[Legio VI Victrix] 3_Knights of the round table, Part II
by Taras
Moderatori: Simone, Siphon, Pablito
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Fatto, non riesco a salire la catena perchè il fuoco mi brucia sempre... Anche se utilizzo il "trucco" del salvataggio.. Vabbè...
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- andrychris89
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Sono riuscito a passare senza spegnerla... Adesso sono nell'area col ponte, ho visto una grata che si può rompere col le pistole. Nel farlo devo fare un percorso a salti ma non riesco, cado sempre nella lava... Come fare?
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Il percorso è proprio quello che vedi, si spara alla grata e poi si prosegue saltando di piattaforma in piattaforma, magari salvando nel mezzo così da prender bene i tempi con gli sbuffi di fuoco
Quella parte (un po' complessa) serve a recuperare un segreto, non è obbligatoria per il prosieguo del gioco
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Se vuoi usarlo ti allego un save mio con lara di nuovo sul ponte dopo averandrychris89 ha scritto:Un save please?!
tirato la leva dietro a quel cancelletto .........purtroppo io non sono riuscito arecuperare
tutte le chiavi bonus, quindi vedi tu se usare il mio save
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Grazie l'ho utilizzato! Sono nel grande salone con tavolo al centro, nel ballatoio di destra ho spostato un'oggetto al fondo sulla casella bianca, ma non so che fare dopo... Ho sentito dire che "bisogna far riscaldare Lara" ma io non ho capito che devo fare!! Help me.... -.-
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[Legio VI Victrix] 3_Knights of the round table, Part II
Vabbe' mi fermo qui dove c'è questo salto millimetrico da spigolo a spigolo.
Inutile che chieda un save, tanto ho visto (usando i cheats per saltare il livello) che più avanti le cose non migliorano.
Mi viene da definire questo gioco come il virtuosismo di un intellettuale narcisista. Non solo per l'eccessiva difficoltà o per i frequenti latinismi ma anche per il gusto estetico chiassoso (vedi quei colori sguaiati in stile evidenziatore giallo, verde, rosa). Per non parlare degli enigmi assurdi senza il minimo hint.
Roba da nerd, insomma. Si merita proprio la hall of fame, anzi... il clarorum atrium.
Comunque farò anche gli altri giochi di Taras. Voglio vedere se c'è un'evoluzione. A volte nelle opere prime si tende ad esagerare e poi ci si dà una calmata. Vediamo!
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Fino a qui il percorso è stato netto, con tutti i segreti e le chiavi bonus prese, però ora mi sono rotto le bolas. Inutile che chieda un save, tanto ho visto (usando i cheats per saltare il livello) che più avanti le cose non migliorano.
Mi viene da definire questo gioco come il virtuosismo di un intellettuale narcisista. Non solo per l'eccessiva difficoltà o per i frequenti latinismi ma anche per il gusto estetico chiassoso (vedi quei colori sguaiati in stile evidenziatore giallo, verde, rosa). Per non parlare degli enigmi assurdi senza il minimo hint.
Roba da nerd, insomma. Si merita proprio la hall of fame, anzi... il clarorum atrium.
Comunque farò anche gli altri giochi di Taras. Voglio vedere se c'è un'evoluzione. A volte nelle opere prime si tende ad esagerare e poi ci si dà una calmata. Vediamo!
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Beh non tutti abbiamo gli stessi gusti, per me ad esempio i livelli di Taras sono il non plus ultra del gioco TR e considero Legio VI il più divertente che abbia creato, però ripeto non tutti apprezziamo allo stesso modo questo tipo di game....
Comunque vedrai che alla fine sarai più che soddisfatto del gioco.
P.S. La parte che stai giocando ora è la più bella e difficile del game
Platinum Reviewer (345 ) | Bronze Award 08 || Silver Award 09 |
Comunque vedrai che alla fine sarai più che soddisfatto del gioco.
P.S. La parte che stai giocando ora è la più bella e difficile del game
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[Legio VI Victrix] 3_Knights of the round table, Part II
Non credo che lo finirò. Ci sono passaggi troppo difficili, salti troppo millimetrici. Con le mie forze sono arrivato fin qui ed è già tanto. Il resto l'ho visto usando dei savegame scaricati da treditor.hu (quelli sul walkthruogh di trle.net invece sono scomparsi, chissà perché)
Chiedo scusa a Taras per averlo definito un intellettuale narcisista. Quando ho scritto quella cosa ero arrabbiato. Ora lascio passare l'AK17 e poi proverò a fare Vikings e She.
In linea di principio, però, credo che certi passaggi così difficili vadano messi eventualmente su deviazioni facoltative (ad esempio per prendere un segreto) e non sul gameplay principale. Oppure si può fare come EssGee che in un suo gioco ha rilasciato due versioni: una normale e una difficile. In questo modo tutti hanno la possibilità di arrivare in fondo.
Bronze Reviewer (20 )
Chiedo scusa a Taras per averlo definito un intellettuale narcisista. Quando ho scritto quella cosa ero arrabbiato. Ora lascio passare l'AK17 e poi proverò a fare Vikings e She.
In linea di principio, però, credo che certi passaggi così difficili vadano messi eventualmente su deviazioni facoltative (ad esempio per prendere un segreto) e non sul gameplay principale. Oppure si può fare come EssGee che in un suo gioco ha rilasciato due versioni: una normale e una difficile. In questo modo tutti hanno la possibilità di arrivare in fondo.
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[Legio VI Victrix] 3_Knights of the round table, Part II
Indipendentemente dal giudizio e dal merito (se il gioco sia valido o meno, meriti la HoF o sia bello o brutto da vedere), è interessante il parallellismo che hai fatto fra gameplay e narrazione letteraria. Per cui un gioco tanto difficile che quasi solo il designer che l'ha costruito può giocarselo e finirlo, viene paragonato all'opera di un intellettuale talmente elaborata da essere lì solo per sfoggio per proprio talento (anche dal punto di vista tecnico) tale da definire tale intellettuale come "narcisista" perché può comprendere l'opera da solo e quindi è l'unico che può usufruirne.
I parallellismi penso possano essere tanti, fra questi due generi "artistici". La narrativa sicuramente è arte, almeno dovrebbe esserlo. Mentre il videogioco deve guadagnarsi tale nomea, per quanto, dal mio punto di vista, arte lo è, eccome.
Per esempio: ci sono livelli di evasione. Livelli con un grosso background storico geografico, livelli fantasy, livelli high tech, livelli fantascientifici, livelli in cui è la sola archeologia a parlare, livelli per smanettoni, livelli facili, livelli scorrevoli, livelli difficili ma appassionanti... livelli incompiuti, mai pubblicati... sopravvalutati, realizzati a più mani, o in molti anni, saghe mastodontiche, livelli brevi e concisi ma intensi... e potrei andare avanti.
Sbaglio, o sono tutte tipologie e situazioni per cui si ritrova un corrispettivo in narrativa/letteratura?
I parallellismi penso possano essere tanti, fra questi due generi "artistici". La narrativa sicuramente è arte, almeno dovrebbe esserlo. Mentre il videogioco deve guadagnarsi tale nomea, per quanto, dal mio punto di vista, arte lo è, eccome.
Per esempio: ci sono livelli di evasione. Livelli con un grosso background storico geografico, livelli fantasy, livelli high tech, livelli fantascientifici, livelli in cui è la sola archeologia a parlare, livelli per smanettoni, livelli facili, livelli scorrevoli, livelli difficili ma appassionanti... livelli incompiuti, mai pubblicati... sopravvalutati, realizzati a più mani, o in molti anni, saghe mastodontiche, livelli brevi e concisi ma intensi... e potrei andare avanti.
Sbaglio, o sono tutte tipologie e situazioni per cui si ritrova un corrispettivo in narrativa/letteratura?
[Legio VI Victrix] 3_Knights of the round table, Part II
E' vero in letteratura, è vero in musica (pensa alla dodecafonia di Shoenberg) ed è vero in tutte le forme di comunicazione dove un autore/artista si rivolge ad un pubblico con l'intenzione di lusingarlo, celebrarlo o magari irritarlo.
Io ho un approccio semiologico all'arte. E' una forma di comunicazione. Il narcisismo dell'arte in parte c'è sempre stato ma è diventato un fatto cronico con le avanguardie dei primi del '900, per un problema essenzialmente semiologico legato all'interlocutore: gli artisti rifiutavano di avere come interlocutore una società borghese in declino.
Anch'io penso che i Custom Levels siano una forma d'arte. Capisco sempre tante cose di un autore quando gioco, e provo sempre molto affetto per come gli LD lasciano trasparire le loro vite nelle loro opere.
Il sentimento che ho provato nel giocare Legio VI Victrix è simile all'irritazione e frustrazione che può aver provato un critico d'arte della Belle Epoque di fronte a un Picasso.
Tutto sommato, se non riesco a farlo è un problema mio. Ho molta più stima per gli LD che si preoccupano solo di esprimere se stessi, piuttosto che quegli LD che cercano in ogni modo di accontentare il pubblico, animati da una smania tutta comtemporanea di avere tanti "like".
EDIT: @psiko a proposito di giochi difficili, mi piacerebbe molto provare il tuo Hypersquare ma purtroppo non ho i requisiti hardware. Ne riparleremo quando Babbo Natale si deciderà a farmi il regalo giusto.
Bronze Reviewer (20 )
Io ho un approccio semiologico all'arte. E' una forma di comunicazione. Il narcisismo dell'arte in parte c'è sempre stato ma è diventato un fatto cronico con le avanguardie dei primi del '900, per un problema essenzialmente semiologico legato all'interlocutore: gli artisti rifiutavano di avere come interlocutore una società borghese in declino.
Anch'io penso che i Custom Levels siano una forma d'arte. Capisco sempre tante cose di un autore quando gioco, e provo sempre molto affetto per come gli LD lasciano trasparire le loro vite nelle loro opere.
Il sentimento che ho provato nel giocare Legio VI Victrix è simile all'irritazione e frustrazione che può aver provato un critico d'arte della Belle Epoque di fronte a un Picasso.
Tutto sommato, se non riesco a farlo è un problema mio. Ho molta più stima per gli LD che si preoccupano solo di esprimere se stessi, piuttosto che quegli LD che cercano in ogni modo di accontentare il pubblico, animati da una smania tutta comtemporanea di avere tanti "like".
EDIT: @psiko a proposito di giochi difficili, mi piacerebbe molto provare il tuo Hypersquare ma purtroppo non ho i requisiti hardware. Ne riparleremo quando Babbo Natale si deciderà a farmi il regalo giusto.
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