[libri] Il Fiore di Pietra

La prima avventura di Polloni è finita

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Conclusioni

"Ci sono novità?" disse Roberto Ferrero entrando nell’ufficio di Polloni, seguito dalla moglie e da Eleonora.
T’ses disviàte, neh? Pensò il commissario.
"Ci sono novità, ed importanti. Prego sedetevi. Ho bisogno di raccontarvi alcune cose."
Nell'ufficio era arrivata per prima la signora Macchiorlatti, eccitatissima dall'idea di vedere il lavoro di un vero commissario di polizia.
Ci fu qualche istante di trambusto per salutarsi ed accomodarsi, poi tutti osservarono Polloni attentamente: lui, seduto alla scrivania, i gomiti appoggiati sul piano, le dita delle mani tese a toccarsi sui polpastrelli, i due indici appoggiati al naso, guardava verso di loro, attendendo.
Rosanna si agitò sulla sedia: "allora?" provò a dire.
Polloni, la guardò e rispose in un bisbiglio: "solo un attimo: sto aspettando ancora un ospite...", disse indicando l'ultima sedia ancora vuota.
In quel momento il telefono squillò. Polloni prese la cornetta e premette un pulsante. I presenti udirono una voce dire qualcosa, alla quale il commissario rispose con una sola parola: "perfetto, falla accomodare."
La cornetta venne rimessa a posto. Quasi contemporaneamente nell'ufficio entrò anche la signora Combetta, che si stupì a vedere quanta gente fosse presente.
"Buon giorno" disse l'ultima arrivata.
"Prego signora, si accomodi" disse il commissario.
Quando tutti furono seduti, il commissario iniziò a parlare.
"Scusatemi se vi ho convocati tutti in modo così urgente, ma devo darvi alcune notizie ed era necessario che foste tutti presenti." Piccola pausa per osservare le persone sedute davanti a lui. Attenti e silenziosi; qualcuno forse anche spaventato.
"Devo dire che la situazione era veramente ingarbugliata perché quasi nulla sembrava quello che era a partire dall’inizio…"
Rosanna lo interruppe, agitata: "ma com’è possibile che due incidenti possano essere così complicati?"
Polloni la guardò, quasi con tenerezza, ma le parole che pronunciò erano delle staffilate: "incidenti, signora? No, mi spiace. Qui siamo in presenza di due omicidi."
L’ultima parola era caduta in un silenzio assordante.
Iniziarono a parlare contemporaneamente: "non è possibile…lei non può assolutamente…inconcepibile…come può…?…"
Il commissario era troppo abituato a certe sceneggiate, e per qualche secondo lasciò sfogare i presenti. Poi decise che era ora di riprendere le redini del discorso.
Alzò una mano e disse con voce decisa: "silenzio!"
Come scolaretti beccati in fallo tutti tacquero. Polloni riprese il discorso.
"Se me lo permettete vi spiegherò in che modo ho capito la situazione reale nella quale ci troviamo; ma per fare questo è necessario ripercorrere tutta la strada che ho seguito fino ad oggi."
Fece una pausa.
"Come sapete le indagini sono iniziate perché nella zona nella quale il signor Ferrero ha avuto il suo incidente si era verificato un furto, ultimo di una serie di reati uguali sui quali stavo indagando. Quando ho saputo della situazione avrei voluto interrogarla, ma non era ovviamente possibile. Nell’anno successivo ho parlato con i vostri amici e parenti, ma questo ha portato solo a rendere più complicata la cosa. Come se non bastasse, dal giorno dell’incidente, non ci sono più stati furti. Curioso, no?" disse l’ultima frase sorridendo. Torno immediatamente serio.
"Uno dei punti particolari era proprio il meccanismo costruito dal signor Trebbi, del quale la signora non sapeva nulla, mentre il marito avrebbe dovuto saperlo. Mi sono chiesto mille volte, signor Ferrero: come poteva non ricordare l’antifurto? Certo, c'è il problema dell’amnesia. Ma questa è arrivata dopo l’incidente."
"Per ora lasciamo da parte questo primo punto e andiamo avanti, al capitolo successivo, che potremmo chiamare ‘l’incidente della scolopendra’. Sottotitolo: ci si può dimenticare di avere paura degli insetti? Ne ho parlato con uno dei medici della sezione scientifica, e mi ha spiegato che la paura degli insetti, in particolare dei ragni, è assolutamente normale. Ognuno di noi, davanti ad un insetto ha una paura atavica, un meccanismo creato dell’evoluzione per proteggerci dal pericolo. Quindi il problema non è dimenticarsi di avere paura, ma ricordarsi di non avere paura!"
Si fermò un istante. I presenti avevano lo sguardo perso nel vuoto.
"Non vi è chiaro? Mi spiego meglio: avere paura è normale, e quindi non si può dimenticare, ma per non avere paura, è necessario ricordare che non la si ha!"
Le espressioni non cambiarono.
"Va bene, lasciamo perdere anche questo per ora, alla fine capirete meglio. Arriviamo all’’incidente’ del signor Giovanni Ferrero."
Eleonora, si sporse in avanti.
"Ci sono alcune cose che sono da notare per quello che è successo: la prima è che in camera da letto, quando ci sono stato io, c’era un orologio digitale che segnava l’ora avanti di dieci minuti. E che lampeggiava."
Eleonora si riscosse. "Si, è vero. Capita sempre quando…"
Le si illuminarono gli occhi. Polloni terminò la frase per lei
"…quando va via la corrente. Quando la corrente ritorna, quel tipo di orologio ricomincia a calcolare a partire da 0:00. Da lei, signora, la corrente è ritornata verso le 23:50. Quindi sul quadrante poteva sembrare che segnasse l’ora con dieci minuti di anticipo, in realtà indicava da quanto tempo la corrente era tornata!"
L’anziana donna aveva lo sguardo perso nel vuoto. Mormorava: "è vero…mio dio, è vero…"
Polloni si alzò e prese a muoversi per la stanza; proseguì: "un altro piccolo dettaglio. Nel vostro contatore il fusibile era stato sostituito da un pezzo di cavo azzurro. Ma in casa vostra noi non abbiamo trovato nessun cavo di quel colore. Ce n’erano moltissimi altri, neri, rossi, verdi. Ma azzurri niente. E’ possibile che fosse l’unico pezzo azzurro presente in casa, ma sarebbe, mi pare, un caso piuttosto strano, non trovate?"
"E poi c'è la testimonianza della signora Macchiorlatti, che è stata determinante"
La donna sorrise arrossendo. Ma il commissario aveva intenzione di darle tutta l'importanza che meritava.
"La sera prima dell''incidente', la signora non riusciva a dormire e stava guardando la televisione. Intorno alla mezzanotte, ha notato un'auto che arrivava, una grossa auto nera, una mercedes"
La signora Combetta si agitò sulla sedia.
"Da questa sono scesi due tizi che hanno parlottato tra di loro per qualche minuto; uno era girato di fronte e la signora, che è molto abile nel leggere le labbra, riconobbe le parole 'questa volta pagherà'" La donna arrossì ancora di più.
"Poi i due tizi sono entrati in casa vostra. E qui c'è qualcosa di strano."
Attimo di sospensione. Tutti si guardarono interdetti.
"Perché la signora ci ha detto che i due tizi sono scesi dalla macchina ed immediatamente sono entrati nel condominio. Quindi non hanno suonato il citofono, perché non ci sarebbe stato il tempo per suonare, attendere la risposta ed entrare. Quindi i casi possono essere solo due: o avevano le chiavi, ma lo ritengo improbabile perché nessuno in quella casa ha mai visto quegli individui, oppure hanno trovato il portone aperto. Ma questo è veramente strano, perché il portone ha un meccanismo che automaticamente fa scattare la serratura se entro trenta secondi dalla sua apertura il portone non viene aperto. Quindi è sicuramente questo il motivo per cui sono entrati immediatamente: perché dalla porta era uscito qualcuno da meno di trenta secondi, tempo necessario alla porta per chiudersi automaticamente."
La Macchiorlatti era eccitatissima: "è vero, è vero, la porta si chiude da sola!"
"Certo, signora, e si chiude anche se è stato premuto il pulsante di apertura, o se è stata lasciata volutamente aperta. E sapete questo cosa vuole dire? Che i due tizi che sono entrati nel vostro condominio, devono avere visto quel qualcuno uscire!"
"Il problema era riuscire a trovare questi signori. Ma grazie alla signora Combetta siamo riusciti a trovarli ed a parlare con loro" disse sorridendo alla volta della donna.
“Ma io, non ho idea...” iniziò balbettando.
"Signora, vediamo di parlarci chiaro. Lei non ha un soldo in tasca, tanto per evitare dei giri di parole. Per continuare a mantenere una parvenza di ricchezza non ha esitato a chiedere prestiti prima alle banche, poi, quando hanno cominciato a rifiutarglieli, agli strozzini. I due tizi che sono venuti a trovarla erano degli esattori del suo ultimo 'finanziatore', che lei ha provveduto a tacitare giusto questa mattina, andando a vendere quello che rimane della sua antica fortuna"
Polloni aveva fatto questo lungo e tagliente discorso continuando a guardare con un sopracciglio alzato la donna, che ora piangeva copiosamente.
"Lei è un mostro! Lei..." frignò la Combetta.
"E' probabile che io sia un mostro, ma mi creda, signora, posso garantirle che è sempre meglio che niente." Disse queste ultime parole guardando fissamente negli occhi la donna, attendendo che il significato della battuta entrasse nel suo limitato cervello, e sfidandola a replicare.
Clelia Combetta lo guardò con un'espressione sorpresa, quasi incredula che un uomo potesse osare tanto. Si rese conto che tutti gli sguardi dei presenti erano puntati su di lei ed arrossì. Il commissario si chiese se fosse per rabbia o vergogna, ma sperò in quest'ultima.
Contento della sua vendetta, Polloni proseguì.
"Ad ogni modo i due 'signori' mi hanno confermato che prima che loro entrassero erano uscite due persone, ma che loro le hanno viste solo di spalle e che quindi non avrebbero potuto riconoscerli. Ma di una cosa erano sicuri: erano un uomo ed una donna, e si tenevano per mano."
"Andiamo adesso a vedere l'ultimo 'incidente' della serie. Il Dottor Marni. Anziano, appassionato di chimica, sta facendo un esperimento e per questo ha bisogno di scaldare due diversi contenitori. Accende i beccucci, ma non si accorge che il fuoco si spegne. Il gas riempie la stanza, lui sviene e passa dal sonno alla morte. Quando viene suonato il campanello, una scintilla fa esplodere il laboratorio. Tutto distrutto. Un brutto incidente, ma alcune cose non quadrano: la scientifica ha dimostrato che sopra i beccucci non c’era nulla, quindi non avevano senso aperti; poi il dottore non ha respirato gas, quindi quando la stanza si è riempita, aveva già smesso di respirare. Quindi anche qui non si tratta di incidente. Ma perché è stato ucciso? Chi aveva motivo per eliminare il vecchio professore? Non avrebbe avuto senso se nella mano di Marni non avessimo trovato questo"
Il commissario estrasse dal sottomano il fax con la riproduzione del pezzetto di carta, spiegazzato e bruciacchiato.
Rosanna osservò: "A, B, più o meno, punto interrogativo. Non riesco a capire…"
"Neanche io all’inizio. Veniamo all’ultimo mistero che mi riempiva di dubbi: perché da quando Roberto Ferrero ha avuto l’incidente non ci sono più stati furti? Cosa è successo di particolare in quell’incidente per interrompere la serie di rapine? Proviamo a riflettere insieme su tutti i punti che abbiamo raccolto fino ad ora.
Primo: l’incidente si è verificato perché lei non ricordava la presenza dell’antifurto" disse indicando l’uomo.
"O per meglio dire, perché non lo sapeva". Roberto si agitò sulla sedia.
"Secondo: lei non ha paura degli insetti perché non ha mai avuto questo tipo di fobia"
"Terzo: da quando lei ha avuto l’incidente non ci sono più state rapine…"
Polloni si fermò un istante per prendere fiato e per preparare l’ultima frase, la più importante.
"La spiegazione più logica è questa: i furti erano compiuti da Roberto Ferrero. Per questo motivo dall’incidente le rapine si sono fermate."
L’uomo si alzò in piedi ed urlò: "Io non ho mai fatto nessuna rapina!"
Il commissario si alzò a sua volta: "SI SIEDA!" ordinò.
Roberto si guardò intorno, cercando un aiuto che non trovò. Si sedette nuovamente sulla sedia, incrociando le braccia ed atteggiando la faccia in un broncio da bambino offeso.
Rosanna cercò di protestare a sua volta: "Commissario, ma si rende conto di cosa sta dicendo?"
Polloni la guardò sorridendo, e con voce suadente le disse: "signora, me ne rendo conto benissimo."
Cominciò ad enumerare sulle dita della mano destra: "suo marito ha fatto installare un antifurto, ha paura degli insetti, e compie rapine". Indicò l'uomo seduto "Lui non conosce l'antifurto, non ha paura degli insetti e non ha mai fatto rapine. C'è una sola spiegazione per tutto questo."
Piantò gli occhi dentro quelli dell'uomo: “lei non è Roberto Ferrero!
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Spiegazioni
(prima parte)

Eleonora piangeva sommessamente. L’uomo aveva gli occhi spalancati dal terrore e Rosanna continuava a guardarlo. La Macchiorlatti era stupefatta, mentre la Combetta si era chiusa in un mutismo che neanche la rivelazione riuscì a scuotere.
Polloni non aveva ancora finito.
"E c'è un'altra cosa a questo punto evidente"; la sua attenzione si volse verso Rosanna: "lei sapeva benissimo che questo uomo NON è suo marito!" disse avvicinandosi.
Rosanna cercò di giustificarsi, balbettando "ma no…io...era completamente ustionato…"
"La finisca! Tra le varie cose che mi hanno convinto che quest’uomo non è suo marito, c’è il fatto che lui non conoscesse la presenza dell’antifurto. Non lo sapeva perché neanche lei ne sapeva nulla!". Polloni fece il giro della scrivania e si sedette rimettendosi nella posizione iniziale: gomiti, dita, naso: "ora vi racconto come sono andate le cose…"

"Rosanna, lei era infelicemente sposata con il – a questo punto chiaramente – defunto Roberto Ferrero, rappresentante di commercio alla luce del sole e rapinatore quando ne aveva l’occasione. Lei sapeva, e ne accettava i benefici: casa in collina, soldi, benessere. Tutte cose che ad un cuore arido sono sufficienti per dire ‘sono felice’. Peccato che un bel giorno su quel cuore avvizzito, su quella pietra, germoglia uno strano fiore: conosce qualcuno che ha delle qualità che a lei mancano. Attenzione, amore, affetto, non so, questi sono affari vostri.
Ma un fiore nato su una roccia è comunque sempre un fiore di pietra, Ecco che nasce il piano. Quando suo marito farà il prossimo colpo, il suo amante lo seguirà e nel momento opportuno lo eliminerà, facendolo sparire da qualche parte. La macchina verrà portata lontana e magari buttata in qualche lago o bruciata. Dopo qualche mese di inutili ricerche il marito verrà dato per disperso e si potrà, poco per volta, ricostruire una nuova vita.
Naturalmente il piano era questo, ma il vostro amico Manlio ci ha messo lo zampino, e vi ha costretti ad improvvisare.
Il suo amante uccide Roberto e lo nasconde. Poi sale in macchina e se la da a gambe. Ma fatti pochi metri, l’auto prende fuoco.
Riesco ad immaginare cos’ha provato quando ha ricevuto la notizia: ‘c'è stato un incidente: l'auto di suo marito ha preso fuoco’ e fin qui tutto bene. ‘Ha ustioni in tutto il corpo’. Ma chi ha ‘ustioni in tutto il corpo’ si sarà chiesta? Poi la corsa in ospedale, i medici che le dicono che dovrà essere ricostruito completamente e che potrebbe perdere la memoria.
Ecco l’idea! E' rischiosa, ma può funzionare, con un poco di fortuna! Porta tutte le foto che ha a casa e fa in modo che le varie plastiche diano un aspetto simile a quello del vero Roberto. L’altezza è all’incirca uguale ed anche la corporatura è media, il trapianto di cornee impedirà confronti imbarazzanti, quindi non ci dovrebbero essere problemi. Per il resto diremo che ‘il povero Roberto non ricorda nulla’. Certo, può funzionare.
Ed andava tutto abbastanza bene, fino a quando non si verifica l’incidente della scolopendra. Chiunque avrebbe preso una scopa, invece il falso Roberto, che nella realtà non aveva paura degli insetti, la prende con la mano. Giovanni ha un dubbio, lo stesso che ho avuto io.
Decide di andare dall’amico Marni, e lo chiama, ma evidentemente uno di voi due ha sentito. Purtroppo è necessario che il papà muoia. Per fortuna non ha parlato dei sui dubbi col dottore, quindi deve tacere subito. Non so chi dei due ha avuto l’idea del rasoio, ma sono quasi certo che abbiate realizzato tutto insieme. Mentre Eleonora e Giovanni stavano dormendo profondamente a causa dei medicinali che assumono, poco prima di mezzanotte, siete andati a casa loro, uno dei due ha staccato la corrente e sostituito al fusibile il cavetto che vi siete portati da casa. L’altro andava ad aprire il rasoio, facendo in modo che uno dei fili interni toccasse la guaina metallica esterna. Poi avete riattaccato la corrente, riattivando anche l’orologio, che a questo punto riprendeva il calcolo del tempo da zero. Purtroppo per voi, uscendo avete quasi incrociato gli 'amici' della signora Combetta, ma non credo che ve ne siate preoccupati troppo, convinti come eravate di essere a posto, ed avete finto tranquillamente di essere due fidanzati a passeggio.
Quando Giovanni ha acceso il rasoio non ha avuto scampo."
Eleonora continuava a piangere. Polloni la guardò con comprensione. Angela si avvicinò e la abbracciò.
"Il giorno dopo eravate in questo ufficio, quando ho ricevuto una telefonata. Ho scritto un appunto segnandomi il nome e l’indirizzo del dottore. Quando siete usciti vi ho accompagnati alla porta e tornando dentro l’ufficio qualcosa mi dava fastidio.
Ci ho messo parecchio tempo per capire, poi ho ricordato che avevo raddrizzato il blocco note: quindi era stato spostato! Uno di voi l’aveva girato per leggerlo e non aveva fatto in tempo a rimetterlo bene a posto. A questo punto era necessario andare da Marni per capire cosa avesse di tanto importante da dirmi.
Comunque lei è andato a casa del professore, avete discusso, lui l’ha accusata, dicendo che sapeva benissimo che lei non era Roberto, firmando così la propria condanna a morte. L’autopsia ha rilevato un ecchimosi sulla nuca, che poteva anche essere dovuta ad una caduta, ma è probabile che lei lo abbia sbattuto contro uno dei numerosi spigoli presenti nel laboratorio ed abbia poi inscenato l’incidente. Sapeva che prima o poi qualcuno avrebbe premuto il campanello; il fatto che fossi io, probabilmente l’avrà anche divertita. Magari avrà sperato in una doppia eliminazione…"
Polloni fece una pausa. Era esausto.
Seguirono diversi minuti di silenzio pesante. Anche Eleonora, che era molto provata, sentì la tensione elettrica che permeava l'aria; smise di piangere ed alzò lo sguardo sulla nuora. Tutti aspettavano la mossa successiva.
La prima a ‘muovere’ fu Rosanna: "lei non ha prove. Solo indizi"
Polloni la guardò con attenzione; ed inaspettatamente sorrise.
Con voce pacata disse alla donna: "signora, io non ho prove. Io ho la prova"
Rosanna tacque per un istante, quindi cercò di replicare "quale…?"
Polloni non aveva intenzione di lasciare la scena a qualcun altro: "quale prova ?Vede, signora, devo riconoscere che avete avuto una fortuna sfacciata sin dall’inizio. Mille cose potevano andare storte senza scampo, ma la sorte vi ha sempre aiutato. Gli errori li avete fatti tutti voi, per imprecisione, per ingordigia. Ma in un caso la fortuna non è stata dalla vostra parte."
Polloni si alzò nuovamente e si posizionò davanti alla scrivania, incrociò le braccia e piantò gli occhi in faccia alla donna.
"Sapete cos’è il fattore Rh?", chiese.
Era ovviamente una domanda retorica, che non richiedeva nessuna risposta. E Polloni non attese.
"Il sangue, signora. Su quello non potevate proprio fare nulla."
Rosanna guardò l'uomo seduto vicino a lei, corrucciata. Lui la guardò a sua volta. Non parlarono, non c’era nulla da dire, nulla che potessero fare. Era proprio finita.
"Il fattore Rh non potevate cambiarlo. Suo marito aveva quello negativo mentre questo signore ha quello positivo. Inizialmente gli hanno dato il sangue universale, che viene tollerato da tutti, dopo hanno fatto gli esami necessari. A quel punto la somiglianza tra i due tipi di sangue ha fatto, per l’ultima volta, il vostro gioco.
Marni, che all’inizio non si era accorto di questa situazione, poiché il gruppo era quello giusto, ad un certo punto ha sicuramente visto che questo era uguale ma il fattore no.
Che gruppo aveva suo marito, signora?"
Rosanna guardava il poliziotto, gli occhi spalancati, colmi di lacrime.
"Io…non volevo…"
Polloni avvicinò il volto a quello della donna. Inarcò un sopracciglio.
"Di che gruppo era il sangue di suo marito?"
I giochi erano chiusi. Non c'era più alcuna via di fuga, tutte le strade erano bloccate; l'unica cosa da fare era arrendersi.
La donna chiuse gli occhi ed abbassò il capo. Quindi rispose, con un filo di voce.
"AB. Negativo"
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Messaggio da overhill »

Spiegazioni
(Seconda parte)

Gli occhi rossi, il mento che tremava, Eleonora sembrava sull'orlo dello svenimento. Polloni era parecchio preoccupato, e non l'aveva persa per un attimo di vista. Per questo si stupì quando, dopo avere dato un colpetto di tosse per liberare la gola dalle lacrime, la donna si rivolse alla nuora, con voce curiosamente pacata, e disse l'unica parola che aveva un senso in quel momento per una madre.
"Perché?"
Rosanna aveva ancora lo sguardo abbassato.
Rispose con un mormorio: "mi dispiace, non avrei voluto farlo, ma sono stata costretta..."
Eleonora interruppe la donna con determinazione, ma senza odio: "non ti ho chiesto questo. Ti ho chiesto il perché."
Rosanna alzò gli occhi ad incrociare quelli della suocera. Occhi tristi, su entrambi i volti.
"Ho paura che tu conoscessi poco tuo figlio. Mi picchiava, sai? Spesso, per divertimento. Suo, ovviamente. Non tanto da lasciarmi dei lividi o altri segni, di solito nello stomaco. Cercava di non farmi troppo male da ricorrere ad un medico o al pronto soccorso."
"Non è possibile..." provò ad iniziare Eleonora, ma venne interrotta dolcemente da Rosanna: "ricordi tre anni fa, quando ho perso il bambino? Me l'ha fatto perdere lui, Perché diceva che un moccioso avrebbe rovinato la nostra vita. A voi abbiamo detto che ero caduta, ma non era vero. Mi aveva preso a pugni nella pancia. Mi ha fatto abortire a pugni!"
"Non è possibile..." provò di nuovo la donna, ma con meno convinzione. Si interruppe e fece un'altra domanda fondamentale a Rosanna: "perché hai sopportato tutto questo?"
"All'inizio per amore. Speravo che sarebbe cambiato col tempo, che si sarebbe tranquillizzato. Le prime volte che mi picchiava mi chiedeva scusa, poi la cosa è andata degenerando. Le rapine sono cominciate quasi per gioco: mi diceva che 'si divertiva'. Ed effettivamente era meno manesco da quando si era messo a rubare. Si divertiva a camuffarsi ed a leggere delle sue imprese sui giornali. A quel punto l'amore era finito ma i soldi erano ancora un ottimo motivo per sopportare tante umiliazioni. Poi è successa la cosa del bambino..."
Polloni sapeva per esperienza che confessare corrisponde ad una specie di sfogo per chi parla, per cui è sempre meglio evitare interruzioni. Ma a questo punto si accese un'altra lampadina: "il bambino era di..."
Rosanna guardò il commissario e sorridendo fece un cenno verso l'uomo di fianco a lei: "di Antonio, non di Roberto."
Guardò l'uomo con tenerezza: "l'ho conosciuto al supermercato. Non riuscivo a raggiungere un barattolo di pelati e lui si è avvicinato e mi ha aiutato. E' stato come un fulmine, un lampo. Non ero più abituata alla gentilezza. Avremmo potuto andare avanti per anni in questo modo; in fondo i soldi erano un gran bel incentivo a continuare. Ognuno coi suoi segreti: davanti famiglia felice, dietro uno rapinatore per gioco e l'altra con amante. Ma l'aborto ha cambiato tutto. Quando è successo abbiamo deciso che questa situazione doveva finire."
Rosanna assunse un tono quasi didattico: "l'idea era di sorprendere mio marito dopo una delle tante rapine. Di solito mi diceva prima qual era il suo obiettivo; questo serviva ad evitare di trovarmi da quelle parti per caso. Roberto lasciava sempre la macchina aperta, in modo da potersi infilare al volo senza dover armeggiare con antifurto o chiavi. La parcheggiava sempre dietro un angolo: subito dopo il colpo correva, girava l'angolo e mentre entrava in macchina si toglieva al volo barba o baffi finti oppure la parrucca o gli occhiali. In questo modo era simile ma diverso e non era immediatamente riconoscibile.
Una volta, mi ha raccontato di essere stato raggiunto un attimo prima di salire in macchina. Quella volta aveva usato una barba finta, rossa. Quando il negoziante l'ha raggiunto e l'ha fatto voltare, ed ha visto che era sbarbato, gli ha anche chiesto scusa: 'ha mica visto uno con la barba che correva?', 'Uno con un bel barbone rosso? Sì, è andato di là'"
Polloni si diede una metaforica pacca sulla fronte: ricordò che in quel caso, di almeno tre anni prima, quando avevano interrogato il negoziante, alla domanda 'l'ha inseguito?' lui aveva risposto 'si, ma superato l'angolo nessuno l'ha più visto!' e non un più logico 'non l'ho più visto'. Al commissario era sembrata strana la costruzione della frase e per questo gli era rimasta impressa nella memoria, ma aveva imputato l'errore allo shock da rapina.
Rosanna proseguì: "comunque Antonio era nelle vicinanze del negozio; quando Roberto è arrivato, è sceso ed ha lasciato la macchina aperta. Antonio c'è entrato e si è nascosto tra i sedili posteriori. Dopo il colpo, Roberto si è fiondato nella macchina ed è partito subito, ma con calma, senza sgommare. Ovviamente non ha guardato dietro, aveva altro a cui pensare. Antonio è sbucato fuori da dietro e con un coltello ha costretto Roberto ad andare in una zona isolata. Quando sono arrivati..."
Si interruppe e guardò Eleonora.
"Insomma, dopo ha nascosto..."
Altra pausa.
"Quando ha finito ha preso la macchina ed è partito. E da lì è cominciato ad andare tutto male. La macchina ha preso fuoco e non ha fatto in tempo ad uscire. Quando mi hanno avvertito dell'incidente sono rimasta sbigottita non tanto per la macchina che bruciava, ma per il fatto che 'mio marito' era rimasto coinvolto. Sono corsa in ospedale e lì ho capito che l'uomo non era Roberto ma Antonio. Non sapevo cosa fare, poi uno dei medici mi ha detto che la vittima era sfigurata, ma era possibile ridargli un volto molto simile a quello originale. Mi sono detta che forse potevano dare una fisionomia simile a quella di Roberto; l'incidente avrebbe giustificato le differenze anche con amici e parenti.
Un altro medico mi ha parlato della possibilità di problemi alla memoria ed anche qui ho approfittato. Quando si è svegliato Antonio ha ricordato tutto, ma ho fatto in modo di essere sempre vicino a lui e l'ho 'indirizzato', in modo che facesse finta di dimenticare. Ricordo ancora quando, svegliandosi, ha detto 'io non ho moglie'. Ed era vero! Avevo il terrore che potesse dire il proprio nome, ma per fortuna non è successo.
E' stato un anno terribile. Ogni giorno correvo appena potevo per stargli di fianco. Certo, per amore, ma anche per controllare, quando si svegliava, che non dicesse qualcosa che avrebbe potuto rovinarci."
Rosanna era spossata, ma ancora non aveva finito di parlare. Antonio si teneva la testa tra le mani ed intanto guardava la donna.
"Marni era troppo pignolo, non avrebbe dovuto controllare il sangue. Avrebbe dovuto accontentarsi della mia spiegazione. Purtroppo invece non solo ha controllato, ma non mi ha detto nulla. Penso avesse capito, come lei, commissario, che non potevo non sapere che quello non era mio marito, per cui ero, quanto meno, una complice."
Rosanna si alzò dritta: "come suona male detto così. Complice. È un brutto termine."
Proseguì: "la vicenda della scolopendra è stato un errore di Antonio. Lui ha vissuto per anni in campagna, e non teme gli insetti. Anche qui ha visto correttamente commissario: è difficile ricordarsi di non ricordare. Ed Antonio ha preso quella schifezza con le mani, cosa che Roberto non avrebbe fatto neanche sotto tortura. Le mani le metteva addosso solo a me" concluse amaramente.
Rosanna alzò gli occhi e guardò alternativamente i presenti, cercando aiuto: "volevamo solo essere felici e vivere insieme. Cosa c'è di male in questo?"
Ma nessuno dei presenti aveva la risposta.
Ciao a tutti

Mario Overhill

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Messaggio da bashira »

"volevamo solo essere felici e vivere insieme. Cosa c'è di male in questo?"
ehehehe che c'è di male a fare fuori tre persone per la propria felicità? :asd:

Cmq che Roberto non fosse appunto Roberto lo avevo intuito quasi da subito 24_104 ..., ma quel che mi interessava era appunto il come e il perchè. Il piano era decisamente ben congegnato.. ma si sa.. il delitto perfetto , o in questo caso I DELITTI perfetti non esistono... Di sicuro non per l'acuto commissario Polloni :approved:

24_149




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Messaggio da overhill »

Eh eh, nel secondo romanzo non avrai vita facile, Bashira: sarà molto più difficile capire CHI ha rapito Anna... :D

E comunque manca ancora l'epilogo :)
Ma lo metto domani ;)
Ciao a tutti

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Messaggio da bashira »

overhill ha scritto:Eh eh, nel secondo romanzo non avrai vita facile, Bashira: sarà molto più difficile capire CHI ha rapito Anna... :D

E comunque manca ancora l'epilogo :)
Ma lo metto domani ;)
Molto bene :D vorrà dire che aguzzerò l'ingegno :secret:

PS. però il sangue non mi era proprio venuto in mente. Ero condiziata dal fatto dei contatti elettrici e quindi pensavo che il +e- fossero indicazioni delle polarità : insomma una traccia per avvisare che erano state invertite o manomesse per l'"incidente " con il rasoio :D




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overhill
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Messaggio da overhill »

Falso indizio voluto, ovviamente...

Secondo me, per essere un "primo" lavoro non è malaccio: magari si dovrebbe togliere qualche incongruenza (sinceramente far fuori uno con un rasoio elettrico, è piuttosto "complicato", no? :D )
Sono convinto che i lavori successivi sono decisamente migliori :)
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Mario Overhill

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bashira
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Messaggio da bashira »

Bè in effetti se fosse andata la moglie a depilarsi invece che lui a radersi ... :asd:




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overhill
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Messaggio da overhill »

Epilogo

"Laudadi0, Ant0ni0” scrisse Polloni con l'indice destro sulla tastiera. Ci impiegò qualche secondo, poi diede uno sguardo al risultato della faticosa operazione.
Ma porca miseria: allora sono proprio cretino! Si autoinsultò.
Pose la grossa mano sul mouse e con qualche difficoltà riuscì a posizionare il cursore sulle due parole; le evidenziò premendo il tasto sinistro, poi digitò, sempre usando l'indice destro, le parole corrette: Laudadio, Antonio.
Spostò la freccia del mouse sul pulsante invio e lo premette.
Due risultati.
Lesse: Laudadio, Antonio, nato a Pesaro il 19/5/1921, ivi deceduto il 31/10/1997...non è lui
La riga successiva aveva una specie di asterisco a sinistra del nome.
Polloni vi spostò il cursore sopra e premette due volte il tasto del mouse. Si aprì una pagina con le informazioni del casellario giudiziario.
Truffa, rissa.
Niente di particolarmente efferato, ma non esattamente uno stinco di santo. Se l'era scelto bene la Ferrero. Non che il marito fosse meglio, con la sua passione per le rapine, i soldi facili, e con le mani pesanti.
Una serie di foto completava la scheda: fronte fianco destro, fianco sinistro. Somigliante, non c'è che dire. Dimostrazione che in fondo alle donne piace un certo tipo di uomo e sempre quello cercano. Si chiese di sfuggita come fosse il padre di Rosanna Genco in Ferrero, e se il complesso di Elettra avesse colpito anche in questo caso.
In quel momento suonò il telefono. Il commissario alzò la cornetta e la pose sull'orecchio senza parlare.
"Trovato" disse semplicemente Rizzo
"Dove?"
"A circa due chilometri da dove hanno trovato la macchina. Sepolto a circa un metro. Bruciato e praticamente irriconoscibile. Avremmo fatto parecchia fatica a scoprirne l'identità se..."
"Già." lo interruppe il commissario, senza cattiveria. Chiuse la comunicazione.
Rizzo non si offese. Conosceva il suo capo e sapeva che la fine di un indagine solitamente lo intristiva, specialmente quando la soluzione era squallida come questa, ed in questi casi era meglio lasciarlo tranquillo a scaricare lo schifo che aveva accumulato.
La porta dell'ufficio si aprì. Il commissario uscì e passando davanti alla scrivania del collega , si fermò per un istante.
"Ci vediamo dopo pranzo. Vado al molo."

FINE

Torino, Giugno 2005 - Maggio 2006
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Mario Overhill

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Blu
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Messaggio da Blu »

Grazie Over per aver reso i miei viaggi di andata (con il commissario) e di ritorno (con GL) in treno una cosa più che unica :D

57_003

Prima di partire da RC avevo stampato l'intero romanzo con protagonista Polloni per poterlo terminare in viaggio :) (e poi lasciare a PD per chiunque avesse voglia di leggerlo :D ) e devo dire che mi è piaciuto molto (sotto sotto spero che questa sia stata solo la prima puntata di una luuuuunga serie di avventure/romanzi con protagonista il commissario :D ) .. a parte qualche piccola imprecisione (oddio, sono passati 15 giorni e non mi ricordo quali, fatto salvo quello della scheda della sig.ra Combetta che aveva come stato civile "celibe" :P ) devo dire che la conclusione del romanzo mi ha completamente coinvolto/travolto, con i continui colpi di scena, gli incidenti a catena, le rivelazioni/confessioni e le deduzioni di un uomo che crede più nell'istinto e nei fatti che alla prima impressione.. sai cosa? Ripensandoci oggi, dopo averlo lasciato a decantare per due settimane, l'impressione che mi è rimasta è quella di averlo "visto", non letto :) : hai un modo di scrivere che rende veramente tangibili le scene, vuoi per i dettagli, vuoi per il modo di interpretare i pensieri dei protagonisti, i particolari delle espressioni, i movimenti.. davvero bravo :D :approved:



PS: sempre che non sia un nuovo "pesce d'aprile" studiato in anticipo :P , se lo pubblicherai faccelo sapere :D (ne comprerò subito più copie e al primo meeting in cui ci incontreremo te le farò autografare/dedicare tutte :asd: :D )




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Messaggio da overhill »

Ho scritto "celibe"? Ma porca miseria, in due anni non me ne sono mai accorto! :mumble: :huahua:

Questa cosa del "vedere" il racconto me l'hanno detto anche altri.
In effetti ho l'abitudine di visualizzare le varie scene e limitarmi (si fa per dire) a raccontarle. Sono abbastanza convinto che i miei romanzi potrebbero essere trasforamti in film abbastanza facilmente. Specialmente quello che sto scrivendo adesso, che si chiama "Il vizio dell'odio" che è costruito proprio come un film :)

Nei prossimi giorni comincio a mettere on line il secondo romanzo, "Gli occhi nel Buio" :)
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