Lara Croft Tomb Raider: Curse of the Iron Mask

RINGRAZIAMENTI E MAKING OF online!

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Nillc
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Messaggio da Nillc »

Ecco a voi il nuovo, lungo capitolo con cui si conclude la parte introduttiva ;) da domani si fa sul serio!

CAPITOLO 3: La festa a Versailles

La sera aveva ormai preso il posto del giorno, e le stelle inondavano il terso cielo francese sopra la capitale. Parigi, la Ville Lumière, era splendida nell’aria cristallina prenotturna, e qualsiasi cosa sembrava brillare di luce propria.
La rumorosa quiete dell’aeroporto Charles De Gaulle fu invasa dal rumore del motore di un jet che atterrava su una pista privata. Espletate le procedure d’atterraggio, una scaletta scese dal portellone e Lara Croft, splendida in un abito da sera color prugna, ne uscì, trovandosi davanti il meraviglioso panorama della città francese rifulgente di luci. Sospirò soddisfatta.
Attimi dopo, un nervosissimo Bryce costretto in uno smoking la seguì, muovendosi scompostamente e aggiustandosi con imprecazioni affettate la giacca, la camicia, il papillon o il cavallo dei pantaloni.
“Uno smoking!” gridò, e la sua rabbia era percepibile a chilometri di distanza “Uno smoking a me, che sto scomodo anche in mutande! Ma questa me la pagherai, Lara!”
“Una volta tanto non potresti accettare con riconoscenza ciò che ti viene offerto?” lo rimbeccò Lara, scendendo la scaletta “Migliaia di altre persone farebbero carte false per venire a questo ricevimento. Anzi, migliaia di persone farebbero carte false per uscire con me.”
“E tra quelle migliaia di persone non ce n’era nessuna per accompagnarti stasera?” disse Bryce, mentre salivano sulla limousine che li aveva attesi e che subito partì.
La rabbia di Bryce durò per tutto il breve percorso, finché la limousine non arrivò in un viale ghiaioso costeggiato da alberi. In lontananza si vedevano le mille luci di un palazzo incredibilmente esteso e fastoso. Bryce ammutolì solo quando, con un groppo in gola, riconobbe quel luogo.
“Un momento” disse “ma io conosco questo posto…”
“Certo che lo conosci” disse Lara “è la Reggia di Versailles, Bryce!”
“Oh porca…” disse lui di rimando, con un tono che faceva a pugni con la compostezza del suo abito.
“Benvenuto alla tua festa per ricconi, amico mio” ironizzò Lara.

Mentre si avviavano all’ingresso, Lara spiegò che la sua ex compagna Gontrand aveva affittato alcuni saloni della Reggia per la festa che aveva organizzato. Quando arrivarono alla porta, vi trovarono un battitore che aveva con sé un grosso registro degli ospiti.
Bonsoir” disse con un elegante e raffinato inchino “Lei è la signorina…?”
“Croft, Lara Croft” rispose lei. Il battitore scorse un attimo il registro e la guardò come se in effetti fosse attesa con una certa ansia.
“Oh, bene. Molto bene” disse, annuendo dall’alto di occhialini a pince-nez particolarmente aquilini, quindi si rivolse a Bryce.
“E lei è il signor…?” Bryce, che si era distratto un attimo per infilarsi la camicia nei pantaloni, rispose:
“Bryce, amico.” Il battitore rimase un attimo in attesa, quindi chiese educatamente:
“E poi?”
“Poi cosa?” disse Bryce aggrottando la fronte “Hai bisogno anche del mio gruppo sanguigno?”
“Mi accontento del suo cognome” disse gelido lui. E fu allora che Bryce ebbe un sussulto e sbiancò dalla testa ai piedi.
“Il mio… glom… cognome?”
“Sì” disse spazientito il battitore “Sa, quella cosa che suo padre le ha…”
“So cos’è un cognome!” sentenziò indispettito il ragazzo. A Lara venne in mente che, in tanti anni che conosceva Bryce, non era mai venuta a conoscenza del suo cognome.
“Allora diglielo, Bryce.” Disse “così magari anche io lo saprò…”
“Sì, ehm… in effetti non te l’ho mai detto, ma…”
“Mi duole informarla” lo interruppe il battitore “che se non mi dirà il suo cognome, non potrò annunciarla e non sarà di conseguenza ammesso al ricevimento.”
“Ok, ok!” disse una volta per tutte Bryce “Facciamola finita! Il mio cognome è K…” ma lo disse in un sibilo talmente impercettibile che entrambi Lara e il battitore si dovettero esprimere in un poco raffinato “EH?”
“KAZZENBERG!” gridò allora il ragazzo “Mi chiamo Bryce Kazzenberg, ok?”
Lara fissò il suo amico sforzandosi di guardare in basso e mantenere un’espressione seria… ma alla fine il suo bisogno di ridere la sopraffece, e fu costretta a girarsi dall’altra parte e scoppiare in una fragorosa risata. Bryce si portò una mano al volto. L’unico ad essere restato più o meno serio era il battitore, che disse:
“Bene, mister Kazzenberg… ora che so il suo nome posso annunciarla. Dunque… Lara Croft e Bryce Kazzenberg!” Ma non riuscì nemmeno a terminare l’annuncio che anche lui dovette piegarsi in due dal ridere.
“Oh, mio Dio” disse scorato Bryce, ma Lara, che sembrava tornata seria, lo prese a braccetto e lo invitò ad entrare. Ci fu un attimo di silenzio gelido mentre entravano nel palazzo, quindi Bryce proruppe:
“Beh, io non ci vedo nulla di strano! Ho delle origini tedesche e ne vado fiero!”
Lara scoppiò in una risata più forte della prima.

Gli invitati al ricevimento erano per la maggior parte multimiliardari inglesi, e in effetti nella sala del trono della Reggia, nella quale si mescolavano con noncuranza rinascimentale e barocco, i frac e i lunghi vestiti da sera sfiguravano un poco.
Quando Lara Croft entrò nella sala, per un attimo sembrò che fosse entrata una leggenda.
Immediatamente tutti smisero di parlare, e gli sguardi furono immediatamente girati sull’arco d’entrata; molti rimasero col loro drink in mano sospeso per aria, e ben presto su ogni bocca si formò il nome “Lara Croft”.
Lei avanzò nella stanza, con fare noncurante e in silenzio. Conosceva la musica che il quartetto d’archi stava suonando, l’aveva sentita quella volta a Venezia, quando cercava il covo di Marco Bartoli…
Bryce la seguiva come un cagnolino, dando a tutti la buonasera per lei; come Lara si aspettava, tuttavia, molte persone le si avvicinarono, salutandola con formale affetto. Lei salutava di ricambio e sorrideva provando una tiepida emozione nel riconoscere alcune facce che non vedeva da vent’anni. Anche i camerieri, perfetti sconosciuti, le si avvicinavano fin troppo spesso per offrirle tartine o drink.
Esaurita la parte dei convenevoli, Lara si trovò però quasi subito annoiata. L’atmosfera era davvero opprimente: mancavano solo maschere e parrucche per evocare una vera e propria festa del ‘600.
Poi, improvvisamente, si udì un battito di mani proveniente da una balaustra a ridosso del trono, che si trovava al centro della stanza. La musica cessò e tutti, compresa Lara, guardarono in su, dove un uomo particolarmente elegante e impettito si sporgeva con fare riverente.
“Signore e signori” disse con solennità “ho il piacere di annunciare l'arrivo della promotrice di questa magnifica riunione. A voi, Dorianne Gontrand- LeCouturier!”
La sala proruppe in un applauso fortissimo. Anche Lara, suo malgrado, dovette accennare a battere le mani, mentre la figura di una donna dall’abito verde con decorazioni gotiche avanzava sulla balaustra.
Gli applausi sembrarono terminare nel momento in cui apparve evidente ciò che la donna portava sull’altrimenti meraviglioso volto: sullo zigomo destro, aveva infatti una grossa e fin troppo evidente guaina di metallo che ne nascondeva la deformità.
Nel perfetto silenzio che seguì, si udirono alcuni commenti a mezza voce su quella specie di maschera, ma Dorianne Gontrand non sembrò curarsene: alzò le braccia, quasi a voler benedire la folla, e disse:
“Buonasera, amici e compagni. Spero che vi stiate divertendo. Rivedervi qui, dopo quasi vent'anni, mi dà una gioia incredibile.”
Il suo inglese era caratterizzato da un lieve e dolce accento francese. Lara ebbe voglia di andarsene non appena queste parole giunsero alle sue orecchie. Bryce, accanto a lei, le disse sarcastico:
“Deve aver lavorato, per imparare a memoria questo discorsetto!” Lara sorrise e annuì. Dorianne continuò a parlare, scendendo la scalinata che collegava la balaustra alla sala.
“Nel corso di questi lunghi anni” disse “sono accadute tante cose. Cose che mi hanno messo a dura prova. Cose che mi hanno ferito, e non solo metaforicamente. Ma oggi sono qui, e questo è un bene. Oggi è un giorno di festa, per me e per tutti noi.” E qui ci fu una pausa e un applauso. Gontrand, nel frattempo, aveva raggiunto la pedana del trono. Una regina, pensò amaramente Lara.
“Vi auguro, dunque, di godervi questa bella serata, ricordando i tempi d'oro del Wimbledon” disse. Poi, si girò direttamente verso Lara, e disse, con una voce che tradiva freddezza e astio “E se ho mai commesso un torto nei vostri confronti, vi chiedo di perdonarlo.”
Il gelo che si instaurò tra gli sguardi delle due fece quasi scomparire l’applauso che ne seguì.

La musica riprese. Lara si girò verso Bryce per commentare il discorso di Gontrand, ma con sua somma sorpresa non lo trovò; indagando tra la folla, però, lo vide flirtare con una procace bionda passata di là per caso. Lasciamolo divertire, pensò con affetto Lara.
Mentre guardava il suo amico alle prese con la sua conquista, Lara si sentì toccare la spalla da una mano, e prima che si potesse girare, la voce di Dorianne Gontrand la salutò:
“Lara Croft. Non osavo sperare di vederti qui.”
Lara si girò e si trovò a fissare il gelido sorriso di Dorianne. Da vicino, la guaina di metallo era ancora più impressionante, dato che sembrava penetrare direttamente nelle carni della donna. Lara si inchinò leggermente e rispose:
“Nemmeno io ci credevo molto, in realtà” e sorrise gelidamente a sua volta.
“Ma no” disse la sua ex compagna “averti qui per me è un tale onore. Tra tutti noi, sei quella che ha avuto più successo nel suo lavoro e probabilmente nella sua vita”
Non si poteva non notare l’invidia di cui Dorianne stava infarcendo la sua sviolinata. Ma Lara, da brava diplomatica qual era, la ignorò completamente.
“Me la cavo, Dorianne.”
“Vorrei invitarti a…” ma il suo invito fu interrotto dall’arrivo in sala di Thomas Harlington, che era appena arrivato. “Oh, chi si vede. Thomas Harlington!” disse in quella Dorianne.
“Dorianne, i miei rispetti” disse Thom con freddezza. Poi, con ancora più freddezza, continuò “Buonasera, Lara.”
“E’ tutto a posto, Thomas?” chiese al ragazzo, poi si rivolse di nuovo a Lara “Non so se sai quale carriera abbia scelto il nostro amico qui…”
“Sì lo so” tagliò corto Lara “abbiamo avuto modo di scambiarci alcuni pareri, giorni fa.”
Gontrand parve non cogliere il clima di tensione che si era instaurato tra i due.
“Molto bene” disse, quasi con noncuranza “Lara, vorrei mostrarti la mia collezione di reperti archeologici. È in una stanza del primo piano, e…”
“Come?” esclamò sorpresa Lara “La tua collezione… qui?”
“È il mio piccolo tesoro!” disse di rimando Dorianne piena di sé, con un sorriso “Mi costa tanto separarmene… allora porto sempre con me i pezzi a cui tengo di più. Ti andrebbe di vederla?”
Ok, Dorianne Gontrand è ufficialmente pazza pensò Lara, e guardando di sottecchi Thom capì che anche lui stava pensando la stessa cosa. Per un attimo fu tentata di sorridergli complice, poi la parola crittologo mise in fuga ogni suo proposito.
“Se non sono di disturbo…” rispose quindi Lara.

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NELLE PROSSIME PUNTATE:
Cosa ci sarà nella Collezione di Dorianne Gontrand? E qual è il motivo di tanto astio tra le due rivali? Appuntamento alla prossima puntata, per... un tuffo nel passato di lara!





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Messaggio da Blu »

buahauahauahauah :huahua: .. Bryce in smokiiiiiing :asd: :huahua:


Sono contenta della scelta di Lara :D , Bryce è simpatico e può essere molto utile se dovesse accadere qualcosa a Parigi :approved: (ed in più abbiamo scoperto qualcosa in più sulle sue origini :) )




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Messaggio da Nillc »

Oppela, mi ero dimenticato di aggiornare il sottotitolo del topic :D e quello non si aggiusta magicamente da solo...




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Messaggio da Fil »

hehe fantastico Bryce in smoking! ^________^ E quella donna deve essere proprio una smorfiosa antipatica! :evil:
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Messaggio da Nillc »

... Non trovate che il cognome di Bryce sia proprio adatto? :asd: (lo so sono stato cattivo, povero Bricey :D )




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Messaggio da Nillc »

Ecco a voi la nuova puntata, con un bel Flash Back del passato di Lara!

CAPITOLO 4:Il Libro (1/2)

Dorianne, seguita da Thom e Lara, guidava il terzetto lungo una scalinata buia. Si sentivano appena la musica e le risate provenire dal piano di sotto.
“... da quando non ho più potuto dedicarmi attivamente all'archeologia” spiegò Dorianne, mentre erano arrivati all’imbocco di un lungo corridoio semibuio “ho cominciato a collezionare statuette, armi e suppellettili. Senza contare la biblioteca che ho composto... più di ventimila volumi originali e antichi. Ovviamente ne ho portati pochi, i miei più belli, gli altri sono nel mio castello della Loira.” Il corridoio era abbastanza tetro, agli occhi di Lara. Improvvisamente ebbe come un flash di un re del ‘600 che vi passava e pensava la stessa identica cosa. Lara scacciò quello strano pensiero cercando di concentrarsi, suo malgrado, sulle parole di Dorianne.
“Bene, eccoci arrivati” annunciò mentre arrivavano nei pressi di una porta di legno lucidato “Spero che… oh!” si interruppe improvvisamente la donna guardando oltre le spalle di Lara e Thom, che istintivamente si girarono.
Lara provò un brivido nel vedere le due figure che si erano stagliate all’inizio del corridoio. Si trattava di un uomo e di una donna, e sembravano in antitesi l’uno con l’altra. Lui era oltre i quarant’anni, abbastanza alto e robusto, occhi e capelli neri, una barbetta di tre giorni portata però con grande cura e un naso aquilino particolarmente marcato. Indossava un lungo cappotto di pelle nero. La donna era invece molto più giovane, possedeva lunghi capelli biondi e occhi azzurro chiarissimo. Il suo abito da sera era bianco e al suo collo pendeva quella che sembrava una minuscola ampolla piena di liquido.
Tra i due sembrava esserci una strana aura, qualcosa che li accomunava, ma che al tempo stesso tracciava tra di loro una linea invalicabile.
Dorianne li fissò per un attimo, poi riprese a parlare, ma con voce più seria e tirata di prima.
“Perdonatemi.” Lara non capì se si riferiva a lei e Thom o ai due figuri “Kathe Bahofen… e Bèrnan DuBois” disse presentandoli ai suoi due ex compagni “sono miei… soci d’affari” Lara drizzò le orecchie: aveva capito che stava mentendo.
L’uomo in nero sembrò molto contrariato.
“Dorianne” disse, e la sua voce con accento francese fece quasi trasalire Lara “Mi permetto di farti notare che siamo alquanto in ritardo. Come ben sai, dobbiamo parlare di cose di assoluta importanza, e non abbiamo tempo da perdere.”
“Vi chiedo scusa” disse Dorianne con riverenza, ma non con servilismo “il tempo di accompagnare i miei due ospiti nella sala attigua e sarò da voi.”
La donna in bianco, al contrario dell’uomo, sembrò molto più accondiscendente.
“Faccia con comodo” sussurrò seria. L’uomo la guardò con astio, e lei gli restituì lo sguardo quasi a sfidarlo.
“Molto bene” disse Dorianne, affrettandosi ad aprire la porta e a farci entrare Lara e Thom. Mentre le passava davanti, tuttavia, Lara fece un gesto fulmineo e le attaccò sul vestito un microscopico dispositivo elettronico che avrebbe captato i suoi discorsi. Quei due, pensò Lara, sono sospetti, e Dorianne lo è ancora di più.

Lara fece appena in tempo ad entrare che subito la porta le si richiuse alle spalle.
Davanti a lei e a Thom si stendevano quattro lunghe file di teche, espositori e leggii; ovviamente tutti pieni di oggetti antichi e pregiatissimi. Non come quelli che recupero io, ovviamente pensò con una punta di sadismo Lara.
“Uao!” esclamò Thom ammirando una teca piena di gioielli “La nostra Dorianne si tratta benissimo!”
“Non avresti osato…” disse Lara fissandolo truce.
“Cosa?” rispose il ragazzo quasi spaventato.
“Vent’anni fa non avresti osato chiamare quella per nome.”
Thom roteò le pupille e sospirò.
“Avanti, Lara! Non dirmi che ce l’hai ancora per quei fatti… non so portare rancore, io, cosa che invece noto a te riesca benissimo. Infatti… Lara… ehi, Lara! Mi stai ascoltando?”
No, Lara non lo stava ascoltando. Qualcosa, in mezzo a tutti quegli inutili oggetti, aveva colpito la sua attenzione.
Attraversò la stanza a grandi falcate e si fermò davanti a un leggio, su cui era poggiato un grosso volume rilegato in tela molto consunto e all’apparenza molto antico. Sulla copertina, in caratteri gotici, vi era scritto: DE’ ANTIQUI SECRETI.

Era un calmo pomeriggio di primavera, ma nell’aria parigina si sentiva già il profumo dell’estate. Le bianche pareti della cappella del Sacro Cuore, che svettava sul colle di Montmartre, garantivano un po’ di frescura agli studenti del Wimbledon che si aggiravano, assolutamente poco interessati, nei corridoi del complesso. Proprio per questo, il professore che li accompagnava, un uomo sulla cinquantina alto e magro, con dei graziosi baffi bianchi, ritenne opportuno richiamare all’attenzione i suoi alunni. E due di loro in particolare.
“Molto bene, ragazzi e ragazze” annunciò solenne “quello che stiamo facendo oggi è un grande privilegio per la nostra scuola. Di solito la biblioteca non viene aperta alle scolaresche, quindi comportatevi bene. In particolare, sapete a chi mi riferisco.”
Due studenti, una ragazza molto graziosa con due trecce e uno zainetto sulle spalle e un ragazzo dai capelli ricci, annuirono angelici. Il professore sospirò soddisfatto e fece cenno al gruppo di seguirlo.
Il ragazzo e la ragazza di poco prima, tuttavia, rimasero indietro.
“Ehi, rossa” disse lui a lei con aria da duro “hai forse voglia di dar retta alle cretinate di quello?”
La ragazza roteò la testa, in modo da mettere in mostra le sue lucide trecce morbide, e rispose, con aria strafottente:
“Mmmh, ho paura che ultimamente il mio medico me l’abbia sconsigliato. Andiamo, baby!”
Il ragazzo non aspettava altro; entrambi scapparono nella direzione opposta a quella in cui era andato il loro gruppo, ormai lontano.
La ragazza era Lara Croft, e già all’epoca il suo nome risuonava in tutto il college, collegato per antonomasia a intelligenza, bellezza e un notevole sprezzo delle regole.
Il suo compagno e migliore amico Thomas Harlington era meno impulsivo di lei, ma non per questo rinunciava a seguirla nelle avventure più disparate.
Lara avanzava lungo i corridoi deserti dell’abbazia camminando rasente i muri, battendo ogni tanto le nocche per tastarne la consistenza.
“Ehi, ehi, ehi!” disse Thom imitando Fonzie di Happy Days “Andiamo, rossa! Non crederai mica alle sciocchezze circa i passaggi segreti? È roba da…”
In quella, Lara diede senza alcun preavviso un calcio al muro presso il quale si trovava: la parete scattò all’indietro, rivelandosi in effetti una porta nascosta. Lara guardò Thom, che era rimasto a bocca aperta.
“Uno a zero per me, baby” disse con un sorriso canzonatorio.
I due ragazzi entrarono nel passaggio e lo seguirono finché la luce che proveniva dall’esterno non diminuì tanto da indurre Lara a estrarre una piccola torcia elettrica dal suo fido zainetto.
“Thom” disse esultante “Questa potrebbe essere l’occasione che aspettavamo! Insomma… siamo qui, dove nessuno mette piede da… da secoli, probabilmente… e se dovessimo scoprire qualcosa… Thom! Diventeremmo… diventeremmo dei veri Tomb Raiders!”
Thom era troppo occupato a guardarsi intorno per cogliere l’esultanza della frase di Lara.
“Ehm… tu dici?” chiese, la voce tremante. Lara notò una sottile defaillance nella voce del suo amico.
“Che succede, te la fai sotto?” chiese, illuminandosi la faccia con la torcia per avere un effetto terrorizzante.
“Chi?Io?!” tuonò allora il ragazzo, ferito nell’orgoglio “Certo che no, andiamo!” Lara avanzò un po’.
“Io dico che non… AAAAAAAAH!” Thom avvertì un tonfo e vide improvvisamente la sua amica, e con lei la luce che teneva in mano, sprofondare nel terreno.
“Lara! Dove…” disse, ma correndo in avanti per soccorrerla, cadde nello stesso buco in cui era caduta lei.
Per fortuna, dopo una caduta di mezzo metro, c’era soltanto uno scivolo di travertino pericolosamente inclinato, che lo portò giù, sempre più giù, fino a raggiungere un punto sotterraneo fiocamente illuminato da alcune infiltrazioni del terreno.
“Lara!” chiamò “Dove…”
“Attento, Thom! Davanti a te!” disse la sua voce proveniente da un angolo imprecisato della stanza lunga e stretta nella quale si trovava. Thom guardò in avanti e vide con orrore un gigantesco dardo di legno che veniva sparato in sua direzione da chissà dove. “La mossa di Kurosawa!” gridò Lara.
In quella, Thom abbandonò il timore e mise in pratica la tecnica che Lara gli aveva insegnato tempo prima, una pericolosissima mossa di arti marziali che serviva a oltrepassare i propri nemici.Scattò in avanti verso il dardo, con appena il tempo di prendere le misure,piantò le mani sul legno duro di cui era fatto e fece leva su di esse per darsi una spinta verso l’alto, che lo proiettò due metri più lontano. Il dardo, troppo veloce nella sua corsa, non subì la minima pressione e andò a conficcarsi nello scivolo di travertino.
“Scusa!” disse Lara emergendo dalle tenebre “Ho schiacciato un pulsante, ma forse non dovevo…”
“Era un bel gingillo, comunque” esclamò Thom riprendendosi dallo spavento.
“Sì, ma ora dobbiamo risolvere questa specie di indovinello, sperando di non scagliare un altro dardo.”
La porta al fondo della stanza recava infatti una strana iscrizione arcaica e diversi pulsanti di forma e colore diversi. Quello schiacciato da Lara, ora conficcato nella porta, era un esagono di Lapislazzuli.
“Non so, dovremmo provarli tutti, forse…”
“Non credo proprio” rispose Thom esaminando la scritta“qui dice chiaramente che il triangolo rosso ci svelerà i segreti.”
Stavolta fu Lara a rimanere a bocca aperta.
“Ma come hai fatto?” disse attonita “Insomma, io non sarei mai riuscita a…”
“Beh, rossa, lo sai che a crittologia prendo tutti 10. Uno pari” disse Thom strizzandole l’occhio.
Lara premette l’unico pulsante che in effetti era un triangolo rosso e la porta, cigolando sui suoi antichissimi cardini, si aprì.
“Due a uno” disse Lara, mentre il cuore le si metteva a battere all’impazzata.
Oltre la porta c’era una saletta piccola e stretta, il cui unico arredo era un leggio. Su esso, un librone portava la scritta in caratteri gotici DE’ ANTIQUI SECRETI.
“Wow… ma… cosa significa questo?” chiese Thom emozionato.
“Significa… significa che… che sono una TOMB RAIDER!” disse Lara, mettendosi a saltare dall’esultanza.


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NELLE PROSSIME PUNTATE:
Perchè Dorianne ha il libro ritrovato da Lara? E cosa farà adesso la nostra eroina per reimpossessarsene? Tutto questo e ancora di più nelle prossime puntate, online a partire da domani!





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Messaggio da Blu »

Nillc ha scritto: NELLE PROSSIME PUNTATE:
Perchè Dorianne ha il libro ritrovato da Lara? E cosa farà adesso la nostra eroina per reimpossessarsene? Tutto questo e ancora di più nelle prossime puntate, online a partire da domani!
.. e oltre tutto incuriosisce molto il "contenuto" di quel libro dal titolo tanto fascinoso :D .. e poi chi sono quei tizi :O_o: ? Non vedo l'ora che sia domani per leggere il seguito :D




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Messaggio da Lucaraider »

io ho fatto un file word per conservare la storia cosi dopo la stampo e in spagna la leggo!!! :D
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Messaggio da Nillc »

Bene sono contentissimo che vi piaccia! spero che continui ad intrattenervi fino alla fine.

@ Blu: Ma in merito al pm di ieri...?




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Messaggio da jamesbond87 »

Non so perchè, ma quel corridoio "oscuro" e "angosciante" della reggia mi ricorda la galleria del Louvre del Codice da Vinci dove viene ucciso Jacques Saunière...

Comunque, visto che siamo a Parigi... dov'è Madame Carvier? [:^] :D




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Messaggio da Blu »

Nillc ha scritto:@ Blu: Ma in merito al pm di ieri...?
Era per sapere se c'erano vincoli di immagine per il banner :D .. guarda un po' se questo (quello in circolo da ieri sera, in alto) va bene :)




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Messaggio da Nillc »

Blu ha scritto:
Nillc ha scritto:@ Blu: Ma in merito al pm di ieri...?
Era per sapere se c'erano vincoli di immagine per il banner :D .. guarda un po' se questo (quello in circolo da ieri sera, in alto) va bene :)
Uao, mica me n'ero accorto :love: Biutifullissimo!




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Messaggio da Nillc »

Nuova Puntata ;)

CAPITOLO 4- Il Libro (2/2)

Tornare all’abbazia fu relativamente facile, anche se lo scivolo di travertino richiese un’attenta scalata. Non appena la luce glielo permise, Lara aprì il librone che avevano recuperato e si mise a sfogliarlo, e ben presto vi cadde praticamente in trance. Era così… così appassionante quel libro! Si trattava di un compendio di tutti i misteri, con relative soluzioni, dell’età antica. Lara si perse nella lettura di una teoria che collegava il vaso di Pandora ad Alessandro Magno, e già si vide adulta mentre si arrampicava sulla gigantesca statua del principe nel tempio della Luna, sprofondato in mare al largo di Santorini nel…
“Lara” disse Thom riportandola alla realtà “Pensi ci stiano cercando?”
La ragazza aveva perso la cognizione di spazio e tempo, e aveva dimenticato che per vivere quell’avventura avevano lasciato il loro gruppo del Wimbledon; adesso stavano vagando per i corridoi, ormai non più soleggiati, del Sacro Cuore.
“Ehm, no” rispose lei “Direi proprio di no…”
“Io invece direi proprio di sì!” gridò una voce femminile e purtroppo familiarmente odiata dai due dall’inizio del corridoio. Ben presto a loro si avvicinò una bella ragazza, molto alta, bionda e con gli occhi azzurri, che ancheggiava con l’aria superficiale di chi se la tira. Era Dorianne Gontrand, che Lara chiamava familiarmente Marny come la protagonista (orrenda) di un famoso fumetto. Era, come sempre, accompagnata da due ragazzine visibilmente stupide, la più alta funzione cerebrale delle quali sembravano essere le risatine senza motivo. Dorianne fissò il libro che Lara stringeva con avidità:
“Siete andati a far razzie, a quanto vedo…”
“Non sono cose che ti riguardano” esclamò Thom, perdendo la sua flemma da bravo ragazzo di buona famiglia inglese.
“Ah no?” disse allora Gontrand, esplodendo in una risatina senza motivo ben presto imitata dalle due oche che teneva a fianco “Tutto quello che accade al Wimbledon mi riguarda, Harlington”
“Vattene, Gontrand!” Intimò Lara, che era già da un pezzo sul piede di guerra.
“E chi sei tu per comandarmelo?” disse con sufficienza Gontrand.
“Io ti spacco la faccia, Marny!” esplose Lara, stavolta seriamente furiosa.
Gontrand stavolta si infuriò anche lei, e avanzò verso Lara.
“Non osare chiamarmi così un’altra volta, Croft…” sibilò.
Lara scattò in avanti, ma proprio mentre si stava per avventare su di lei, la voce del professore la riportò alla calma.
“Croft, Harlington, Gontrand!” Chiamò “dove vi eravate cacciati? Cosa sta succedendo?” Il professore avanzò nel corridoio e si avvicinò al gruppo. Non appena arrivato, notò il volume che Lara stringeva tra le braccia. “Dove l’hai preso quello, Croft?” chiese.
Lara era decisa a raccontare tutto, costasse quello che costasse: la figuraccia che avrebbe fatto fare a Dorianne Gontrand sarebbe valsa qualsiasi punizione. Ma mentre stava per spiegare, Dorianne le rubò la parola e disse, con falso dolore nella voce:
“Professore, quel libro è mio! Croft me l’ha rubato!” La situazione era ovviamente insulsa, e il professore chiese:
“Scusami Gontrand, ma che diavolo ci faceva un tuo libro qui?”
“Oh beh…” rispose lei, elaborando una soluzione a tempo di record “Sa, qui a Parigi ci sono tante rinomate biblioteche, e mi chiedevo quanto potesse essere valutato…”
“Professore, è una menzogna!” gridò allora Lara “Quel libro è mio, l’ho trovato in una stanza segreta, che…”
“Taci, brutta…”iniziò Dorianne.
“Gontrand!” la redarguì il professore. Ma per tutta risposta lei gli si avvicinò e gli bisbigliò qualcosa nell’orecchio. Il professore parve impallidire; Lara sapeva che in quel momento stava apprendendo che se non avesse creduto alla storia di Gontrand, suo padre non gli avrebbe passato le mazzette che era solito dargli. Infatti, quando poco dopo parlò, la sua voce era tremolante.
“Bene. Croft, Harlington, se non foste i miei migliori studenti vi espellerei seduta stante. Ma la vostra media parla per voi, e ho le mani legate. Però tu, Croft, devi darmi il libro di Gontrand.”
“ma…” iniziò a protestare Lara.
“Niente ma” disse perentorio il professore “Sono ancora in tempo per cambiare idea, Croft. Dammi quel libro.”
Lara avrebbe volentieri affrontato l’espulsione dal Wimbledon, ma non voleva mettere nei guai Thom; così, con riluttanza e dolore consegnò il De’antiqui secreti nelle mani del professore.
“Molto bene” disse lui una volta stretto il tomo sottobraccio “Se permetti, Gontrand, questo lo terrò io fino alla fine del viaggio. Ti sarà restituito una volta a Londra. Ora, abbiate la compiacenza di seguirmi. Croft, Harlington, sto parlando con voi.” E, girato sui tacchi, se ne andò.
Lara rimase ferma e immobile. Non sapeva se piangere di rabbia o di dolore per l’infrangersi del suo sogno di una vita. Quella sgualdrina, quella strega, quella cagna di Gontrand…
“Molto bene, Croft!” disse proprio Gontrand ridendo perfidamente “A quanto pare ha vinto la migliore… e la migliore sono io, naturalmente… l’unica, mitica, invincibile Dorianne Go…”
Ma le sue parole furono interrotte da un pugno che si schiantò precisamente sul suo zigomo destro. Lara non si era più potuta trattenere. Dorianne cadde sul pavimento, Thom andò a trattenere Lara e le due amiche racchie di Dorianne strillarono.
“Questo è un anticipo, Gontrand!” sbraitò furente Lara “Verrà un giorno che te la farò pagare, per questo e per tutto il resto! Credi che non sappia delle tue macchinazioni?”
“Provalo… se ne hai il coraggio…” disse Gontrand tremando e massaggiandosi il volto.
Lara la avrebbe volentieri colpita ancora, e ancora, e ancora, e poi ancora, fino a ridurla all’ammasso di immondizia che era dentro. Ma Thom la guardò dritta negli occhi e disse:
“Andiamo, Lara.”
Lara lo guardò di rimando, senza dir nulla. Si impose di non guardare Dorianne, o la avrebbe uccisa. Appoggiò la testa sulla spalla di Thom e riprese a piangere sommessamente, mentre avanzava nella direzione presa dal professore.
La risata perfida di Gontrand si spense nel corridoio.


Un anno e tre mesi dopo, poco dopo essersi diplomata, Lara Croft partì per la Cambogia. Era la sua prima, vera missione archeologica. Ed era guidata dal professor Werner Von Croy.

La vita è fatta di “se”, pensò Lara. Un attimo, una situazione, una persona, persino un oggetto può farla cambiare totalmente e d’improvviso…
E lei aveva davanti uno dei “se” più importanti della sua vita. Probabilmente, senza quel libro non avrebbe mai vissuto la sua prima avventura da Tomb Raider… e il suo odio per Dorianne Gontrand magari sarebbe stato molto minore.
Quel libro non aveva solo un valore economico: quel libro era parte di Lara.
Thom stava ancora parlando.
“... quindi credo che tu non dovresti trattarmi così, in quanto...”
In quella, Lara avanzò con decisione verso il libro e lo tolse dal leggio. Thom si interruppe nel vederla:
“Cosa stai facendo?” chiese, vagamente allarmato. Ma Lara non lo ascoltava; tenendo il pesante libro sottobraccio, si avvicinò alla grande finestra multicolore della stanza e girò la maniglia d’ottone; il vetro vibrò leggermente e la finestra si aprì. Lara si sporse appena e guardò giù.
“Mmh, circa sei metri” stimò ad occhio l’altezza alla quale si trovava. Thom la raggiunse e guardò anche lui giù.
“Direi sei e mezzo” disse lui “Ma perché?”
Lara non gli prestò ancora una volta attenzione. Prese il libro con le due mani e lo girò esaminandolo in tutte le sue parti.
“Dovrebbe essere in buone condizioni… ma…” bisbigliò tra sé e sé.
“Ottime” constatò Thom con occhio critico, poi si accorse di quale libro fosse in effetti “Ma, un momento… questo libro è…”
“..nessuna rilegatura interna, nessun rinforzo... ma un'imbottitura più che discreta...” continuò Lara.
“Mi vuoi dire cosa stai facendo?” disse Thom. Lara, esasperata, gli rispose:
“Spero che dicendotelo riesca a frenarti la lingua. Mi sto riappropriando di una cosa mia.”
“Cosa?” esclamò sbigottito Thom “Ehi! Non dirai sul serio? Ce l'hai ancora per quel fatto del Sacro Cuore? Andiamo, Lara!”
“Per quello e per tutto il resto” specificò Lara “e ora… un bel tuffo!” disse, sporgendo il libro dalla finestra.
“NO!” gridò Thom, ma troppo tardi: Lara lasciò andare il libro.
In quel momento un allarme iniziò a gracchiare nella stanza. Evidentemente c’erano delle telecamere a circuito chiuso nella stanza; Thom si mise le mani nei capelli.
“Oh, mio dio, mio dio!” gemette.
“Silenzio!” intimò Lara. Infilò una mano in una tasca segreta in una balza del suo vestito e ne estrasse un’auricolare; se la mise all’orecchio e premette un pulsante.”Bryce!”chiamò tre volte.

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Come farà Lara a fuggire da Versailles col libro? E cosa ci troverà scritto dentro? Per saperlo, appuntamento alla prossima puntata, online domani!





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Messaggio da Blu »

Ma che canaglia Marny [:^] .. dite che col tempo sia cambiata :P ? Come mai avrà invitato Lara alla festa? .. di sicuro sapeva che portandola là sotto lei avrebbe visto il libro e non si sarebbe trattenuta.. che fosse una trappola, un test, oppure la visita degli altri due tizi ha fatto cambiare i piani a Marny ed il furto è stato un imprevisto :mumble: ? Forse lei è realmente rimasta incastrata in qualcosa di losco e vuole "sinceramente" l'aiuto di "Croft" :roll: , ma per ora sono più curiosa di scoprire cosa Lara troverà nel libro :D .. non vedo l'ora che sia domani :D :approved: .. grazie Nillc :D




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Messaggio da Nillc »

Blu, una delle tue teorie è esatta, e un'altra è esatta a metà ;) ne saprai di più già dalla prossima puntata... vi avviso che sarà un'esplosione d'azione (e credo proprio che piacerà a Jamesbond87 :asd: )




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