Il caffè del tempo perso

una piccola sorpresa per voi..

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Zephiro
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Il caffè del tempo perso

Messaggio da Zephiro »

Buongiorno a tutti ^^

Oggi avevo voglia di farvi un piccolo regalo, una sorpresina su cui stavo lavorando da un po'.. e che ha atteso proprio stamattina prima di essere pronta.
Ed ecco quindi per voi questo nuovo raccontino che ho scritto.
Spero vi piaccia, ma lascio a voi commentarlo :P

[center]Il caffè del tempo perso[/center]


“Cosa posso portarle? ” la cameriera ha una vocina un po’ stridula e la sala non è molto ampia, ma il Caffè del tempo perso è il mio posticino preferito.
Un giorno passeggiando l’ho scoperto per caso, in una via del corso e da quel momento posso dire che la mia vita è cambiata.
Situato tra una cartoleria e un negozio di dolciumi, mi ha attirato per la sua strana insegna. Una piccola tavola di legno circolare appesa a un gancio in ferro battuto. Sopra vi sono state incise le parole Caffè del tempo perso con gran cura in linee morbide e che richiamano antiche tecniche di lavorazione del legno.
L’aspetto della facciata esterna è quello di una strana casetta, color giallo limone, con una porta a vetri d’ingresso realizzata con i meravigliosi vetri di Murano e due finestrelle laterali con dei piccoli balconcini su cui sono adagiati dei vasi di gerani rossi di cui una corpulenta cameriera si prende cura ogni giorni trattandoli come figli da crescere e curare.
E se solo vedere tutto questo ancora non vi spiega il perché io ami tanto questo posto, dovete aspettare di mettere piede all’interno. Un avvolgente aroma di caffè riempie l’aria della sala, misto al dolce profumo delle brioches che vengono sfornate da un vecchio forno a legna. Il pavimento in legno misteriosamente non cigola, benché sono certo risalga a tempi remoti. Il continuo calpestio delle assi si nota ma non rovina l’ambiente, anzi gli conferisce quel non so che di antico e vissuto.
Le pareti anch’esse gialle come l’esterno, sono adornate da quadri, foto di varie persone, anche una vecchia tromba d’ottone appesa dietro il bancone principale.
Vi sono cinque tavoli rotondi in legno di ciliegio e due divanetti rossi posti contro la parete di fondo a formare un angolo. Dietro il bancone lungo sulla sinistra entrando dalla porta vi sono due macchinari per fare il caffè: uno moderno, più usato forse, in grado di preparare anche frullati, frappè, cappuccini, e quant’altro. Mentre il mio occhio cade sempre sul vecchio Tom: sì ho dato un nome a una macchina per il caffè, sfruttando in realtà quello della targhetta d’ottone opaco che si intravede ancora. Quel vecchietto sì che sa creare un caffè davvero magico! Non so se sono i chicchi tostati e macinati a mano che gli vengono inseriti all’interno, se è l’abilità delle cameriere, oppure se ci siano altre motivazioni, ma io sono convinto che sia proprio lui ad essere così bravo da far meravigliare chiunque assaggi la sua miscela fumante.
Accanto a questi macchinari vi è un mobile pieno di bottiglie di liquori, amari, frutta fresca e piattini. E infine un mobiletto per le tazzine e i bicchieri e le posate.
Di fronte al bancone vi sono due porte, una che conduce al bagno e un’altra che porta nella cantina.
Un altro articolo interessante è la cassa: un reperto d’epoca di un metallo lucente, ben curata e lavorata, con il suo tipico suono di campanelli quando si apre il cassetto per prendere il resto da consegnare ai clienti.
Per concludere ci sono 3 cameriere che si scambiano tra loro i turni: due ragazze molto graziose, una biondina sempre sorridente e una brunetta con una vocina stridula e il naso leggermente incurvato all’insù, e un donnone che a prima vista può sembrare assente, ma che in realtà si dimostra più cordiale e gentile delle altre. Ormai conosco anche i loro nomi: Sabrina, Michela e Giorgia, ovviamente nell’ordine in cui ve le ho presentate.
Poi vi è il proprietario Carlo, un po’ scorbutico e taciturno, ma davvero un mago quando si tratta di mettere le mani in pasta e sfornare croissant, brioche, e muffin. Avrà una settantina d’anni, ma non so perché a volte quando si mette zitto e solitario a leggere il giornale gliene darei anche qualcuno in più.

Ecco, questo è il piccolo mondo del Caffè del tempo perso. Cosa ne pensate? È interessante vero? Su su non siate timidi, l’orario di apertura è tutti i giorni esclusi i festivi, dalle 7 del mattino alle 8 di sera. Quindi non potete trovare una scusa che vi impedisca di passarci almeno una volta.
Ah ma aspettate un momento! Non mi sono nemmeno presentato! Vediamo, che dire di me: sono un semplice avventore del caffè, uno a cui piace osservare tutto, fantasticare sul mondo e cercare di dare risposte ai pensieri di ogni giorno. Non ho un nome, è difficile vivere senza ma sto imparando. Come posso non avere un nome? Semplicemente perché voglio che voi mi chiamiate con la vostra fantasia, che cerchiate ognuno nei cassetti della vostra mente e mi diate la forma che più vi aggrada. Per voi sarò un giovane, un vecchio, un ragazzino, un uomo, una donna, uno straniero, un conoscente, un amico, un parente. Forse sarò voi stessi, o voi sarete me. Ecco le presentazioni sono fatte così. ora possiamo tornare al vero protagonista: il caffè.

Ciò di cui vi voglio parlare ora è la vita di questo posto. Del diario dei suoi giorni e delle sue avventure. Di come ogni persona possa avere qualcosa da raccontare o forse da celare. Voglio provare a sognare e lasciare che l’immaginazione parli da sé, perché per me così tutto è cominciato…


Giorno 1

Stavo passeggiando lungo le vie del corso quando all’improvviso notai quella piccola insegna dondolante. Era una giornata primaverile, tiepida e assonnata. Non avevo niente da fare e “il tempo perso” sembrava il luogo adatto per me.
Mi accomodai ad uno dei tavolini liberi e ordinai un caffè. La cameriera sorridente mi chiese se preferivo quello classico o se volevo assaggiare il gusto dell’antico. Incuriosito dall’alternativa decisi di sperimentare. Dopo aver armeggiato un po’ con un vecchio macchinario arrivò con una tazza piena di un brodo nero fumante e molto denso. L’aspetto sembrava strano, ma mi bastò sentire l’aroma che emanava per convincermi a sorseggiarlo piacevolmente.
Non c’era molta gente quel giorno. Anzi a dir la verità oltre a me e la cameriera c’era solo una signora anziana seduta a un tavolo vicino alla porta. Continuava ad osservare verso l’esterno, come se fosse in attesa di qualcosa o qualcuno.
Aveva un vestito blu scuro e una camicetta bianca di cui si intravedeva il colletto. Dei capelli grigi boccolosi, quasi argentati. Non era truccata e non indossava gioielli se non una fedina d’oro all’anulare e una catenina dorata con un ciondolo in madreperla con cui però sembrava stesse continuamente giocherellando. Aveva poggiato la borsetta sulla sedia accanto alla sua e non proferiva parola. Fissava solo la strada e la gente che passava.
Senza sapere bene il perché iniziai a provare ad immaginare il perché fosse lì.
Probabilmente stava aspettando il marito che sarebbe arrivato da un momento all’altro. Magari questo era un pensionato che le aveva dato appuntamento in quel locale per farle una sorpresa, forse un regalo di compleanno. Sì probabilmente era la sua festa e lei era impaziente di scoprire cosa le avrebbe portato. Dalla semplicità con cui era vestita sicuramente non sarebbe stato un gioiello, ma magari un mazzo di rose rosse, molto romantico. Oppure era nel negozio accanto a ordinare una bella torta.
No forse no, il diabete, troppi zuccheri, meglio di no. Magari le aveva scritto un’appassionata lettera in cui le ricordava la loro gioventù quando per stare insieme erano scappati la prima sera a quella festa di paese. Il loro primo ballo era stato sicuramente un valzer, e quando i loro occhi si erano incrociati avevano capito di essere destinati a stare insieme.
Poi però era scoppiata la guerra e lui aveva dovuto arruolarsi. Con la divisa come era bello, affascinante. Sempre preciso e con uno sguardo fiero, sembrava ancora più forte di quello che era.
Il batticuore ogni volta che le lettere tardavano ad arrivare. Chissà come era dura la vita al fronte e quanto doveva essere difficile affrontare ogni giorno la fame, la paura del nemico, gli spari. Però quando era tornato in licenza finalmente erano stati insieme per un po’.
Lui aveva organizzato un pic nic nel parco e al momento del dolce si era inginocchiato in mezzo all’erba e ai fiori, le aveva porto una scatolina e le aveva chiesto di sposarlo. Lei non se lo aspettava, non in quel momento almeno. Ma nonostante la sorpresa riuscì a saltargli al collo e farlo cadere a terra gridando un sì pieno di felicità. Le nozze erano state organizzate un po’ in fretta, ma comunque molto bene. Lei era riuscita ad avere quel vestito bianco orlato di pizzi e merletti proprio come lo aveva sempre sognato. Una festicciola solo coi parenti e qualche amico, ma all’insegna del buon umore e dei sorrisi. Poi lui era dovuto ripartire per la guerra, ma lei era contenta lo stesso. Attendeva ogni settimana le appassionate lettere che lui le mandava e alle quali lei rispondeva con dolcezza.
Quando all’improvviso le giunse la notizia che il nemico aveva assalito la zona dove si trovava il suo sposo il terrore la paralizzò. Ogni giorno scrutava l’orizzonte per vederlo tornare, ma niente. La missiva si era interrotta, nessuna informazione arrivava da quelle parti. Dopo diverse settimane trascorse così, finalmente eccolo. Tornò una sera, silenzioso. Arrivò in casa mentre lei stava cucinando la cena e quando le fu vicino la salutò facendola sobbalzare e rovesciare tutte le pentole per terra. Ma non era importante in quel momento.
Passarono gli anni e un giorno lui arrivò a casa con una scatolina di legno. All’interno c’era una catenina con un ciondolo in madreperla a forma di goccia. E la sorpresa fu doppia quando scoprì che si poteva aprire e all’interno era stata messa una piccola foto dei loro volti. Il regalo che aveva sempre sognato, ma non gli aveva mai chiesto perché troppo costoso.
Purtroppo la vita è strana e il tempo richiama sempre a sé tutti quanti: nessuno può evitare il suo scorrere incessante.
Ormai era giunto il suo momento quando era venuto a mancare e nonostante il dolore immenso lei era riuscita ad andare avanti ogni giorno.
Aveva deciso solo una cosa però: ogni anno, il giorno del suo compleanno sarebbe entrata nel caffè dove si davano sempre appuntamento, avrebbe atteso per un po’ sperando di rivederlo un giorno e nel frattempo avrebbe letto qualcuna delle sue lettere, per non dimenticare mai niente del tempo passato insieme.

La donna mise nella borsetta le lettere che aveva tolto e io mi sorpresi ad essere lì ad osservarla con sguardo triste. Le mie erano state tutte supposizioni eppure per un attimo mi erano sembrate così reali. Come se restando lì seduto, con quel caffè davanti a me, in quel locale, avessi assistito a tutta la vita di quella donna e condiviso per un attimo con lei gioie e dolori.
“Potrebbe farle gli auguri? Sa oggi è il suo compleanno ed è una signora molto sola da quando è venuto a mancare il marito diversi anni fa, eppure ogni anno viene sempre qui.” quella voce roca di un uomo che stava sussurrando mi fece sobbalzare dalla sedia. Accanto a me si era seduto il proprietario del caffè e fissava anche lui l’anziana signora. Si voltò verso di me e mi fissò un attimo con quei suoi occhi color nocciola e mi indicò una foto appesa nel locale. Era di diversi anni fa e ritraeva un gruppo di ragazzi a una festa di paese. Tra loro riconobbi subito la donna seduta al tavolo di fronte al mio. Era più giovane e sorrideva accanto a un uomo in divisa da soldato. Stringevano tutti in mano una mela candita e dietro di loro vi era il Caffè del tempo perso.
L’uomo tornò a leggere il giornale in un angolo del locale lasciandomi ai miei pensieri. Ero sorpreso da tutto quello che era accaduto, ma non volevo perdere tempo chiedendomi il perché delle cose…
Finii di bere il mio caffè, mi alzai e andai al bancone per pagare. Uscii ed entrai nel negozio di dolciumi accanto. Tornai indietro e mi avvicinai alla signora sorridendole.
“Forse le sembrerò un pazzo, e probabilmente un po’ lo sono, ma questo è per lei, per il suo compleanno e per ringraziarla di aver condiviso con me la sua storia. Auguri” le porsi una mela caramellata.
Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime e sorridere mentre mi ringraziava. Mi disse di chiamarsi Marta e che quello era appena diventato uno dei giorni più belli della sua vita.

Ero stato appena un paio d’ore del pomeriggio in quel posto, ma di una cosa ero certo: quella era solo la prima di una lunga serie di pomeriggi lì.

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Ultima modifica di Zephiro il 29 aprile 2010, 10:27, modificato 1 volta in totale.
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overhill
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da overhill »

Disgraziato, mi hai commosso... :)

E' un racconto bellissimo, ben fatto e struggente. E se osi anche solo pensare di non farne altri, vengo a Bordighera (o a Pavia per studio) e te ne do fino a quando non ricominci! :)
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da Zephiro »

:oops: Grazie mille Over.. sì anche per la parte in cui mi minacci se non continuerò a scrivere.. :)
Promesso che appena sarà pronto uscirà un altro capitolo di questa nuova serie.. sperando che piaccia a tutti voi :)
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Greywolf
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da Greywolf »

Oggi avevo iniziato a leggere il tuo racconto in pausa pranzo... poi è arrivato un corriere (guarda caso arivvano sempre quando la gente è in pausa!) che mi ha scocciato per un quarto d'ora, visto che aveva un pacco da consegnare all'altra azienda e lì con me non c'era nessuno di quelli a cui era destinato! :angry:

Insomma ho finito di leggere la storia adesso... Che dire... meravigliosa è troppo poco! :love:
Se non continui l'opera vengo a cercarti a Pavia con una squadra di picchiatori!!! 6_43




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overhill
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da overhill »

Zephiro, l'ultima cosa che ti aspettavi era una serie di minacce, vero? :asd:

Pavia? Non ci sono mai stato, si potrebbe fare... :)
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Blu
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da Blu »

overhill ha scritto:Disgraziato, mi hai commosso... :)

E' un racconto bellissimo, ben fatto e struggente. E se osi anche solo pensare di non farne altri, vengo a Bordighera (o a Pavia per studio) e te ne do fino a quando non ricominci! :)
Quoto tutto, minacce incluse XD : non ho mai visto Pavia, potrebbe essere divertente trovarci tutti lì :D (magari al "Caffè del tempo perso" :D , perché esiste, vero? Perché se così non fosse sarebbe stupendo crearlo :) )

PS: nel leggere "Giorno 1" ho dato per scontato che fosse il primo di una serie di racconti :P , sei stato gentile come con quella signora a regalarci il racconto nel giorno del tuo compleanno :D , non farci aspettare troppo per il continuo ;) :P



[Edit: mi sembra di esserci stata una volta a Pavia, ma era per lavoro, non conta XD ]




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overhill
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da overhill »

Zephiro, tra i miei progetti letterari, ce n'è uno che in questo momento è in attesa. Non ha ancora un titolo preciso, ma è già scritto a metà: il titolo provvisorio è "L'ultima indagine del commissario Polloni" ;)
Polloni, mentre va a fare un'indagine, per sollevare il morale si ferma in un caffè.
Visto che il posto è inventato, costa poco modificare i pochi riferimenti, per cui ti chiedo ufficialmente: posso usare il nome del locale che hai inventato tu?
Ovviamente ovunque sia necessario metterò il copyright al tuo lavoro.
Non posso garantirti che questo mio progetto veda la luce, ma se andasse in libreria sarebbe una bella cosa fare "pubblicità" incrociata, no? :)
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da Zephiro »

Ok, sono pronto... il bunker segreto dove nascondermi... è appena stato smantellato perchè non ho pagato l'affitto in tempo -.- cavoli..
Vorrà dire che cercherò di scrivere la seconda parte prima che le minacce diventino realtà allora hehe

@Blu: il locale purtroppo non esiste (per ora :P). E' frutto della mia immaginazione e di un pub qua a Pavia dove mi piace ogni tanto sedermi ad osservare le persone che passano e prendere nota per degli spunti creativi..
Infine la storia è stata creata sdraiato su una panchina in riva al fiume.. insomma, non ero proprio nel caffè del tempo perso fisicamente, ma la mia mente ne era lo stesso avvolta. hehe
Sarebbe bello però se un giorno trovassi un posto così, credo ci passerei mooooolto tempo :D
Comunque se volete venire a trovarmi da queste parti siete tutti i benvenuti.

@Over: certo che puoi usare il nome del caffè :oops:
Lascio fare a te se occorre segnalare copyright etc etc.. (non me ne intendo molto sulle questioni più pratiche..) ma mi farebbe molto piacere che anche Polloni possa ordinare una tazza del vecchio Tom ^^
Ti lascio carta bianca e ti ringrazio in anticipo per questa possibilità.
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da Blu »

Zephiro ha scritto:..il locale purtroppo non esiste (per ora :P)..
Allora dobbiamo assolutamente aprirlo XD (magari lo "farciamo" anche con un angolo lettura/libri :D ) .. ora fila a sdraiarti sulla panchina, 'ché aspettiamo i prossimi "giorni" :D

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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da overhill »

Questo è il topic delle minacce... :asd:

Il titolo non è "l'ultima indagine di Polloni", ma "l'ultima indagine del COMMISSARIO Polloni" ;)
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da ladycroft90 »

wow bellissimo racconto Zephiro, mentre leggevo era come se stessi vivendo veramente la storia, davvero commovente... complimenti continua così :approved:




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bashira
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da bashira »

Come ti ho detto su msn, magico e bellissimo e.. aspetto con Ansia le prossime giornate al caffè del tempo perso :D




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overhill
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da overhill »

Ho creato una cartella sul mio PC con sopra scritto "Zephiro", e ci ho copincollato il tuo racconto... ormai sei stato infettato dal virus dello scrittore! :D
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da Zephiro »

Risolti un paio di errori di digitazione sfuggiti.. (vedasi spoiler, ma grazie ancora Bash :P)
Mi raccomando, presentiamo a quella povera Ansia un paio di amiche con cui parlare, le farà bene. Guarda qua con me ci sono Pazienza e Curiosità che la salutano.

@Over: Accidenti, ma di queste strane malattie non ne parlano in televisione! Ma c'è una cura, si può fare qualcosa? o dovrò solo abituarmi e conviverci? hehe :D
Beh, non che mi dispiaccia questo virus. Anzi sono proprio contento se mi infetta un po'. Speriamo che i sintomi durino a lungo.
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Re: Il caffè del tempo perso

Messaggio da overhill »

L'unica cura possibile è un'endovenosa massiccia di "Grande Fratello", più "Isola dei Famosi". Anche la visione di Canale 5 per almeno tre ore filate fa qualcosa...

Mi sa che ti conviene conviverci... ;)
L'unico effetto collaterale veramente antipatico sono quei momenti in cui smetti di ascoltare chi ti parla perché sei stato colto dal magico tocco della divina "ispirazione".
Niente di grave, fai la figura del tonto un paio di volte... :asd:
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