Lara Croft Tomb Raider: Curse of the Iron Mask

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Lara Croft Tomb Raider: Curse of the Iron Mask

Messaggio da Nillc »

Era da un po' di tempo che volevo pubblicare anche per voi il primo romanzo che ho scritto con protagonista la nostra Lara... e se siete d'accordo lo faccio ora ;)
Vi spiego un po' la genesi, la struttura e la trama di questo esperimento, che risale al 2004 ma a cui sono molto molto affezionato ;)

Lara Croft Tomb Raider: Curse of the Iron Mask (d'ora in avanti COTIM per comodità ;)) è il primo episodio di una trilogia di romanzi incentrati su Lara Croft, tutti e tre indipendenti l'uno dall'altro e allo stesso tempo collegati (c'è una specie di linea cronologica tra i tre, ma possono anche essere letti indipendentemente l'uno dagli altri).
Scritto e pubblicato su TRs nel 2004, il romanzo è stato redatto da me e da Mario "Overhill" sulla base della sceneggiatura per un ipotetico terzo film di Tomb Raider. Ecco la trama:

"Per contrastare Dorianne Gontrand, una sua vecchia e ambiziosa nemica, Lara Croft si mette sulle tracce della Maschera di Ferro, l'artefatto che ispirò Alexandre Dumas, in realtà un pericoloso oggetto magico dalle capacità oscure.
Aiutata da Thom, un crittologo imbranato ma dal cuore d'oro, Lara dovrà ricostruire la storia della Maschera, dando risposta a degli sconvolgenti interrogativi: quali erano veramente i suoi poteri? E chi sono le due misteriose persone che, oltre a Dorianne, ambiscono tanto a conquistarla?
Lara si muoverà dai fastosi saloni di Versailles alle catacombe sotto Notre-Dame, e dalle profondità di una nota città italiana ai vicoli di Praga, per ritrovare la Maschera ed evitare che si scateni una Guerra..."


COTIM ha avuto un seguito scritto da Over nel 2005, "LCTR: The Golden Legacy", e la trilogia sarà completata auspicabilmente entro fine anno da "The secret of the Octagons", attualmente in lavorazione a cinque mani (e sì, perchè io ne ho tre :D ).
Ultime note: per caratterizzare il personaggio di Lara, ho operato una specie di mix tra la Lara del mondo dei videogame e quella dei due film, dandole le sembianze di Angelina Jolie e fondendo i due backrounds: quindi vi capiterà di riconoscere nella descrizione di alcuni personaggi la fisionomia di alcuni attori cui mi sono ispirato; inoltre, vedrete Lara affiancata da Hillary e Bryce (di quest'ultimo conoscerete addirittura... il cognome! :huahua: ), ma anche diverse citazioni dai vari capitolo di TR che ben conosciamo, tra le quali la primissima avventura di Lara, prima ancora di Von Croy...

Allora, siete d'accordo? Se sì, pubblicherò il romanzo a puntate quasi giornaliere, in modo che entro le vacanze lo abbiate letto tutto; se vi piacerà, inoltre, a settembre ripartirò con Golden Legacy , previa consenso di Over ;)
Fatemi sapere!


INDICE PUNTATE :) :
  1. PROLOGO _ Maschere e parrucche
  2. CAPITOLO 1 _ Thomas Harlington (1/2)
  3. CAPITOLO 1 _ Thomas Harlington (2/2)
  4. CAPITOLO 2 _ Dorianne Gontrand
  5. CAPITOLO 3 _ La festa a Versailles
  6. CAPITOLO 4 _ Il Libro (1/2)
  7. CAPITOLO 4 _ Il Libro (2/2)
  8. CAPITOLO 5 _ Easy Escape
  9. CAPITOLO 6 _ Il segreto di Fratello Guillaumme
  10. CAPITOLO 7 _ Sotto Nostra Signora (1/2)
  11. CAPITOLO 7 _ Sotto Nostra Signora (2/2)
  12. CAPITOLO 8 _ Il Sepolcro e le Stirpi
  13. CAPITOLO 9 _ La Città Mistica (1/2)
  14. CAPITOLO 9 _ La Città Mistica (2/2)
  15. CAPITOLO 10 _ Il Golem
  16. CAPITOLO 11 _ Il Palazzo di Cristallo
  17. CAPITOLO 12 _ In Guerra per il Segreto (1/2)
  18. CAPITOLO 12 _ In Guerra per il Segreto (2/2)
  19. CAPITOLO 13 _ La Maschera di Ferro (1/2)
  20. CAPITOLO 13 _ La Maschera di Ferro (2/2)
  21. CAPITOLO 14 _ Fino alla Fine (1/2)
  22. CAPITOLO 14 _ Fino alla Fine (2/2)
  23. EPILOGO: Tramonto parigino
  24. Ringraziamenti & Making Of
16_19




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Ultima modifica di Nillc il 18 luglio 2007, 15:25, modificato 20 volte in totale.
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Messaggio da Blu »

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Nillc
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Messaggio da Nillc »

Ehi, grazie dell'importante, Blu!
Allora, tutti qui prima di pranzo per la prima puntata di COTIM!




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bashira
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Messaggio da bashira »

Mi accomodo in attesa 7_32 :D




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Messaggio da Nillc »

Ok, ecco a voi la PRIMA PUNTATA (che funge da prologo all'intera storia ;)) Please Enjoy!

PROLOGO: Maschere e parrucche

Versailles splendeva di luce e allegria, quella sera. Probabilmente era l’unico luogo a Parigi, e forse in tutta la Francia, in cui si poteva parlare davvero di allegria.
La sala del trono era piena di nobili imbellettati, i cui vestiti sfarzosi luccicavano grazie alla luce di mille candele sparse per la sala. Le maschere di porcellana dai risvolti dorati risaltavano sotto il bianco delle alte parrucche che ciascuno indossava, e si muovevano ora in cerchio, ora in gruppi da sei, ora in coppie, sempre accompagnate dal rumore di risate gioiose e gravide di piacere.
Re Luigi, anche lui col volto coperto da una maschera preziosamente intarsiata e sormontata da una parrucca esageratamente bianca, assisteva compiaciuto ai divertimenti, muovendosi sullo scanno a tempo e battendo le mani divertito. Molto spesso gentili donzelle gli offrivano un sorriso gentilmente ipocrita, che lui ricambiava con maggior piacere.
La piccola orchestra del re aveva appena terminato l’esecuzione di una gigue, quando un servo, stranamente a disagio, la livrea stropicciata e la faccia bianca, si avvicinò al sovrano e gli sussurrò:
“Monsieur le roi, vi attendono.”
Il re guardò appena stranito il servo e gli chiese:
“Chi mi vorrebbe?”
“Non saprei” rispose dopo un attimo di esitazione quello “mi hanno solo detto di accompagnarvi nel salone di rappresentanza.”
Pur con visibile riluttanza e lanciando quasi uno sguardo di rimprovero al povero cameriere, il re si alzò dal trono e gli fece cenno di accompagnarlo. Proprio in quel momento, tuttavia, i musicisti ripresero a suonare una bella quadriglia, e il re colse l’occasione per entrare un attimo nel cerchio danzante di maschere e parrucche prima di seguire il servo.

Il corridoio entro il quale i due camminavano di lì a poco era in totale contrasto con la calda, allegra sala del trono da cui provenivano. La luce di pochissime e piccole fiaccole illuminava la strada, che risultava buia e fredda. Il re, nonostante fosse impaurito da quell’atmosfera, mostrava un atteggiamento dignitoso e camminava a testa alta come sempre; al contrario il suo accompagnatore gli veniva dietro raggomitolato su se stesso, lanciando spesso occhiate spaurite dietro di sé. In quella il sovrano pensò bene di ostentare la sua sicurezza regale, dicendogli, con voce che tradiva appena un tremolio:
“Jean-jaques, sei sicuro che questo non sia lo scherzo di un qualche tuo compagno particolarmente burlone e in vena di saggiare la mia pazienza?”
Jean-jaques, che era trasalito nel sentirsi chiamare, rispose balbettando:
“Cosa? Oh… no, no, Illuminato Re! Lo giuro…”
“Sarà meglio per te. Eviterai di perdere il posto” disse il re, fermandosi davanti alla porta della sala di rappresentanza e facendosi aprire la porta dal povero ragazzo.
Il re entrò, ma la sala era buia. Si stava già girando verso il servo per chiedergli spiegazioni, ma nel farlo si accorse che la porta era già stata chiusa e si sentiva il rumore di mandate che lo stavano intrappolando dentro. Prima che il sovrano potesse dire o fare qualsiasi cosa, tuttavia, si sentì chiamare dal fondo della stanza.
“Mio Re, la attendevamo.”
Nel vedere le sagome delle due persone che lo attendevano stagliarsi in controluce davanti alla finestra, illuminate dall’accecante luce di un lampo che proprio in quel momento stava cadendo, la paura non poté che abbandonare il sovrano, e un ampio sorriso gli marcò il volto.
“Oh, Monsieur l’abbé, Turold!” disse allargando le braccia “confesso che mi avete spaventato.”
L’abate DesCombes avanzò fino alla debole luce di una candela. Era un uomo alto e magro, con i capelli brizzolati e un pizzetto molto marcato. Indossava un abito nero da sacerdote e alle dita portava numerosi anelli, segno della sua appartenenza alla corte. Accanto a lui c’era un ometto piccolo e brutto, irrimediabilmente gobbo, il meschino Turold, che gli fungeva da cameriere personale e tuttofare.
“Buonasera, sire.” Sentenziò l’uomo, e il gobbo assentì servile.
“Come mai non siete giù in sala? Seguitemi, forza!” invitò sorridendo il re, sperando di poter uscire presto da quella stanza che già metteva alla prova i suoi nervi. “La Tarte Tatine sarà servita tra pochissimo, e se ne vogliamo un pezzo dovremo…”
“Temo che dovrà attendere, maestà. Vede, ho bisogno di parlarle. Si sieda, prego” disse l’Abate, indicando una sedia davanti a lui. Il re divenne nervoso.
“Sedermi, io? Ma…”
“La prego, si sieda” ripeté l’invito l’uomo “devo parlarle di cose serie, e le cose serie, si sa, sono noiose…”
“Bene!” ridacchiò il re “Ma non le concederò più di due minuti. Stasera ci si deve divertire!”
“Oh, sì” annuì DesCombes, i suoi occhi scintillanti di una luce stranamente malefica “E ci divertiremo, Illuminato Re.” Il re si sedette, e l’Abate gli si avvicinò.
“Bene” disse l’Abate guardandolo fisso negli occhi “Vede, volevo parlare del suo regno, sire… di come governa.” Il re fece un sorriso sornione.
“Ho davvero voglia di complimenti, monsieur!” disse ironico. Ma il suo interlocutore non ricambiò l’ironia.
“I complimenti sono per chi se li merita” disse spaventosamente serio “e ultimamente il suo regno ha bisogno di…legami…”
“Cosa vuole…” cominciò il re, ma proprio in quel momento il respiro gli fu mozzato in gola; le carni delle sue braccia e del suo sterno furono prima percosse e poi sferzate da una corda che veniva stretta attorno al suo corpo legandolo alla sedia. Urlò, mentre Turold finiva di legargli i piedi.
“Cosa significa questo…?” riuscì a dire, un attimo prima che la capacità di parlare gli fosse tolta da un bavaglio che completava l’opera del gobbo.
“Bravo, Turold” si complimentò l’Abate. Lo storpio sorrise, mostrando una fila di denti storti e luridi.
“Di nulla, padrone” disse amabilmente “ma non teme che il piano possa essere, in qualche modo... scoperto?”
“Oh, certo che no, mio amico. E anche se lo fosse…” l’Abate non poté impedirsi di sorridere compiaciuto dalla sua stessa perfidia “… beh, nessuno si sognerebbe mai di dimostrarlo. Gli sembrerebbe troppo assurdo. E, soprattutto, capirebbe che ciò che stiamo facendo vale il bene della nostra patria.” Turold lo guardò ammirato ed estatico.
“Il suo regno sarà perfetto, signore!”
“Il… mio regno?” disse DesCombes, con un accenno di modestia “No, no, Turold… Io giocherò solo una particina in questa storia... il protagonista sarai tu. Ma ora basta parlare, mio fedele amico... è ora che il nostro illuminato Re scopra tutto ciò che lui non ha mai avuto... tutto il bene che la Francia ha dovuto sempre sognare...”
E così dicendo, porse al suo servitore uno scrigno semplice e dall’aria antica. Il re, che aveva seguito la conversazione tremando e divincolandosi cercando di liberarsi, rabbrividì nel vedere il contenuto dello scrigno scintillare alla luce di un altro lampo. Era un oggetto di ferro, una maschera dall’aria molto antica e stranamente sinistra; era completamente scarna, nessuna decorazione, nessun rilievo. Eppure DesCombes la sollevò e stette a rimirarla per molto tempo, prima di asserire, con voce grave e pregna di emozione:
“Questo è il frutto di secoli di magia oscura... l'opera prima dei più grandi alchimisti! E' la Maschera di Masoepius, Turold... e tu, tu sei stato scelto per portarla e redimere la Francia!! Forza, è ora che lui la indossi.”
Turold rise con un brutto sorriso sdentato e guardò malvagiamente il re, la cui faccia era ora rigata da lacrime di paura. L’Abate gli consegnò l’artefatto, e lui lo spinse sulla faccia del re.
Quello che successe dopo, nessuno lo seppe. La musica alta coprì l’urlo disumano del re, mentre maschere e parrucche, ancora ignare, continuavano a danzare.

-------------------------------

Qual è stato il diabolico piano dell'Abate DesCombes, e che conseguenze avrà avuto sulla storia?
E, soprattutto, quali sono i veri poteri della Maschera di Ferro?
Tutto questo e molto di più in LCTR: Curse of the Iron Mask!





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SirCroft
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Messaggio da SirCroft »

Sei davvero bravo, Nillc!!! :D

Pure io, nel lontano 2003, alla tenera età di vent'anni, scrissi una mia avventura di Lara che ora giace stampata sul mio scaffale. Si chiamava "Lara Croft Tomb Raider: Ritorno al Tempio di Xian".

Purtroppo non ho più il file informatico...Se no sarebbe stato carino condividerla con voi dopo aver letto questa affascinante storia di Nillc.
Prosegui perchè è davvero bella! :D




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Blu
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Messaggio da Blu »

Nillc ha scritto:“Questo è il frutto di secoli di magia oscura... l'opera prima dei più grandi alchimisti! E' la Maschera di Masoepius, Turold... e tu, tu sei stato scelto per portarla e redimere la Francia!! Forza, è ora che lui la indossi.”
Per un attimo qui ho pensato che la indossasse Turold [:^] :asd: .. che inizio promettente :D : dalle stelle alle stalle in un attimo il povero Re [:^] che da un lato suscita simpatia per la sua sventura e dall'altro per il suo atteggiamento sembra meritarlo [:^] .. ma lo scopriremo solo leggendo :D


PS: ho inserito nel tuo post in alto un indice, in modo che si possa avere il link diretto ai singoli post/puntate e contemporaneamente noi si possa commentarle qui di volta in volta :D .. aspetto con ansia la prossima puntata :D :approved:

PPS: io per la Tarte Tatin sarei scesa :asd:




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Messaggio da Nillc »

Grazie a tutti e in particolare a Blu! Ma poi l'indice devo aggiornarlo io? Lo aggiorni tu? Si aggiorna magicamente da solo? :huahua: fammi sapere ;)
Appuntamento a domani mattina per la seconda parte della storia...

EDIT: volevo anche avvisarvi che, alla fine della storia (penso tra poco più di un mesetto, quindi) ci sarà anche un capitolo speciale che scrissi all'epoca con una specie di Making Of, con scene eliminate e quant'altro ;) nel frattempo, divertitevi a scovare le tantissime citazioni (dei capitoli di TR, ma anche di film e libri famosi) di cui ho disseminato il romanzo ;)
Potremmo anche fare una piccola gara :D




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Messaggio da Nillc »

Torniamo ai nostri giorni con la SECONDA PUNTATA!
(Nota: essendo il capitolo bello lungo, l'ho diviso in due parti, ecco il perchè del "1/2" che leggete a fianco del titolo ;) siccome accadrà per altri capitoli, non stupitevi! )

Capitolo 1: Thomas Harlington (1/2)

Regnava una strana pace a Croft Manor, quel giorno, e questa era una cosa che poteva indurre a paura per chi, in effetti, conosceva il maniero e soprattutto la padrona di casa.
Hillary, il giovane maggiordomo, era visibilmente inquieto. Aveva spazzato il salotto, fatto il bucato e riassettato alcune stanze, quindi aveva spazzato nuovamente il salotto, spolverato in biblioteca e messo in ordine gli archivi della sua datrice di lavoro; aveva spazzato il salotto una terza volta e nervosamente aveva riassettato l’ufficio, ormai privo del suo occupante, di Lord Croft. Quindi, esasperato dall’attesa e dalla troppa calma, era tornato a spazzare il salotto.
Fu proprio allora che il giovane Bryce scese le scale. Aveva passato la notte nella Tecnosala, un agglomerato inestricabile di fili, microchip, schermi, cavi ottici e affini che controllavano l’intero complesso nobiliare. Era evidente, dal solco che aveva in faccia, che si era addormentato sulla tastiera del server.
“Lara non è ancora arrivata, vero?” disse in un amabile sbadiglio vedendo Hillary.
“Bryce, ti ricordo che siamo in una casa rispettabile” disse in tono grave e severamente arrabbiato l’uomo “e di solito i suoi abitanti, una volta svegli, dicono buongiorno prima di qualsiasi altra cosa.”
“Buongiorno” aggiunse allora Bryce senza mutare minimamente tono, poi ripeté “Lara non è ancora arrivata, vero?”
Irritato dallo smacco subito, Hillary sbraitò:
“No, e ora chiudi il becco, altrimenti ti sbatterò fuori di qui per il resto del millennio.”
Bryce lo guardò senza apparente sdegno e affermò:
“Siamo nervosetti, vedo…” E in quella l’orgoglio compìto di Hillary venne meno, lasciando spazio a una ben più umana ansia.
“Ma come non esserlo?” disse, guardando tremolante l’orologio d’oro che portava in tasca “Ecco, mancano solo venti minuti, poi Lara arriverà senza nemmeno…” Ma Bryce non seppe mai cosa avrebbe fatto Lara di là a venti minuti, perché in quel momento qualcuno suonò al campanello.
“Toh, il campanello…” disse Bryce sbadigliando una seconda volta.
“Le mie orecchie funzionano, Bryce, l’ho sentito” disse furente Hillary “Ma chiunque sia farà meglio ad andarsene. Croft Manor non è posto per i visitatori, oggi.”
“Solo oggi?” gli rimandò Bryce, aprendosi un pacco di Corn Flakes.
Hillary aprì la porta, e senza dare il tempo a chi c’era dietro di presentarsi, né dando a se stesso il tempo per vedere chi fosse, disse, ad occhi chiusi e con aria grave:
“Buongiorno, sono il maggiordomo di lady Croft. Se è un piazzista, non compriamo niente. Se è un miliardario che vuole finanziare una sua qualunque impresa, mi duole informarla che la mia datrice di lavoro lo fa solo per sport. Se ha con sé una minaccia di morte, me la dia e io riferirò. Buongiorno” e fece per richiudere la porta, ma fu fermato dalla mano della persona che aveva appena cacciato.
Era un giovane alto e magro, dall’aspetto nobile ma non austero; aveva capelli abbastanza lunghi neri e ricci, così come neri erano i suoi occhi e il suo pizzetto. Indossava abiti eleganti ma non eccessivamente, e guardava Hillary con un’espressione a metà tra il divertito e lo stupefatto.
“Buongiorno, signor ‘maggiordomo di Lady Croft’. Il mio nome è Thomas Harlington, e sono stato compagno della sua padrona ai tempi del Wimbledon”
Chi se ne frega, pensò Hillary, ma evitò accuratamente di dirlo.
“Ah, molto bene” disse falsamente interessato “Lady Croft non è in casa al momento, se mi lascia un suo recapito…” ma Thomas Harlington mosse la mano quasi a dire “non se ne parla”
“No, no, no… dovrei parlare con Lara...” e qui fece una pausa, perché si era reso conto di aver appena chiamato una ricca Lady inglese col suo nome di battesimo “volevo dire Lady Croft… dovrei parlarci personalmente. Se non è in casa posso attendere il suo arrivo, ho tempo da perdere.”
Sorpreso e irritato dall’insistenza dell’uomo, Hillary rispose:
“Signor Harlington, non credo che Lady Croft...” e qui fu lui a fare una pausa, perché si era ricordato che Lara detestava essere considerata una ricca Lady inglese “cioè, Lara, sarà disponibile molto presto. Riprovi alle 22... del giorno 16... di settembre... del prossimo anno... forse allora la troverà.”
Harlington roteò gli occhi, stufato.
“Oh, andiamo, Jeeves!” disse utilizzando il nomignolo famigliare che si affibbia ai maggiordomi.
“Mi chiamo Hillary!” disse Hillary, che invece al suo nome ci teneva.
“Hillary” si corresse Thomas Harlington “Beh… non credo che a Lara farebbe piacere sapere che hai cacciato uno dei suoi migliori amici di sempre… o sbaglio?”
E fissò l’uomo candidamente. Hillary lo fissò di rimando, spiazzato.

Pochi attimi dopo, Thomas Harlington era comodamente seduto sul divano del salotto di Croft Manor, guardandosi beatamente attorno con un sorrisetto paziente sulle labbra.
Hillary era letteralmente fuori di sé; nonostante ciò, continuava ad adempiere al suo triste compito di maggiordomo, cercando di soddisfare con un sorriso le eventuali richieste del suo ospite.
Bryce, dal canto suo, fissava Thomas dall’alto della sua tazza di caffelatte caramellato con quintupla dose di zucchero. Non potendo più resistere alla curiosità, a un certo punto, si alzò e andò a raggiungere il povero Hillary, che sembrava sull’orlo di una crisi isterica.
“Perché diavolo l’hai fatto entrare?” chiese a mezza voce.
“Bryce, me l’hai già chiesto venti volte!” tuonò Hillary immediatamente, quasi un rottweiller in posizione di punta.
“E tutte e venti tu non hai risposto” replicò tranquillamente Bryce. Hillary dovette calmarsi.
“Ma non lo so nemmeno io come abbia fatto a convincermi” disse, poi assunse un sorrisino sardonico “Ma so che se resterà spaparanzato là senza far nulla, tra poco si troverà nei pasticci.”
Proprio allora il ragazzo sembrò svegliarsi dal suo torpore, e chiamò in tono molto educato:
“Scusa, Hickory…” a sentire sbagliare il suo nome, Hillary sentì i nervi a fior di pelle, ma dovette costringersi a trarre un profondo sospiro e calmarsi.
“Il mio nome è Hillary, sssssssssignore” disse, sibilando la esse come una vipera “Dica pure.”
“Oh, scusa!” disse l’altro, in tono troppo artefatto per essere vero “Sono proprio uno sbadato. Ascoltami… gradirei una tazza di te, se ti fosse possibile” chiese da perfetto gentleman.
Hillary si dileguò e tornò subito dopo con una tazza di te, che offrì con gentilezza al ragazzo.
“Grazie mille, Histery!” ringraziò lui, mascherando coi suoi modi inglesi l’ironia.
“Mi chiamo… oh, lasci perdere” rinunciò esasperato l’uomo, ma colse l’occasione per rivolgergli una domanda “Mi scusi, mister Harlington… ha detto di essere stato uno dei compagni di scuola di Lara, ai tempi del Wimbledon, vero?”
“Precisamente” rispose dopo una breve sorsata di tè “Il suo migliore amico, oserei dire. Ne abbiamo passate tante insieme… mi sa che tutto quello che abbiamo combinato è bastato per una vita e mezzo alla tua padrona, o sbaglio?”
Sbagli, pensò Hillary esultando nella sua mente, eccome se ti sbagli!
“No” disse ad alta voce “Lara non è cambiata. O meglio… è peggiorata.”
“Cosa intendi?” chiese Harlington, poggiando sul tavolino davanti a sé la tazza di tè.
“Oh beh…” cominciò Hillary, ma non poté portare a termine la sua frase, poiché improvvisamente si udì un fracasso infernale provenire dall’esterno della villa. Ma il solo a sobbalzare fu Harlington, come se per Bryce e Hillary sentire boati nel bel mezzo di una tranquilla mattinata fosse normale routine. Infatti Hillary alzò gli occhi al cielo e continuò “Beh, mister Harlington… lo scoprirà da sé.”
Non era passato che mezzo secondo dal boato, che improvvisamente il tè poggiato da Thomas sul tavolino cominciò a tremare nella tazza; poi cominciò a tremare la tazza; poi tremò anche il tavolino e infine tutto l’intero salotto di Croft Manor cominciò ad essere scosso. Hillary sospirò vedendo cadere un quadro dalla parete, e Bryce dovette rinunciare alla sua colazione che gli cadde prontamente di mano. Quanto ad Harlington, agitato dall’improvviso cambiamento di clima, disse:
“Cosa diavolo sta succedendo?”
“Rimanga là dov’è e non le succederà nulla… beh, diciamo che avrà più probabilità che non si verifichi qualcosa di spiacevole.” Disse Hillary. Poi si rivolse a Bryce “Bryce, sai cosa devi fare, vero?”
“Sì, come se sapessi fare altro” mormorò annoiato il giovane, e corse pacificamente su per le scale. Harlington stava per proferire parola, quando improvvisamente il portone dal quale era entrato che dava direttamente sul salotto si spalancò con tale potenza che i cardini cedettero. Una grossa jeep fece la sua entrata trionfale, procedendo in testacoda con un gran rumore di freni e motori accesi fino al centro del salotto. Hillary e Thomas si gettarono istintivamente a terra.
La portiera della jeep si aprì di scatto, e una splendida ragazza dal fisico tornito e atletico, con i lunghi capelli stretti in una treccia e gli abiti neri molto aderenti che ne mettevano in risalto le forme ne saltò fuori. Thomas la guardò e riconobbe in lei Lara Croft.
L’esultanza del suo cuore nel riconoscere la sua vecchia amica fu però spazzata quasi del tutto via dalla vista degli accessori che la ragazza portava con sé: sulla gamba sinistra aveva un coltellino svizzero dall’aria taglientissima; dallo zainetto sulle spalle pendevano quelli che sembravano caricatori da mitraglietta, e non ultime due pistole pendevano in due fondine assicurate ai fianchi. Lara Croft non avrebbe sfigurato in un film di guerra.

----------------------------------------
Da chi è inseguita Lara Croft? E per quale ragione Thomas Harlington è venuto a trovarla?
Queste ed altre risposte nella prossima puntata, che sarà online LUNEDI'!





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Messaggio da Nillc »

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Messaggio da SirCroft »

:approved:
Bravo, bravo!!
Mi piace come scrivi!! :D




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Nillc sei bravissimo!!! Complimenti! Non vedo l'ora di leggere il seguito! Stupenda l'entrata in scena di Lara!!! :D
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Messaggio da Blu »

Verissimo :D .. un'entrata straordinaria :D


Bellissima prima parte :) , non vedo l'ora che sia lunedì per scoprire cosa Thomas HarlMiNgton.. ah no, HarlingtIN .. HarSingsonG .. ok Harlington ( :asd: ) voglia da Lara :D

Nillc ha scritto:Ma poi l'indice devo aggiornarlo io? Lo aggiorni tu? Si aggiorna magicamente da solo? :huahua: fammi sapere ;)
Si aggiorna magicamente da solo 51_3 ( ;) )




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Messaggio da Nillc »

Blu, Harsingsong mi piace da matti :huahua: quasi quasi gli cambio il cognome :D

Scherzi a parte, mi scuso per la pausa del weekend, ma la faccio per due ragioni che ritengo ottime: la prima è che parto, e non avendo (ancora) il dono della telepatia non posso proprio postarla... la seconda è che comunque preferirei evitare un overflood di informazioni, e permettere a chi non è riuscito a leggere le parti pubblicate nel corso della settimana di farlo in calma e tranquillità ;) quindi, arrivederci a giovedì!

PS: secondo voi a chi mi sono ispirato per Thom?




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Messaggio da Nillc »

SOPRESA! Sono tornato un po' prima del previsto e vi posto la seconda parte del primo capitolo ;) domani pomeriggio sul tardi arriverà anche il secondo!

Capitolo 1: Thomas Harlington (2/2)

Lara non si curò di quante e soprattutto quali persone ci fossero in casa sua; gridò direttamente “State giù!” a tutti, poi cercò con lo sguardo Bryce, che fece capolino da un pannello della Tecnosala dove si trovava.
“Bryce, presto!” gli gridò lei “Ottimizza il dispositivo, sta arrivando!” Nel dire ciò estrasse le pistole dalle fondine e mirò al portone divelto. Thomas cominciò a tremare nell’immaginare chi diavolo potesse stare arrivando.
“Ci sto provando!” esclamò Bryce mettendosi a smanettare su cinque tastiere diverse “La calma è la virtù dei f…”
“Non ora, Bryce, non ora!” gridò di rimando Lara, evidentemente troppo presa per pensare alle frasette da manuale di Bryce.
Poi, improvvisamente, un’ombra scura si stagliò sull’uscio, e poco dopo arrivò il suo possessore. Thomas Harlington deglutì. Lara Croft era ben equipaggiata, ma l’uomo che era appena entrato non aveva paragoni per la quantità di armi che aveva con sé. Aveva due fucili incrociati sulle spalle, e dal cappotto verdastro pendevano diversi coltelli. In mano aveva due pistole che facevano impallidire per lunghezza e probabilmente per potenza quelle di Lara. E proprio con quelle iniziò a sparare in direzione della ragazza, che prontamente si portò dietro una colonna e si mise anch’ella a tirare colpi con cautela. Ben presto il salotto diventò una polveriera, e Thomas Harlington dovette tapparsi le orecchie. Ma l’urlo di Lara fu ben udibile.
“BRYCE, ORA!”
“Ecco a te, Lara!” disse allora Bryce premendo un tasto enter e sollevando quasi simultaneamente i pollici in aria.
Per un attimo la sparatoria si interruppe; tutti i presenti furono attirati dall’apparire di uno strano dispositivo che sbucò con noncuranza dal soffitto. Harlington lo guardò e si ricordò di aver visto qualcosa del genere in un fumetto di fantascienza. Era una specie di cannoncino che, probabilmente, sparava dei laser.
Evidentemente Bryce l’aveva programmato per bersagliare il misterioso uomo che era appena comparso, perché la punta del cannoncino si indirizzò automaticamente verso di lui. Poco dopo si aprì e da esso sbucò… un grosso getto d’acqua.
Harlington ormai non ci capiva più nulla; e nemmeno ci capì di più quando, colpito dal getto, l’uomo improvvisamente si bloccò. Attimi dopo, cominciò ad emettere degli strani suoni.
Lara Croft abbandonò il suo nascondiglio e sorrise furbescamente. Puntò la pistola verso l’uomo e disse:
“E ora… il colpo di grazia!”
“No!” gridò Thomas, che di tutto aveva voglia tranne che di vedere una persona morta. Ma il suo urlo non fu sentito, perché Lara premette subito il grilletto e sparò.
Un attimo dopo, la testa dell’uomo esplose… rivelando un interno di cavi elettrici, microchip e fibre ottiche che non avrebbero sfigurato nella Tecnosala. Era un automa.
Lara Croft sospirò e si soffiò via un ciuffo dalla testa, poi sorrise. Thomas Harlington la fissò inebetito.

Lara Croft stava facendo stretching: nello smontare dalla jeep un qualche muscolo della gamba le si era stirato, e ora le dava parecchio fastidio.
Hillary, strisciando fuori da dietro il divano, dove aveva trovato riparo, arrivò presso la carcassa di una pregiatissima vetrina in mogano che conteneva, anzi che aveva contenuto, delle porcellane eccellenti. L’onda d’urto causata dall’entrata della jeep l’aveva fatta crollare, e tutto il suo contenuto era andato a farsi benedire. Hillary la fissò come se stesse vedendo il cadavere del suo migliore amico morto eroicamente sul campo di battaglia. Lara se ne accorse e sospirò:
“Avanti, Hilly! Ne ricompriamo subito un’altra… ormai è la sesta che rompiamo.”
Ma Hillary non disse nulla. Recuperò dalle macerie quello che restava della saliera di Carlo V di Borbone e la cullò accarezzandola, quasi a rimembrare tutte le volte che l’aveva spolverata.
Bryce uscì in quel momento dalla Tecnosala, sbadigliando.
“Miseria benedetta, Lara, potevi evitare l’entrata a effetto? Ci metterà giorni a riprendersi adesso!”
“Ma dai, sai com’è fatto il vecchio Hillary” disse “Lo metterò a lucidare l’argenteria e dimenticherà anche che quel mobile esisteva.”
“Non mi riferivo a lui” disse Bryce “Non te ne sei accorta, ma hai un ospite” e indicò un punto imprecisato dietro di sé.
In quella Thomas Harlington uscì tremante dal tavolino sporco di tè che era stato il suo nascondiglio e si fece avanti. Lara sembrò non notarlo e si rivolse con astio a Hillary:
“Perché l’hai fatto entrare?”
“Hai insistito, Lara!” esclamò lui, con una nota di acidità nella voce. Lara sbuffò e andò ad accogliere il suo ospite.
“Mi spiace moltissimo per l’indecoroso spettacolo a cui ha dovuto assistere, mister” disse educatamente “si renderà conto che oggi non è esattamente la giornata per… ehi..” Lara si bloccò e socchiuse gli occhi per mettere a fuoco il ragazzo “Un momento… ma… ma mi sembra di conoscerla…”
Hillary si era avvicinato a Bryce tenendo ancora in mano i pezzi di saliera, e disse al suo amico con complicità:
“Scommetto dieci sterline che lo sbatte fuori a calci.” Hillary annuì senza guardarlo e gli porse la mano, che venne da lui stretta a suggellare la scommessa. Lara girava attorno al ragazzo, che appariva divertito e solo lievemente imbarazzato.
“No…” esclamò alla fine “Non ci credo… non è possibile… tu devi essere… tu sei Thomas Harlington!”
“Esattamente!” disse il giovane sorridendo.
“Fuochi, fulmini e saette nel suo sedere, Mister Harlington” bisbigliò sarcastico Hillary.
Ma Lara non cacciò via a calci Thomas Harlington. Al contrario lanciò un urlo di gioia che poco differiva da uno indiano e lo abbracciò con tanto foga che per poco non caddero tutti e due per terra.
“Thomas Harlington, ha!!! Non mi sarei mai aspettata di... Oh!!! Ma è fantastico!!!”
Bryce e Hillary fissarono i due inebetiti. Mai una volta avevano visto una simile manifestazione d’affetto da parte di Lara. Ma lo stupore di Bryce durò pochi secondi, perché subito esultò:
“Fuochi, fulmini e saette, proprio così! Dieci sterline, prego!”
Ancora scosso dalla sorpresa Hillary tentò di protestare, ma non poté venir meno alla sua parola di maggiordomo e dovette sganciare il denaro al suo amico, trionfante.
“Sei sicura che quel… quel coso sia innocuo?” chiese Thomas indicando quello che rimaneva del killer robot.
“Oh, tranquillo” disse Lara sciogliendo l’abbraccio e dirigendosi verso i fili ancora scintillanti. A colpo sicuro frugò in una tasca del suo pastrano e ne estrasse una statuetta di giada in foggia cinese, un drago raggomitolato su se stesso. Era molto bello ed evidentemente molto prezioso. “I cacciatori di reliquie non sanno più cosa inventarsi per difendere i ‘loro’ tesori.”
“Capirai” intervenne Bryce dall’altro capo della sala, mettendosi in bocca un muffin industriale “Era un D19, prototipo di automa antropomorfo scadente, non ci voleva molto a…”
“Chiudi quella cloaca che ti hanno dato per bocca, Bryce!” lo interruppe Lara, e con un unico gesto talmente repentino da far sobbalzare Thomas rimise a posto il divano ribaltato. Quindi si rivolse nuovamente al suo ospite “Qualunque modello fosse, non può minimamente competere con i nemici che affrontavamo noi, vero Thomas?”
Thomas la guardò e per un attimo sembrò molto a disagio.
“Beh… sì…” disse infine molto timidamente “Insomma… voglio dire…”
“Cos’hai, ti vedo scosso” constatò Lara “vuoi sederti?”
“Lo sono” rispose lui, e accolse l’invito di Lara. Ma mentre si sedeva, si bloccò a mezz’aria, con una smorfia di dolore in volto “Ahi! La mia povera schiena…” esclamò a mezza voce.
“Troppi salti ti hanno fatto male, vero Thom?” disse Lara, utilizzando l’abbreviazione del suo nome con la quale era solita chiamarlo ai vecchi tempi.
“Temo sia stato lo scatto che ho fatto poco fa per buttarmi a terra quando hai… beh, quando sei arrivata” disse Thom riuscendo infine a sedersi.
“Ma dai!” lo canzonò Lara “A proposito… non ho sentito molto parlare di te, dopo il diploma. Credevo di incontrati in qualche tomba, o...”
“Tomba? Oh, no, Lara… io non…”
“Avanti, non c’è bisogno di fingere di fare qualche altro lavoro che non sia l’archeologo…”
“Ma io non sono un archeologo, Lara” disse infine Thom con un sorriso triste. Lara perse il suo.
“Come, prego?”
“Non come intendi tu, almeno” si affrettò a rettificare Thom “Ma… vedi, dopo il diploma ho preferito dire basta alle avventure… e… mi sono specializzato in crittologia.”
Lara assunse un cipiglio nervoso, poi arrabbiato, poi furioso. Quando riprese a parlare, era diventata incredibilmente fredda.
“Molto bene, Th… Harlington” disse “Spero tu ti trovi a tuo agio in mezzo alle scartoffie.”
“Ecco, lo sapevo” disse sconsolato Thom “Andiamo, Lara…”
“Non me lo sarei mai aspettato da te! Il grande Thomas Harlington… un crittologo?”

Da lì nacque un concitato litigio che i due amici di Lara non poterono fare a meno di notare, vista soprattutto l’altissima voce della ragazza. Thom si limitava a cercare di mettere freno alla sua furia, ma con scarsi, quasi inesistenti, risultati.
Hillary aveva momentaneamente lasciato il suo lavoro di repulisti e si era avvicinato, il piumino da spolvero in mano, a Bryce, che osservava attonito la scena.
“Ma che succede?” chiese Hillary guardando a sua volta il litigio dei due “andavano d’amore e d’accordo, e ora…”
“Ssst!” sibilò Bryce “voglio sentire!”
“… e a proposito, ancora non ho capito quale sia lo scopo della tua visita oggi qui, Harlington!” aggredì il suo ospite Lara.
“Lara, ti prego, io…”
“Dimmi cosa sei venuto a fare qui. E poi vattene via. Altrimenti andrai fare compagnia a lui” indicò il robot ancora fumante “e non nel paradiso dei robot distrutti, ma nell’inferno dei poveri decapitati!”
Thom deglutì, e facendo appello a tutta la sua calma di gentleman inglese dichiarò, soppesando le parole:
“Ero semplicemente venuto a trovarti e…beh… volevo sapere se… se avresti accettato quell’invito… non so, ti è arrivato, quella festa a cui parteciperanno tutti i nostri compagni del Wimbledon..”
Lara si ricordò di aver visto qualcosa del genere sul tavolino del suo ufficio qualche giorno prima, ma come tutte le scartoffie che riceveva lo aveva buttato direttamente nel cestino. Si ricordava però di aver letto che la festa si sarebbe tenuta in un particolare luogo…
“Ah, sì… quell’invito…” disse Lara facendo ironicamente finta di ricordarsi un qualcosa di vagamente stipato nei meandri della sua memoria “mi ero giustappunto chiesta chi fosse stato quello sconsiderato che aveva avuto la stupenda idea di riunire la nostra classe dopo… vediamo… a occhio e croce sono vent’anni?”
“Dorianne Gontrand” rispose prontamente Thom, che evidentemente non aveva compreso il tono della sua ormai ex amica. Non l’avesse mai fatto.
Lara sembrò essere scossa da un fulmine, e quando riprese a parlare aveva un tono sommesso:
“Dorianne… Gontrand? Intendi dire… la vecchia… Marny?”
“Eh… sì…” rispose imbarazzato il ragazzo “la chiamavamo così a quei tempi, ma dovresti sapere che…”
“Dorianne Gontrand… Dorianne Gontrand!” ripeté Lara, ciascuna delle due volte in un tono più aspro e meno piacevole dell’altra “Ha! E tu mi stai chiedendo di... Stamattina ti devi essere svegliato con una grande voglia di perdere l'osso del collo. Fuori, Harlington, prima che mi arrabbi sul serio.” Disse, indicando la porta. Thom per un attimo si chiese come sarebbe stata una Lara arrabbiata sul serio, se allora stava solo scherzando…
“Lara” disse calmo “cerca di ragionare”
“Oh, sì, mister Thomas ‘strizzacervelli’ Harlington” disse ringhiando “Fuori.”
“Ma…”
“Ho detto fuori.”
“Lara, io…”
“FUORI!” gridò Lara, e Thom decise che non aveva più bisogno di sentirselo ripetere: corse immediatamente alla porta; poco prima di uscire si fermò e guardò in terra, quindi si girò un’ultima volta verso Lara e chiese, mestamente:
“Posso almeno sapere se verrai al…” ma poco dopo, in uno sbattimento di porte, era sparito, mentre il traghetto di giada poco prima recuperato dalla ragazza si infrangeva sulla parete, nel punto esatto dove si trovava.

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NELLA PROSSIMA PUNTATA:
Chi è Dorianne Gontrand? E perchè Lara ce l'ha tanto con Thom? Andrà alla grande festa di cui le ha parlato Thom?
Restate con noi!





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