[WIP] Il paradiso dei vigliacchi

La faccia nascosta delle donne.

Condividete le vostre creazioni: disegni, fumetti, racconti, 3D, foto, musica o altro ispirati a TR e non / Show here your creations: art, paintings, comics, literature, 3D, photo, music or other inspired or not to TR
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Greywolf
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Greywolf »

Mentre andavo in palestra (a lessarmi ben bene!) ho pensato anche alla dea irlandese "Morrigan" che era contemporaneamente una guerriera, ma pure l'amante di Dagda (la divintà suprema del pantheon celtico, o una cosa del genere). Pure lei bella, femminile e spietata e, in alcune tradizioni (ma non so quanto contaminate da altre culture o da distorisioni storiche) pure una e trina e quindi con più di una faccia.
Ma siamo da capo: anche Morrigan è nota solo ai solutori del Bartezzaghi... :mumble:

Altra deità femminile bella, ma decisamente misantropa e, in certe situazioni, spietata era Artemide/Diana e, visto che era la dea della caccia per greci e romani, nel titolo potrebbe apparire la parola "caccia"; qualcosa come "Il gioco della caccia" che il lettore può ritenere riferito solo al "passatempo" del "branco", ma che poi sarà lo stesso applicato per vendetta dal personaggio femminile. O qualcosa del genere.




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Nillc
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Nillc »

Grey, i tuoi post sono una miniera inesauribile di informazioni :)

Cercando di mantenere Venere, si potrebbe fare un gioco di parole sul concetto di Venere Nera, che è l'appellativo delle belle donne di colore... in questo caso però "La Venere Nera" sarebbe il sintomo della sua spietatezza :)




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overhill
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Uhm, sicuramente "Venere nera", pur essendo un bel titolo, è fuorviante; invece la storia della caccia mi piace, e anche i vari giochi di parole che si possono fare su Diana, Artemide e anche Morrigan, che oltre tutto ha il vantaggio di essere un nome femminile che sembra maschile... :)

Quindi possiamo osare:
  • L'ora della cacciatrice
    Il momento della caccia
    L'errore di Artemide (o di Diana)
    L'ira di Morrigan
    Morrigan e la caccia
    Femmine da preda (!)
    La preda e la caccia
    Preda e cacciatori
Uhm, va be', staremo a vedere :)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Greywolf »

Prede e predatori
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

L'ira della preda! :)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da Nillc »

La preda cacciatrice




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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

La preda perfetta :)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

ECCOMI! :)

Dopo lunga riflessione (:asd:) ho deciso di lasciare temporaneamente Endos e i suoi grossi problemi, per tornare ad affrontare questo lavoro.
Il Femminicidio è diventato legge e, al di là di qualsiasi polemica, è un problema che definire grave è davvero riduttivo.
Il titolo rimane ancora un'incognita, ma mi sto lentamente orientando verso qualcosa di assolutamente freddo, secco e diretto

La preda

Punto e basta
Intanto ho cominciato a scrivere dei tre del branco e le varie interazioni stanno iniziando a delinearsi. E ho anche proseguito nella descrizione della ragazza che sarà "la preda"... ;)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Vediamo se vi gusta :)
Pranzo
La “Locanda dl'Ostu” era piuttosto rinomata nella zona. Venivano da tutta la regione per mangiare un boccone da Gianfranco e per passare una buona serata in compagnia. Il servizio era familiare, con il proprietario che non mancava mai di fare un giro per i tavoli a fare due chiacchiere con i clienti, sia quelli vecchi che quelli che per la prima volta gli facevano visita. Due parole, qualche consiglio su quale vino della fornitissima cantina abbinare ai cibi, sempre legati alla stagione; carni della zona, come le verdure, gli ortaggi e perfino le spezie. I salumi preparati da poche, selezionatissime aziende agricole che non distavano mai più di una decina di chilometri dalla Locanda.
Tutto questo faceva del locale di Gianfranco e Giovanna un posto dove almeno una volta nella vita si doveva fare un salto. Ma una volta di solito non bastava.
Il proprietario aveva accolto il nuovo visitatore con la simpatia e il garbo di sempre, e l'aveva accompagnato a un tavolo un po' discosto, come gli era stato chiesto. Notò che il nuovo venuto aveva gli occhi tristi, una condizione che di solito non si verificava quando qualcuno entrava nel suo locale. Pensò che non potesse essere certo colpa sua o della Locanda, per cui evidentemente quel signore distinto in giacca e cravatta doveva avere qualche problema suo.
Avrebbe fatto di tutto per tirarlo su di morale.
Gianfranco introdusse l'ospite in una stanza in cui erano presenti solo quattro tavoli di dimensioni ridotte rispetto ai grossi tavoli della stanza principale.
«Prego, si accomodi qui. Le va bene? È una stanza che teniamo di solito per le coppiette, per una cena a lume di candela, ma a quest'ora... lei aspetta qualcuno?»
Polloni scosse la testa, accennando a un sorriso: «No, nessuno. Solo preferirei mangiare in un posto tranquillo, e qui mi sembra perfetto».
Gianfranco sorrise in risposta, contento di avere segnato il primo punto a suo favore.
Polloni si sedette e consultò rapidamente il menù che l'Oste gli aveva consegnato.
«Avete una scelta notevole, qui, non tanto come quantità, ma come aspettative» disse il commissario all'uomo, che gongolò soddisfatto.
«Se mi permette – disse questi – le consiglierei un menù degustazione, così le posso portare il meglio di quello che abbiamo».
Polloni restituì il menù con un sorriso: «Praticamente ogni cosa, allora. Vada per il menù degustazione». Questa ulteriore battuta riuscì a rendere ancora più grande il sorriso di Gianfranco, che consigliò un vino della sua cantina, un dolcetto, segnandosi mentalmente di fare uno sconto.
Completata l'ordinazione, si avviò verso la cucina, un ampio locale parzialmente a vista, nel quale sua moglie Giovanna sudava e creava piccoli capolavori destinati a durare il tempo di un pasto.
«Uno nuovo?» chiese la donna mentre terminava di spellare una castagna.
«Sì, un tipo distinto, gentile....» rispose Gianfranco lasciando la frase sospesa.
Giovanna mise via la castagna e fece per prenderne un'altra dal mucchietto alla sua sinistra, ma la mancanza di risposta dal parte del marito, di solito più che contento di chiacchierare, la fermò.
Alzò gli occhi sull'uomo: «Ma...?»
L'oste sembrava vagamente a disagio a rispondere: «Ma non saprei... ha uno sguardo triste come non ne vedevo da quando avevamo il bar».
La cuoca riprese il suo lavoro, commentando con voce pratica: «Uhm, bei tempi. Senti, il tuo “cuore solitario” mangia o sta lì a scaldare il posto?»
«Eh, che cuore di pietra che sei diventata!»
La donna scosse il piccolo coltello come per cacciare una zanzara: «Ma no, è che tu hai un po' l'animo romantico, e hai la tendenza di prendere a cuore i dolori degli altri. Anche quando non ce ne sono. Magari ha solo le balle girate».
«Mah, non so, può darsi. Forse hai ragione. Comunque il mio “cuore solitario”, come lo chiami tu, prende un degustazione».
Giovanna notò un movimento in direzione della porta d'ingresso, e con un cenno del mento indicò in quella direzione: «Uhm, va bene. Vai adesso, che c'è gente». Gianfranco si girò e vide nel vano della porta una graziosa ragazza con uno zaino piuttosto grosso.
Vedendolo avvicinare la ragazza sporse la mano: «Buongiorno, mi chiamo Manuela. Ho visto sul giornale che state cercando personale».
«Ah, sì. Ci stiamo avvicinando alla stagione delle cresime e dei matrimoni, e in quel periodo avremmo proprio bisogno. Lei ha esperienza?» Gianfranco osservò criticamente la ragazza: una bella figliola, senza esagerare. Avrebbe fatto la sua figura nella divisa scura della Locanda. Le mani sembravano quelle di una lavoratrice, nonostante fossero belle e ben curate; non aveva quelle orribili unghie posticce che tanto andavano di moda.
«Per essere sincera non ho studiato all'alberghiero, ma negli ultimi tre anni ho lavorato in un ristorante».
«Ah, e come mai ha deciso di spostarsi?» La domanda era stata lasciata cadere in tono innocente, ma Gianfranco sapeva che di solito non sono molti i motivi per cui si abbandona un posto di lavoro sicuro: o per avere fatto una cazzata, o per essere stata molestata, o perché...
«Ha chiuso, purtroppo» fu la risposta quasi immediata di Manuela. Il tono di voce tradiva un profondo dispiacere, che non poté fare altro che commuovere il romantico Gianfranco.
«Oh, mi spiace davvero? Che locale era?»
«Si chiamava “La trattoria della Reina”. Cucina tipica piemontese. Un bel posto, davvero».
«Che peccato, che peccato...»
La conversazione venne interrotta dalla voce di Giovanna: «Gian, t'las da manca?1»
«Vieni, ti presento mia moglie» disse Gianfranco girandosi e incamminandosi verso la cucina. Manuela si tolse lo zaino e lo posò di fianco all'ingresso e si avviò dietro all'uomo. Arrivata alla porta della cucina, si fermò prima di entrare e salutò la cuoca. L'uomo spiegò alla moglie per quale motivo era venuta la ragazza.
«Buongiorno, signora. Mi chiamo Manuela».
Giovanna squadrò per pochi secondi la ragazza. Non era entrata nella cucina e questo era un bel segno che indicava rispetto, e non aveva sporto la mano, evitando l'imbarazzo di chi deve mantenere le mani pulite, e soprattutto non aveva usato termini da reality show culinari come chef o altre stupidaggini del genere.
«Buongiorno a te. Sai servire ai tavoli?»
«Certamente, signora»
Giovanna si rivolse al marito: «Bene, allora falle servire gli antipasti al tuo nuovo amico».
«Be', veramente...» iniziò Manuela.
«C'è qualche problema?»
«No. Solo che prima dovrei lavarmi le mani».
Ancora una volta la ragazza segnò un punto a suo favore: gentile, educata e pulita. Anche se non fosse stata perfetta nel servire a tavola avrebbe avuto tutto il tempo di imparare. E poi, diciamocelo chiaramente, il locale non era un cinque stelle.
«Vieni, ti mostro il bagno di servizio» disse Gianfranco con un sorriso.
La ragazza seguì l'uomo nel retro. Si lavò le mani fino ai gomiti; intanto il proprietario andò a prendere un grembiule con il logo del locale. Glielo porse: «Non è come la divisa, ma è meglio di niente». La ragazza sorrise e lo indossò correttamente, annodandolo sul davanti.
Se stava fingendo, lo stava facendo maledettamente bene.
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Un po' di riflessione non fa mai male... :)

Ho deciso di dare retta al consiglio di Max, e di fare in modo che Manuela (protagonista) sia la fidanzata dell'ultima vittima (figlioccia di Polloni).
Però questo ovviamente crea delle conseguenze, la prima delle quali è l'incongruità dei tempi.
L'ultima vittima è stata rapita il venerdì, seviziata il sabato e trovata uccisa domenica. Non è possibile che già nella settimana successiva ci sia la sua ragazza che cerca di vendicarla.
Quindi dovrò "disassare" il racconto: nei primi due o tre capitoli racconterò del lavoro di Polloni con Gribaudo per cercare indizi che non trovano. Polloni ovviamente non può prendere tutte le ferie che ha e spenderle dall'amico, per cui a un certo punto tornerà a Torino.
I delitti avverranno a cadenza più o meno annuale, sempre nel periodo primaverile, per cui, l'anno successivo, quando si entra nel periodo di pericolo, Polloni torna dall'amico. E solo a questo punto salterà fuori Manuela :)

Secondo me è meglio, più lineare e logico :)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Ho trovato un compromesso e ho già avviato la produzione di "le due facce di Venere 2.0" :)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Giovedì e venerdì sono stato a casa e ho scritto come un PAZZO! :)

Ho terminato tutta la prima parte e ho appena finito di scrivere l'abbozzo della prima fuga di Manuela.
Adesso sono indeciso su come proseguire la cosa... ma a sto punto è tutta in discesa :D
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Questo è il momento critico: devo ancora ampliarlo, mettere qualche considerazione, ma il canovaccio sta venendo piuttosto bene :)
Dal fienile arrivò l'urlo di Polloni: «Qui non c'è!»
Gribaudo guardò la ragazza, intensamente. Una frazione di secondo lungo un'eternità, grande come un oceano. Si osservarono in quell'eternità ed entrambi videro amore di tipo diverso, per la stessa donna: una come amante, l'altro come padre. Videro la stessa voglia di vendetta, la stessa comprensione.
Le fece un gesto verso la porta posteriore della casa principale, che era spalancata, e urlò di rimando: «Neanche qui!»
Forse, se ci fosse stato il tempo, sarebbero potuti essere amici
Ma tempo non ce n'era. Manuela si infilò nella porta un secondo prima che Polloni sbucasse dal fienile: «L'hai vista?»
Gribaudo impiegò un secondo di troppo a rispondere, ma Polloni, se se ne accorse, non lo diede a vedere. «No, non l'ho vista. Dev'essere scappata verso i campi», concluse indicando verso i prati, dal lato opposto rispetto alla cascina. Michele gli scoccò uno sguardo dubbioso, ma non c'era tempo.
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Prima di questa fase c'è una parte piuttosto cruenta in cui Manuela si vendica: la devo ancora mettere a posto nei tempi e nei modi (movimenti, cose da dire), ma già adesso mi disturba... So che i due (due? Sì, due :D ) uomino sono colpevoli di un delitto orrendo, e che le donne che hanno ucciso sono state trucidate. Ma il fatto stesso che un po' si provi pena, vuol dire che sto scrivendo bene :)
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Re: [WIP] Le due facce di Venere

Messaggio da overhill »

Adesso sono arrivato a un punto morto, nel senso che qui la storia potrebbe prendere direzioni diverse:
  • Manuela si è nascosta e aspetta che arrivi l'ambulanza, poi ci sale, manda via i paramedici e finisce il lavoro.
  • Manuela si nasconde e aspetta. I due superstiti vengono curati, ma la ragazza finisce il lavoro prima che cominci il processo.
  • Manuela si nasconde e aspetta. I due vengono processati (qualche capitolo sul processo), e vengono condannati. Mentre sono in carcere Manuela entra e finisce il lavoro.
  • Come il punto precedente, ma Manuela aspetta che escano per finirli.
  • Con qualche cavillo vengono liberati, ma Manuela li finisce prima (o dopo) la scarcerazione.
  • Quando viene emesso il verdetto, qualunque sia, Manuela uccide i due e scappa ancora.
  • Manuela li uccide in modo eclatante, oppure li evira in qualche modo plateale, poi si consegna
Parecchia roba, eh? :D
Ci devo riflettere un po' :)
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