Naruto ha scritto:dove voglio arrivare?
Il mio sogno è sempre stato quello di lavorare con qualcosa di "artistico", "fantasioso".
Infatti volevo (e voglio) andare all'artistico.
Vorrei lavorare nel campo della pubblicità (crearle,sistemare la grafica, pensarle ecc...)
e da quanto mi risulta la scuola più adatta è l'artistico per l'appunto.
Ah!
...e parte lo sghignazzo!
Scherzi a parte, Naruto, di questa cosa te ne posso parlare io che nel campo della comunicazione ci lavoro.
Partiamo da un punto che ho sentito nominare anche da antoxx: leggere fumetti, manga, guardare anime e film in grafica 3d è bello, molto divertente e sicuramente dà un paio di informazioni al riguardo. Ma la grafica pubblicitaria (o il media entertainment, il web developing, ll'illustrazione per lo storyboarding, la modellazione 3d per il video) sono cose che partono dal presupposto che ci sia dietro una passione VERA per queste cose. Faccio un esempio stupido: al momento sto lavorando su un progetto di svariate decine di milioni di euro (non posso dire qual'é). La parte che mi compete è quella di realizzare un piccolo applicativo flash, realizzare 3 video in grafica 3d, e qualche mese fa ho fatto circa 6 ore di riprese video con camera steady. Fin qui tutto bene, salvo che da quel momento ho dovuto rifare tutte queste cose la bellezza di 3 volte, con continui viaggi a Roma, rifacimenti improvvisi nella speranza che fossero approvati e almeno una decina di storyboard. Risultati: ore su ore in macchina, notti in ufficio, incazzature bestiali, pacchetti di sigarette fumati uno via l'altro, vita sessuale azzerata (:asd:) e altre amenità. Eppure, nonostante questo, ancora non mi decido a mandare tutto a quel paese e a cercarmi un lavoro come impiegato di banca che fa le sue canoniche 8 ore lavorative e alle 17 e 30 è a casa a guardare la tv. Questo perché se non fossi spinto dalla passione, non ci rimarrei in ufficio fino alle 23 di sera al freddo.
Il discorso sul settore video/fumettistico va bene fino ad un certo punto: anch'io sono sempre stato un grandissimo appassionato di fumetti, di cinema e di cartoni animati, ho collezioni di fumetti per migliaia di euro, videoteca sterminata e quant'altro, ma questo è un fattore, nella pubblicità, decisamente secondario: lavorando su commissione non puoi permetterti spesso di "sgarrare" dalle linee guida che ti vengono fornite dal cliente. Questa è una cosa che si impara subito, e che ti evita casini immensi alla consegna del prodotto finale. Per questo motivo si fanno decine di storyboard per l'approvazione, proprio per evitare di sentirsi dire "Eh, ma non è quello che ho chiesto" a lavoro completato. Generalmente, inoltre, le riunioni creative si risolvono in massacranti tour de force di 6 ore continuate (senza neanche andare a pisciare - scusate il termine) in cui la tua idea iniziale buttata lì magari anche per scherzo viene assaltata, sfondata, rigirata, distrutta e rifatta da 0. Non crediate che sia bello, eh
Il campo della produzione grafica/entertainment in generale è molto simile a quello del settore tecnico per la musica: non sono persone che lavorano perché sono ben pagate (non lo sono), ma fanno orari impossibili e lavori massacranti per il semplice fatto di poter incontrare qualcuno famoso o semplicemente per la passione che li spinge.
Se il comparto tecnico di un concerto non richiede abilità esageratissime (ma dipende anche da CHI è l'artista), il settore grafico/informatico è un casino: la maggior parte delle aziende richiede persone versatili, capaci di passare con
nonchalance dalla grafica 2d e l'impaginazione su Illustrator e Photoshop a quella 3d su Max o Maya, passando per la programmazione di codice flash, html o php, e tutto questo conoscendo sia Windows che Mac. Certo, tanto dipende dal tipo di azienda e il settore che occupa, ma non è sempre detto che lavorare per un'azienda grossa sia meglio che lavorare per una piccola: spesso sono solo casini in più.
Passando alla parte strettamente più educativa, faccio una premessa: io ho fatto il liceo classico, e poi ho preso la laurea in lingue e letterature straniere. Un percorso educativo che col mio lavoro non c'entra un accidente di niente, come si può vedere.
Il mio percorso per arrivare a fare quello che faccio oggi è, stranamente, cominciato con il Level Editor: fino a poco prima usavo il pc solo per giocherellare, ma da quando giocai Super Mario 2 sul NES il mio desiderio era fare videogames. Iniziando con il LE, ho espanso la mia voglia di saperne di più sul 3d a 3d studio Max, Maya, Lightwave, e a seguire Photoshop, FreeHand (l"'antenato" di Illustrator) e da qualche anno (grazie anche ad Asp) Flash e Dreamweaver.
Salvo pochissime persone che ho incontrato per lavoro e che avevano frequentato istituti specifici, la maggior parte è gente che messa davanti a 3d studio sa fare appena quattro cubi in croce. In un paese come l'Italia che NON si muove sulla base della meritocrazia (ho dei colleghi che non fanno un accidente e se ne vanno alle 18 e 01 pur prendendo fior di stipendio) non è raro incappare in persone inutili a cui devi salvare il culo all'ultimo momento per la loro dabbenaggine.
In sostanza, quindi, è un lavoro che dà molte gratificazioni (i lavori che ho fatto per Nivea, Perugina e altri ne sono un esempio), ma richiede molto sacrificio, molto lavoro, molto studio e deve essere basato su una passione viscerale. Se il mio obiettivo è fare videogames professionalmente, perseguo un obiettivo molto difficile. Grafici pubblicitari, beh, ne chiedono, ma si rischia di rimanere intrappolati in una miriade di contratti a progetto, o peggio, come freelance, con il rischio di lavorare 3 mesi e 9 no. Fatevi un esame di coscienza, il campo è quasi saturo. C'é il vantaggio che chi va avanti sono solo i più capaci, gli idioti non sono ammessi, e li "bruciano" subito.
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