Tutti possono fare cultura!

Sfogo sulla situazione culturale italiana

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Nillc
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Tutti possono fare cultura!

Messaggio da Nillc »

Ho iniziato questo topic in Arts Café, sulla falsariga di quello di Grey sulle onde elettromagnetiche... ma mi sono accorto che in realtà avevo ben poca voglia di ridere.
Poi ho deviato sul topic dello sfogo, ma anche lì mi sono reso conto che il topic è davvero troppo ampio per essere relegato a un semplice post/discussione.... così eccoci qua. Prendete il tutto come uno sfogo personale, ma anche come una discussione generale sulla triste situazione dei Beni Culturali in Italia.

Iniziamo dai due video che volevo proporvi.

[youtube][/youtube]
[youtube][/youtube]

Simpatici, vero?
Beh, a me non fanno molto ridere.... anzi, a dire il vero mi rendono davvero triste e sconsolato.
Perché quelle situazioni che vedete nel video, e che a voi possono sembrare estreme e paradossali tanto da spingervi a riderne, sono le stesse contro le quali ogni giorno, nella realtà nuda e cruda, io mi trovo a combattere.

L'Italia è uno dei paesi che potrebbe tranquillamente vivere di arte, cultura e turismo. Non esiste quasi nessun altro luogo al mondo che possieda i nostri Beni Culturali, siano essi opere d'arte, beni archeologici, archivi e biblioteche. Il nostro patrimonio culturale, da solo, potrebbe portare ricchezza e posti di lavoro in quantità.
Ovviamente, perché ciò sia possibile, andrebbe ben gestito, tutelato e valorizzato.
Ebbene, ciò in Italia non accade.

Partiamo dal problema principale: in Italia, a differenza di qualsiasi altro paese, le professionalità culturali non esistono. O almeno, esistono sulla carta, ma le loro definizioni sono talmente vaghe e aleatorie che potrebbero applicarsi a un numero eccessivamente ampio di persone... in pratica basterebbe avere un qualsiasi titolo di studio, magari corroborato da qualche anno di esperienza, per poter esercitare nell'ambito dei Beni Culturali.
Quali sono i risultati di questa situazione? Ecco a voi:
- I posti di "lavoro" nel settore culturale sono sempre di meno e sempre meno pagati, e si preferisce affidarli a volontari che stanno alla cultura come io sto alla fisica quantistica;
- Le rare volte che i posti sono pagati, si tratta di contratti part time con orari di lavoro risicatissimi;
- In uno dei rarissimi concorsi statali per la gestione (o anche in bandi di gara privati), così come alle prove per accedere alle pochissime scuole di specializzazione statali, un laureato magistrale o un dottorando sono esattamente equiparabili a un diplomato o a un triennalista;
- In questo campo vanno avanti persone che non hanno un minimo titolo ma che magari, grazie a conoscenze o a colpi di culo, hanno maturato decenni di esperienza ma senza aver dietro una buona preparazione.

"E chi se ne frega?", direte voi, "Tanto alla fine che ci vuole ad amministrare i Beni Culturali?".
E no, signori miei! Questo è uno dei pregiudizi più odiosi e perniciosi del mondo; quello che ha reso i soprintendenti straricchi e le loro case piene di beni culturali inestimabili; quello che porta al crollo delle domus pompeiane e alla chiusura dei musei nei giorni festivi o ad orari risicatissimi.
Il risultato della commistione di tutti questi punti sopra descritti è che da decenni i Beni Culturali italiani vengono infatti affidati a mani inesperte quando non dannose, a persone che pensano semplicemente a scaldare la loro sedia "tanto poi vengono pagate lo stesso". E intanto il Bene da loro gestito va in malora.

Sì, perché un altro pregiudizio dannoso è quello che amministrare un Bene Culturale sia semplicemente "tenerlo aperto" e sbigliettare.
Magari fosse solo questo: un buon perito culturale, con una solida base di accademia dietro, sa benissimo che quella è solo una delle mansioni che un Bene Culturale richiede. Il Bene Culturale deve essere manutenuto costantemente, senza disattenzioni; laddove necessario va recuperato e risarcito, e non sulla base della propria sensibilità artistico-culturale, ma su quella di una base storico-scientifica inattaccabile; inoltre, se lasciato a se stesso, il Bene non ha certo la capacità di attrarre gente, quindi va valorizzato... e anche in questo caso non ci si può basare solo sulla propria sensibilità, ma ci dev'essere anche un'indagine sociale sui gusti e sulle preferenze del pubblico.
E si potrebbe andare avanti all'infinito.

Va da sé che la gestione della Cultura sia una Scienza, e come tale non accessibile a tutti. I periti culturali basano la loro professionalità sulle loro inclinazioni, questo è ovvio... ma le corroborano con studio, sacrifici e sì, laddove possibile, esperienza.
Ma a questo punto a che cosa vale, se in Italia per i pregiudizi di cui sopra noi non siamo praticamente nulla?
Tutto ciò che vedo sono bibliotecari totalmente inadatti, pensionati che gestiscono musei e si addormentano sulle sedie, restauratori che lavano le pergamene con la varichina e ridipingono affreschi coi pennarelli a spirito.

Qualcuno di voi dirà, sulla base dei soliti pregiudizi italioti, "Di che ti lamenti? Ci pensavi prima e sceglievi giurisprudenza, medicina, economia" o qualsiasi altra facoltà che ti consentiva migliori sbocchi.
E io rispondo, sulla base di quanto ho detto poc'anzi, che io almeno ho avuto (e continuo ad avere) il coraggio di partire da me stesso e l'umiltà di ammettere che, facendo i conticini sulle mani e svenendo alla vista del sangue, ho scelto la strada più giusta per me.

Poi però quando tutti i Codici medievali non saranno più fruibili, quando Pompei sarà nuovamente crollata e quando vedrete il Colosseo pieno di slogan pubblicitari, non venite a piangere da me.




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Greywolf
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Re: Tutti possono fare cultura!

Messaggio da Greywolf »

Sono sempre stata dell'idea che la cultura dovesse essere "democratica", nel senso che chiunque dovesse avere il diritto di accedervi. Ma purtroppo l'idea di una cultura democratica è stata fraintesa con un "chiunque ha diritto di fare cultura, anche senza meriti e competenze", idea che, ahimé, è stata abbracciata dalla nostra classe dirigente e dalla politica passata e recente (che altro non è se non la riproposizione di vecchi stereotipi e di idee ammuffite con su una mano di bianco).
In una foga di modernizzazione di questo paese (che ne avrebbe davvero bisogno!) si è pensato di semplificare la burocrazia (altra cosa che sarebbe necessaria) semplicemente "asfaltando" (è proprio il caso di dirlo!) le soprintendenze (ma moltipilicando come per magia i sottosegretari, perché il clientelismo è ciò che alimenta i gruppi di potere, partiti politici e non).

Vorrei raccontare una vicenda che risale ad alcuni anni fa, di questa perversa interazione tra potere e pseudo-cultura.
Se andate su Wikipedia alla voce "Battaglia di Anghiari (Leonardo)" leggerete queste parole:
"A causa dell'inadeguatezza della tecnica il dipinto subì dei danni e non si sa se i suoi resti fossero lasciati in loco, incompiuti e mutili; circa sessant'anni dopo la decorazione del salone venne rifatta da Giorgio Vasari; non si sa se all'epoca fossero ancora presenti i frammenti leonardiani e se l'architetto aretino li abbia distrutti. Alcuni sostengono che li abbia nascosti sotto un nuovo intonaco o una nuova parete: ricerche e 'saggi' finora condotti non hanno sciolto il mistero."

Cosa è successo? All'inizio del '500 Leonardo Da Vinci viene convocato a Firenze per decorare quello che oggi conosciamo come "Salone dei Cinquecento" a Palazzo Vecchio. Leonardo decide di non fare un affresco, bensì di utilizzare una tecnica diversa e sperimentale: l'encausto (credo perché questa tecnica gli avrebbe consentito di ottenere, alla fine, colori molto più brillanti). L'esperimento di Leonardo, però, non ha successo, il colore cola lungo tutta la parete e si affievolisce o si perde.
Anni dopo viene chiamato Giorgio Vasari a ridecorare la sala con nuovi affreschi, che ancora oggi possiamo ammirare se andiamo a Palazzo Vecchio.
E il dipinto di Leonardo? Non ce n'è più traccia. Quando Vasari interviene doveva essere praticamente scomparso o del tutto irriconoscibile. Ma qualcuno inizia a sostenere che in realtà l'opera di Leonardo ci sia ancora e sia dietro agli affreschi di Vasari. Lo si capisce chiaramente osservando attentamente le pitture, dove compaiono bandiere che recano l'iscrizione "CERCA TROVA".

Immagine

Chiunque abbia letto "Il codice Da Vinci" (nella mentalità comune è il testo più vasto, documentato, esuriente e veritiero su Leonardo! :( ) sa che questo è un "indizio" che dice chiaramente che dietro a Vasari è nascosto Leonardo!
In realtà che qualcosa del dipinto di Leonardo fosse sopravvissuto è estremamente improbabile: Vasari non era certo un Salieri invidioso di Leonardo come questi (nel film di Forman) era invidioso di Mozart, anzi aveva una vera e propria venerazione per il suo predecessore e possedeva le tecniche per staccare e conservare gli affreschi per impedirne il degrado. Se ha ricoperto quella parete di Palazzo Vecchio evidentemente di Leonardo non era rimasto più nulla.
Inoltre la frase "CERCA TROVA" è da ricondurre a un fatto storico ampiamente documentato: gli affreschi di Vasari raffigurano episodi di battaglia in cui Cosimo I de' Medici era uscito vittorioso, affermando così il proprio potere. I fuoriusciti fiorentini che a lui si erano ribellati e sostenevano la Repubblica avevano sulle loro bandiere un verso dantesco:
"Libertà va cercando, ch'è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta"
Quando Cosimo I li sconfigge fa portare le bandiere proprio a Palazzo Vecchio e le espone e ordina che vi sia scritto una frase sarcastica per gli sconfitti: "Hai cercato la libertà, hai trovato la sconfitta".
Quindi non si tratta di una caccia al tesoro, come potrebbe sembrare a chi ignora radicalmente cosa sono la storia e la storia dell'arte e vede gli astronauti e le navi spaziali a Palenque interpretando con occhi moderni opere che appartengono ad altri tempi e culture.
Questo è quanto fa notare l'Opificio delle pietre dure (l'istituto di Firenze, che si occupa di restauro e di conservazione delle opere d'arte), nella persona di Cecilia Frosinini, responsabile del restauro delle opere murarie. Quindi andare a "scavare" sotto gli affreschi di Vasari sarebbe solo un danno gratuito per queste opere.
Ma l'allora sindaco "dalla dentatura casual" (indovinate un po' chi era) decide altrimenti e l'indagine sponsorizzata dal National Geographic viene affidata ad altri (praticamente "asfalta" chi si oppone, mi si perdoni la ripetizione) e quindi si procede con il campionamento:

Immagine

Immagine

(Sarei tentata di mettere queste immagini in spoiler per preservare le persone troppo sensibili e i bambini).

Viene prelevato un minuscolo campione, si dice di pigmento nero (ma sarà così? La quantità è davvero esigua dicono i tecnici esperti di questo lavoro), che subito viene presentata come "di Leonardo"! Peccato che il pittore non avesse nessun copyright sui colori che utilizzava, che probabilmente erano gli stessi utilizzati dai suoi contemporanei e di certo non servirebbero a nulla, di fronte ad un'opera di dubbia origine, per attribuirla a Leonardo o a Teomondo Scrofalo (per chi ricorda chi è :asd: ). Il presunto pigmento (sempre che di pigmento si tratti) viene subito portato a un laboratorio specializzato per effettuarne le analisi chimiche. All'Opificio delle pietre dure? A un laboratorio universitario? Assolutamente no. A un laboratorio di Pontedera che realizza vernici per la Piaggio. Che conferma che il pigmento è compatibile con quelli di Leonardo e quindi la notizia che passa sui giornali e nel mondo intero è: "Il Leonardo perduto dietro la pittura di Vasari" (sic! :cry: ).
Ma non sarebbe necessario fare indagini più approfondite? Impossibile. Il campione è esaurito. Quindi resta solo il dogma (perché non si tratta di un'affermazione scientifica, non avendone le basi, bensì il comandamento quasi religioso e blasfemo, per chi conosce l'arte :( ).
Ora il mondo intero SA che a Firenze è stata ritrovata la "Battaglia di Anghiari", ma questa notizia è una bufala (molto ben confenzionata) e non si è trattato di una ricerca storica e su basi scientifiche, ma di una caccia al tesoro, sponsorizzata dal National Geografic e lanciata da Once Events, società che organizza eventi (sfilate di moda, convegni, tours) a Firenze e dintorni. In altre parole si è trattato di una mera operazione di marketing.

Ora, io ritengo (e questa comunque è solo una mia personale opinione) che sia giusto saper fare del buon marketing per promuovere tutto ciò che di buono c'è in Italia, in particolare l'arte e la cultura. Ma QUESTO NON E' MARKETING DELLA CULTURA, BENSI' DEL POTERE. (La frase non è mia, ma del professor Tommaso Montanari).

Temo che il povero Umberto Eco, recentemente scomparso, si stia rigirando nella tomba come un girmi (a proposito, sapevate che era Membro Onorario del Cicap? Temo che non l'abbia detto quasi nessuno. Per la cronaca a me non è mai capitato di incontrarlo, nel caso voleste saperlo).




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Nillc
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Re: Tutti possono fare cultura!

Messaggio da Nillc »

Grey ti strasuperquoto e ti ringrazio per gli aggiornamenti sulla Battaglia di Anghiari, ero rimasto (volutamente o meno) indietro...

Hai detto una cosa molto giusta, a mio parere: la Cultura DEVE essere aperta a tutti. La Cultura, quella con la C maiuscola, ha dietro la Scienza, ossia millenni di conoscenza ed evoluzione umana, e ha molto più a che fare con ciò che l'uomo E' rispetto a ciò che l'uomo FA; di conseguenza, se l'uomo ne viene nutrito, può solo averne del bene, primo tra tutti quello di vedere il mondo senza le pastoie a cui ormai siamo, più che abituati, assuefatti.

Però, attenzione: un conto è ACCEDERE alla cultura, ossia sfogliare libri, visitare musei, aggiornarsi ecc.; un conto è GESTIRE la cultura.
Che ha a più a che fare con matematica, diritto, sociologia, economia e diagnostica che con altro.

In poche parole: è ovvio che a tutti va garantito l'accesso e la fruizione agli ospedali....
... Ma voi fareste fare i chirurghi a dei volontari?




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overhill
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Re: Tutti possono fare cultura!

Messaggio da overhill »

Mi verrebbe da dire che la "cultura non nutre", tranne qualche rara eccezione: in periodo di crisi, i soldi devono essere usati per cose "pratiche", non per la cultura.

Io seguo da tempo un concetto che mi piace, e che è esattamente applicabile alla cultura: "Se qualcuno oggi si siede all'ombra di un albero, è perché qualcuno l'ha piantato" :)
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