SMT

Un po' di mistero su un nuovo progetto

Condividete le vostre creazioni: disegni, fumetti, racconti, 3D, foto, musica o altro ispirati a TR e non / Show here your creations: art, paintings, comics, literature, 3D, photo, music or other inspired or not to TR
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overhill
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

Macciau! :)

Durante le vacanze ho lavorato (be', si fa per dire) e ho stravolto un po' la struttura del romanzo.
La "seconda parte", quella in cui fa la sua comparsa la Squadra di Polloni, è diventata la terza, mentre la prima sezione l'ho divisa in due. SOno circa 15 capitoli a parte.
Adesso siamo alla cartella 198, che corrisponde più o meno a pagina 193-194.

Oggi ho terminato il 14° capitolo della terza parte, e ne mancano ancora due già strutturati. La quarta parte dovrebbe prevedere un numero minore di capitoli, cinque o sei, non di più.
Infine ci sarà la quinta parte, composta da un solo capitolo, l'epilogo.

COme dimensioni penso di arrivare intorno alle 250 cartelle, che in pagine reali dovrebbero essere più o meno trecento, trecentocinquanta, dipende dal formato del libro.

Oggi ho mandato il lavoro fatto fin'ora a SMT, che spero mi risponda a breve

Insomma, sembra che non faccio niente, ma però... :D
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overhill
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

Uhm, SMT mi ha risposto, ma non ha avuto per la seconda parte del romanzo lo stesso apprezzamento della prima...
Adesso vedo cosa fare, ma temo dovrò buttare via il 50% del lavoro fatto nelle ferie e integrarlo con altro...

Va be', se voglio diventare un professionista devo imparare ad affrontare anche questi inconvenienti :)
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overhill
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

Bene, ho recuperato quasi tutto il tempo "perso" scrivendo l'altra versione del romanzo, la 1.0
Ho riscritto alcune cose, e altre le ho tenute com'erano, con piccoli aggiustamenti.
Ma l'ultimo capitolo che ho scritto mi ha fatto davvero paura! :shock:
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Blu
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Re: SMT

Messaggio da Blu »

A posto [:^] , se impressiona anche te siam messi bene :asd: .. hai già mostrato a SMT la nuova versione :) ?

PS: comunque ci sta che non tutto fili liscio al primo colpo, in genere porta proprio a tirar fuori il meglio :)




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overhill
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

VeroVero :)

Sì, gli ho mandato qualcosa, ma l'ultimissima con i capitoli (adesso sono due) "de paura" non glieli ho mandati ancora, perché volevo raffinarli ;)
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overhill
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

Mi ha risposto: a quanto pare questa versione "de paura" gli piace assai :)

Adesso sto affrontando un paio di capitoli piuttosto copmlicati, perché dovrò scrivere alcune cosette piuttosto... spiacevoli, specialmente per uno come me, che apprezza la bellezza femminile... :shock:

Se ne faranno un film, sarà vietato ai minori di 21 anni, mi sa... :D
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

E, solo per i vostri occhi, il capitolo che vede protagonista un personaggio con il nome del mio figliolo virtuale (ma con un'indole completamente diversa ;) )
La villa della Tesoriera, chiamata così perché costruita nel diciottesimo secolo per l'allora tesoriere dello Stato Sabaudo, è circondata da un grande parco aperto al pubblico. Nelle giornate di sole è meta di un notevole e variegato gruppo di persone: pensionati in cerca di fresco e di due chiacchiere, famiglie con bambini al seguito in cerca di un posto dove far giocare i pargoli, giovani desiderosi di stravaccarsi sui tanti prati a chiacchierare, suonare la chitarra, ascoltare musica o semplicemente dormire.
Mariano, però, non era dell'umore giusto per godersi la bellezza del parco. Aveva scelto una delle poche panchine non ombreggiata per evitare che qualcuno si sedesse vicino a lui, e ora stava combattendo contro il caldo, la necessità di strizzare gli occhi per la tanta luce, e la voglia di scappare.
Continuava a guardarsi a destra e a sinistra per vedere se il suo “contatto” si stava avvicinando, ma era decisamente in ritardo. Forse aveva cambiato idea... peccato, perché i soldi che gli aveva promesso non glieli aveva mica dati. Un altra volta se li sarebbe fatti dare prima; la metà, magari: “Ehi, amico, metà prima e metà alla consegna. Prendere o lasciare”. Quando era sotto pressione, si faceva spesso di lunghi film mentali dove lui, ovviamente, era il protagonista, figo e tosto, pieno di donne e soldi e...
«Ce l'hai?»
Si girò di scatto: la voce lo aveva colto di sorpresa. Si era avvicinato da dietro e per questo non l'aveva visto fino a quando non si era seduto e aveva parlato.
Rimase imparpagliato per alcuni secondi: nella realtà non era così figo e tosto e pieno di donne.
«Allora, ce l'hai?» insistette Alfredo.
Si riprese. Alzò la borsa che teneva a tracolla, l'aprì e ci frugò dentro rapidamente. Tirò fuori un piccolo contenitore tupperware col coperchio blu ermetico e lo porse all'uomo con un sorriso imbarazzato: «Eccolo qui. Ci ho messo un po' a prenderlo, ma perché lo chef è sempre al suo posto, sta sempre appiccicato al suo dannato posto e non si sposta mai, e quando si sposta, magari per andare al bagno oppure per andare in sala per qualche complimento, allora c'è un sacco di gente che potrebbe vedere...»
Alfredo stava osservando il contenuto del barattolo trasparente, facendolo muovere da tutti i lati.
Intanto Mariano continuava a parlare a vanvera: «...per fortuna che ieri sera sono arrivati un mucchio di russi che hanno ordinato un sacco di roba, e noi siamo venuti pazzi per stare dietro alle comande, e alla fine eravamo tutti talmente stanchi che lo chef non si è fermato come al solito per controllare le pulizie e allora sono riuscito a prenderla. Che culo, eh?»
A malapena Alfredo si accorse che il ragazzo aveva smesso di parlare. Infilò un mugugno affermativo, giusto per farlo stare tranquillo.
«Ho corso un bel rischio, sai? Se si accorgeva che gli stavo toccando la sua postazione, lo chef si sarebbe incazzato. Non mi avrebbe fatto niente di male, perché è un mollaccione, però di sicuro mi avrebbe mandato via. Ma sono stato attento e nessuno mi ha visto. E poi c'è sempre un sacco di gente lì, e come vuoi che facciano a scoprire che sono stato io...»
Alfredo ne aveva già le scatole piene. Aveva conosciuto Mariano Farina per caso, e sempre per caso aveva scoperto che era uno dei Plongeur del CarMa. Ma non per caso l'aveva avvicinato e, una volta capito che si trattava di un cretino che avrebbe finito la sua carriera nella stessa posizione in cui si trovava ora, e stabilito che aveva un debole per i soldi, gli aveva fatto un'offerta abbastanza allettante da mettere da parte i suoi pochi scrupoli morali.
Ma adesso cominciava a essere un pelo noioso, per cui Alfredo decise di chiudere la questione: il lavoro l'aveva fatto, per cui l'avrebbe pagato e fuori dai coglioni.
«Bene. Avevamo parlato di duemila, giusto?»
Il ragazzo ci aveva pensato per tutta la notte, non ci aveva proprio dormito: perché non rilanciare? Duemila erano pochi per il rischio che aveva corso.
«Be', ho corso un bel rischio a fare il “prelievo”. Secondo me dovrebbero essere di più».
Alfredo allargò la bocca in un sorriso che terrorizzò il giovane: «Ah sì, dici che sono pochi? E quanto sarebbe “giusto” secondo la tua opinione?»
Mariano deglutì a fatica. Nei suoi sogni aveva pensato a se stesso che batteva il pugno sul tavolo e diceva: «Cinquemila, non un centesimo di meno». La voce era decisa, tagliente, e Alfredo si terrorizzava talmente che metteva i soldi sul tavolo senza commentare.
Nella realtà però non c'era il tavolo, e soprattutto non c'era il coraggio necessario: «Be', secondo me cinquemi...»
Alfredo lo interruppe: «Quanto hai detto?» e scoppiò a ridere.
Qualcuno dalle panchine vicine si girò a guardare, ma l'interesse durò poco.
Lo chef concluse la risata scuotendo la testa. Si mise il contenitore di plastica in una delle tasche interne della giacca, quindi tirò fuori il portafoglio, ne estrasse quattro banconote da 500 euro, e le mise in mano a Mariano, che era sbalordito e avrebbe voluto dire che erano tagli che non aveva nessuna idea di come gestire, ma non disse nulla perché Alfredo accompagnò il gesto con una frase perentoria: «Duemila abbiamo detto e duemila saranno. Se ti va, bene, altrimenti mi prendo pure questi. Tanto il barattolo ce l'ho già. O vuoi provare a riprendertelo?»
Mariano lo guardò negli occhi per un secondo, e in quel breve momento vide una promessa che assomigliava moltissimo a una minaccia: afferrò rapidamente i soldi e con altrettanta velocità li fece sparire.
Il "plongeur" è semplicemente il lavapiatti :)
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overhill
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

Oltre che Mariano, in questo lavoro c'è anche l'esordio di un nuovo personaggio che penso potrebbe tornarmi utile in altri frangenti :)
L'avvocato Antonio Tarantelli era uno dei più noti professionisti del Piemonte, e lavorava da sempre con il CarMa. Amico personale di Carlo Maria e di Laura, era sempre stato in prima linea nel gestire le tante diatribe in cui il ristorante si era trovato coinvolto; e aveva l'invidiabile prima di non avere mai perso una causa, almeno con i suoi amici ristoratori.
Dalle curve morbide e abbondanti, la barba che sembrava velluto e uno sguardo dolce dietro gli occhiali spessi, sembrava un grosso orsacchiotto pacioccone. Ma quando si trattava del suo lavoro, diventava uno squalo implacabile, e faceva di tutto per i suoi clienti. Aveva sempre seguito la legge, senza mai andare contro, ma in alcuni casi aveva “piegato” l'interpretazione in modo che si allineasse ai suoi bisogni. Il suo modo di lavorare, così diverso dal suo aspetto bonario, gli era valso il soprannome di “Psiko” tra i colleghi.
Virginio aveva ricevuto la convocazione presso l'ufficio dell'avvocato solo il giorno precedente, e non aveva avuto tempo per fare altro se non preoccuparsi. Anche questa era una delle tecniche usate dal professionista, per impedire che la controparte avesse il tempo di organizzarsi.
Lo Chef era seduto davanti a Psiko, con la schiena dritta, un po' impettito, cercando di non dare a vedere di essere qualcosa più che terrorizzato. Sapeva benissimo per quale motivo era stato chiamato dall'avvocato, ma non aveva idea di quale sarebbe stato il modo con cui gli eventi si sarebbero svolti.
Oltre tutto gli avvocati gli stavano sull'anima; e anche parecchio.
Dal canto suo Tarantelli lo osservava silenzioso, mettendolo ancora disagio ancora di più. Dopo qualche interminabile minuto, finalmente l'avvocato cominciò a parlare.
«Signor Carossa, spero non sia stato un problema per lei venire qui oggi».
«Ehm, be', è stato tutto un po' improvviso...»
«Certo, certo, mi rendo conto. Purtroppo ci sono certi tempi che, lei capirà...»
«Capisco» rispose Virginio che, invece, non aveva idea di quali fossero i “tempi” a cui il legale si riferiva. Anche lo stesso Tarantelli non si riferiva a nulla in particolare: semplicemente continuava a lavorare per aumentare l'agitazione di Virginio, in modo che, quando avrebbe fatto la proposta, lui sarebbe stato così ansioso di uscire, da accettare qualunque cosa pur di andarsene.
«Vede, signor Carossa, quello che è avvenuto nella cucina del mio cliente è stato... come dire? estremamente spiacevole per entrambe le parti. Non trova?»
«Be', certo che Sandro, lo Chef...»
«Esatto» lo interruppe l'avvocato, «Purtroppo il signor Corsi ha reagito in modo avventato alla sua provocazione».
«No, ma io non ho provocato...»
«Capisco, mi rendo conto che dal suo punto di vista non ci sia stata nessuna intenzionalità, ma converrà con me che mettere le mani nelle cose degli altri non è un bel modo di fare, non trova?»
Questo continuo chiedere approvazione a cose sulle quali Virginio non era assolutamente d'accordo, era davvero scocciante.
«Ma io posso garantire...»
«Assolutamente d'accordo con lei, signor Carossa. Ma lei deve poterla vedere dal punto di vista dello Chef: era in casa sua, alle sue dipendenze, e ha fatto una cosa che, come lei ben sa, non si dovrebbe mai fare».
Virginio tacque per qualche secondo: era un bell'avversario, l'avvocato Tarantelli. Lo conosceva di vista, perché tante volte era andato a mangiare al CarMa, a volte ospite, a volte in compagnia di suoi amici. Lo conosceva, ma non aveva mai avuto a che fare con lui direttamente.
«Ma questo non gli dà il diritto...» cercò ancora di puntualizzare.
«Ha ragione, nessuno ha il diritto di alzare le mani. Capirà però che lo Chef Corsi si è sentito, come dire? defraudato, ecco, diciamo pure defraudato del suo sacrosanto diritto di veder rispettate le sue cose, specialmente in casa sua. Sono assolutamente d'accordo con lei quando afferma che probabilmente non aveva il diritto di comportarsi come si è comportato, ma, le ripeto, era in casa sua, nella sua cucina, e ha visto in pericolo le sue cose. Converrà con me che si è trattato di una forma di legittima difesa; estrema, magari, ma legittima».
Virginio era sbalordito, ma non aveva la minima idea di come replicare alla logica ferrea dell'avvocato.
Intanto “Psiko” aveva capito che la sua preda aveva abboccato, per cui non rimaneva che tirare la lenza per finire il lavoro. Però, giusto per divertirsi un po', poteva lasciargli ancora un po' di corda, giusto per vedere cosa sarebbe successo.
«In ogni caso, ho parlato con lo Chef, il quale si è detto molto dispiaciuto per averla dovuta colpire».
Virginio non colse la contorsione della frase: «Certo, spiace anche a me. Ma si è trattato solo di un fraintendimento».
«Ma certo, ne siamo tutti più che sicuri».
Pausa di qualche secondo, poi: «Però...» Tirò la lenza.
«Però...?» Aveva abboccato.
«Però, lei si renderà conto che un'attività come quella che svolgete lei e lo Chef Corsi, richiede un gruppo estremamente coeso, un'unità d'intenti che porta a lavorare come una persona sola. Serve, per dirla in una parola, fiducia. E questa fiducia, converrà con me, è venuta meno dopo la vicenda intercorsa tra lei e lo Chef».
L'aveva preso per mano, come si fa con un bambino piccolo e un po' stupido, e l'aveva portato dove voleva lui. Virginio, adesso che era arrivato alla fine del percorso, e che l'avvocato gli aveva abbandonato la mano, si rendeva conto che in fondo aveva ragione: non esisteva alcuna possibilità di tornare a lavorare al CarMa. Chiaramente il problema era lo Chef e la sua follia, perché non sapeva come chiamare diversamente quello che aveva fatto. Era ancora convinto di essere dalla parte della ragione, lui; ma si rendeva anche conto che il CarMa, e quindi Sandro, avevano dalla loro parte i soldi, e dove ci sono i soldi, le cause si vincono facilmente, indipendentemente dalla ragione o dal torto.
Anzi, alla fine doveva essere contento se non lo denunciavano loro per furto, appropriazione indebita, atti contrari alla pubblica decenza, omosessualità, abigeato, pedofilia o qualunque altra cosa gli venisse in mente.
Rispose con l'unica cosa che poteva dire: «Ha ragione».
Il legale allargò le braccia: «Oh, mi fa piacere vedere che lei è una persona ragionevole. La signora Parisi mi ha parlato di lei, e mi aveva detto che è sempre stato un ottimo elemento della... Brigata di cucina. Si dice così vero?»
Virginio assentì col capo. L'avvocato proseguì: «L'aveva in grande considerazione, sa? Un vero peccato questa brutta situazione. In ogni caso, la signora mi ha chiesto di farle una proposta, che, ne sono convinto, troverà interessante. A parte le sue spettanze, stipendi, TFR, premi di produzione, insomma tutto quello che le spetta di diritto, la signora mi ha chiesto di proporle un agreement di cinquantamila euro, con i quali desidera ringraziarla per l'ottimo lavoro svolto. Cosa ne pensa?»
Lo Chef non era particolarmente a suo agio con l'inglese, per lo meno non quanto lo era con il francese, per cui non ne comprese il significato: immaginò che fosse una parola per indicare un premio, un ringraziamento o qualcosa del genere, e la cosa, in fondo, gli fece molto piacere. Certamente perdere il posto al CarMa era un vero peccato. Si illuminò per un istante, e parlò per la prima volta da parecchio tempo: «Avvocato, sono tanto sfacciato se faccio una richiesta?»
Gli anni di esperienza aiutarono Tarantelli a evitare di esprimere la propria sorpresa: era convinto di averlo messo a tacere, in un angolo... e invece ecco che reagiva. Forse l'aveva giudicato male, sto tipo.
«Mi dica».
Virginio deglutì: «Vede, avvocato, per il nostro ambiente essere mandato via da un locale come il CarMa è una specie di maledizione. Se dovesse saltare fuori il motivo per cui non ci lavoro più, non troverei più lavoro, neanche come sguattero».
«Capisco...» disse il legale per prendere tempo, e riuscire a capire dove voleva arrivare.
«Volevo chiederle: sarebbe possibile avere la lettera di referenza?»
No, l'aveva giudicato correttamente: «Ma certamente, signor Carossa, le garantisco che non ci saranno problemi a riguardo. E faremo in modo di limitare la diffusione di questa piccola incomprensione tra lei e lo Chef Corsi, va bene?»
Virginio sorrise, anche se avrebbe voluto picchiarlo, quel grosso pezzo di merda di avvocato. Lo vedeva che gongolava per avere raggiunto il suo obiettivo. Ma l'unico sistema era di abbassare la testa e aspettare che la tempesta finisse.
Forse un giorno sarebbe riuscito a parlare con Sandro, e avrebbero chiarito tutto.
Ma per adesso doveva accontentarsi di soldi e lettera di referenze. Non che fosse un brutto accordo, ma perdere il CarMa era davvero un brutto colpo.
Pazienza, ci vuole tanta pazienza.
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Re: SMT

Messaggio da Blu »

ahahahah :D .. che bello, oltre a Max (stavolta davvero insolito) è arrivato psiko ed è.. perfetto :D




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Re: SMT

Messaggio da overhill »

:)

Finita la stesura della parte principale. Mancano uno o due capitoli che però non sono fondamentali per la storia, servono per dare il "finale alla Pippia", che tanto la gente anela :)
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

Finito adesso: ancora qualche ritocco, poi si parte con le correzioni serie.

SMT è già in fibrillazione :)
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Re: SMT

Messaggio da Blu »

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Re: SMT

Messaggio da overhill »

Adesso ci sto mettendo mano per la ristrutturazione: ci sono diverse sciocchezze, causate dal fatto che alcune cose si cambiano in corsa

Ci sono 58 capitoli, per un totale di 257 cartelle, e circa 410.000 battute.
il risultato finale dovrebbe essere intorno alle 300 pagine.

E sono riuscito a scrivere il "capitolo alla Pippia", proprio come volevo :D
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Re: SMT

Messaggio da overhill »

C'è un passaggio in un capitolo che mi sta facendo pensare.
Sapete che nei miei lavori ci sono spesso delle frasi a effetto, che vogliono far riflettere.
Qui c'è un dialogo tra un Astice (!) e il protagonista (è una specie di sogno, ovviamente), in cui viene affrontato un problema particolare.
Mi piacerebbe capire se, secondo voi, è comprensibile, oppure se sembra solo una provocazione :)
Zero sembrò intuire il pensiero di Sandro.
«Voi umani avete un curioso modo di ragionare: definite stupidi gli animali che non hanno lo sguardo come il vostro, perché non ne sapete intuire il pensiero. Invece animali veramente stupidi, come i cani, li ritenete intelligenti perché hanno uno sguardo simile al vostro. Avete veramente un'empatia di merda!»
Sandro era stato leggermente spiazzato dal ragionamento che l'astice aveva fatto, ma di tutto quello che aveva detto, aveva colto solo una frase che l'aveva colpito: «Come sarebbe a dire che i cani sono stupidi?»
Zero fece schioccare le chele, e rispose ridendo.
«Perché li puoi picchiare, abbandonare, maltrattare, denutrire, torturare, ma sono sempre i vostri migliori amici. Se non è essere stupidi questo, allora non so cosa vuole dire essere stupidi.»
Va un po' aggiustato nella forma, ma rimarrà più o meno così: che ne pensate, è comprensibile?
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Re: SMT

Messaggio da Nillc »

Il concetto è molto bello e d'effetto, però non mi convince molto la questione dello "sguardo"... io estenderei il concetto al corpo nel suo insieme: gli uomini ritengono intelligenti i cani solo perché li trovano "carini" (del resto parla un astice :D)




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