SOPRESA! Sono tornato un po' prima del previsto e vi posto la seconda parte del primo capitolo
domani pomeriggio sul tardi arriverà anche il secondo!
Capitolo 1: Thomas Harlington (2/2)
Lara non si curò di quante e soprattutto quali persone ci fossero in casa sua; gridò direttamente “State giù!” a tutti, poi cercò con lo sguardo Bryce, che fece capolino da un pannello della Tecnosala dove si trovava.
“Bryce, presto!” gli gridò lei “Ottimizza il dispositivo, sta arrivando!” Nel dire ciò estrasse le pistole dalle fondine e mirò al portone divelto. Thomas cominciò a tremare nell’immaginare chi diavolo potesse stare arrivando.
“Ci sto provando!” esclamò Bryce mettendosi a smanettare su cinque tastiere diverse “La calma è la virtù dei f…”
“Non ora, Bryce, non ora!” gridò di rimando Lara, evidentemente troppo presa per pensare alle frasette da manuale di Bryce.
Poi, improvvisamente, un’ombra scura si stagliò sull’uscio, e poco dopo arrivò il suo possessore. Thomas Harlington deglutì. Lara Croft era ben equipaggiata, ma l’uomo che era appena entrato non aveva paragoni per la quantità di armi che aveva con sé. Aveva due fucili incrociati sulle spalle, e dal cappotto verdastro pendevano diversi coltelli. In mano aveva due pistole che facevano impallidire per lunghezza e probabilmente per potenza quelle di Lara. E proprio con quelle iniziò a sparare in direzione della ragazza, che prontamente si portò dietro una colonna e si mise anch’ella a tirare colpi con cautela. Ben presto il salotto diventò una polveriera, e Thomas Harlington dovette tapparsi le orecchie. Ma l’urlo di Lara fu ben udibile.
“BRYCE, ORA!”
“Ecco a te, Lara!” disse allora Bryce premendo un tasto enter e sollevando quasi simultaneamente i pollici in aria.
Per un attimo la sparatoria si interruppe; tutti i presenti furono attirati dall’apparire di uno strano dispositivo che sbucò con noncuranza dal soffitto. Harlington lo guardò e si ricordò di aver visto qualcosa del genere in un fumetto di fantascienza. Era una specie di cannoncino che, probabilmente, sparava dei laser.
Evidentemente Bryce l’aveva programmato per bersagliare il misterioso uomo che era appena comparso, perché la punta del cannoncino si indirizzò automaticamente verso di lui. Poco dopo si aprì e da esso sbucò… un grosso getto d’acqua.
Harlington ormai non ci capiva più nulla; e nemmeno ci capì di più quando, colpito dal getto, l’uomo improvvisamente si bloccò. Attimi dopo, cominciò ad emettere degli strani suoni.
Lara Croft abbandonò il suo nascondiglio e sorrise furbescamente. Puntò la pistola verso l’uomo e disse:
“E ora… il colpo di grazia!”
“No!” gridò Thomas, che di tutto aveva voglia tranne che di vedere una persona morta. Ma il suo urlo non fu sentito, perché Lara premette subito il grilletto e sparò.
Un attimo dopo, la testa dell’uomo esplose… rivelando un interno di cavi elettrici, microchip e fibre ottiche che non avrebbero sfigurato nella Tecnosala. Era un automa.
Lara Croft sospirò e si soffiò via un ciuffo dalla testa, poi sorrise. Thomas Harlington la fissò inebetito.
Lara Croft stava facendo stretching: nello smontare dalla jeep un qualche muscolo della gamba le si era stirato, e ora le dava parecchio fastidio.
Hillary, strisciando fuori da dietro il divano, dove aveva trovato riparo, arrivò presso la carcassa di una pregiatissima vetrina in mogano che conteneva, anzi che aveva contenuto, delle porcellane eccellenti. L’onda d’urto causata dall’entrata della jeep l’aveva fatta crollare, e tutto il suo contenuto era andato a farsi benedire. Hillary la fissò come se stesse vedendo il cadavere del suo migliore amico morto eroicamente sul campo di battaglia. Lara se ne accorse e sospirò:
“Avanti, Hilly! Ne ricompriamo subito un’altra… ormai è la sesta che rompiamo.”
Ma Hillary non disse nulla. Recuperò dalle macerie quello che restava della saliera di Carlo V di Borbone e la cullò accarezzandola, quasi a rimembrare tutte le volte che l’aveva spolverata.
Bryce uscì in quel momento dalla Tecnosala, sbadigliando.
“Miseria benedetta, Lara, potevi evitare l’entrata a effetto? Ci metterà giorni a riprendersi adesso!”
“Ma dai, sai com’è fatto il vecchio Hillary” disse “Lo metterò a lucidare l’argenteria e dimenticherà anche che quel mobile esisteva.”
“Non mi riferivo a lui” disse Bryce “Non te ne sei accorta, ma hai un ospite” e indicò un punto imprecisato dietro di sé.
In quella Thomas Harlington uscì tremante dal tavolino sporco di tè che era stato il suo nascondiglio e si fece avanti. Lara sembrò non notarlo e si rivolse con astio a Hillary:
“Perché l’hai fatto entrare?”
“Hai insistito, Lara!” esclamò lui, con una nota di acidità nella voce. Lara sbuffò e andò ad accogliere il suo ospite.
“Mi spiace moltissimo per l’indecoroso spettacolo a cui ha dovuto assistere, mister” disse educatamente “si renderà conto che oggi non è esattamente la giornata per… ehi..” Lara si bloccò e socchiuse gli occhi per mettere a fuoco il ragazzo “Un momento… ma… ma mi sembra di conoscerla…”
Hillary si era avvicinato a Bryce tenendo ancora in mano i pezzi di saliera, e disse al suo amico con complicità:
“Scommetto dieci sterline che lo sbatte fuori a calci.” Hillary annuì senza guardarlo e gli porse la mano, che venne da lui stretta a suggellare la scommessa. Lara girava attorno al ragazzo, che appariva divertito e solo lievemente imbarazzato.
“No…” esclamò alla fine “Non ci credo… non è possibile… tu devi essere… tu sei Thomas Harlington!”
“Esattamente!” disse il giovane sorridendo.
“Fuochi, fulmini e saette nel suo sedere, Mister Harlington” bisbigliò sarcastico Hillary.
Ma Lara non cacciò via a calci Thomas Harlington. Al contrario lanciò un urlo di gioia che poco differiva da uno indiano e lo abbracciò con tanto foga che per poco non caddero tutti e due per terra.
“Thomas Harlington, ha!!! Non mi sarei mai aspettata di... Oh!!! Ma è fantastico!!!”
Bryce e Hillary fissarono i due inebetiti. Mai una volta avevano visto una simile manifestazione d’affetto da parte di Lara. Ma lo stupore di Bryce durò pochi secondi, perché subito esultò:
“Fuochi, fulmini e saette, proprio così! Dieci sterline, prego!”
Ancora scosso dalla sorpresa Hillary tentò di protestare, ma non poté venir meno alla sua parola di maggiordomo e dovette sganciare il denaro al suo amico, trionfante.
“Sei sicura che quel… quel coso sia innocuo?” chiese Thomas indicando quello che rimaneva del killer robot.
“Oh, tranquillo” disse Lara sciogliendo l’abbraccio e dirigendosi verso i fili ancora scintillanti. A colpo sicuro frugò in una tasca del suo pastrano e ne estrasse una statuetta di giada in foggia cinese, un drago raggomitolato su se stesso. Era molto bello ed evidentemente molto prezioso. “I cacciatori di reliquie non sanno più cosa inventarsi per difendere i ‘loro’ tesori.”
“Capirai” intervenne Bryce dall’altro capo della sala, mettendosi in bocca un muffin industriale “Era un D19, prototipo di automa antropomorfo scadente, non ci voleva molto a…”
“Chiudi quella cloaca che ti hanno dato per bocca, Bryce!” lo interruppe Lara, e con un unico gesto talmente repentino da far sobbalzare Thomas rimise a posto il divano ribaltato. Quindi si rivolse nuovamente al suo ospite “Qualunque modello fosse, non può minimamente competere con i nemici che affrontavamo noi, vero Thomas?”
Thomas la guardò e per un attimo sembrò molto a disagio.
“Beh… sì…” disse infine molto timidamente “Insomma… voglio dire…”
“Cos’hai, ti vedo scosso” constatò Lara “vuoi sederti?”
“Lo sono” rispose lui, e accolse l’invito di Lara. Ma mentre si sedeva, si bloccò a mezz’aria, con una smorfia di dolore in volto “Ahi! La mia povera schiena…” esclamò a mezza voce.
“Troppi salti ti hanno fatto male, vero Thom?” disse Lara, utilizzando l’abbreviazione del suo nome con la quale era solita chiamarlo ai vecchi tempi.
“Temo sia stato lo scatto che ho fatto poco fa per buttarmi a terra quando hai… beh, quando sei arrivata” disse Thom riuscendo infine a sedersi.
“Ma dai!” lo canzonò Lara “A proposito… non ho sentito molto parlare di te, dopo il diploma. Credevo di incontrati in qualche tomba, o...”
“Tomba? Oh, no, Lara… io non…”
“Avanti, non c’è bisogno di fingere di fare qualche altro lavoro che non sia l’archeologo…”
“Ma io non sono un archeologo, Lara” disse infine Thom con un sorriso triste. Lara perse il suo.
“Come, prego?”
“Non come intendi tu, almeno” si affrettò a rettificare Thom “Ma… vedi, dopo il diploma ho preferito dire basta alle avventure… e… mi sono specializzato in crittologia.”
Lara assunse un cipiglio nervoso, poi arrabbiato, poi furioso. Quando riprese a parlare, era diventata incredibilmente fredda.
“Molto bene, Th… Harlington” disse “Spero tu ti trovi a tuo agio in mezzo alle scartoffie.”
“Ecco, lo sapevo” disse sconsolato Thom “Andiamo, Lara…”
“Non me lo sarei mai aspettato da te! Il grande Thomas Harlington… un crittologo?”
Da lì nacque un concitato litigio che i due amici di Lara non poterono fare a meno di notare, vista soprattutto l’altissima voce della ragazza. Thom si limitava a cercare di mettere freno alla sua furia, ma con scarsi, quasi inesistenti, risultati.
Hillary aveva momentaneamente lasciato il suo lavoro di repulisti e si era avvicinato, il piumino da spolvero in mano, a Bryce, che osservava attonito la scena.
“Ma che succede?” chiese Hillary guardando a sua volta il litigio dei due “andavano d’amore e d’accordo, e ora…”
“Ssst!” sibilò Bryce “voglio sentire!”
“… e a proposito, ancora non ho capito quale sia lo scopo della tua visita oggi qui, Harlington!” aggredì il suo ospite Lara.
“Lara, ti prego, io…”
“Dimmi cosa sei venuto a fare qui. E poi vattene via. Altrimenti andrai fare compagnia a lui” indicò il robot ancora fumante “e non nel paradiso dei robot distrutti, ma nell’inferno dei poveri decapitati!”
Thom deglutì, e facendo appello a tutta la sua calma di gentleman inglese dichiarò, soppesando le parole:
“Ero semplicemente venuto a trovarti e…beh… volevo sapere se… se avresti accettato quell’invito… non so, ti è arrivato, quella festa a cui parteciperanno tutti i nostri compagni del Wimbledon..”
Lara si ricordò di aver visto qualcosa del genere sul tavolino del suo ufficio qualche giorno prima, ma come tutte le scartoffie che riceveva lo aveva buttato direttamente nel cestino. Si ricordava però di aver letto che la festa si sarebbe tenuta in un particolare luogo…
“Ah, sì… quell’invito…” disse Lara facendo ironicamente finta di ricordarsi un qualcosa di vagamente stipato nei meandri della sua memoria “mi ero giustappunto chiesta chi fosse stato quello sconsiderato che aveva avuto la stupenda idea di riunire la nostra classe dopo… vediamo… a occhio e croce sono vent’anni?”
“Dorianne Gontrand” rispose prontamente Thom, che evidentemente non aveva compreso il tono della sua ormai ex amica. Non l’avesse mai fatto.
Lara sembrò essere scossa da un fulmine, e quando riprese a parlare aveva un tono sommesso:
“Dorianne… Gontrand? Intendi dire… la vecchia… Marny?”
“Eh… sì…” rispose imbarazzato il ragazzo “la chiamavamo così a quei tempi, ma dovresti sapere che…”
“Dorianne Gontrand… Dorianne Gontrand!” ripeté Lara, ciascuna delle due volte in un tono più aspro e meno piacevole dell’altra “Ha! E tu mi stai chiedendo di... Stamattina ti devi essere svegliato con una grande voglia di perdere l'osso del collo. Fuori, Harlington, prima che mi arrabbi sul serio.” Disse, indicando la porta. Thom per un attimo si chiese come sarebbe stata una Lara arrabbiata sul serio, se allora stava solo scherzando…
“Lara” disse calmo “cerca di ragionare”
“Oh, sì, mister Thomas ‘strizzacervelli’ Harlington” disse ringhiando “Fuori.”
“Ma…”
“Ho detto fuori.”
“Lara, io…”
“FUORI!” gridò Lara, e Thom decise che non aveva più bisogno di sentirselo ripetere: corse immediatamente alla porta; poco prima di uscire si fermò e guardò in terra, quindi si girò un’ultima volta verso Lara e chiese, mestamente:
“Posso almeno sapere se verrai al…” ma poco dopo, in uno sbattimento di porte, era sparito, mentre il traghetto di giada poco prima recuperato dalla ragazza si infrangeva sulla parete, nel punto esatto dove si trovava.
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NELLA PROSSIMA PUNTATA:
Chi è Dorianne Gontrand? E perchè Lara ce l'ha tanto con Thom? Andrà alla grande festa di cui le ha parlato Thom?
Restate con noi!
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