Bene, è ora di lasciare per un attimo la nostra Lara (tanto se la sa cavare da sola) e conoscere dei nuovi, inquietanti personaggi...
Capitolo 4- La Demon Squad
Nell'ufficio di Yussuf al-Zalahir non era raro vedere gente strana o sospetta.
Molte persone a lui vicine vedevano avvicendarsi alla sua porta gente compita, indifferentemente che si trattasse di occidentali o orientali.
Una volta, la segretaria di stanza davanti ad esso vide entrarci un individuo inquietantemente simile ad Osama Bin Laden, ed uscirne subito dopo con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Era il 10 settembre 2001.
I due figuri che erano appena comparsi sulla soglia, però, erano decisamente fuori dal comune. Si trattava di un ragazzo e di una ragazza, sorprendentemente simili nel fisico: stessa altezza, stesso corpo atletico e slanciato, stesso look. Avevano capelli lunghi e ricci che arrivavano alle loro spalle e i loro volti erano lunghi e appuntiti. L’unica differenza era nel colore dei capelli: lui li aveva castano scuri e portava il pizzetto, mentre quelli della ragazza erano biondi, il giusto sfondo per i suoi begli occhi verdi.
Ma era nell’abbigliamento che i due sembravano aver lasciato campo libero alla stravaganza più sfrenata. Entrambi avevano pantaloni di pelle nera e grossi anfibi da trekking dello stesso colore; lei portava un top di cuoio strappato in più punti, e una giacchetta talmente stretta da coprirle solo le braccia fino al gomito e la parte superiore della schiena. A partire dalla caviglia destra, inoltre, una singolare cintura di pelle di serpente le percorreva il corpo in diagonale, attorcigliandosi per tutta la sua lunghezza.
Il ragazzo aveva invece un gilet di cuoio sul petto nudo, dal cui colletto partiva qualcosa di simile ad un mantello scuro cui erano appesi diversi medaglioni simili a monete che tintinnavano ad ogni suo passo. Sulla punta del naso aveva inoltre degli occhiali da sole dalla montatura piuttosto elaborata.
La segretaria li scrutò con ansia, poi deglutì e chiese, balbettando:
“Chi… chi devo annunciare?”
I due si scambiarono un’occhiata e sorrisero malignamente l’uno all’altra.
“Dica solo...
Demon Squad.” Disse lui, e le si avvicinò togliendosi gli occhiali e rivelando due pupille rosso fuoco.
Pochi minuti dopo, i due sedevano sulle poltrone dell’ufficio di Yussuf al-Zalahir, sorprendentemente moderno rispetto all’architettura mediorientale del resto del palazzo, a parte il ritratto di un arcigno califfo che svettava sulla parete di fondo. Lei pareva imbronciata, mentre lui aveva uno strano sorrisetto stampato sul volto. Ogni tanto dall’esterno della stanza provenivano delle urla strazianti, e quando questo succedeva il ragazzo veniva scosso da un eccesso di risatine.
“Sei sempre il solito” disse con voce inespressiva la ragazza.
“Oh, andiamo, baby!” disse di rimando quello, togliendosi gli occhiali per la seconda volta: i suoi occhi erano celesti “Non era altro che il solito trucco delle lenti a contatto. Quella se l’era fatta sotto fin da quando siamo entrati.”
“Me ne frego di quella” esclamò l’altra “ma pare che Zalahir sia molto ricco e molto severo. Se non facciamo breccia nella sua severità, la sua ricchezza non la vedremo nemmeno col binocolo.”
“Oh, non penso sia quello il punto” disse un’altra voce dal fondo della stanza. I due si girarono per vedere arrivare colui che, lo capirono subito, era nientemeno che Yussuf al-Zalahir.
Era un uomo molto alto, con lunghi capelli neri che incorniciavano un volto smagrito e scuro. Il pizzetto gli arrivava al petto, e un’ampia tonaca nera gli avviluppava quello che sembrava essere un fisico ben tornito. Sul capo aveva un turbante e a tracolla portava due ampie fondine ciascuna recante una pistola dalla canna lunghissima.
Zalahir attraversò lentamente la stanza. La ragazza, che non aveva mostrato il minimo imbarazzo al vederlo, si alzò in piedi e si inchinò servilmente.
“Effendi Zalahir, le porgo i rispetti a nome mio e di mio fratello.”
Lo sceicco annuì e si sedette oltre la scrivania. Rimase a scrutarli per lunghi istanti, ma nessuno dei due sembrò cedere al suo sguardo stranamente indisponente. Dopo un po’, Zalahir si aprì in un sorriso enigmatico.
“La Demon Squad” disse “L’eco delle vostre imprese mi è arrivato diverso tempo fa. Siete davvero stati voi a recuperare il Sigillo di Sion, una decina di giorni fa?”
“Sì, effendi” rispose la ragazza.
“E siete stati voi, dunque, ad uccidere il suo possessore, il primo ministro palestinese…”
“Ehm… sì” disse in un sussurro lei, anche se nella voce di Zalahir non c’era accusa né rabbia, anzi un singolare compiacimento.
“Molto bene. Penso che siate davvero le persone adatte per l’impresa di cui vi ho parlato mediante il mio portavoce. Vi dovrebbe riguardare da vicino, visto che l’interessata è…”
“Effendi” lo interruppe cortesemente la donna “L’impresa ci riguarda solo perché pensiamo possa rientrare nei nostri servigi, non perché chiunque vi sia coinvolto ci riguardi.”
Il suo tono era stato gentile, ma deciso e fermo. Zalahir la scrutò di nuovo per un attimo, poi il suo sorriso magnetico gli ricomparve sul volto.
“Dunque è questo il motivo dei vostri… ah… coloriti nomi di battaglia, sergente Lilith?”
“Esattamente.”
“Lilith e Charon da soli andranno benissimo” intervenne allora il ragazzo, fino ad allora silenzioso “Non serve che specifichi il nostro grado, tanto più che siamo solo io e lei” e ridacchiò, alzando entrambi i pollici in un gesto amichevole indirizzato a Zalahir.
“Va bene, va bene” rise Zalahir, ma di una risata particolarmente fredda e atona. In pochi istanti era tornato alla sua serietà “Sono particolarmente contento di sentirvi dire che non badate alle persone che sono coinvolte… diciamo parallelamente… nella vostra missione. Vedete” si alzò in piedi e diede loro le spalle, giungendo le mani davanti al volto “Ho ragione di credere che oggi qualcuno della mia missione mi abbia tradito, e che nell’affare sia coinvolta Lara Croft”
Attimi di gelido silenzio seguirono le ultime due parole di Zalahir. Lilith sembrò inaspettatamente turbata, mentre Charon osservava cupo la sagoma di Zalahir che si stagliava in controluce. Fu di nuovo Zalahir a prendere la parola.
“So che questo potrebbe essere un grave handicap per la vostra missione, ma siete assolutamente liberi di rinunciarci. Sappiate solo che potrete chiedermi qualsiasi cifra di denaro per la sua riuscita… cifra che, qualora mi portiate il traditore e Lara Croft vivi o morti, sarà automaticamente duplicata…”
“Effendi Zalahir, credo che…” iniziò Lilith, ma Zalahir la interruppe:
“Triplicata!”
“Non penso che si possa…”
“Quintuplicata!”
“ACCETTIAMO!” gridò allora Charon, che si era alzato in piedi e aveva teso il braccio contro sua sorella, quasi a volerla fermare. La sua esclamazione suonò così inaspettata che gli altri due rimasero in silenzio, e l’eco rimase nell’aria per molti istanti.
“Accettiamo…” ripeté il ragazzo a voce normale “Non ci interessa chi si mette sulla nostra strada, di solito non fa differenza: ammazziamo e basta”.
Lilith aprì la bocca ma Zalahir fu più lesto di lei e disse:
“Molto bene. Signor Charon, signorina Lilith, la missione è vostra. Potete partire stasera.”
“Ti ha dato di volta il cervello?”Gridò Lilith a suo fratello. Lui calmo si accese una sigaretta e rispose, serafico:
“Avanti, baby, si tratta solo di una donna.”
“Solo di una donna, dici? Ti ricordo che è stata lei ad uccidere Jaqueline Natla e Marco Bartoli e tutti gli altri! Quella donna è pericolosa,e noi non dobbiamo averci a che fare.”
“Sì, tutta roba successa secoli fa” disse annoiato Charon.
“Ah, bene, e lo scandalo dell'Escoriàl?” ribatté furiosa sua sorella “Quello è successo solo da qualche giorno, e chi credi ci sia dietro? Zorro? No, caro! C'è sempre lei, Lara Croft!”
Charon sbuffò e mimò con la mano il becco di una papera loquace in direzione di sua sorella, quindi si incamminò e la distanziò di qualche metro.
“Gabriel!” lo chiamò allora l’altra.
Lui si fermò e rimase a dargli le spalle per alcuni istanti. Poi si voltò e rispose:
“Sì, Rachel?” La sua sicumera era scomparsa. Sul suo volto ora si leggeva solo fastidio.
Lei lo raggiunse e gli disse:
“Ti ricordo che sono il tuo sergente, oltre che la tua sorella maggiore, e mi devi portare rispetto!”
“Rispetto? Rispetto? Sai che il nostro nome di battesimo suona come un insulto per me, eppure tu lo hai appena utilizzato, sorellina! E, a tutto dire, tu sei solo la sorella mezzana!”
Lilith si premette una mano sul volto e inspirò violentemente.
“Ok, Charon, ti chiedo scusa” disse soppesando le parole subito dopo “ma ti rendi conto del casino in cui ci hai cacciato? Quella Croft…”
“Quella Croft è un essere umano, e come tale ha dei punti deboli. Avanti, baby” disse mettendole un braccio intorno al collo “abbiamo ucciso un premier palestinese dieci giorni fa, no? Con guardie del corpo e tutta quella roba. Che differenza potrebbe fare una sola donna? Vedrai che la prenderemo, possibilmente morta, e la porteremo da Zalahir… e col compenso che ci darà ci potremo anche ritirare… ok?”
Lilith sospirò.
“Del resto, era questa la missione che aspettavamo.”
“Ok, è fatta” concluse lui, e dopo aver spento la sua sigaretta tirò fuori dallo zainetto gli appunti di Vanessa Lorraines “Meglio muoverci ora, ci aspetta un lungo viaggio...” disse.
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Quale sarà la missione che Zalahir ha riservato alla Demon Squad? E riusciranno Lilith e Charon ad avere la meglio su Lara? Lo scopriremo nelle prossime puntate, online in esclusiva su ASP.com a partire da DOMANI!
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