Lara Croft Tomb Raider: One Last UNTOLD Story

La conclusione della saga Untold!

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Messaggio da Nillc »

In realtà il piano di Hatred è stato già spiegato da lui stesso, quando è (ri)apparso per la prima volta a Lara all'inizio della sua avventura nel Tabularium... solo che, da bravo cattivone qual è, è stato ambiguo e subliminale (e noi, da bravi autori, lo abbiamo aiutato evitando accuratamente di parlarne e focalizzandoci sulle nostre Lare centellinando le sue apparizioni). Tra pochissimo vi sarà chiaro cosa ha in mente di fare, ma quanto alle motivazioni... beh, io penso che esse escano un po' dal romanzo e abbiano a che fare col nostro mondo... ma ne riparliamo a fine pubblicazione :D

PS: Blu, le ultime copertine sono da :shock: urlo




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Pronti per la puntata di oggi? :)


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Capitolo 15- il Ritorno

“In nessuno degli universi che abbiamo visitato abbiamo visto la nostra controparte autoctona” ringhiò l'archeologa, furiosa “Perché le ha rapite tutte lui!”
“Aveva bisogno di metterci contro per avere libero accesso al Centro e raggiungere le altre noi” mormorò la ragazza “oh, sono stata una stupida!”
“Non è il momento di darsi addosso!” la redarguì Lara “siamo ancora qui, perciò siamo ancora in tempo per fermarlo...”
“E come?”
Lara ci pensò un attimo.
“Si sarà sicuramente rintanato in uno dei vari universi” rispose “il problema è capire quale! Abbiamo poco tempo e infiniti mondi, non è possibile esplorarli tutti! Abbiamo bisogno di una... una chiave di ricerca... o qualcosa del genere!”
Del tutto inaspettatamente, stavolta fu la giovane Lara a fare un sorriso saputello.
“Questa, invece, è la parte più facile” disse in tono pratico.
“In che senso?” chiese la donna, stranita.
“Oh, beh... 'il Labirinto e la Chiave sono la stessa cosa', no?” rispose lei “il che significa che tutti questi universi appartengono a noi e a noi soltanto... e Hatred potrà anche avervi avuto accesso, ma solo noi possiamo gestirli”
Detto questo si voltò a guardare i riquadri di nebbia boreale azzurra e allargò le braccia verso l'alto.
“Io sono Lara Croft!” enunciò.

A quelle parole i riquadri di nebbia smisero di aleggiare intorno alle due: si bloccarono a mezz'aria, come congelati, del tutto simili a grossi schermi.
La ragazza mosse un braccio e, come rispondendo a un preciso comando, lo schermo più vicino a lei scivolò nella direzione da lei indicata.
“Fantastico!” rise lei, un'espressione galvanizzata stampata in volto “Ora ci divertiamo!”
La giovane Lara iniziò a mulinare alacremente le braccia, facendo ordine tra i riquadri e passandone in rassegna di volta in volta uno diverso; all'interno vi si potevano scorgere diversi ambienti, alcuni familiari a una delle due, altri del tutto sconosciuti.
“Ed eccolo qua!” gridò infine trionfante: uno dei riquadri più distanti da loro mostrava il tempietto che, chissà quanto tempo prima, in due universi diversi le due Lare avevano oltrepassato per entrare nel Labirinto.
“Già” disse la Lara grande “ma come lo raggiungiamo?”
“Come vuoi che lo si raggiunga?” rispose sardonica l'altra “come abbiamo sempre fatto: creandoci un percorso”.
Batté le mani e i riquadri si disposero in fila indiana, formando una specie di tunnel luminoso all'estremità del quale c'era il loro traguardo.
“È stato... è stato... è stato...” balbettò Lara in direzione della sua controparte giovane “Oh, insomma: sei stata grandiosa!”
“Ho avuto una buona maestra” le strizzò l'occhio la ragazza “e ora, in sella... però stavolta guido io!”
Le due montarono sulla Ducati a posti invertiti rispetto a prima, e partirono rombando in direzione del primo riquadro.

Una volta superato il primo banco di nebbia azzurrognola, POOF! Le due si trovarono in un bellissimo ambiente egiziano, con un piccolo obelisco di fianco a una sfinge; incontrarono un altro riquadro di nebbia, e POOF! Eccole correre sul fondo del mare, di fronte all'imponente relitto di una nave spezzata in due; prima che esaurissero la loro riserva d'aria l'aurora boreale le investì e POOF! Si ritrovarono a Londra, sui tetti della Cattedrale di St. Paul, dai quali si gettarono in corsa per tuffarsi in una nebbia che si distingueva da quelle londinesi per il colore blu. POOF! In Cambogia, nel Tempio di Angkor Wat; POOF! In un'isola scozzese dall'aspetto inquietante; POOF! In una Praga nevosa e tetra; POOF! Un altare di pietra nel sole thailandese; POOF! Di nuovo l'Egitto, ma meno stilizzato; POOF! Un campo da gioco messicano.
“Sento che ci stiamo avvicinando!” disse la Lara giovane nel passare velocemente oltre le lamiere di Yamatai e sui tetti di una bellissima città sepolta sotto un ghiacciaio; mentre oltrepassavano gli universi avevano avuto modo di vedere moltissimi altri riquadri, ciascuno dei quali conteneva un altro possibile universo (una cittadella persiana, l'Abbazia di San Galgano, le sorgenti del Nilo, perfino quella che sembrava un'astronave) ma, per quanto ammalianti fossero, avevano semplicemente tirato dritto: avevano una missione da compiere, e quella era la via più diretta per raggiungere Hatred.
Un altro POOF e la moto sfrecciò nuovamente nel Tabularium, che però sembrava essersi deformato durante l'assenza di ciascuna Lara: le file di scaffali si erano disposte in angoli strani, quasi a formare una foresta ostile e tenebrosa, creando ombre e giochi di luci intimidatori. Il Tempietto si trovava al centro di un profondissimo fossato.
La giovane Lara fermò la moto proprio sul ciglio.
“È troppo distante” mormorò.
“Ce la faremo” la incoraggiò l'altra; le due si guardarono e si annuirono l'un l'altra; la moto rombò, tornò indietro per prendere la rincorsa e poi si lanciò a tutta velocità verso il fossato.

Il tempo sembrò rallentare.
La moto descrisse una parabola verso l'alto, rimase un attimo in stallo e poi cominciò a cadere quando la sponda opposta sembrava ancora molto, troppo lontana.
D'istinto ognuna delle due Lara scattò in avanti, facendo leva sulle pedane per darsi lo slancio in avanti; istanti dopo la moto precipitò nel burrone, mentre le due continuavano a volare.
La giovane Lara toccò bruscamente terra e rotolò in avanti.
“Wow, che bel volo” disse, spolverandosi e controllando le escoriazioni che si era procurata “ce la siamo vista brutta, eh?”
Ma nessuno le rispose. Si voltò di scatto e si rese conto di essere sola.
Col cuore in gola corse al ciglio del burrone e vide la sua altra lei appesa per una mano.
“LARA!” gridò correndo in suo soccorso.
“È la prima volta... che mi chiami per nome...” osservò l'archeologa, lottando per rimanere aggrappata; l'altra la ignorò e afferrò la sua mano, iniziando a tirarla su. La donna fu presto in grado di mettere le braccia sulla terraferma, ma proprio mentre la ragazza tirava un sospiro di sollievo sentì la terra smottare sotto i suoi piedi.
Il terreno franò; la Lara grande fu tirata nuovamente indietro, seguita dalla giovane che riuscì ad ancorarsi con una mano al ciglio del burrone e contemporaneamente ad afferrare l'altra, impedendole di cadere.
Le due dondolavano pericolosamente sospese sul ciglio del baratro; la Lara giovane sentiva scivolare tanto la presa sul bordo quanto quella sulla mano dell'altra.
“Non ce la faccio...” sibilò.
“Lasciami andare” disse risoluta la donna.
“No!” urlò di rimando la ragazza.
“Fallo!” le ordinò l'archeologa “meglio che se ne sacrifichi una sola, per salvarle tutte!”
La Lara giovane sentì la presa cedere ancora di più; lasciare l'altra avrebbe significato potersi aggrappare con l'altra mano e riuscire a risalire...
Si voltò verso di lei.
I loro occhi si incontrarono, terrificati quelli della Lara ragazza e serenamente risoluti quelli della Lara donna.
Successe tutto in un attimo.
La donna aprì la mano a ventaglio e lasciò la presa, venendo risucchiata dal buio del burrone senza un grido, tenendo gli occhi fissi in quelli della ragazza.
Anche l'altra non riuscì a gridare, agghiacciata da quanto stava succedendo: Lara Croft, la grande archeologa, la sua controparte di un altro universo stava precipitando verso la sua fine, sacrificandosi perché lei potesse andare avanti.

Lara si issò sulla terraferma, le guance rigate da lacrime di rabbia orgogliosa.
Quell'avventura assurda in cui si era ritrovata senza nemmeno volerlo le aveva inaspettatamente insegnato tanto: si era confrontata con parti di se stessa che non conosceva, aveva scoperto dentro di sé una forza e una determinazione che fino ad allora aveva usato solo a livello istintivo; si era scontrata contro nemici che prima avrebbe solo potuto immaginare, si era dimostrata l'unica che potesse batterli; aveva compreso che la realtà poteva essere molto più complessa di quanto lei credesse, ma che lei era comunque in grado di farvi fronte.
Perché lei era Lara Croft.
Non era mai stata così fiera di esserlo prima di aver conosciuto l'altra Lara.
E ora lei si era sacrificata in suo favore...
Un pensiero paralizzante le attraversò la mente: Plinio.
Possibile che a lui fosse capitata la stessa cosa? Plinio il Vecchio si era sacrificato perché Plinio il Giovane potesse andare avanti, prendere il suo posto, portare avanti la sua gloria e proteggere il Tabularium?
Probabile, si disse... ma escludeva assolutamente che i due Plinii avessero percorso i loro possibili universi a bordo di una Ducati Monster.
Scoppiò a ridere e istintivamente cercò la complicità della sua epigone, ma quando non la trovò l'allegria di quel pensiero scomparve di colpo com'era venuta.
Sbuffò e si asciugò le lacrime, poi si rialzò in piedi e guardò il tempietto con un'espressione di sfida.
Aveva una missione da portare a termine.


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Riuscirà Lara a portare a termine la sua missione? Scopriamolo insieme LUNEDI' prossimo nell'inizio di climax di OLUS... e non dimenticate di connettervi VENERDI' per il making of! Solo qui su ASP.com!





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Messaggio da Nillc »

Making of 8_ Capitoli 14 e 15


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Siete rimasti spiazzati dalla conclusione di questi due capitoli? Beh, ne avete ben donde, ma non è di questo che parleremo nel presente making of, in primis perché siamo nella parte finale del romanzo e devono accadere ancora molte cose e molti colpi di scena, e poi perché sapete che siamo cattivissimi... così cattivi che abbiamo deciso di dividere quello che originariamente era un unico, lunghissimo capitolo in due più piccoli. Principalmente le ragioni sono pratiche: temevamo che un capitolo lungo quasi il doppio di tutti gli altri avrebbe avuto una leggibilità peggiore... e poi, vuoi mettere il piacere di una pausa di cinque giorni dopo un cliffhanger del genere? :D

Il capitolo 14 è stato divertentissimo da scrivere, principalmente perché rielabora quella che era l'idea originaria per il romanzo. All'inizio, infatti, volevamo che Lara si trovasse a fronteggiare non la sola Lara del reboot, ma TUTTE le sue varie versioni, con ciascuna delle quali avrebbe condiviso una o più scene ambientate nei vari universi. L'idea ci piaceva talmente tanto che Over era arrivato a dire di creare addirittura interi romanzi, ognuno dei quali dedicato al rapporto tra Lara e la sua "versione alternativa"! Ci siamo però resi conto subito che, a parte la complessità del lavoro che un progetto del genere avrebbe richiesto, probabilmente saremmo stati pronti col primo romanzo della serie per il... ventennale di Untold! E poi ci saremmo comunque allontanati molto dal messaggio che volevamo dare con questo romanzo. Così l'idea delle multi-Lara e dei rispettivi universi è stata accantonata... salvo poi riemergere quando si è trattato di capire cosa ci sarebbe stato al centro del Labirinto. Capiremo presto che fine hanno fatto tutte le Lare scomparse... per il momento divertitevi a riconoscere i vari universi ed enumerarli, anche qui se volete.

Perché alla fine abbiamo deciso di usare la sola Lara Croft del reboot come comprimaria ve lo diremo in uno dei prossimi making of; a questo punto, però, i tempi sono maturi per qualche considerazione. Nel precedente making of abbiamo detto come ci siamo basati, per il rapporto tra le Lare, su quello di due sorelle; vi siete però resi conto che nel complesso gioco di interazioni tra le nostre eroine, tutto è stato studiato in modo che venissero evidenziate le differenze tra loro, in maniera quasi subliminale? Di più: volevamo che ciascuna fosse infastidita da quelle dell'altra, non tanto per una questione di gap generazionale, quanto perché ognuna vede se stessa nell'altra anche prima di sapere che in effetti è proprio così. Così la Lara "adulta" vede male l'arco e la poca dimestichezza dell'altra con pulsanti e chiavi, la Lara "giovane" odia invece le pistole e l'approccio "acrobatico".

Leggendo la scena finale del capitolo 15 avete provato un déjà-vu? Beh, vi posso dire che in effetti si tratta di un omaggio a una scena quasi identica inserita in un bellissimo film di qualche anno fa. Riuscite a indovinare quale? :)




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Messaggio da Nillc »

Buondì :) Con quello di oggi mancano tre capitoli alla fine di OLUS... pertanto li leggerete tutti questa settimana, oggi, mercoledì e venerdì :) Seguirà un ultimo making of :)
Andiamo avanti con la puntata di oggi!


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Capitolo 16- La Verità

Lara si diresse verso il tempietto con passi lenti ma decisi.
Arrivata sulla soglia osservò per un attimo l'oscurità che ne trasudava. I momenti di luce, nel corso di quel viaggio tremendo, erano stati ben pochi: il Labirinto era formato più che altro da zone d'ombra.
Era giunto il momento di portare definitivamente la luce.
Inspirò profondamente e varcò l'ingresso.

La ragazza ebbe la sensazione di trovarsi all'interno di un immenso diamante dello stesso colore dei portali per gli altri universi; la sua sagoma era riflessa infinite volte dalla miriade di facce disposte tutto intorno in modo assolutamente irregolare, inframmezzate da una sostanza scura e vischiosa che sembrava colare da tutte le parti. Il silenzio era perfetto, ma la ragazza poteva scorgere strane ombre e sagome che parevano aggirarsi tetre per tutta l'area.
“Oh, che sorpresa” disse improvvisamente qualcuno, e Lara sobbalzò “una delle due Lady Croft...”
La voce gracchiante e fumosa era quella di Hatred. Lara si guardò freneticamente intorno alla ricerca del suo nemico, ma non riusciva a individuarlo.
“Fatti vedere, farabutto!” ululò. L'altro rise malvagio.
Un attimo dopo la strana sostanza che sporcava l'ambiente iniziò a dilatarsi e ribollire, per poi prendere a scorrere come una rete di densi torrentelli convergenti verso il centro della stanza, a pochi passi da Lara.
Qui la sostanza si gonfiò e solidificò, assumendo una forma vagamente umana nella quale si potevano riconoscere le fattezze di Hatred, un Hatred più grosso e deforme rispetto a prima, dall'aspetto decisamente più crudele e pericoloso.
Bonsoir” salutò con parodistica gentilezza “ti chiedo scusa, milady, ma non aspettavo un'ospite di riguardo come te...”
“Ah, no?” fece Lara sprezzante.
“In effetti, Lady Croft, no. Mi aspettavo che tu e quell'altra vi faceste fuori a vicenda, mentre io portavo a termine il mio piano... evidentemente tu devi essere risultata quella più forte...”
“Non è così!” gridò la ragazza furente, ma lui sembrò non udirla nemmeno.
“Ad ogni modo, questo non cambia nulla” spiegò sardonico “Anzi, mi farà piacere avere del pubblico... pubblico che poi schiaccerò come una formica alla fine, beninteso...”
Lara ringhiò e si lanciò contro di lui, ma invece di travolgerlo ci passò attraverso e cadde pesantemente al suolo. L'essere immondo alle sue spalle rise.
“Maledetto!” imprecò la ragazza rialzandosi “giuro che te la farò pagare, fosse l'ultima cosa che faccio!”
“Ah! Povera ingenua” rise più forte Hatred “credi ancora di poter vincere, Lady Croft? No... tu non puoi più fare nulla per fermarmi, ormai... perché io ho già vinto....”
E così dicendo allargò le braccia a indicare l'ambiente circostante.
La sostanza che macchiava l'intero ambiente, quasi fosse una propaggine dell'uomo, si rapprese e ritrasse; la luce tornò a baluginare per un po', e Lara strinse gli occhi per vedere meglio le migliaia e migliaia di cellette che componevano lo strano alveare di cristallo.
Quando comprese, sentì il cuore piombarle sotto lo stomaco.
Le sagome che vedeva in ciascuna delle facce del poliedro non erano suoi riflessi, ma le infinite altre Lara Croft che Hatred aveva fatto prigioniere.

C'erano moltissime Lare che somigliavano a quella precipitata nel burrone, ma erano vestite in maniera diversa o avevano lineamenti lievemente diversi; alcune erano decisamente più giovani e portavano non una treccia o una coda di cavallo, ma due codini. C'era una Lara spigolosa e abbozzata come un origami; un'altra bidimensionale, vista di lato, e un altro paio che parevano inquadrate dall'alto; ce n'era una ferma e coi colori accesi di un quadro, e una più realistica con il body nero. Addirittura in alcune celle non c'era una donna, ma un uomo; quasi nessuna somigliava invece alla Lara che ora fronteggiava Hatred.
Tutte quante sembravano essere alle prese col vano tentativo di liberarsi dalla loro prigione.
“Una volta che mi avete dato accesso ai vostri universi” spiegò Hatred “è stato facilissimo catturare tutte le possibili Lara Croft... e adesso sarà ancora più facile distruggerle! Sta' a guardare”
L'uomo sollevò un braccio e strinse la mano a pugno; le propaggini di sostanza densa che irradiavano da lui sembrarono rinvigorirsi a quel gesto e invasero nuovamente le celle, coprendone una superficie maggiore. Il bagliore azzurro dell'intero ambiente si attenuò.
Lara inorridì.
“Tra poco rimarrai la sola Lara Croft in vita” annunciò placido Hatred “e allora io sarò troppo potente perché tu possa battermi”
“... Lo credi davvero?” disse la ragazza.
L'uomo inarcò una sopracciglia, vagamente infastidito dal suo atteggiamento.
“Sì, davvero” cantilenò soave “senza alcuna Lara Croft tra i piedi sarò libero di prendermi tutto il potere che desidero...”
“Sei davvero uno stupido, Hatred” ridacchiò Lara.
Stavolta la sua chiosa lo irritò decisamente.
“Bada a come parli” la minacciò “non ci perdo nulla a fulminarti qua, seduta stante! Sei solo un moscerino, una robina fastidiosa che posso schiacciare come e quando voglio!”
“Ed è qui che ti sbagli” disse Lara “Tu hai ordito tutto questo piano assurdamente complesso per sbarazzarti di me in maniera definitiva. Hai speso tempo, risorse e potere per portarlo a termine, e devo ammettere che ci sei quasi riuscito” e indicò i suoi prigionieri. L'uomo la guardò sbigottito.
“Ma stai dando poco peso a una cosa fondamentale” proseguì lei “tu credevi che io e... sì, insomma, l'altra me stessa... ci distruggessimo a vicenda... hai pensato che io fossi l'unica a poterlo fare, a poter fermare me stessa. Poco tempo fa ti avrei dato ragione... ma adesso devo dirti che ti sbagli... e la prova sono io, la mia presenza qui, che tu non avevi nemmeno lontanamente previsto”.
Hatred sembrò rendersi conto solo in quel momento della falla nel suo piano; per un secondo trattenne il fiato e sbarrò gli occhi, ma un attimo dopo riprese la sua solita sicumera.
“Non è poi così grave” disse “alla fine una Lara è sopravvissuta, è vero... ma al prezzo della vita dell'altra... sei stata tu a distruggerla, no?”
“Errore” scosse la testa la ragazza “l'altra Lara si è sacrificata perché io potessi sopravvivere, perché venissi qui a prenderti a calci in culo... c'è una bella differenza”.
Hatred apparve sconvolto.
“Ma io sto per distruggere...”
“Ma non hai capito nulla, pezzo di cretino?” lo interruppe Lara, con veemenza “Tutta questa storia a te non ha insegnato proprio niente... ma a me ha fatto capire tante cose. Ho viaggiato in tutti gli universi in cui vivo...ho conosciuto almeno un'altra me, ma soprattutto me stessa... e ho capito una cosa... in qualsiasi universo, in qualsiasi modo tu ci possa provare... Lara Croft non può essere distrutta!”
In quella accadde una cosa che né Lara né Hatred si aspettavano: l'intero ambiente prese a vibrare come una campana appena percossa; la luce azzurra irradiata dalle facce del poliedro sembrò trarre forza da quella vibrazione e prese a palpitare sempre più velocemente, sempre più forte, fino a esplodere in un fulgore accecante. La sostanza nera che invadeva le celle ne fu investita in pieno e sembrò corrodersi fino a lasciarle libere.
L'ombra fu cacciata via dalla luce.

Il volto di Hatred si deformò in una maschera di terrore che lo rendeva ancora più grottesco e inumano: sembrava non esser fatto per poter provare un simile sentimento, né per essere esposto a tutto quel bagliore.
“Che cosa... cosa hai fatto?” gemette, voltandosi di scatto a guardare Lara.
“Io nulla” rispose lei serafica “è solo la dimostrazione che quello che ho detto è...”
Lara riuscì appena a terminare la frase che si sentì afferrare per la gola dalla manona di Hatred. Il nemico la sollevò in aria e strinse forte le dita attorno alla sua carotide; la guardò con occhi furibondi, infiammati d'odio puro, senza un briciolo d'umanità nei lineamenti.
“E va bene, piccola intrigante” tossì, mentre Lara si dibatteva “ho dato anche troppa attenzione alle tue pedanterie. Tutte baggianate. L'unica cosa certa è che in qualsiasi universo tu esista, sei sempre e comunque una piaga per il sottoscritto. E visto che proprio ci tieni, adesso ti mostrerò com'è facile distruggere una Lara Croft... e anche tutte le altre”.
E strinse ancora più forte.
La ragazza sentì le forze venirle meno; la vista le si annebbiava mentre il corpo andava in debito d'ossigeno; il volto ferino di Hatred iniziò a sfumare in una macchia grigionera...
Non è possibile... pensò, in un estremo scampolo di lucidità, non posso fallire... non può distruggermi così...
“Non così in fretta!”
Hatred fu colto talmente alla sprovvista che quando quel gancio gli piovve sulla guancia non riuscì a rendersi incorporeo e fu costretto a incassarlo malamente. Lasciò andare la presa sul collo di Lara, la quale crollò per terra sputacchiando e tossendo.
Due paia di occhi lacrimanti, uno di Hatred e l'altro di Lara, inquadrarono nella luce baluginante la sagoma della persona che aveva tirato il pugno: era una donna alta, flessuosa e con i capelli raccolti in una treccia.
Lara Croft.

“Tu?” ringhiò Hatred nel riconoscere la sua nemica “pensavo che fossi morta!”
“Non l'hai sentita?” rispose lei indicando la ragazza ginocchioni “lo ha detto chiaramente: non possiamo essere distrutte. Men che meno da te e dai tuoi stupidi intrighi”
La Lara giovane si rimise in piedi a fatica, dolorante e con lividi sul collo, ma felice di vedere la sua controparte adulta sana e salva.
“Stai bene?” le chiese seria quella.
“Tra poco starò meglio” rispose lei con voce rauca, occhieggiando livorosa in direzione di Hatred.
“Già” convenne l'altra “è davvero arrivato il momento di finirla”.
Hatred si rimise in piedi; gran parte della baldanza di poco prima sembrava essere sparita, e anche il suo aspetto sembrava essersi fatto meno minaccioso; nondimeno rise rauco e arrogante come sempre.
“Siete solo due idiote” ringhiò “credete di potermi battere così, voi due da sole... ma non sapete che anche io, in realtà, posso essere tanti... un gruppo, un reggimento, un esercito di me... e tutti in un solo universo!”
Dette queste parole socchiuse gli occhi e si concentrò; improvvisamente sembrò che una quantità immane di specchi invisibili si muovesse alle sue spalle: le donne videro la sua immagine dividersi, deformarsi e moltiplicarsi a dismisura.
In pochi istanti lo spazio fu invaso da una miriade, un plotone, un'infinità di Hatred identici tra loro, disposti a plotone alle spalle di quello originale. Aprirono gli occhi simultaneamente, fissando le Lare con la medesima espressione folle sul volto.

“Che ne pensi, Lady Croft?” cantilenò l'uomo “non pensavo di dovermi spingere a tanto, ma ora è sicuro che non avrai più scampo...”
Ma, con sua gran sorpresa, le due archeologhe erano rimaste impassibili: osservavano lo spettacolo con vago interesse, quasi annoiate, irriverentemente sicure di sé.
“Cosa ne penso?” disse la Lara adulta “Penso che tu abbia appena commesso una delle più stupide mosse della tua vita...”
“... E non si può certo dire che siano state poche” concluse furbescamente la Lara giovane.
Nel sentire quell'insolenza Hatred si incollerì, e come lui tutte le sue innumerevoli copie; il loro ruggito si levò nell'aria facendo vibrare le pareti cristalline che circondavano l'ambiente.
“Osi ancora prenderti gioco di me?” gridò Hatred “Non hai ancora capito che stai per vederti piombare addosso tutto l'odio del mondo?
“Corretto” sentenziò atona l'archeologa “Ma so anche una cosa che tu non sai, e che determinerà la tua sconfitta” e così dicendo si voltò a guardare la sua compagna più giovane.
“Tu pensi” proseguì quella “che l'odio, il male o qualsiasi cosa di negativo esista nel mondo si possa moltiplicare per se stesso e amplificare a dismisura, utilizzarlo per distruggere, fare del male e trarne vantaggio... ma non è così. Moltiplicando l'odio per se stesso non si ottiene nulla se non altro odio”.
L'esercito di Hatred taceva, i volti contratti nel tentativo di contenere l'esplosione della loro furia.
“E allora?” sibilò l'uomo, visibilmente tremante di rabbia “avete appena ammesso che l'odio è l'elemento più forte dell'universo... anzi, di tutti gli universi... lo avete visto, posso trascenderli e invaderli a mio piacimento, posso...”
“Oh, santa miseria, ma proprio non lo capisci?” lo interruppe esasperata Lara “tu sei uno solo, agisci da solo e per quanti altri te ci possano essere, tu sei sempre e comunque da solo! Le cose buone, il bene, invece...”
Un urlo belluino interruppe il discorso di Lara: la furia di Hatred era deflagrata, e la sua compagine fece per lanciarsi contro le due donne, con la chiara intenzione di distruggerle con quanta più violenza possibile.
Ma in quel preciso istante accadde qualcosa di sensazionale.
Con un assordante rumore di vetri infranti l'incommensurabile poliedro andò in pezzi, cedendo il posto a un infinito spazio di luce pura; le prigioniere degli altri universi furono improvvisamente liberate dalle loro celle e cadde come al rallentatore, con un grido di battaglia ancora più forte del primo.
Sull'esercito di Hatred piombò una pioggia di persone feroci e determinate, combattive ed energiche, coi denti digrignati e la selvaggia, dolceamara gioia di chi lotta per sopravvivere.
Una pioggia di Lara Croft.

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Si prospetta una grandiosa battaglia finale! Appuntamento MERCOLEDI' solo qui, in esclusiva su ASP.com :)





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Messaggio da Blu »

Nillc ha scritto:
05 marzo 2018, 08:06
Una pioggia di Lara Croft.
Una scena d film :D
Nillc ha scritto:
26 febbraio 2018, 17:54
PS: Blu, le ultime copertine sono da :shock: urlo
Sono contenta che ti piacciano :oops: :D
Nillc ha scritto:
02 marzo 2018, 08:50
Il capitolo 14 è stato divertentissimo da scrivere, principalmente perché rielabora quella che era l'idea originaria per il romanzo. All'inizio, infatti, volevamo che Lara si trovasse a fronteggiare non la sola Lara del reboot, ma TUTTE le sue varie versioni, con ciascuna delle quali avrebbe condiviso una o più scene ambientate nei vari universi. L'idea ci piaceva talmente tanto che Over era arrivato a dire di creare addirittura interi romanzi, ognuno dei quali dedicato al rapporto tra Lara e la sua "versione alternativa"! Ci siamo però resi conto subito che, a parte la complessità del lavoro che un progetto del genere avrebbe richiesto, probabilmente saremmo stati pronti col primo romanzo della serie per il... ventennale di Untold!
Che idea strepitosa :love: , un peccato che il tempo sia tiranno, perché sarebbe stato straordinario leggerli tutti :D
Nillc ha scritto:
02 marzo 2018, 08:50
Leggendo la scena finale del capitolo 15 avete provato un déjà-vu? Beh, vi posso dire che in effetti si tratta di un omaggio a una scena quasi identica inserita in un bellissimo film di qualche anno fa. Riuscite a indovinare quale? :)
Quando l'ho letta ho avuto la netta sensazione di averla proprio vista, ma non riesco a ricordare dove.. :mumble:




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Messaggio da Nillc »

Lo scoprirai, Blu :D per ora, con un po' di tristezza, accingiamoci a leggere l'ultimo capitolo ufficiale di OLUS, con un titolo molto emblematico...


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Capitolo 17- La Fine

Fu il caos.
Ciascuna delle migliaia di Lare iniziò a combattere contro uno degli Hatred, utilizzando qualsiasi arma avesse a disposizione: quasi sempre si trattava di una coppia di pistole, ma c'era anche chi si batteva a mani nude con mosse di kung-fu, chi adoperava un bazooka, una mitragliatrice, un lanciagranate. C'era perfino chi si batteva all'arma bianca, brandendo spade, lance e pugnali.
Gli Hatred, sconvolti da quel sorprendente attacco, cercarono di reagire, ma la furia delle Lara Croft era incontenibile. A molte di esse bastarono pochissimi colpi ben assestati per distruggere il proprio nemico, che una volta annientato si dissolveva in una scia di fumo nero.
Mentre i due eserciti si fronteggiavano, l'Hatred originale ne approfittò per scappare confondendosi nella folla delle sue copie; le due Lare che aveva imprudentemente scelto per il suo folle piano se ne accorsero e si lanciarono al suo inseguimento.
A un certo punto, tuttavia, videro due Hatred fuggire in direzioni diverse, senza capire quale fosse quello che cercavano loro.
“Dividiamoci!” gridò la Lara adulta a quella giovane, e ciascuna seguì uno dei due.
La Lara adulta si fece largo nella calca, scansò fendenti e pugni, saltò in avanti per evitare di venire travolta da un corpo nero che crollava, eseguì una scivolata per schivare una raffica di proiettili, sempre mantenendo lo sguardo fisso sulla sua preda.
Dopo una corsa estenuante la massa di corpi in azione si diradò, rendendo più semplice la ricerca; istanti dopo Lara si trovò a rincorrere Hatred in uno spazio vuoto: si erano lasciati la battaglia alle spalle.
Quando fu a una distanza adeguata, l'archeologa spiccò un balzo in avanti e placcò il suo nemico.
I due caracollarono a terra, Lara a peso morto su Hatred; l'uomo tentò di divincolarsi, ma lei fu più svelta: gli afferrò il collo con entrambe le mani e, con un ruggito leonino, lo torse con tutta la forza che poteva.
La donna udì un sonoro crack; l'uomo emise un gemito strozzato e poi smise di muoversi, un attimo prima di dissolversi in una puzzolente nube di fumo nero.
Lara rimase un attimo ferma, quasi incredula; poi si sciolse in un'esultanza selvaggia, e il suo grido fu quello di tutte le altre se stesse di tutti gli universi.
L'esercito di Hatred era stato decimato.
Lara Croft aveva vinto.

Lara si aggirava tra le altre Lare esultanti alla ricerca di quella che era stata la sua compagna lungo tutto quell'incredibile avventura; alcune la abbracciarono, altre le chiesero di battere cinque, altre ancora piangevano di gioia.
Pian piano, tuttavia, la sua gioia iniziò a scemare, sostituita gradualmente da un'ansia crescente.
Dov'era l'altra Lara? L'ultima volta l'aveva vista correre dietro all'altra copia di Hatred... cosa le era successo? Perché sembrava non essere tra tutte le altre?
L'inquietudine si fece via via più opprimente. La luce accecante di quel non-luogo iniziò a renderle fioca la vista, le grida felici divennero una massa indistinta di suoni cui di colpo iniziò a far da contrappunto una nota stonata di tetraggine e oscurità.
L'archeologa fece appello a tutte la sua presenza di spirito: drizzò le orecchie e avanzò fendendo la moltitudine sgomitando e spintonando, seguendo l'unico tra tutti i suoni a non parlare di felicità e tripudio.
Man mano che vi si avvicinava, riconobbe in esso una risata malvagia.
Col cuore a mille continuò ad avanzare finché, nel mare di body acquamarina, giubbotti e scafandri multicolore vide una zona d'ombra, una sagoma massiccia che si nascondeva dietro una figura familiare e accogliente.
Ci mise un attimo a mettere a fuoco, e quando ci riuscì trasalì dallo sgomento.
In mezzo alla folla delle sue sosia c'era Hatred sano e salvo, in piedi, noncurante dell'esultanza generale; tra le sue braccia, quasi a farsi scudo con il suo corpo esanime, c'era la Lara giovane, svenuta.

“LASCIALA SUBITO!” gridò Lara in un misto di rabbia e terrore, e il suo urlo zittì tutto il giubilo attorno a lei; d'istinto le altre Lare corsero lontano, formando attorno a lei e a Hatred un vuoto dal vasto diametro; alcune, nel vedere la situazione, corsero indietro in soccorso.
“Ferme!” intimò loro Lara, temendo che Hatred potesse fare del male alla sua amica.
“Tutta la tua spavalderia è sparita, eh, Lady Croft?” ridacchiò l'uomo “non è mica così facile farmi fuori...”
“Se osi farle del male, io...” ringhiò Lara.
“ 'Tu' cosa, insulsa donnetta?” Hatred non sorrideva più “pensavi di aver capito tutto di me, eh? Mi stavi anche facendo la lezioncina morale, poco fa... tutte cretinate. Tu dici di non poter essere distrutta, eh? Va bene, ci sto. Ma nemmeno io posso essere distrutto. Puoi annientarmi momentaneamente, puoi annichilirmi... ma non sconfiggermi definitivamente”.
Hatred aveva la voce tremante e il suo corpo era scosso da improvvisi sussulti; il suo volto era più deforme e brutto del solito, e la sua intera figura emanava oscurità tutto intorno.
“Vuoi che ti dica che hai vinto?” proseguì dopo una pausa, con la voce resa acuta dall'isteria “d'accordo, hai vinto. Ma nessuna vittoria viene senza un prezzo da pagare... quindi mi prenderò la vita di questa ragazzina”
E diede uno scossone alla giovane Lara, che si destò e, dopo qualche istante di smarrimento, comprese la situazione.
“Lara, non...” tentò di gridare, ma l'uomo strinse più forte il braccio attorno al suo collo.
“Lasciala stare” disse di nuovo Lara “Prendi me, in cambio... in fondo io e te ci conosciamo da più tempo...” le altre furono nuovamente smosse da un sussulto, ma lei alzò le mani in loro direzione per invitarle ad attendere.
“Eroica fino in fondo, eh?” cantilenò l'uomo “per me uccidere una Lara o un'altra è lo stesso... se proprio ci tieni....”
E così dicendo mollò di colpo la ragazza, che cadde pesantemente al suolo, tossicchiando.
“Ecco fatto” disse l'uomo “ora stai ai patti... e non tentare scherzi”
L'archeologa annuì e avanzò verso di lui.
“Lara, no!” gridò la sua compagna disperata, ma lei scosse dolcemente la testa e proseguì.
Giunta al cospetto dell'uomo si fermò; lui la sovrastava di trenta centimetri buoni, e lei sostenne il suo sguardo illuminato da una gioia perversa.
“Sai” gli disse infine “Ho spesso immaginato come sarebbe stata la mia fine... ultimamente è capitato spesso, peraltro... e comunque sapevo che prima o poi sarebbe giunta la mia ora”.
L'uomo era sempre più compiaciuto; levò una mano in sua direzione, quasi a volerla afferrare....

“Beh, forse non è ancora il momento”.

Mentre Lara sollevava il braccio sentì una pistola formarsi nella sua mano, non una qualsiasi ma un'arma incorporea e scintillante, fatta di luce pura, che lei puntò contro il petto di Hatred.
Questi ebbe appena il tempo di rendersene conto: tre colpi riecheggiarono nel nulla, e lui cadde all'indietro, lasciando nell'aria una scia di liquido nero.
Lara avanzò tranquilla verso l'uomo tremebondo ai suoi piedi.
“Mi hai... ingannato!” tossì quello.
“Anche tu” gli rispose lei soave.
Lui la guardò con livore; poi, inaspettatamente, sorrise.
“Sai che non potrai vincere sempre, vero?” le sussurrò “Né tu... né tutte le altre...”
“Forse” sorrise la donna “Ma questo non significa che mi arrenderò prima di arrivare a quel giorno. Fino ad allora... levati dalle scatole”.
Hatred sostenne il suo sguardo, le guance gonfie di sangue e di parole trattenute; poi ripiegò la testa all'indietro e si dissolse in fumo nero, più denso di quello degli altri Hatred.

Tutte le Lara Croft esplosero di nuovo in manifestazioni di gioia, se possibile più forti e grandi di prima; la giovane Lara si gettò al collo di quella adulta, e le due rimasero per lunghi istanti abbracciate strette.
“Tornerà, vero?” chiesa mesta la ragazza una volta che si furono sciolte.
“Sì” confermò l'altra “non subito e non in questa forma, probabilmente... ma tornerà. Per te, per me, per tutte loro. E non potremo averla sempre vinta. Ma fino ad allora...”
E sollevò la pistola, la caricò e gliela porse. La ragazza la accettò commossa; aprì la bocca per dire qualcosa, quando accadde qualcosa.
Nel mezzo della pura luce emanata dallo spazio immenso in cui si trovavano esplosero dei lampi, quasi dei fuochi d'artificio di tutti i colori; in essi le due Lare riconobbero i portali per gli altri universi.
Era tempo di tornare a casa.

Ciascuna delle Lara Croft presenti saltò dentro il proprio portale dopo aver salutato tutte le altre; ci furono risate, sorrisi e lacrime finché non rimasero solo le due Lare da cui tutto era partito, in piedi di fronte a due portali.
“Questo dev'essere il mio” sentenziò la Lara adulta sentendo un palpito del suo cuore di fronte a quello di destra: istintivamente vi riconosceva casa sua.
“E questo il mio” mormorò tristemente l'altra, cui doveva essere capitata la stessa cosa.
Le due rimasero a guardarsi per qualche minuto, incapaci di trovare qualcosa da dire.
“Senti...” disse infine la ragazza “Ma... secondo te... Plinio il Vecchio si è sacrificato per salvare il Giovane? Insomma... come stava per succedere a... noi”
“Molto probabile” confermò l'altra “Poi l'uno ha capito l'entità del sacrificio dell'altro e ha deciso di andare ad abitare nell'universo di quest'ultimo... per continuare a proteggere il segreto del Labirinto, credo...”
“Beh, questa volta è andata in maniera diversa” sorrise la ragazza.
“E meno male... Non avrei sopportato di passare alla storia come 'Lara la Vecchia'!”
Le due risero.
“Però credo che Plinio sia andato in un universo non suo... anche per tener viva la memoria del suo alter ego, non credi?” aggiunse la ragazza “Non può ridursi tutto alla sola volontà di proteggere il Tabularium...”
“Uhm, non ci avevo pensato, ma credo proprio tu abbia ragione. E a proposito.... non abbiamo mica capito perché lo abbiano chiamato così, no? Se non ci sono tabulae...”
“Magari lo scopriremo, un giorno o l'altro...”
“Certo, sarebbe bello farlo insieme...”
“Già....” sul volto della giovane Lara il sorriso svanì improvvisamente “Dimmi una cosa... noi non ci vedremo più, vero?”
Un velo di tristezza calò sulle due donne.
“Beh, chissà” esclamò infine la Lara adulta, con uno sprazzo improvviso di allegria “del resto, chi avrebbe mai immaginato che ci saremmo mai incontrate? Ci vorrebbe proprio tanta fantasia!”
L'altra sorrise di rimando e annuì tristemente, gli occhi lucidi; poi, senza dire altro, si diresse verso il suo portale. Quando fu sulla soglia, si voltò verso la sua controparte e la guardò con una strana espressione d'urgenza innocente, nella quale l'altra riconobbe se stessa da bambina.
“Ma...” balbettò “pensi che... sì, insomma... credi che io possa diventare come te, un giorno?”
Lara rise.
“Stai scherzando?” rispose fintamente indignata “io sono unica e inimitabile, col cavolo che diventi come me!”
L'altra rise a sua volta, ma visibilmente contrariata.
“Però” proseguì l'archeologa “hai tutte le carte in regola per diventare migliore di me. Sei su una buona strada”.
La ragazza parve illuminarsi: i suoi occhi, che fino ad allora avevano solamente tremolato, si sciolsero in lacrime di orgoglio e felicità. Quasi imbarazzata, non le restò che farle un cenno e immergersi nel suo portale.
Mentre guardava l'aurora boreale della sua amica brillare intensamente per un attimo e infine spegnersi, Lara sospirò; il suo sorriso vacillò sotto il peso dell'addio che concludeva quell'assurda, meravigliosa avventura.
Poi, a sua volta, corse verso il portale.

La luce si spense di colpo; Lara atterrò nuovamente sulla durissima terra battuta, sentendosi addosso una familiare umidità.
Quando gli occhi si furono abituati al buio, capì di trovarsi nuovamente a Roma, sotto i Fori Imperiali, davanti al tempietto al centro del Tabularium, dove tutto era iniziato.
L'archeologa si guardò intorno lentamente, lasciando che i pensieri fluissero in libertà.
Quando la sua missione era iniziata era una donna alle prese con una depressione da crisi di mezz'età, stanca della sua vita e lontana da se stessa; ora, alla fine di tutto, era tornata quella di un tempo, quella che sempre era stata e che sempre sarebbe stata.
Lara Croft.
Si diresse al piccolo basamento dove eoni prima Hatred aveva dato inizio al suo diabolico piano; a colpo sicuro frugò nel suo zainetto e sentì con immensa soddisfazione le dita chiudersi attorno a un oggetto di metallo liscio e freddo.
La Chiave delle Vie Incrociate.
Era ovvio, normale che si trovasse là.
La inserì nel suo ricettacolo, ma stavolta non ci fu alcuna esplosione: dall'acquamarina al centro della spirale partì un raggio di luce azzurra che andò a colpire il tempietto; i suoi contorni furono avvolti dalla luce e brillarono intensamente per qualche istante... poi la luce calò d'intensità fino a spegnersi. Il Tempietto tornò buio, ma la lastra con l'iscrizione che lo chiudeva era svanita.
Lara estrasse la Chiave dal suo alloggiamento e vide la pietra al centro brillare per l'ultima volta.
Con il cuore traboccante d'emozione si diresse al tempietto e vi entrò: c'era un tesoro da reclamare.

Lara si aspettava, nell'entrare, di venire abbagliata dallo scintillio degli ori, dal trovarsi di fronte a chissà quale dovizia di gioielli e oggetti preziosi; ma non trovò nulla di tutto questo.
Il minuscolo edificio sembrava vuoto, a parte una piccola ara al centro, illuminata da una lama di luce azzurrognola che proveniva dall'alto.
Lara osservò da lontano l'altare, e il suo cuore mancò un battito. Su di essa sembrava posato un oggetto del tutto fuori luogo e fuori tempo in una costruzione dell'antica Roma, per quanto metafisica potesse essere.
Un tablet.
Avvicinandosi, tuttavia, si rese conto di aver preso un notevole abbaglio: si trattava chiaramente di una singola tabula, una tavoletta cerata, con una superficie sottilissima di ebano lucente e la ceralacca intatta, stesa così bene da sembrare cristallo, ma senza alcun testo vergato su di essa.
“Beh, almeno abbiamo svelato il mistero del nome del Tabularium” disse prendendola in mano. Si sentiva piuttosto delusa: tutto quel marasma per una sola tavola, peraltro priva di scrittura? La sua mente immaginò la Lara giovane, a un universo di distanza, trovare lo stesso artefatto e rimanere inebetita allo stesso modo.
La donna sbuffò, soppesò l'oggetto, lo osservò da tutte le angolazioni alla ricerca di qualcosa che giustificasse la sua presenza all'interno del Tabularium e una protezione di tale portata.
Nulla.
Quella tabula non aveva alcun valore, nemmeno simbolico.
Controllando l'istinto di gettarla via, distrattamente sfiorò la ceralacca col medio per verificare quanto secca fosse.
E fu allora che successe.

Lo spazio scrittorio fu attraversato da un bagliore azzurro sinuoso e rapido come un serpente, che poi si divise in tante linee che a loro volta formarono caratteri e numeri in mille alfabeti diversi, che cambiavano così velocemente da impedirle di leggere alcunché.
Poi dalla tabula si sprigionò un'energia paurosa, quasi tangibile, la quale, con somma sorpresa di Lara, si espanse tutto intorno e andò a disegnare forme, sagome, colori; l'archeologa, a bocca aperta, assistette al disegnarsi di un luogo intorno a lei.
Istanti dopo il tempietto era sparito, e lei si trovò avvolta in una luce grigiastra, fredda come l'aria che respirava. Accecata dal bagliore, Lara alzò lo sguardo e si rese conto di trovarsi sotto spessi strati di ghiaccio, in un vastissimo spazio che -lo vide abbassando lo sguardo- ospitava una grandissima città abbandonata e in decadenza.
“Ma che...” mormorò tra sé e sé: era certa di non essere mai stata da quelle parti, eppure il suo cuore riconosceva quel posto...
Senza che se ne rendesse conto, la sua mano sfiorò nuovamente la tavoletta; i caratteri cambiarono forma e disposizione, e così allo stesso modo l'ambiente in cui si trovava cambiò, il freddo e la luce si spensero e lei si trovò in una città completamente diversa, sulla riva di un fiume, una chiesa gotica che si profilava davanti a lei.
“Ma sono a Vienna!” gridò, ricordando cosa le era successo anni prima nella chiesetta di Maria am Gestade.
Stavolta toccò la tabula di propria volontà, e poi lo rifece una, due, tre volte: a ogni tocco il paesaggio cambiava.
Zum! Una giungla lussureggiante. Zum! Venezia. Zum! Gerusalemme, la Spianata delle Moschee. Zum! Zum! Zum!
Man mano che visitava nuovi posti, in alcuni dei quali era già stata in precedenza, in altri no, Lara capiva le potenzialità di quel meraviglioso artefatto, comprendeva cosa poteva farci e quali erano le sue illimitate possibilità... e nel suo cuore montava una gioia selvaggia e ancestrale, quella che aveva sempre provato durante le sue avventure.

…. Ore dopo, nel sole del mezzogiorno romano, i turisti in visita ai Fori Imperiali videro una donna emergere da un foro nel terreno nei pressi del Tempio di Saturno.
Alcuni poliziotti stavano interrogando il custode dei Musei Capitolini Paolo Galvan in merito a certi recenti avvenimenti che includevano l'averlo ritrovato prigioniero e narcotizzato all'interno di una cassa, il rilevamento di una scossa sismica nell'area dei Fori e la distruzione di ben due droni DarkWing, le cui carcasse giacevano per terra emanando sinistri ronzii. Un terzo era sparito nel nulla.
Tutti si fermarono nel vedere l'abbigliamento succinto e decisamente lacero della donna, sporca di fango e sangue, scarmigliata ed equipaggiata come per andare in guerra.
Di norma avrebbero dovuto fermarla e porle molte domande, ma l'ancheggiare sinuoso, il portamento altezzoso e l'aura autoritaria che lei emanava misero chiunque in tale soggezione che lei poté giungere all'uscita dei Fori senza incontrare alcun ostacolo.
E ancor più del suo incedere, ciò che davvero irretiva nella sua figura era la grandiosa soddisfazione che le si leggeva in volto: quella di chi aveva portato a termine una missione importantissima, alla fine della quale aveva trovato un tesoro.
Un ultimo grande, tesoro sconosciuto.
Il più prezioso di tutti.

__________________________________
... Ma non è ancora finita qui! Appuntamento per il frizzante epilogo di OLUS sempre qui su ASP.com VENERDI' prossimo! Non mancate!





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Lara Croft Tomb Raider: One Last UNTOLD Story

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Ed eccoci qua, siam giunti al gran finale :) Con la puntata di oggi diciamo ciao ciao a OLUS... e a Untold. Nei prossimi giorni pubblicherò un ultimo making of riassuntivo e i ringraziamenti alle persone che ci hanno sostenuto lungo tutta questa avventura :) Se avete domande o chiarimenti da chiederci, fatelo pure ;) Intanto... buona lettura :)

Epilogo- L'Inizio

“Senti qualcosa?”
“Ovviamente no, pezzo di cretino, se mi parli in continuazione nell'orecchio!”
“Tu dimmi cosa senti, e io non te lo chiedo”
“Ma se non sento niente, cosa diamine ti devo dire? Sembra che non ci sia nessuno e... AHIA! Quello era il mio piede!”
“E non sping... aiuto!”
“Attento, quello è il vaso di Belial! Se lo rompi, sai che ti fa lei?”
“Senti, facciamo così: adesso ci scambiamo di posto, io ascolto e tu taci!”
“Non se ne parla nemmeno!”
“Spostati!”
“Vattene!”
“Vattene tu!”
“No, tu!”
“Adesso ti...”
“Ma bene!”

L'ultima frase era stata pronunciata da Lara, la quale, dopo aver aperto la porta di camera sua, si era trovata di fronte Hillary e Bryce intenti ad azzuffarsi tra loro. Nel vedersela di fronte con le mani sui fianchi e la testa inclinata in chiaro atteggiamento di disapprovazione, i due smisero di accapigliarsi e scattarono sull'attenti, i volti arrossati per la rissa e per l'imbarazzo.
“Guarda un po' chi si vede” cantilenò l'archeologa “una coppia di ficcanasi! Non lo sapete che 'l'irriverenza conduce alla sconsideratezza'?”
I due guardarono pervicacemente in terra, arricciando le labbra.
“Va bene” sospirò indulgente la donna “per stavolta vi perdono. Ora ho da fare, ci vediamo a cena, ciao cia...”
“Eh, no!” gridarono all'unisono i suoi due amici, bloccandola con la mano a mezz'aria in direzione della porta.
“Non te la cavi così!” disse Bryce.
“Hai delle cose da spiegarci!” aggiunse Hillary.
“Una settimana fa vai a Roma, perdiamo improvvisamente il contatto radio con te...”
“... Ci preoccupiamo da morire per una mezza giornata...”
“... Poi improvvisamente riappari...”
“... Torni a casa devastata, come se avessi combattuto con tutti i tuoi nemici messi insieme...”
“... Non una parola, non un racconto su quello che ti è successo...”
“... E quel che è peggio è che ogni giorno mi fai preparare tutto il tuo arsenale, compreso il rampino e il binocolo, come se dovessi partire per chissà quale missione....”
“... Poi ti chiudi in camera per ore e ore senza dirci nulla! Tu ci nascondi qualcosa... dobbiamo parlare!”
I due incrociarono le braccia e assunsero un grugno ben poco accomodante.
Lara li guardò per metà divertita, per metà indignata.
“E va bene” acconsentì infine “entrate, vi racconto tutto... ma non mi aspetto che ci capiate molto”.

Nelle ore successive Lara raccontò ai due amici, seduti sul suo letto, l'incredibile avventura che aveva vissuto a partire dal momento in cui era penetrata nel Tabularium; cercò di essere più precisa possibile nella descrizione dell'altra Lara, dei piani di Hatred, del suo viaggio attraverso la sua mente prima e tra i suoi universi poi; i ragazzi la interruppero raramente e solo per rivolgerle alcune domande alle quali, tuttavia, lei si rese conto di non saper dare risposta. Per capire fino in fondo quello che le era capitato bisognava mettere da parte la razionalità, o quantomeno accettare che il proprio punto di vista in merito non fosse quello esatto... se anche uno esatto esisteva.
Alla fine mostrò loro la tabula e spiegò loro il suo funzionamento.
“Non so di preciso cosa sia” ammise “per la massima parte è un portale su tutti gli universi in cui esisto... e ho scoperto di poter compiere delle missioni al loro interno, sostituendomi alla Lara di quel determinato universo! Ma la cosa strana è che posso anche decidere di rivivere avventure mie, che io stessa ho affrontato in passato! Non è grandioso?”
Lara conosceva benissimo i suoi amici, e si aspettava da loro delle precise reazioni: Bryce sarebbe corso a toglierle di mano l'artefatto per esaminarlo, ammirato e incredulo, con espressioni del tipo “Oh, porcaccia, che sballo!”; Hillary, dal canto suo, sarebbe rimasto composto, trattenendo dentro di sé qualsiasi slancio emotivo, ma avrebbe rivolto a Lara tante domande che avrebbero tradito il suo interesse per l'oggetto.
Ma non accadde nulla di tutto questo.
I due amici si limitarono a squadrarla per qualche istante con un'espressione seriosa; poi distolsero lo sguardo e ciascuno dei due si mise a fissare insistentemente il pavimento.
“Beh?” esclamò sbalordita Lara “che cosa sono quelle facce? Mi aspettavo molto più entusiasmo, da parte vostra!”
I due sollevarono il capo: erano visibilmente delusi e rattristati.
“Ma insomma!” li redarguì lei “non dite niente? Non siete felici per me?”
“Ma certo che lo siamo!” ribatté il maggiordomo, quasi ferito da quell'insinuazione “dico davvero, Lara! Siamo felici che tu sia tornata sorridente e entusiasta... però... come dire...”
“... Noi ci aspettavamo che tu tornassi a vivere avventure qui... nel tuo universo!”
“Siamo consapevoli della magnificenza di questo oggetto” si precipitò a dire Hillary, interrompendo sul nascere un'obiezione da parte della sua amica “è solo che... vale la pena vivere le avventure di qualcun altro, o rifugiarsi continuamente nel passato... quando hai ancora tanto da fare, tanto da dire... qui?”
Lara non rispose immediatamente: prima soppesò i dubbi dei suoi amici e la risposta da dar loro.
“Innanzitutto” disse tranquilla poi “io non vivo le avventure di 'qualcun altro'... sono io, sono sempre io, anche in un altro universo. Sì, certo, magari le altre Lare avranno qualcosa di diverso da me, ma non cambia la mia essenza, il mio carattere e tante piccole cose... come Winston, ad esempio...”
“Winston? Che c'entra ora Win...”
“In secondo luogo” proseguì Lara, fermando la perplessità di Bryce “io non mi sto 'rifugiando nel passato'... lo sto solo rivivendo, rievocando, allo scopo di scoprire lati delle mie imprese che magari non avevo considerato, inizialmente... trovare nuovi segreti... e magari capire qualcosa in più di me stessa, in attesa di qualche nuova impresa da queste parti”.
Lara aveva aggiunto quest'ultima postilla senza pensarci, giusto per dare a Bryce e Hillary una scintilla di speranza; sentirle pronunciare quella frase ebbe però su di loro un effetto inaspettato.
“Ma di nuove imprese ne avresti a bizzeffe!” esordì Hillary, alzandosi così velocemente che Bryce cadde dal letto “il tuo ufficio è pieno di inviti e contratti...”
“....E anche la tua casella e-mail” confermò l'altro, massaggiandosi il sedere “ti basterebbe deciderne uno...”
“D'accordo” sospirò Lara “sentiamo un po'... suggeritemene un paio”
I due amici si illuminarono e corsero fuori dalla stanza: Lara era consapevole che difficilmente avrebbero potuto proporle qualcosa di davvero interessante, ma magari dopo un paio di rifiuti avrebbero gettato la spugna permettendole di tornare al suo tesoro.
Dopo un attimo tornarono, Hillary recando in mano un enorme plico di carte e Bryce un portatile acceso.
“Dunque, ho scartato l'Egitto e Venezia perché so che ti vengono a noia” esclamò entusiasta il maggiordomo.
“E pure la Cambogia” aggiunse l'altro “ho elaborato personalmente un programma per escludere le richieste di...”
“... Qui abbiamo.... oh-oh! Il famoso Tempio di Nilver!”
“... Il relitto della Saint Vincent...”
“... Hiram dei Pilastri...”
“... Ah, e poi c'era questa cosa che avevo messo nella cartella spam perché mi sembrava la pubblicità di un negozio di completini intimi... Nah, è comunque una cretinata...”
“... San Galgano... ci sarebbe da trovare la vera spada di...”
“Un momento!” li interruppe Lara “Bryce, che vuol dire 'la pubblicità di un negozio di completini intimi'?”
“Oh, è una stupidaggine” rispose il ragazzo “riguardava un lavoro su un'isola al largo del Giappone... mi sembra qualcosa di troppo lontano dai tuoi standard...”
“Scusami... non starai mica parlando di Yamatai, vero?”
Bryce controllò sul PC.
“Sì, proprio quella” confermò.
“E me lo dici così?”gridò l'archeologa “Dobbiamo organizzare immediatamente una spedizione! Bryce, tu prenotami un volo per Tokyo... anzi no, meglio Osaka, si arriva prima. Hillary, tu preparami un equipaggiamento completo, e quando dico completo sai bene cosa intendo... e poi... beh? Cosa sono quelle facce?”
I due erano rimasti con occhi e bocca sbarrati.
“Non ditemi che vi eravate dimenticati com'è quando mi metto in testa qualcosa” sorrise lei.
I due scossero la testa come per svegliarsi da un lungo torpore; dopo un attimo di smarrimento, Bryce si mise alacremente a premere i tasti del PC.
Hillary, volando leggiadro fuori dalla stanza, si fermò un momento accanto alla sua amica.
“Immagino” disse “che la famosa cena con Thom, Kathe, Jamie, Elaine e Ivan, quella che rimandi ormai da anni, dovrà ancora attendere...”
“Ovviamente no, Hillary” le sorrise lei di rimando “Organizzala per la prossima settimana”.
Il maggiordomo la guardò stupefatto per un istante; poi si riebbe e disse, sarcasticamente pomposo:
“Potresti perire nella missione!”
“Nah” rispose lei sventolando la mano con aria di sufficienza “sarà un'impresa difficile, ma Lara Croft non la si distrugge così facilmente”
“Ah sì?” chiese Hillary, vago “E chi sarebbe, questa 'Lara Croft'?”
La donna si voltò a guardarlo con occhi fiammeggianti.
“Mi sembra ovvio!” esclamò “Io sono Lara Croft!”
“Era così che volevo sentirtelo dire!” rispose commosso il maggiordomo, e volò fuori dalla stanza.

Due giorni dopo, Lara si trovava su una nave dall'incoraggiante nome Endurance; dal ponte guardava verso Est, in direzione di un'isola lontana che si profilava all'orizzonte, avvolta da nubi di tempesta.
“Beh, direi che promette male” si disse.
“Oh, ti assicuro che è molto peggio” le rispose qualcuno alle sue spalle.
L'archeologa si voltò e vide la Lara giovane, con in mano una tabula identica a quella che aveva recuperato anche lei nel Tabularium, camminare in sua direzione.
“Sei pronta?” le chiese “sarà un'impresa piuttosto difficile”.
“Già visto, già fatto” rispose l'altra “ma di una cosa sono certa...”
“... Non ci faremo fermare”.
Le due donne si strinsero la mano e insieme guardarono verso l'isola, con lo sguardo fiero e la testa alta.
Erano pronte.
Lo sarebbero sempre state.


FINE





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Making of 9_ Capitoli 16 e 17 e Epilogo

E dunque siamo arrivati al termine di questa avventura, OLUS si è concluso con due capitoli al fulmicotone e un epilogo che tira le somme di tutta la faccenda :) Il finale, del resto, era quello che ci eravamo prospettati sin dall'inizio: la "pioggia di Lare", la sconfitta (provvisoria) di Hatred, la separazione delle nostre eroine e soprattutto il Tesoro al centro del Tabularium erano tutte cose che avevamo in mente già dalle prime bozze del romanzo, con minime differenze che hanno richiesto di essere apportate in corso d'opera. Raggiungere questi obiettivi nonostante il prolungarsi dei tempi di realizzazione e le difficoltà tecniche che abbiamo incontrato lungo la strada ci ha resi molto soddisfatti e felici, e abbiamo capito di aver raccontato esattamente quello che fin da subito volevamo raccontare. L'avventura di OLUS è durata esattamente un anno: le prime bozze risalgono a marzo 2017, terminiamo la pubblicazione a marzo 2018, e anche questo non può che avere un risvolto pseudo-simbolico.

Speriamo che tutte le domande che vi eravate posti all'inizio abbiano avuto risposta nel frattempo, però pensiamo che almeno un paio siano meritevoli di approfondimento. Per prima cosa: chi è davvero Hatred, e perché odia tanto Lara?
Quando abbiamo concepito questo personaggio, in Sapphire Snake, volevamo che rappresentasse l'odio (espresso peraltro dal suo nome) che prova di continuo a rovinare l'amore: del resto l'intera avventura di Lara, in quel caso, simboleggiava il percorso di una coppia. Quando si è trattato di dare un antagonista a Lara per OLUS, la scelta è ricaduta subito su di lui: una delle nostre chiavi di lettura circa questo romanzo è la rappresentazione del momento che attualmente vive il brand Tomb Raider, sospeso tra un glorioso sospeso e un futuro pieno di sorprese... da cui anche la scelta di affiancare la Lara classica a quella contemporanea; volendo un po' esagerare, si potrebbe avere il timore che il mondo TR sia in qualche modo vulnerabile... del resto, basta guardare sui vari ritrovi della fanbase quanti scontri sono nati tra chi sostiene la nuova direzione intrapresa e chi invece rimpiange quella originaria.
Pertanto Hatred, che è una personificazione della negatività e di quanto di cattivo c'è al mondo, rappresenta il serio pericolo che il brand venga cancellato, timore che immagino condivida qualsiasi fan... ma che, come in OLUS diciamo chiaramente, dovrebbe essere sempre scongiurato :)

Il Tesoro che Lara recupera al centro del Tabularium è un chiaro rimando al mondo telematico e in particolare al sito di ASP.com :) lo abbiamo voluto interpretare come una delle vie che il brand trova per rimanere sempre in forma smagliante e aggiornato, tanto col mantenimento in auge delle vecchie glorie quanto con l'aggiunta di nuove, parlando sia di nuovi titoli ufficiali che dei livelli TRLE :) non so a voi, ma a noi l'idea che Lara ci giochi fa impazzire :D

Pochi giorni prima del rilascio, subito dopo la fine della correzione del manoscritto, avevo deciso di apportare un'ingente modifica al capitolo 17, e precisamente all'ultima scena in cui Lara esce dal Tabularium e si ritrova in una Roma che non è rimasta del tutto indifferente alla sua impresa: volevo espandere l'azione inserendo un dialogo tra il povero Paolo Galvan e il commissario che lo interroga, una splendida ragazza di nome Patrizia :D purtroppo lavorandoci mi sono reso conto che la scena andava ad allungare un capitolo già di per sé molto esteso e pieno di accadimenti, peraltro prima di un epilogo altrettanto denso e indispensabile... così sono tornato ai piani iniziali. Sappiate però che in quell'ultima scena c'è un omaggio nascosto a Blu :D

E a proposito di correzioni... cogliamo l'occasione per ringraziare Bashira, che ha letto in anteprima il romanzo e lo ha corretto con perizia e dedizione :) altri correttori sono esterni al forum e non desiderano essere ringraziati pubblicamente, ma il loro lavoro è stato comunque eccellente :)

... E naturalmente un GRAZIE a tutti coloro che hanno letto o leggeranno OLUS e tutta la serie di Untold :) Grazie per essere stati con noi in questa avventura lunga dieci anni e in particolare in questa Ultima Storia Non Raccontata. Come di consueto il topic rimarrà aperto per qualsiasi commento, domanda o critica voi vogliate fare, in qualsiasi modo e momento.
E ora... via verso le prossime avventure :)




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Messaggio da Nillc »

... Ed ecco a voi.... FUNKO OLUS :D :D :D

Non aspettavo altro da che ho saputo il nuovo Funko di Lara fosse in produzione :D




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bashira
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Messaggio da bashira »

Nillc ha scritto:
19 marzo 2018, 13:42
... Ed ecco a voi.... FUNKO OLUS :D :D :D

Non aspettavo altro da che ho saputo il nuovo Funko di Lara fosse in produzione :D
:D :D




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Messaggio da Nillc »

A un mesetto dalla fine della pubblicazione di OLUS, c'è qualcuno che lo ha letto e vuole condividere i suoi pareri... O che almeno si ricorda che esiste? :D




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Messaggio da Blu »

Io :D ! Devo ammettere che, quando all'inizio avevi anticipato che la storia si sarebbe evoluta e avrebbe avuto un epilogo del tutto inaspettato, avevi proprio ragione :) , nel senso che leggendo i vari capitoli la mente ha il tempo di soffermarsi a pensare sulle possibili soluzioni, ed effettivamente le possibili "strade" che avrebbe potuto prendere ogni singolo capitolo sono moltissime, alcune le abbiamo scoperte e condivise leggendo i vari making of (che tra parentesi sono una chicca in più e trovo geniale averli pubblicati, questa volta, man mano che si leggevano i vari capitoli, probabilmente letti tutti alla fine avrebbero avuto un effetto meno coinvolgente sulla lettura della storia :P ), altre le abbiamo postate o tenute per noi :oops:

Il finale rende giustizia all'intera serie di TR Untold, celebrandola (i continui riferimenti sono godibilissimi per chi ha letto l'intera serie :D ), ma anche regalando alla fine un possibile punto di contatto (e riappacificazione) tra fra vecchio e nuovo mondo, fra zoccolo duro e reboot, dimostrando che nonostante tutto le fondamenta sono le stesse :) , e sono solidissime ;) ; inoltre la fine è semplicemente geniale perché nonostante la nostalgia e il dispiacere per la fine dell'avventura e dell'intero mondo di TR Untold, ci lascia col sorriso :) ... ha quasi il sapore di un caldo abbraccio :D , ma soprattutto lascia la porta socchiusa, come un finale aperto a possibili spin-off, che anche se non arriveranno ci danno comunque la possibilità di spaziare con la fantasia (la tabula apre infiniti mondi e possibilità di utilizzo, per "tutte" le Lare di qualsiasi universo :D )

Nel ringraziarvi ancora una volta per averci regalato una grande emozione :D 3_41 , mi auguro comunque che non sia la vostra ultima opera raideriana :P : concluso Untold potrebbe anche aprirsi un mondo nuovo e/o diverso... oppure no [:^] , ma è bello comunque sapervi sempre in fermento leggendo anche le vostre opere extra Tomb Raider :D :approved:


Per quanto mi riguarda vorrei completare le testate dei capitoli e poi raccogliere tutto in un unico volume, da mettere poi in download qui, nel sito del ventennale e in un futuro sito esclusivamente dedicato alla serie :D , pian piano vedrò di recuperare tutto :approved:




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Messaggio da Nillc »

Le avventure continueranno di sicuro, semplicemente perché la Tabula è la metafora di quello che facciamo ogni giorno da ventidue anni: giochiamo a TR e condividiamo le nostre emozioni con chi le ama allo stesso modo grazie a mezzi come questo forum :)




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Messaggio da Ginevra Lussi »

bashira ha scritto:
19 marzo 2018, 23:05
Nillc ha scritto:
19 marzo 2018, 13:42
... Ed ecco a voi.... FUNKO OLUS :D :D :D

Non aspettavo altro da che ho saputo il nuovo Funko di Lara fosse in produzione :D
:D :D
bellissimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii :approved: :approved: :approved: :approved: :approved: :approved:
Mariacarla
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Messaggio da Mariacarla »

sarebbe fantastico poter avere tutti i capitoli raccolti in un unico volume! seguo il post nella speranza che qualcuno posti il download! :love:
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