ;)




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Blu
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Messaggio da Blu »

Mistero risolto XD :D (anche da noi, in compagnia, la si cantava al femminile.. in effetti così ha molto più senso [:^] )




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Teone
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Messaggio da Teone »

Mi è tornata in mente una canzone che avevo amato molto: Vita Tranquilla cantata da uno strampalato Francesco Tricarico al Festival di Sanremo 2008, ai limiti di un'intonazione accettabile era stata comunque un bel momento di poesia nello squallore generale della manifestazione.

Ora però leggendo il testo mi son reso conto di una cosa che non capisco.
Ho sempre pensato che dicesse "verde sconfinata" (inteso come aggettivo riferito al sostantivo "vita") invece dice "verd'è sconfinata", con l'apostrofo e il verbo essere. Non credo sia un errore di stampa perché in tutti i siti di testi viene riportato così.

Io... voglio una vita serena
Perché è da quando sono nato... che è
Disperata... spericolata...
Però libera... verd'è sconfinata



Sul piano grammaticale la cosa non mi è molto chiara! Bho! :mumble:
VitaTranquilla.jpg





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Messaggio da Nillc »

Uhm, ammetto di non conoscere benissimo il brano, ricordo la linea melodica del ritornello... e basta :D

Onestamente l'unica cosa che mi viene in mente è che si possa trattare di un gioco di parole/omofonia, con un risvolto anche pratico per la metrica della canzone. In pratica la E finale della parola "verde" chiude una parte di verso e contemporaneamente si lega a livello sonoro a quella successiva; è la stessa cosa che succede in questa canzone al minuto 1:50, dove della parola "oramai" non viene cantata la I finale, ma la A diventa anche l'apertura del semiacuto di "A chi mi dice".



Nel caso di Tricarico, immagino, la cosa è un po' più complessa perché quella E è anche terza persona del verbo essere, quindi è funzionale non solo a livello sonoro, ma anche di significato :D in questo, il brano mi ricorda molto quelli del cantautore Dente, i quali sono pieni di simili artifici :)




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Messaggio da Nillc »

Visto che Teone ha uppato questo topic, condivido con voi i miei pensieri circa un verso ambiguo di un brano della mai abbastanza compianta Amy Winehouse; in realtà in questo caso si tratta più che altro di una cattiva interpretazione dell'originale nelle traduzioni italiane, ma leggendo un po' in giro noto che la controversia esiste anche in inglese.



Il verso incriminato è il terzo della prima strofa, pochi secondi dopo l'inizio, che dice

"Five stories fire as you came"

In italiano questo verso viene quasi sempre tradotto con "Cinque storie, fuoco quando sei arrivato", interpretabile come "una volta trovato il proprio amore le relazioni trascorse vengano completamente dimenticate"; come ho detto inizialmente, anche molti siti inglesi sposano questa interpretazione.
La realtà è che quel verso è leggermente diverso, poiché "stories" è in realtà al singolare ("story"): si tratta di una frase idiomatica inglese per indicare quanti piani ha un palazzo : "a five story building" è "un palazzo di cinque piani".
Di conseguenza il verso sarebbe da tradurre con "Un incendio di cinque piani [è scoppiato] quando sei arrivato", metafora di una passione violenta e improvvisa ;)




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Messaggio da Nillc »

UP :D

Sapete quando vi passa fugacemente nella testa una frase, il verso di una poesia o di una canzone, innesca un flusso di pensieri improvviso che da un momento all'altro vi porta a porvi domande esistenziali? Bene, stamattina mi è successa una cosa del genere quando, alzandomi dal letto, mi sono detto "primo maggio, su coraggio", frase tratta da Ti Amo di Umberto Tozzi.



Pensando pensando mi sono accorto che di questa canzone, che avremo sentito mille volte (ultimamente Tozzi l'ha rifatta in duetto con Anastacia), non avevo mai compreso a fondo il significato. In effetti, col suo ripetere incessantemente "ti amo" potrebbe sembrare molto più semplice di quanto non sia in realtà... in realtà il suo significato è molto profondo e molto meno romantico di quanto si possa pensare. Leggiamo insieme il testo e analizziamolo.

Ti amo, un soldo
Ti amo, in aria
Ti amo se viene testa
Vuol dire che basta:
Lasciamoci.
Ti amo, io sono
(Ti amo) in fondo un uomo
Che non ha freddo nel cuore,
Nel letto comando io.

Ma tremo
Davanti al tuo seno,
Ti odio e ti amo,
E' una farfalla che muore
Sbattendo le ali.


La prima strofa è dedicata a una donna con la quale il narratore ha una relazione, e su questo direi che avevamo pochi dubbi :D tuttavia non si tratta di una relazione stabile e sicura: la canzone si apre con la messa in discussione del rapporto affidato al gioco del "testa/croce", cosa che una coppia rodata magari fa scherzosamente. I versi successivi, però, ci fanno capire che da ridere non c'è poi tanto: il narratore prima fa la voce grossa, dicendo che "a letto comanda lui", quindi decide lui con chi stare e quali siano le sorti del rapporto, salvo poi "tremare davanti al seno" della donna cui si rivolge. "Ti odio e ti amo", citazione catullesca, dà la misura di quanto instabile sia il rapporto con questa donna, fragile come una farfalla che muore in volo, sul più bello. Il perché è spiegato nella strofa successiva.

L'amore che a letto si fa
prendimi l'altra meta',
Oggi ritorno da lei:
Primo maggio, su coraggio,


Il narratore chiede alla donna di "prendergli l'altra metà" dell'amore fisico, "che a letto si fa", ossia l'amore sentimentale; in altre parole per questa donna lui prova solo attrazione fisica, tanto da poterle chiedere indietro i sentimenti quando deve "ritornare da lei": lei è la sua donna legittima, la moglie (forse), dalla quale deve necessariamente tornare perché è il primo maggio, giorno di festa, e non può addurle la scusa di dover lavorare per stare con la sua amante. Quel "su coraggio" può essere rivolto all'amante, che ovviamente è triste di non poter passare con lui un giorno di festa, ma anche a se stesso, per imporsi di lasciare la donna. Io lo immagino dirsi questa frase mentre si alza dal letto su menzionato per andarsene.

Io ti amo
E chiedo perdono
Ricordi chi sono?
Apri la porta
A un guerriero di carta igienica.


E infatti a partire da questa strofa il narratore si rivolge all'altra donna, la moglie. Le chiede perdono per essere stato via tanto tempo, tanto da indurlo a pensare che lei non ricordi più chi sia. Il "guerriero di carta igienica", che è un altro dei versi più famosi della canzone, era un gioco in voga qualche decennio fa, un pupazzo costruito incollando i cilindri dei rotoli di carta igeinica a formare una figura umana. Un guerriero di cartone, dunque, un uomo che si fa credere forte e combattivo (come ha detto alla sua amante nella prima strofa) ma che in realtà è fragile e volgare, vista anche la funzione della carta igienica :D ovviamente l'uomo si riferisce a se stesso, implorando sua moglie di aprirgli la porta al suo ritorno.

Dammi il tuo vino leggero,
Che hai fatto quando non c'ero?
E le lenzuola di lino
Dammi il sonno di un bambino
Che fa
sogna cavalli e si gira


Nella strofa precedente è stato raccontato il ritorno dell'uomo alla propria casa, pieno di tensione e di dramma, accentuati dal tono alto con cui essa viene cantata; qui invece si ritorna a un registro più basso. Ormai l'uomo è rientrato ed è stato perdonato dalla moglie, che però magari gli tiene un po' il muso e si occupa delle faccende di casa dandogli le spalle e ignorandolo a bella posta. A questo punto lui tira fuori un campionario dei complimenti e frasi fatte a cui si è ridotto il loro rapporto: "vorrei un bicchiere di quel buonissimo vino che compri... che hai fatto quando non c'ero?" (frase che può anche essere interpretata con un po' di scherzosa gelosia), "oh, guarda, hai messo su le lenzuola di lino... che ne dici di usarle per fare un bambino?". Questa è l'arma che l'uomo utilizza per riconquistare la sua donna: la promessa di un figlio, che lui le dipinge con toni teneri, immaginandolo mentre si gira dormendo nel suo lettino.

E un po' di lavoro
Fammi abbracciare una donna
Che stira cantando.
E poi fatti un po' prendere in giro
Prima di fare l'amore
Vesti la rabbia di pace
E sottane sulla luce.


L'uomo chiede alla moglie, ormai rabbonita, di farlo partecipare alle faccende domestiche, che lui poi utilizzerà per mettere in pratica la sua promessa, prima abbracciandola da dietro mentre stira, poi portandola a fare l'amore, prendendola prima un po' in giro, lasciando intendere che ormai tra loro sia tornata la serenità e "la rabbia si sia vestita di pace". L'ultimo verso può essere interpretato in senso quasi letterale, con una sottana che viene tolta e lanciata a caso su un abat-jour.
La ripetizione, in chiusura, della strofa urlata in cui lui torna a casa chiedendo perdono, mi lascia tuttavia intendere che questa pace sarà solo provvisoria: lui tornerà dalla sua amante e poi di nuovo dalla moglie, in un ciclo continuo di tradimenti e riappacificazioni.

Che ne pensate della mia analisi? :)




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