Mio Dio Final! Ma che diavolo hai combinato?
Hai preso a schiaffoni il maestro alla prima lezione, come Nikita?
Eri la personificazione dell'indisciplina totale?
Hai partecipato a tutte le gare possibili ed immaginabili arrivando regolarmente ultimo? Anche nella gara del peggior karateka d'Italia sei arrivato solo secondo per la totale imbranataggine?
Ok forse le arti marziali non sono il tuo sport. Sicuramente il prossimo anno ne troverai uno che ti piace di più!
Ieri è stata una giornata piuttosto "densa" infatti posto soltanto oggi.
In primo luogo in mattinata, siccome il tempo era abbastanza bello e finalmente da qualche settimana è stata riaperta la strada per Corniolo, ho gonfiato la bicicletta e ho fatto un giretto da quelle parti a vedere come erano le cose.
Quando sono arrivata sono dovuta scendere e procedere a piedi, perché non solo c'è un cartello che impone che le biciclette siano condotte a mano, ma perché la strada è una traccia provvisoria non asfaltata e rischiavo di forare la mia bici (da corsa, non è una mountain bike) o, in discesa, di stendermi dolorosamente a terra; e poi c'era un tratto di salita davvero ripido, niente affatto facile.
Appena mi sono trovata nel mezzo della frana mi sono venute in mente le parole di Neil Armstrong: "Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande salto per l'umanità": mi pareva di essere sulla Luna! Prima c'erano prati e pendii boscosi, ora c'è un'immensa distesa di terra e sassi, che parte dalla voragine rimasta dopo la frana dei primi del '900 e scende fino al fiume!
Nel pomeriggio, invece sono andata alla galleria d'arte contemporanea per l'apertura di una mostra dedicata ad un pittore di Santa Sofia morto un paio di anni fa, Luciano Greggi.
Tutti in paese lo conoscevano e apprezzavano i suoi quadri, soprattutto gli acquerelli (ma usava anche altre tecniche, ad esempio l'olio e il carboncino). Non credo esista una casa di un santasofiese, anche se vive a Milano o in Australia, senza un quadro di Greggi. Perché amava rappresentare il paese o le campagne circostanti con una vivacità ed una freschezza straordinarie; quasi sempre ricostruiva scorci del paese com'era in passato (utilizzando foto storiche o attingendo alla sua memoria), prima che venissero modificati dopo i danni dei terremoti, della guerra o dell'incuria degli uomini (il desiderio di modernità del dopoguerra è stato un vero disastro per tutta la Romagna: è stato abbandonato o peggio distrutto un numero incalcolabile di edifici storici per sostituirli con colate di cemento armato!
).
Vi metto in spoiler alcune immagini che ho avuto il permesso di scannerizzare dal catalogo della mostra.
► Mostra testo
Vecchia Santa Sofia
1986 - acquarello, 60x85 cm
Piazzetta del Castello
1998 - carboncino, 35x50 cm
Piazza Gentili
1964 - olio su tavola, 40x50 cm
Aveva una piccola bottega in Via Gentili, una delle vie più antiche del paese, chiamata comunemente "il Borgo", ed era sempre lì a dipingere. Mentre lavorava apprezzava molto se entrava qualcuno a far due chiacchiere, anzi spesso era lui stesso a farti un cenno per invitarti dentro. Ed era piacevole vederlo lavorare perché, anche se i suoi quadri venivano apprezzati da tutti, non si vantava e aveva piacere se altri (giovani o anziani) si dilettavano di pittura. Spesso dava consigli e apprezzava i lavori di tutti.
Spesso mi fermavo anch'io nella bottega e vi devo confessare che, quando nel salone della mostra, ho visto un filmato che lo ritraeva al lavoro, mi è venuto un gran magone.
In più, come forse solo i geni del Rinascimento, aveva un sacco di altri interessi: la musica, qualche attività artigianale, l'antiquariato e soprattutto l'astronomia. Con il fatto che abitavo vicino alla figlia ed ai suoi nipoti, mi sono trovata tante volte con loro e vari altri amici in campagna di notte (di solito in estate) a guardare la luna o pianeti (Giove e Saturno) o le stelle con i suoi telescopi.
► Mostra testo
Una volta mi ha spiegato da cosa era nata questa passione per l'astronomia.
Anni prima viveva in una zona di campagna vicino ad altre due o tre case: spesso nelle sere d'inverno gli abitanti di queste case si ritrovavano per passare la serata con una buona cena, del buon vino (nessuno era un ubriacone o un alcoolizzato, ma il buon vino piaceva eccome e non mancava mai!) e tante chiacchiere.
Quando la serata terminava, a tarda ora, e lui rientrava a casa, a volte si fermava sulla soglia, nell'aria gelida della notte, a far evaporare un po' i fumi dell'alcool e intanto osservava il cielo stellato.
Alcune stelle avevano, nelle nostre campagne, dei nomi dialettali: il gruppo delle Pleiadi, ad esempio, si chiamava "La chioccia coi pulcini", invece la cintura di Orione veniva detta "I Mercanti", probabilmente perché nelle notti invernali veniva vista da chi partiva presto da casa e poi ritornava tardi, come i mercanti che andavo ai mercati e alle fiere.
Luciano cominciò a chiedersi quali fossero i nomi italiani di quelle stelle e così si comperò qualche manuale di astronomia... e lì è nata la passione.
Anni fa gli venne richiesto un quadro per una mostra sul Natale e lui ne dipinse uno ad olio che è a mio avviso spettacolare.
Raffigura un paesaggio notturno: si vedono delle colline verdi con due gruppi di luci: uno è una piccola riproduzione del nucleo di Santa Sofia e l'altro una grotta.
Sopra c'è un cielo immenso di un meraviglioso blu cobalto con la costellazione di Orione. Il titolo è "I Tre Re" (così sono chiamate le tre stelle della cintura di Orione).
Anni fa una coppia di miei amici andò a vedere una mostra di Matisse. Avevano appresso i due figlioletti (all'epoca erano due bambini) e il più piccolo dei due esclamò: "Mah! Sono meglio i quadri di Luciano!!!"
Golden Reviewer (122 
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Chiudendo un ciclo durato così cinque mesi, mi ritiro a casa stanco e felice 
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.. bellissimi i quadri 
