[Movie] Le Crociate (Kingdom of Heaven)

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[Movie] Le Crociate (Kingdom of Heaven)

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Da oggi al cinema il nuovo film di Ridley Scott :) :



Le Crociate (Kingdom of Heaven)



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Dopo aver raccontato l'antica Roma con il 5 volte premio Oscar 'Il gladiatore', Ridley Scott affronta un'altra importante pagina di storia occidentale, il Medio Evo delle Crociate, con un colossal che uscirà in contemporanea mondiale il 6 maggio.

Protagonista Orlando Bloom, che smessi i panni dell'elfo Legolas de 'Il signore degli anelli' qui interpreta un fabbro francese, Balian che scopre all'improvviso di essere il figlio illegittimo di un cavaliere, Godfrey di Ibelin (Liam Neeson), un crociato che dopo aver combattuto nel lontano Oriente ha fatto momentaneamente ritorno in patria per cercare il figlio che non ha mai conosciuto.

Dopo aver perduto la famiglia e la fede, Balian parte per Gerusalemme con suo padre. Là, nell'intervallo tra la seconda e la terza crociata, Balian si troverà a combattere da un lato la smania di potere e di vendetta dei Templari, dall'altro la volontà di riconquistare Gerusalemme da parte del Saladino e infine la sua passione per Sybilla (Eva Green), sorella del re Baldovino e moglie del capo dei Templari.


Cast:

Jeremy Irons, Eva Green, Brendan Gleeson, Liam Neeson, Orlando Bloom


Link utili:

sito ufficiale

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trailer

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Ecco un'intervista fatta a Ridley Scott in occasione della presentazione del film a Roma :) :


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La storia de “Le crociate” è in realtà un pretesto per raccontare le contraddizioni del mondo odierno, la follia delle guerre contemporanee?

RIDLEY SCOTT – La sceneggiatura di William Monahan è molto precisa sulla storicità degli eventi: ambienta la storia tra la fine della seconda crociata e l’inizio della terza. Se si vuole cercarli, probabilmente nel film ci sono alcuni riferimenti alla situazione odierna, qualche parallelismo con quello che sta succedendo oggi. Una cosa che comunque preferisco non fare, almeno volontariamente, è creare dei riferimenti espliciti: il mio punto di vista è che forse dovremmo smettere di guardare al passato, ma proiettarci verso il futuro. Un nostro grande problema è proprio quello che dalla storia non riusciamo mai ad imparare. Credo che alla fine bisogna trovare in se stessi i valori che si cercano all’esterno: in questo senso il personaggio che meglio esplicita questa filosofia a Balian, il protagonista, è quello interpretato da David Thewlis, il quale dice che alla base di ogni religione c’è sempre l’essere o meno un brav’uomo. Capito questo, si può anche proteggere la propria religione nel rispetto di quella altrui.


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Il suo film parla di tolleranza?

R.S. – Il termine tolleranza non va usato con leggerezza: si tratta di qualcosa di molto sfaccettato e complicato. Penso che principalmente il mio film parli della ricerca di valori: la necessità di credere in qualcosa, di possedere dei valori incrollabili, tra i quali certamente anche il rispetto dell’altrui fede...

Come in tutti i suoi film, anche ne “Le crociate” la resa visiva è superba...

R.S. – La verità é che cerco di imparare qualcosa di nuovo in ogni film che faccio. Se no avessi questo entusiasmo, probabilmente sarebbe meglio che smettessi di fare cinema. Perciò anche “Le crociate” per me ha rappresentato una nuova avventura, una sfida anche a livello estetico. A differenza di altri registi che li detestano, perché ovviamente possono causare problemi alle riprese, a me invece piace molto sfruttare anche gli elementi naturali della natura i miei set. Per questo mi trovo molto a mio agio nel girare in Marocco: le condizioni naturali ed atmosferiche sono una continua sorpresa, che se sfruttata nel modo giusto non può che aggiungere fascino e realismo a quello che giro.
Elementi come il sole e soprattutto il vento per me sono una risorsa da cui attingere...non credo però che la pensino così gli attori: il mistral del deserto ci ha accompagnato per tutte le riprese, e per loro è stato molto faticoso.


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Sulla storia delle crociate sono stati scritti molti luoghi comuni, prima in positivo e poi in negativo. Cosa ne pensa? A me è sembrato che il suo film sia in fondo piuttosto politicamente corretto: il concetto di tolleranza tra le religioni a Gerusalemme è accettato nel film, molto meno nella realtà di quel periodo...

R.S. – Spero che lei non sia uno storico, così posso rispondere liberamente! Suppongo che lei abbia ragione, e credo che questo fatto sia dovuto all’idealismo che ha sempre circondato le testimonianze sulle crociate. Io, ad esempio, ho consultato l’opera di Gustave Doré, due splendidi tomi pieni di fantastiche illustrazioni in cui è contenuta una sorta di misticizzazione delle crociate. Per molto tempo è stata portata avanti una rappresentazione molto romanticizzata delle atrocità commesse in quel periodo sia dai cristiani che dai musulmani. C’è poi da ricordare che nel XIX secolo le crociate vennero quasi completamente dimenticate, per tornare ad essere analizzate nel XX secolo. Anche il termine steso di “crociata” ha subito una forte connotazione politica che prima non possedeva. Il lavoro di ricerca storica compiuto da Monahan credo comunque che garantisca al film una decisa veridicità al film. In particolare, lo sceneggiatore si è soffermato sul periodo di regno del Saladino: avendo dei problemi molto più gravi sul confine orientale del suo regno, in realtà il Saladino ha considerato per molto tempo le crociate non più di una scaramuccia.


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Dopo il primo montaggio il film durava quattro ore. Perché tale riduzione?

R.S. - Non è del tutto preciso. Al primo montaggio la durata era vicina alle tre ore. Io ho imparato, nel corso dei film, che in sede di edizione un regista deve essere il più possibile severo con se stesso. Deve lavorare come un critico feroce. Forse una versione da 3 ore e 40 la vedrete in DVD, un formato che io apprezzo molto.

Lei è un maestro nel dirigere le folle. Questa volta poi sembra non aver usato molti effetti speciali...

R.S. – Ottimo! Abbiamo usato circa 800 inquadrature con effetti speciali: se non ve ne siete accorti significa che funzionano davvero! Per le comparse ho avuto solo 150 cavali e 650 persone. Il resto è tutto ricreato al computer!

(Adriano Ercolani per film.it)




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E la Recensione fatta da Diego Altobelli per FilmUP :) :


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Il premio Oscar Ridley Scott, dopo l'apprezzato Black Hawk Down, torna al cinema con un film che possiede tutte le caratteristiche per poter diventare un nuovo Classico. Ambientato a cavallo tra la seconda e la terza crociata, Le Crociate - Kingdom of Heaven racconta la saga delle Guerre di Religione viste attraverso gli occhi di Baliano, maniscalco rimasto vedovo a cui la Morte ha sottratto anche il figlio. Troverà il riscatto nella difesa di Gerusalemme o "Regno dei Cieli", come veniva chiamata nell'antichità. Con questo film Ridley Scott riesce a catturare sia il pubblico di appassionati del genere "cavalleresco", sia i meno avvezzi alle storie di cappa e spada: mescolando sapientemente una regia cupa, in perfetta armonia con il periodo narrato, ed una limpida capacità narrativa, con alcune scene di battaglia davvero degne di nota. Una regia imponente fa quindi da sostegno ad una sceneggiatura che, purtroppo, risulta a tratti debole: attraverso un gioco di dialoghi che sanno di "già sentito", la trama si sviluppa in maniera leggermente scattosa e giunge a conclusioni un po' affrettate con alcune svolte narrative che hanno l'aria di essere un po' forzate. Colpiscono invece alcune tematiche sottotestuali: la solitudine di un uomo di fronte al suo credo, che nel film diviene un ideale morale piuttosto che un alibi di fronte a Dio; e la generale smania collettiva che colpisce i popoli posti davanti a temi religiosi, giustificando ogni tipo di atto in nome di una religione che non li appoggia davvero. Quasi sfacciata invece la critica che Scott muove al governo americano, non troppo velatamente, nella dedica finale del film, dove indica (a ragione) l'Iraq come il Kingdom of Heaven del titolo sottolineando come le cose, dalle Guerre di Religione ad oggi, non siano cambiate più di tanto.


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Il cast è ricco: da Jeremy Irons a Liam Neeson, che donano interpretazioni importanti e sentite; ma la recitazione, generalmente buona, alterna momenti più intensi ad altri meno, risentendo di dialoghi che non convincono. Un identità maggiore in questo senso, avrebbe giovato all'immedesimazione da parte del pubblico, oltre naturalmente a rendere più solida tutta la pellicola. Infine la recitazione di Orlando Bloom, nei panni del protagonista, appare ancora un po' immatura, quasi inesperta: un ruolo, quello di Baliano, che forse avrebbe dovuto maturare ancora un po'.


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Un film importante comunque, un buon esempio di cinema "Cavalleresco".

Frase del film: "...se Dio non ti ama, come hai potuto fare tutto quello che hai fatto?..."


(immagini da Repubblica.it)




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bashira
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Messaggio da bashira »

Io adoro i film storici.. sempre che siano ricostruiti bene..:)




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