[Romanzo] Il vangelo di Anna

La seconda indagine del Commissario Polloni

Condividete le vostre creazioni: disegni, fumetti, racconti, 3D, foto, musica o altro ispirati a TR e non / Show here your creations: art, paintings, comics, literature, 3D, photo, music or other inspired or not to TR
Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Uhm, le mie ragazze non approvano... :X
Avatar utente
Lory78
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 3353
Iscritto il: 10 agosto 2011, 22:05


Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da Lory78 »

No, il secondo titolo non mi piace :shock:




Platinum Reviewer (434 Platinum Award) :: Best Reviewer Jan - Nov 2021 :: | Silver Award 17 - 20 || Bronze Award 15 - 16 - 18|
Immagine
Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Sinceramente neanche a me, ma è una delle chiavi per arrivare alla soluzione... però è bruttino davvero :wall:
Avatar utente
Blu
Site Admin
Site Admin
Messaggi: 26267
Iscritto il: 10 gennaio 2003, 17:30

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da Blu »

Sono rimasta indietro [:^] .. recupero i post mancanti e ti dico :)




Golden Reviewer (157 Golden Award)
Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Rieccomi a rinfrescare questo thread :)

Ci sono un paio di novità: per prima cosa il titolo che cambia ma non va verso quelli che vi ho indicato prima. L'altro giorno stavo ascoltando una trasmissione divulgativa che parlava del ritrovamento di alcuni papiri in Egitto, e mi è venuto in mente un ottimo titolo, che, soprattutto a quelli che conoscono già all'incirca la trama, non potrà che piacere :)

Il vangelo di Anna

Sono indeciso se mettere la "V" maiuscola oppure no, ma anche così mi piace :)

Seconda cosa, ho spostato le date, nel senso che il primo giorno, il 15 Aprile, non è più un venerdì, ma un lunedì. In questo modo il bonifico per il pagamento del riscatto avviene al mercoledì, giornata che ha un senso, mentre nella prima versione avveniva di domenica, e non credo che nessuno, nemmeno il potentissimo Peano (padre di Anna e amico di politici e banchieri) avrebbe potuto fare qualcosa per muovere del denaro in una giornata festiva.

Inoltre l'ultimo giorno, il 28 Aprile, cade di domenica, giorno in cui lo scambio di opinioni tra Michele e Giacomo ha più senso.

Adesso sto mettendo a posto alcune cose, e mi sono trovato con questa frase che non riesco a farmi piacere:
Nella zona chiamata Borgo Filadeflia, nel popoloso e centrale quartiere Santa Rita, non lontano dai resti antichi dello Stadio omonimo, appartenente alla squadra del Torino, e ai resti più recenti dello Stadio Comunale, fortunatamente rimesso in sesto, dopo anni di abbandono formale, sorge il grande palazzo che la maggior parte dei Torinesi della generazione scorsa chiama ancora “Poveri Vecchi”.
Troppe virgole, troppe frase subordinate... però non riesco a trovare una quadra: voi che ne pensate?
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da Nillc »

In effetti è un pochetto contorta :)




Platinum Reviewer (301 Platinum Award) :: Best Reviewer Apr 2021 :: | Bronze Award 19 | | Golden Award 20 |
Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Borgo Filadeflia, nel popoloso e centrale quartiere Santa Rita: non lontano dai resti dello Stadio omonimo, appartenente alla squadra del Torino, e dallo Stadio Comunale, sorge il grande palazzo che la maggior parte dei Torinesi della generazione scorsa chiama ancora “Poveri Vecchi”.
Decisamente meglio, no? :)
Avatar utente
Nillc
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 9035
Iscritto il: 10 ottobre 2006, 17:31

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da Nillc »

Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Nillc ha scritto:Beh sì :)
Okkey, ho l'avallo: si stampi! :D
Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Andando avanti nella stesura, sto iniziando un capitolo "cuscinetto", dove non dovranno capitare cose particolari. Però vorrei approfittare di questo momento di tranquillità per inserire una cosa che non ho mai visto in un romanzo: un dialogo tra sordomuti :)
O meglio tra una ragazza sorda, che lavora alla reception di un supermercato (!) e un'investigatrice che conosce il LIS (Lingua Italiana dei Segni).
Il probelma è che vorrei spiegare i movimenti che vengono fatti, ma non riesco a trovare nulla di utile a riguardo su internet.

Avrei bisogno, se qualcuno di voi ha conoscenze nel campo, di sapere a quali gesti corrispondono determinate frasi. Niente di particolare, solo un normale dialogo tra due persone che non si conoscono.
Io non conosco nessuno che conosca la LIS, per cui non posso farlo di persona.

Help!! :)
Avatar utente
bashira
Moderator
Moderator
Messaggi: 9755
Iscritto il: 27 luglio 2004, 15:00

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da bashira »

overhill ha scritto:
Borgo Filadeflia, nel popoloso e centrale quartiere Santa Rita: non lontano dai resti dello Stadio omonimo, appartenente alla squadra del Torino, e dallo Stadio Comunale, sorge il grande palazzo che la maggior parte dei Torinesi della generazione scorsa chiama ancora “Poveri Vecchi”.
Decisamente meglio, no? :)
Dalle olimpiadi 2006 si chiama Stadio Olimpico, ex comunale,se non vado errato. però parlo senza aver letto la storia e il periodo di ambientazione :D




Golden Reviewer (106 Golden Award)
Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Sì, ma per tutti è ancora "il" Comunale :)
Però ce la metto sta distinzione: a Torino abbiamo un sacco di cose che chiamiamo in modo diverso da come si dovrebbero chiamare in realtà :)

Piazza Bèngasi (e non Bengàsi), Rondò d'la Forca (che non ha nome), via Servais (non "Servè", proprio "Servais") :D
Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Tra i nuovi capitoli c'è questo che mi piace parecchio: ve lo posto, giusto perché vi amo incondizionatamente :)

(il numero si riferisce all'ora, le dieci del mattino)
Dieci
Cosimo e Gaetano Musumeci, erano cugini di secondo grado, in quanto i due padri erano cugini di primo. Erano praticamente cresciuti insieme, separati da poco più di un anno di età, e da un paio d'isolati. Gaetano era più piccolo di dimensioni, ma più grande di età, per questo tendeva a comandare sul silenzioso cugino, più grosso e muscoloso, con qualcosa nello sguardo che a volte spaventava perfino Enzo, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
Erano due esecutori praticamente perfetti: uno piccolo e scattante, l'altro grosso e fortissimo; uno dalla parlantina sciolta che tendeva a disorientare l'avversario, l'altro silenzioso e letale come un golem. A sedici anni uno zio li aveva presentati al Capo, e lui li aveva messi alla prova dandogli un lavoretto semplice e veloce: uno gli aveva fatto uno sgarro e doveva essere punito. I due erano andati e avevano fatto un lavoro così ben realizzato che il tipo, dopo essere stato dimesso dall'ospedale, aveva cacciato tutti i soldi che doveva al Boss, con tutti gli interessi pattuiti. E ci aveva aggiunto anche tre appartamenti enormi come indennizzo.
Enzo aveva valutato il lavoro e, incassati i soldi con gli interessi, aveva regalato due dei tre appartamenti alle famiglie dei ragazzi, rendendoli di fatto due eroi agli occhi dei parenti, assolutamente indifferenti all'origine di quel regalo così gradito.
Cosimo e Gaetano erano dentro una spoglia e lurida stanza, il cui scarso arredamento era costituito da una lampada rotta che pendeva dal soffitto, e una sedia di metallo, sulla quale era accasciato Marco. Il giovane era piegato in avanti, trattenuto dalle braccia i cui polsi erano bloccati da corde allo schienale della sedia, in una posizione estremamente scomoda.
Gaetano stava tranquillamente orinando dentro un secchio di metallo, vicino alla porta di entrata, producendo un rumore tintinnante piuttosto antipatico. Terminò e si tirò su la zip. Batté due volte le mani sui pantaloni e poi tra di loro, risolvendo in modo rapido il problema dell'igiene.
«Secondo te è morto?» chiese al cugino, avvicinandosi alla sedia.
Cosimo fece un passo avanti e mollò uno schiaffone a Marco. Non lo fece con tutta la forza di cui era capace, altrimenti gli avrebbe potuto staccare la testa. Il ragazzo dondolò per qualche secondo, poi si girò di lato e sputò un grumo di sangue per terra.
«No, direi che morto non è» concluse Gaetano.
Si avvicinò e afferrò i capelli della fronte di Marco, alzandogli la testa. Avevano fatto un ottimo lavoro: a parte un labbro leggermente gonfio non c'erano altri segni evidenti delle botte che l'avevano “ammorbidito” in previsione della visita di Enzo. In compenso dal collo in giù, nella parte semicoperta dalla camicia, i lividi erano talmente tanti da sembrare un'unica macchia violacea. Forse c'era scappata anche una costola incrinata: difficile regolare la forza.
Pazienza.
Gaetano lasciò andare la testa che ricadde in avanti. Fece un cenno a Cosimo, mentre continuava a parlare col ragazzo: «Eh, ma non va bene così: fra un po' arriva Enzo, che ti vuole parlare. Non sarebbe carino farsi trovare addormentato, ah?»
Il compagno si mosse verso la porta dove riposava il secchio metallico. Lo prese con due dita e con un movimento fluido tirò il liquido che conteneva in faccia a Marco. Il ragazzo si riscosse, scuotendo la testa ed emettendo un mugolio.
In quello stesso momento nella stanza entrò il Boss.
Tutto si poteva dire di Enzo Botto tranne che fosse un marcantonio: al contrario, se non basso, era sicuramente appena sotto la media, un metro e sessantacinque circa. Cosa faceva una grande differenza non era la dimensione, ma la presenza fisica: aveva una carica magnetica negli occhi azzurri sormontati da folte sopracciglia bianche perennemente aggrottate, che riusciva a fare tremare i polsi, e non solo, a persone molto più grandi di lui. Si intuiva una forza nervosa nel fisico asciutto e muscoloso. Una leggenda diceva che, non troppi anni prima, per punire un suo dipendente che l'aveva tradito, l'aveva costretto a inginocchiarglisi davanti, gli aveva fatto aprire la bocca, gli aveva afferrato i denti inferiori.
E dopo avergli appoggiato un piede sul naso gli aveva strappato la mandibola.
Un uomo che definire “pericoloso” era quanto meno una sottovalutazione.
Gaetano si voltò a guardare il nuovo venuto, lasciandosi scappare un sorriso: «Giusto in tempo, Capo. Il fringuello qui presente si è appena svegliato da un sonno ristoratore, e non vede l'ora di fare due chiacchiere con te. Gli abbiamo lavato la faccia a modo nostro, per cui fossi in te non gli andrei troppo vicino».
Enzo invece si avvicinò e annusò un paio di volte. Guardò verso Gaetano e, senza sorridere, disse: «Sempre a giocare state». Era serissimo, ma in qualche modo si riusciva a sentire una nota di divertimento nella voce.
Schioccò le dita.
Cosimo era grande e grosso, ma sicuramente non stupido: capì al volo e uscì dalla stanza, rientrando pochi secondi dopo con una sedia che posizionò alla giusta distanza davanti a quella dove si trovava Marco. “Giusta distanza” voleva dire abbastanza lontana da evitare colpi di testa della loro vittima, perché la disperazione è una pessima consigliera e può far fare delle fesserie, e abbastanza vicina da permettere a Enzo di guardare bene il suo avversario e, se voleva, divertirsi anche lui un po'.
Il Boss si sedette comodamente e guardò per alcuni lunghissimi secondi il ragazzo. Allertato dal silenzio Marco si riscosse e alzò la testa con qualche sforzo. Anche lui guardò in direzione del suo avversario per alcuni secondi. Poi disse qualcosa quasi senza muovere le labbra.
«Eh?» disse Gaetano piegando la testa.
Anche Enzo non aveva capito e stava per chiedergli di ripetere, quando Cosimo li precedette: «Ha detto “mi hai trovato”».
Enzo si girò prima verso Cosimo guardandolo stupito, poi verso Gaetano, che si limitò a fare spallucce. Scosse la testa divertito come se avesse visto il suo cagnolino preferito fare un nuovo esercizio, e tornò a occuparsi di Marco.
«Era ovvio che ti avrei trovato».
Marco, nonostante le botte, cercava di sopportare lo sguardo di Enzo, sforzandosi di tenere la testa dritta.
Disse qualcos'altro.
Cosimo fu pronto a tradurre: «Ha detto “cosa vuoi?”».
«I miei soldi, mi sembra evidente».
Altro borbottio. «Ha detto “non li ho i tuoi soldi”» disse Cosimo.
«Risposta sbagliata». Enzo fece un cenno a Gaetano, che immediatamente diede un manrovescio a Marco. Il ragazzo si girò e sputò dell'altro sangue.
Poi si girò di nuovo a guardare Enzo.
[center]...non preoccuparti...[/center]
«”So come trovarli”». La traduzione era diventata automatica.
Enzo sogghignò: «E come? Sei un bamboccione viziato che vive alle spalle del paparino, non sai cosa voglia dire lavorare, e quei grani che ti fai con la roba, li fai perché io te li lascio fare. Hai avuto un sacco di tempo per trovarli i miei soldi».
Marco guardò negli occhi Enzo, muovendo appena la bocca come se stesse masticando. Il vecchio boss lo osservò con pazienza, mentre il giovane continuava a muovere lentamente la testa a destra e a sinistra, piegandola con circospezione. Socchiuse gli occhi come se si stesse sforzando. Improvvisamente ebbe uno scatto come se avesse ricevuto una scossa elettrica, accompagnato da un mugolio. Girò la testa di lato e sputò per terra. Nel grumo di sangue e saliva c'era il motivo per cui non riusciva a parlare bene: un incisivo e un canino.
Enzo sorrise: «Hai già cercato di fregarmi una volta. Per quale motivo dovrei crederti?»
Marco chiuse gli occhi e abbassò la testa. La rialzò e disse qualcosa.
«”Sono...” Uhm, non ho capito».
Il giovane guardò verso Cosimo e parlò più lentamente.
L'omone si illuminò: «Ah, “sono stanco”».
Enzo era stupito, e quasi gli scappò una risata: «Stanco? Stanco di cosa, di esser bello? Stanco di essere ricco? - si chinò in avanti - Stanco di essere vivo?»
Marco sostenne ancora lo sguardo di Enzo. Il vecchio malavitoso aveva sostenuto battaglie di nervi molto più complicate di questa. Eppure, c'era qualcosa nel fondo degli occhi velati di Marco che gli smosse qualcosa che credeva sepolto da anni.
...è per una buona causa...

«Ha detto di nuovo ”So come trovarli”».
Enzo si alzò lentamente dalla sedia, mise le mani dietro la schiena e fece un giro completo intorno a Marco, camminando con estrema lentezza; stava soppesando la forza che aveva visto nello sguardo del giovane e cercava di capire se era il tentativo disperato di sfuggire alle botte, oppure se c'era qualcosa di più.
Finito il giro si piazzò di nuovo davanti a Marco, spostando appena la sedia, che venne prontamente tolta di mezzo dal gigante, sempre attentissimo. Osservò il giovane intensamente per diversi secondi. Anche Gaetano e Cosimo, pur abituati ai metodi di Enzo, erano piuttosto nervosi. Poteva succedere di tutto: avrebbe potuto dare l'ordine di sparargli; poteva piazzargli un calcio direttamente alla radice del naso, sfondandogli il cranio. Oppure...
Dopo diversi minuti il Boss si girò, andò verso la porta, mise la mano sulla maniglia e, senza voltarsi, diede un ordine secco: «Ti do ancora tre giorni di tempo e solo perché c'è la domenica di mezzo. Se per martedì alle – guardò l'orologio – dieci non ho i miei soldi, sei morto. Lasciatelo andare».
Avatar utente
overhill
Master TR Player
Master TR Player
Messaggi: 6109
Iscritto il: 29 giugno 2007, 20:56

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da overhill »

Una domanda tecnica agli esperti di fisiologia umana:
Una leggenda diceva che, non troppi anni prima, per punire un suo dipendente che l'aveva tradito, l'aveva costretto a inginocchiarglisi davanti, gli aveva fatto aprire la bocca, gli aveva afferrato i denti inferiori.
E dopo avergli appoggiato un piede sul naso gli aveva strappato la mandibola.
Un uomo che definire “pericoloso” era quanto meno una sottovalutazione.
E' possibile farlo?
Avatar utente
Blu
Site Admin
Site Admin
Messaggi: 26267
Iscritto il: 10 gennaio 2003, 17:30

Re: [Romanzo] Gli Occhi Nel Buio

Messaggio da Blu »

Non so se sia possibile, ma il solo immaginarlo è terrificante [:^]




Golden Reviewer (157 Golden Award)
Rispondi