Lara Croft Tomb Raider: Curse of the Iron Mask

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Nillc
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Messaggio da Nillc »

Nuovo, lungo capitolo denso denso d'azione prima della pausa weekend ;)

CAPITOLO 5- Easy Escape

Bryce era impegnato a tenere una conversazione in francese maccheronico con la bellissima bionda che aveva incontrato poco prima. L’auricolare gli vibrò in tasca; lui, visibilmente imbarazzato, dovette congedarsi dalla sua interlocutrice per rispondere.
“Lara! Non ora!” implorò.
“Bryce, interrompi qualsiasi cosa tu stia facendo e corri fuori!” disse Lara con foga “Prendi la Aston e mettila in moto; quindi chiama l’aeroporto e fai preparare il jet. Bryce… Doppia E!”
“Wow, Lara!” esclamò Bryce “Non siamo nemmeno arrivati e tu già ti ficchi nei pasticci?”
“Bryce, non è il mo…” cominciò Lara, ma in quel mentre la porta della sala museo si spalancò e vi entrò una guardia di colore che brandiva una pistola.
Qu’est-ce qui se passe?” disse, poi vide Lara e Thom accanto alla finestra e li mirò. Ma Lara fu più lesta: con un gesto elegantissimo (nonché molto sexy) fece sventolare il suo vestito sul fianco destro ed estrasse una piccola, compatta pistola dalla sua giarrettiera, con la quale sparò all’uomo. Questi non ebbe nemmeno il tempo di capire, che fu colpito ad una gamba e quasi simultaneamente piombò pesantemente sul pavimento. Thom lanciò un urlo formidabile, ma Lara gli tappò la bocca con una mano.
“Smettila di fare la signorina!” gridò “ E’ solo narcotico. Vieni adesso, dobbiamo scappare!”
“Sca… scappare?” disse il ragazzo “E dove?”
“A Disneyland, no?” rispose lei, fremente “Sbrigati!”
“No!” disse lui, con voce acuta “Tu sei una ladra, e tra poco avremo l'intera polizia francese alle...”
Lara afferrò la sua cravatta e lo tirò a sé con violenza, in modo che i loro nasi si sfiorassero.
“Non hai scelta” sibilò a denti stretti. Poi, rivolgendosi all’auricolare “Bryce, stiamo arrivando.”

La corsa fuori dal palazzo non fu delle più facili. Le masse scomposte di invitati si frapponevano tra Lara e l’uscita; Thom invece tremava notevolmente e pronunciava frasi senza senso apparente. All’entrata, Lara e Thom incrociarono il battitore che poco prima aveva preso in giro Bryce, che vedendoli correre gridò:
Mademoiselle Croft!Arretez-vous!
“Bonsuàr” disse Lara senza curarsi della pronuncia, e lo oltrepassò lasciandolo in preda a mille domande.
I due girarono l’angolo e Lara notò con sollievo che il libro era ancora lì, integro e solido come prima. Lara lo prese e condusse Thom al parcheggio, dove Bryce li attendeva accanto a una stupenda Aston Martin già messa in moto da un pezzo.
“Cos’hai combinato stavolta?” disse Bryce, poi si avvide del libro che la ragazza stringeva in mano “Ah, capisco… il tuo spirito da Raider…”
“Ti spiegherò tutto” tagliò corto Lara, poi si rivolse a Thom “mettiti alla guida.”
“Cosa?” esclamò Thom esterrefatto “Io non farò niente del…”
“Non sei in condizioni di trattare, Harlington. Per la miseria, le guardie si saranno già organizzate… Schiaccia quell’acceleratore, Harlington, o sarai tu ad essere schiacciato, ti va bene così?”
Thom non osò protestare, e in silenzio si mise al volante. Lara salì sul lato passeggero e Bryce si accomodò sul retro del sedile di lei.
La macchina partì rombando e uscì dal parcheggio, ma pochissimi metri dopo l’uscita ne arrivò una seconda. Lara guardò indietro ed esclamò con tono allarmante:
“Sono loro!”
“Ci prenderanno, lo sento… ci prenderanno!” gemette Thom.
“No che non ci prenderanno.” Disse Lara con tranquillità “Bryce, dammi l’ok.”
Bryce aveva estratto dal sedile un computer portatile, sul quale campeggiava uno strano logo formato da due E incrociate tra loro. Il ragazzo vi trafficava con foga.
“Un attimo solo… eccoci!” gridò esultante dopo un attimo “Fuoco alle polveri, Lady Croft!”
Lara non aspettava altro: aprì il cruscotto davanti a lei e ne prese una strana pistola, più grande e spessa di una normale, collegata a un cavo che passava all’interno dell’automobile.
“Un’altra pistola?” si domandò piagnucolando Thom.
“E smettila, Harlington!” disse aspra Lara “Non sono mica una killer. Questa è una pistola ad aria compressa, spara proiettili a velocità impressionante. Niente di meglio per le gomme corazzate dei nemici. E adesso, se vuoi scusarmi…” Lara si sporse dal finestrino portando con sé la pistola; subito si sentirono dei sibili di proiettili sparati. Lara rientrò immediatamente. “Ehi, quei tizi usano proiettili veri! Giocano pesante! Bryce, attiva subito la fase B.”
“Un momento ancora.” Disse lui.
“Cosa fai?” chiese nervosamente Thom. La macchina si muoveva a zig-zag, segno della sua tensione. Bryce smise di sferruzzare e disse arrabbiato:
“Lara, ma questo batrace deve per forza parlare a sproposito?”
“Silenzio voi due!” intimò Lara.
“Ok, ok!” disse Bryce, e premette il tasto enter. “Tre secondi, vai Lara!”
Lara si sporse immediatamente fuori dal finestrino, cercando di ignorare gli spari e di prendere la mira quanto meglio fosse possibile nel buio.
“Uno…” il primo sparo colpì con precisione una delle gomme davanti.
“Due…” Anche il secondo colpo andò a segno e colpì la seconda ruota.
“E… TRE!” Lara eseguì un colpo da maestro sparando di striscio a una delle ruote posteriori, che esplose. “Vai, Bryce!” gridò rientrando.
Ciò che successe dopo fu una confusione indescrivibile. La macchina sulla quale viaggiavano Lara, Thom e Bryce, andò in testacoda, ma ciò non era dovuto al nervosismo del giovane Thom, che anzi cercava disperatamente di riacquisirne il controllo;
“OH MIO DIOOOOOOOO!” gridò, ma Lara, cercando di sovrastare il frastuono, spiegò:
“Fa parte del piano! È un pilota automatico!”
La macchina delle guardie, avendo perso tre gomme, andò in testacoda a sua volta nel momento esatto in cui costeggiava l’Aston di Lara; per un attimo le due auto sembrarono ballare un valzer staccandosi l’una dall’altra di un numero irrisorio di millimetri; poi, quella dei nemici si fermò, e un bruttissimo scoppio seguito da una fumata grigia indicò la rottura del motore. L’Aston, invece, guidata dal pilota automatico, continuò a velocità folle nella direzione opposta a quella in cui stava andando pochi secondi prima.

“Easy Escape riuscita!” gridò Bryce esultante “Beh, non so come facessi a sapere che ne avremmo avuto bisogno, Lara… ma sono felice che abbia funzionato.”
“Che… diavolo… era?” ansimò Thom, le braccia lontane dal volante come se fosse qualcosa di maledetto.
“Qualcosa con più cervello di te, Harlington” disse con fermezza Lara rimettendo a posto la pistola ad aria compressa.
“Lara, non ti permetto di…” iniziò Thom seriamente nevrotico, ma Bryce lo interruppe con voce annoiata:
“Ehi, tu, ti consiglio di tenere le mani e i piedi ai loro posti. Il pilota automatico si disattiverà… ora.”
La macchina stridette facendo un balzo in avanti, poco prima che Thom, con una brusca sbandata, riacquisisse il controllo del mezzo.
“Hai appena assistito alla prova su strada della mia nuova invenzione, EE, Easy Escape, dispositivo di fuga automatizzato. Per farlo funzionare ci vogliono tre persone: Io, che coordino la parte informatica, Lara che spara e... beh, qualche sfigato che guidi l’auto, ovviamente, fino al punto in cui…”
“Oh, sono onorato di essere lo sfigato della serata!” protestò il povero Thom.
“È una vita che sei sfigato, Harlington” disse Lara, che nel frattempo aveva iniziato a sfogliare il libro “Non dovrebbe fare la differenza, per te.”
Stavolta Thom era davvero arrabbiato: diventò rosso di furia e iniziò a sbraitare:
“Lara, mi stai... aspetta un momento!” e da qui le sue parole divennero un farneticare sconnesso e nevrotico “Tu… tu sei… anzi… io… Io sto aiutando un'assassina!”
“Eccolo che ricomincia…” sbuffò Bryce.
“Beh magari non proprio un’assassina” si corresse Thom “Ma una ladra sì!” e premette violentemente il freno, facendo stridere la macchina sulla strada e rischiando l’osso del collo. “So io dove portarti, Lara! La questura è vicina! Sì, consegnerò te e questo scribacchino telematico sul sedile di dietro!”
“E io che centro?” protestò Bryce, ma le sue parole furono a malapena udibili.
“Siete una coppia di pazzi! Gontrand vi denuncerà e...” improvvisamente Thom sentì qualcosa di tondo e freddo appoggiarsi sulla sua tempia destra. Si girò lentamente e capì che si trattava della canna di una pistola, stavolta molto più grande e minacciosa delle altre due che Lara aveva sfoggiato in precedenza. “Oh, mio…”
“Adesso basta, Harlington: mi sono stancata” disse Lara risoluta “Mettiamo in chiaro le cose: numero uno, e questo è insindacabile, tu non uscirai da quest'auto e ci porterai dritto di filato all'aeroporto, o premerò il grilletto. Numero due: ho bisogno di un crittologo per decifrare questo libro, e a quanto pare ne ho uno seduto proprio accanto a me.”
“Scordatelo!” ringhiò Thom.
“Molto bene” disse Lara “Allora ti dico la regola numero uno del codice Lara Croft: Con me o contro di me. Beh, in effetti nel tuo caso anche scegliere di stare con me significherebbe avere delle rogne, ma ti assicuro che avermi contro è molto, molto, molto peggio. Ripeto la domanda: sei con me?”
Thom guardò tremante Lara, che inarcò un sopracciglio… e sbatté con potenza la mano sul volante.

A Versailles la festa pareva non finire mai, anche se molti ricconi avevano già abbandonato la Reggia. Il capo delle guardie, un uomo alto e biondo e ben poco robusto, attraversò di corsa il corridoio buio che conduceva alla stanza dove la sua datrice di lavoro, Dorianne Gontrand, stava tenendo una riunione d’affari. Chissà perché, ma quello proprio non gli sembrava il momento adatto per una cosa del genere.
Era arrivato alla porta in frassino, e stava per bussare, quando la porta si spalancò, quasi investendolo, e ne uscì una bella donna bionda vestita di bianco. Sembrava furiosa, e si allontanò dalla stanza a grandi passi. La guardia restò a guardarla finché il bagliore del suo vestito non fu più visibile nell’oscurità, quindi entrò.
“Signora Gontrand, io…” ma in quella si avvide che la donna non era da sola: c’era un uomo vestito di nero seduto davanti alla sua scrivania. “Oh, mi scusi!”
“Niente di che” disse contrariato l’uomo “Stavo giusto per andar via. Dorianne, sai dove trovarmi. A presto.” E si dileguò. Gontrand rimase un attimo pensosa, poi disse:
“Ebbene?”
“Madame, un’invitata alla sua festa ha appena rubato un libro della sua collezione, e poi è fuggita!”
“Mmmh… si tratta di Lara Croft, vero?”
“Come… come fa a saperlo?” chiese attonito l’uomo.
“E ha rubato il De’ antiqui secreti.” La sua non era una domanda. La guardia annuì, incapace di fare o dire altro.
“Ha narcotizzato uno dei miei uomini e bloccato l'unità di inseguimento con un trucco meschino... Sto organizzando le ricerche.” Spiegò quando riebbe l’uso della parola.
“Non lo fate.” Ordinò Gontrand. “Niente ricerche.”
“Cosa?” esclamò, ancora più sorpreso, l’uomo “Ma signora! Croft ha rubato…”
“So cos’ha fatto. Ma il mio ordine è preciso. Non voglio che si organizzino ricerche. Niente domande. Vada pure ora, ho da fare.” La guardia non salutò nemmeno e se ne andò, sconvolta.
Dorianne Gontrand congiunse i polpastrelli delle due mani e poco dopo scoppiò a ridere. Il suo piano stava andando come desiderava.

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NELLE PROSSIME PUNTATE:
Quali sono i veri piani di Gontrand, e chi sono i due misteriosi figuri? Molti misteri verranno svelati e tanti altri ancora ne nasceranno... nelle prossime puntate della nostra avventura, online a partire da LUNEDI'!





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Nillc
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Messaggio da Nillc »

Uh che bello, si è aggiornato magicamente anche il sottotitolo oltre all'indice delle puntate :D




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Blu
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Messaggio da Blu »

22_92


Non vedo l'ora che sia lunedì :D : stupenda puntata con tantissima azione :) , a leggere sembra proprio di vedere le scene e personaggi come in un film in un mix fra TR/Mission Impossible/007/Die Hard ed altri :D .. sono curiosa di saperne di più sui piani di Marny e vorrei tanto sapere cosa può aver detto a quella donna vestita di bianco, che nel capitolo precedente sembrava così sicura di sè, da farla andar via in quel modo :) : sembra che la situazione si stia ribaltando, Marny non sembra più tanto in difficoltà ed anzi, sembra manovrare l'intera situazione, Lara ed eventi compresi [:^]




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Messaggio da Fil »

Waaaaaaaaaaa!!! Che bello!!!!! In effetti sembra proprio di essere lì! Anche se non so ancora se immaginarmi Lara con una faccia simile a quella del gioco o più simile a quella di Angelina Jolie...vista la presenza di Bryce e Hillary....
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Messaggio da Nillc »

Personalmente io la immagino come Angelina Jolie, a parte nella scena del Sacro Cuore dove immagino la Lara giovane di TR4... però più umana, non so se rende l'idea...




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Messaggio da Fil »

Certo rendi benissimo l'idea ^___^ In effetti anch'io ero più portato alal versione AJ :D
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Messaggio da Nillc »

Penso proprio che tra poco COTIM avrà una bellissima copertina 36_20




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Messaggio da Lucaraider »

che bello!!! :D
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Messaggio da jamesbond87 »

Nillc ha scritto:... vi avviso che sarà un'esplosione d'azione (e credo proprio che piacerà a Jamesbond87 :asd: )
Eheh puoi dirlo! :approved:
Anche se, trattandosi di una Aston, pensavo in qualche strana diavoleria alla Q... :D




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Messaggio da Nillc »

Invece eccoti qualche diavoleria alla B... ryce :D :approved:




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Messaggio da Nillc »

Una notizia (spero) bella per voi e molto meno bella per me: i miei programmi per il weekend sono saltati, quindi potrei pubblicare le puntate di lunedì già a partire da domani... che dite, lo faccio?




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Messaggio da Lucaraider »

okok :D
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Messaggio da Blu »

Nillc ha scritto:Una notizia (spero) bella per voi e molto meno bella per me: i miei programmi per il weekend sono saltati, quindi potrei pubblicare le puntate di lunedì già a partire da domani... che dite, lo faccio?
Della serie: "si faccia una domanda e si dia una risposta" :asd: .. ma naturalmente sì :D , mai resistere a queste tentazioni 39_32 , potrebbe far male 23_165 ( :asd: ) .. a parte gli scherzi, mi spiace per i programmi saltati (magari salta fuori qualcosa di meglio fino a domenica ;) ), ma per noi che ogni giorno aspettiamo il seguito è un gran bel regalo :D




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Messaggio da Nillc »

Beh non tutti i sali vengono per cuocere, tanto più che mi sono svegliato raffreddatissimo e quindi è meglio che sia rimasto a casa :shock:
Bene, ecco a voi una puntata fondamentale della storia...

CAPITOLO 6- Il segreto di Fratello Guillaumme

L’aereo privato di Lara Croft, all’interno, era quanto di più lussuoso si potesse trovare. C’era un vero e proprio salottino, con tanto di comode poltroncine girevoli, due tavolini (nel cassetto di uno dei quali c’era anche un mazzo di carte da poker) e perfino un frigo bar, di cui Bryce aveva approfittato. Ora, con la lattina di birra semivuota, dormiva beatamente sprofondato in una delle poltrone, i piedi poco decorosamente poggiati sul tavolino.
Parallelamente al ragazzo, Lara era immersa nella lettura del grosso volume, pervasa da una gioia galvanizzante: quanti anni aveva dovuto aspettare per rivederselo tra le mani…
Dal canto suo, Thom passeggiava nel corridoio di transito con i nervi a fior di pelle.
“Lara, sono due ore che stiamo fermi qui, perché non partiamo?” chiese esasperato, e queste, dopo le sue vane proteste all’interno della Aston di Lara, furono le sue prime parole.
“Oh, ma noi non partiremo” spiegò con aria candida Lara, senza guardarlo. Il giovane aprì bocca, ma lei lo bloccò prontamente, spiegando “qui siamo al sicuro, non possono farci niente, il mio aereo è territorio inglese. Merito dell'Ambasciata, una volta ho fatto un lavoretto per loro e...” alla memoria dell’archeologa riaffiorarono momenti di parecchio tempo prima, quando aveva recuperato la Lancia del Destino dalle mani di un caporale russo esaltato…
“Ma Gontrand potrebbe…” esordì Thom, spazzando in un momento i ricordi di Lara.
“Gontrand non farà nulla. Lei voleva che io rubassi questo libro.” Thom squadrò per un momento la sua amica, a bocca aperta; poi realizzò:
“Tu sei pazza, Lara! Ora ne ho proprio la conferma.”
“Avanti, Harlington!” esclamò allora Lara, stizzita “guarda un po' più avanti del tuo naso: il libro non era protetto come tutte le altre cose molto meno preziose! C'era la telecamera, è vero, ma nient'altro! Una teca, che so, o...”
“Ok, ok, ok” la interruppe allora Thom “pensala come vuoi, ma non ti aspettare che io ti segua nei tuoi deliri da…”
“Invece tu mi aiuterai... a partire da ora.” Lo fermò risoluta Lara “Ho trovato le pagine che Gontrand stava analizzando. E... non ci capisco nulla... guarda!”
Prima che il giovane potesse dire o fare qualsiasi altra cosa, Lara girò il tomo verso di lui. C’erano delle pagine con molte righe evidenziate con il giallo fluo; Lara scorse indietro le pagine e mostrò a Thom uno strano frontespizio che recava le parole: RES IT: CANE, ARGO, AGIS!. Che, in latino, significavano “La cosa fugge: canta, o Argo, fallo presto!.” Ma quella non era l’unica cosa strana: andando avanti col testo, le parole apparivano scritte in caratteri latini ma con un ordine non proprio: si trovavano accenti sulle consonanti, spazi tra una virgola e l’altra, parole che andavano a capo senza una distinzione netta; ovviamente, era tutto incomprensibile. Eppure la maggior parte di quelle righe era stata evidenziata da Dorianne Gontrand.
“Non ci capisco niente” disse Lara abbandonandosi sulla sedia. Cominciava a sentire la stanchezza della nottata "Sembra un verso tratto da un qualche poema, o..."
“Io invece lo trovo chiarissimo” esclamò a bomba Thom, con un sorriso. Lara balzò in piedi:
“Cosa? Davvero?” disse “bene… muoviti e spiega di cosa si tratta allora!” Thom assunse la posa di un vecchio professore di università che spiega ai suoi studenti una cosa all’apparenza complicata ma in realtà facilissima:
“Questa iscrizione, cara Lara, veniva apposta a documenti di massima importanza. Serviva a rendere ancora più sicura la salvaguardia di questi documenti, e...” ma la sua sicumera fu interrotta da Lara, che gli lanciò uno sguardo penetrante il cui ovvio significato era “va’ al sodo.” Thom, corrucciato per il dover saltare la spiegazione a suo avviso interessantissima, sospirò e prese un foglio di carta e una penna; ci scrisse sopra l’iscrizione del frontespizio e infine la mostrò a Lara.
“Guarda” disse, e girò di nuovo il foglio, riprendendo a scrivere “Cambiando l’ordine delle lettere otteniamo… questo.” E porse nuovamente il foglio a Lara.
Ora sul foglio c’erano due frasi: la prima, RES IT: CANE, ARGO, AGIS!, era quella del frontespizio; la seconda era il suo anagramma, I! TEGO ARCANA REGIS! Che significava “Vattene! Proteggo i segreti del re!”
Lara guardò con fare interrogativo Thom, che allargò ancora di più il suo sorriso e spiegò:
“Chi vedeva questa iscrizione e conosceva quello che i crittologi chiamano "Codice Drefyus", capiva che le pagine seguenti erano scritte in tale codice; chi invece non ne era a conoscenza, si scervellava su quell'iscrizione, che sembra l'unica cosa ad essere scritta in maniera ortodossa, e tralasciava il resto.”
“E tu sei capace di decifrare il codice Dreyfus?” chiese la ragazza.
“Sì, certo, è una delle cose che ti insegnano appena…”
“Non perdere tempo allora” esclamò perentoria Lara “e leggi quello che c’è scritto.”
Thom prese il librone con un leggero scorno e cominciò a leggere.
“Allora... Sì, proprio come pensavo... ecco cosa dice. "Anno Domini 1672... Parigi, Francia... Dio perdoni la mia mano, che scrive queste cose, e prima ancora la mia mente per averle concepite." Wow! Dev’essere davvero roba grossa!”
Ma con uno sguardo Lara fece capire a Thom che i suoi commenti non erano i benvenuti; così il giovane sospirò e continuò:
Sono Fratello Guillaumme, letterato e frate al servizio di re Luigi. Scrivo queste cose perchè a Versailles accadono cose inspiegabili..."

Da qualche tempo nella Reggia sembrava esserci un’atmosfera densa di tensione e tetraggine. Quel giorno in particolare, nella sala del trono si respirava, quasi fosse tangibile, un’aria cupa e dolorosa. Fratello Guillaumme era un uomo vecchio, che aveva passato quasi tutta la sua vita al servizio di Dio, del Re e della Sapienza; eppure non si era mai sottomesso a nessuno dei tre, anzi aveva instaurato con essi un rapporto vitale e solido.
Nella Sala del Trono sembrava essere stata improvvisata la riunione di tutte le persone che a Corte si occupavano delle amenità, dei divertimenti e della cultura; erano molte, dato che il re spesso eccedeva nell’uso e consumo di queste cose.
Fratello Guillaumme si guardò attorno: vedeva l’orchestra reale al gran completo, il poeta di corte, e… sì, quello alla sua destra era monsieur Molière, il commediografo famoso in tutta la Francia!
Eppure le facce tirate e le espressioni tristi di tutti sembravano rimandare ben poco all’allegria di cui tutto il gruppo portava vessillo. Solo una persona sembrava mancare: Turold, un povero gobbo che a volte fungeva da giullare. Probabilmente, pace all’anima sua, era ad ubriacarsi.
Pochi attimi dopo arrivò il Re; mentre si inchinava, Fratello Guillaumme notò che era seguito dall’Abate DesCombes, un uomo che lui aveva sempre detestato, pur contravvenendo agli ideali religiosi cui aveva fatto voto. Il Re si sedette sul trono, e l’Abate gli rimase accanto tronfio.
“Buongiorno, miei sudditi.” Salutò il Re “Vi ho fatto chiamare in seguito alle mie decisioni al vostro riguardo. Dovrete lasciare Versailles entro il tramonto.”
Fratello Guillaumme sentì un brivido percorrergli la schiena, e lo stesso probabilmente accadde a tutto il gruppo.
“Illuminato Re, cosa dice?” piagnucolò quello che era stato un attore della compagnia reale “Noi siamo i suoi servitori più fedeli, come può cacciarci?”
“Queste sono le mie disposizioni.” Disse risoluto il Re.
Fratello Guillaumme, a quel punto, capì che qualcosa non andava nel Re: un cambiamento così repentino non era proprio di Luigi, che lui conosceva sin dalla nascita, e che aveva visto crescere fisicamente e intellettualmente.
“Ma come?” disse allora il vecchio frate “La letteratura, la musica, la poesia... tutto dimenticato?”
“Non di letterati, non di musici ha bisogno il mio regno” si alzò allora in piedi il Re “ma di armi, politica e un re all'altezza. Voi, i sapienti di corte, non siete più desiderati.”
A quelle parole, e soprattutto a quel gesto, tutti capirono che ogni tentativo di protesta sarebbe stato vano. Con le teste basse, e addirittura con le lacrime agli occhi, fecero per abbandonare la Sala. Ma non Fratello Guillaumme. Amava troppo la Sapienza, amava troppo il Re, per essere cacciato così in malo modo! Corse quanto la sua forza da vecchio sapiente gli permettesse verso il trono e gridò, col pugno puntato verso il sovrano:
“Avevate detto che la miglior arma per amministrare il vostro potere era l'amore per le arti e per la sapienza!”
“Guardie!” tuonò allora l’Abate DesCombes “C’è un tentativo di insubordinazione. Arrestate quest’uomo!”
L’odio per l’Abate si acuì ancora di più, e Fratello Guillaumme non poté tacere:
“Stia zitto, Abate DesCombes!” gridò con veemenza, ergendosi in tutta la sua altezza “Io ho visto nascere il re, e mi sono occupato personalmente della sua educazione! Sono suo servo, non tuo, e solo lui può farmi imprigionare!”
Ma a quelle parole l’Abate non mostrò altro che un sorriso soddisfatto. Si girò verso il Re con un’espressione malefica e chiese: “Illuminato Re, cosa comanda?”
I due si scambiarono un’occhiata complice. Fratello Guillaumme sapeva che il Re non l’avrebbe mai fatto imprigionare, non poteva…
“Sia condotto alle carceri. Immediatamente.” Ordinò invece il Re, guardando sardonico il povero Frate. Le sue parole gli arrivarono al petto come una pugnalata.
“E'... è questo che volete, mio sire?” balbettò, mentre sentiva gli occhi riempirsi di lacrime.
“Esattamente.” Fratello Guillaumme sentì le forze abbandonarlo, e cadendo in ginocchio disse:
“Vostro servitore ora e per sempre, mio Sire.”
Sentì contemporaneamente le lacrime scendergli lungo le guance e le guardie strattonarlo via.

Molte volte Fratello Guillaumme era stato alla Bastiglia, la fortezza più temuta di Parigi, per recare umano conforto ai poveri peccatori rei soltanto di aver creduto a qualcuno che non era Dio; ma mai avrebbe creduto che prima o poi tra di essi ci sarebbe stato lui.
Quello che aveva ordinato il suo arresto non era il re. Lui era stato come un padre per Luigi, e sapeva che il suo volere non sarebbe mai stato quello di vederlo languire in una prigione. Eppure aveva sentito le sue parole, quella sua espressione era così vera…
I giorni passarono così tetramente che alla fine Fratello Guillaumme ne perse il conto. Ma una notte, quando i lamenti degli altri carcerati erano terminati, il religioso udì una voce familiare piangere nella cella dirimpetto alla sua. Incuriosito e attirato dal suono non nuovo che quella voce aveva alle sue orecchie, il Frate si sporse tanto quanto gli era possibile dalle sbarre e bisbigliò:
“Chi è? Chi… sei?”
I lamenti terminarono. Si sentì un rumore di metallo contro metallo, e l’uomo vide apparire nella penombra la sagoma di una persona. Sembrava esserci qualcosa di strano nella sua figura, qualcosa che nel buio tuttavia non riusciva a identificare.
Il prigioniero ebbe un esclamazione di sorpresa, poi disse, con la voce rotta da emozione e sofferenza:
“Fratello Guillaumme... mon père... non posso crederci, siete proprio voi?”
“Sì, figliolo, sono io.” Disse il Frate, sorpreso di essere stato riconosciuto “Ma temo di non conoscerti, o di non ricordare il tuo nome...” Il prigioniero dirimpettaio gemette.
“Se le dicessi chi sono, probabilmente non mi crederebbe...” disse dolente.
“Fatti vedere, ti prego” chiese il Frate “Nel buio non vedo il tuo volto.”
“E nemmeno alla luce lo vedrà, mon père…” E in quella si spostò tanto quanto bastasse perché un raggio di luna lo rendesse visibile.
Fratello Guillaumme trasalì dall’orrore e si ritrasse. Il prigioniero portava una maschera di ferro che gli copriva l’intero cranio, ad eccezione degli occhi. Ma proprio gli occhi fecero vincere la sorpresa sull’orrore di Fratello Guillaumme: indugiò su di essi. Erano castani, e lui li aveva già visti, tante e tante di quelle volte, chini sui libri, ridenti nel tentativo di sfuggire alla maieutica socratica o alle utopie di Platone…
“L…L… Luigi?” balbettò il Frate “Mio Re… non è… possibile, siete proprio voi?”
“Lo sono, Fratello Guillaumme.” Singhiozzò il prigioniero.
“Ma… ma… a Versailles…” le cose non quadravano.
“No, non ero io, mon père.” Spiegò il Re “Era Turold, il galoppino dell'abate DesCombes! Settimane, forse ormai mesi or sono, mi hanno teso un tranello... Questa maschera di ferro, la chiamano Maschera di Masoepius, è maledetta: ha conferito al gobbo Turold le mie sembianze!”
“Magia Nera!” disse Fratello Guillaumme facendosi il segno di Croce “Dio, salvami! Ma… a che scopo?”
“Vuole riparare i miei errori. Sì, è vero, ne ho commessi molti, mon père, ma...” spiegò il Re, ma subito una guardia si accorse del colloquio.
“Chi è che parla?” disse, ed entrò nella cella del Re. “Non ti ricordi cos’ha detto DesCombes? Devi TACERE!” e subito cominciò a tempestarlo di calci e pugni.
“In nome di Dio, fermo!” gridò Fratello Guillaumme “Quello è il tuo…” ma si accorse che era impossibile spiegare alla guardia la situazione.
“Non immischiarti, monaco!” disse il soldato “Anzi, per evitare che tu possa confortarlo, trasferirò questa faccia di bronzo in isolamento!”
Lo prese di peso e lo trascinò via.
Da quel giorno Fratello Guillaumme non vide mai più il prigioniero dalla Maschera di Ferro, ma ne sentiva i gemiti, e a volte le frustate che era costretto a subire. Frustate che anche il suo povero cuore da mentore, quasi padre, riceveva.
Poi, un giorno, i lamenti cessarono. Quella sera stessa, davanti alla cella di Fratello Guillaumme, due figure, una donna vestita di bianco e un uomo in nero passarono. Erano figure eteree, quasi angeliche. O diaboliche.
Pochi attimi dopo tornarono sui loro passi, e Fratello Guillaumme vide che l’uomo recava in mano la Maschera di ferro che aveva imprigionato Luigi. E capì. Il Re era morto.
Il vecchio Frate cominciò a piangere. E, inspiegabilmente, forse per dargli conforto, o forse per ferirlo ancora di più, la dama in bianco gli si avvicinò, so inginocchiò davanti alle sbarre della cella e disse:
“Sotto Nostra Signora. È là che giacerà per sempre. Portane la parola.”
E scomparve, lasciando il Fratello in preda ad angoscia e sorpresa.


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Che significato ha il manoscritto di Fratello Guillaumme, e perchè Dorianne lo ha evidenziato? E cosa sarà davvero la Maschera di Masoepius?
Tutto questo, e altri misteri ancora, a partire da DOMANI!





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Messaggio da Blu »

Puntata appassionantissima anche oggi :D .. quando piagnuccola Thom non lo sopporto [:^] , però mi dispiace che Lara lo abbia interrotto finché spiegava (Thom versione docente :D ), sembrava molto interessante :) .. come interessante è la coincidenza uomo nero - dama in bianco che portavano con sè la maschera di Re Luigi, come quelli incontrati alla festa di Dorianne.. se sono loro i custodi forse Marny sta scendendo a patti con loro, e se la donna in bianco rappresenta la parte buona (è stata gentile col frate secoli prima), da come è uscita dalla stanza non deve piacergli cosa ha in mente di farci Dorianne [:^] .. il mio terrore è che voglia farla indossare a Lara per prenderne il posto [:^] , ma se così fosse perché farle trovare il manoscritto? I suoi piani sarebbero sventati.. a meno che lei NON abbia ancora la maschera ed il suo piano prevede che sia Lara stessa a trovarla e Lara sicuramente accetterebbe la sfida più per trovarla lei per prima (e magari distruggerla), ma il rischio è grossissimo :mumble: .. ok, basta congetture :D , aspetto domani per saperne di più :)

Nillc ha scritto:Ma quella non era l’unica cosa strana: andando avanti col testo, le parole apparivano scritte in caratteri latini ma con un ordine non proprio: si trovavano accenti sulle consonanti, spazi tra una virgola e l’altra, parole che andavano a capo senza una distinzione netta; ovviamente, era tutto incomprensibile..
Da questo punto di vista vi piaceranno molto i livelli realizzati da Taras per il KAP :D :approved: 39_22




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