Terzo appuntamento con la Dogana per questa e...state con Aspidetr.com 2016
Da oggi potete convalidare la vostra partecipazione votando nel form sottostante, naturalmente solo dopo aver concluso il livello e postato le statistiche di gioco nel topic dedicato (recensione sul sito facoltativa)
In questo topic la valutazione del livello sarà data in termini "vacanzieri" esprimendo il vostro parere basandovi sui particolari parametri di valutazione :
Piacevolezza della permanenza: com'era il clima? Il luogo era accogliente? (1 = un clima e un posto orribili; 10 = clima e accoglienza perfetta)
Divertimento durante l'esplorazione: com'era il gameplay del livello? E' stato divertente da giocare? (1 = gameplay brutto, ingiocabile; 10 = assolutamente perfetto)
Bellezza del Panorama: panorami indimenticabili o scorci di paesaggio del tutto trascurabili? (1 = ma che orrore di paesaggio!; 10 = paesaggi meravigliosi )
Relax: è stato rilassante giocare questo livello oppure è stata un'avventura stressante? (1 = mamma che stress!!!; 10 = che avventura rilassantissima!!!)
Avventura: quanto è stata avventurosa questa parte del viaggio? E' stato tutto 'azione da cardiopalma' o una tranquilla passeggiata? (1 = avventura? Che cos'è? ; 10 = avventura pura, bellissimo!)
Potete esprimere il vostro parere nella tabella che segue
{SCHEDA}
Non dimenticate di lasciare un vostro commento "vacanziero" a quest'avventura (15RP) in questo topic
Infine, vi ricordiamo che, se avete scattato delle fotografie
e volete partecipare ai contests fotografici dedicati a questo livello legati alle categorie "foto panoramica", "foto di Lara", "foto divertenti" e "miglior album" li potete inviare a summer@aspidetr.com (o per PM agli admin)
NB: spesso è capitato che si confondesse il gioco della dogana con le recensioni, con Level Designers delusi per i commenti o giocatori che non capivano il senso delle votazioni rispetto i parametri classici da recensione, per cui ricordiamo ancora una volta che le opinioni della dogana non sono legate alla costruzione del livello, ci sono livelli eccelsi che ottengono voti bassi per il clima o l'accoglienza in hotel , insomma, basta leggere per capire
PS: il bollino della tappa acquisita (fiamma del falò) e la sua "toffoletta" (ex secondo timbro per chi finisce in tempo) saranno online nell'ASPTab da giovedì
.. Tutto ebbe inizio con la telefonata di un funzionario dell'MI5 nella quale chiedevano il mio intervento per la distruzione di un solvente chimico tossico molto pericoloso.
Un elicottero mi porto' sul tetto di un vagone di un treno che che era diretto a Nuuk su un piccolo tratto ferroviaro che Charles Jenkins aveva fatto ricostruire per i suoi scopi.
Nonostante fosse l'ultimo periodo d'inverno, faceva freddo e il vento catabatico sferzava la faccia appena si saliva sul tetto del vagone.
Con mia grande sorpresa mi accolsero dei Ninja, credo assoldati dalla mafia russa, per proteggere il prezioso carico. Grazie al loro innato senso dell'onore non mi attaccarono in gruppo e riuscii a sconfiggerli uno ad uno.
Recuperai delle armi e in specifico un revolver. Il treno intanto avanzava in una landa innevata e in lontananza apparve pure una bellissima aurora boreale. Non ci fu il tempo di ammirarla in santa pace...un ninja mi attacco' ed ingaggiammo una lotta io a colpi di magnum lui con affilate Katane. Non avevo voglia di procurarmi delle ferite letali per cui ..usai un paio di colpi precisi di revolver.
A quel punto vidi un vagone che conteneva dei barili. Scesi ed entrai
I fusti contenevano il solvente letale. Dietro di me notai un sistema di allarme termosensibile e pensai di escogitare un altro modo per sbarazzarmi dei fusti.
Risalii sul vagone e inserii il mirino, presi la mira e in un attimo parte del vagone esplose. Avevo raggiunto lo scopo. Sul pavimento del carro semi distrutto vidi un piede di porco. Era quello che mi serviva per accedere al tender della locomotiva.
Tornai indietro e sabotai il pannello di controllo della locomotiva automatizzata per accellerare la sua velocita' e farla deragliare in curva. Chiesi l'intervento immediato dell'elicottero che nel frattempo mi stava seguendo a distanza.
Ero riuscito a sconfiggere l'organizzazione malavitosa anche su terreno ghiacciato Rientrato in patria pensai che mi ci voleva il bel caminetto di casa Croft e un meritato riposo .
Siete di nuovo qui attorno al fuoco?
Bene, ma questa volta avvicinatevi, perché sarà un racconto... gelido!
Ero arrivata in Groenlandia, convocata dall'MI5. Loro mi chiamano solo quando hanno bisogno di me (mai neppure gli auguri a Natale), ma va bene così. Il mio contatto, il professor Aldred, mi ragguagliò su quanto era successo, di cui fino a quel momento ero quasi del tutto all'oscuro. Da un laboratorio britannico situato in quei gelidi territori era stata rubata una ingente quantità di prodotti chimici: esplosivi ancora grezzi, ma che opportunamente processati sarrebero potuti diventare armi di distruzione di massa e un solvente tossico. (continua in spoiler)
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L'operazione era stata organizzata in grande stile: durante la notte i ladri si erano introdotti nei magazzini del laboratorio e avevano caricato l'esplosivo su un camion e il solvente in un'autocisterna, per poi dileguarsi nell'oscurità. L'unica telecamera di sorveglianza i cui filmati non erano stati eliminati aveva rivelato che a capo dell'operazione c'era un certo Charles Jenkins, che lavorava proprio come agente di sicurezza in quel posto (quindi aveva i pass e sapeva quando e come poter accedere ai magazzini che contenevano i prodotti chimici), ma che in realtà era un infiltrato sotto copertura della mafia russa, forse con dei contatti nell'esercito russo, però qui le informazioni dell'MI5 si facevano vaghe. E, se sei un servizio segreto, le informazioni sono la tua materia prima e non puoi certo permetterti notizie vaghe! Nè falle che permettano a un infiltrato di penetrare nei laboratori segreti che dovresti proteggere!
Di certo si sapeva che i prodotti chimici rubati erano giunti in un grande capannone, dove era nascosto un treno rubato qualche mese prima e scomparso nel nulla: il treno avrebbe trasportato il materiale sottratto dal laboratorio fino alla costa dove era in arrivo una nave che lo avrebbe portato chissà dove. O almeno così ritenevano nell'MI5, dato che nessuno si era preso la briga di controllare se la supposizione era corretta, per mancanza di tempo e per non svelare al nemico di essere a conoscenza dei suoi piani. Un sistema di pensiero contorto che solo chi lavora nei servizi segreti può sviluppare. A me, in realtà, pareva che le falle nel sistema dell'intelligence a questo punto fossero quasi delle voragini.
Adesso entravo in gioco io: non era più possibile recuperare la refurtiva se non ricorrendo a un'azione di forza con ingenti uomini e mezzi. Ma così l'evento sarebbe stato spiattellato in prima pagina in ogni angolo del globo e le falle, le sviste e gli errori dei servizi segreti sarebbero state evidentissime a ogni abitante del pianeta. Era meglio tenere un basso profilo: dovevo solo fare in modo che esplosivi e solvente non arrivassero a destinazione, in qualunque modo avessi voluto. Avevo carta bianca. Il treno sarebbe stato tenuto d'occhio dall'alto (con caccia e aerei stealth) e, una volta terminato il mio compito, sarei dovuta salire sul tetto del primo vagone dove mi avrebbero recuperata.
Come dire "un gioco da ragazzi", pensavo mentre mi avviavo sulla neve verso il capannone in cui (forse) era parcheggiato il treno e cercavo un modo di entrare senza far scattare gli allarmi e, nello stesso tempo, di salire sul convoglio al più presto perché nessuno sapeva quando il treno sarebbe partito, forse di lì a qualche minuto o forse l'indomani (non c'è due senza tre! Le informazioni mancanti a chi sulle informazioni fa il proprio lavoro stavano diventando una montagna!).
La fortuna questa volta, però, venne in mio aiuto: nella recinzione esterna trovai un passaggio e da lì, complice l'oscurità che stava scendendo, riuscii a entrare nel capannone e a nascondermi tra le casse di uno dei vagoni.
Dopo alcune ore il treno si avviò.
Non potevo certo tergiversare: dovevo muovermi, trovare dov'era stoccato il materiale rubato e farmi venire qualche idea su come impedire che giungesse a destinazione cercando di arrivare viva e intera al rendez-vous; ma non ero sola: appena mi affacciai oltre le casse dietro cui mi ero nascosta notai una figura di guardia. Era un ninja. Che cavolo ci faceva un ninja in Groenlandia e per di più al lavoro per la mafia russa? Mi venne in mente quando, negli anni '90 e all'inizio degli anni 2000, si pensava che la yakuza si sarebbe presa la sua bella fetta di mercato globale dell'illegalità contendendolo alle altre associazioni criminali; ma poi, con il tempo, si è visto che è rimasta tutto sommato contenuta nel Paese del Sol Levante, mentre altri attori si spartivano quel mercato globale. Tra questi la mafia russa, che, dopo il crollo del Muro di Berlino e del comunismo, aveva avuto una crescita esponenziale. Forse i ninja erano ex sicari della yakuza che, complice la crisi, non avevano troppa attività in patria e avevano preferito offrire la loro "professionalità" al miglior offerente sul mercato, in questo caso i russi.
Però non potevo certo chiederglielo, perché non avevano affatto voglia di fare quattro chiacchiere con me e se proprio dovevano far esprimere qualcuno, facevano parlare le loro armi.
Erano dappertutto: anche quando provavo a salire sul tetto dei vagoni per muovermi più agevolmente senza fare brutti incontri ce n'era sempre qualcuno che si arrampicava su. Probabilmente sentivano il rumore dei miei passi, ma non so come facessero, visto il rumoroso sferragliare di quel convoglio.
Dopo aver scaraventato giù dal treno un po' di gente, però, iniziai ad avere un quadro più chiaro della situazione. Per prima cosa trovai un vagone cisterna pieno di solvente liquido tossico e probabilmente corrosivo (ma non era assolutamente il caso che mi tuffassi per verificarlo, se non altro per il gelo polare!) e, nel vagone seguente, un vecchio computer a valvole. Come sapevo che quel computer funzionava a valvole e non con i microchip come quelli moderni? Semplice: da solo teneva quasi un'intera carrozza e, se in quello spazio fossero stati sistemati tutti i microchip che ci si potevano alloggiare, avrei avuto davanti una macchina che in potenza di calcolo avrebbe stracciato tutti i computer della NASA messi insieme! Invece quel cassone doveva solo controllare la cisterna e le sue valvole di scarico. Lo appresi non appena lessi un post-it in cui Jenkins avvertiva un suo collega che la leva per avviare il computer era rotta e, se non trovavano qualcosa per sostituirla, non avrebbero potuto scaricare la cisterna con il liquido tossico.
Un'idea iniziò a farsi strada nella mia mente, ma nel frattempo anche io dovevo farmi strada per trovare dov'era l'esplosivo. Me lo rivelò un altro messaggio di Jenkins, che si rivolgeva a qualche suo superiore dicendo che l'impianto d'irrigazione a pioggia era stato installato e si sarebbe avviato in caso di incendio, inoltre le porte del vagone si sarebbero chiuse automaticamente per contenere le fiamme. Comunque, dato che gli esplosivi non lavorati erano altamente infiammabili, erano stati sistemati in un vagone isolato dal resto del treno (e, in conclusione, l'autore del messaggio si firmava "Ufficiale Jenkins": forse era stato nell'esercito russo o sovietico e dunque poteva avere ancora contatti con esso, come pensavano le teste d'uovo dell'MI5!).
Grazie, Mr Jenkins (o qualunque fosse il tuo vero nome)! Ora sapevo dove andare e cosa fare, almeno per la prima fase della mia missione!
Mi diressi in fondo al treno (abbattendo alcuni ninja durante il percorso), perché l'unico posto isolato in un treno può essere solo l'ultimo vagone. Qui infatti trovai gli esplosivi e appiccai il fuoco per poi balzare come un gatto sul vagone precedente un istante prima che le porte si richiudessero completamente.
Gli esplosivi non erano stati ancora processati, ma il botto fu comunque notevole: la notte polare fu illuminata da un violento bagliore giallo. La metà posteriore del vagone non esisteva più (e con essa era sparita pure la firma che un graffitaro aveva lasciato sul lato posteriore dell'ultima carrozza. Peccato!) e le ultime tracce di esplosivo rimasto sul pavimento della carrozza continuavano a consumarsi tra le fiamme. Se non altro le paratoie che Jenkins aveva fatto installare avevano svolto magnificamente il loro lavoro: erano ancora ermeticamente chiuse e, per controllare gli esiti dell'esplosione, dovetti passare sul tetto del vagone (almeno la parte che era rimasta).
Tra i ruderi, poi, notai un'altra cosa che mi sarebbe stata molto utile per portare a termine la mia missione: un piede di porco che avrei potuto usare al posto della leva rotta e, dopo averlo agguantato, me ne tornai alla sala controllo (affrontando un notevole assembramento di ninja che, se sentivano i miei passi sul tetto dei vagoni tra il rumore assordante del treno, dovevano essere stati ben allertati dallo spettacolo pirotecnico che avevo organizzato or ora!).
Avviai il computer (per fortuna le valvole non si erano raffreddate, nonostante il gelo!) e svuotai il vagone cisterna da tutto il solvente liquido tossico (che credo abbia causato qualche chilometro di disastro ecologico sul suolo gelato della Groenlandia), quindi, dopo essermi sbarazzata degli ultimi irriducibili ninja, mi arrampicai sul tetto del primo vagone dove un elicottero mi prelevò per portarmi via, mentre il treno continuava a correre tra la neve e le rocce spoglie.
E Jenkins? Era forse a dirigere il treno sulla locomotiva? Ho il sospetto che quella procedesse con il controllo remoto e che Jenkins si fosse dileguato già da tempo per non essere arrestato dai servizi segreti britannici o, peggio, per non dover spiegare ai suoi capi il fallimento di quella operazione così vasta e complessa.
Lo avrei mai incontrato?
Chissà.
E ci sono un sacco di canzoni su treni e locomotive...
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Eh, Keith ci mancherai...
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E non potevo dimenticare un piccolo treno che con il suo fischio è entrato nei classici ("frigge" un po', ma è solo qualche segno dell'età):
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Va bene. E ora devo mettere anche qualcosa di italiano. Non è "Binario triste e solitario/tristi parallele della vita./Per me è finita" (Claudio Villa), nè "... Il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va" (Adriano Celentano su parole di Paolo Conte), bensì...
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E anni dopo un'altro cantautore emiliano ha parlato di treni o, meglio, di un viaggio in treno in prima classe come metafora dei nostri giorni:
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Io ho esaurito le idee, se qualcuno ne ha altre (perché le canzoni sui treni sono davvero tante!) non ha che da aggiungerle!
Infine, se proprio vi va di guardare anche un film...
► Mostra testo
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La vicenda del treno forse è stata un po' adattata per farne un film, ma è vera. In Italia fu la trasmissione di Radio 2 "Caterpillar" a riferire la notizia (e a far riferimenti a "La locomotiva" di Guccini, cui la vicenda pareva ispirarsi per qualche scherzo della sorte).
Be un treno come vacanza direi che lo userei solo come mezzo di trasporto quindi di sicuro non vorrei esserci sopratutto se poi è pieno di ninja armati e vagoni esplosivi
Il panorama...è un treno tra l'altro non lussuoso, un po' di divertimento e un'avventura tutto sommato carina
Roberto web ha scritto:.. Tutto ebbe inizio con la telefonata di un funzionario dell'MI5 nella quale chiedevano il mio intervento per la distruzione di un solvente chimico tossico molto pericoloso.
Bel racconto, non c'è che dire!
Mi sa che pure tu dovresti provare a scrivere qualcosa.
Roberto web ha scritto:.. Tutto ebbe inizio con la telefonata di un funzionario dell'MI5 nella quale chiedevano il mio intervento per la distruzione di un solvente chimico tossico molto pericoloso.
Bel racconto, non c'è che dire!
Mi sa che pure tu dovresti provare a scrivere qualcosa.
In effetti da qualche anno sto scrivendo insieme ad altri esperti di varie scienze,fantasy,fumettistica, grafica, face off, film e serie televisive, una saga fantascientifica che data la sua complessità e la contemporanea altra nostra attività professionale,richiederà ancora tempo per essere sviluppata nei suoi capitoli. Per ora abbiamo impostato la struttura e stiamo completando le situazioni temporali e lo sviluppo specifico delle varie civilta' presenti. Non si può tralasciare nulla,neanche il più piccolo particolare,tutto deve incastrarsi perfettamente nell'enorme mosaico della saga.
Spero di farcela in questa mia esistenza terrena. Altrimenti ci penseranno gli eredi a completarla (vedi il caso di J.R.R Tolkien ) Ahah scherzo.
Oggi con le nuove tecnologie informatiche si possono ipotizzare forme di narrazione del tutto diverse da quelle finora adottate .
Pensiamo di poter uscire prima su internet e successivamente pensare ad un libro o ad episodi filmati.
Anche se il buon vecchio libro ha ancora il suo fascino .
Roberto web ha scritto:
In effetti da qualche anno sto scrivendo insieme ad altri esperti di varie scienze,fantasy,fumettistica, grafica, face off, film e serie televisive, una saga fantascientifica che data la sua complessità e la contemporanea altra nostra attività professionale,richiederà ancora tempo per essere sviluppata nei suoi capitoli. Per ora abbiamo impostato la struttura e stiamo completando le situazioni temporali e lo sviluppo specifico delle varie civilta' presenti. Non si può tralasciare nulla,neanche il più piccolo particolare,tutto deve incastrarsi perfettamente nell'enorme mosaico della saga.
Spero di farcela in questa mia esistenza terrena. Altrimenti ci penseranno gli eredi a completarla (vedi il caso di J.R.R Tolkien ) Ahah scherzo.
Oggi con le nuove tecnologie informatiche si possono ipotizzare forme di narrazione del tutto diverse da quelle finora adottate .
Pensiamo di poter uscire prima su internet e successivamente pensare ad un libro o ad episodi filmati.
Anche se il buon vecchio libro ha ancora il suo fascino .