Racconti di un sognatore

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Zephiro
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Messaggio da Zephiro »

Sì Blu, penso tu abbia ragione. Scrivere mi aiuta molto a rendermi oggettivo rispetto a quello che vedo e sento davanti a me. E comunque anche senza aver letto il racconto hai centrato alcuni punti del mio pensiero.
Comunque sia, oggi va già un po' meglio. A parte la pioggia grigia, mi sono tenuto occupato con tante cose, e quindi inizio a far ripartire gli ingranaggi del cervello. E già mi viene voglia di rimettermi al lavoro. Con calma, riavvio il sistema e metto su ON. Poi come dice una mia cara amica: chi vivrà vedrà. :)
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Blu
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Messaggio da Blu »

Non ho idea di cosa ti sia capitato [:^] , ma di sicuro hai "perso la presa" su tantissime cose che credevi certe, forse scontate, come se fosse caduto un velo e tu abbia scoperto che in realtà non c'è nulla di già deciso, di prefissato, come se tu vedessi ora per la prima volta tutto sotto un'altra luce.. ma a parte lo stare male, il dolore, la sensazione di dover ripartire daccapo con una diversa consapevolezza, forse può non essere un male :) .. un abbraccione per questo periodo un po' particolare :) (nell'attesa di altri tuoi splendidi racconti ;) )
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Zephiro
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Messaggio da Zephiro »

Grazie mille Blu. Sì, devo dire che riesci a sorprendermi. Da quanto mi conosci? Pochi mesi? Eppure sei riuscita a capire tante cose di me. :oops:
Grazie per il tuo sostegno, ora inizio a ricarburare e ripartire. Magari quest'aria di cambiamenti mi farà solo bene :)
Tranquilla, tornerò presto con nuovi (o anche vecchi e mai pubblicati qua :roll: ) racconti.
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Zephiro
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Messaggio da Zephiro »

Stasera avevo voglia di risistemare un po' alcuni file sul pc e mi sono imbattuto in un vecchio racconto disperso fuori posto. Allora l'ho risistemato e riletto e mi sono ritrovato ad aggiustare molti punti. Bene ora mi sembra di averlo completato, e quale posto migliore per vedere il risultato finale se non qua? :)
Questa volta non vi descriverò nulla di ciò che state per leggere. Dopo che avrete letto commentato vi racconterò un aneddoto che non ho mai svelato a nessuno riguardo a questo pezzo. Buona lettura a tutti per ora.

Due dadi per un sogno...

"Lancia i dadi: prova! Qualcosa succede sempre!"
Con queste parole ero rimasto sedotto da quella voce melodiosa. Ancora non sapevo cosa intendesse con quello che aveva detto, ma ero deciso a fare un tentativo.
Tanto qualcosa succede sempre, non voleva dire che si poteva vincere sempre. Non diceva che era tutta una fregatura come al solito dove tanto si perde sempre.
Diceva proprio:"qualcosa".
Quella donna mi fissò con sguardo dolce. Era molto bella e i suoi occhi sembravano dei piccoli diamanti. Aveva poi quel velo che le copriva in parte il volto, lasciando un alone di mistero intorno a lei. Quanto vorrei ritrovarla, dirle che aveva ragione...

Mi avvicinai subito al suo tavolo e osservai incuriosito quei suoi dadi. Uno bianco a puntini neri e uno nero a puntini bianchi.
Semplici dadi, eppure mi colpiva il fatto che un'indovina predisse il futuro con i dadi. Due classici e normalissimi dadi a 6 facce, così pensavo.
Non credo molto nelle superstizioni o fenomeni di predizione strani, o meglio, solo a poche piccole cose. Di certo non pensavo che lanciare quei dadi fosse così importante.
"Prego, prova pure. Devi solo lanciarli e osservare quello che esce. Tutti qui, poi qualcosa avverrà."
Ancora: aveva detto di nuovo "qualcosa".

Ormai ero intrappolato in quella sottile trappola che lei aveva preparato per me ed ero felice di esserne rimasto invischiato.
Presi in mano quei due semplici dadi. Li lanciai sul tavolo facendoli rotolare per un po’ e poi restai ad osservare che accadesse quel qualcosa.
Niente.
Pensai: “devo vedere cos'è uscito, forse dipende dai numeri il cosa accadrà.”
Si erano fermati su un doppio 1.

Lei mi fissò e sorrise. Mi sentii come pugnalare da quel sorriso così dolce, ma allo stesso tempo misterioso. Ero certo celasse qualcosa, qualcosa che non mi avrebbe mai detto.
Dopo avermi fissato per un istante in quello strano modo disse semplicemente: "Che aspetti? Ora puoi andare. Deve accadere qualcosa no?"

Tornai a casa. Nulla di speciale era successo quella sera. Ero ormai certo che anche quella donna fosse semplicemente un'imbrogliona. Non era accaduto niente!
Eppure non era come le altre indovine: lei non mi aveva preannunciato nulla, aveva solo detto che sarebbe successo qualcosa, non “il” cosa.
Forse mi ero lasciato suggestionare troppo.
Trascorsi la serata tranquillamente come le altre e mi coricai. Quella sera sognai un sogno strano: due dadi giganti che rotolavano su una piattaforma traballante sulla quale io ero in piedi a fatica. Uno dei due colossi si fermò di fronte a me. Era nero, nero come la notte, con dei meravigliosi punti bianchi che risplendevano come le stelle. Era fermo e mostrava in alto il numero 1.
Un altro dado color avorio rotolò più in là, su un’altra pedana simile alla mia. Questo aveva dei punti neri come macchie di un dalmata.
Si fermò accanto a qualcuno. Anche quel dado mostrava in alto il numero 1.
Osservai quella figura, ma non riuscii a metterla a fuoco.
Provai a parlarle, a chiamarla, ma accadde un fenomeno strano. Lei ripeteva insieme a me le mie stesse parole, muovendosi esattamente nel mio stesso modo, ma non ero io. Aveva un accento nella voce diverso, la forma fisica diversa, una nebbiolina intorno che mi impediva di distinguerla bene.
Copiava tutto quasi fosse un mio clone in cui potessi essermi sdoppiato.
Provai a dar voce ad alcuni pensieri segreti custoditi solo dentro di me: ripeteva anche quelli.
Provai a eseguire dei gesti improvvisi e come un mimo era pronto a replicarli perfettamente in sincronia.

Mi svegliai. Chi era quella persona?
Incuriosito tornai dove avevo visto la donna il giorno prima, ma era scomparsa e di lei non c'era alcuna traccia.
Chiesi a dei passanti se l’avessero vista, ma nessuno sapeva niente di quella persona, neppure i negozianti della zona. Possibile che l’avessi solo immaginata?

Quella sera il sogno si replicò nello stesso modo e fu così per diverse notti. All’inizio ero preoccupato e un po’ intimorito, ma col passare dei giorni mi affezionai a quella copia. Avevo iniziato a parlarle di me, della mia vita. O della nostra vita dovrei dire, d’altronde lei ripeteva sempre.
Mi faceva sentire bene. Era da tempo che non trovavo nessuno con cui condividere i molti aspetti di me che nascondevo dentro e finalmente ora potevo parlare. Era un discorso a senso unico, ma almeno mi confidavo. Avevo la sensazione di essere più felice, perchè dopo tanto tempo trascorso nella riservatezza e nel silenzio sapevo ascoltarmi e trovavo le risposte che cercavo in me da tempo. Finalmente parlavo con me stesso senza mentire e senza voler fuggire da ciò che mi preoccupava.

Accadde poi “qualcosa”…

Una sera uscii con un gruppo di persone che non vedevo da tempo. Ordinammo da bere e iniziammo a discutere tra noi. Avevo cominciato a parlare con loro di tante cose e alla fine senza accorgermene tirai fuori l'argomento dei sogni e di quell'indovina. Volle il caso, la fortuna, il destino o cosa preferite voi ma in quello stesso momento arrivò la cameriera. Era vestita tutta di nero con un grembiulino bianco. Ci consegnò da bere e posò affianco a ogni bicchiere un dado colorato. Non ci eravamo accorti che quella sera nel locale venivano regalati dadi a tutti i clienti per festeggiare i 6 anni dall'apertura.
A me toccò in sorte un dado nero con puntini bianchi. Se ciò mi stupì, la cosa più sorprendente fu che esso era rivolto con la faccia in alto che presentava il numero 1.
Solo allora mi accorsi che un'altra persona al tavolo accanto aveva un dado bianco a puntini neri...e che anche il suo era rivolto a mostrare il numero 1.

Ciò che avvenne dopo è confuso nella mia mente, come una serie di azioni ed emozioni colorate indistinguibili: fu come osservare uno specchio. Solo che il riflesso è ben diverso dalla persona che guarda, ha dei lineamenti completamente nuovi. Quella persona si alzò contemporaneamente a me e mi chiese (o meglio ci chiedemmo): “chi sei?”.

Passarono delle persone in mezzo tra noi.

Avete presente la scena di un film quando due persone si salutano ai lati opposti di una strada, poi passa un camion e alla fine uno dei due è scomparso nel nulla? Più o meno fu ciò che avvenne e in quel modo non vidi più quel dado.
La figura misteriosa era scomparsa. I miei amici mi fissavano un po’ stupiti: stavo parlando rivolto verso uno specchio.

Ancora oggi ripenso a quella scena e cerco di chiarirla nella mia mente, ma non ho mai più incontrato colui che aveva in mano quel dado. Forse è stato solo un’allucinazione, ma anche i sogni sono scomparsi e non si ripetono più. Chissà: potrei aver realmente conosciuto qualcuno. Forse avevo veramente incontrato l'uomo del dado bianco che era me, ma non era proprio me… Io so solo che continuerò a cercarlo, ho ancora tante cose da chiedergli e dirgli.

Ecco caro/a lettore/lettrice, se camminando per strada ti capiterà di incontrare una donna bellissima che chiede di lanciare due dadi e ti dice solo che “qualcosa” accadrà, allora ditele da parte mia che è vero. “Qualcosa” accade e quel qualcosa, che sia sogno o realtà, ha l'effetto di lasciarvi un bel ricordo nel cuore.
Provate: lanciate i vostri dadi e poi... Lo saprete solo voi, ma di certo sarà magico.
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Blu
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Messaggio da Blu »

Bello anche questo tuo racconto :) , mi piace perché è avvolto da un mini-alone di mistero che ti lascia fino alla fine con qualche domanda sospesa.. come al solito leggerti/vi apre molte finestre anche sul nostro mondo ed è inevitabile che qualche parola, la storia, o qualche particolare ci faccia ripensare a qualcosa di accaduto anche a noi :) .. una curiosità: ma l'incontro con l'indovina (o qualcosa di simile) è accaduto a te :) ?




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Zephiro
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Messaggio da Zephiro »

Accidentaccio: proprio io mi dimentico di aggiornare qua :shock:

Allora rispondiamo a Blu eheh anche perchè avevo detto che su questo racconto avrei dato un aneddoto poi :P
una curiosità: ma l'incontro con l'indovina (o qualcosa di simile) è accaduto a te :) ?
Non ho incontrato nessuna indovina, ma comunque una cosa "strana" è accaduta.
La sera stessa che ho scritto questo racconto mi sono incontrato con degli amici per giocare a un gioco di ruolo (D&D per chi conoscesse :P) in cui occorre come materiale: carta, penna, tanta fantasia e anche un set di dadi...
Per sbaglio avevo mescolato dei set e nella scatoletta che conteneva il mio stock di dadi c'erano due dadi a 6 facce: uno bianco a pallini neri, e uno nero a pallini bianchi :D mi sembrò curioso lo sbaglio proprio quella sera, ma se si aggiunge che il primo tiro di dadi mi presentò una coppia di uno cosa pensereste? :)
Magia? Mistero? Semplice caso? Io preferisco considerarlo un evento speciale :)
A voi però i giudizi del caso come al solito

E per lasciarvi con qualche altro pensiero, ecco qua cosa una semplice panchina, una bella giornata e qualche canzone possono suscitare nella mente :oops:

Una panchina, una bella giornata, un foglio di carta...

Musica nelle orecchie dritta al cuore. “Trust me” dicono le parole mentre un leggero venticello scompiglia i capelli e porta un po’ di fresco nel primo caldo estivo.
Osservo la gente che mi passa accanto e loro scrutano me con la coda dell’occhio. Qualcuno sa telefonando, altri ridono e giocano. Qualche bicicletta passa felice di ritrovarsi all’aperto. Un gatto solitario mi saluta restando sdraiato sul terriccio fresco del giardino di fronte a me.
E infine ci sono io: una figura solitaria, seduta su questa panchina, con la sua fedele matita a scatto, amica fidata di sempre, che fissa qualcosa lontano e vicino allo stesso tempo.

La melodia incalza riportando alla mente molte immagini come fotogrammi di un film.
Ci sono persone, volti trovati e perduti, amicizie, passioni, amori.
Tanti luoghi che hanno segnato un cammino, tante strade. Bivi e incroci con scelte difficili da prendere che alla fine conducono a quella panchina solitaria.

How to save a life”… già me lo domando anch’io.
La canzone cambia, ma la sensazione è la stessa. C’è una scala di fronte a me, una lunga strada in salita che mi attende. I gradini sembrano sempre più difficili, alti, irraggiungibili. Ma c’è qualcuno che mi sta spingendo con sé, mi dice di non mollare, di andare avanti anche quando ci si dovrà arrampicare con le unghie e coi denti. Di non smettere di credere in me quando le difficoltà arriveranno a mettermi alla prova.
E mi dice tutto questo con il calore di un abbraccio non tangibile, ma inviato dal cuore. Un rimedio potente contro la malinconia e in grado di rimettere in moto dopo il maltempo. E poi tanti sorrisi, e infine lui…il sogno, la volontà di realizzarlo, di essere felice.

Mi è stato detto che se si regala un sorriso si riceverà in cambio qualcosa di bello. Mi hanno insegnato ad imparare ogni giorno qualche cosa di nuovo, che tutti siamo uguali, che dopo la pioggia torna il sole.
Allora io ho imparato a cercare ogni giorno quel piccolo raggio di luce in tutte le persone, e a sorridere sempre. È sorprendente quanto ci possano stupire coloro che ci circondano. Quelli che dicono di amarci di più potrebbero essere i primi a non capire quello che sentiamo dentro, a dubitare di noi. Mentre le persone più impreviste, conosciute “per caso”, magari mai incontrate, sono quelle che più forte fanno battere il nostro cuore.
Angels”, sì angeli custodi.

Una fogliolina, stanca dei commenti delle sorelle, si è staccata dall’albero e ora gioca felice nel vento danzando allegramente.
Se la vita è un’asta sempre aperta, anche i pensieri saranno in offerta”.
Pensieri conservati in angoli ben nascosti della nostra mente e del cuore. Parole mai dette che formano un muro intorno a noi e ci proteggono dagli altri. Ma allo stesso tempo ci tengono prigionieri di noi stessi.
A volte poter dare voce al nostro animo ci trasforma, ci rende in grado di volare.
Candide e soffici piume si poggiano sulle nostre spalle risollevando frammenti d’amore e spazzando via la tristezza. Sentiamo le nuvole vicine a noi e ci sembra di sfiorarle allungando una mano verso il cielo.

How did I fall in love with you”?
Questo poi non lo so, è successo e basta credo. L’ho sentito dentro di me: il mio cuore ha iniziato a battere forte, tutto intorno a me ha cominciato a farmi pensare e riflettere. Un segreto che ancora resterà tale, celato in me. Per il momento sarà la cosa più preziosa da custodire dolcemente. Una piccola gemma grezza ancora da rifinire, che potrebbe diventare un bel diamante o almeno essere un tenero ricordo.

Il tempo scorre rapido attorno a me mentre io resto fisso sul tuo pensiero.
Il gatto è ancora lì che mi osserva curioso, sembra che capisca ciò che sto pensando e…no mi sarò sbagliato. Non credo proprio di aver visto bene, eppure per un attimo solo mi è parso di vederlo sorridere. Che quello sia stato il suo regalo per me?

La musica si affievolisce e l’orologio mi ricorda che devo andare. Peccato, mi stavo affezionando a questa panchina e al micromondo che la circonda. Tornerò presto, promesso. Per ora mi accontento di aver ritrovato un sogno.
Volete sapere qual è vero? Eh, ma se lo dico poi non si avvera! Aspettate e se queste parole scritte su di un foglio di carta giungeranno lontano nel cielo portate via dal vento, chissà che un giorno non si avverino…allora anche voi capirete, vi basterà guardarmi per capire. Per adesso, sorrido.


Cos'è un sogno? Un sogno è un battito del cuore più forte degli altri, in grado di illuminare il nostro cammino con la luce che fa brillare in noi.
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questa è la panchina che ho scelto e che mi ha fatto sognare...
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Messaggio da TombM4ster »

Zephiro ha scritto:La sera stessa che ho scritto questo racconto mi sono incontrato con degli amici per giocare a un gioco di ruolo (D&D per chi conoscesse :P) in cui occorre come materiale: carta, penna, tanta fantasia e anche un set di dadi...
Ci gioco anchio! :P




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Blu
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Messaggio da Blu »

Dolcissimo ed intimo come sempre :) , nel descrivere il micromondo attorno a quella panchina, i tuoi sentimenti, le tue domande, le tue possibili risposte, quello che emerge è il calore, il tepore dell'abbraccio che fa sentir meno soli in un momento così, almeno apparentemente, delicato della propria vita :) .. sono contenta che in tutto questo trambusto tu abbia capito che non sei solo e che a sorreggerti, spingerti, darti forza ci sia sempre qualcuno, anche quando tutto ciò arriva da dove meno ce lo si aspetta :D .. per ora non posso che augurarti "buon tutto" ;) ed aspettare qualche altro tuo racconto/pensiero/aggiornamento :D


PS: curioso l'"evento speciale", sono quelle piccole cose che alle volte ti fanno riflettere sulla non casualità delle cose che ci accadono (naturalmente se siamo ben disposti ad ascoltarle / osservarle ;) :D )




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Manu Croft
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Messaggio da Manu Croft »

.............




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Mi piaci tu, mi piaci tu, mi piaci solo tu; ma come te lo devo dire![/size]

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Messaggio da Zephiro »

Grazie Blu, sono contento ti sia piaciuto :oops:
Il prossimo spero arrivi a breve...devo solo portare un po' di modifiche, ma una bozza è già pronta :P appena avrò tempo lo farò

@TombM4ster: :) mi fa piacere, è un gioco divertente e creativo D&D.

@Manu Croft: :mumble: come mai tutti quei ........ ? :mumble: qualcosa non va?
Se non ti è piaciuto il brano fammi sapere :) io sono qua anche per le critiche, mi aiutano a migliorarmi :)
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Messaggio da Zephiro »

Eccomi qua a ripescare questo vecchio topic. Da qualche giorno avevo voglia di scrivere qualcosa e senza rendermene conto è saltato fuori l'abbozzo di questo racconto. Ci ho lavorato un po' su e in mattinata ho finito di scriverlo. Adesso voglio proprio farlo leggere a voi e sapere cosa ne pensate.
Spero che possa piacervi :oops:
Fatemi sapere le vostre opinioni e commenti :)
Buona lettura.

Goodbye Mr. Noia, goodbye

L'acqua picchiettava leggera sulle finestre. La stanza era silenziosa e immobile come al mattino prima del risveglio. Eppure era seduto su un piccolo divano a contemplare un luogo così vivo nella mente da apparire reale e vicino ai sensi.
La luce era spenta e l'unica fonte luminosa era il grigiore solare del cielo piovoso.

Lui era un ragazzo come tanti, non amava spiccare nella massa e cercava di porsi spesso in disparte per tenere lontana così ogni tipo di emozione.
Era indifferente all'amore, all'affetto, all'odio, alla tristezza, alla felicità. Apprezzava la serenità, solo perché cercava di amalgamarla con l'indifferenza.
Conduceva una vita abitudinaria e ben programmata: lavoro, casa, cena, passeggiata serale ad osservare le stelle o sentire il suono della pioggia sulle case e sulle strade a seconda delle condizioni del tempo.
Non variava mai queste abitudini e nei fine settimana in cui non c'era il lavoro per occupare le giornate ripuliva l'appartamento in cui viveva, ormai perfettamente splendente.
Tutto era così semplice e ripetitivo da risultare noioso alle altre persone che lo conoscevano. Ben presto quindi i colleghi decisero di chiamarlo Mr. Noia. E lui ormai si era così abituato da aver scordato il suo vero nome.

Mr. Noia non aveva molti affetti perché non si lasciava mai coinvolgere da alcuna passione. Apprezzava il grigio, anche se il termine “apprezzava” sarebbe sostituibile con un “non dispiaceva” dato che nemmeno per i colori aveva una qualche preferenza particolare. Per lui gli alimenti erano solo fonti di sostentamento. Gusto, olfatto, vista non si appagavano di fronte a prelibatezze e manicaretti invitanti ma accettavano anche pietanze meno gustose. Mai nessuno aveva visto Mr. Noia ridere o piangere o dar di matto. Era come una statua fredda intaccata solo dalle intemperie e dal passare del tempo.
Mai niente avrebbe potuto cambiare la staticità di quell'uomo... mai... niente... forse... qualcosa...

Era rientrato a casa dal lavoro come sempre, aveva mangiato qualcosa e si era infilato il cappotto e preso l'ombrello per la sua passeggiata serale. La notte iniziava ad essere fredda e il cielo era scuro. Qualche lampo lontano illuminava per pochi istanti la città e poi scompariva dietro potenti boati. Di fronte al teatro comunale vi era una gran folla di gente perciò cercò di cambiare strada. Camminò attraverso vie più tranquille e solitarie osservando il mondo intorno a sé con sguardo spento.
Aveva già fatto un po' di strada senza rendersi conto di qualcosa, o meglio qualcuno. Non sapeva dire quando era accaduto, ma una bellissima donna era accanto a lui stretta al suo braccio e camminava silenziosa.
Era una figura misteriosamente affascinante, con un lungo cappotto rosso e un largo cappello in testa del medesimo colore. Un paio di guanti neri le proteggevano le mani dal freddo. Lunghi e soffici capelli corvini le donavano un non so che di divino, per non parlare di quegli occhi così diabolicamente angelici. Le labbra carnose erano brillanti e color del fuoco. Un dolce profumo di cannella si diffondeva nell'aria ad ogni passo esaltando i sensi. Una piccola borsetta rossa era sostenuta dal braccio destro mentre col sinistro si teneva stretta a Mr. Noia.
Lui rimase indifferente alla vista di lei, ma nonostante questo per un piccolo istante sentì il battito del cuore accelerare e poi tornare calmo e tranquillo. Lei gli rivolse uno splendido sorriso: “Ciao, il mio nome è Gabrielle.”
Aveva una voce melodiosa e sensuale, così attraente che nemmeno una persona come Mr. Noia poteva restarne indifferente. Le dolci parole si insinuavano nella mente e si riannodavano a formare una fitta ragnatela e l'incantesimo aveva inizio: si restava ammaliati e dipendenti da tale suono, quasi drogati.
“Ciao. Il mio nome è... Sì insomma... Gli altri mi chiamano Mr. Noia”.
Era la prima volta che gli capitava di balbettare e non ricordava nemmeno di aver provato mai imbarazzo nel presentarsi con quel nomignolo.
E... “Vorresti cambiarlo quel maledetto nome e non essere più deriso per il tuo modo di fare. Vorresti anche tu una vita come quella degli altri.”
Gli aveva letto nel pensiero? Quelle parole era certo di non averle pronunciate, le aveva solo pensate. E come era arrivata lì quella donna?
“Ascoltami bene caro. Io posso dare le risposte alle tue domande e cambiare per sempre la tua vita, ma tutto ha un prezzo. Se tu mi pagherai adeguatamente alla richiesta io esaudirò il tuo desiderio. Cosa ne pensi?”
Dolce soave poetica voce quale inganno nascondi? Perché un brivido freddo percorre la schiena e mette in guardia da te?
“Ti darò tutto ciò che vuoi! Non voglio più esistere come Mr. Noia!”
“Non si dovrebbero dire certe cose senza saperne le conseguenze, ma il patto è stipulato. Tutte le tue domande avranno risposta a tempo debito. Ora godiamoci questa splendida notte di pioggia. Chiudi gli occhi e assapora la vita”.
Confuso e ansioso Mr. Noia si lasciò guidare da quelle parole e abbassò le palpebre.
Da principio non si accorse di niente di insolito, poi pian piano il picchiettare della pioggia sull'ombrello divenne musica, la carezza del vento leggero un abbraccio. In lontananza un bambino rideva, era felice mentre amici e parenti canticchiavano una canzoncina di auguri. Da una panetteria lì accanto il profumo del pane era arrivato alle narici accendendo un desiderio nell'animo di Mr. Noia: assaggiare quel fragrante alimento così appetitoso. Poi una folata di vento pungente più forte scacciò i pensieri e fu la volta di sentire una coppia litigare. La loro rabbia, la tristezza per l'incomprensione e la dolcezza della riappacificazione erano sconosciuti a quel piccolo essere in ascolto nella notte. Infine in questo vortice di emozioni nuove e straordinarie arrivò la paura. Una sirena d'ambulanza correva nel buio per portare il suo ferito all'ospedale più vicino. C'era ansia, tensione. E poi un'altra sirena, probabilmente la polizia.
“Ora puoi aprire gli occhi”.
Si trovavano davanti alla casa di Mr. Noia. Così preso da quelle novità che percepiva non si era accorto di aver camminato e non sapeva nemmeno ricordare quale strada avesse percorso. Si sentiva intontito e pieno di tanti nuovi pensieri come se le percezioni fossero entrate dentro di lui e avesse vissuto in prima persona una grande emozione.
“Ma come...”
“Ssh. Non parlare. Permettimi di salutarti e poi me ne andrò e non mi rivedrai più”.
Il tempo ebbe un sussulto, le lancette dell'orologio rallentarono il loro moto eterno fin quasi a fermarsi. Quelle labbra carnose si avvicinarono alle sue, le sfiorarono con la loro vellutata dolcezza. Il cuore batteva a mille e un nuovo sentimento nasceva in lui. Poi l'esplosione. Una sensazione calda di passione in quell'unico bacio era scoppiata dentro di lui isolandolo da tutto il resto. Per un breve istante aveva anche ricordato il suo vero nome.

Quando aprì gli occhi era già giorno. Il cielo plumbeo con la sua pioggia non accennavano a mutare. Mr. Noia era vestito come la sera precedente, ancora con il suo cappotto indosso. Probabilmente si era addormentato così anche se non ricordava come avesse fatto a rincasare. La televisione era accesa e il notiziario elencava le notizie del giorno. Una voce pacata raccontava di un'incidente stradale...
“E ora passiamo a un altro evento. Omicidio davanti al teatro comunale. Un direttore d'azienda ucciso a sangue freddo da due colpi di pistola all'ingresso prima dello spettacolo serale. L'assassino, un impiegato frustrato, è ancora ricercato dalla polizia. Una telecamera di sicurezza ha ripreso la scena dell'uomo mentre si allontanava dal luogo del delitto attraverso la folla di gente accorsa sul posto. Dai primi accertamenti pare che fosse conosciuto dai colleghi come Mr. Noia, un bravo lavoratore...”
La testa si fece pesante e le braccia andarono istintivamente sulle tasche del cappotto. Un qualche oggetto freddo e pesante era infilato nella tasca destra. Lo estrasse delicatamente per rivelare una colt. Aveva in mano ora una terribile arma da fuoco, una prova che lo collegava a un delitto di cui non aveva alcuna memoria.
Un fulmine illuminò brevemente il cielo e anche la sua memoria. Ricordava Gabrielle abbracciata a lui, la rivedeva da quando era passato di fronte al teatro in mezzo alla folla. Ricordava la sua borsetta rossa e un oggetto che veniva estratto e infilato nella sua tasca. Ricordava anche che lei indossava i guanti, probabilmente per non lasciare impronte. Ecco come era comparsa la dama della morte, ecco il perché delle sue parole. Il loro incontro aveva cambiato per sempre la sua vita, sì. Mr. Noia non sarebbe più esistito.
Stringeva la testa tra le mani osservando quella diabolica arma di fronte a lui. Restò fermo così anche quando la polizia irruppe nell'appartamento e lo arrestò. Quale terribile errore aveva commesso!
Le sue stesse parole risuonavano nella testa e lo tormentavano: “Ti darò tutto ciò che vuoi!”
Lo portarono via e lasciarono la casa vuota...

Si accese una luce che spazzò via il grigio e anche il cielo cominciò a schiarirsi. Una bellissima donna appoggiò delicatamente l'ombrello gocciolante di pioggia nel bagno, si sistemò il cappotto rosso e i lunghi capelli corvini. Ricontrollò il rossetto e spruzzò una goccia di profumo alla cannella sul collo. Afferrò la sua borsetta rossa: “Addio Mr. Noia, addio mio caro”.
La porta si chiuse alle sue spalle lasciando dietro di sé il suono ritmato delle ultime gocce di pioggia. La radio stava trasmettendo una canzoncina: “Sunshine, you are my sunshine...”.
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Messaggio da Blu »

Caspita, ho proprio trascurato la sezione [:^] .. me lo stampo e leggo stasera :D (anche se sbirciando il finale ".. stava trasmettendo una canzoncina: “Sunshine, you are my sunshine...” mi riporta alla mente una scena molto malinconica di un film visto tantissimi anni fa [:^] :) )




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Messaggio da Blu »

Hai mai visto "Ai Confini della Realtà"? E' una vecchissima serie, straordinaria, che durante ogni episodio stupiva per la storia raccontata e per la sensazione di "sospensione" che lasciava alla fine, una sensazione di turbamento che lasciava sempre un po' sconcertati per l'accaduto, quasi sempre ai limiti del possibile, ma alle volte non troppo [:^] (cosa che spiazzava e creava non poche domande/riflessioni) .. ecco, ultimamente leggendo alcuni tuoi racconti sembra di assistere a nuovi episodi che posseggono lo smalto delle vere prime puntate della serie :) , sono racconti spiazzanti, in cui i protagonisti si muovono in un ambito che spesso confonde realtà con immaginazione, sono personaggi molto riflessivi e spesso dubitiamo noi stessi se quello che gli accade capiti davvero o se sia frutto solo della loro immaginazione, di sogni, visioni ad occhi aperti.. solo che alla fine, purtroppo per loro, ne pagano le conseguenze [:^] , le scelte prese hanno tutte risvolti reali, quasi come se a voler "troppo", a voler riuscire a risolvere i propri problemi o le proprie situazioni cercando facili scorciatoie, si paghi sempre alla fine lo scotto [:^] (della serie: c'è un tempo, un modo ed un luogo per tutto, inutile cercar di evitarsi "il viaggio" per venirne fuori, fa parte anche questo della vita e a cercar di imbrogliar le regole se ne paga sempre le conseguenze :P )

Molto bello anche questo racconto :D
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Zephiro
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Messaggio da Zephiro »

Grazie Blu :oops:
L'idea del racconto era nata dal voler riproporre Gabrielle, un personaggio al quale mi sono affezionato. :) E' nata per gioco cercando di provare uno stile diverso dal solito ma credo di essere rimasto colpito io stesso dal suo fascino misterioso. :P Lei è dannatamente affascinante da raccontare. In ogni situazione in cui compare riesce sempre a guidarmi verso un finale diverso da quello che avevo immaginato. Diciamo che sa sorprendere anche me e quindi spero proprio di poterle dare ancora altre pagine di vita in altri racconti :D Per l'atmosfera una bella giornata di pioggia pavese mi ha dato quello che mancava. Adoro la pioggia per l'effetto di surrealtà che porta nel mondo. Sembra che tutto cambi sotto le gocce d'acqua: l'umore delle persone in generale si "ingrigisce", anche i colori sono più spenti e tutto scorre più silenzioso, quasi ad ascolare il suono della pioggia. Infine Mr. Noia, una persona grigia (continuavo a immaginare gli uomini grigi di Momo :P) che poco svela di sè e poco in fondo anche lui vuole saperne. Lo sentivo quasi un automa che segue il suo stile di vita rigoroso e non esce mai fuori dagli schemi.
Bene, prendiamo questi ingredienti, mescoliamoli per bene e usiamo abbondante colla vinilica (:lol:) e questo è stato il risultato.

Ai confini della realtà: conosco questa serie televisiva di fama, ma ahimè non sono ancora riuscito a vederne nemmeno un episodio. Me ne hanno parlato molto bene, e magari potrei proprio cercare di rintracciare qualcosa. :approved:
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