[TWC] La Ruota di Athmose

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Nillc
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[TWC] La Ruota di Athmose

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Eccoci al quinto e ultimo racconto in concorso, nel quale Lara vedrà una vacanza trasformarsi in una bizzarra e appassionante avventura!

(Niente divisioni oggi, il racconto è pubblicato per intero!)

Vi ricordo che su questo topic potrete esprimere i vostri commenti e le ipotesi su chi sia l'autore; potete votare il racconto mandando un pm a me, Blu o Overhill esprimendo un voto da 1 a 10 per ognuno dei seguenti paramentri:
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Buona lettura :)

LA RUOTA DI ATHMOSE

Era una giornata uggiosa nel Buckinghamsire e la Residenza Croft si ergeva come un castello su di un piccolissimo colle, non più alto di 10 metri, ma più che sufficiente a far risaltare l’imponenza di quella casa. All’interno, oltre all’insistente rumore della pioggia, si udiva un suono ripetuto, che si perdeva nei meandri dei corridoi della residenza. Era il fido maggiordomo Winston che con una ramazza spazzava via le foglie entrate nel salone, forse da una fessura di una finestra semi-aperta. D’un tratto la porta principale si aprì e una figura femminile venne illuminata da un lampo. Con passo deciso entrò nella casa e si sedette su uno dei divani dell’atrio.

“Signorina Croft, faccia attenzione! Ho appena pulito e ha infangato tutto il pavimento!”
“Oh, scusami tanto Winston… sono piuttosto stanca, la mia ultima spedizione è stata molto faticosa. Dimmi Winston, credi che io abbia bisogno di una vacanza?”
“Vacanza, signorina Croft? Effettivamente è parecchio che non ne prende una, non si preoccupi per la casa, ci penserò io in sua assenza”
“No Winston, credi che me ne vada senza un po’ di compagnia? Tu verrai con me!”
“È sicura signorina Croft? Non crede che potrebbe esserle d’intralcio…” Winston smise di parlare per un attimo “…una persona anziana come me?”
“Oh, non dire sciocchezze Winston. Ho intenzione di andare in vacanza, non certo ad esplorare qualche antica rovina in cerca di artefatti”. Dopo questa frase Lara accennò un sorrisetto.
“Ma chi baderà alla casa, signorina?”
“Non ti preoccupare. Un’amica mi ha consigliato una domestica fantastica, ci penserà lei in nostra assenza”
Winston sembrava perplesso da questa scelta, quasi tradito, ma poi si arrese.
“D’accordo signorina, se questo è il suo volere verrò con lei. Corro a prepararle i bagagli”
“Non ti preoccupare, ai miei bagagli ci penso io. Pensa a preparare i tuoi piuttosto, e prendi abiti pesanti, ho intenzione di andare in montagna… ho sentito dire che in questo periodo le piste da sci sono ottime…”

Passata qualche ora Lara uscì dalla sua stanza in tenuta da neve: aveva un bellissimo giubbotto arancione, con del pelo bianco ad abbellirne il coletto, dei pantaloni militari in sfumature di bianco e dei grossi scarponi marroni.

“Eh beh, ai miei scarponi non rinuncio mai… sono resistentissimi, e soprattutto, perfettamente impermeabili!”, esclamò Lara dopo aver visto lo sguardo perplesso di Winston.

Winston, al contrario di Lara, era vestito con i suoi soliti vestiti: un elegantissimo frac nero, camicia bianca, papillon, pantaloni neri e comodissime scarpe in cuoio.

“Winston, non vorrai andare in montagna vestito in questo modo spero?”
“Beh, suppongo che io abbia tutto il tempo di cambiarmi nella sua residenza montana, signorina. Così come suppongo che andremo là in aereo, quindi andremo in aereoporto e non ho nessuna intenzione di patire caldo all’interno del velivolo”
“Sarebbero ottime ragioni, Winston… se il viaggio fosse convenzionale. Sai, non ho resistito e ho deciso che il nostro aereo sarà…”. All’improvviso Winston udì un rumore di un aereo, ma non sembrava un aereo normale, sembrava più che altro un aereo risalente al dopoguerra, tanto era il rumore che faceva.
“Oh, ecco il nostro aereo. Winston, ti consiglio di cambiarti finchè sei in tempo”

Winston diede un’occhiata fuori dalla finestra. Effettivamente era un aereo del dopoguerra, o per lo meno piuttosto vecchio. Non aveva una cabina chiusa, ma aveva dei semplici vani con un sedile ricavato all’interno.

“Signorina Croft, sta scherzando vero?”. Dicendo questo afferrò un pezzo di una lamiera dell’aereo, che si staccò senza troppi problemi.
“Suvvia Winston… dove sarebbe il divertimento senza un po’ di rischio?”. Disse Lara con un tono piuttosto saccente.
“Signorina, si dà il caso che io abbia quasi 80 anni, per quanto arzillo io possa essere… credo che un mezzo di trasporto di questo rango non sia proprio l’ideale”
“Allora Winston, vuoi o no una vacanza anche tu? Ti pagherò comunque lo stipendio, anche se siamo in vacanza, contento?”
“Non sono i soldi che voglio, ma vabbè, se vuole usare questo trabiccolo… che sia, mi vado a cambiare”
“Bravo Winston, così ti voglio!”

Una volta in viaggio tutto sembrava scorrere più lentamente per Winston, mentre Lara sorrideva come una bambina.
Il viaggio non durò molto, ma per Winston durò anche troppo. Scesi sulla terraferma si diressero subito in Hotel e Winston si accasciò sul suo letto, esausto.

“Signorina, mi permette di riposare un attimo? Sa, sono piuttosto stanco…”
“Riposati pure Winston, io penso di andare subito a sciare un po’… se hai bisogno, sono sulla pista nera!”
“Signorina, quando la smetterà di cercare il pericolo a tutti i costi? Prima o poi potrebbe anche succedere qualcosa…”
“Winston, non dire sciocchezze. Cosa mai mi può succedere in montagna? Ricordati che quando i…” Lara si fermò, con un’espressione di tristezza e amarezza in volto. “…quando i miei genitori morirono… rimasi in balia della montagna per giorni. Questa non è che una scampagnata in confronto”. Una lacrima sfuggi al controllo di Lara e scese lenta sulla sua guancia, lasciando dietro di sé una riga bagnata.
“Signorina Croft, sa benissimo che non voglio che parli dei suoi genitori. Ora lei è in vacanza, non pensi alle cose brutte… il passato purtroppo è passato, non si può più fare nulla”
“Hai perfettamente ragione Winston… scusami, so che anche tu eri molto affezionato ai miei genitori e che la loro scomparsa ha segnato anche te. Ora se non ti dispiace, vado a sciare. Tu resta pure qui a riposare.” Detto questo Lara prese un fazzoletto e si asciugò la lacrima.
“Grazie signorina. Vuole che le prepari qualcosa per pranzo?”
“Winston, non dirlo neanche per scherzo! Siamo in un hotel e tu sei in vacanza, ci penseranno gli addetti a preparare il pranzo…”
“D’accordo miss Croft, la lascio stare… si goda la vacanza!”
“Grazie mille Winston, ora vado a sciare, cerca di rilassarti!”
“Si diverta, signorina!”

Lara si sentiva bene, aveva decisamente bisogno di una vacanza. L’aria frizzante di montagna la rendeva ancora più sveglia del solito, inoltre il pensiero di sciare sul versante più pericoloso della cima la rendeva euforica.
Pensava a come affrontare il pericoloso versante, ma non riusciva a togliersi dalla mente le sue passate avventure. In vacanza stava bene, certo, eppure la sua indole avventurosa voleva avere il sopravvento. Per quanto Lara provasse a non pensarci, ogni volta questi ricordi riaffioravano, e ogni volta il desiderio di Lara di intraprendere nuove avventure saliva.
Travolta da mille pensieri, Lara non riuscì a schivare un sasso nascosto dalla neve e cadde rovinosamente, rotolando per alcune decine di metri.
Era immobile a terra, completamente priva di sensi. Una strana visione apparve ai suoi occhi in questi lunghi istanti di trance. Vedeva una ruota misteriosa, rivestita completamente d’oro, ricoperta da strani simboli in una lingua sconosciuta. Stranamente in questa sua visione riusciva a leggere senza problemi le incisioni, che recitavano più o meno “La grande ruota del Dio Athmose illuminerà la via di chi ne è degno. Guai a chi ne usufruirà in maniera scorretta, che l’ira del Dio si abbatta su di lui!”. Lara era sconvolta, in un attimo la ruota scomparve e diede posto ad un’enorme montagna, che rivelava su di un fianco un’entrata segreta, un grande portone ricoperto d’oro, rimasto nascosto agli occhi umani da una fitta coltre di nebbia.
Lara avrebbe voluto avvicinarsi a questa porta, ma una strana forza la teneva lontana da essa.
“..ra… Lara… LARA! Ti prego, rispondimi Lara!”, diceva una strana voce che sembrava fin troppo vera.
“Lara, se mi senti fai un cenno, ti prego!”
Lara aprì gli occhi e si svegliò coperta di ferite, con ancora impressa nella mente quella strana visione.
“Chloe? Che cosa ci fai tu qui?”, domandò Lara con un tono misto a stupore e gioia.
Una donna alta, mora e dai bellissimi occhi azzurri era in piedi di fronte a Lara, con un sorriso stampato in faccia. Era vestita in modo piuttosto leggero, considerato il clima freddo della montagna: di certo non era una donna che voleva passare inosservata. Allungò una mano verso Lara per aiutarla ad alzarsi, e subito inizò a parlare.
“Lara, che gioia vederti viva! Avevo creduto il peggio… sono qui perché ho sentito dire che l’entrata al tempio segreto per raggiungere la Ruota di Athmose è da queste parti… ma forse tu ne sai qualcosa di più, visto che sei qui…”
“Scusami Chloe, ma ne so quanto te… io sono qui soltanto in vacanza, mi dispiace.”
“Tu in vacanza? Ma non farmi ridere Lara, siamo amiche da quando ti ho incontrata al museo di Londra, quando hai donato quel prezioso manufatto… non è da te una vacanza!”
“Lo so benissimo Chloe, il punto è che avevo davvero bisogno di una vacanza. Ultimamente mi sento sempre più spossata… mi potresti ripetere come si chiama quell’artefatto?”
“Ah, vedo che in fondo la tua vena avventuriera esiste ancora… comunque si chiama Ruota di Athmose, un potente Dio Egizio. È stata tramandata nei secoli dalle popolazioni orientali, fino a che non è stata rubata. L’aereo su cui si trovava la Ruota è però precipitato proprio nei pressi di queste montagne, si pensa che alcuni monaci possano averla trovata e nascosta”
“Ruota di Athmose hai detto?” Lara sembrava particolarmente sconvolta. “Dopo essere svenuta ho avuto una specie di visione, era incredibilmente realistica… ho visto uno strano manufatto con delle scritte apparentemente indecifrabili su di essa, solo che… le riuscivo effettivamente a leggere, e indovina un po’? C’era proprio scritto che il suo nome era Ruota di Athmose”
“Lara, non prendermi in giro, non sono assolutamente dell’umore…” disse Chloe in un tono particolarmente scocciato.
“Ti sembra da me prendere in giro un’amica? Inoltre non ti ho ancora detto tutto: nella mia visione c’era una strana, imponente porta, coperta da una coltre di nebbia. Forse questi monaci hanno nascosto la ruota dietro a questa porta?”
“Forse hai ragione… sempre se la tua visione è corretta!”
“Chloe, credo che valga la pena fare un tentativo… in effetti mi ero già annoiata di questa vacanza. Mi aiuterai a cercare questa ruota?”
“Certo che ti aiuterò, è da tempo che non intraprendo una bella avventura!”

Lara e Chloe arrivarono ad un villaggio, giusto per rifocillarsi e riposarsi un po’ prima di intraprendere il viaggio. Chloe, grazie ai suoi vestiti succinti, attirava lo sguardo di ogni uomo nel raggio di 1km da lei, e la cosa sembrava effettivamente dare fastidio a Lara.
“Chloe, hai intenzione di coprirti un po’ di più o vuoi forse che queste persone ci seguano fino al portone?”, disse Lara con un tono scocciato.
“Scusami Lara, hai perfettamente ragione… andiamo a mangiare qualcosa, poi vedremo di noleggiare qualche vestito più adatto, tu sei ancora in tuta da sci!” disse Chloe ridacchiando.

Dopo un lauto pasto e un sonnellino, Lara e Chloe erano pronte per partire. Stranamente Lara aveva trovato una giacca identica alla sua nel negozio di noleggio, mentre Chloe non riusciva a resistere alla sua femminilità e decise di noleggiare una giacca di un paio di taglie in meno della sua, giusto per tenere scoperti pancia e fianchi.
“Chloe, non ti è un po’ larga?”, disse Lara in tono ironico.
“Spiritosa… mi sta benissimo, comunque. Mentre dormivi ho fatto alcune ricerche e effettivamente ci sono stati avvistamenti di strani bagliori in mezzo ad una coltre di nebbia, solo che proprio a causa di questa non sono mai riusciti a verificare… non è lontano da qui, forse dovremmo iniziare a muoverci”

La strada era impervia, vi erano numerosi ponti di ghiaccio sospesi su crepacci apparentemente senza fondo. Inoltre stava iniziando a fare buio e il freddo pungente di certo non aiutava.
“Lara, un momento, mi si è slacciata la scarpa!” disse Chloe affannata.
“Sbrigati Chloe, questo posto non mi piace troppo…”
Nessuna delle due si accorse che il ghiaccio sotto ai piedi di Chloe iniziava a scricchiolare pericolosamente. Una minuscola crepa si era iniziata a formare dall’inizio del ponte verso il suo centro, punto esatto in cui la ragazza sostava. Un fragoroso “Crak!” echeggiò nell’aria, e Lara si getto verso il bordo del crepaccio per afferrare al volo Chloe. La neve faceva scivolare sempre più verso il burrone Lara, e inoltre Chloe pesava più di quello che sembrava. Di nuovo una sottilissima crepa si formò nel ghiaccio, questa volta nel punto esatto in cui vi era Lara. Fece effettivamente in tempo ad accorgersene, ma non voleva lasciare l’amica. Il ghiaccio si spezzò e entrambe precipitarono nel crepaccio.
Quando Lara si svegliò, era già giorno. Era dolorante e piena di ferite, ma riuscì comunque ad alzarsi e a prendere qualche benda medica dal suo zainetto. Urlò il nome di Chloe a pieni polmoni, incurante del fatto che potesse provocare valanghe, ma non ottenne nessuna risposta: Chloe era sparita.
“Dannazione, perché l’ho cacciata in questo guaio? Per quello che ne so potrebbe essere morta su di una sporgenza del crepaccio…” pensava preoccupata Lara.
Trovò la forza di prendere le sue cose sparse intorno a lei e riprendere il cammino, verso una direzione imprecisata. Non camminò molto, soltanto qualche decina di minuti, e si trovò davanti un portone d’oro, finemente decorato con altorilievi rappresentanti strane scene di tortura.
“Incoraggiante… se non altro sono arrivata dove volevo arrivare” pensò Lara.
Al solo avvicinarsi la portà si aprì con un suono fragoroso, rivelando una lunghissima grotta al suo interno.
C’era molto buio, e Lara non aveva preso con sé una torcia, così dovette procedere a tentoni. Le pareti erano acuminate e ricche di buchi, che Lara sfruttava come punto di riferimento tattile.
“Dannazione, è buio qui!” pensava Lara. “Non riesco a vedere oltre la punta del mio naso…”
Proprio a causa di questo Lara non si accorse di aver messo il piede su quello che sembrava un antico meccanismo. Una piastra sotto ai piedi di Lara si alzò di colpo e la fece cadere in avanti, nel frattempo dai buchi che prima Lara utilizzava come punto di riferimento uscirono acuminatissime lance. Come se non bastasse, dal fondo del corridoio, quello che era stato utilizzato da Lara come entrata, spuntarono delle lame che avanzavano con un moto a zig-zag, e che si avvicinavano pericolose al corpo inerme di Lara.
Lara riuscì a rialzarsi appena in tempo per evitare le lance, ma mentre tentava di evitare le lame una grossa stalattite si staccò dalla copertura della grotta e colpì Lara in testa. Giaceva ora inerme sul terreno, con la testa coperta di sangue.
Si svegliò probabilmente qualche ora dopo, senza ricordarsi cosa fosse accaduto.
“Ahi, che male terribile alla testa… cosa diamine? Chi mi ha messo queste garze?”
Lara aveva la nuca completamente fasciata da una benda, ormai diventata color rosso sangue.
“Chiunque sia stato, mi deve aver salvato… ma non sono del tutto sicura di voler incontrare questa persona misteriosa”, pensava Lara tra sé e sé.
La caverna continuava in un percorso rettilineo per un centinaio di metri, poi si diramava in varie direzioni. “Andrò di qua”, disse Lara ad alta voce senza nemmeno rendersene conto.
Il percorso che aveva scelto non era certo facile: innanzitutto era pieno di biforcazioni, l’illuminazione continuava ad essere scarsissima e vi era così tanta umidità che quasi era difficile respirare. Inoltre era cosparso di trappole in ogni angolo: aguzze punte che fuoriuscivano dal terreno, mortali lame, enormi massi che rischiavano di schiacciare Lara…
Grazie alle sue ottime doti atletiche Lara riuscì ad evitare ogni singola trappola, fino ad arrivare ad una zona più illuminata. Lara, colta da un briciolo di speranza, iniziò a correre verso questa luce e si fermò all’uscita della grotta, con la bocca spalancata. Il panorama era incredibile: alte montagne innevate si ergevano all’orizzonte, mentre lussureggianti cascate e verdi prati erano proprio davanti ai suoi occhi.
“Che razza di posto è mai questo? Avrei giurato che fuori stesse nevicando…”
Lara iniziò a camminare senza pensarci, come attratta da una forza invisibile. In questa verde vallata vi era un villaggio apparentemente abbandonato da secoli. In fondo si ergeva un maestoso tempio a gradoni, adornato da pitture rimaste integre grazie al particolare clima di questa vallata. Era proprio a questo tempio che Lara era diretta, dal quale usciva una stranissima luce di colore oro. Al centro del tempio, su di un piedistallo, era appoggiata la Ruota di Athmose, circondata da una teca di materiale ignoto. Sul piedistallo, altre strane incisioni, proprio come quelle della ruota. Recitavano “Colui che avrà il coraggio di donare quanto più caro possiede alla Ruota di Athmose sarà degno di prelevarla”
Lara recitava ad alta voce queste parole, senza rendersene conto. Un rumore di foglie secche dietro di lei la destò dallo stato ipnotico in cui era caduta dopo aver visto il tempio, e si girò di scatto. Chloe era di fronte a lei, ma non sembrava normale: i suoi occhi erano completamente bianchi, la sua pelle era particolarmente pallida e la voce più roca del solito.
“Chloe, stai bene? Ero preoccupata!” esclamò Lara.
“Tu avere violato luogo sacro, straniera!” esclamò una strana voce all’interno del corpo di Chloe.
“Chloe, cosa sei diventata? Svegliati, ti prego! Non voglio farti del male, non costringermi a farlo…”
Chloe si avvicinava sempre di più a Lara, afferrò un bastone appuntito e si avventò su di lei, che riuscì a schivarla.
“Chloe, per favore! Svegliati!”
Chloe continuava imperterrita la sua marcia verso Lara. Lei sferrò un pugno per difendersi, poi un calcio, ma entrambi i colpi andarono a vuoto, aveva troppa paura di ferire la sua amica. Nel frattempo pensava a cosa potesse significare la frase sul piedistallo, ma aveva decisamente poco tempo per farlo.
Mentre pensava Lara non riuscì a schivare un colpo inferto dalla lancia di Chloe, che le ferì la mano. Uno schizzo di sangue andò a finire sulla teca, che si distrusse in mille pezzi. Solo allora Lara capì: la cosa più preziosa che una persona potesse possedere, la vita. Lara schivò un ennesimo attacco di Chloe e si gettò sulla Ruota di Athmose. Non sapeva esattamente il suo utilizzo, ma la puntò verso Chloe e ne scaturì un raggio luminoso. Il corpo di Chloe venne attraversato e la ragazza iniziò ad urlare.
“Oddio, cos’ho fatto?!”, si domandava Lara. Il raggio si dissolse e Lara si avvicinò al corpo inerme di Chloe. Notò che gli occhi erano tornati normali, e che la pelle era tornata del tipico color carne.
D’un tratto la mano di Chloe si mosse e lei aprì gli occhi.
“Chloe! Stai bene! È un sollievo vederti viva…”
“Lara, scusami… non potevo controllare le mie azioni, ma ero consapevole di quello che stavo facendo… mi perdonerai mai?”, disse tristemente Chloe.
“Chloe, non dire sciocchezze… non ce l’ho mai avuta con te, e poi diciamocelo, senza il tuo prezioso aiuto non avrei mai capito quell’enigma del piedistallo… grazie davvero, Chloe”
“Di nulla Lara, ma sono io a doverti ringraziare. Senza di te sarei rimasta quel… quel mostro”
“Non ti preoccupare, è tutto a posto… ora direi di tornare alla civiltà, dobbiamo consegnare quest artefatto al museo, giusto?”
“Hai perfettamente ragione Lara. Andiamo!”

Tornati al museo di Londra e consegnato il manufatto, Lara ricevette una misteriosa lettera.

“Signorina Croft, ha ricevuto una lettera… la porto su?”
“Non ti preoccupare Winston, scendo subito!”
La lettera era firmata Chloe e aveva come titolo “Importante. Mi serve il tuo aiuto subito”.
Mentre Lara pensava a cosa potesse essere i suoi occhi scorrevano sulla lettera: era una richiesta di aiuto per una spedizione archeologica, bisognava trovare un manufatto chiamato “Sigillo di Cocoon”, una reliquia risalente al periodo mesopotamico.
“Bene, mi piace… ho proprio voglia di altra avventura!”, disse Lara, e così si imbarcò verso una nuova spedizione.

The End






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