[WIP] Il paradiso dei vigliacchi

La faccia nascosta delle donne.

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overhill
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[WIP] Il paradiso dei vigliacchi

Messaggio da overhill »

Urka, che titolo impegnativo!

In realtà, come ci siamo detti altrove, non è esattamente il mio titolo preferito, visto che vorrei unire a questo lavoro alcuni concetti espressi in "the dark side of the Moon", degli inarrivabili Pink Floyd.
Innanzi tutto il fatto che ogni cosa o persona ha un lato nascosto, che potrebbe nascondere meraviglie o nefandezze, a seconda delle situazioni.

Per adesso sto ancora riflettendo sui personaggi (nomi, rapporti, numero, eccetera), tranne i soliti Polloni, Conte, Rizzo, ovviamente.

Vi tengo aggiornati :)
Ultima modifica di overhill il 11 gennaio 2015, 23:40, modificato 1 volta in totale.
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Blu
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Blu »

Restiamo in attesa :D :approved:




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Walrus
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Walrus »

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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Cominciamo con qualche riflessione.

Cominciamo con i nostri poliziotti preferiti: in che modo li infiliamo in una storia che si ambienta nella provincia di Cuneo?
L'idea migliore è che l'ultima vittima sia una parente di un commissario della questura di Cuneo, che quindi non può investigare, ma che è molto amico di Polloni.

Invece il Branco mi sta dando da pensare: innanzi tutto sono indeciso se farne tre o quattro, anche se mi sembra più "semplice" solo tre. Però quattro permetterebbe di avere una maggiore quantità di "dinamiche" tra i vari elementi.
Di sicuro ci sono due o tre fratelli e almeno un cugino.
Durante la storia si scoprirà anche il motivo per cui i tre o quattro si comportano così con le donne: follia, certo, ma causata da cosa?
Ho già in mente il motivo principale, e la causa scatenante (mi vengono i brividi a pensarci!)

Intanto vi posto la prima stesura del prologo. Lo faccio in spoiler, perché è un po sanguinolento ;)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Walrus »

Wow :D

Ancora forse ha bisogno di qualche limatura (io forse allungherei ulteriormente la fuga per aumentare la tensione... me la sono immaginata come la sequenza "rivelatrice" di Strange Days di Katryn Bigelow ;)) e ho qualche perplessita sul dettaglio splatter alla fine (è possibile solo a mani nude? :mumble: Non lo so, eh, confesso la mia ignoranza al riguardo), ma senz'altro è d'impatto :D Anche la scelta di non dettagliare troppo ciò che è successo prima lascia la voglia di sapere se in seguito aggiungerai durante le indagini dei poliziotti tutti i particolari trucidi (senza esagerare però :P).




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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Eh eh, di limature ce ne sono molte da fare.
A mani nude si può, dipende dalla persona... più avanti scoprirete "chi" è il colpitore.

In effetti lo splatter l'ho messo, ma non mi soddisfa granché: troppo esplicito, sarebbe meglio farlo capire senza spiegare troppo.

Il fatto che vi stia raccontando la fine di una situazione, è perché la prossima volta che ne vedrete una la riconoscerete immediatamente, e potrete notare le differenze sostanziali ;)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Blu »

Concordo sullo splatter, si può essere terribilmente cruenti anche solo lasciando immaginare, anzi, forse può essere ancora più terrificante in chi sta cercando di immaginarsi la scena (è forse più difficile da scrivere, ma allo stesso tempo una bella sfida :) )
overhill ha scritto:Cominciamo con i nostri poliziotti preferiti: in che modo li infiliamo in una storia che si ambienta nella provincia di Cuneo?
Non so perché, ma prima di leggere il seguito molto coerente (quello sul Commissario che non può indagare perché personalmente coinvolto), mi era venuto in mente un matrimonio XD :asd:




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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Matrimonio? Uhm... :mumble:
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Greywolf »

Urka!
Un pezzo bello tirato! :shock:
Walrus ha scritto: è possibile solo a mani nude? :mumble: Non lo so, eh, confesso la mia ignoranza al riguardo
Pure io sono alquanto ignorante, ma forse è possibile (magari con l'aiuto di "cosette" come i pugni-di-ferro).
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

E' ancora online, ma su carta difficilmente lo vedrai, anche se non è detto :)
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overhill
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Bene, e anche il primo capitolo l'abbiamo messo in opera: anche qui sono arrivato alla fine facendo succedere una cosa, e non sono del tutto convinto che sia "corretto"... ma lasciando libero sfogo alla fantasia ho "visto" il film, e finiva proprio così :)

Per meglio apprezzare l'inizio, vi metto le ultime parole (nuove) del prologo ;)

...
Una speranza che non era destinata durare molto.
Da dietro ai due, invisibile dalla posizione in cui si trovava la ragazza, arrivò la voce del capo. Senza nessuna espressione, come se a parlare fosse una macchina, diede l'ultimo ordine: «Ha perso. Il gioco finisce qui».
Quello che aveva fatto maggiore fatica a inseguire la preda si prese la briga, e di certo il gusto, di eseguire l'ordine. Fece i due passi che lo separavano dalla ragazza alzando il braccio destro.
Di tutto quello che avvenne dopo, Marcella Gribaudo, 23 anni troppo spensierati per avere la minima idea di poter finire i propri giorni in questo modo, sentì solo l'occhio sinistro che senza nessun dolore cadeva in avanti, non più trattenuto dallo zigomo, un istante prima di svenire.
Fu decisamente meglio così. La tempesta di calci e pugni che le si abbatté addosso la trascinò nella morte senza altro dolore, in un pazzesco stravolgimento della parola pietà, lasciandole come ultima immagine la vista del sole che spariva dietro le montagne.

Un vecchio amico

L'alba non era certo il momento migliore per un funerale, ma il commissario Gribaudo aveva preferito così. Troppi giornalisti alle cui domande non poteva rispondere, troppi fotografi alla ricerca dell'immagine straziante del poliziotto che si asciugava una lacrima.
Troppo di tutto.
Come se non bastasse il dolore atroce di dover riconoscere il volto della propria figlia in un guazzabuglio di carne e sangue che solo un ottimista in vena di scherzi potrebbe chiamare faccia. Come se non fossero sufficienti i mille momenti in cui ci si chiede “ho sbagliato?”, “dove ho sbagliato?”, “sbaglierò ancora?”
La cripta di famiglia era piccola nella parte superiore, appena sufficiente a fare entrare il cofano funebre e i tecnici che lo avrebbero tumulato. La parte più grande era sottoterra, ma lì non sarebbe entrato nessuno, per tradizione.
Gribaudo si rivolse alla persona di fianco a lui, senza guardarlo: «Dove ho sbagliato?»
Quasi a concretizzare il dilemma, l'uomo rispose: «Hai sbagliato in qualcosa?»
«Sicuramente. Se no adesso Marcella non sarebbe lì dentro» concluse indicando con la mano la bara che proprio in quel momento stava cominciando la discesa verso la parte profonda della cripta.
«Allora, se tu hai sbagliato come padre, io ho sbagliato come padrino».
Polloni mise la mano sulla spalla del collega: «Paolo, non ho figli, ma so che non li puoi mettere sotto una campana di vetro o controllarli tutto il tempo. Devi lasciarli andare, e credo che questa sia la parte più difficile del mestiere di genitore, il momento in cui si scopre se gli insegnamenti impartiti nel corso di una vita, per quanto breve, hanno funzionato. E so che Marcella era una ragazza molto sveglia, forse fin troppo; anche se aveva solo te a fare da padre e madre insieme».
Tacque.
Non ci sono cose possibili da dire a un padre che ha appena perso la figlia, soprattutto se la morte è causata da qualcuno per cui la vita altrui non ha nessun valore. E questo lo si poteva facilmente vedere dallo stato in cui era stata ridotta la ragazza, e che Polloni, come poliziotto e amico della famiglia della vittima, aveva voluto vedere. Aveva provato per una decina di minuti a cercare di sovrapporre al volto della vittima quello che ricordava di Marcella, ma non c'era riuscito. E alla fine si era arreso, resistendo a un attacco di nausea.
Gribaudo si girò verso l'amico e lo guardò negli occhi con un'intensità che preoccupò Polloni: «Michele, questi bastardi sono pericolosi. Hanno già ammazzato tre donne. Devono essere fermati, altrimenti continueranno a uccidere. Devono essere fermati prima che uccidano altre... ragazze». Qui la voce gli si spezzò.
«Paolo...»
L'uomo alzò la mano per interromperlo, per chiedere di aspettare qualche secondo, per lasciargli riprendere fiato e per sciogliere quel nodo che gli si era formato in gola. Appena si riprese disse poche parole: «Michele, promettimi una cosa».
Preoccupato Polloni attese il seguito: «Dimmi».
«Prendili».
«Paolo, io sono...»
«Lo so, sei coinvolto, e oltre tutto sei parecchio fuori zona. Ma mi devi promettere che li prenderai tu, che farai di tutto per prenderli».
«Paolo, sai che questo posso certo promettertelo».
«Non me ne frega niente di quello che puoi o non puoi fare: tu devi prendere questi bastardi, perché devono marcire in galera per tutta la vita».
Tutta la frase venne detta in tono stranamente tranquillo, senza odio apparente, e questo, in qualche modo inspiegabile preoccupò ancora di più il commissario, che si limitò a dare un paio di pacche sulla spalla del collega e amico: «D'accordo, Paolo, te lo prometto: farò tutto il possibile e anche un po' di impossibile», terminò ricordando una battuta che si dicevano spesso quando erano decisamente più giovani.
Paolo reagì alzando un lato della bocca, di più non avrebbe potuto: «Vedi di organizzarti anche per i miracoli».
Intanto i quattro necrofori avevano terminato il loro lavoro ed erano usciti dalla cripta. Un signore distinto chiuse la porta di ferro della piccola costruzione con un grosso lucchetto poco in sintonia con il suo stile simil-gotico, ma decisamente robusto. Si girò e con pochi passi si fermò davanti a Gribaudo: «Le mie più sentite condoglianze, commissario. Eccole la chiave del lucchetto. Ora può riposare in pace».
Il commissario prese la chiave e la osservò per qualche secondo, come non riconoscendola per quello che era. Si riscosse e rispose all'uomo distinto: «Già, in pace. Grazie».
Si avvicinò alla porta della cripta.
Polloni avrebbe passato il resto della vita a chiedersi come mai i tanti segnali non fossero arrivati al suo cervello da poliziotto, come mai il suo personalissimo tarlo del dubbio non si fosse messo a fare le capriole. Forse il dolore per la perdita della figlioccia, forse era ancora sconvolto per le fotografie che aveva visto e che tanto lo avevano disturbato.
Gribaudo si fermò davanti alla cripta e chiuse gli occhi, abbassò la testa e rimase fermo per circa venti , interminabili secondi.
Lo sparo colse tutti di sorpresa, così come l'evidentissimo schizzo rossastro che scaturì dalla testa del poliziotto, alzandosi in verticale, ricadendo quasi con eleganza. Polloni iniziò a correre verso l'amico, sapendo benissimo ancora prima di partire che non poteva essere ancora vivo; impiegò un'eternità a percorrere i pochi metri che lo separavano dal corpo.
La confusione era incredibile, tutti spingevano, cercavano di aiutare, impedendo ad altri di farlo, urlando di fare silenzio, aumentando così il chiasso.
Polloni non sentiva nulla di tutto questo: aveva girato il corpo dell'amico e osservava il volto che, incredibilmente, non era stato toccato dal proiettile uscito dall'arma di ordinanza che nessuno aveva pensato di togliere al vecchio poliziotto: il piccolo pezzo di metallo era entrato nella parte superiore della gola ed era uscito più o meno al centro della cima del cranio.
Gli mise una mano sul petto e mormorò solo due parole, non rivolte solo a lui, ma anche a Marcella, e alle altre due donne uccise allo stesso modo prima di lei: «Lo prometto».
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Come vedete c'è molto meno splatter nel prologo, e anche nel suicidio del padre di Marcella; non mi piace molto la spiegazione del percorso del proiettile, la devo limare un po', ma l'impostazione rimarrà questa. :)

Dimenticavo: spero che abbiate apprezzato il primo accenno a una canzone, quel "si prese la briga e di certo il gusto..." :D
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Blu »

Davvero straziante il suicidio del padre.. come per Polloni anche noi siamo rimasti un po' "così", in fondo era intuibile da tante cose, le stesse che sicuramente ha poi pensato Polloni, eppure ha colto di sorpresa tutti.. mi spiace, ma mi piace :) , ottimo inizio :D

PS: mi piace molto anche la nuova versione del finale del prologo: sicuramente meno cruda in descrizione, ma tra quelle poche parole e la nausea che ha colto Polloni (pur essendo probabilmente più abituato di noi a queste cose), ci fanno immaginare l'immaginabile, come quelle immagini che il cervello si rifiuta di riconoscere..




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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Walrus »

Ho riletto il prologo, il primo capitolo me lo leggo con calma domani: così è molto meglio :D

Tra l'altro mi ha subito fatto pensare al prologo di Psycho di Robert Bloch, ma non per similiarità della situazione, quanto piuttosto nel modo di descrivere l'omicidio (che nel film è decisamente diverso e meno "cruento" di quello del libro). ;)

Edit: ho tirato un po' di più e ho letto il primo capitolo. Mi piace abbastanza, ma ho un dubbio, che magari verrà risolto più avanti e riguarda il fatto che i due sappiano già che Marcella è stata uccisa dalla solita gang di balordi: faccio l'avvocato del diavolo, ma un pestaggio è un pestaggio, e non so fino a che punto loro due possano parlare con certezza del fatto che sia la stessa o un'altra o magari una terza ancora. Magari più avanti fornirai una spiegazione razionale a tutto ciò, ma per ora non mi "suona" troppo intonata.

L'altra cosa sono un po' i dialoghi: intendiamoci, vanno bene... per un film americano :asd: Non so quanti, sconvolti e tutto, razionali o meno, sarebbero così "costruiti" nel dire quelle frasi. Credo che si capisca che a me piacciono molto i dialoghi "reali", quelli dove raramente si parla per citazioni o si imita Rambo o Danko... e un po' ho avuto questa sensazione leggendo il dialogo. Per inciso, cmq, il suicidio non me lo aspettavo :) Se mi viene in mente altro, posto ;)

Sì, ho colto la citazione musicale :asd:




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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Blu »

Per i dialoghi non saprei :mumble: .. sembrano "strani", ma credo che proprio l'essere così apparentemente "costruiti", e soprattutto la calma e la pacatezza del padre, siano il campanello di allarme che avremmo dovuto sentire per capire cosa sarebbe accaduto di lì a poco.. quanto alle pause e al sembrare sempre così "definitivi" (come nei film come giustamente noti tu :) ), credo dipenda dal momento.. non so se ci siate passati, ma è difficile relazionarsi in quei momenti specie fra persone molto amiche, si finisce per pensare e ripensare per minuti anche solo il "come" dire una frase, non si sa mai se valga la pena sdrammatizzare per far sfuggir un sorriso o se essere mesti e pacati come richiederebbe l'etichetta.. alla fine poi ognuno è se stesso :) , e loro dopotutto sono due Commissari XD
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