Lara Croft Tomb Raider: the Golden Legacy

La seconda avventura di Lara Croft

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overhill
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Messaggio da overhill »

Eh eh, allora vi fornisco un altro pezzettino, giusto per farvi venire l'acquolina in bocca :)

Vediamo se qualcuno riesce a indovinare come finirà questa lotta...
Ciao a tutti

Mario Overhill

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Messaggio da [Reinvent Yourself] »

Io in teoria lo saprei, ma non ricordo :asd:




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overhill
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Messaggio da overhill »

Lisbona
(Sesta parte)

Felipe cercava di resistere alle avances di Nevan, ma questa era una demone piuttosto ostinata.
E si stava anche stancando di questo gioco che non conduceva da nessuna parte e non la divertiva come avrebbe sperato.
“Ma come, tesoro, mi rifiuti? Rifiuti tutto questo ben di … diavolo?” Nevan non potè evitare di ridere di gusto a questa battuta.
Felipe la spinse via con un ultimo sforzo “Tu non sei Lara! Non hai lo stile di Lara. E poi il professore non si chiamava Bèquer, me lo sono inventato!” Estrasse una spada “Adesso dimmi chi sei”
Nevan allungò un dito e toccò la punta della spada. L’unghia si allungò di alcuni centimetri in pochi secondi. Gli occhi divennero rossi e lucenti.
Felipe fece alcuni passi indietro.
“Io sono UNO NESSUNO E CENTOMILA! IO SONO LEGIONI!” La voce era diventata un urlo stridulo e assordante, e contemporaneamente faceva vibrare le strutture stesse dell’edificio.
“E ora, mio caro E’ ORA DI MORIRE” disse Nevan prima di avventarsi su Felipe, la cui spada sembrava davvero poca cosa in confronto ai lunghi artigli della creatura.
In quel momento quattro colpi secchi risuonarono nella stanza e Nevan si fermò impietrita non tanto dal dolore, che per un demone era assolutamente sopportabile, ma dalla sorpresa.
Si girò di scatto alla sua destra, con mossa felina e si trovò di fronte, a poche decine di metri di distanza, Lara che teneva puntate saldamente su di lei entrambe le pistole ancora fumanti.
“TU!” ululò la creatura.
“Si, schifosa. Io. Mi sono guardata negli occhi”
(…fece un passo indietro, aprì gli occhi e ne vide il riflesso sul lato esterno dello specchio…)
La demone si rialzò e, con qualche difficoltà causata dagli artigli, fece un breve e inquietante applauso
“Ma brava, Lara. Sei più intelligente di quanto pensassi. Non che cambi, ma è una bella sorpresa! Le persone furbe hanno un cervello molto più saporito…”
Mentre Nevan pontificava, Felipe Jamie ed Elaine erano corsi a nascondersi dietro a Lara. Che disse “Bene, ragazzi, ora cerchiamo di mettere fine a questa storia”
Le pistole ricominciarono a cantare la loro monotona canzone. Nevan non soffriva, ma ogni colpo le faceva perdere tempo, e la costringeva a ricostruire il suo corpo.
Lara sparò molti colpi, poi smise.
Nell’aria c’era un greve odore di polvere da sparo e di carne di demone. Qualunque odore sia.
Nevan si rialzò dalla posizione in cui era caduta per la serie di colpi. Guardò i quattro poi scoppiò in una risata demoniaca.
“Ora mi avete proprio stufata! E’ ora che capiate con CHI avete a che fare”
Si inarcò e una luce verdastra scaturì dal suo corpo.
Quando il bagliore si disperse, Lara e i suoi compagni videro il vero aspetto di Nevan.
Era indubbiamente una donna, molto avvenente, dai lunghi capelli rossi che le fluttuavano intorno al corpo, meravigliosamente femminile e fasciato da una specie di aderente tuta nera, gli occhi senza pupilla di un rosso intenso e quasi luminoso, e dai lunghi artigli alle mani. Ogni artiglio aveva le dimensioni di una delle spade di Felipe.
Questi, dal canto suo, non resistette alle abitudini da maschio latino e si lasciò sfuggire un fischio.
Elaine gli bisbigliò “ma ti pare il momento?”
“Ora sai cos’hai perso, uomo” disse Nevan rivolta allo spagnolo, con un sorriso storto.
Lara sparò ancora una serie di colpi , che Nevan assorbi sussultando appena. Il demone si avvicinò lievemente in direzione di Lara.
“Povera, piccola, insignificante Lara. Non hai nessuna speranza di uccidermi. Io non posso essere uccisa. Avresti più fortuna a sparare al mio riflesso…”
Poi si rialzò e disse “e ora, miei cari compagni di gioco, facciamo una partita con le mie regole”
Schioccò le dita e scomparve.
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Mario Overhill

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Messaggio da overhill »

Prima che qualcuno me lo faccia notare, con gli artigli è possibile schioccare le dita, provare per credere ;)
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Messaggio da overhill »

Bene, siete pronti per scoprire come finirà la lotta tra Lara e Nevan?

Ooooooooookey :)
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Mario Overhill

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Messaggio da overhill »

Lisbona
(Settima parte)

Lara era furiosa “Vigliacca! Torna qui!”
Vicinissima all’orecchio di Elaine, che urlò, “Ma io sono qui…!”
“Maledetta…” iniziò Jamie. Felipe era scombussolato “Dov’è?” disse
“Si è resa invisibile” disse Lara guardando intorno per vedere ogni minimo indizio della presenza della creatura.
Felipe cadde a terra come un sacco di patate “Mi ha colpito!” si lamentò
“Sta solo giocando, per ora” replicò Lara.
“ATTENTI!” urlò Jamie
Tutti si abbassarono un istante prima di venire decapitati da uno scudo che era comparso improvvisamente dal buio e che li aveva sorvolati ad una velocità incredibile. Per uno scudo, ovviamente.
“Maledetta…” ripetè Jamie.
“Via! Via! Via!” li incitò Lara rialzandosi da terra “Scappiamo”
Felipe era disorientato “Ma dove andiamo?”
“Bella domanda! Ne hai altre o preferisci aspettare?” ironizzò Lara, mentre si alzava e iniziava a correre.

I quattro stavano correndo lungo un corridoio piuttosto largo.
Di tanto in tanto Nevan faceva sentire la sua presenza. “Cucù!” diceva a Elaine, che urlava.
“Booh!” disse una volta a Jamie, che inciampò.
Dovevano stare attenti alle armature che Nevan ogni tanto faceva cadere. Erano armature complete di alabarde e altri tipi di asce, molto ma molto affilate. Ed evitarle correndo, al buio non era esattamente la cosa più facile del mondo.
Felipe, grazie alle sue doti atletiche, riusciva a correre senza avere troppo fiatone, e riuscì a dire “Lara, dobbiamo riuscire a vederla, in qualche modo!”
“Bell’idea, maschietto” si sentì la voce canzonatoria di Nevan che girava loro intorno “Ma dovete essere vivi per poterlo fare”. Una spada si piantò in terra a pochi centimetri dai piedi di Felipe, che riuscì ad evitarla all’ultimo istante Non avrei mai immaginato di fare una corrida dove il toro sono io si ritrovò a pensare lo spagnolo.
Giunti quasi alla fine del corridoio, i quattro avrebbero dovuto prendere la decisione sul da farsi: tornare indietro, andare a destra o a sinistra?
In quel momento, però, dal buio del fondo del corridoio, una figura si sporse e gettò un oggetto in direzione di Lara, e si dileguò. La donna, ormai abituata ad evitare, si scansò e il piccolo oggetto cadde in terra, rompendosi.
Lara si fermò e tornò indietro: uno specchietto da trucco?
Prese uno dei frammenti e lo guardò. Nel triangolo vide una parte del suo volto, un occhio di Elaine, e alcuni capelli rossi.
Ho capito! “Presto! Venite con me!” disse concitata ai suoi compagni.
“Dove?” riuscì a bofonchiare Jamie, spossato dalla corsa.
“Fidatevi!” rispose di rimando Lara
Come se avessimo avuto alternative fin qui pensò l’inglese.
Lara guidò il gruppo fino al Salone dello Specchio.
“Ma…Lara” stava dicendo uno sbigottito Felipe “così siamo in trappola!”
“Forse si. Ma anche lei. Guardate nello specchio!”
I tre si voltarono verso lo specchio e dopo qualche secondo videro Nevan che entrava nella stanza.
Ognuno con i propri tempi si girò verso l’entrata e poi di nuovo verso lo specchio, per assicurarsi di vedere bene.
Nevan continuava ad essere invisibile, ma nello specchio la si poteva vedere.
“Ma che brava! Lara, mi hai stupita ancora una volta” disse Nevan in tono canzonatorio
“Ma come farai ad uccidermi? Con le tue pistole? Mi insulterai a morte? Mi prenderai a sputi?”
Lara guardò verso lo specchio e, aiutandosi con l’immagine riflessa, sparò un colpo. Nevan venne colpita e vacillò, ma a parte questo inconveniente non patì nessun altro problema.
“Mi avete divertito fin qui. Nessuno era mai riuscito ad arrivare a colpirmi. Ma adesso è tempo che il mio, e vostro, destino si compia e che io assolva al mio dovere”
Nevan si alzò in volo a pochi centimetri da terra e caricò Jamie, che in quel momento non guardava verso lo specchio.
“Jamie! A destra” urlò Lara
Jamie si buttò di lato un istante prima di essere colpito.
Felipe era stato distratto dall’urlo di Lara e si girò per guardare Jamie. Quindi non guardava la posizione di Nevan dallo specchio.
Il demone ne approfittò per attaccare lui, ma questa volta fu Elaine ad avvertirlo
“Felipe! Davanti a te!”
Lo spagnolo estrasse con un rapidissimo movimento
(…lo stesso della corrida…)
entrambe le spade e le roteò alla cieca.
Si udì in lamento e nello specchio il riflesso di Nevan era chiaramente ferito.
Prima che il taglio si rimarginasse, Lara ne approfittò per sparare alcuni colpi in sua direzione.
Nello specchio il demone appariva esausta.
“Maledetti! Voi non avete idea di chi vi siete messi contro!”
Nevan avvicinò le mani e ‘sparò’ una palla di fuoco in direzione di Felipe, che però stava controllando i suoi movimenti e la evitò facilmente.
“Aaaargh!” urlò Nevan , infuriata.
Guardò i quattro e vide che Elaine, più spaventata che mai, era l’unica che dava le spalle allo specchio. Quindi pensò di cominciare con qualcosa di facile.
“Tu, idiota. Sarai la prima”
“Elaine!” Lara cercò di avvertirla “viene verso di te! Attenta!”
Elaine era in preda al panico “Come? No…io no!”
Indietreggio di alcuni passi alla cieca, poi mise un piede in fallo per colpa dei soliti tacchi e cadde all’indietro, urtando la superficie dello specchio.

Il tempo parve improvvisamente fermarsi.
Il vetro esplose in una miriade di piccoli frammenti che parvero restare in aria , come congelati.
Nevan si impietrì.
(....avresti più fortuna a sparare al mio riflesso…)
Lanciò un urlo di dolore così acuto, così terrificante da sembrare quasi umano. Una luce possente scaturì dal suo corpo, una luce non più verde, ne’ rossa, ma bianca, di un bianco purissimo.
Troppo puro per un demone.
Nevan esplose in una miriade di microscopici frammenti che rimasero sospesi, come congelati.
Poi le particelle che erano state lo specchio e le particelle che erano state Nevan caddero a terra, contemporaneamente, producendo un rumore simile a quello di un fresco torrente di montagna che corre tra le rocce.
O quello generato dalle schegge di una bomba dopo l’esplosione.
Il tempo riprese a scorrere, indifferente.
Elaine, appoggiata alla parete che si trovava dietro lo specchio, guardò quello che era successo, poi osservò i suoi amici e spalancando gli occhi emise un liberatorio “Ops!”.
Ciao a tutti

Mario Overhill

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Messaggio da overhill »

Lisbona
(Ottava e ultima parte)

Jamie fu il primo a riprendersi dallo spavento. Guardò il muro ora visibile all’interno della cornice che conteneva lo specchio, guardò Elaine e con sguardo semi-serio le disse “Sei la donna della mia vita. Vuoi sposarmi?”
Elaine non comprese immediatamente, ma prima che riuscisse ad elaborare l’offerta, l’inglese fece in tempo ad alzarsi e ad andare dalla donna per aiutarla ad alzarsi.
Lara si alzò a sua volta e si spolverò i pantaloncini. Si girò verso Elaine e si complimentò “Brava! Ottimo lavoro!”
Elaine era molto disorientata: “dici sul serio? Intendi dire che…l’ho uccisa io?”
Lara raggiunse Felipe che stava esaminando il muro nudo. Quasi come se parlasse a se stessa mormorò “Nevan era in simbiosi con lo specchio, credo. La distruzione di uno era la distruzione dell’altra. Era la sua abitazione ma anche la sua…anima.” Felipe continuò il ragionamento di Lara “Aveva bisogno che qualcuno le ‘prestasse’ un’immagine per poter prendere corpo…”
“…e in questo caso ero io” concluse Lara.
Elaine era sbigottita “Ma è fantastico! E’ la prima volta che il mio modo d’essere mi è d’aiuto!”
Jamie sorrise “Elaine: il tuo modo d’essere sbadata è assolutamente delizioso.” Elaine squadrò l’inglese ma non rispose.
Si girò invece verso Lara e chiese “Dove sei stata dopo avere attraversato lo specchio? Lì vedo solo un muro…” Lara continuò a trafficare intorno alla cornice “Ero in una specie di dimensione diversa. Alcune leggi fisiche erano modificate. O forse era solo una specie di sogno, non saprei…”
Smise di controllare lo specchio e dallo zaino trasse un oggetto “…fatto sta che ho trovato la tomba di Alejandra, la prima moglie di Filippo II, e questo…”
Mostrò l’oggetto semisferico. Elaine lo prese e lo guardò con curiosità “Sembrerebbe la metà di una palla…”
Jamie osservava in silenzio. “Strana quella fessura nel centro. Si direbbe quasi l’elsa di una spada” stava borbottando Felipe “però ha un’aria…familiare”
“L’hai già visto?” chiese Jamie a Felipe; questi maneggiò ancora l’oggetto “non ne sono convinto, ma mi pare proprio di si…non riesco a ricordare. Dev’essere qualcosa che vedo talmente spesso da non vederlo più…”
Lara riprese l’oggetto, lo rimise nello zaino e si mosse per andarsene dicendo “Inutile impazzire adesso, ci serve ancora un’altra parte. Ora andiamo a Firenze…”
In quel momento un sibilo attraversò lo spazio del Salone dell’ormai scomparso Specchio provenendo dalla porta e andò ad infilzarsi nel muro all’interno della cornice dorata.
Lara fu veloce ad uscire, ma dello sconosciuto che aveva cercato di colpirli nessuna traccia. Tornò indietro e si avvicinò alla parete dove il piccolo dardo piumato, evidentemente lanciato con una cerbottana, era infilato in un mattone. La donna fece per estrarre la freccia, ma si fermò “Ehi, il mattone si muove…”. Dalla cintura estrasse un coltello e con questo, e qualche colorita espressione, riuscì a scalzare il mattone dal muro.
Una piccola torcia permise di vedere all’interno una piccola nicchia dove era celato un minuscolo scrigno. Lara estrasse il piccolo oggetto e lo aprì. All’interno un rotolo di pochi centimetri era chiuso con un piccolo nastro azzurro.
Il foglio era completamente bianco.
“Ma…” mormorò Jamie “…cosa diavolo…”
“Lasciamo perdere ora, andiamo al mio aereo” suggerì Lara. “Sono convinta che questo foglio ci potrà dire molto più di quello che ora pensiamo…”
I quattro uscirono rapidamente dal Salone e si incamminarono in direzione dell’uscita.
Nell’ombra un uomo li stava osservando: ho svolto il mio compito, padre… pensò.


L’aereo privato era in volo in direzione Italia. Fortunatamente il viaggio avrebbe permesso ai quattro compagni di riposarsi dalle fatiche della notte. Non avevano moltissimo tempo e per di più c’era il problema do foglio bianco da risolvere.
Lara entrò nella cabina soggiorno con un grosso involto in mano. Elaine si stupì “Ma come! Il Codice è qui? Ma non è pericoloso?”. Lara le indirizzò una strizzata d’occhio “Non ci sono posti più sicuri di quelli dove ci sono io, te ne saresti dovuta accorgere…”
Nel frattempo aveva posato l’involto e aveva estratto il Libro. “Giratevi adesso, anche tu Hillary. Sapete che non potete leggere il contenuto del Libro.”
Jamie le disse con aria di sfida “Ma tu invece lo puoi fare?”. Lara alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi. “Io l’ho già fatto e non è stato piacevole. Per niente. Ma sono convinta che qui c’è la chiave per risolvere questo piccolo mistero. Giratevi, per piacere”
I quattro si girarono. Lara estrasse dal piccolo scrigno che era sul tavolo il rotolino di carta, lo sfilò dal nastro e lo aprì. Era sempre vuoto.
Lara non era del tutto sicura sul da farsi. Provò a mettere il foglio sopra il libro, attese qualche secondo, ma non accadde nulla. Provò a mettere il Libro sopra il foglio, ma anche in questo caso non ci fu nessun cambiamento. Maledizione! Imprecò mentalmente la donna. Mise i due oggetti di fianco e aprì, il libro sulla prima pagina. Poi fece un passo indietro, indecisa.
Improvvisamente una luce, dapprima tenue, poi sempre più intensa, si sprigionò dal libro. Una sfera di energia si librò per qualche secondo sul Codice; si spostò sul foglio, indugiò per un attimo, e lo attraversò, scomparendo al di sotto del tavolo.
Lara si avvicinò nuovamente al tavolo e guardò il foglio, che ora risultava fittamente scritto con una calligrafia minuscola.
“Bene. Fatto.” Comunicò ai compagni. Questi si girarono. “Che è successo? Chiese Felipe. “Niente di particolare. Un mio caro amico spesso mi dice che nella vita la fortuna non basta, alle volte servono altre risorse…” sorrise Lara.
I tre si guardarono confusi. “Felipe, questo testo è in spagnolo antico. Io ci potrei mettere circa due giorni per tradurlo. Leggilo tu, per cortesia.” Disse Lara allo Spagnolo.
Felipe prese il foglio, lo lesse velocemente, si schiarì la voce e iniziò a leggere:

Io, Filippo II degli Austrias, Re di Spagna e alto promotore del suo nome nel mondo, qui pongo le mie memorie. Sono appena terminati i lavori di costruzione della mia nuova casa, l’Escorial, dove abiterò in questa vita e in quella successiva. Qui riposeranno le mie spoglie mortali, e insieme a loro il mio più grande segreto…

“Ci siamo” disse Jamie. Felipe deglutì e continuò

Dopo anni di ricerche mio padre, Carlo I di Spagna, entrò in possesso di uno dei più tremendi segreti che l’umanità abbia mai generato.
La “Lapis Aurea”.
Era questa un monile di rara bellezza, ma che nascondeva in sé i segreti del mondo demoniaco. Usata con diligenza può donare al suo possessore la ricchezza.
Ma il prezzo da pagare è troppo alto.
Per questo, utilizzando i suoi poteri, raccolsi tutto lo scibile umano e lo tradussi in oro, ottenendo il Codice Aureo, che per sempre ne proteggerà il segreto.
La Lapis Aurea riposerà per sempre nell’Escorial, e solo una persona per volta dovrà preservarne il segreto attraverso i secoli.
Grande malvagità può generare l’Eredità Dorata.

I quattro si guardarono, riflettendo sulle parole appena ascoltate. Lara disse “Bene, ora sappiamo cos’è questa benedetta Eredità. Stiamo cercando la Pietra Filosofale…”. Felipe stava riflettendo “Una specie, direi…”. Elaine disse con voce concitata “E voi pensate che Quesada…?”.
Lara scosse la testa “No, no aspettate, troppe cose non quadrano. Chi ha ucciso il professore non poteva sapere cos’è l’Eredità Dorata…”. Jamie si riscosse “Ma il professore sì!”
Elaine non capiva “Cosa?” disse. Jamie continuò il ragionamento “Lui conosceva tutto il libro per cui doveva sapere cos’è la Lapis Aurea e potrebbe essere stato costretto…” deglutì due volte a vuoto per eliminare un fastidioso nodo alla gola. Lara lo tolse dall’imbarazzo terminando il ragionamento “Già. Probabilmente l’assassino voleva sapere più di quello che gli era concesso. Comunque ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare, anche se per ora non riusciamo a capire com’è la musica…”
Lara si girò verso Jamie, che stava recuperando la voce, e gli disse “A Firenze, quindi. Cosa dobbiamo aspettarci lì?”
Jamie non era particolarmente abituato a parlare e tre paia di occhi che lo osservavano gli creavano qualche fastidio. Cominciò tossendo “Ehm…è una chiesa…ma è sconsacrata. Dev’essere anche molto in cattivo stato…La chiamano ‘chiesa delle Anime del Purgatorio’…e alcuni messaggi che ho ricevuto sul sito dicono che…” I sei occhi non perdevano una battuta “Che…?” incitò Felipe impaziente. “Insomma…pare che ci sia un fantasma. E’ tutto quello che so” concluse Jamie imbarazzato.
Lara rifletteva “Come conosci il posto?”. Jamie riprese “Mi è arrivata una fotografia via posta elettronica. Un italiano dal nome piuttosto curioso, Mario Garbeone, era convinto di avere fotografato un fantasma…” Jamie ebbe un brivido piuttosto evidente.
Lara chiuse il discorso sbrigativamente “Va bene. Tanto fra poco lo sapremo. Stiamo andando proprio lì.” Jamie impallidì improvvisamente e deglutì altre volte. Timidamente iniziò a balbettare “Lara…io.n-n-non sono sicuro che…” Lara lo squadrò “Beh, che ti prende? Non vuoi trovare quel bastardo che ha ammazzato il professore?”.
Jamie si guardò intorno in cerca di comprensione “Si, si assolutamente…solo che…non so se io posso venire…” Lara si stupì “Ma stai scherzando? Sei tu l’esperto di fantasmi! Abbiamo un bisogno assoluto della tua presenza!”. Jamie era imbarazzatissimo, pallido e sempre meno in grado di controllare il balbettìo “N-n-non credo di p-p-potere …io sono t-t-terrorizzato dai f-f-fantasmi…”
Lara Elaine e Felipe si guardarono per un secondo, poi scoppiarono a ridere.
Accavallandosi l’un con l’altra dissero all’inglese “Ma non è possibile!”, “Con il lavoro che fai!”, “Che razza di st…”. Jamie recuperò un po’ di orgoglio “E’ inutile c-c-che ululiate…io non ci vengo!”
Lara si calmò e recuperò un po’ di controllo “Senti Jamie, se non ricordo male tu ti sei laureato con una tesi sui fantasmi, gestisci un sito sui fantasmi. Insomma: i fantasmi sono la tua vita!”
E non voglio che siano la mia morte!” disse Jamie quasi urlando.
Felipe era senza parole. Elaine disse “Ma con Nevan…” Jamie si girò verso la donna e in tono leggermente meno adirato le disse “Nevan era un demone, conservava una parte razionale. I fantasmi invece…” rabbrividì nuovamente.
Si appoggiò al tavolino, con aria stanca concluse “I fantasmi sono interessanti da studiare, ma non da affrontare. Io non ne ho il coraggio, ne’ la forza…” Lara lo prese per le braccia e lo costrinse a guardarla negli occhi. “Jamie” gli disse “Tu hai coraggio e forza da vendere, l’hai dimostrato contro Nevan” Jamie fece per aprire bocca, ma Lara lo zittì “E noi abbiamo bisogno di te. Per trovare il maledetto che ha ucciso il professore. Sono certa che quando sarà il momento troverai in fondo al tuo cuore la forza che credi di non avere.”
I due giovani si guardarono fissamente per qualche secondo, poi Jamie fece un cenno di assenso con la testa, abbassando lo sguardo.
Lara lo lasciò andare, poi si rivolse a tutti “Bene, ragazzi, ora cerchiamo tutti di riposare un po’. Fra poche ore saremo a Firenze e avremo altri problemi da affrontare.”
Intanto, su un aereo di linea, qualcun altro si stava recando in Italia.
Ciao a tutti

Mario Overhill

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Messaggio da Blu »

Strepitosa conclusione :D .. grande Elaine :) (a sbadataggine ci somigliamo un po' :asd: ) e stranissima la reazione di Jamie ai fantasmi :O_o:

Nevan è stata un signor-nemico da affrontare, così perfidamente sexy e maligna, ma troppo sicura di sè :sbam: e alla fine ha pagato le conseguenze (forse nel passato a trovato nemici più sprovveduti e meno abituati a demoni ed affini: il piacere di "giocare", di divertirsi nella sua missione questa volta le ha portato male [:^] )

Grandioso come ogni caratteristica di ogni personaggio del team torni utile in differenti frangenti :) .. sono curiosissima di vedere cosa troveranno a Firenze, di chi è il fantasma che incontreranno e quale sarà il pezzo mancante dell'artefatto :) .. spero di scoprirlo oggi :D




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Messaggio da overhill »

Ah be', se è un ordine... :)
Ciao a tutti

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Messaggio da overhill »

Firenze
(Prima parte)

Le grandi città non dormono mai; i piccoli paesi dormono quasi sempre.
Le città come Firenze dormono spesso di un sonno leggero, spezzato da rumore di tacchi, screziato dal cigolio di una bicicletta, disturbato troppe volte dallo scoppiettare di un motorino. E tranquillizzato dal suono della campana piccola di S. Maria Maggiore che scandisce il progredire delle ore.

Quella notte stava giusto suonando il quarto rintocco, quando quattro figure scesero da un’auto pubblica in una zona fuori città. Il tassista partì immediatamente, chiedendosi ancora una volta quanto e perché i turisti, specialmente quelli stranieri, fossero tanto strani.
Il gruppo era sul limitare di un vasto prato, leggermente scosceso a formare una bassa collina, sulla quale si stagliava sul cielo appena rischiarato dalla luna, una chiesetta dall’aspetto decisamente fatiscente. Alcune parti erano crollate, ma nell’insieme era ancora abbastanza riconoscibile la conformazione ottagonale tipica di certi architetti del seicento. Su un lato della costruzione si intravedevano alcune pietre piatte infilate nel terreno.
Lara le indicò ai compagni dicendo “C’è anche un piccolo cimitero, si direbbe”.
“Un posto simpatico per un picnic” disse ironicamente Felipe, “se ti piace mangiare con un fantasma, ovviamente”. Jamie tremò ancora più forte, se possibile. Elaine osservò Lara in abiti da ‘lavoro’ e non poté che stupirsi “Ma non hai freddo?” chiese all’amica rabbrividendo.
Lara iniziò a camminare verso l’edificio dicendo “Forza, ragazzi, che quando abbiamo finito vi offro un buon cappuccino italiano. Cominciamo ad entrare…maledizione!” disse osservando come il pesante portone fosse a terra, mentre il varco era stato accuratamente murato, con mattoni decisamente più recenti del resto della costruzione.
Felipe disse allegramente “Dai, Lara, tira fuori la dinamite, così entriamo subito…”. Lara si girò di tre quarti e sorrise “in questo modo otterremmo soltanto un bel frullato di chiesa. No, cerchiamo intorno. Dobbiamo trovare un sistema per entrare…”. Jamie mormorò “…anche nel camposanto?”. “Ottimo suggerimento” gli rispose Lara incamminandosi, ottenendo in risposta un gemito.
I quattro si spostarono verso il piccolo cimitero. Jamie continuava a restare attaccato ad Elaine, che spazientita sbottò “Jamie, per favore! Non è questo il modo giusto per fare degli approcci! E’ la decima volta che mi pesti i piedi!”. Jamie fece un passo indietro, arrossendo, cosa che per altro nessuno notò, vista la penombra in cui si muovevano, e bofonchiò uno “scusa” non molto udibile.
Girarono per alcuni minuti tra le varie lapidi, poi Felipe chiamò Lara e disse “Hai notato queste pietre?”; Lara osservò quella che Felipe stava indicando e rispose “Si. Anche le altre sono così”. Si avvicinò per toccare la superficie liscia e gelida della lapide, poi si rialzò “Nessuna di queste ha un’iscrizione, un commento, un nome o una data…strano, molto strano”. Anche Jamie ed Elaine si avvicinarono”E non sono state ripulite. Sono proprio così…”.
Improvvisamente si udì un rumore di pietre. “Cosa diavolo…” iniziò Felipe, ma Lara era già in movimento in direzione del rumore. Si avvicinò ad una tomba isolata, dove una piccola pietra si stava ancora muovendo, ma anche questa volta non si vide nessuno. Vorrei proprio sapere chi è che ci sta seguendo pensò Lara. Poi guardò la lapide.
“Ehi, venite qui!” disse al resto del gruppo, che comunque stava arrivando nel solito ordine: Felipe seguito da Elaine che aveva sempre alle costole Jamie, sempre più tremebondo. “Guardate un po’ cos’ho trovato!”. Felipe si avvicinò a leggere e si accovacciò davanti alla pietra “Ma qui c’è scritto qualcosa! Finalmente! Leggo io che me la cavo bene con l’italiano:

Tra le mura di questa chiesa, nel buio dell'oblio,
indugia per sempre l'anima di Caterina.
Mai la sua anima rifulse della luce dell'amore;
mai i suoi occhi furono illuminati dalla passione.
Clausura finché s'apra;
Silenzio, finché parli;
Buio, finché non giunga la luce”



Felipe si rialzò e commentò “Bello. Poetico, molto romantico. Ma cosa vuole dire?”
“Jamie?” disse Lara rivolgendosi all’Inglese, che, a sentire il suo nome fece un balzo ed emise un gridolino. “Ehm…beh…credo che sia dovuto…insomma, di solito i fantasmi diventano tali perché nella loro vita non hanno raggiunto un certo scopo, oppure hanno lasciato qualcosa di non terminato…quindi potrebbe essere che anche lei…” Lara era pensierosa e concluse il discorso del compatriota “…anche lei possa avere lasciato qualcosa di non terminato. Il riferimento all’amore mi sconcerta un po’…”. Nel frattempo Elaine si spostò incuriosita dalla lapide e si diresse verso la parte posteriore “Magari qui dietro c’è scritto qualcosaaAAAAAAH” il terreno sotto i suoi piedi aveva ceduto e la donna era sparita nel buco!
I tre compagni corsero sul bordo della voragine e chiesero concitatamente “Elaine!”, “Stai bene?”. Jamie fece per saltare ma Lara lo trattenne. Dal buio del buco uscì una voce “Si, si sto bene, non preoccupatevi: il terreno è molle e ha attutito la caduta. Ma credo che faresti bene a scendere a dare un’occhiata, Lara. E magari porta un po’ di luce.”

Oltre a svariate altre cose, Lara aveva nello zaino anche una provvidenziale corda in fibra di carbonio, sottile, leggerissima e molto, molto resistente. Grazie a questa Felipe e Lara avevano raggiunto il fondo del buco, profondo all’incirca tre metri, e ora stavano aspettando che Jamie si decidesse a fare lo stesso. “Forza! Manchi solo tu, cerca di muoverti!” lo stava ammonendo Elaine. Jamie era titubante “ma non credo che…insomma vi sarei d’impaccio…”. Lara stava controllando con un flare acceso l’inizio di un lungo corridoio; tornò indietro al pozzo, alzò la testa e gridò “Jamie! Scendi subito o rimarrai li da solo!”. L’inglese si rese conto che l’idea di starsene da solo vicino ad una chiesa infestata, era più brutta, anche se di poco, dell’idea di stare in compagnia dentro la stessa chiesa. E scese con qualche difficoltà.
Lara si infilò risolutamente nel corridoio dicendo “Andiamo!”. Il passaggio si sviluppava in modo rettilineo per una trentina di metri; a metà il flare si spense e Lara ne accese un altro, mentre Jamie mugolava terrorizzato; Elaine sbuffò.
Lara si fermò al termine del corridoio, dove erano stati ricavati nel terreno alcuni scalini. Lara mise un piede sul primo gradino e disse “Vado avanti io. Felipe, prendi le spade e seguimi. Voi stateci alle costole”. Jamie borbottò “E chi vi perde?!”.
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Messaggio da Blu »

Prima ancora di leggerlo, una domanda tecnica :P :
overhill ha scritto:Firenze
(Prima parte)
Fa sempre parte del Capitolo 2 :) ? (giusto per capire come strutturare l'indice [:^] )




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Messaggio da overhill »

Sì sì sempre capitolo 2....
anzi, sai che faccio? ti metto l'indice completo :)

Prologo
Madrid
Tanzania
Oceano Indiano, al largo di Pangani

Capitolo 1

L’arrivo
La Teca
Tauromachia
L’asta

Capitolo 2
I Rami che non diedero frutto
Lisbona
Firenze
Il Manufatto

Capitolo 3
La Luce della Sapienza
El Cuarto Escondido
La Lapis Aurea

Capitolo 4
Madrid
Egitto, 8000 metri sopra Al Kawamil
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Messaggio da overhill »

Firenze
(Seconda parte)

Lara uscì dal buco sotto una delle navate laterali della chiesa. Anche all’interno tutto era immobile e fortemente danneggiato, sebbene non completamente distrutto. Alcune colonne avevano ceduto, ma la maggior parte continuava il suo lavoro di sostegno. “Qui non entra nessuno da secoli” stava dicendo Elaine. Lara annuì “Sembra anche a me che non ci sia nulla…sparpagliamoci, così potremo cercare meglio”. Jamie sbiancò “Come sarebbe a dire? Non è meglio stare uniti?”. Lara lo rassicurò “Dai, Jamie, non vedi che non c’è nessuno?”.
I quattro si divisero e cercarono, chi con maggior impegno, chi con meno, qualche indizio. Poi Felipe diede una voce ad Elaine “Trovato nulla?”; la donna rispose “Niente da questa parte. E tu, Jamie?”. L’inglese si era parecchio rincuorato a sentire le voci amiche: “Niente neanche qui. Probabilmente mi sono fatto suggestionare da quel maledetto sito. Adesso sta a vedere che ho sbagliato tutto e che i fantasmi non esistono…ma porca!...”. Lara si girò di scatto “Cosa succede?”. Jamie “non capisco. Stavo camminando; devo essere inciampato e sono caduto...”.
Mentre Jamie controllava di non essersi rotto nulla, la nebbia che stazionava in numerosi punto della chiesa, parve addensarsi davanti a lui. L’uomo alzò lo sguardo e rimase impietrito: davanti a lui una donna in abiti seicenteschi lo stava osservando con occhi senza pupille, completamente bianchi. Gli altri tre si avvicinarono rapidamente a Jamie che era innaturalmente immobile, tranne il labbro inferiore che continuava a tremare. Elaine mormorò “Dio mio…”.
Lara bisbigliò al gruppo “Aspettate. Proverò a stabilire un contatto.” Si alzò in piedi e si avvicinò leggermente al punto dove il fantasma stava ancora fluttuando.
E ora cosa faccio? Pensò l’archeologa. Rifletté per un istante, poi ebbe un’idea. Assunse una posizione eretta ed eseguì un leggero inchino. Il fantasma la vide e si spostò veleggiando in sua direzione.
Alle spalle di Lara i tre amici trattennero il fiato.
Il fantasma parve considerare il gesto di Lara, poi aprì la bocca ed emise un urlo selvaggio. Allargò le braccia e caricò Lara, che si girò incominciando a correre gridando ai compagni “Ok, ragazzi. SCAPPATE!”.
Elaine e Felipe ubbidirono senza problemi, ma Jamie era ancora troppo terrorizzato per muoversi. Lara lo incitò “Dai, Jamie, muoviti!”. Il fantasma si fermò davanti all’uomo, alzò un braccio per colpirlo, ma Lara lo afferrò per la collottola e lo sottrasse al colpo appena in tempo. Il movimento brusco ebbe il potere di risvegliare dal torpore l’uomo che riuscì a mettersi in piedi e iniziò a correre disperatamente.
Come si sfugge ad un fantasma? Nessuno di loro lo sapeva, ma tutti sapevano che la prima cosa da fare era prendere fiato. Lara si appoggiò ad una colonna; alla sua sinistra si era fermato anche Felipe, che aveva avuto la stessa idea. “Vediamo se così funziona” disse la donna. Estrasse le pistole e uscì dal riparo del pilastro. Sparò quattro colpi che attraversarono il fantasma, ottenendo il solo risultato di farlo infuriare ancora di più. “Ci avrei giurato! Vedi se riesci a distrarla” disse a Felipe, che rispose “Aspetta. Magari con le spade riesco a combinare qualcosa!”. Uscì dal nascondiglio e corse per alcuni metri estraendo le spade, poi disse, rivolto al fantasma “Ehi tu! Prova a prendertela con me! Voglio proprio vedere cosa sai fare senz’armi!” . Lo spirito fece un sorriso angelico e allargò le braccia. Da ogni mano si srotolò, apparendo dal nulla, una catena. Felipe ebbe un attimo di smarrimento “O porca…”, ma immediatamente dovette riscuotersi per evitare le due catene che il fantasma gli aveva gettato addosso. Facendo mulinare le sue spade, Felipe si avvicinò all’ectoplasma, poi menò un fendente all’altezza della vita. Il corpo del fantasma si divise, per pochi secondi, poi si ricompose, come se fosse fatto di fumo. “O porca…” si ripetè lo spagnolo. Il fantasma fece apparire altre due catene e con quelle avvolse le due spade, strappandole di mano all’uomo. Lara, che nel frattempo era sgusciata alle spalle dello spirito, menò un gran calcio che parve ottenere qualche risultato, poiché la fece cadere a terra.
Lara si rivolse concitatamente a Felipe “Lascia perdere le armi: è il contatto umano che la danneggia. Usa pugni e calci!”. Felipe non se lo fece ripetere due volte e iniziò una specie di incontro di lotta libera tra il fantasma e lui con Lara. Ad ogni colpo il fantasma perdeva energia, che riacquistava però rapidamente; i due “umani” erano molto più vulnerabili e cominciavano a stancarsi. “Lara, non ce la faccio più”. La donna cercò di guardarsi intorno approfittando di un momento in cui era Felipe a combattere “Ma dove sono Elaine e Jamie?”. In quel momento Elaine arrivò dietro le spalle del fantasma brandendo un vaso; lo tirò contro lo spirito, ottenendo esclusivamente due risultati: un fantasma molto più adirato che la fissava con odio, e un vaso distrutto. “Ops!” disse e cercò di scappare. Ma il fantasma era molto adirato e con una catena bloccò le gambe della donna che cadde. Lo spirito tirò la catena con il suo carico umano fino ad una vicina colona e qui incatenò Elaine, che continuava a gridare. Lara e Felipe, visto la mala parata della loro amica, si gettarono contro il fantasma, ma questi, che si era già disfatto di Elaine, utilizzò altre due catene apparse magicamente per legare anche i due avversari.
I tre ora si agitavano, stretti l’uno con l’altra, mentre il fantasma li guardava con astio, continuando a girare intorno alla colonna.
Lara osservava lo spirito inquieto “Cosa vuoi da noi?” disse. Il fantasma si avvicinò e le diede un poderoso e molto materiale schiaffone.
“Ti ha fatto male?” disse Felipe alla donna. “No, maledizione” rispose Lara sputando del sangue “se solo riuscissimo a distrarlo un attimo, forse potrei…”. Intanto Elaine stava piangendo sommessamente “Lara, ho paura!”. Lady Croft era impegnata a divincolarsi disperatamente cercando di liberarsi dalle catene e rispose “Elaine, per cortesia, smettila! Sembri …Ehi ma dov’è andato Jamie?”. Felipe, cercando a sua volta di liberarsi rispose sprezzante “Quel vigliacco si sarà dato alla fuga…”.
Il fantasma intanto si stava dedicando ed Elaine, che cercava di ritrarsi il più possibile contro il pilastro. La guardava con odio feroce, poi alzò una mano dove comparve una piccola sfera infuocata e fece il gesto di lanciarlo contro la donna.
Prima che potesse farlo, però, il fantasma sentì una voce dietro di lei che la chiamava: “Ehi, signora fantasma…” Si girò e vide Jamie a pochi centimetri. Rimase un istante interdetta; un tempo più che sufficiente a Jamie per sferrare un pugno allo stomaco che ottenne un buon risultato “…non devi…”, un uppercut per alzare la testa del nemico, “…TOCCARE…”, un calcio girato per sbattere a terra “…ELAINE!”.
Il fantasma si rialzò rapidamente, anche se con fatica, e ingaggiò una furiosa battaglia contro l’uomo che era veramente, e per la prima volta, infuriato.
Felipe intanto continuava come Lara ad agitarsi “Presto, presto, adesso che è distratta”.
“Accidenti! Devo pensare a come eliminare quel fantasma…” stava imprecando Lara, quando un sassolino proveniente dall’alto la colpì su una spalla. Lara guardò in alto e vide un piccolo raggio del primo sole che filtrava da una crepa del soffitto.
(…buio, finché non giunga luce…)
“Il tetto! Maledizione IL TETTO!” Lara iniziò ad urlare in direzione di Jamie che stava cominciando a perdere le forze “Il tetto, devi distruggere il tetto!”.
Jamie la guardò di sfuggita come se fosse impazzita, poi schivò un paio di colpi che il fantasma aveva cercato di portare e iniziò a correre in direzione della scala che conduceva al matroneo destro. Salì rapidamente e arrivato in cima chiuse la botola di accesso un istante prima che il fantasma arrivasse. La botola continuava ad alzarsi e abbassarsi, come se il fantasma non potesse penetrarla. “Lara” gridò Jamie dall’alto “cosa devo fare adesso?”
“Tienila occupata!” rispose Lara, cominciando a tirare con tutte le forze le catene per riuscire a farle cedere. Felipe aveva una catena che girava attorno al collo “Lara” disse con voce letteralmente strozzata “mi stai strangolando!”. Elaine dal canto suo cercava di tenere indietro la pancia per riuscire a respirare “Lara, non tirare la catena!”. So ben io che catena le tirerei addosso pensò ironicamente Lara, mentre con un ultimo sforzo riusciva a tirare fuori un braccio dall’inviluppo di catene.
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Messaggio da overhill »

Accidenti, ho fatto due conti e mi sa che devo sbrigarmi a postare, se no non riesco a finire per domenica (alle 16:00 accendo la peggiotta e me ne vo verso nuovi lidi!)

Quindi vi do altro da leggere :)
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Messaggio da overhill »

Firenze
(Terza parte)

Sul matroneo intanto la botola cedette con uno schianto e il fantasma, arrabbiato come non mai, fece la sua comparsa. Jamie retrocedette fino a toccare la parete di fondo, mentre lo spirito con un sorriso maligno, si avvicinava fluttuando. Jamie sentì la parete fredda toccare la sua schiena.
Jamie sentì il sangue che lo abbandonava. Il fantasma si fece più vicino. Jamie chiuse gli occhi.
Poi li aprì e guardò lo spirito negli occhi. Adesso basta! Devo affrontare le mie paure!
Alzò le mani con le palme rivolte in avanti e iniziò a cantare una strana nenia, in una lingua irriconoscibile, in tono piatto e lugubre
…Pai, pai, ndoi, ndoi, tisse mamma cu bbai…
Il fantasma rimase un istante interdetto poi si mise le mani sulle orecchie e cominciò ad urlare, contorcendosi in terra.
“Continua così, Jamie! Sta funzionando!”. Lara liberò gli amici poi si tolse lo zaino rapidamente. Estrasse alcuni piccoli cilindri verdi.
Felipe li guardò incuriosito “Quelli…?” “…sono mini razzi” concluse Lara. Poi in direzione del matroneo “Continua, Jamie”. L’uomo però cominciava a sentire il peso della battaglia prima e della concentrazione necessaria adesso per mantenere il controllo sullo spirito. Lara prese le pistole e tolse i proiettili che rimanevano; poi le caricò con i sei proiettili.
Mentre faceva questa operazione a tempo di record, urlò in direzione dell’inglese “Jamie, conterò fino a tre! Quando arrivo al TRE, tu torna immediatamente qua!”
“UNO” Jamie continuava la sua litania, mentre Lara terminava di caricare le armi.
“DUE” Lara si alzò in piedi con il volto verso la scala.
“TRE!” Jamie smise di recitare e saltò sopra il fantasma, infilandosi nella botola e facendosi scivolare per la scala. Non appena smise di parlare, il fantasma si riscosse e si buttò all’inseguimento dell’uomo. Questi arrivò a capofitto dai suoi amici e vi si nascose dietro, sempre inseguito.
Il fantasma arrivò davanti al gruppo e rifermò guardando le pistole che Lara le teneva puntate contro: “Sorpresa!” disse la donna al fantasma, poi alzò le armi e sparò i due razzi verso il tetto. I colpi distrussero alcuni mattoni ma non parvero ottenere nessun altro risultato. “Maledizione” mormorò Felipe. Lara sparò altri due colpi che aprirono alcune brecce; il fantasma guardava in alto con espressione preoccupata.
Lara guardò il fantasma, poi abbassò di poco le armi e sparò in direzione dei capitelli delle colonne di sostegno. L’intera chiesa iniziò a vibrare e Lara disse ai compagni “VIA!” correndo in direzione della zona inferiore del matroneo. Il fantasma osservava stupito la chiesa che lentamente ma inesorabilmente, si stava scoperchiando. D’improvviso, come se le forze che avevano fin lì tenuto insieme il tetto avessero deciso che era il momento giusto, i due pilastri cedettero insieme e il tetto crollò, attraversando l’etereo corpo del fantasma, che non si era mosso.
La luce del mattino entrò violenta nella chiesa. I quattro amici uscirono dal loro riparo, ma rimasero ai bordi della zona dove si trovava il fantasma. Questi era ancora immobile con la testa che guardava verso l’alto e dava loro le spalle. Poi abbassò la testa e si girò verso il gruppo.
Sorrideva. E le erano comparse le pupille, due meravigliose iridi di un azzurro intenso.
Piangeva sommessamente.
Lara si avvicinò; il fantasma la guardò e si avvicinò a sua volta. Poi allargò le braccia, appoggiandole sulla gonna, tirò indietro il vestito e fece un lieve inchino in direzione di Lara. La donna aveva gli occhi lucidi.
Caterina si raddrizzò e con un gesto solenne indicò l’altare, che si spostò con un rumore di pietra su pietra, scoprendo un passaggio. Quindi alzò le braccia al cielo e si dissolse verso l’alto.
Lara guardava verso l’azzurro che si vedeva dal grande buco che aveva preso il posto del tetto, e non parlava. Jamie si avvicinò e chiese “Se…se n’è andata?”.
Lara non parlò. Fece solo un gesto affermativo con la testa. Jamie si rilassò “Bene. Allora posso svenire” e cadde privo di sensi nelle braccia di Elaine.
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