Lara Croft Tomb Raider: One Last UNTOLD Story

La conclusione della saga Untold!

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Lara Croft Tomb Raider: One Last UNTOLD Story

Messaggio da Nillc »

@Blu e @bashira :oops: :love:

Per quanto riguarda i nuovi approcci, quello suggerito da Blu non mi dispiace, anche se io per primo non sono sui vari social (a parte Twitter che frequento comunque molto poco), quindi qualcuno si dovrebbe prendere la briga di condividere :P

PS: tornando ontopic, quanto ha scritto Press sarà in qualche modo affrontato nel resto del romanzo :D anche se a livello un po' subliminale.




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Lara Croft Tomb Raider: One Last UNTOLD Story

Messaggio da Press_Release »

Che si tratti di affrontare il cambiamento ludico di Lara all'interno della narrazione? Sarebbe una sottilissima forma di metaletteratura. Mica male!
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Nillc
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Lara Croft Tomb Raider: One Last UNTOLD Story

Messaggio da Nillc »

Qualcosa si inizia a capire nella puntata (importantissima) di oggi :D


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Capitolo 8- La Battaglia

Nella prima fase della battaglia, Lara si limitò a muoversi agilmente evitando gli attacchi che le piovevano addosso da tutte le parti; non c'era alcun possibile nascondiglio e non le era concesso di fermarsi, ma ciò le permise di studiare meglio i suoi nemici.
Sembrava che ci fossero veramente tutti: soldati, ricercatori, cow boys, un ragazzino che usava un fondo di corteccia piatto come skate.... fortunatamente, si rese conto, non le piovevano addosso palle di energia, proiettili o fiammate: quelli che stava fronteggiando erano gli spettri dei suoi nemici umani, o presunti tali, che si limitavano a muoversi in maniera disarticolata e sghemba.
Nondimeno essi erano letali e terribilmente decisi a farla fuori. Il loro numero era impressionante, e tutti loro agitavano gli arti ramosi nel tentativo di ferirla o acchiapparla.
L'archeologa capì che avrebbe dovuto agire su due fronti: per prima cosa, trovare i punti deboli dei suoi nemici, e al tempo stesso trovare il modo di sbarazzarsi di quanti più di loro contemporaneamente.
Passò quindi all'azione: estrasse le pistole e sparò numerosi colpi in direzione degli alberi più vicini, grottescamente simili a soldati tuareg. Non tutti i proiettili andarono a segno; alcuni colpirono i nemici sugli arti biforcuti, ma non sortirono alcun effetto a parte sforacchiarli e, in un solo caso, spezzarlo di netto, senza però che il possessore sembrasse provarne dolore.
Una pallottola però riuscì a centrare in pieno la testa di un soldato, che fu proiettato all'indietro, cadde e non si rialzò più.
Benissimo, si disse Lara mentre balzava in avanti per evitare una sciabolata frondosa che le veniva addosso, almeno sono vulnerabili.
Ricaricò le pistole e, correndo a zig zag ovunque il ristrettissimo spazio a sua disposizione glielo consentisse, mirò alla testa di una decina di mostri, riuscendo ad abbatterli tutti.
I nemici sembrarono per un attimo spaesati dalla perdita dei loro simili, ma poco dopo tornarono alla carica, se possibile ancora più incattiviti.
Lara rinfoderò una delle pistole, poi si portò verso il gruppo di nemici più vicino (le ricordavano certi mafiosi che aveva visto a Venezia molti anni prima) e afferrò il braccio di uno di loro, glielo piegò con violenza dietro la schiena e lo costrinse a correre in avanti, travolgendo al contempo i suoi compagni. Alcuni di essi caddero e furono tranciati dalla carica; una manciata fu invece trascinata a correre insieme a Lara e all'altro mostro, in una specie di grottesco trenino. L'archeologa ne approfittò e col braccio libero mirò alla testa del capofila; il colpo trapassò da parte a parte la sua testa legnosa e fece lo stesso con le altre, che esplosero. Lara mollò la presa e scivolò sotto i loro corpi per sfuggire all'agguato di un albero spaventosamente simile a un poliziotto munito di maschera antigas.
Fece per rialzarsi, ma sentì un dolore lancinante poco sopra il gomito sinistro: un nemico, il cui braccio ramificato si risolveva in una spada a tre lame, le aveva procurato un taglio piuttosto profondo. Lei gemette per il dolore e lo ringraziò spappolandogli la testa con un colpo ben assestato.

La donna continuò a saltare e sparare per un bel po', facendo fuori un bel po' di nemici; tuttavia si rese conto che erano ancora troppi, e lei cominciava a sentirsi esausta e dolorante. Inoltre nelle retrovie vedeva gli alberi più grossi e possenti, forse la nuova forma di alcuni terribili mostri che aveva sconfitto in passato, i quali sembravano mantenersi in fondo in attesa del momento in cui avrebbero potuto pestarla.
Se solo avessi lo shotgun... si lamentò, rimpiangendo di non aver messo un arsenale più vasto in zaino.
… Lo zaino!
Sempre correndo e con estrema difficoltà, Lara si affrettò a frugare nello zaino alla ricerca di una cosa che, secoli prima, Hillary aveva citato; si augurò che il maggiordomo non avesse fatto dell'ironia e che ce l'avesse messa davvero.
La sua mano si fece strada tra oggetti vari e inservibili, e alla fine, per sua somma gioia, toccò un guscio di plastica termica; lo afferrò, spezzò velocemente l'involucro e ne estrasse un panetto giallo, che era in realtà un potentissimo esplosivo al plastico.
Hillary aveva insistito perché se lo portasse dietro qualora avesse trovato un ingresso da forzare: un solo mezzo centimetro di materiale avrebbe tranquillamente divelto un portone blindato. Lei ora ne teneva tra le mani un panetto da circa mezzo chilo.
Lara lo spezzò in due metà, ne mantenne una intera e disfece l'altra in pezzetti più piccoli; immediatamente dopo prese a correre all'impazzata, scartando e scivolando per schivare i colpi, senza una meta apparente.
Poco dopo si fermò a riprendere fiato, godendosi lo spettacolo dei mostri che si guardavano attorno disorientati, con le facce legnose contratte in espressioni inquisitive. Non si erano accorti che nell'eseguire quello strano balletto li aveva sfiorati appena, lasciando incollati ai loro corpi piccoli pezzetti di esplosivo. Adesso una ventina di essi erano, a loro insaputa, temibili ordigni con un potenziale esplosivo di tutto rispetto.
Lara fece una prova: si portò il più lontano possibile, estrasse la pistola e mirò alla macchiolina gialla che intravedeva sulla coscia di uno dei mostri.
BOOM.
Il nemico esplose in mille schegge di legno, e assieme a lui due o tre suoi compagni che avevano avuto la sventura di trovarsi attorno a lui.
Tutti gli altri rimasero per un istante a guardare il tondo di terra bruciata rimasta al loro posto; poi si levò nell'aria un urlo belluino e mille facce si voltarono a guardare Lara.

Mentre, per l'ennesima volta, correva come una matta sparando a casaccio e tentando di rimanere viva, Lara cercò di mantenere i nervi saldi e fare il punto della situazione.
Il suo piano aveva funzionato, ma solo in parte: la pallottola incandescente era un innesco troppo blando per quel tipo di esplosivo. Per aumentare il potenziale esplosivo, avrebbe dovuto usare una fonte di calore molto più potente; inoltre sarebbe stato opportuno innescare più esplosioni contemporaneamente, per evitare la reazione degli altri mostri, ma questo avrebbe significato cercarsi un riparo per non essere investita dalle fiamme; ma in quell'intrico di rami e foglie semoventi sembrava non esserci nemmeno un centimetro sicuro...
“AH!”
Una morsa legnosa aveva ghermito il braccio di Lara approfittando del suo rallentamento. Fu un attimo: istintivamente l'archeologa estrasse la pistola e mirò al puntino giallo appiccicato a quello che un tempo era stato il petto di un soldato russo.
L'istante successivo a quella reazione sconsiderata trascorse in un gelido terrore: mentre Lara vedeva l'esplosione gonfiarsi quasi al rallentatore a pochi centimetri da lei, si rannicchiò di scatto facendosi scudo con le braccia, sicura che quella sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto prima di finire dilaniata insieme al suo nemico.

Un vento caldo le accarezzò la pelle.
Cauta, la donna riaprì gli occhi: al posto del nemico che l'aveva acchiappata c'era un mucchietto di legno bruciato. Lo spazio attorno a lei si era ingrandito: i nemici, spaventati, si erano ritratti a diversi metri di distanza, e la danza di alcuni burattini neri e fumanti che si contorcevano scompostamente la informò che l'esplosione doveva aver coinvolto un'altra decina di essi.
Ma lei no.
“Non... non mi ha preso?” mormorò stolidamente, rialzandosi in piedi e spolverandosi di dosso brandelli di cellulosa incenerita.
L'attimo di smarrimento si trasformò immediatamente in esultante comprensione: capì tutto, capì la logica cui obbediva il luogo in cui si trovava, quale fosse la chiave di lettura di quell'ennesima prova e come avrebbe potuto superarla agevolmente...
Ma la distrazione causatale da quell'epifania le fu fatale: sentì un colpo violento alla base del collo e tutto divenne nero.

Quando riaprì gli occhi, pochi istanti dopo, Lara si scoprì avvinta per mani e piedi da quattro energumeni arborei che la trascinavano nuovamente verso il centro della foresta.
Con la vista annebbiata e un dolore persistente alla nuca la donna guardò i suoi carcerieri: due di essi sembravano l'immagine vegetale di idraulici o tecnici, armati e vestiti con abiti consunti e fuori moda; l'altro paio erano invece soldati con lo spettro di un'attrezzatura ultratecnologica.
“Strano...” si disse l'archeologa, stordita “questi qua non ricordo di averli mai visti...”
Ma il suo ragionamento, se tale era, fu bruscamente interrotto: di colpo i quattro la gettarono bocconi per terra, al cospetto dei tre nemici che l'avevano accolta, i quali la guardavano con evidente e maligna soddisfazione. Attorno a loro la foresta tacque.
“Bene, bene...” disse l'uomo dalle due spade “a quanto pare non sei invincibile come credevi...”
Lara sputò del sangue.
“Non ho mai detto di essere invincibile” biascicò risoluta.
“Ah, guardatela!” reagì sdegnata la donna con accento francese “così strafottente anche negli ultimi istanti della sua insignificante vita...”
“Forse non ha bene inteso” aggiunse l'uomo orientale “che tra poco la pagherà per tutto quello che ci ha fatto. Le faremo provare tutto il nostro dolore, la nostra paura...”
Sulle labbra di Lara si disegnò un sorriso sprezzante.
“Pensate forse che cambi qualcosa?” rispose l'archeologa “potreste uccidermi in qualsiasi maniera la vostra fantasia malata vi suggerisca, ma una volta che mi avrete fatta fuori il vostro odio rimarrà. Io forse ho sbagliato a uccidervi e ad arrogarmi il diritto di disporre delle vostre vite, qualsiasi sia stato il motivo... ma ho imparato da molto tempo a perdonarmi per ciò che ho fatto. Voi, il problema ve lo terrete per l'eternità... io no. Perché voi non siete un mio problema!”
Un silenzio agghiacciante seguì quell'affermazione.
“Molto bene” disse infine l'uomo orientale “vediamo dunque se è vero” e levò una mano in alto. Al comando l'intera foresta rispose con un grido di giubilo rabbioso, e di nuovo tutti presero a convergere su di lei.
Lara emise un gemito triste ma non rassegnato, e chiuse gli occhi attendendo risoluta quello che sarebbe stato di lei.

Ma nessuno la afferrò, nessuno la ferì, nessuno la trafisse.
Intorno a lei la terra tremava, grida di rabbia si levavano al cielo, sinistri sibili si susseguivano, ma nessuno sembrava riuscire ad avvicinarlesi.
“Cosa sta succedendo?”
“Chi è? Chi è stato?”
“Fermi, no! No!”

Si arrischiò ad aprire un occhio: il trio dei suoi nemici dei quali si trovava al cospetto sembrava in preda a un furioso spaesamento e si guardava attorno alla ricerca di qualcosa odi qualcuno.
Lara aprì gli occhi e si alzò voltandosi.
Alle sue spalle diversi nemici erano caduti in terra esanimi, a pochi centimetri da lei; tutti gli altri si accalcavano furiosamente cercando di raggiungerla, ma venivano sistematicamente fermati e stramazzavano al suolo con una freccia venuta da chissà dove infissa al centro della fronte.
Lara osservò per alcuni istanti quello spettacolo, stranita e ammirata a un tempo; poi l'incombere di un gruppo di nemici che si stava avvicinando pericolosamente la costrinse a mettere da parte la sorpresa e sfoderare nuovamente le pistole.
Riprese il balletto di fuoco e morte di poco prima, ma stavolta a suo vantaggio c'era il fatto che i mostri fossero spaesati dalle frecce che piovevano loro addosso, una per volta ma inesorabilmente precise.
Mentre correva lanciando colpi da tutte le parti, Lara cercava con lo sguardo l'arciere che la stava aiutando in quella drammatica situazione, ma nel groviglio di corpi sempre più stretto le era difficile riuscire a vedere più in là di pochi metri.
A un tratto si rese conto che tre nemici con il piccolo marchio giallo si trovavano vicinissimi tra loro: era ancora troppo poco per ottenere un'esplosione di dimensioni adeguate, ma lei sparò ugualmente. Una decina di mostri saltò in aria, e per un breve istante l'orizzonte si liberò.
E fu allora che vide chi la stava aiutando.

A qualche decina di metri da lei, seminascosta dall'ombra, riuscì a intravedere una sagoma; non poteva scorgere molti particolari, ma le sembrava una donna di corporatura simile alla sua, che brandiva un arco.
Un istante dopo la massa di nemici gliela nascose nuovamente alla vista; Lara iniziò a correre in direzione della sua compagna, della quale riusciva ancora a scorgere di tanto in tanto la testa al di sopra di quelle dei mostri.
L'archeologa non aveva dimenticato il piano che poco prima aveva elaborato per uscire da quella situazione, e la presenza di quella seconda persona, chiunque fosse, poteva essere decisiva, posto che oltre all'arco avesse con sé delle armi da fuoco.
Sgomitando e sparando Lara riuscì ad arrivare a brevissima distanza dalla sua compagna di battaglia.
“EHI!” gridò; ebbe appena il tempo di vedere la testa dell'altra girarsi in sua direzione che un nemico la placcò, facendola rovinare pesantemente a terra.
Il mostro (a petto nudo e con la corteccia a forma di pelliccia di lupo) le fu addosso e le abbrancò gambe e braccia, impedendole di respirare; cercò di articolare una richiesta di armi da fuoco, ma tutto ciò che riuscì a dire fu un flebile “... fuoco!”.
Attimi dopo Lara udì un sibilo sopra la sua testa, e quasi immediatamente la morsa del suo sconosciuto ghermitore si sciolse; la donna si rialzò e si voltò a guardarlo: era stato colpito da una freccia la cui punta era stata incendiata, e ora correva ululando mentre il fuoco lo avvolgeva completamente. Nella sua corsa travolse alcuni altri mostri, che si infiammarono a loro volta.
Beh, non proprio quello che mi serviva, ma caspita se ha funzionato! Pensò Lara, ma ebbe appena il tempo di formulare questa riflessione che subito le furono addosso altri mostri, che la costrinsero alla fuga.
Lara continuò a correre finché, con sua somma sorpresa, non si trovò in un ampio spazio privo di nemici; riuscì a sbirciare per un attimo la sagoma della sua compagna prima che il suo istinto guerresco la portasse a mettersi alle spalle di quest'ultima, con le pistole pronte, in assetto strategico. L'altra sembrò capire al volo e a sua volta spianò il suo arco. Le due, come da prassi militare, iniziarono a girare in tondo lentamente, tenendo sotto tiro i mostri.
Era una situazione inedita per Lara: si trovava al centro di un immenso gruppo di nemici che ruggivano e non aspettavano altro che il momento giusto per fare la pelle a lei e, probabilmente, anche alla sua ignota compagna d'avventura, persona di cui peraltro lei non conosceva nulla, né il volto né il nome.
Lara non sapeva se potesse fidarsi di quella ragazza. Poco prima le aveva salvato la vita, e forse era stata lei a toglierla dalle fauci del mostro durante la prova precedente... ma chi era? Che ci faceva nel Labirinto?
Del resto anche l'altra doveva pensare le stesse cose: il suo respiro ansante non dissimulava una nota d'urgenza impaziente. Lara trasse un profondo sospiro e decise di fare un tentativo.
“So come fare...” sibilò all'altra. Questa, dopo un attimo di esitazione, rispose con un gemito di sdegnosa incredulità che, pur nella gravità della situazione, causò a Lara una certa irritazione, come se avesse appena ricevuto un dispetto da un bambino viziato. Decise di ignorare quella reazione.
“Puoi incendiare le tue frecce, vero?” chiese.
“Lo hai visto da te” rispose l'altra, facendo sentire per la prima volta una voce leggermente più acuta di quella di Lara. Doveva essere più giovane di lei, pensò, e questo avrebbe spiegato anche la sua arroganza.
“Sei in grado di colpire un oggetto piuttosto piccolo in volo con una freccia incendiaria?” domandò Lara.
“Posso provarci” rispose l'altra.
“Allora ecco quello che dobbiamo fare: al tre lancerò un oggetto esattamente sopra di noi... tu dovresti centrarlo. D'accordo?”
“Qualcosa mi dice che sarà pericoloso... è così?”
Lara fu in dubbio se rispondere a quella domanda, tacere oppure mentire.
“... Sì, lo sarà” sussurrò infine “E inoltre avremo una sola possibilità, temo... ma se tutto va come dico io, saremo salve”
“Oh, bene... E perché dovrei fidarmi di te?”
“Perché è la sola scelta che hai.... e che ho anche io. L'alternativa è attendere che i mostri si spazientiscano e ci passino allegramente addosso”
La ragazza sospirò inquieta.
“Va bene” disse alla fine, non nascondendo un forte malcontento.
Con un solo gesto fulmineo Lara rinfoderò una pistola e tirò fuori dalla tasca il panetto di esplosivo.
“Al mio tre” disse “uno...”
Fece ondeggiare il braccio.
“...Due...”
I mostri urlarono, capendo che la loro nemica stava per compiere una mossa.
“... TRE!”
Lara roteò su se stessa e lanciò in aria il panetto con tutta la forza di cui era capace.

Molte cose accaddero nello stesso istante: mentre Lara terminava il suo giro i nemici ulularono e iniziarono a correre verso il centro del cerchio; quando udì una fiammata seguita dal sibilo di una freccia, la donna si gettò verso il punto dove c'era l'altra ragazza, la afferrò con le braccia e si gettò a terra insieme a lei, chiudendo gli occhi.
Si udì un terribile boato, seguito da numerosissime altre esplosioni; attraverso le palpebre chiuse Lara percepiva una luce fortissima, entro la quale annegavano le urla dei suoi mostruosi nemici. Improvvisamente l'onda d'urto dell'esplosione investì in pieno le due donne, senza però causar loro il minimo danno.
… E alla fine l'aria tornò ferma, e fu il silenzio più assoluto.

Lara si arrischiò ad aprire gli occhi.
Lo spazio sembrava essersi ridotto a un grande buco nero: non c'erano più rami, tronchi, fogliame, nulla. Il buio sarebbe stato perfetto, se qua e là non ci fossero stati mucchietti di brace che si stavano riducendo pian piano in cenere fumante.
L'archeologa si alzò dolorante, ma con un sorriso soddisfatto. Aveva avuto ragione, dopotutto: lei e i nemici, per l'assurda logica del Labirinto, potevano ferirsi a vicenda... ma lei non poteva far del male a se stessa.
La sua compagna era ancora a terra, le braccia intrecciate a proteggersi il cranio, ma illesa a sua volta.
In lontananza la donna udì un rantolo: allarmata, guardò nella direzione da cui proveniva e scorse i tre nemici che l'avevano accolta, a loro volta quasi completamente bruciati e agonizzanti, ma ancora in vita.
Con un ringhio di rabbia Lara estrasse le pistole e si diresse verso di loro. L'uomo orientale aveva la metà inferiore del corpo completamente disintegrata; la donna non aveva più la parte sinistra del volto e dello sterno. L'altro uomo era ancora quasi integro, ma stava bruciando lentamente.
“Che tu sia maledetta... Lara Croft...” ansimò quando la vide arrivare “Nemmeno nella morte ci hai dato pace...”
Lara lanciò un urlo.
“Voi...” disse, e sparò al volto dell'uomo orientale, che esplose.
“... Non siete...” e fece saltare in aria quello della donna francese.
“... un problema mio!” e, avvicinandosi all'ultimo nemico, gli piantò la canna della pistola sotto al mento ed esplose il colpo di grazia.

________________________________
Chi sarà la nuova, misteriosa compagna d'avventura di Lara? E cosa ci fa nel Labirinto? Scopriamolo insieme MERCOLEDI', in esclusiva su ASP, in una nuova puntata di OLUS!





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Messaggio da Blu »

Da come si prospettava lo scontro alla fine dello scorso capitolo non immaginavo grandi vie d'uscita per Lara, ma probabilmente questo è dovuto al fatto che a noi sfugge ancora la logica del Labirinto, mentre lei finora è sempre riuscita a trovarne il bandolo in tempi brevi (più che brevi direi giusti, sempre all'ultimo secondo XD )

Intrigante l'incontro con la compagna di avventura che già una volta l'ha tolta d'impaccio :D (col ragno nella stanza prima, che tra parentesi metteva i brividi anche prima di "vederlo" [:^] ); forse prenderemo un granchio, ma un'idea su chi sia lei credo ce la siamo fatta un po' tutti, solo che la cosa spiazza non poco, e cercare di darsi risposte su come sia possibile non fa altro che aprire mille possibili continuazioni per il romanzo :) ... chissà quale avete pensato voi per noi :D




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bashira
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Messaggio da bashira »

Penso che qui si inizi a capire come l'allegoria sia, a mio parere, uno degli ingredienti principali. La ragazza che aiuta Lara possiamo facilmente intuire chi sia, ma, come ha scritto Blu, si aprono molte porte per proseguire il viaggio. Devo dire che pochi racconti ci regalano tante emozioni come sta facendo OLUS :love:




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Messaggio da Nillc »

:love: :oops: :oops:

Della nuova arrivata parleremo un po' di più (ma solo un po' eh) nel making of di venerdì; oggi beccatevi la nuova puntata con un titolo emblematico...

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Capitolo 9- L'Altra

Mentre l'eco dello sparo si spegneva, il buio sembrò pian piano scivolare via lasciando al suo posto le quattro pareti in pietra di una stanza spoglia e molto piccola, mentre le carcasse dei nemici si dissolvevano nell'aria.
Lara emise un sospiro di sollievo quasi doloroso: stavolta se l'era vista davvero brutta, e i suoi nemici avrebbero avuto la meglio se non avesse avuto l'aiuto dell'altra donna.
Già, l'altra.
Lara continuava a percepirne il respiro affannoso alle sue spalle: dunque non si trattava di un prodotto della magia oscura del Labirinto; l'altra era reale, un essere umano come lei.
Del resto ne aveva indovinato la presenza già in altre occasioni nel corso di quell'assurda avventura... sembrava quasi che, con percorsi differenti ma a volte convergenti, anche quella ragazza la stesse vivendo.
L'archeologa si voltò leggermente, in modo che con la coda dell'occhio potesse intravedere la sua sagoma: era immobile esattamente dietro di lei.
Chi poteva essere? Come mai era nel Labirinto? Era dalla sua parte o contro di lei?
Cercò di richiamare alla memoria tutto quello che era scritto sul libro a proposito della Chiave e dei suoi poteri, ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare nulla che giustificasse la presenza di una seconda persona.
Eppure c'era qualcosa, come un pensiero lontano e sfuggente, che le suggeriva che in realtà quella presenza non solo non avrebbe dovuto sorprenderla, ma che addirittura fosse naturale, ovvio, logico ai limiti del banale... ma ogni volta che tentava di carpirla, quell'idea spariva sommersa dalle congetture e dall'inquietudine.
Che fare, dunque? Le ipotesi erano due: avrebbe potuto ignorare la ragazza e proseguire nel suo viaggio oppure interagire con lei e tentare di scoprire chi fosse. La sua mente scartò quasi subito la prima opzione: fare semplicemente finta di nulla e andarsene avrebbe soltanto posposto il problema, se non ne avesse creati altri.
Alla fine Lara decise di fare la cosa che le riusciva di meglio: prendere di petto la situazione.
“Beh, ce l'abbiamo fatta, dopotutto” esclamò col tono che le riusciva più cordiale “Volevo dirti che... ehi!
Lara estrasse prontamente le pistole: si trovava di fronte a una freccia incoccata in un arco teso, puntata esattamente contro di lei.

La situazione era diametralmente opposta a quella di poco prima, quando le due donne si erano trovate spalla a spalla, ma assurda allo stesso modo.
Lara puntava le pistole contro la ragazza che a sua volta le puntava contro una freccia.
Le due rimanevano perfettamente immobili, studiandosi vicendevolmente; Lara ebbe finalmente modo di osservare le fattezze dell'altra.
Si trattava di una ragazza molto più giovane di lei, vestita con un tank-top grigioverde, pantaloni lunghi militari e scarponcini, gli stessi che avevano lasciato le impronte che lei aveva visto tempo prima mentre vagava nel Labirinto. Somigliava un po' alla ragazza che aveva salvato dalla ragnatela, ma a differenza di quest'ultima, che portava i capelli a caschetto su un visetto dai lineamenti molto dolci e di vaga sembianza orientale, quella che aveva di fronte aveva i tratti più duri e spigolosi, quasi da maschiaccio, e aveva lunghi capelli raccolti in una folta coda di cavallo.
C'era qualcosa in lei che a Lara tornava stranamente, quasi teneramente familiare, ma quel pensiero le risultava quasi fastidioso nella situazione in cui si trovava.
Nessuna delle due si mosse per diverso tempo; Lara sentì le braccia, già provate da ciò che aveva vissuto poco prima, indolenzirlesi; dall'altra parte della stanza le vibrazioni dell'arco lasciavano indovinare che la stessa cosa stava accadendo alla ragazza.
Alla fine Lara decise di fare la prima mossa.
“E dire che stavo per ringraziarti...” disse sarcastica.
“Per cosa?” rispose l'altra con lo stesso tono “Per averti aiutato nella tua impresa suicida?”
“A me risulta che siamo entrambe vive e vegete” la rimbeccò l'archeologa, stizzita dall'atteggiamento bizzoso dell'altra “dovresti mostrare un po' più di gratitudine, ragazzina
L'altra tese la corda un po' di più.
“Non... chiamarmi... ragazzina” sibilò.
“Non so in quale altro modo chiamarti” celiò Lara.
“Dimmi come ti chiami tu, e forse lo saprai”
“Oh-oh! Lei sa come si gioca!” cantilenò la donna “con l'acidità sei brava quasi quanto con l'arco, a quanto pare. E a proposito... scelta singolare, per un'arma”
“Sicuramente meglio di chi si crede John Wayne”
Lara caricò il colpo in canna, ma subito si impose di rimanere fredda.
“Senti” disse in tono pratico “non ho tempo di battibeccare con te, d'accordo? Ho una missione da compiere”
“Anche io” ribatté l'altra “E se per riuscirci dovrò passare sul tuo cadavere, beh, sappi che lo farò!”
“Ah sì? Bene! Bella riconoscenza per chi ti ha appena salvato la pelle!”
Lara si rese conto di aver usato un tono molto infantile, ma del resto l'intera conversazione sembrava andare su binari piuttosto ambigui, oscillanti tra un discorso da adulti e la litigata tra due sorelle adolescenti.
“La pelle?” rise l'altra “Tecnicamente te l'ho salvata io, la pelle... e non solo ora: anche prima, quando stavi per essere accoppata da quella tarantola troppo cresciuta...”
“Già, e io un attimo prima ho portato in salvo la tua amica!”
Lara non sapeva perché aveva appena detto così: aveva praticamente tirato a indovinare, l'identità della ragazza prigioniera della ragnatela le era ancora ignota e non sembravano esserci punti di contatto tra le due; eppure sembrava averci preso, perché le labbra della ragazza si arricciarono e per un attimo sembrò al tempo stesso allarmata e malinconica.
Un istante dopo la ragazza abbassò l'arco; Lara, stupefatta, abbassò a sua volta le pistole.
“D'accordo” disse l'altra in tono meno forte “Facciamo che ognuna va per la sua strada, ok?”
“Per me andrebbe benissimo...” rispose la donna “ma a quanto pare la strada è la stessa” e indicò l'unica, minuscola porta che si apriva nella stanza.
“Oh, insomma!” sbottò la ragazza “fa' un po' ciò che vuoi, io devo uscire da questo luogo maledetto!”
“Uscire dal Labirinto? È questa la tua missione?” chiese Lara. L'altra capì che a causa della sua stizza aveva rivelato troppo di sé, e fece un'espressione corrucciata.
“Diciamo” grugnì.
“Beh, che ti piaccia o no, è anche la mia” proseguì Lara “A questo punto potremmo collaborare. Magari ci riusciamo prima, no? O almeno evitiamo di prenderci a botte”
La ragazza la guardò con vago interesse misto a sospetto.
“E chi mi dice che tu non sia una mia nemica?”
“Il fatto che tu sia ancora viva nonostante il modo in cui mi ti rivolgi” sorrise sardonica Lara. L'altra soppesò per qualche secondo la sua proposta.
“D'accordo” concesse alla fine “ma ti terrò gli occhi bene addosso, ok?”
“Posso accettarlo” rispose Lara “a patto che eviti certe uscite da teenager incazzata col mondo. Abbiamo un patto?” e le porse la mano.
“Abbiamo un patto” disse l'altra e gliela strinse.
“Puoi dirmi il tuo nome, ora? Sai, detesto chiamare la gente con un 'ehi!', e le contingenze potrebbero richiedere...”
“Si, va bene, va bene” la interruppe l'altra “Mi chiamo... Alicia”
L'esitazione tradiva il fatto che quello fosse un nome di comodo; Lara non si aspettava altro da una persona così diffidente, ma la cosa la seccava ugualmente.
“Angelina, piacere mio” rispose fredda dicendole il primo nome che le passò per la testa; poi entrambe si recarono alla porticina e la varcarono.

Al di là del varco il Labirinto continuava, ma rispetto a prima gli ambienti sembravano più ancestrali e minacciosi: le gallerie erano scavate direttamente nella pietra, ed erano basse e irregolari, con frequenti discese e salite; a Lara ricordarono i sotterranei di un castello che aveva visitato molti anni prima. Per diversi metri l'archeologa provò inoltre una strana inquietudine: rispetto a prima mancava qualcosa di essenziale, vitale... poco dopo capì.
“Il Filo!” esclamò sgomenta.
“... Prego?”chiese la sedicente 'Alicia', interdetta.
“Il Filo d'Arianna... non c'è più...”
“Cosa intendi?” disse l'altra in tono inquisitivo.
“Quella specie di raggio di luce che guidava nel Labirinto... è sparito!”
Alicia storse le labbra.
“Mi stai dicendo che finora sei stata guidata da un... fascio di luce?”
“Sì” rispose Lara esasperata “e ora è scomparso... perché, tu non lo hai visto?”
“A dire il vero no”
“E come hai fatto a non perderti?”
La ragazza aprì bocca per rispondere, ma la richiuse subito dopo: evidentemente non ci aveva mai pensato finché Lara non le aveva posto la questione.
“Non lo so” disse infine “Sono sempre andata avanti... non so come spiegarlo, ma era come se il mio istinto mi guidasse... pensavo... pensavo semplicemente di aver avuto fortuna, ma ora che mi ci fai pensare...”
Lara la guardò con interesse: era chiaro che la sua mente stesse elaborando numerose teorie a riguardo.
“Beh” disse infine, senza lasciar trasparire se avesse o meno trovato una risposta “allora vuol dire che devi aprire tu la strada”
Alicia la guardò ancora più stupefatta.
“E... e ti fidi?” chiese ingenuamente. A quelle parole Lara sentì un impeto di tenerezza quasi materna, che si affrettò a scacciar via.
“Dici che non dovrei?” sorrise.
“Io non so, se mi fiderei davvero di una come me...” disse la ragazza, non dissimulando una nota di tristezza nella voce.
“Ma io non sono te, giusto?” ribatté Lara “Avanti, non abbiamo tempo da perdere” e con le braccia fece un gesto per invitarla a proseguire.

L'intuizione di Lara si rivelò corretta: Alicia la guidava lungo il corridoio a passo sicuro, e le due non incapparono in nessun vicolo cieco, non passarono due volte per lo stesso punto e in generale sembrava che in qualche modo stessero percorrendo l'unica via esatta. Lara assunse un cipiglio soddisfatto nel vedere che l'altra le lanciava delle occhiate di malcelata ammirazione.
Era tanto tempo che non le capitava di sentirsi così lusingata.
“Ma quando arriviamo?” Sbuffò a un certo punto la ragazza: era passato davvero molto tempo da che si erano avventurate nella nuova sezione del Labirinto, e ancora non se ne scorgeva una via d'uscita.
“Questo non lo so” rispose Lara “però stai andando bene, mi sembra”
“Grazie...” balbettò Alicia “e a proposito... scusa per prima... forse sono stata un po' brusca”
“Nessun problema. Io stessa non avrei saputo fare di meglio” sorrise lei facendole l'occhiolino “piuttosto, cosa porta una ragazza come te in un posto come questo?”
L'altra si rabbuiò.
“Stavo seguendo una... beh, chiamiamola indagine personale” rispose “a un certo punto mi arriva una... ecco... un indizio, una pista... che puntava verso Roma... sai, Roma ultimamente torna spesso nelle mie ricerche...”
“Ricerche in che campo?”
Alicia sbuffò.
“Società segrete” rispose “sono una studiosa di società segrete”
“Uh” fece Lara, delusa “che strano, avrei detto che tu fossi un'arc... oh, lascia perdere. Dunque?”
“Dunque nulla” proseguì l'altra “Sono arrivata a Roma e ho trovato l'accesso al Tabularium... 'Tabularium', poi... bah, mai nome meno adeguato”
Lara non fu tanto stupita dal fatto che la ragazza avesse trovato l'entrata dell'Archivio e stesse raccontando la sua impresa come un fatterello del tutto casuale, quanto dal fatto che nutrisse lo stesso dubbio che a lei medesima si era insinuato nella mente sin da quando vi era a sua volta penetrata.
“Anche tu lo hai notato?” le chiese. L'altra la squadrò perplessa.
“Sì” disse poi, quasi le avesse letto nel pensiero “il Tabularium dovrebbe prendere il nome dalle tabulae, ma io non ne ho vista nemmeno una... solo rotoli di papiro e pergamena”
Lara la guardò ammirata.
“Beh, complimenti” esclamò “e poi cosa ti è successo?”
“Poi... poi non so” continuò l'altra “a un certo punto è apparso un uomo... ha detto cose strane, sembrava odiarmi per qualcosa, ma... io non lo conosco nemmeno!”
“Hatred...” ringhiò Lara “Sei proprio sicuro di non conoscerlo?”
“A dire il vero, mi sembra di averlo visto da qualche parte, ma non riesco a ricordare... più mi sforzo, più penso di sbagliarmi... fatto sta che a un certo punto ha fatto... qualcosa.. e mi sono trovata in questo Labirinto. Il resto un po' lo sai... l'ho percorso, ho superato delle trappole e... e poi ho trovato te che... combattevi quella cosa... e poi quella specie di foresta, con tutti quei mostri...” in quella la ragazza si interruppe, meditabonda “Ci sono troppe cose che non comprendo”.
Lara non rispose subito: anche lei era immersa nei suoi pensieri.
“Anche per me” sospirò infine “Immagino che dobbiamo arrivare fino in fondo, per capire. Almeno siamo entrambe dotate di forza e soprattutto voglia di farcela...”
“Ma io devo farcela!” ringhiò Alicia “quell'uomo... come l'hai chiamato? Hatred? Ha detto che il Labirinto mi ucciderà, che lui non desidera altro... ma se pensa che io mi arrenderò...” e diede un pugno al muro.
Lara sorrise. Alicia, o comunque lei si chiamasse, le ricordava terribilmente qualcuno cui aveva voluto bene ma che non vedeva da tempo... solo che non si ricordava chi.
Dall'altro lato, la sua comparsa aveva aggiunto nuovi interrogativi a quelli che già aveva: come mai Hatred ce l'aveva con loro due? Sembrava odiare la sua nuova compagna d'avventura almeno quanto odiava lei. E inoltre, chi era davvero Alicia? A volte le sembrava una ragazzina impaurita e ingenua, ostile verso tutti, compresa se stessa; eppure poco prima l'aveva vista capace di una fredda determinazione e di un'abilità fuori dal comune.
“Angelina...? Ehi, Angelina!”
Lara dovette riscuotersi dai suoi pensieri per rispondere a quel nome con il quale non era mai stata chiamata.
“Eh... sì, scusami, eccomi. Pensavo. Cosa c'è?”
“Penso che siamo arrivate” e le mostrò una nuova porticina.
“Ottimo!” esultò Lara “Visto che ho fatto bene a fidarmi?”
L'altra sorrise, ma non aggiunse nulla. Si limitò ad aprire la porta e a invitarla a entrare per prima.

Lo spettacolo che si parò dinanzi a Lara e Alicia era sensazionale.
Le due si trovavano in un ambiente enorme, su una piattaforma ellittica sospesa nel vuoto a molti metri d'altezza, ancorata tramite grosse catene a una camera di vaga forma conica, sopra un vastissimo lago di lava ribollente che proiettava luci fiammeggianti sulle pareti che si perdevano nel buio soprastante.
“Che... che posto è questo?” chiese Alicia.
“Beh... non prendermi in parola” rispose Lara “Ma a occhio e croce siamo capitate nel Vesuvio”.

_____________________________
Cosa succederà a Lara e alla sua nuova compagna d'avventura nel Vesuvio? Scopriamolo LUNEDI' prossimo, in esclusiva su ASP.com, nella nuova puntata di OLUS! Nel frattempo, per ingannare l'attesa, non perdetevi il making of di VENERDI' :)





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Lara Croft Tomb Raider: One Last UNTOLD Story

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Making of 5- Capitoli 8 e 9

Quante cose sono successe, questa settimana... la struttura del romanzo, finora estremamente classica, ha finito per ribaltarsi con l'arrivo di un nuovo personaggio... la cui identità "misteriosa" è un po' un segreto di Pulcinella, a quest'ora avrete di certo capito di chi si tratta (dato anche il nome in codice che ha scelto)... ma la sua presenza aggiunge domande a quelle che già avevamo: qual è il suo ruolo in tutta questa storia? Che ci fa anche lei nel Labirinto, e come ci è arrivata? Leggerete tutto tra poco e vi assicuro che pian piano tutti i nodi verranno al pettine, anche (soprattutto) quelli pregressi. Aspettatevi di tutto: per ora vi dico che la presenza dell'"altra" avrà i suoi effetti già nella prossima puntata. Intanto, un piccolo suggerimento: cominciate a rileggere un po' i capitoli precedenti, perché potreste accorgervi di tanti piccoli indizi che vi aiuteranno a capire cosa stia accadendo. In particolare, quanto si legge nell'Iscrizione di Plinio avrà presto un ruolo decisivo, anche se indiretto.

Il capitolo 8, insieme a quello immediatamente precedente, è stato uno dei più complessi da scrivere, e uno dei due che mi ha causato uno shutdown dello scrittore non indifferente. Per prima cosa, è stato davvero difficile mantenere il ritmo e la concitazione delle azioni, la tempistica di tutto quello che doveva accadere e al tempo stesso mescolare il tutto in modo che l'attenzione del lettore non venisse mai meno... spero di esserci riuscito.
Inoltre è stato molto complicato capire quali nemici dovessero affrontare (o meglio riaffrontare) Lara: dapprima avevo pensato di farla combattere contro tutti, ma proprio TUTTI i suoi nemici, compresi mostri e divinità. Avevo persino ideato una sequenza in cui Lara affronta il mutante-torso di Atlantide in TR1, e se non ricordo male avevo anche pensato che la nostra amica potesse "usarlo" in qualche modo per sbarazzarsi di tutti gli altri... poi mi sono reso conto che la scena sarebbe stata ancora più confusa di quanto ha rischiato di essere,così ho preferito ridimensionare il tutto e far apparire solo i nemici "umani". Natla è un'eccezione voluta, non potevo lasciar fuori proprio lei :)

Inoltre per lungo tempo non sono riuscito a trovare un modo per far terminare propriamente la scena. Ho fatto diverse sperimentazioni: una era quella del torso di cui leggete sopra, un'altra prevedeva che Lara semplicemente voltasse le spalle e se ne andasse, perché la sua indifferenza sprezzante nei confronti dei nemici fosse più forte di qualsiasi altra arma; questa era una bella soluzione ma mi sembrava sminuire parecchio l'intera scena. Alla fine ho dunque optato per lo stratagemma del C4, che mi rendo conto essere un po' forzato... ma obbedisce comunque alle logiche del Labirinto.

Il terzetto dei cattivoni di Untold, in tal senso, è stata una scelta quasi obbligata. Dorianne, Felipe e Zalahir, nemici della trilogia originale, hanno in comune molte cose, tra le quali quelle di essere inequivocabilmente... umani. Per questo, così come nel capitolo 6 avevo riproposto Elaine, nel 7 e nell'8 ho voluto usare questo trio, che guardacaso cerca di fare la voce grossa, addirittura sembra voler comandare tutti gli altri... e poi finisce per fare una pessima fine. Cosa che, del resto, era già accaduta nei romanzi.

Il capitolo 9 è molto importante: c'è poca azione (del resto ce n'è stata tantissima prima e ne arriverà tanta altra a breve), ma tra le righe vengono rilasciate delle informazioni molto importanti che saranno espanse nel prosieguo della storia. Vorrei solo commentare la scelta dei due nomi "alternativi" per Lara e "l'altra": è stata una di quelle idee fulminanti che vengono in fase di scrittura, che ha stupito e divertito me per primo... spero che anche per voi sia stato lo stesso.




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Nillc ha scritto:
26 gennaio 2018, 09:00
Vorrei solo commentare la scelta dei due nomi "alternativi" per Lara e "l'altra": è stata una di quelle idee fulminanti che vengono in fase di scrittura, che ha stupito e divertito me per primo... spero che anche per voi sia stato lo stesso.
Sì, devo dire che leggerla ha divertito non poco :D .. quanto all'Altra ormai si è capito chi è, ma non di meno incuriosisce molto la sua presenza, sia per quanto riguarda il "come" sia finita lì (universi paralleli o alternativi? diversi momenti della stessa linea temporale?) che il "perché" (è lì per la nostra Lara? Se sì, è lì per aiutarla o come trappola aggiuntiva? Perché Hatred è ostile con lei pur non avendola mai apparentemente e apertamente affrontata in passato? Vuole eliminarla per impedirne il futuro?)... insomma, domande gli ultimi capitoli ne hanno aperte molte, e le congetture non fanno che aumentare: siamo sicuri di aver capito chi sia veramente Hatred? Siamo certi di esser in trappola nel labirinto o siamo lì per ben altro scopo? L'Altra è lì per aiutarci o rappresenta solo una parte di Lara dimenticata da tempo, forse il punto debole che Hatred cerca?

Sarebbe carino mettere a confronto le nostre ipotesi più assurde XD , magari fare un toto/sondaggio-trama oppure proporre un contest per vedere chi si avvicina di più alla scelta degli autori, magari premiando anche chi trova la soluzione più fantasiosa [:^] :D ... lancio la proposta :) , se il prossimo capitolo è troppo rivelatore potremmo rinviarne l'uscita, che ne pensate @Nillc e @overhill :) ?




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Messaggio da Nillc »

Io ci sto :) potremmo mandare OLUS in pausa per una settimana o più (l'importante è che non si interrompa il ciclo lunedì/mercoledì, ho fatto tutti i calcoli in modo da terminare senza splafonamenti :) ) e lanciare una piccola gara per risolvere l'enigma dell'Altra :) ditemi voi!

Per quanto mi riguarda io ho una mia visione personalissima non solo su questa questione, ma sull'intera storia :) dubito che qualcuno potrà avvicinarsi perché riguarda proprio me stesso e la mia storia personale... È proprio il caso di dire che in OLUS ho messo tanto di me stesso :) ma di questo parleremo a fine pubblicazione.
In ogni caso, non è detto che la mia interpretazione sia l'unica valida e nemmeno quella esatta, anzi :D quindi... Fuoco alle polveri!




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Come avete potuto vedere OLUS si è preso una breve pausa, in primis perché io sto influenzatissimo (vi scrivo in uno dei rari momenti che passo fuori dal letto); in secondo luogo tra poco verrà lanciato il concorso di cui parlava Blu :) occhi e orecchie drizzati, rileggete i capitoli già postati perché vi aspettano grossi premi :)

... E presto scopriremo la seconda parte di questa storia :)




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contest

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L'identità dell'Altra non è più un mistero: una giovane Lara e una Lara Croft più adulta assieme nella stessa avventura. Come è potuto accadere? Universi alternativi? Diversi momenti della stessa linea temporale? Perché si trova lì? Chi è in realtà Hatred e qual è il suo vero piano?

Prima di procedere nella lettura del romanzo scoprendo la scelta degli autori abbiamo deciso di giocare mettendo a confronto le vostre ipotesi: leggete i primi capitoli e postate qui nel topic dedicato al romanzo (o nel post gemello su FB) la vostra teoria o le vostre ipotesi di complotto, potreste vincere un fumetto di Tomb Raider dell’ultima serie pubblicata da Dark Horse comics (en), un fumetto della serie storica della Top Cow pubblicato in Italia da Panini (it) e una copia di “The Final Hours of Tomb Raider” digital book (en)!


Chi si avvicinerà di più? Quale sarà la soluzione più fantasiosa?
Scrivi la tua teoria, fra tutte le ipotesi postate 3 verranno premiate!


Uno dei premi verrà assegnato dagli autori e due saranno assegnati per votazione pubblica tramite sondaggi che verranno attivati qui sul forum e su Facebook dopo la scadenza.



Avete tempo fino alle 23:59 del 7 Febbraio 2018, spazio alla fantasia :D




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Grandioso Blu :)

Spero che partecipiate in molti visto anche l'incentivo del premio :) vi consiglio di rileggere attentamente i capitoli pubblicati fino ad ora, soffermandovi in particolare sui dettagli, sulle azioni compiute da ciascuna delle due Lare e su tanti piccoli indizi che sono apparsi qua e là...




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Forza ragazzi, un po' di inventiva :D




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Orca miseria...mi sa che non riuscirò a partecipare, ho visto solo ora questo concorso. E mi mancano ancora i capitoli 8 e 9 da leggere (ora come ora sto leggendomi the Golden Legacy)
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