Lara Croft Tomb Raider: the Golden Legacy

La seconda avventura di Lara Croft

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overhill
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Capitolo 3

La Luce della Sapienza
(Prima parte)

Lara era furiosa.
Si era trovata molte volte in situazioni nelle quali qualcuno voleva decidere per lei, ma ogni volta era riuscita a ‘convincere’ il qualcuno di turno che non era proprio il caso di mettersi contro di lei.
Invece, questa volta…
(…il suo cellulare aveva suonato. Dall’altro capo della linea aveva sentito la voce di Quesada: “Brutto bastardo, io…”. “Lady Croft, Lady Croft, ma che linguaggio volgare!” l’aveva presa in giro Edward. “Dimmi cosa vuoi. Perché hai preso la cupola? E perché hai ucciso Amenobàr? Per l’Eredità? Non sarà mai tua, lo sai vero?”. Quesada non aveva risposto subito. Con gravità, dopo qualche secondo aveva risposto “Hai bisogno di spiegazioni, per chiarirti le idee, che sono per ora molto confuse…”. Lara era sempre più furiosa. Quesada continuò “Troverai un aereo ad aspettarti nello stesso aeroporto dove ti trovi ora. Vieni all’Escorial, ti aspetto alla Biblioteca. Tu, e solo tu. Non venire con gli altri o non saprai mai nulla.”…)
…questa volta si trovava in balia delle scelte di quel pazzo.
Pazzo e assassino.

L’Escorial era completamente vuoto, ma nonostante questo era perfettamente illuminato.
Lara stava percorrendo i lunghi corridoi in direzione della biblioteca
(…donde la luz de la sabidurìa ilumina mentes…)
Arrivata nel grande locale vide un uomo che la aspettava. Di spalle, stava osservando il grande ritratto di Filippo II, quello che aveva dato il primo indizio, i rami che non diedero frutto.
Lara tossì. Quesada senza girarsi disse “Puntuale. Come sempre. Grazie per essere venuta Lara”
“Non le ho dato il permesso di darmi del tu, Quesada. Ora gradirei delle risposte”
Quesada sempre di spalle, disse “Risposte, risposte. Con calma saprai tutto…”
Si girò e vide che Lara lo teneva sotto il tiro di una delle sue pistole.
“Oh” si stupì Edward “Lara…Lady Croft, non è questo il sistema giusto”
“Ho detto che voglio risposte. Perché le interessa tanto la Lapis Aurea? Perché vuole l’Eredità Dorata? Perché ha ucciso il professore?”
Quesada sembrava triste, più che preoccupato. “Temevo che avresti pensato questo. Speravo che le apparenze non ti avrebbero ingannato, ma mi rendo conto che le ‘prove’ sono tutte contro di me.”
Aprì le braccia “Innanzi tutto, come vedi, sono disarmato, e questo dovrebbe farti rilassare un poco” disse quest’ultima frase accennando con la testa in direzione della pistola, che non si era mossa di un millimetro.
Lara abbassò l’arma, ma non la ripose nella fondina non mi fido, però… pensò per un istante.
“E poi vi ho salvato la vita almeno due volte” concluse Quesada.
Lara era confusa “Cosa vuole dire quel vi?”
(…un piccolo oggetto cadde a terra. Un piccolo specchio…
…una piccola pietra sembrò cadere dal soffitto della chiesa…)

“Vuoi dire che eri tu che ci seguivi? Tu hai lanciato la freccia? Non era per colpirci allora, ma per farci trovare la pergamena. Ma perché? Perché ci hai aiutati invece di ostacolarci?”
“Lara, lara, ancora domande…” disse Quesada con fare bonario.
Poi tornò serio e disse “Io conosco molte cose del Codice Aureo e dell’Eredità Dorata. Molte più di quante non ne conoscesse lo stesso Amenobàr. Ma il vostro apporto è stato indispensabile: io non sarei riuscito da solo a trovare i due componenti. Servivano persone che conoscessero il sistema per trovare i luoghi e un’altra, tu Lara, che fosse in grado di cementare questo gruppo. E comunque Amenobàr aveva già stabilito tutto per liberare la Lapis senza che io potessi intervenire. Almeno così lui credeva.”
Lara era confusa “Ma com’è possibile che tu conosca i segreti del libro. Nessuno poteva leggerlo, solo il custode, e tu…”
Senza rendersene conto entrambi avevano abbandonato le formule di cortesia: ora l’unica cosa importante era la verità.
“Lara, ci sono cose più importanti del Libro, cose più forti. Il sangue, per esempio.”
Lara ripose la pistola nella fondina, soprappensiero, e mormorò “non capisco”.
Quesada sembrava stanco e spiegò: “Hai letto la prima pergamena. In essa viene spiegato come Filippo II degli Asturias avesse trovato questa Lapis Aurea dagli immensi poteri e di come si fosse reso conto del rovescio della medaglia, del male che avrebbe potuto fare in mani sbagliate. E’ un’arma del demonio quell’oggetto”
Quesada si era seduto su una sedia; Lara si era appoggiata a d una libreria.
Lo spagnolo continuò “I primi due matrimoni che Filippo organizzò furono soltanto per poter dividere in due la chiave…”
(…la chiave…)
Oh mio dio...

“…, quella che tu chiami cupola, e separarle, nascondendole lontane l’una dall’altra. Poi Filippo si sposò, come sai, con Maria Tudor, dalla quale ebbe Filippo III, dal quale nacque Filippo IV, e infine Carlo II, che non ebbe figli e che concluse la dinastia. Da questa situazione scaturì la guerra di successione spagnola al termine della quale si insediarono i Borboni. Una cosa che però pochi sanno, tranne tu, che hai letto l’iscrizione, è che Caterina e Filippo si amarono veramente, ed ebbero un figlio, Angel, dopo la loro separazione, quindi non poteva essere riconosciuto. Anche Alejandra però aveva avuto un figlio da Filippo II, una figlia per la precisione, Marta. Come sai allora non c’erano grossi problemi di rapporti tra consanguinei, e, per una serie di combinazioni, Angel e Marta si sposarono. L’eredità Dorata divenne un segreto di questa famiglia, anche se avrebbe dovuto rimanere custodito nel Codice Aureo. Un segreto di famiglia, Lara, capisci? Di generazione in generazione il segreto giunse fino ai giorni nostri…”
Lara era sbalordita “Vuoi dire che…tu…sei…”
Quesada si alzò in piedi e alzando le braccia al cielo, dichiarò “Io sono Filippo XII degli Austrias, unico, vero erede di Filippo II degli Austrias, promotore nel mondo del Regno di Spagna!”
Lara era senza parole. Quasi
“Non riesco a crederci. Ma allora, se sei il discendente di Filippo, che bisogno avevi di uccidere il professore?”
“Non ci siamo ancora arrivati. Prima dovresti chiedere perché volevo vendere il Codice Aureo. E ricordati che se avessi voluto prendere la Lapis avrei potuto farlo in qualunque momento , poiché conosco tutti i segreti del Libro.”
“Continuo a non capire” disse Lara. Quesada la guardò con un sorriso “Dobbiamo tornare al giorno dell’asta”.
(…approfittando della confusione, il professore riesce a prendere il Libro e scappa verso il Mausoleo...)
“Amenobàr sapeva della mia discendenza” disse Quesada a Lara “Glie ne avevo parlato io stesso, naturalmente dichiarando la mia completa fedeltà ai principi del mio antenato”.
(…”E così ci è riuscito, professore. Il Codice non è stato venduto, così come voleva”
“Traditore! Tu l’avresti venduto, sei un traditore!” disse sconvolto il professore “ e per impedirmi di darlo a Lara Croft. Ma non riuscirai a…”
“Si calmi!” ordinò Quesada “lei sa benissimo per quale motivo ci troviamo qui, ora. Lo stesso motivo per cui ha richiamato i suoi allievi e quella Lady Croft”
“Non so di cosa stai…” iniziò il professore , ma venne interrotto da Quesada “Andiamo! Sa benissimo che l’Eredità Dorata è in pericolo!”
“Certo che lo è!” rispose Amenobàr infuriato “Perché tu vuoi tradire tuo padre! Proprio come dice la profezia: ‘los hijos reneguen sus padres’”
“E chi ti dice che il ‘figlio che rinnega suo padre’ sono proprio io?”
Il professore lo guardò incredulo “certo non penserai…”
“Ma è evidente dall’atteggiamento che ha assunto ultimamente che lui vuole l’Eredità. La desidera, la brama!”
“Maledizione!” sbottò il professore “l’unico che vuole l’eredità sei tu! e ora uccidimi pure: è questo che vuoi, no?”
Quesada rise alla frase melodrammatica del professore e rispose “Stai tranquillo, Jorge. Non sarà necessario ucciderti.”
Quesada uscì dal mausoleo ancora ridendo…)

“…e quella è stata l’ultima volta che ho visto vivo il professore” concluse Quesada.
Lara era sbalordita “Ma non è possibile. Solo tu volevi l’Eredità. Anzi il fatto che tu sia il discendente può averti convinto che ne hai il diritto” disse Lara e pensò e i matrimoni tra consanguinei creano sempre dei problemi.
“Lara, cerca di ragionare. C’era un’altra persona che voleva l’eredità, una persona che è stato per anni con il professore, che aveva ‘quasi’ accesso al Codice. Che aveva un completo accesso agli appunti del professore…”
“NO! Maledizione! Lui no!” urlò Lara, furibonda.
“e invece si, Lara “disse Quesada, poi la guardò negli occhi e confermò: “Felipe.”
Ultima modifica di overhill il 02 agosto 2007, 14:05, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Blu »

Odio ripetermi.. ma strepitoso :D .. un colpo di scena dietro l'altro [:^]


Felipe, dopo la puntata di ieri sera, qualche sospetto addosso se l'era portato :mumble: , sia per l'aver avvertito ("come" resta un mistero) che stava accadendo qualcosa all'aeroplano, sia perché aveva chiamato la cupola "chiave":
Felipe ha scritto: “Ma cosa diavolo può farsene della chiave?”
cosa che nessuno aveva ancora fatto.. a fidarsi o meno di quel che dice Quesada in ogni caso quel ragazzo (Felipe) ha molte cose da spiegarci :sbam:


PS: non mi dispiace la regia a flashback, fa molto Tarantino prima maniera :) : all'inizio spiazza, ma poi capito il meccanismo sembra di vedere realmente la scena e sentire le voci nella testa di Lara, rendendo il tutto molto più dinamico, fascinoso, immediato più del dover raccontare tutte le scene in ordine sequenziale..




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overhill
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Messaggio da overhill »

Eh eh, quell'indizio era piuttosto evidente in effetti... ma ce n'è un altro che verrà rivelato solo più avanti, verso la fine ;)
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Messaggio da overhill »

La luce della sapienza
(Seconda parte)

Lara era completamente svuotata.
“Si, Lara. Lui ti ha ingannata. Come ha ingannato tutti, a partire dal professore.”
Confusa, il suo pensiero navigava nella tempesta della disperazione. Per una volta che si era abbandonata al cuore, poteva non essere la volta giusta?
Maledizione! Si riscosse la donna.
“Tu stai mentendo! Felipe era con me quando abbiamo trovato il professore!”
Quesada si innervosì “Accidenti, Lara cerca di ragionare con la testa e non con altre parti del corpo! Lui era con te quando l’avete trovato, ma prima?
Lara era sempre più combattuta “Ma…”
“Ma bastano pochi secondi per fare uno scempio come quello, e dalla fine dell’asta a quando avete trovato il corpo sono passate almeno un paio d’ore!”
“E tu come fai a…” iniziò Lara, poi realizzò “ci stavi spiando già da allora…” Non era una domanda.
“E poi ti sei chiesta che arma avrebbe potuto usare l’assassino per tagliare in due un uomo?”
(…Felipe e le sue fidate spade…)
Lara abbassò gli occhi, in lacrime.
Quesada le si avvicinò, invitante “Lara, lo so che è triste. Non pensarci, ora. Dobbiamo finire di risolvere gli ultimi enigmi, dobbiamo trovare “il Cuarto Escondido”
Lara alzò lo sguardo. I suoi occhi, carichi di odio, guardavano nuovamente Quesada attraverso il mirino della pistola. Quesada indietreggiò fino ad appoggiarsi ad un alto mobile.
“Maledetto! Stai cercando di confondermi! Felipe non può avere ucciso il professore. Felipe adorava il professore! Era come fosse….” Si rese conto mentre lo diceva delle implicazioni del nuovo concetto “…suo padre” terminò spalancando gli occhi.
“Cominci a dubitare, vero?” disse Edward e contemporaneamente premette un pulsante che fece scendere rapidamente, come fosse uno di quei letti ad armadio, il grande modellino dell’Escorial.
Era splendidamente lavorato, Lara non poté fare a meno di ammirare la perfezione del lavoro, nonostante la situazione. Ed era evidente come mancasse proprio la cupola, come aveva detto…
Una stretta al cuore, pensando a Felipe.
Quesada aveva in mano la piccola cupola, la chiave per accedere al Cuarto Escondido. “Con questa, mio padre, dopo secoli, ci mostrerà le tante strade per giungere alla Lapis Aurea!” e dicendo questo pose la chiave al suo posto.
Non appena inserita la cupola nella sua posizione, alla quale si adattava alla perfezione, ci fu un improvviso silenzio. Anche il generatore che garantiva la climatizzazione alla Teca si spense. L’Escorial sembrava un serpente pronto a balzare.
E il balzo si concretizzò con un suono metallico, come di spade che si incrociano, un suono che pareva partire dalle pareti stesse dell’immenso edificio.
Lara e Quesada si guardavano intorno preoccupati, ma girarono contemporaneamente lo sguardo sulla piccola cupola, quando le luci si abbassarono mentre dal plastico scaturiva una luce accecante.
Parandosi gli occhi con una mano, Lara vide una piccola sfera di luce alzarsi in verticale dalla cupola, lentamente come se le leggi della fisica fossero state annullate.
“Guarda la potenza di mio padre!” stava urlando Quesada, fuori di sé dalla gioia.
Guardò rapidamente l’orologio e continuò “Ma l’apoteosi avverrà tra una mezz’ora, quando sarà l’alba. Abbiamo tutto il tempo per trovare ‘el Cuarto’”
Poi guardò Lara e terminò “sempre che tu riesca a starmi dietro” e corse fino ad un grosso pilastro, gli girò intorno e sparì alla vista.
Lara raggiunse la pesante struttura,…e non trovò nessuno. Si guardò intorno, spaesata, ma non poteva essersi sbagliata, aveva visto benissimo l’uomo andare in quella direzione, la luce era si affievolita ma ancora presente.
La voce di Quesada che sembrava arrivare da ogni lato, chiarì la situazione “Povera Lara, non hai mai sentito parlare di passaggi segreti?”
Maledizione! Eppure dovrei essere un’esperta in materia penso infuriata Lara.
“Fatti vedere, vigliacco!” urlò all’aria, ma Quesada rispose ridendo “Lascia perdere, l’obiettivo è troppo importante per cadere nei tuoi giochetti! Io mi incammino. Ci vediamo al Cuarto Escondido. Se riuscirai a trovarlo” e concluse sempre ridendo.
Lara controllò ancora ma non trovò nessun pulsante, leva o qualsiasi altra cosa potesse aprire un passaggio segreto. Maledizione! Ripeté.
Lara fece il punto della situazione: Quesada non conosceva l’ubicazione del Cuarto, tant’è vero che aveva bisogno della Luce per trovarlo, quindi sicuramente non ci sarebbe andato direttamente. E poi aveva parlato di ‘tante strade’ per raggiungere il Cuarto. Cosa voleva dire?
Tornò a guardare la luce che nel frattempo stava avanzando verso il soffitto dove si trovava, proprio sopra la verticale del plastico, un piccolo e semplice lampadario in vetro.
Lara osservò l’oggetto: non l'aveva notato prima, ma era molto semplice, con semplici superfici a specchio sui vari…a specchio?!
Lara si diede una manata sulla fronte, tutt’altro che metaforica, imprecando nuovamente.
La luce avrebbe raggiunto il lampadario e sarebbe stata deviata, e avrebbe seguito un percorso per raggiungere l’ubicazione del Cuarto. Ma da quale parte avrebbe deviato? Non rimaneva che aspettare, poi sarebbe stato relativamente facile continuare a seguire la luce nei vari percorsi.
Lara attese con impazienza,. Ancora pochi secondi e la luce raggiunse il lampadario, ma non andò come aveva pensato Lara.
La luce si divise in quattro raggi separati, che andarono in quattro direzioni diverse, due lungo il lato più lungo della biblioteca e le altre due…entrarono nei muri!
Come se non bastasse, la velocità delle piccole sfere aumentò notevolmente.
Maledizione! Pensò Lara ed è la terza volta che dico maledizione! Sto proprio perdendo la fantasia!
Nella frazione di secondo che seguì, la donna fece in tempo a pensare che l’ironia, per quanto utile, in questo caso non l’avrebbe aiutata. Devo scegliere una delle luci e seguirla. Speriamo in bene.
Guardò le due luci che erano ancora visibili e rimase un istante interdetta, poi si buttò a sinistra. Meno male che sono ambidestra! Pensò, consumando ancora un poco di ironia.
Il raggio proseguì rapidamente e colpì un altro specchio, deviando in un altro corridoio. Al centro di questo un lampadario simile a quello che si trovava sopra il plastico. No! Di nuovo!
Il raggio lo colpì e si divise nuovamente in quattro.
O porca miseria! E adesso? Quale seguo? Lara era sempre più confusa.
Intanto i quattro raggi avevano ancora di più accelerato il movimento, rendendo ancora più complicato la ricerca del Cuarto. Il Cuarto…
(…Esiste una leggenda secondo la quale Felipe, anzi, Filippo II nella tua lingua, fece costruire una stanza segreta nella zona della cupola. Non è mai stata trovata ma pare che nasconda alcuni segreti importantissimi. Viene chiamato ‘El Cuarto Escondido’…)

La voce di Felipe risuonava fresca nella mente di Lara. Felipe pensò la donna con una contrazione dolorosa nel petto.
Devo andare alla cupola e aspettare: la Luce arriverà lì.
Lara corse rapidamente fuori dalla biblioteca.
Ultima modifica di overhill il 03 agosto 2007, 10:49, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da overhill »

La luce della sapienza
(Terza ed ultima parte)

L’enorme cupola la sovrastava imponente. Anche nella flebile luce rimasta dopo la nascita della ‘Luz della Sabiduria’, l’immenso spazio era nettamente avvertibile.
Lara guardava verso l’alto cercando di capire da dove sarebbero arrivate le luci. Potevano apparire da un momento all’altro, da qualunque punto della grande stanza: dal muro di destra o di fronte, oppure dal…pavimento! Proprio sotto i piedi di Lara apparve una delle luci, così improvvisamente che alla donna scappò un gridolino.
Fece un salto indietro e osservò la sfera luminosa che saliva a centrare in pieno un altro lampadario, ma questa volta si divise in due sole luci: una deviò verso un muro laterale, mentre l’altra si dirigeva verso la zona centrale della cupola, in alto.
Prima che la luce diretta verso il muro lo raggiungesse, la seconda luce, che sembrava destinata a colpire la parete interna della cupola, deviò verso sinistra, mettendo in evidenza un oggetto che prima era perfettamente invisibile. Il ripiano era in vetro, sembrava piuttosto spesso, ma il materiale di cui era fatto lo rendeva assolutamente non visibile da chi guardasse dal basso. Come fosse stato possibile non notarlo in tutti quei secoli era un vero mistero.
Ma d’altro canto il proprietario era Quesada, no? Pensò Lara con rabbia.
Il raggio continuò a muoversi e colpì un’altra pedana che apparve e rifulse tenuemente; continuò il tragitto e colpì un altro ripiano ancora.
Lara aveva capito, ma come arrivare alla prima pedana?
L’altro raggio! Si disse dandosi una pacca metaforica sulla fronte. Si girò appena in tempo per vedere il raggio che entrava nel muro attraverso un piccolo foro ad un’altezza di circa tre metri.
Lara era stanca di giocare e di essere ‘gestita’ dagli altri.
Prese la rincorsa estraendo le pistole e le scaricò sul muro dove si trovava il foro. La parete crollò rivelando un passaggio stretto ma non troppo. Lara ripose le pistole senza fermarsi, poi fece un salto utilizzando la parete inferiore come rampa e si aggrappò alla parte inferiore del cunicolo.
Si issò all’interno e cominciò seguire la sfera in rapido movimento.
Per fortuna che ultimamente Hilly mi ha messo a stecchetto con i dolci pensò la donna con un sorriso.
Al fondo del cunicolo, una lastra di metallo deviò la sfera luminosa. Lara arrivò in prossimità della lastra e vide una specie di camino. Utilizzando una tecnica tipica degli scalatori, risalì il camino puntando piedi e mani, con un discreto sforzo.
Arrivata in cima al cunicolo verticale, una nuova lastra deviò nuovamente il raggio questa volta verso sinistra; Lara arrivò in cima con un ultimo sforzo, poi guardò fuori dal forellino che aveva permesso la fuoriuscita della luce e vide una cosa che la lasciò interdetta.
Puntellandosi alla meglio con le gambe e una mano, utilizzò la destra per estrarre la pistola e ripetere l’esperimento di poco prima. Il muro crollò rivelando la prima pedana luminosa.
Filippo deve avere speso parecchio per questo giochino pensò divertita Lara.
Uscì dal foro con qualche difficoltà, salì sulla prima pedana, e diede uno sguardo a quello che l’aspettava: ora erano sette le pedane che brillavano nella penombra, compresa quella sulla quale si trovava in quel momento, e salivano a spirale verso la parte più alta della cupola.
Si posizionò più indietro possibile, poi utilizzò il piccolo spazio per fare un salto verso la pedana successiva, che raggiunse comodamente. Quella successiva era più lontana; Lara prese di nuovo la rincorsa e saltò con tutta l’energia possibile, riuscendo ad aggrapparsi con le mani sul bordo della pedana. Fortunatamente il materiale vetroso era piuttosto poroso e questo permise a Lara di rimanere saldamente attaccata al piccolo ripiano. Guardò verso il basso e vide che il pavimento era a circa una trentina di metri da lei.
Pessima idea pensò, chiudendo gli occhi.
Si tirò sulla pedana e continuò il suo percorso verso il Cuarto.
Le quattro pedane successive erano abbastanza vicine e permettevano di saltare con relativa sicurezza, sempre ricordando che il pavimento era circa una decina di piani più in basso.
L’ultima invece pareva particolarmente lontana. Come raggiungerla?
Mentre Lara si arrovellava, una voce dall’alto la gelò
“Buonasera, Lara! I miei complimenti! Ero convinto che saresti rimasta a passeggiare nella biblioteca, e invece eccoti qui. La fama che ti accompagna è decisamente meritata”
Quesada la guardava da una botola appena visibile situata nel soffitto; sotto di questa una passerella nello stesso materiale vetroso stava progressivamente perdendo la sua luminosità.
Edward vide la direzione dello sguardo di Lara e rise “Devo dire che il mio viaggio è stato sicuramente più comodo del tuo, a giudicare dagli spari che ho sentito prima. Per tua fortuna non avrò bisogno di chiederti i danni, Lady Croft, perché quando avrò trovato la Lapis…” Quesada ebbe un brivido di eccitazione nella voce.
“Bene, addio ora Lara, sei stata un degno avversario. A me basta aspettare ancora cinque minuti” disse controllando l’orologio “ e poi il mio destino sarà compiuto. Per quanto riguarda te, carissima, sono spiacente ma non sei invitata.”
Dicendo questo, Quesada estrasse una pistola e sparò all’ultima piattaforma, che si sbriciolò, scomparendo e facendo ‘spegnere’ anche tutte le altre piattaforme, compresa quella sulla quale si trovava Lara.
Quesada rise e si ritrasse nella botola. Un sordo rumore confermava a Lara che qualche meccanismo era stato attivato. La botola, con un rumore di pietra su pietra, iniziò lentamente a chiudersi.

Accidenti! Quanto odio le porte a tempo!
Lara era sospesa a trenta metri di altezza al centro della cupola. Non aveva idea di dove si trovassero le piattaforme dietro di lei. Non aveva idea di quanto tempo avrebbe avuto per raggiungere il Cuarto. Non sapeva come proseguire, non sapeva come tornare indietro.
Se quel raggio avesse evitato di andare a destra e a manca contro tutti quei lampadari…
La parola ‘lampadario’ accese un interruttore nella testa di Lara: i lampadari in quei tempi erano piuttosto grandi, come quelli che campeggiavano proprio nella cupola. Ma i sistemi di ritenuta nel soffitto erano poco affidabili, e per questo motivo si utilizzavano dei sistemi di carrucole e contrappesi.
Lara si guardò intorno e vide che uno dei lampadari era a portata di salto.
A tastoni cercò il bordo della piattaforma ora invisibile, poi prese la rincorsa, ‘ricordando’ la lunghezza del ripiano e si librò nell’aria. Si aggrappò al cavo che teneva il lampadario.
Scese il più possibile lungo il cavo, poi iniziò ad ondeggiare avanti e indietro, sempre più forte, sempre più in alto, sempre più vicina alla botola del cuarto che era ormai quasi chiusa.
Quando raggiunse il massimo della possibile oscillazione, un attimo prima di arrivare all’apice, Lara estrasse la fidata pistola destra e sparò sotto di lei, per colpire il cavo che teneva il grosso lampadario. I contrappesi, liberati dal peso del pesante oggetto, fecero fare a Lara uno scatto in avanti. Lara assunse una posizione a tuffo e con un colpo di reni finale riuscì a girarsi all’indietro e a raggiungere la botola, aggrappandosi al lato più vicino
Si alzò un istante prima che la botola, con un tonfo, si chiudesse dietro di lei.
Ciao a tutti

Mario Overhill

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Messaggio da overhill »

Bene, finalmente la nostra Lara è riuscita a entrare nel Cuarto... ne dubitavate, forse? :)

Domani ne capiteranno delle belle (e anche delle brutte) perché tutti i nodi, tranne uno, verranno al pettine.
Quesada riuscirà a impossessarsi dell'eredità dorata?
Le sue insinuazioni su Felipe sono vere, oppure mentiva per confondere Lara?

Cosa succederà nel Cuarto Escondido?

NOn ve lo dico, ma vi preannuncio grandi effetti speciali e colpi di scena a non finire :)
Ciao a tutti

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Messaggio da overhill »

El Cuarto Escondido
(Prima parte)

La stanza si trovava nella parte superiore della grande cupola, ed era di pianta perfettamente circolare. Ai due lati due portali lasciavano entrare alla spicciolata tutti i raggi che erano andati in giro per l’Escorial. Al centro, appeso al soffitto con una specie di tubo sottile, era posizionato un grosso altare. Al di sopra di questo un foro lasciava entrare una pallida luminosità, preludio dell’alba.
L’attenzione di Lara era concentrata sulla figura che si trovava davanti all’altare, di spalle.
Quesada sembrava distratto. Evidentemente non si aspettava di vedere qualcun altro all’interno del Cuarto.
Lara si alzò, estrasse entrambe le pistole e disse, piegando la testa di lato “A quanto pare sono riuscita ad arrivare anche senza invito”.
Quesada non rispose. Emise un gemito, quasi un singhiozzo.
Lara si avvicinò e con la canna di una pistola toccò l’uomo.
Edward si girò. Era pallido e tremava. Una mano all’altezza del cuore si stava colorando di rosso. Il sangue traboccava.
“Quesada!” disse Lara, un istante prima che l’uomo cadesse a terra.
Si chinò su di lui e sentì la sua flebile voce che mormorava “lui…il figlio…il padre…”
Poi smise di gemere e si rilassò, nell’abbraccio gelido e confortante della morte.
Lara era sconvolta.
Una voce alle sue spalle. “Ho dovuto. Avrebbe ucciso anche te, come ha ucciso il professore”
Lara si girò e vide un’ombra che si trovava tra la botola e la parete, un posizione che aveva impedito alla donna di vederlo prima.
La lama brillò, mentre l’uomo l’alzava per poterla pulire dal sangue di Quesada e la riponeva nel fodero.
“Speravo mi avesse mentito…” disse tristemente Lara.
“Non avrai creduto a quel pazzo, disse Felipe, avanzando nella parte più illuminata del Cuarto. “Era un folle, era convinto di essere il discendente di Filippo II.. Ha organizzato tutto questo per trovare il Cuarto Escondido, per rubare la Lapis Aurea…”
Lara ascoltava con la testa bassa, gli occhi chiusi, la rabbia che cresceva
“Ho preso un altro aereo, perché avevo capito che saresti venuta qui, anche se non ci hai voluto dire niente”
Lara taceva. Con uno sforzo chiese “Come hai fatto…”
“…a trovare il Cuarto?” concluse Felipe. Sorrise, senza notare l’espressione infuriata della donna.
“Ti sei mai chiesta come faccio il numero nell’arena? Come faccio a togliermi un istante prima che il toro mi infilzi? Vedi Lara, io ho un udito molto sviluppato. Io sento il toro che arriva, è come se lo vedessi”
Lara alzò lo sguardo “Ecco perché hai sentito l’urlo di Elaine a Firenze…”
“Esatto!” disse l’uomo sorridendo.
“Quando quel pazzo ha inserito la chiave
(…la chiave…)
io ero già nella zona della cupola e ho sentito la botola che si apriva; ho alzato gli occhi e l’ho vista. Trovare la strada per il Cuarto non è stato un problema. Anche io conosco molti passaggi segreti. Cara, adesso noi…”
“NO!” urlo Lara con tutta la forza che aveva, alzando le pistole: “TU MI HAI TRADITA!”.
Felipe la guardò interdetto “Ma no, davvero…io…”
Lara scosse il capo “Basta bugie, Felipe. Basta…” disse in tono più triste che arrabbiato.
Abbasso ancora lo sguardo. Quando gli occhi ritrovarono quelli di Felipe, questi fece un passo indietro: erano occhi feroci, da cacciatrice.
“Io so.” Disse la donna furente.
“Ma…” felipe non voleva arrendersi, nonostante il panico che lo stava pervadendo.
“Taci. Mi hai mentito, ma per ben due volte ti sei tradito. e io che cercavo di non crederci, cercavo di mentire a me stessa.”
“T-t-tradito? Io?” Felipe era sempre più sbalordito.
“TACI TI HO DETTO!” Lara urlò di nuovo.
Poi smise di digrignare i denti e spiegò “A Firenze ti sei tradito due volte. Quando mi hai detto che ‘temevi che io fossi un ‘Emissario di Morte’. Era scritto sulla tomba di Alejandra e tu non avresti dovuto saperlo. La seconda volta pochi minuti dopo, quando ti sei chiesto perché il ladro avesse preso ‘la chiave’. E come potevi sapere che era una chiave?”
Lara camminava avanti indietro mentre parlava, come una belva in gabbia
“Solo avendo letto gli appunti del Professore. Oppure leggendo il Codice, ma questo non lo credo, perché non ne avresti avuto il fegato necessario.”
“Senti Lara, io…” Felipe cercò di interromperla, ma Lara era veramente infuriata
“STAI ZITTO, MALEDIZIONE!” Sparò un colpo in aria
Felipe tacque immediatamente.
Lara ansimava dalla rabbia. Guardò ancora per un intero, lunghissimo minuto l’uomo che aveva amato e gli disse “Non mi interessa sapere perché mi hai ingannata, non voglio sapere il motivo per cui vuoi la Lapis Aurea, questo lo so. Sei un maledetto bastardo, ecco il perché. Quello che voglio sapere è: perché hai ucciso il professore?”
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Messaggio da bashira »

Pant pant... Aiutt sono rimasta indietro 53_37 .. sono arrivata a Lisbona :D

Bello, bellissimo, che dire?.. ( ha già detto tutto Blu :asd: ). Già dall'inizio, con quelle inquadrature cinematografiche sul professore: immagini reali, vive, che nella mente del lettore prendono forma come su un grande schermo.. Sento anche le colonna sonora. POi.. il salto : Tanzania.

Da quella stanzetta segreta e ipercustodita ci ritroviamo proiettati in piena azione con Lara che, come al solito, scappa via dal pericolo con i sistemi più incredibili.

E poi via la storia comincia a dispiegarsi, la matassa si dipana, dolcemente e ci presenta la storia, passo passo, con l'entrata in scena dei personaggi che ci presentano le loro immediate caratteristiche.
Ben resa l'ansia del professore, l'attaccamento al suo compito. Emozionante lo spettacolo della tauromachia: bella l'idea di una corrida senza sangue.

E quanto mi ha commossa la dolce Eliane, così sconvolta, ma sempre pronta e attenta a risolvere l'arcano grazie alla sua grande preparazione. Un degna seguace del professore.

MI ha confusa l'entrata nello specchio. pensa che mi sono riletta il capitolo due volte perchè ero convinta di avere letto male :D , ma poi era proprio così.

MItico! Proprio un "livello" da Lara sdoppiata, anche se qui è molto diverso e sono curiosissima di vedere cosa succede, per cui proseguo nella lettura.

:approved: :D




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Messaggio da overhill »

Bash, purtroppo devo caricare il forum di puntate, perché devo finire entro domenica.
Non credo che mi potreste mai perdonare se me ne andassi senza mettere il finale!

E ti posso garantire che ci sono almeno un altro paio di sorprese che vi attendono: una sta per avvenire, perché stiamo per scoprire cosa effettivamente sia l'eredità dorata, questa incredibile "luce della sapienza".
E dobbiamo vedere con chi dovrà scontrarsi Lara e se (e soprattutto come) riuscirà a cavarsela questa volta.
(Vabbe', lo so che sul "se" siamo tutti d'accordo... ma il come non lo immaginereste mai!)

Va bene, visto che siamo quasi nella pausa pranzo, vi metto anche la seconda parte del Cuarto :)
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Messaggio da bashira »

overhill ha scritto:Bash, purtroppo devo caricare il forum di puntate, perché devo finire entro domenica.
Non credo che mi potreste mai perdonare se me ne andassi senza mettere il finale!

E ti posso garantire che ci sono almeno un altro paio di sorprese che vi attendono: una sta per avvenire, perché stiamo per scoprire cosa effettivamente sia l'eredità dorata, questa incredibile "luce della sapienza".
E dobbiamo vedere con chi dovrà scontrarsi Lara e se (e soprattutto come) riuscirà a cavarsela questa volta.
(Vabbe', lo so che sul "se" siamo tutti d'accordo... ma il come non lo immaginereste mai!)

Va bene, visto che siamo quasi nella pausa pranzo, vi metto anche la seconda parte del Cuarto :)

Ci mancherebbe!! Per pubblicare non aspettare me ehehe.
Fai tutto prima di partire così poi noi, con la solita amica Calma , senza Ansia e Angoscia , ce lo leggiamo mentre tu te ne starai spaparanzato al sole :D

e ancora grazie per averci fatto conoscere il tuo, anzi il VOSTRO ( siete in due ) talento!!! :approved:




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Messaggio da overhill »

El Cuarto Escondido
(Seconda parte)

Felipe la guardava intensamente, gli occhi velati di lacrime.
“Lui era come un padre, per me. Anzi, talvolta me lo diceva apertamente
(…i figli rinneghino i padri…)
Tutti quei libri, Lara. Tutti quei libri” lo sguardo di Felipe era febbricitante, intenso “a cosa servivano? A cosa sono mai serviti?”
Felipe si girò disgustato “A nulla,! Ecco a cosa sono serviti!”
Tornò a guardare la donna “Io volevo il Codice, volevo scoprire cosa nascondeva. Ma anche questo non me lo volle concedere. E tutto per una stupida profezia. L’Aureo Custode” disse queste due parole come se recitasse, con enfasi, per aumentare il suo disprezzo.
“Per questo cominciai a rubare i suoi appunti, li fotocopiavo di nascosto e poi li studiavo. Non si accorse di niente per un sacco di tempo, quello stupido” Lara alzò un sopracciglio, ma non disse nulla.
“Poi mi scoprì. Ma mi perdonò. Devo ammettere che a modo suo mi voleva bene…come un figlio. Fino a quella sera…”

(…l’interno del Mausoleo era illuminato dai grandi lampadari. Amenobàr stringeva disperato il Codice, salvo per ora, grazie a Lady Croft.
Felipe entrò a grandi passi “Professore…”
“Cosa vuoi?!” abbaiò il professore, ancora sconvolto dagli avvenimenti dell’asta.
“Ho visto uscire Quesada: è successo qualcosa…?” il giovane venne interrotto dal fiume di rabbia e parole che esplose dal professore “Non posso fidarmi di nessuno qui dentro! Nessuno è degno! Nessuno può custodire il Codice! Quesada è un vigliacco e vuole solo l’Eredità, oppure i soldi!”
“Professore, io…” tentò Felipe
Il professore non era intenzionato a farlo parlare “Tu! Tu mi hai TRADITO! Tu hai tradito la mia fiducia…lo so che hai letto i miei appunti! NON AVRESTI DOVUTO!” Amenobàr tossì. Non era abituato ad urlare.
“Professore…” provò ancora il giovane accarezzando l’elsa delle spade “io, volevo solo sapere…”
“Tu volevi solo l’Eredità! Tu volevi solo la Lapis Aurea!” il professore aveva abbassato la voce, un po’ per lo sforzo, e un po’ perché la tristezza gli stava riempiendo il cuore.
Abbassò lo sguardo. Felipe si avvicinò all’uomo.
Il professore alzò lo sguardo “Ora i miei problemi sono finiti: ci penserà Lara a proteggere il Codice…”
Felipe osservò quello che fino a pochi minuti prima era il suo mentore e ora era diventato improvvisamente un ostacolo.
“Mi dia il Codice” disse lentamente al professore, accarezzando le due else.
“Dovrai uccidermi…” mormorò il professore, stringendo il Libro al petto.
Il movimento fu rapidissimo. Come aveva fatto nell’arena, Felipe estrasse entrambe le spade e le immerse parallele nel ventre del vecchio, che strabuzzò gli occhi.
“Lara…ti…fermerà…” balbettò l’uomo.
Felipe lo guardò con tristezza “Mi dispiace, ma non mi ha dato scelta”.
Il dolore è linimento a sé stesso: era talmente grande il dolore fisico, che il professore non lo sentiva quasi più. Era molto più grande il vuoto che sentiva nell’anima “Los hijos... reneguen... los... padres...”.
Anche Felipe sentiva il dolore della morte e di quella che lui riteneva una necessità.
“Lara…te lo…impedirà”
Fu preso da una rabbia incontrollabile, cieca. Una rabbia mista a terrore per l’enormita di quello che stava per fare
Allargò le braccia, sempre brandendo le spade. Il ventre del professore si aprì quasi senza fatica; ci fu un rumore secco e un colpo liquido: la colonna vertebrale e gli intestini.
Jorge Amenobàr smise di soffrire …)


Lara aveva le lacrime agli occhi “Perché? Non ti avrebbe mai denunciato!”
“Forse” rispose triste Felipe “ma non mi avrebbe mai permesso di arrivare all’Eredità. e io la volevo…la voglio con tutte le mie forze. Ho ucciso il professore per questo. e anche Quesada.”
Guardò Lara negli occhi e proseguì “e avrei ucciso anche te, se non fosse che mi sono reso conto di amarti”
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Messaggio da overhill »

La Lapis Aurea
(Prima parte)

La donna rimase un istante in silenzio. Lo guardò con occhi duri e rispose “tu non ami nessun’altro che te stesso”
Il giovane ripose le spade “No, Lara. Te lo giuro” si portò una mano sul cuore “io ti ho amata quando ti ho vista nell’arena. Ti ho amata ancora di più quando abbiamo affrontato le avventure che ci hanno portato qui. E anche tu mi ami, lo so…lo sento”
Il cuore di Lara pulsava dolorosamente, come se un pugno lo stringesse.
“Io non posso amarti. Tu sei malvagio. Io non posso…” Felipe la interruppe “Certo che puoi. Tu devi amarmi. Noi siamo fatti l’una per l’altro!”
Lara rialzò le canne delle pistole che si erano abbassate e rispose fiera “Non ha importanza se io ti amo o no. Tu hai ucciso il professore, il tuo cuore è nero e io non ho intenzione di unire la mia vita a te” si fermò per un secondo e guardando fissamente negli occhi Felipe concluse “anche se ti amo.”
Felipe estrasse nuovamente le spade e si mise in posizione di difesa “Molto bene, Lara, allora dovrò uccidere anche te. Ormai nessuno potrà impedirmi di avere l’Eredità Dorata. Me la sono guadagnata: è MIA!”
Guardò rapidamente l’orologio da polso e disse “e ora, se vuoi scusarmi, è giunto il momento!”.
Mentre si girava e rinfoderava le spade, tutti i singoli impulsi luminosi erano arrivati dai due lati della stanza. Il sole del primo mattino faceva scendere la sua luce, probabilmente grazie ad un ennesimo gioco di specchi, proprio al centro dell’altare sospeso, concentrandosi con gli altri due fasci luminosi.
“Guarda Lara, cosa stai perdendo!” urlò Felipe, mentre la donna guardava lo spettacolo sbalordita, dimenticandosi tutto il resto.
Il Cuarto era inondato di luce e vibrava leggermente. Improvvisamente l’altare iniziò a girare facendo perno sulla struttura che lo attaccava al soffitto, dapprima lentamente poi sempre più rapidamente, producendo un suono inizialmente basso e lieve, e dopo sibilante e fortissimo.
Continuando a girare l’altare sembrò aprirsi come una specie di enorme fiore, un petalo per volta, uno strato per volta, cambiando continuamente il suono prodotto a seconda di come i vari livelli si disponevano ai lati del centro del ripiano.
Dopo alcuni minuti, in cui i due giovani avevano osservato lo spettacolo sbalorditi, il suono si stabilizzò e rimase costante. Quindi iniziò a diminuire.
Lentamente l’altare rallentò la sua rotazione fino a fermarsi lentamente.
Al centro del piano, ora aperto, c’era un piccolo oggetto irregolare, che pulsava di luce.
Felipe era fuori di sé dalla gioia, non riusciva a smettere di sorridere. Guardando l’oggetto continuava a esclamare “Si! Si! La Lapis! E’ Lei!”.
Lara osservava l’oggetto che sembrava brillare di luce
(…prima che la luce ti riempia di tenebra…)
propria. E un pensiero si insinuò.
Un pensiero preoccupante.
“Felipe. Non toccare quella cosa” disse.
Felipe era al settimo cielo e sembrò non sentirla. Ma qualcosa doveva averlo raggiunto perché rispose “No! E’ mia! Soltanto MIA! Tu non l’avrai!”
“Felipe, non toccare quell’oggetto. E’ pericoloso!” cercò ancora di convincerlo Lara.
Ma Felipe era al di là di ogni possibile ragionamento, in una sua personale interpretazione del punto-di-non-ritorno.
Allungò la mano per prendere la Lapis Aurea.
Immediatamente i due raggi laterali sembrarono diventare neri, come quando negli occhi chiusi aleggia il fantasma di una luce osservata per troppo tempo.
Felipe iniziò a dire “Ma cos…” ma non riuscì a finire la frase, perché un’ondata di energia spostò l’aria intorno alla Lapis, facendo cadere a terra Lara.
Felipe rimase invece come bloccato all’interno di una sfera di energia che mandava lampi e fulmini di colore bluastro, urlando di dolore.
Per alcuni minuti il rumore fu assordante, ma improvvisamente sparì, la bolla si dissolse e Felipe cadde a terra, senza mai lasciare la Pietra.
Lara ci mise qualche secondo per riaversi, alzarsi e correre verso l’uomo, ma quando arrivò ad un paio di metri da Felipe, questi cominciò a tremare e a gemere. Era piuttosto indecisa se avvicinarsi ancora di più, perché il potere che aveva quella pietra era enorme, a quanto pareva.
La voce di Felipe la colse impreparata: sembrava venire da un’altra dimensione. Era grave e al tempo stesso acuta
(…la stessa voce di Nevan…)
come se l’uomo avesse subito una trasformazione profonda.
“Il male” stava dicendo “il dolore, il panico…il terrore. Il terrore puro. Questo ho visto…”
Felipe alzò la testa e guardò Lara negli occhi. La donna fece un passo indietro, terrorizzata. I suoi occhi erano completamente neri, come se fossero un solo enorme buco. Si alzò in piedi, continuando a vibrare.
“Ma tutto questo non è nulla in confronto a quello che PROVERAI TU!” terminò urlando.
Il suo corpo iniziò a trasformarsi: i muscoli si ingrossarono, facendo esplodere gli abiti. La sua altezza aumentò di circa un metro,e contemporaneamente il suo volto si allungò, facendo saettare numerose zanne dalla bocca ferina.
Le braccia si allungarono e acquistarono una appendice che partiva dal gomito e si spingeva all’indietro, come un prolungamento dell’avambraccio. O come una piccola spada.
Le mani si allungarono, poi si allungarono anche le dita e quindi lunghi artigli presero posto delle unghie che si staccarono e caddero a terra. La pelle già scura dello spagnolo divenne decisamente bruna. La cosa che era stata Felipe si guardò e provò a sorridere, ottenendo scarsi risultati vista la sua nuova dentatura.
Quindi alzò la testa ed emise un lungo, orribile ululato.
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Messaggio da overhill »

La Lapis Aurea
(Seconda parte)

La creatura sovrastava Lara.
“Hai visto il potere della Lapis? Avresti potuto condividerlo con me, restare al mio fianco” disse alla donna.
Ironia, ci vuole ironia. Devo distrarlo e trovare qualcosa pensò Lara e, rivolta al demone “Non sei più il mio tipo. Forse non lo sei mai stato”
Felipe trasalì: come osava quella piccola donnetta? “Osi ancora rispondermi? Guarda che potrei ancora decidere di lasciarti…”
Lara lo interruppe “Ma perché non chiudi il becco?”
Il mostro abbozzò un sorriso sulle labbra da rettile “E perché non me lo chiudi tu?” disse e immediatamente si buttò in avanti, cercando di colpire la donna con un pugno. Lara si scansò appena in tempo. Il pugno del demone si incassò di alcuni centimetri nel muro.
Felipe estrasse la zampa dal muro e l’aprì rivelando la Lapis al suo interno. Una grossa parte di muro diventò d’oro.
“Accidenti! Questa non me l’aspettavo! Ma sono certo che potrò fare di meglio” disse guardando Lara con aria divertita.
Pose la Lapis in una tasca che si era fortunosamente salvata dall’esplosione dei suoi pantaloni, poi estrasse le spade che erano ancora ai suoi fianchi e caricò Lara.
Anche questa volta la donna riuscì ad evitare i colpi mortali per un frazione di secondo. Anzi, qualcosa meno, perché una ferita si era aperta su una spalla.
“Ah!” gemette.
Il demone rise “Comincia a bruciare, vero amore” .
Lara estrasse le pistole e colpì il mostro con una gragnola di colpi. Dopo un primo tentativo di coprirsi, il demone si rese conto che i proiettili lo attraversavano senza ucciderlo. Allora allargò le braccia e ridendo, nel frastuono degli spari, urlò “Dai, amore, sfogati! Fammi vedere quanto mi ami!”
I colpi finirono e i percussori diedero due colpi secchi, una pessima notizia, secondo Lara.
Felipe abbassò le braccia e prese, per quanto possibile dalla nuova forma della sua faccia, un’espressione seria
“Bene, adesso basta giocare!”. Alzò le braccia e puntò le spade in direzione della donna, come il torero fa con il toro, ma a parti invertite questa volta.
Felipe si rese conto della situazione e disse divertito “Te l’ho detto, amore, uccidere il toro non serve. Ma a volte è il torero che viene ucciso!”
Lara era appoggiata al muro e cercava disperatamente di trovare una via di uscita. Il demone iniziò a correre verso di lei.
Maledizione! Cosa si fa quando un toro ti carica…? Si disse Lara e contemporaneamente trovò la soluzione: ma certo! Lo si imita!
La creatura era a pochi metri da lei. Un istante prima che le spade facessero il loro lavoro nel suo ventre, fece un salto in alto. Felipe non si aspettava un movimento del genere, e non era ancora abituato al suo nuovo corpo: non riuscì per questo a fermarsi in tempo e infilò entrambe le armi profondamente nel muro.
Intanto Lara effettuò una capriola in aria e ricadde a testa in giù, fermandosi in verticale sulle spade che erano fortunatamente state utilizzate, come fa ogni buon torero quale Felipe era, di piatto.
Lara si trovava a testa in giù di fronte agli occhi sbalorditi di Felipe.
“Non sempre, caro, non sempre…” lo derise.
Poi piegò le gambe e diede un doppio calcio sul muso della creatura, che parve subire, se non danno fisico, almeno una qualche ferita nel suo orgoglio.
Felipe provò ad estrarre le spade, ma la forza che aveva impiegato era troppa anche per lui.
Decise quindi che Lara poteva essere eliminata anche in altri modi. Abbandonò le spade nel muro e si girò a fronteggiare la donna.
Che però era pronta a colpirlo nuovamente con un calcio girato.
Felipe barcollò di nuovo.
Ora la misura era colma: quella donna non poteva osare tanto e averla vinta!
Estrasse la Lapis dalla tasca e sogghignando la mostrò a Lara “Vediamo che effetto fa una tua statua in oro!”.
Si abbassò fino a terra e toccò il pavimento con la Pietra.
Immediatamente dall’oggetto partirono lampi bluastri simili a quelli che avevano trasformato Felipe; il pavimento iniziò la sua trasformazione in oro, producendo un rumore metallico, come se la struttura fosse sotto sforzo.
Lara avrebbe dovuto decidere in fretta il da farsi.
Corse verso il centro della stanza, ma il flusso non accennava a fermarsi, perché questa volta era stata usata la pietra direttamente e non attraverso la mano di Felipe.
Sembra non subire l’influsso della trasformazione pensò Lara, ma non riuscì ad immaginare come questo avrebbe potuto aiutarla…oppure sì?
La creatura stava osservando avidamente la trasformazione del Cuarto. Sotto le sue zampe posteriori la trasformazione era già avvenuta, producendo altri piccoli lampi quando toccava la sua pelle.
Lara non aveva scelta: il posto peggiore era il posto migliore.
Salì sull’altare, che essendo collegato al soffitto si sarebbe trasformato per ultimo, e utilizzò la sua superficie per prendere una rincorsa in direzione di Felipe.
Con la coda dell’occhio Lara vide un’iscrizione scritta in verticale sul tubo che sosteneva l’altare, che le rimase impressa nella memoria:

il potere del male è la tua vittoria.

Il demone, distratto dalla trasformazione, non si accorse dei movimenti della donna e se la vide piombare addosso senza rendersene conto.
Lara si abbarbicò alla sua schiena e cominciò a tempestarlo di pugni.
Felipe era furioso, ma ancora divertito “Sei proprio un insetto molesto! Non riesco a schiacciarti come si deve. Non riesco neanche a trasformarti in oro…”
Queste ultime parole mossero qualcosa nella mente di Lara.
(…pietra, oro. Ci sono profonde differenze tra le pietre e l’oro…)
Nel frattempo la trasformazione era terminata, e la Lapis aveva smesso di brillare sinistramente. Lara approfittò del movimento che la creatura fece per riporre la pietra nella tasca che continuava a pendere dai suoi fianchi, per saltare a terra, rabbrividendo. Il tocco del pavimento fu duro, ma non ci fu trasformazione. La donna emise un sospiro di sollievo.
Poi si guardò intorno alla ricerca di un paio di oggetti che forse le sarebbero tornati utili. Le spade erano ancora infisse nel muro. Ed erano diventate ovviamente d’oro, come il muro stesso.
Deve funzionare pensò Lara. Corse verso le due armi, le afferrò per le else sotto lo sguardo divertito di Felipe che la canzonò “Ma sei veramente convinta di essere così forte?”.
Lara appoggiò i piedi al muro e tirò con tutte le forze: ci fu un rumore metallico e Lara si ritrovò ad un paio di metri dal muro.
Con le spade in mano. La creatura era sbalordita.
Lara corse verso il demone roteando le spade, come aveva fatto Felipe durante il combattimento con il fantasma
(…quando ancora avremmo potuto amarci…)
e intanto lo ammoniva “Non è una questione di forza, caro…”, era ormai a pochi metri.
Felipe allargò braccia e gambe, e si chinò in avanti come per pararla. L’avanzo di pantalone di Felipe, ciondolò tra le sue gambe, in modo vagamente osceno. Lara guardò istintivamente l’inguine del mostro, e la vista della stoffa che penzolava le fece venire in mente
(…il potere del male…)
un barlume di idea; si rese immediatamente conto di avere una sola occasione, che non avrebbe dovuto lasciarsi scappare. Come sempre.
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Messaggio da overhill »

Mi spiace che vi sto scaricando tutte le puntate a raffica, ma domani mattina è l'ultima occasione e devo assolutamente chiudere.
Per cui adesso vediamo come riuscirà Lara a sbarazzarsi del Demone Felipe :)
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Messaggio da overhill »

La Lapis Aurea
(Terza parte)

Si buttò gambe in avanti scivolando sotto il demone. Quando passò tra le due grosse zampe, con una delle spade tagliò la tasca che penzolava dai suoi fianchi e la prese al volo.
“…ma ti sei dimenticato, caro…” continuò mentre si rialzava alle spalle dello sbalordito Felipe, che si era trovato a testa china per seguire i movimenti della donna, “…che l’oro è più duttile della pietra, caro…” e chiudendo con quell’ultimo epiteto, alzò le braccia e con forza inserì le due spade nella schiena del mostro.
L’urlo riempì la stanza.
Un odore intenso di carne e peli bruciati si diffuse nell’aria, ad indicare come il nobile materiale fosse deleterio per la creatura. Tutto il Cuarto vibrava per la voce possente del mostro. Lara si avvicinò al muro per restare più lontano possibile dal mostro.
Infine, Felipe cadde e smise di tremare.

Lara si avvicinò con circospezione, girò intorno al corpo e tolse le spade. Non erano sporche di sangue, sembravano “cotte”, con ampie macchie nere, come se l’oro avesse reagito chimicamente con il corpo di Felipe.
La donna osservò il corpo.
“Alzati, maledetto. So che non sei morto” disse. Per alcuni secondi non avvenne nulla, poi un mugolio sordo salì dalla carcassa
“brutta….brutta…PUTA!”, Felipe si alzò con fatica. Nel farlo barcollò indietro fino al muro, al quale si appoggiò per non cadere
“Non posso…perdere…io ho…l’Eredità” mugolò il demone.
Allargò le braccia e urlò “HO L’EREDITA’!”
Lara aveva ancora le spade strette nelle mani.
Con una mossa fulminea piantò le due armi all’altezza dei gomiti del demone, crocifiggendolo contro la parete. La creatura era troppo debilitata per riuscire a liberarsi e si scuoteva con un’espressione quasi commovente.
Urlava “Non posso! Non è possibile!”.
Lara era stanca: prese il pezzo di stoffa che ancora conteneva la Lapis e la guardò con odio “per te maledetta, tutto questo per te!”
(…il potere del male è la tua vittoria…)
Senza toccarla con le mani nude, Lara infilò a forza la Lapis Aurea nelle fauci della creatura che era stata Felipe, che continuò a mugolare, cercando di sputare l’oggetto, troppo profondamente incastrato.
Estrasse una pistola e sparò. Il clic le ricordò che le armi erano scariche. Si tolse lo zaino, mentre la creatura continuava ad agitarsi debolmente spalancando gli occhi.
“Credo che ora tu riesca a capire cos’ha provato il professore…” disse recuperando una confezione di munizioni. “Lui ti voleva bene e tu l’hai ucciso…”. Caricò la pistola con un solo colpo.
“Ci hai ingannati tutti, ma il tuo errore più grosso” puntò la pistola verso il mostro “è che hai giocato con il mio cuore. E questo non te lo perdonerò mai”
Il colpo partì dalla pistola di Lara con un colpo secco, attraversò i pochi metri che separavano la donna dal mostro e colpirono in pieno la Lapis Aurea. Questa esplose in una fiammata e si diffuse nel corpo del demone.
La stanza ritorno improvvisamente ad essere di pietra: la magia della Lapis era scomparsa.
La pelle del mostro si raggrinzì, i muscoli cedettero, gli artigli e le zanne si sbriciolarono. Per un istante il corpo assunse nuovamente le forme di Felipe. Dalla bocca martoriata, Lara sentì distintamente una sola parola:
“…perdonami…”.
“E’ troppo tardi, amore mio” disse Lara piangendo e scuotendo la testa.
Il corpo perse consistenza, si sciolse rimanendo per alcuni secondi appeso alle due spade. Poi cadde informe sul pavimento, pulsando per alcuni secondi. Quindi si fermò con un sussulto.
Lara guardò quello che rimaneva di Felipe. Si asciugò gli occhi.
Poi si incamminò verso la botola.
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