Lara Croft Tomb Raider: Octagons

ULTIMA puntata online!

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Messaggio da Nillc »

Beh sicuramente Anniversary ha avuto l'influenza sulla stesura di Octagons, visto che comunque ho scritto uno e giocato l'altro in contemporanea ;)
Per gli ambienti, gli enigmi e anche qualche situazione però penso di essermi ispirato a TR2 e TR4, che ho rigiocato immediatamente dopo ;)




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Messaggio da Nillc »

ATTENZIONE!!! ANNUNCIO IMPORTANTE!!!!

A partire da STASERA Octagons cambia collocazione oraria: le nuove puntate non saranno più pubblicate la mattina presto, ma la sera tra le 22 e le 24.
Questa misura si rende strettamente necessaria poichè a partire da domani frequenterò le lezioni universitarie, e quindi non sempre mi sarà possibile connettermi di mattina. Così invece si contravviene a questo pericolo... e ci guadagnate anche, perchè la puntata di domani sarà online già stasera ;)

Mi raccomando non mancate!




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Blu
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tranqui ^^

Messaggio da Blu »

Nessun problema :) .. anzi, in questo modo le puntate ci faranno da "favola della buona notte" :D




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Messaggio da Nillc »

Ecco a voi la puntata di... DOMANI :D
Importantissima e lunga, vi consiglio di spulciarvela per bene... colpi di scena a non finire!!!

Capitolo 13- Il Guardiano del Tempio (2/2)

Zalahir li condusse a pochi metri di distanza dalla Moschea della Roccia, dove si trovava uno scavo di modeste dimensioni. I macchinari e gli utensili della squadra che lo aveva scavato giacevano inerti e impolverati lungo tutto il perimetro, dando all'insieme un'aria lugubre e aliena che si manifestò in Lara sottoforma di un brivido.
All'ingresso, alcuni uomini dalle vesti arabe e armati di tutto punto attendevano il gruppetto. Zalahir li raggiunse per primo e si fece dare una tracolla con due fondine e altrettante pistole, che indossò. Ad un suo cenno, tutti quanti si calarono nello scavo, e raggiunsero una piccola nicchia a ridosso di una botola di pietra recante il simbolo di un ottagono. Lara si disse che ne aveva proprio abbastanza, di quella figura.
“Apri” le ordinò lo sceicco, e ignorando la minacciosa scritta sopra di essa lei infilò il braccio nella nicchia, trovandovi una leva nascosta. La tirò, e la botola si aprì. Zalahir era raggiante.
Durante la discesa delle scale, man mano più buie e impervie, l'archeologa, che apriva la fila, sentiva diversi sguardi su di lei. In particolare, quello preoccupato di Ivan e quello carico di odio di Lilith.
Quando percepì il terreno farsi pianeggiante, Lara si rese conto di essere arrivata nell'oscurità più completa. Sentiva solo dei lievi rumori ovattati: uno sciacquio, qualcosa di metallico che sbatteva continuamente contro la roccia e.... non riusciva a distinguere bene cosa fosse, ma sembrava davvero un lamento...
Poi, improvvisamente, si udì un fracasso infernale, seguito da un'imprecazione in arabo: uno degli uomini di Zalahir era inciampato.
Col cuore in gola, Lara chiese:
“Cosa è successo?”
“C'è un maledetto pezzo di vetro, qui!” disse, e Lara capì. Si avvicinò al punto da cui proveniva la voce e il rumore e a tentoni cercò qualcosa per terra. La sua mano toccò una superficie piatta e fredda. Era uno specchio.
Lara non vedeva nessuna fonte di luce, ma sapeva che c'era, nascosta da qualche parte, e che lo specchio era caduto perdendo il suo orientamento. Lo sollevò e lo ruotò lentamente su se stesso finché non incontrò la fonte di luce nascosta in un anfratto delle rocce. La deviò, e in pochi attimi l'intero ambiente fu illuminato.
“Ho visto questa cosa in un film” disse Zalahir, sprezzante. Lara lo ignorò, e percorse con lo sguardo tutto la grotta che si era rivelata. Era enorme, conteneva un laghetto e, in fondo... c'era il portale con le tre serrature a forma di ottagono.
L'archeologa mosse qualche passo in quella direzione, ma d'improvviso lo stesso gemito che aveva sentito poco prima nell'oscurità la costrinse a fermarsi e a guardare nell'angolo da cui proveniva.
Ebbe un tuffo al cuore.
A qualche metro di distanza, poteva scorrere distintamente una figura umana accovacciata, che si contorceva su se stessa in preda ad una cieca disperazione. Lara corse verso di lei.
“Vanessa!” gridò, mentre i suoi passi echeggiavano nella caverna “Vanessa, sei proprio tu?”
Per un attimo, Lara temette il peggio; poi il volto della persona rannicchiata si girò verso di lei, gli occhi spalancati dal terrore e dalla sorpresa. Lara le fu immediatamente vicina.
“Vanessa” ripeté “Come stai?”
L'altra la guardò, le labbra tremanti. Se non fosse stato per l'aria smunta e smagrita di chi ha passato molti giorni nel buio e a digiuno, Lara avrebbe detto che si trattasse di una bella donna: aveva grandi occhi verdi incorniciati da lunghi ricci castani. Nel vederla, Lara notò qualcosa di famigliare...
“Lara... Lara Croft!” gemette di scatto la donna, tentando di alzarsi in piedi; ma il suo tentativo fallì miseramente e le cadde tra le braccia, tremando e piangendo “Sapevo che saresti... sapevo che mi avresti...!”
“Calmati, calmati Vanessa” disse Lara, imbarazzata da quanto stava succedendo. Le batté una mano sulla schiena, in quello che credeva il gesto più adatto per tranquillizzarla. “è tutto a posto, adesso”.
Pian piano, Vanessa smise di tremare. Lara la posò su una roccia in modo che stesse comodamente seduta.
“Come stai?” le chiese.
“Io... io... credo bene...” rispose l'altra.
“Sei sopravvissuta per vari giorni qui dentro... come hai fatto?”
“Alcuni dei miei compagni avevano delle provviste...i loro zaini... io li ho... li ho...”
“E i tuoi compagni ora... dove sono?” Lara sentì sulla lingua il peso di quella domanda.
“Li ha uccisi!” gridò vanessa “Li ha ammazzati, li ha trascinati nel lago...io li ho visti, io non potevo fare...”
“Chi è stato? Chi li ha uccisi?”
“Il... il Guardiano... è comparso quando ho toccato il portale... oh, Lara, era tremendo, è stato orribile... solo io e Memeth ci siamo salvati... e solo lui è riuscito ad uscire... ma è riuscito ad avvisarti, quindi sta bene... sta bene, vero, Lara?”
Le strattonò il vestito, guardandola con occhi supplichevoli. Lara non ebbe il coraggio di dire la verità, ma lo sforzo le fu risparmiato da una seconda, imprevedibile reazione della ragazza.
Si accorse che non la stava più guardando, ma che fissava imperterrita un punto indefinito alle sue spalle. Istintivamente, Lara si girò e portò le mani ai fianchi, dove pendevano le fondine.
Lilith era in piedi dietro di lei,si era avvicinata alle due archeologhe, e le fissava con uno sguardo cupo e impenetrabile.
Lara stava per reagire, quando Vanessa puntò un dito contro di lei e disse:
“R... Rachel...”
“Come...?” iniziò Lara, ma non terminò la frase. Una serie di pensieri assurdi le balenarono in mente. Aveva sentito di altri due figli di Gregory Lorraines... ma no, non potevano essere... o sì?
“Rachel!” ripeté Vanessa, gettandosi ai piedi di Lilith, che si ritrasse con ribrezzo.
“Rachel è morta” disse Lilith, con una voce stranamente malferma.
“Sorellina... ti prego... io non ho smesso di sperare che... che voi steste bene” mormorò Vanessa “e Gabriel? Gabriel sta bene? Dov'è?”
E la verità esplose come una bomba nel cuore di Lara. Si ricordò che, quando Charon era caduto nell'Inferno dei Martiri, Lilith aveva gridato un nome.
Gabriel. Lo stesso che adesso stava invocando Vanessa. Vanessa era la sorella di Lilith e Charon, o meglio, di Rachel e Gabriel.
Lilith non ebbe nemmeno il coraggio di accusare Lara. Fiere lacrime silenziose cominciarono a scenderle lungo le guance. Vanessa capì l'amara realtà, e a sua volta riprese a piangere.
“Oh, Rachel...” singhiozzò “Se solo aveste capito... se solo aveste seguito il percorso di papà...”
“Papà era un perdente!” ringhiò Rachel “Le sue teorie non hanno fatto altro che ucciderlo, l'hanno portato solo alla tomba!”
“E le vostre cos'hanno fatto, di meglio?” gridò Vanessa “Hanno solo ucciso Gabriel!”
Rachel mollò uno schiaffo a sua sorella.
E il rumore che ne seguì sembrò riportare Lara alla realtà: improvvisamente, vide un'ombra nera dall'altra parte della caverna... pericolosamente vicina al portale...
“Zalahir, fermo!” gridò, correndo in sua direzione. Riuscì a raggiungerlo proprio un attimo prima che lui riuscisse ad entrare nell'area del portone e a toccarlo. Gli si gettò addosso e capitombolarono entrambi a terra. Lara, che si trovò su di lui, gli diede un pugno sullo zigomo. Zalahir riuscì a scaraventarla a terra e a tirarle un fendente che però non andò a buon fine, perché lei allungò la gamba ed, eseguendo una capriola, se lo scrollò di dosso facendogli sbattere la testa per terra.
I due avversari si rialzarono ed estrassero le loro due pistole, squadrandosi a vicenda, ansanti.
“Non provare a fermarmi, Croft!” sibilò Zalahir.
“Prova tu a fermare me...” gli ringhiò Lara in risposta.
Zalahir emise un ruggito, e sparò diversi colpi; ma Lara fu più veloce e si gettò di lato, sparando a sua volta. Uno dei proiettili raggiunse la spalla di Zalahir, che con un gemito di dolore gettò a terra le pistole e indietreggiò arrancando.
Per un attimo Lara credette di aver vinto. Poi capì di aver commesso un terribile errore.
Indietreggiando, Zalahir stava andando precisamente in direzione del grande portone di bronzo.
“Fermo, fer...” cercò di gridare, ma fu tutto inutile: niente arrestò la caduta di Zalahir, che andò a sbattere pesantemente contro il portone, con la schiena.
Istantaneamente, un rombo scosse l'intera caverna; il lago cominciò a ribollire,e grandi cerchi concentrici andarono formandosi sulla superficie.
Lara puntò le pistole contro l'acqua, il cuore a mille, preparandosi a vedere un enorme mostro serpentiforme come quello raffigurato nella tomba del Templare...
Ma quello che vide fu addirittura più terribile.

Dall'acqua si levò una specie di colonna che si contorceva e si dimenava come un enorme serpente... ma un serpente non era: le sue squame sembravano muoversi sciamanti e continuamente, mutando la loro forma, emettendo un rumore indistinto, quasi quello di un branco di topi. Lara ci mise diversi secondi prima di emettere un grido schifato e constatare che il serpente era formato da milioni e milioni di scolopendre, ciascuna delle quali si muoveva di sua spontanea volontà, disponendosi però come su un disegno prestabilito.
Pochi attimi dopo l'intera figura era emersa: la testa era un ammasso tondeggiante di chilopodi, nel mezzo del quale si scorgeva un grande solco simile ad una bocca e due aperture tonde asimmetriche al posto degli occhi, entro le quali brillavano come due braci...
Il Leviatano era più mostruoso ancora di quanto avesse mai potuto immaginare.

Per molti, intensissimi istanti, il tempo sembrò congelarsi. Lara era sulla riva del lago, di fronte al Leviatano, che la fissava immobile, con l'espressione di un grottesco cane che scrutasse un osso. Zalahir era accasciato contro il portone e ansimava, ma sulla sua bocca si era disegnato quello che sembrava un sorriso soddisfatto. Più dietro, le sorelle Vanessa e Rachel osservavano attonite la scena, seguite da Ivan e i tre uomini di Zalahir poco più indietro, presso le scale d'ingresso alla grotta.
Lara non sapeva che fare. Sentiva il brulicare delle scolopendre che formavano il Leviatano, che ondeggiava avanti e indietro nell'acqua. Aveva le pistole pronte, ma sapeva che il minimo errore avrebbe potuto costarle carissimo...
Poi, una voce squarciò il silenzio:
“UCCIDETELO!” gridò Zalahir alle guardie.
Un urlo seguì queste parole, quello unisono delle guardie che, superando Ivan ed estraendo i loro fucili, emisero lanciandosi contro il Leviatano.
E a quell'urlo seguì il ruggito immondo del Guardiano del Tempio.

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Un terribile vortice di dolori, emozioni e crudeltà si sta scagliando sulla nostra archeologa... Riuscirà Lara a tenere a bada il terribile Leviatano, Zalahir, Lilith e... se stessa? Scopritelo con noi nella PROSSIMA PUNTATA, online DOMANI alle 22 in esclusiva su ASP.com!




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Messaggio da Blu »

Miiiiiiiiiiiii'.. emozionantissima puntata :D

Credo che Zalahir sia più stupido di quanto immaginassi [:^] , la sua brama di potere e di sapere gli sta annebbiando la vista facendogli commettere errori a catena :P .. e non ho parole per lo stupendo Guardiano multi scolopendra :D : farlo attaccare dai soldati è stata la cosa più sciocca da farsi, dubito che sia così facile da eliminare, sicuramente per farlo occorrerà usare la testa, ma per fortuna lì con loro c'è Lara :D


Bello ritrovare Vanessa viva :) .. il primo pensiero è stato: ma è veramente lei? Si è salvata veramente dal male? O il male si è impossessato di lei e lo scopriremo solo dopo :mumble: ? Ok, guardo troppi telefilm :asd: .. l'importante è che stia bene :) ; una cosa che mi piacerebbe conoscere è il motivo della separazione della famiglia Lorraines, sembra qualcosa di molto sentito, quasi una separazione voluta dal padre stesso nel momento in cui si è accorto che due dei suoi figli seguivano le sue orme "a modo loro", staremo a vedere :)


Riportando alla luce tutti questi legami familiari non oso immaginare cosa accadrà quando Lilith e Vanessa scopriranno che è stato Zalahir ad uccidere il padre: esiste la possibilità che Lilith (più scaltra) già lo sappia, da immaginare se collabora con lui per poi eliminarlo (papà è sempre papà) oppure se è pure contenta che l'abbia eliminato.. insomma, di Lilith (mercenario a parte) vorrei capire le intenzioni che l'hanno portata lì: vendetta/invidia per la carriera di Lara (parlo delle ragioni pre morte di Charon) ? Oppure desiderio di potere (alla fine anche lei vuole usare Zalahir per arrivare al Tempio)? Oppure è semplicemente una mercenaria che casualmente si è fatta coinvolgere (dubito :P )? .. non vedo l'ora che sia stasera :D :approved:




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Messaggio da Nillc »

Vedrai Blu che scoprirai presto la risposta alle tue domande... e penso proprio che ti sorprenderà non poco ;)
Per ora, ti dico solo che nè Lilith nè Vanessa sanno che Zalahir ha ucciso loro padre, e questo è fondamentale capirlo (del resto lo stesso Zalahir, qualche pagina fa, ha detto di aver fatto di tutto per non farlo capire a nessuno ;)) perchè avrà un grosso peso nella storia.
E. sì, Zalahir è proprio uno stupido :D




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Messaggio da Nillc »

Ecco a voi la puntata di oggi, lunghissima e ricca di azione.. dedicata alla nostra mitica Bashira (In bocca al lupo bellissima!)

Capitolo 14- Il Tempio di Salomone (1/2)

“A TERRA!” gridò Lara a Ivan e Vanessa, gli unici disarmati, gettandosi a sua volta dietro una stalagmite.
Con cautela, spiò nel trambusto che era seguito all'urlo di Zalahir: il Leviatano adesso si dibatteva ferocemente in acqua, sibilando e ringhiando. Le scolopendre che lo formavano sembravano in subbuglio, e a volte, nel muoversi, alcune di esse cadevano a terra, e correvano di propria volontà da tutte le parti.
Con sollievo, Lara vide Ivan gettarsi dietro uno spuntone di roccia; allungò un altro po' la testa e poté giurare di aver visto Rachel estrarre la pistola e gettare Vanessa da parte, in un nascondiglio. Zalahir, dal canto suo, sembrava essere svanito.
Le tre guardie dello sceicco si erano invece disposte ciascuna su un lato del lago, i fucili imbracciati e le facce rabbiose, e al comando di quello dei tre che sembrava il capo, iniziarono a sparare verso il Leviatano, che gridò, se possibile, ancora più forte. Pezzi di scolopendra piovevano in acqua nei punti in cui il mostro veniva colpito, ma laddove si creava un buco, subito un altro animaletto correva a tapparlo.
“Fermi!” gridò Lara, uscendo dal suo nascondiglio “Peggiorerete le cose!”
Ma ormai era troppo tardi.
Quello che successe fu assolutamente agghiacciante: da un lato del lungo corpo del Leviatano si staccarono diverse scolopendre, le quali si disposero a cono in modo da formare una specie di lungo tentacolo brulicante. Quando la formazione fu completa, il mostro sembrò in grado di muovere l'arto appena costituitosi a suo piacimento. Una delle tre guardie, terrorizzata, smise di sparare, e quello fu l'errore più grave della sua vita. Nonché l'ultimo.
Ignorando gli spari degli altri due, il Leviatano fece schioccare il tentacolo come una frusta, andando a colpire proprio quella guardia, che cadde prona. Ma non fece nemmeno in tempo a toccar terra, che già il Leviatano l'aveva ghermito con quel suo tentacolo orripilante, e l'aveva trascinato nelle profondità dell'acqua, per poi ricongiungersi al resto del corpo e disperdere le scolopendre che lo formavano tra le altre.
A quel punto, le altre due guardie scapparono, e il Leviatano si voltò a guardare quella che si trovava alla sua sinistra. Quando lui se ne accorse, non ebbe più la forza di fuggire, e il mostro inarcò la testa all'indietro e poi la fece scattare come una gigantesca catapulta.
“SPOSTATI!” urlò Lara al poveretto, e le sue parole sembrarono avere effetto: con un immenso sforzo di volontà, la guardia fece una capriola di lato, e la testa del Leviatano atterrò con un tonfo sordo sul pavimento, a circa un metro da lui. Urlò di dolore, e si rialzò subito, la bocca spalancata e soffiante.
La guardia per un attimo sembrò incredula di essere ancora viva; poi esplose in una risata liberatoria.
Ma Lara si accorse di qualcosa che non andava...
“Attento!” gli gridò, ma le sue parole giunsero troppo tardi: là dove il Leviatano aveva battuto la testa, era rimasta quella che sembrava una pozzanghera ribollente. L'archeologa si era accorta troppo tardi che era formata da una gran quantità di scolopendre...
Prima che l'uomo se ne potesse accorgere, gli insetti sciamarono contro di lui, e gli si arrampicarono addosso. L'uomo urlò di terrore. Lara fece per corrergli incontro e aiutarlo, ma pochissimi secondi dopo averlo ricoperto completamente, le scolopendre tornarono per terra, lasciando in piedi un cadavere martoriato, pieno di enormi bolle da puntura di colore violaceo, di graffi e di sangue. Lara dovette distogliere gli occhi dal ribrezzo, mentre gli animaletti trascinavano la carcassa nel lago.
“Idioti!” gridò Zalahir, e Lara si girò a guardare il punto da cui sembrava provenire la sua voce: era in piedi poco lontano dal portale, dove l'ultima guardia rimasta stava correndo come impazzita. Aveva le pistole sfoderate e la ferita alla spalla sembrava non preoccuparlo troppo.
“Non sparare, Zalahir!” gridò Lara, sperando che finalmente qualcuno le desse ascolto in tempo.
“Questo coso non mi fermerà!” le rispose lo sceicco “dobbiamo trovare il modo per fermarlo!”
A quelle parole, il Leviatano sembrò accorgersi della sua presenza e, dall'altro lato del lago, di quella di Lara. Subito due tentacoli opposti si formarono nelle loro direzioni, ma questa volta sembravano terminare in due punte acuminate.
La ragazza si mise a correre, senza fermarsi, sentendo lo sciabolare dell'artiglio che lambiva il terreno, sollevando al suo passaggio una nuvola di polvere nera; quando fu arrivata alla stalagmite che era stata il suo rifugio, il tentacolo si infranse contro di essa, riducendosi in tante scolopendre cui Lara sparò prontamente prima che potessero farle del male.
Un grido squarciò la temporanea tranquillità: Lara guardò in direzione di Zalahir, per vedere che con un braccio lui stava tenendo l'ultima guardia rimasta, trafitta dall'artiglio del Leviatano. L'aveva usata come scudo umano.
Lurido, sporco fetente! Pensò Lara nel vederlo.
Mentre pensava queste cose, si sentì mettere una mano sulla spalla. Si girò di scatto, e si trovò di fronte a Lilith/Rachel.
“Non è il momento di regolare i conti!” le disse.
“No.” rispose l'altra. Il suo tono era piatto, gelido. Estrasse dal suo zainetto l'ottagono, e glielo porse. Lara la guardò sbigottita. “Vanessa dice che per fermare quel mostro devi inserirli nel portale.”
“Io... beh, grazie...”
“Corri adesso” disse la donna “Ma non dimenticare che, quando questa faccenda sarà finita, ti ucciderò...”
“E perché non adesso?” disse Lara in tono di sfida “potresti anche andarci tu, a mettere gli ottagoni.”
“Non provocarmi, Croft!” ruggì Rachel “Se non ci vado è perché... devo fare qualcosa.”
Proteggere Vanessa, pensò Lara, ma non lo disse. Si limitò ad annuire e a correre in direzione opposta, dove, nascosto dietro una colonna, Zalahir si ostinava a sparare invano al Leviatano e alle scolopendre che lo formavano.
“Zalahir!” disse l'archeologa in corsa “dammi l'ottagono!”
“Cosa?” chiese Zalahir, senza perdere la mira.
“L'ottagono! Dallo a me!”
“Tu sei pazza, Croft!” disse lui, sparando un altro paio di colpi e nascondendosi dietro la colonna. Il Leviatano gridò.
Lara raggiunse lo sceicco e lo prese per la collottola, guardandolo fisso negli occhi.
“Hai creato tu tutto questo casino. Vuoi almeno che finisca, così avrai quello che cerchi e io potrò ucciderti? Bene, allora fidati di me e dammi quel maledetto ottagono!”
Zalahir non ostentò paura sul suo volto. Rimase a fissare di rimando la ragazza per un attimo, quindi con riluttanza allungò una mano dietro la schiena e ne estrasse il suo ottagono.
“Se è un trucco, Croft...”
“Sì, la pagherò, mi ucciderai e bla bla bla. Mettiti in fila, non sei solo” disse Lara, allontanandosi e correndo verso il portone.
Arrivata a pochi passi da esso, si lanciò in un salto in lungo e si aggrappò alle incisioni di cui era decorato, e lo scalò con perizia; quando arrivò all'altezza degli ottagoni, estrasse il primo dallo zainetto e lo piantò nella serratura.
Il Leviatano gridò, e Lara sentì gelarsi il sangue; sentì il brulicare che per tre volte, poco prima, aveva preceduto la formazione di un tentacolo. Con uno sforzo di volontà, saltò al secondo buco e ci inserì il secondo ottagono.
Fu mentre stava saltando al terzo foro, che Lara sentì una stretta dolorosa alla caviglia. Guardò in quella direzione, e vide tante scolopendre, disposte come su una corda, che gliel'avevano ghermita, e adesso tentavano di trascinarla verso il Leviatano.
Lo strappo fu talmente forte che Lara cadde, e fu solo grazie ai suoi riflessi pronti che riuscì ad aggrapparsi con le mani alle incisioni più in basso... sentì però un secondo tentacolo avvolgersi attorno alla caviglia rimasta libera...
Lo sforzo fu immane: tolse una mano dal suo appiglio, rimanendo aggrappata solo con una, ed estrasse una delle due pistole. La puntò e sparò poco sotto il suo piede, con enorme rischio, ma il colpo andò a buon fine, e il tentacolo si spezzò. Con la pistola ancora in mano, l'altro tentacolo che ancora la stringeva e un paio di scolopendre residue di quello scoppiato che le si arrampicavano sulla gamba, Lara si aggrappò alla sporgenza superiore, quindi gettò a terra la pistola, si aggrappò con l'altra mano e usò la prima per prendere l'ottagono dallo zainetto e spingerlo, con uno sforzo estremo, nel suo apposito foro.
Successe tutto in un attimo.
I tre ottagoni girarono su loro stessi e, con un clunk entrarono all'interno delle serrature. Contemporaneamente, il Leviatano emise un grido terrificante, e mollò la presa sulla gamba di Lara, che si lasciò cadere a terra. Poi, pian piano, le scolopendre che formavano il Guardiano cominciarono a rimanere immobili, come se fossero tutte morte all'unisono, e a cadere a partire dalla testa nel lago, dove si inabissarono. In pochi secondi, il Leviatano era scomparso.
Quando il mostro ebbe finito di scomparire, Lara sentì un altro rumore provenire dalle sue spalle: si girò e vide gli ottagoni staccarsi dalle serrature e cadere. Li riuscì a prendere al volo, mentre il portone si alzava come un ponte levatoio, rivelando l'ingresso del Tempio.

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Quali misteri nasconderà il Tempio di Salomone? E riuscirà Zalahir a mettere in atto i suoi perfidi piani? Scopritelo DOMANI alle 22, nella nuova puntata online in esclusiva su ASP.com!




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Messaggio da Blu »

Straordinaria puntata :D .. a leggerla sembrava proprio di essere lì [:^] .. ma quanto "schifo" (nel senso buono-repellente del termine :D ) fa questo mostro :) ? E' bellissimo e perfettissimo nella sua composizione e perfidia, l'essere composto da tantissimi di quegli animaletti particolarissimi già se presi uno alla volta (figurarsi tutti in gruppo così [:^] ) è semplicemente geniale :D .. credo che nel film verrà benissimo questa scena :D , con il mostro che può modellarsi a suo pericoloso piacimento, le sue urla strazianti quando viene annientato, gli spari, l'azione con il suo ritmo completamente travolgente che non lascia un attimo di respiro se non nella pausa in cui Lilith va a parlare con Lara :)

Bellissimo il senso di protezione che lei ha nei confronti della sorella :) , inaspettato e tenerissimo :) .. non vedo l'ora sia stasera per scoprire cosa c'è dietro quella porta e come procede la storia :D




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Messaggio da Nillc »

Uao, causa allenamenti prenotturni stavo dimenticandomi di postare la nuova puntata! Ho gli occhi che mi si chiudono... massì, postiamola :)

Capitolo 14- Il Tempio di Salomone (2/2)

Zalahir fu il primo a raggiungere Lara, e guardando il portone finalmente aperto, commentò radioso:
“I miei complimenti, Lady Croft!”
Immediatamente, anche Vanessa, Ivan e Rachel furono vicini ai due.
“Lara, ce l'hai... fatta!” disse il ragazzo, incredulo ma felice “Credevo che ci avrebbe uccisi tutti!”
“Non quando sono nei paraggi” disse l'archeologa soffiandosi via un ciuffo di capelli dalla fronte. Si girò a guardare Rachel, che non sostenne lo sguardo voltandosi dall'altra parte, cupa.
“E adesso... entriamo?” disse Vanessa, incerta.
“Beh, a meno che tu non voglia far compagnia al Leviatano...” disse Lara, incamminandosi.
Il portone dava su uno stretto vestibolo di roccia, buio e totalmente insignificante. Qualche metro dopo, però, il gruppo si trovò di fronte ad uno spettacolo meraviglioso.
Illuminato da una luce opalescente e misteriosa, il Tempio di Salomone era costituito da una stanza ottagonale piuttosto grande, completamente costruita in oro massiccio. Su ciascuno dei sette lati rimanenti oltre a quello della porta, c'era un altare circondato da teche e gabbie che racchiudevano reliquie che nemmeno Lara avrebbe saputo distinguere tutte. In una teca c'era sicuramente il famoso Sigillo di Salomone, l'anello donato al re da Dio stesso secondo la leggenda e di cui nessuno sapeva la forma, fino ad allora: era un ottagono, e Lara roteò gli occhi, dicendo tra sé e sé: “Come ho fatto a non pensarci?”. Da un'altra parte c'era una spada grezza e anonima, attaccata ad una catena d'oro. L'archeologa ipotizzò che fosse quella con cui Re Salomone aveva un tempo operato il suo famoso Giudizio. E poi libri, pergamene, vasi, scrigni e oggetti che avrebbero fatto la gioia di qualunque archeologo...
Tutti i membri del gruppo rimasero incantati da quell'incredibile meraviglia, ma Zalahir ben presto si riscosse, e andò dritto filato verso l'altare che si trovava di fronte alla porta, in una posizione decisamente privilegiata rispetto agli altri. Era anche diverso nella forma: mentre gli altri erano semplici tabernacoli, questo sembrava essere un gigantesco scrigno oblungo in posizione verticale,alto fino al soffitto e attaccato per un lato al muro, fatto di uno strano materiale che sembrava essere oro... bruno. Tra le mille decorazioni che lo percorrevano, Lara vide una serratura su ciascuno dei tre lati visibili dello scrigno, perfettamente identiche a quelle del portone.
Zalahir lo guardò con cupidigia quasi morbosa.
“Lorraines!” gridò a Vanessa, e la ragazza ne fu talmente spaventata che sobbalzò “Vieni a leggere qui, presto!”
Vanessa si avvicinò tremebonda al suo datore di lavoro, che le mostrò una piccola iscrizione sul davanti dello scrigno. Vanessa si schiarì la voce e lesse:

La Legge apre le porte del Male,
ma temano i peccatori,
perché periranno nel toccare con mano impura
la prigione del Nemico.

“Che significa tutto ciò?” chiese impaziente lo sceicco.
“Io... io non lo so!” disse Vanessa “Sui miei appunti non c'era scritto niente di questo...”
Zalahir aveva aperto la bocca per urlarle contro, ma Lara lo interruppe camminando verso di loro:
“Vuol dire che per aprire lo scrigno e prendere il vaso in cui è imprigionato Belial bisogna inserire gli ottagoni” Disse, serafica.
“Ma guarda che sorpresa...” blaterò Zalahir.
“Già, lo avevo capito anch'io senza leggere l'iscrizione” confermò Lara sorridente “La cosa interessante, però, è quello che c'è scritto dopo: a quanto pare, se qualche cattivone toccherà il vaso, morirà. Carino, vero?”
“Inutile, più che altro” disse Zalahir “Dammi gli ottagoni, Croft.”
“Ne sei proprio sicuro?” chiese la ragazza.
“Non ho paura di niente e di nessuno, lo sai!” gridò l'altro “Io sono il padrone legittimo di Belial!”
Lara rimase zitta per qualche istante a fissare enigmatica lo sceicco. Poi disse:
“Sai, Zalahir, sono tre le categorie di uomo che detesto. L'uomo impaziente. L'uomo avido. L'uomo superbo. In qualche modo tu le incarni tutte e tre contemporaneamente.”
Dicendo questo, gli porse gli Ottagoni. Zalahir glieli strappò rabbiosamente di mano e li inserì ai loro posti.
Con un clangore assordante ma rapido, lo scrigno tremò e poi le due pareti ai lati si aprirono, mentre quella davanti scorse verso il basso. All'interno erano celate due braccia dorate, una che scendeva dal soffitto e l'altra che saliva dal pavimento, lunghe e sottili, avvolte su loro stesse a spirale; al loro vertice, due mani artigliate reggevano un semplicissimo vaso bianco di alabastro sigillato. Nonostante si trattasse di una composizione semplicissima, stranamente Lara fu attraversata da un brivido di insicurezza e soggezione, e notò con una punta di soddisfazione che anche Zalahir aveva perso la sua sicumera, e fissava il vaso col labbro inferiore tremante.
“L... Lilith” chiamò, senza distogliere lo sguardo dall'oggetto. Rachel, stupita, lo guardò come per valutare se obbedire o meno. “Vieni subito qua!” ordinò lo sceicco. La ragazza strinse le labbra ed eseguì. Una volta che gli fu accanto, lui le disse “Prendilo.”
“No!” gridarono insieme Ivan, Lara e Vanessa.
Zalahir fece per ribattere, ma fu la stessa Rachel ad anticiparlo.
“Chiudete il becco!” disse, iraconda.
“Rachel, ma non capisci?” gridò sua sorella, preoccupata “quell'oggetto è malvagio! Se lo toccherai, tu...”
“Vanessa, ti ho salvato la vita poco fa, come minimo adesso devi tacere!” disse tutto d'un fiato la mercenaria.
“Dovresti dare ascolto a tua sorella, Rachel” disse Lara, ma in un attimo la ragazza le fu vicina e le tirò uno schiaffone in volto. Ivan si frappose tra le due avversarie, ciascuna delle quali tentava di gettarsi sull'altra.
“Non osare utilizzare il mio nome, Croft!” disse Rachel “Tu hai ucciso mio fratello, e se ti ho dato credito, prima, è stato solo perché credevo che mia sorella avesse ragione!”
“Dunque un debito d'onore...” sibilò Lara “Devo dire che almeno quello non ti manca...”
“Credevo che fossi buona, in fondo” disse tristemente Ivan.
I tre rimasero a fissarsi per molti attimi... poi Zalahir ruppe il silenzio.
“Abbiamo perso abbastanza tempo!” ululò “Sergente Lilith, ti ordino di prendere quel vaso!”
“Ho un lavoro da compiere, se non vi spiace!” disse lei a Ivan e Lara, e si portò verso l'altare.
“No!” ripeté ancora una volta Lara, ma fu inutile: la donna aveva già messo le mani sul vaso.
Non accadde nulla.
Tenendo le mani ferme sull'oggetto, la ragazza gettò ai due un'occhiata trionfante.
“Un momento... che succede?” disse col fiato mozzo Zalahir.
Un sinistro ronzio cominciò ad udirsi per la sala; poi, improvvisamente, una luce blu si materializzò lungo le due braccia che sostenevano il vaso, investendo in pieno Rachel, che inizò a urlare e a dimenarsi forsennatamente. Sembarava essere preda di convulsioni dolorosissime.
Vanessa urlava assieme a sua sorella, le mani tra i capelli, il volto contratto in un'espressione di terrore. Gli altri tre, non meno terrorizzati, assistevano impotenti.
La scena si protrasse per pochi secondi, passati i quali la luce si spense così come si era accesa, e Rachel fu rispedita indietro, cadendo sulla schiena e rimanendo ancora a contorcersi. Era stata folgorata.
Vanessa corse da sua sorella, in lacrime.
“Cosa... cosa è successo?” chiese Ivan a mezza voce.
“Era una peccatrice...” disse sibillina Lara “doveva darci ascolto, e forse avrebbe evitato questa fine.”
Zalahir fissava ancora il vaso, che non si era mosso minimamente.
“Faresti bene a rinunciare, Zal...” iniziò Lara, ma lui, riscuotendosi improvvisamente da quello strano torpore, le si avventò addosso e la afferrò per il collo, sollevandola da terra.
“Non rinuncerò proprio a nulla, Croft!” ringhiò “Ora, tu che la sai tanto lunga, dimmi come prendere quel maledetto vaso, o ucciderò prima i tuoi amici e poi te!”
Lara lo scrutò con gli occhi socchiusi, come a valutare la sua offerta. Poi disse, con la voce rotta dalla mancanza di fiato: “Va bene, lasciami!”
Zalahir mollò la presa, lasciando che Lara cadesse ginocchioni a terra.
“Come... si... fa?” ripeté l'uomo, ansimando dalla rabbia.
Lara, massaggiandosi il collo, non rispose: scrutò prima lui dall'alto in basso, poi scrutò se stessa e infine Ivan e Vanessa.
“Ivan” chiamò alla fine. Il ragazzo, scosso, le fu subito accanto. “Tu puoi prendere il vaso.”
Il sacerdote sbiancò.
“I... io?” chiese, attonito.
“Sì, tu” disse Lara impaziente.
“No, Lara, io... io non... posso!” balbettò Ivan.
Per qualche istante i due si guardarono. Nonostante la drammaticità della situazione, sembrò che Lara provasse un misto di tenerezza e simpatia per l'atteggiamento del giovane...
Un verso impaziente di Zalahir li riportò entrambi alla realtà.
“Molto bene” disse Lara “Vanessa!”
L'altra ragazza alzò il volto rigato dalle lacrime dal corpo agonizzante della sorella e guardò incredula Lara. L'archeologa le indicò con un cenno della testa il vaso. Lei spalancò gli occhi e, per tutta risposta, scosse violentemente la testa.
Lara sospirò.
“So che stai male” le disse dolcemente “ma forse possiamo ancora salvare tua sorella... l'importante è che tutto questo finisca al più presto. Tu puoi prendere quel vaso. Prendilo e sono sicura che tra poco tutto sarà finito. Fallo per Rachel... fallo per te.”
Le labbra di Vanessa cominciarono a tremare, ma dopo un po' la ragazza assunse un piglio deciso e annuì. Posò delicatamente la testa rantolante di sua sorella per terra e si alzò, e si diresse a grandi falcate verso il vaso.
Quando ci fu davanti, rimase per un attimo ferma a scrutarlo, come se stesse avendo dei ripensamenti. Poi, digrignando i denti, afferrò il vaso con entrambe le mani.
Tutti chiusero gli occhi, aspettandosi prima il sibilo e poi l'accecante luce azzurra...
... ma questo non successe. Il vaso si staccò dalla sua base con facilità, e rimase tra le mani della ragazza, apparentemente innocuo.
“E'... è leggero!” commentò Vanessa, in un sospiro.
Lara si alzò, ma sentì uno spintone che la fece cadere su Ivan. I due ragazzi rovinarono a terra: Zalahir si era avventato su Vanessa, che cominciò ad urlare, e tenendola stretta per la vita, le strappò il vaso dalle mani.
“Sì... sì!” gridò trionfante lo sceicco, alzando il vaso sopra la testa.
“Ora basta” disse Lara rialzandosi e correndo in loro direzione “Mi sono stancata veramente di tutta questa faccenda, ed è ora di finirla!”. Estrasse le pistole e le puntò su Zalahir.
“Sarai tu a essere finita, Croft!” disse Zalahir, spingendo Vanessa su Lara e approfittando della sua momentanea distrazione per correre via dal Tempio.

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Cosa succederà se Zalahir dovesse riuscire a infrangere il sigillo del vaso? e Lilith/Rachel è davvero stata sconfitta? Scopritelo DOMANI, stesso posto, stessa ora, nella nuova puntata di Octagons online in esclusiva su ASP.com!




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Messaggio da Blu »

Nillc ha scritto:Cosa succederà se Zalahir dovesse riuscire a infrangere il sigillo del vaso? e Lilith/Rachel è davvero stata sconfitta?
Spero tanto che Lilith/Rachel si salvi :) : nonostante sia la "cattiva" di turno mi piace molto come personaggio, e poi dispiacerebbe troppo a Vanessa perdere entrambi i fratelli così [:^] .. sono curiosa di vedere come/quando Zalahir infrangerà il sigillo del vaso e quali sono le sue intenzioni una volta avuto a disposizione ai suoi ordini Belial ..


Nillc ha scritto:Uao, causa allenamenti prenotturni stavo dimenticandomi di postare la nuova puntata!
Allenamenti prenotturni :O_o: :mumble: ?




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Messaggio da Nillc »

Sì, sono gli allenamenti di kickboxing che vanno dalle 21 alle 22 (più successive doccia e cena ;)). Ci sono anche quelli notturni, dalle 22 alle 23 :D




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Messaggio da overhill »

Max è un uomo impegnato e complicato :asd:
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Messaggio da Nillc »

Specie la seconda ;) :D




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Messaggio da Nillc »

Prima di postare la puntata di stasera, vorrei fare un'annunciazione (:D): Ho trovato un titolo particolarmente papabile per la trilogia!! Che ne dite di...
Lara Croft Tomb Raider: UNTOLD

???
Ho pensato a questo titolo per i seguenti motivi:
- Sono avventure inedite, quindi mai raccontate...
- Nel corso della trilogia abbiamo svelato misteri del passato e del presente di Lara... mai raccontati nemmeno quelli.
- In tutte e tre le storie Lara ha a che fare con segreti di cui nessuno sa nulla...
- L'acronimo TR: U non è mai stato usato :D

Fatemi sapere che cosa ne pensate voi: aspetto anche la conferma di Over, nel frattempo. Sappiate però che ho scelto questo titolo con Passione (cugina di Calma, ma non sono in ottimi rapporti :D)

E adesso, la puntata di oggi: entriamo ufficialmente nell'ULTIMO CAPITOLO!

Capitolo 15- Il Signore della Guerra
(1/2)

Lara si lanciò all'inseguimento di Zalahir, con le pistole in pugno. Superato il buio del vestibolo roccioso, vide l'ombra dello sceicco correre nella fioca luce della caverna, in direzione dell'uscita.
“Oh, no che non esci...” sussurrò Lara, e prese la mira.
Sparò tre proiettili, e tutti e tre andarono a segno. Uno colpì il suo avversario nell'unica delle due spalle che era rimasta sana, l'altro lo colpì alla gamba e l'ultimo appena sopra il bacino. Non erano sicuramente colpi mortali, pensò Lara, ma sicuramente lo avrebbero tenuto buono.
Infatti Zalahir ruzzolò in avanti con un gemito strozzato, rotolando su se stesso pur di non lasciare il vaso per pararsi con le braccia. Il suo stesso sangue gli macchiò il volto durante la caduta.
Lara corse verso il suo avversario, e puntandogli la pistola addosso lo canzonò:
“Capolinea, effendi Zalahir. Ora, se permette, rimetto il vaso al suo posto... prima di spedirla su un volo diretto per l'Eterno.”
“M... maledetta!” gemette furioso Zalahir, stringendo il vaso ancora più forte.
“Non renda le cose più difficili di quanto non siano, su” pregò Lara. In quella sentì un rumore di passi: stavano arrivando Ivan e Vanessa, la quale trasportava il corpo esanime di sua sorella sulle spalle.
“Lara, tutto a posto?” chiese il ragazzo, nel vedere la scena.
“Non ancora, ma tra poco lo sarà” rispose Lara, per poi tornare a rivolgersi a Zalahir “Allora, sceicco, mi consegna il vaso con le buone, o...?”
Ma una sinistra risata echeggiò nella caverna: nell'attimo in cui Lara si era girata verso Ivan, Zalahir aveva estratto la pistola e l'aveva puntata verso il giovane.
“NO!” gridò Lara, nel momento esatto in cui si udì lo sparo.
La ragazza si gettò verso Ivan, e riuscì a salvarlo... ma quando si rialzò, con orrore capì qual era stato il trucco di Zalahir.
Che aveva una mano sul coperchio del vaso, e lo stava già girando.
Il tentativo di saltare addosso allo sceicco fu completamente inutile: con un sonoro rumore di alabastro infranto, il sigillo del vaso si aprì, e immediatamente la terra circostante cominciò a tremare. Zalahir lasciò cadere il vaso, e strisciò lontano.
Il vaso cominciò a sussultare e a girare su se stesso come una trottola impazzita, finché sembrò trovare da solo il punto esatto per equilibrarsi: quando si fermò, una colonna di luce rossa come il fuoco esplose dal suo cratere, come l'eruzione di un piccolo vulcano... Lara e gli altri, agghiacciati, la videro raggiungere il soffitto.
Un urlo terrificante si levò in tutta la caverna, come se fosse stato interrotto millenni prima e solo ora gli fosse stato dato il permesso di continuare, risalendo a velocità supersonica dalle profondità dell'inferno, sempre più forte, sempre più orripilante... sempre più reale...
La luce rossa sembrò esplodere improvvisamente, tanto che i presenti dovettero coprirsi il volto con le mani per non esserne accecati: quando terminò, Lara riaprì gli occhi e il respiro le si mozzò in gola nel vedere quello che era successo.
A pochi centimetri dal vaso, c'era un bellissimo uomo, coperto solo di un gonnellino da soldato, munito di sei ali che gli spuntavano dalla schiena, tutte e sei spezzate. I suoi lunghi capelli ondeggiavano come colpiti da un vento inesistente, e aveva le braccia spalancate in quella che sembrava una posizione di tortura. L'urlo proveniva dalla sua bocca.
Il demone emanava una luce rossa trasparente; sembrava un fantasma, incorporeo...
L'urlo diminuì fino a spegnersi. Belial cadde sulle sue ginocchia, rantolando. Sembrava stranamente debole. Aprì gli occhi, e Lara notò con orrore che non erano bianchi e non avevano pupilla: erano completamente neri.
“Dove... dove sono?” rantolò, in aramaico antico. Lara non lo aveva mai sentito parlare, ma lo sapeva leggere abbastanza bene da comprendere cosa stesse dicendo. “Cosa mi è successo?”
“Mio signore!” gli rispose Zalahir nella stessa lingua “L'ho liberato io dalla sua prigione millenaria!”. Lo sceicco, nonostante le ferite, sembrava esultante.
Belial non sembrò nemmeno sentirlo: cadde bocconi per terra. Lara non si aspettava che fosse così debole, ma realizzò che forse questo era un punto a suo favore...
“Non sono... abbastanza... forte...” biascicò il demone, le labbra che gli tremavano.
“Mi dica cosa devo fare, signore” chiese Zalahir, alzandosi in piedi con un supremo sforzo “farò qualsiasi cosa, pur di regnare sul mondo con la sua benedizione!”
Belial si voltò di scatto verso di lui. Sembrava essersi accorto solo allora della sua presenza.
“Qualsiasi cosa?” ripeté, enigmatico.
“Qualsiasi!” confermò Zalahir.
Sul volto rossastro del demone comparve un sorriso compiaciuto. Si alzò in piedi, con stupore e paura dei restanti presenti, che pure sembravano non esser stati notati. Belial raggiunse Zalahir, arrancando, e lo guardò dritto nel volto.
“Dunque tu vuoi regnare sul mondo, è così?”gli chiese. Il sorriso di Zalahir vacillò.
“S... sì, mio signore.” ammise lo sceicco.
“Sei un trafficante di armi.” disse il demone. Non era una domanda. Zalahir lo guardò sbigottito. Come faceva a saperlo?
“E'... è così, mio signore.” disse. Belial annuì, all'apparenza compiaciuto. Lo sceicco sembrò sollevato.
“Hai mai pensato ad un mondo di pace?” disse il demone, a bruciapelo, sempre guardando negli occhi Zalahir, il cui volto sbiancò improvvisamente.
“Cosa... cosa, mio signore?” balbettò, con un filo di voce.
“Hai capito bene, amico mio... un mondo di pace... quello in cui vivi... ora... adesso...!!!”
Lara capì cosa stava succedendo dalla lentezza con cui Belial aveva pronunciato le ultime tre parole. Rammentò cosa le aveva detto Zalahir a proposito dei poteri del Signore della Guerra... riusciva a soggiogare il suo avversario mettendogli di fronte le sue stesse paure... ed era quello che stava facendo ora: lo stava ipnotizzando, né più e né meno.
“Io... io non voglio!” piagnucolò lo sceicco. In pochi attimi sembrava aver cambiato totalmente atteggiamento.
“Già... non lo vuoi...” sibilò con voce metallica Belial “ma è così... nessuno compra più armi... nessuno ne vuole più... nessuno vuole più te, Yussuf al Zalahir!”
“NOOO!” gridò Zalahir, accovacciandosi sulle sue gambe e prendendosi la testa tra le mani “La guerra è la mia vita! Non può... non è...”
Belial, raggiante, inspirò col naso. Lara ipotizzò che si stesse nutrendo della paura del suo avversario, per il quale provò quello che le parve un barlume di pena.
“Sì, è così!” disse Belial, la sua voce ancora più concreta di prima “La tua vita è la guerra, e senza guerra la tua vita non ha un senso! Non sei nulla, non sei nessuno... sei solo un rifiuto... uno straccio, un misero ometto senza niente da offrire né da pretendere!”
Zalahir piangeva come un bambino. E poi... successe.
Estrasse la sua pistola dalla fondina e se la portò alla tempia.
“NO!” gridò Lara, mentre sentiva il fiato Ivan mozzarsi alla sua destra e un urlo di Vanessa venire represso dietro di lei.
Lo sparo risuonò sinistro per tutta la caverna, e il corpo di Zalahir, con la testa squarciata, si accasciò per terra.

Belial restò per molti secondi ad occhi chiusi e a braccia aperte, inspirando più che poteva.
Quando li riaprì, il suo corpo sembrava meno trasparente, in un certo senso più umano. Fece per muovere qualche passo, ma barcollò ancora.
“I sentimenti di quell'uomo erano troppo superficiali per nutrirmi a dovere...” mormorò, portandosi una mano alla testa. Fu allora che sembrò accorgersi di Lara, Vanessa e Ivan.
“Ce ne sono altri!” esclamò con sorpresa.
Lara gli puntò le pistole addosso, non sapendo che altra soluzione trovare.
“Stai fermo!” gli gridò “Non provare a fare nulla!”
Il demone non sembrò spaventato, né arrabbiato, né seccato dal comportamento di Lara. La squadrò lentamente, poi mormorò tra sé e sé:
“Coraggio. Troppo.” disse, scuotendo la testa.
Tolse lo sguardo da Lara e lo portò verso Vanessa, guardandola come poco prima aveva guardato Lara.
“Troppo debole...” disse. Lara non capì: si stava riferendo alla sua collega o... a se stesso?
Lo sguardo del demone si portò su Ivan, ma subito fu distolto con un'espressione di ribrezzo.
“Urgh, amore!” esclamò schifato Belial.
Lara non capiva ancora cosa stesse succedendo, e la cosa la rendeva inquieta: le sue pistole tremavano vistosamente.
Poi, Belial fu scosso da quella che sembrava un'emozione improvvisa: con un'espressione trionfante, guardò Rachel, che giaceva per terra priva di sensi.
“Odio! Odio! Odio!” gridò, spalancando le braccia e le ali spezzate in un chiaro atteggiamento di esultanza.
Fu allora che a Lara fu tutto chiaro... ma era troppo tardi: il corpo del demone si stava già dissolvendo in una nuvola rossa, quando i proiettili delle sue pistole lo raggiunsero.
Come un fulmine, la nuvola rossa si portò sul corpo di Rachel e la avvolse completamente. Al suo tocco, la ragazza parve risvegliarsi dal suo stato di incoscienza, spalancando occhi e bocca e tossendo forte.
“Racehl!” gridò Vanessa, ma Lara le intimò in rimando:
“Vanessa, togliti di là!”
Il corpo di Rachel fu sollevato in alto, le braccia aperte, gli occhi vitrei, i capelli che svolazzavano senza un ordine... la nube fu assorbita dai suoi pori, e Lara comprese che quanto aveva temuto si era verificato: Belial, dopo aver ucciso Zalahir per nutrirsi, aveva bisogno di possedere qualcuno per riprendere il suo stato corporeo... e aveva scelto quello di loro con il sentimento cattivo più forte che albergava nel suo cuore. E chi poteva essere, se non Rachel, che la odiava con tutta se stessa per la morte di suo fratello?
I piedi della ragazza toccarono delicatamente terra pochi istanti dopo. Rachel sollevò il volto: un sorriso malvagio glielo solcava, e alle sue spalle Lara poteva distinguere chiaramente l'ombra di sei ali spezzate. Quando aprì gli occhi, erano neri come lo erano stati quelli di Belial poco prima.
“Ti piace, Lara Croft?” disse quella nuova creatura, parlando allo stesso tempo con la voce di Rachel e di Belial “sono l'essere più potente dell'universo, ora...”
“Non sai quanti me l'hanno detto, prima di te...” ringhiò Lara, le pistole sempre fisse sul corpo dell'avversario. Rachel sembrava pericolosamente molto più bella di quanto non fosse stata prima. Rise sguaiatamente.
“Vuoi sfidarmi, dunque, donna?” chiese il demone.
“Lara, no!” disse Ivan, ma Lara lo zittì:
“Stanne fuori, Ivan, è una cosa tra me e lei.”
“Errato” la corresse Belial/Rachel “Tra te e... noi!”
E così dicendo eseguì una piroetta su se stessa, allargando le braccia: dal suo giro si levò come un vortice rosso, formato non da aria ma da quelli che sembravano tanti e tanti corpuscoli sciamanti, con delle ali e degli occhi infuocati... tanti piccoli demonietti, che si disposero lungo tutta la caverna, in formazioni composte ma rumorose.
“Ah” disse Lara, cercando di sembrare indifferente “I tuoi 534.689 soldati”.
“Proprio loro!” annuì l'altra “Ma servono solo da contorno, non ti preoccupare... giusto per evitare che qualcuno si ponga tra me e te, Croft... come tutte le altre volte.”
I demoni svolazzarono attorno a loro, stringendosi gli uni con gli altri, fino a formare una specie di cupola infuocata, che avvolse solo lei e Lara. L'archeologa ebbe un'ultima, fugace visione di Vanessa e Ivan, attoniti, per poi sprofondare in quello che sembrava un limbo rosso sangue.

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Una battaglia di proporzioni... bibliche si prospetta per la nostra Lara. Un nemico doppiamente terribile la trascinerà in un duello che mai abbiamo visto, nemmeno nelle sue avventure più cupe! Come andrà a finire? Scopritelo DOMANI, stesso posto, stessa ora, esclusivamente su ASP.com!




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Messaggio da overhill »

Però! Ottimo titolo! Lo voto all'unanimità :D
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