Lara Croft Tomb Raider: Octagons

ULTIMA puntata online!

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Lara Croft Tomb Raider: Octagons

Messaggio da Nillc »

Ultima modifica di Nillc il 05 ottobre 2007, 21:31, modificato 32 volte in totale.
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“Indeed, your failure to understand
that there are things far worse than death itself
has always been your greatest weakness.”
(J.K. Rowling, “Harry Potter and the Order of the Phoenix”)

“Why should I be frightened of dying?
There's no reason for it...
you've gotta go sometime.”
(Pink Floyd, “The Great Gig in the Sky”)

PROLOGO- Dove tutto ebbe inizio


Vanessa si tolse gli occhiali, si stese sulla sedia ed emise un profondo sospiro, strofinandosi le mani sugli occhi. Era molto stanca, e la flebile luce proveniente dal neon portatile non la aiutava molto.
L'orologio accanto a lei emise un bip, lei sospirò di nuovo e spense la lampada. Erano le otto del mattino, e questo significava che da quattordici ore lei era china su quella tavoletta d'argilla incisa da qualcuno secoli prima.
Vanessa non se l'era mai cavata con la crittologia e la traduzione dall'antico. Pensò con malcelata nostalgia al suo collega Thomas Harlington, probabilmente la massima autorità in merito. Proprio pochi giorni prima voci di corridoio l'avevano dato per fidanzato con una misteriosa e bellissima ragazza ceca... mentre altre, leggermente meno quotate, descrivevano la sua fuga da Versailles a bordo dell'auto della terribile e meravigliosa Lar...
“Miss Lorraines!” si sentì all'ingresso della tenda, e Vanessa ne fu così sorpresa che per un attimo non cadde all'indietro. Balzò in piedi con uno scatto, e guardò nella direzione da cui proveniva la chiamata. C'era Memeth, un componente della sua squadra, piccolo, magro e con la pelle scura.
La donna chiese con un eloquente cenno del capo cosa lo spingesse a irrompere così violentemente nella sua tenda. Memeth fece un breve inchino di scuse e rispose:
“Penso sia meglio che venga a vedere.”

La Cupola della Roccia si vede svettare praticamente su tutte le fotografie di Gerusalemme. È posizionata al centro del cosiddetto Colle del Califfo, chiamato così perché il califfo ebreo Al Yussuf ne aveva fatto il suo avamposto durante la prima crociata. Quando questa finì, il territorio gli spettò per conquista, e vi fece costruire una splendida sinagoga, la cui cupola, appunto, è totalmente realizzata in oro. Nel corso degli anni, a intervalli quasi regolari, vi si erano succedute al suo interno moschee, sinagoghe e persino chiese cristiane, finché non era scoppiata la guerra. Adesso doveva essere di nuovo una moschea, ma era un luogo talmente a rischio di attentati che gli unici pazzi che vi si trovavano nei paraggi erano lei e la sua squadra, pensò Vanessa vedendo ingrandirsi la Cupola man mano che vi si avvicinava.
Erano ormai sedici giorni che si trovavano a ridosso del tempio per scavare, senza la minima speranza di trovare nulla di interessante. Adesso quel nulla di interessante sembrava essersi trasformato in qualcosa di interessante. Interessantissimo, a dirla tutta.
Memeth la condusse fino alla piccola cava in cui sette dei tredici restanti membri della squadra si affaticavano sotto il sole per pochi rubli all'ora.
“Fatemi vedere” disse Vanessa scendendo la scala a pioli, mentre una strana ansia di fare le invadeva il corpo.
Gli uomini si spostarono, e a Vanessa apparve tra di loro una figura che nell'ultimo periodo le era stata molto familiare.
Un ottagono.
Era scolpito nel marmo del pavimento sepolto là, a pochi metri dalla Roccia, un ottagono anch'essa, in rilievo, e talmente ben conservato che sembrava una di quelle Stelle di Davide che si vedevano dappertutto a Gerusalemme. Solo che non aveva sei lati, ma otto. E questo faceva un'enorme differenza.
“Cosa pensa che sia, miss Lorraines?” Chiese Memeth, con una lieve nota di timore nella voce.
“... Mettiamola così, Memeth: se è quello che penso, qua sotto c'è una cosa che scucirà a Effendi Zalahir un bel po' di monete.”
“E' una porta, Miss?” chiese un altro membro della squadra, che aveva la pala ancora in mano e sudava copiosamente.
“Qualcosa del genere.” rispose Vanessa, non distogliendo lo sguardo dalla figura.
“Ma non ha maniglie, né aperture, né nient'altro... come faremo?”
Per la seconda volta nel corso della giornata, Vanessa pensò a una sua famosissima collega, e in particolare ai suoi metodi spicci: senza aggiungere altro, prese dalle mani dello squadrista la pala e colpì la lastra quattro, cinque volte, finché questa non si spaccò.

L'intera squadra si calò con circospezione nella stanzetta sotterranea che era comparsa dopo la rottura della lastra. Era una stanzetta squadrata, regolare e abbastanza piccola. E spoglia.
“Tutto qua?” esclamò qualcuno della squadra “Zalahir pagherà fior di rubli per... questa specie di grotta intonacata?”
“Non proprio” rispose Vanessa, che aveva già posto gli occhi sull'unica cosa interessante all'interno della stanza appena scoperta. Non era brava nelle traduzioni come Thomas Harlington, già, ma quello che c'era scritto in caratteri runici sulla parete sinistra della “grotta intonacata” era ben comprensibile.
La mano innocente apre la via della Legge.
Sotto la scritta c'era un piccolo buco, che poteva essere stato fatto tanto da un architetto reale quanto da un bambino in vena di giochi.
Vanessa ci si posizionò e lo esaminò con attenzione. Poi chiamò uno degli altri squadristi e gli chiese:
“Tu sei innocente?”
“Cosa?” rispose lui sbigottito. Vanessa sorrise.
“Nah... lascia perdere. Infila la mano qua dentro e cerca, dovrebbe esserci qualcosa.”
Il ragazzo la fissò attonito e un po' spaventato, ma il suo sguardo non ammetteva repliche. Tremante, si inginocchiò e mise la mano all'interno del buco, facendola scendere pian piano. L'intera squadra stava trattenendo il respiro, sporgendosi per meglio vedere cosa sarebbe successo.
Improvvisamente, con un urlo, il giovane si ritrasse e stramazzò a terra, contorcendosi e tenendosi la mano. Molti membri della squadra gridarono a loro volta e iniziarono a pregare.
Vanessa mantenne il sangue freddo e si inginocchiò accanto al malcapitato.
“Cosa ti è successo?”
“La... la mano! La mano!” gridò quello, che sudava visibilmente freddo. Lei gli prese l'altra mano e scoprì quella che teneva nascosta, per vedere... una grossa bolla da puntura che si stava allargando. Con sollievo, prese la sua torcia e la puntò all'interno del buco, dove la fece entrare. Pochi secondi dopo, disturbato dalla luce e dal rumore, un animaletto decisamente poco grazioso abbandonò la sua tana.
“Si tratta di una semplice scolopendra.” sentenziò Vanessa ritraendo la torcia e spegnendola “è innocua, non preoccuparti.”
“Ma... ma brucia! Brucia da morire”
“Beh, il veleno ce l'ha, ma per l'uomo è assolutamente innocuo. Il 90% del dolore è solo suggestione, credimi.”
“Sì, ma fa malissimo!”
“Beh, se facesse bene me ne farei un'iniezione al giorno.” disse un membro della squadra, scatenando l'ironia goliardica dei restanti.
“Ridete pure, ma la mano là dentro non ce la metto più!” disse il malcapitato, comprensibilmente.
Vanessa sbuffò, e sperando che la scolopendra non avesse deciso di mettere su famiglia all'interno del buco, vi infilò il suo braccio. Il viaggio durò poco e fortunatamente senza punture, finché le dita non sfiorarono un oggetto oblungo e metallico. Lo afferrò e tirò con decisione, sentendo un rugginoso rumore di ferro contro ferro.
La squadra fece appena in tempo a scostarsi, perché una grande porzione di pavimento iniziò subito a tremare violentemente, finché non si aprì rivelando un'ampia scalinata che si stendeva verso il basso.

La discesa fu lunga e nervosa, e quasi subito si fece buio attorno ai quindici che componevano la squadra. Quindici torce si accesero, disegnando un gioco psichedelico lungo le pareti scoscese del posto appena ritrovato. Qualsiasi posto esso fosse.
Vanessa era in testa alla fila, e probabilmente era la più nervosa di tutti, ma non lo dava a vedere.
Poi, improvvisamente, i suoi occhi incontrarono la luce. Il loro viaggio era finito.
Si trovavano in un'immensa caverna scavata nelle rocce, illuminata fiocamente, ma abbastanza da permettere un'ottima visibilità, chissà come.
Un lago dalle modeste dimensioni e dall'inestimabile profondità si stendeva davanti a loro, circondato da una riva circolare.
E dirimpetto a esso (Vanessa ebbe una sincope nel vederlo), troneggiava un enorme e massiccio portone di bronzo... laminato in oro.
“Wow!!!” L' esclamazione di fiato mozzato dell'intera squadra fu unisona. Memeth si avvicinò a Vanessa e chiese:
“Ma... dove siamo?”
“Qui” disse lei, con voce rotta dall'emozione “è dove tutto ebbe inizio.”

La squadra si era dispersa nella caverna: c'era chi dragava inutilmente il lago con una pala, chi studiava il sistema di illuminazione (un complesso gioco di specchi che si perdeva nell'altezza della grotta), chi brancolava incerto sulla riva, facendo attenzione a non capitombolare in acqua.
La sola Vanessa era in piedi davanti al grande portone, intarsiato con motivi arabeschi.
Era tutto come se lo aspettava... era fantastico... era la scoperta della sua vita!
Quasi svenuta dall'emozione, fece risalire lo sguardo fino a circa metà del portone e... finalmente li vide. Tre ottagoni in bassorilievo facevano bella mostra di sé, quasi come se fossero stati posti là per caso.
Ma non erano assolutamente lì per caso.
Per l'ennesima volta dall'inizio della giornata, la ragazza fece mentalmente appello alla sua collega più famosa, quindi si armò di coraggio e, utilizzando gli intarsi come appigli, iniziò a scalare il portone. Non era un'esperta di free climbing, ma se la cavò alla grande.
Si issò ad uno spuntone accanto ai tre ottagoni, probabilmente posto là per quel preciso scopo, e li guardò. Da vicino erano ancora più belli.
Le sue dita, frementi, vi si avvicinarono lentamente... e...
... e alla fine ne toccò uno. Il primo accanto a lei.
Non appena la sua pella sfiorò il bronzo dorato freddo e polveroso, lei capì che era stato un tremendo errore.
Improvvisamente la già fioca luce si spense.
“Ehi, che succede?” disse qualcuno.
“State calmi!” gridò Vanessa “Non è successo nulla, ve lo...”
“Cosa? NO! NOOO! AAAAAAAH!”.
Nella caverna il grido di qualcuno della squadra riecheggiò all'infinito, seguito da uno scroscio delle acque del lago.
Col cuore a mille, Vanessa si lasciò cadere dal suo appiglio e cercò la torcia.
“Ragazzi!” disse “Ci siete?”
“Vanessa, cosa diavolo... LASCIAMI! LASCIAMI!!! AIUTOOOOO!”
Di nuovo eco, e di nuovo scroscio.
A quel punto fu il panico, e nel buio Vanessa non riuscì più a distinguere nulla.
La torcia le cadde di mano, e con mani tremanti lei la cercò a tentoni per terra.
Quando la trovò, i rumori erano cessati. Si sentiva solo l'acqua sciacquettare, e un respiro affannoso.
“C'è nessuno?” gridò Vanessa cercando disperatamente di accendere la torcia “Ragazzi, rispondete! Vi prego...”
“Vanessa... Vanessa!” si sentì chiamare. Era Memeth. E sembrava piangere.
“Oh, grazie al cielo... Memeth, cosa è successo?”
“Non lo so, Vanessa, io... gli altri... li ha presi!”
“Chi? Chi li ha presi? Dove sei, sei ferito?”
“No... VANESSA! ATTENTA!”
La torcia finalmente si accese, ma quello che illuminò fu la cosa più spaventosa che Vanessa avesse mai visto.

-----------------------------------------
In quale luogo si trova Vanessa e cosa sarà la "cosa più spaventosa che avesse mai visto? E cosa c'entra Lara Croft in tutto questo? La risposta nelle prossime puntate di Tomb Raider: OCTAGONS!




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Nillc
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Messaggio da Nillc »

Per chi non conoscesse l'inglese, ecco la traduzione delle due citazioni di inizio romanzo ;)

"In effetti, l'incapacità di comprendere che esistono cose ben peggiori della morte stessa è sempre stata la tua debolezza più grande."

"Perchè dovrei aver paura di morire? Non c'è ragione di farlo... Prima o poi te ne devi andare comunque"




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Messaggio da Nillc »

Ehi ragazzi ma tutto bene? Guardate che se volete rimandiamo un po'... :?




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overhill
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Messaggio da overhill »

Tranquillo, in questi giorni il nostro fan club ha entrambi gli iscritti un po' impegnati! :D
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Nillc
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Messaggio da Nillc »

Già, tu col lavoro e io con l'università :D dai, do un po' di tempo per leggere il prologo e poi a pomeriggio posto il primo capitolo ;)




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overhill
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Messaggio da overhill »

Non mi sono spiegato: il nostro fan club è composto da Blu e Bashira ;)
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bashira
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Messaggio da bashira »

overhill ha scritto:Non mi sono spiegato: il nostro fan club è composto da Blu e Bashira ;)
:huahua: :huahua:

mi sono svegliata adesso convinta di andare al mare: invece fa freddo e il cielo è nero nero... Quindi: lettura!! :D ( giusto il tempo di colazionare.. :asd: )




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Blu
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Messaggio da Blu »

eheheheheh :D .. siete grandi :D


Ho letto il prologo ieri sera prima di uscire dall'ufficio (ma poi non mi sono più collegata fino a stamattina [:^] ) e devo dire che... mi è piaciuto moltissimo :D : è intrigante, misterioso, apre tantissime porte, ha delle parti che fanno sentire il lettore già nella storia, come se stessimo guardando/leggendo una parte di cui dovremmo già saper qualcosa, insomma affrontiamo il primo impatto con gli "ottagoni" come se dovessimo già sapere cosa vogliono dire, e questo crea complicità, e anche se non è vero che sappiamo cosa Vanessa ha in mente ci fa sentire parte della "squadra" in esplorazione :D


Vanessa poi mi piace proprio :) : raramente quando viene introdotto un personaggio femminile sono così ben propensa nei suoi confronti, vuoi perché bene o male finiscono con confrontarsi con Lara, vuoi perché c'è sempre quel tentativo di volerle rubare la scena.. invece Vanessa è deliziosa :) , già da subito la riconosciamo come archeologa in gamba, ha un modo di porsi con il suo staff a metà fra l'autoritario ed il complice, i suoi pensieri su Thom e su Lara ce la rendono già "amica", il suo modo di fare si misura spesso con quello di Lara, ma con quasi "rispetto".. spero che "la cosa spaventosa" che hanno incautamente risvegliato non me l'abbia ammazzata, ma solo rapita :P , così almeno avremmo modo di re-incontrarla ancora :D


PS: molto belle e misteriose anche le parole delle citazioni scelte per l'inizio del romanzo.. predispongono non poco a dover affrontare qualcosa di imprevisto ma inevitabile.. non vedo l'ora che sia oggi pomeriggio per leggere il seguito :D :approved:




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Messaggio da Nillc »

Sono contento che ti piaccia Vanessa Blu ;) viva o morta (ti lascio sulle spine :D) sarà un personaggio chiave della vicenda ;)
Per il momento, entriamo nel vivo della storia, seguendo una "certa" archeologa di nostra conoscenza...

CAPITOLO 1- Un lavoretto da niente

Era stato un periodo decisamente impegnativo per Lara Croft.
All'incirca un mese prima aveva ricevuto un invito da parte della sua ex- compagna di classe più odiata ad una festa alla Reggia di Versailles, dalla quale era dovuta fuggire rocambolescamente dopo aver recuperato un preziosissimo libro, un compendio di tutti i luoghi e artefatti segreti dell'antichità. Non era stato propriamente un furto, visto che tanto tempo prima era stata lei stessa a ritrovarlo, ma poi la sua nemica se ne era impadronita.
Già che c'era, subito dopo aveva impedito che questa si impadronisse anche della famigerata Maschera di Ferro, un artefatto alchemico maledetto che, oltre a conferire poteri oscuri, avrebbe segnato la guerra tra le ultime due famiglie segrete di alchimisti.
Quando finalmente era tornata a casa, aveva subito individuato sul volume due cose che sarebbero diventate sicuramente sue. Si trattava dell'Occhio di Zaru, il diamante più grande e puro del mondo, e del mitico Diadema di Cleopatra, che la regina d'Egitto aveva forgiato fondendo la spada di Alessandro Magno.
A questo punto, però, Lara aveva dovuto fare una scelta: quale dei due avrebbe dovuto cercare per primo? Alla fine la scelta era caduta sull'Occhio: partendo dal libro, la donna aveva fatto delle ricerche e aveva scoperto che il diamante era ancora nelle mani di una tribù indigena del Centro Africa. Quindi, per averlo, avrebbe dovuto combattere contro una mandria di semi primitivi, il che sarebbe stato comunque molto impegnativo, mentre il Diadema era nascosto in una tomba egiziana, protetto solo da alcune trappole e forse da qualche scheletro non- morto...
Così Lara aveva recuperato anche l'Occhio di Zaru, e sarebbe partita subito anche per l'Egitto, se non fosse stato per un invito, stavolta gradito, da parte di un suo amico professore, all'Escoriàl di Madrid.
Purtroppo anche quell'occasione si era trasformata in una tragica avventura: il professore era stato ucciso, e Lara si era trovata coinvolta in un vortice di eventi che l'avevano portata al dover trovare e distruggere una specie di Pietra Filosofale, insieme ad un ragazzo del quale nel frattempo si era innamorata. Amore e potere non vanno insieme.
Così il Diadema era passato per un po' in secondo piano, ma alla fine dell'ultima avventura Lara non si era concessa riposo.
Dalla Spagna era partita direttamente verso l'Egitto: con una serie di ricerche, e anche grazie all'aiuto del suo amico Bryce, aveva localizzato l'esatta posizione del luogo dove il Diadema era seppellito, che nel libro veniva menzionato come le Catacombe Oscure. Sul libro le coordinate erano riportate così precisamente che per Bryce, uno dei migliori amici di Lara (e a onor del vero uno delle sole due persone che lei considerasse veramente amici) era stato un gioco da ragazzi fare il raffronto tra quelle dell'antichità e quelle moderne, individuando il luogo esatto con un margine di errore pari allo 0,00000001 %. Bryce aveva detto che, se Lara gli avesse lasciato un po' più di tempo, avrebbe anche potuto fare di meglio, ma il pragmatismo della ragazza era alquanto leggendario.
Ora, le Catacombe Oscure sorgevano sotto un ampio territorio di interesse archeologico di proprietà dello Stato, il che non era un problema, visto che Lara era solita rispettare pochissime volte il concetto di proprietà; questo territorio era però ferocemente presidiato lungo i quattro lati da un numero imprecisato di sentinelle, che montavano la guardia ventiquattr'ore su ventiquattro in aggiunta a molti chilometri di filo spinato elettrificato. E questo era un problema, visto che l'approccio da terra era praticamente impossibile.
Era per questo motivo che Lara stava finendo di raccogliere il paracadute con il quale era planata dolcemente sulla sabbia Alessandrina.

“Hai raggiunto le coordinate esatte?” Gracchiò la voce di Bryce dentro l'auricolare.
“Affermativo.” rispose Lara, nascondendo lo zainetto del paracadute e indossando quello che utilizzava abitualmente per lavorare.
“Oh, avanti, Lara, smettila di parlare come se fossi una SWAT! Ti hanno vista?”
“... ti sembra che sarei ancora qui a parlare con te, testa di rapa, se mi avessero vista? Ovvio che non l'hanno fatto. Qui è notte e il perimetro è troppo lontano.”
“Voglio proprio vedere come farai ad uscirne.” disse Bryce, annoiato.
“Beh, alle undici di mattina le guardie si daranno il cambio. Avrò un paio di minuti per uscire indisturbata.”
“E se non dovessi farcela per le undici?”
“In quel caso improvviserò. Ora taci, per cortesia: non trovo la stele segnalata nel libro.”
“Ah, a proposito, Lara... c'è una cosa che dovrei dirti...”
“Dopo, Bryce” disse la ragazza: si trovava in una zona piena di vecchie rovine di varie epoche. Lara si aggirò furtivamente tra di esse, finché non si trovò di fronte a una grossa lapide con l'incisione del volto di Alessandro Magno in bassorilievo.
“Trovata” disse Lara, e con un balzo colpì a piè pari la lapide. Questa caracollò un po', poi si rovesciò all'indietro, portando con sé la propria base e rivelando uno stretto passaggio.
“Bene, Bryce, chiudo il collegamento. Sarà un lavoretto da niente. Ci risentiamo tra poco.”
“Lara, aspetta... dovrei dirti che...”
“Qualsiasi cosa potrà aspettare. Ehi! Ti ho sentito, sai? Rimangiati subito quella parolaccia.” L'archeologa si era calata nel varco, e nonostante il collegamento si fosse fatto molto debole, aveva udito forte e chiaro la bestemmia che il suo amico aveva pronunciato nei suoi confronti.
“Uffa, ora non si può nemmeno più imprecare.”
“Non di fronte a una signora come me” sorrise Lara, estraendo una pistola e puntando con circospezione davanti a lei.

Lara era abituata agli ambienti oscuri e claustrofobici: del resto, aveva sperimentato ben di peggio, e le Catacombe Oscure erano abbastanza ampie da permetterle un notevole spazio di manovra. Peraltro i primi raggi del sole rischiaravano l'ambiente, dando addirittura al tutto un che di romantico.
Almeno finché non si fosse presentato qualcosa di pericoloso, pensò.
Infatti non dovette camminare a lungo, prima che il suo piede, improvvisamente, non smettesse di poggiare su un solido e fermo lastricato e si trovasse a contatto col vuoto. Fu solo grazie al suo leggendario equilibrio che la giovane non cadde nel vuoto di un immenso crepaccio.
Il ponte che collegava le due estremità era crollato: Lara vedeva distintamente quello che ne rimaneva davanti a sé. Superare la voragine con un salto era impossibile, e Lara non sapeva volare. Non ancora, almeno. Nel frattempo, però, doveva trovare una soluzione.
Aprì il suo zainetto e ne estrasse un cordino di fibra di carbonio con un rampino sottile ma robusto ad un capo. Non sarebbe stato un problema tenderlo fino all'altra sponda; il problema era che, fin dove l'occhio di Lara poteva guardare, non c'erano rocce o colonne o altri elementi abbastanza solidi da riuscire a mantenere saldo il rampino in modo da sostenere il peso dell'archeologa. La parete di fronte a lei era antica e con qualche piccola crepa, certo, ma liscissima.
Ma fu proprio osservandola che Lara ebbe il lampo di genio. Estrasse una pistola dalla fondina e ne tolse i proiettili, quindi inserì il rampino nella canna. Era abbastanza sottile da entrarci, ma anche abbastanza solido da resistere ad una detonazione.
Dopo aver assicurato l'estremità della corda rimasta libera ad una colonna, Lara mirò ad una delle piccole crepe che aveva visto poco prima sulla parete di fronte a lei e sparò.
Il rampino volò sibilando da una parte all'altra del crepaccio, andandosi a conficcare precisamente nella crepa; quando fu entrato per bene, le sue quattro piccole braccia si aprirono, assicurandolo saldamente alla pietra. Non sarebbe stato il massimo della comodità, forse, ma a Lara bastava: avvinghiò le braccia e le ginocchia al cavo e procedette in sospensione fino all'altro capo del crepaccio.

A pochi passi di distanza dal punto in cui il rampino si era conficcato si apriva una porta in pietra con sopra l'immagine di Mut, la dea Egizia che simboleggiava il passaggio dalla vita alla morte. Era rappresentata come una donna in ginocchio con le braccia che si spalancavano trasformandosi in ali, e ogni volta che l'aveva vista da qualche parte Lara aveva trovato una qualche trappola mortale. Sospirò rassegnata e proseguì nel corridoio che aveva davanti.
Il corridoio era alquanto strano: lungo una ventina di metri, basso e molto ampio, tutte e tre cose non usuali in una tomba egizia. Il soffitto era ricoperto di singolari piastrelle ellittiche nere, mentre sul pavimento si distingueva un enorme dipinto della sorella di Mut che rappresentava la notte. In quasi tutte le lingue, Lara ricordò, la parola “notte” veniva proprio dal suo nome: Nut.
Essa era rappresentata come una gigantesca donna completamente nuda, il cui corpo però era blu e trapuntato di stelle. Di solito era ritratta nel gesto di protendersi da un capo all'altro del soffitto, reggendosi a quattro zampe, a simboleggiare la volta celeste; qui, però, Nut era incisa sul pavimento, e probabilmente era il suo ritratto più grande che Lara avesse mai visto. E molto spesso, lei lo sapeva, le cose più meravigliose e inusuali sono fatte così proprio per indurre le persone ad avvicinarvisi e restarne uccisi.
Con circospezione, l'archeologa prese un sasso e lo lanciò su una delle piastrelle dorate a forma di stella, aspettandosi l'innescarsi di una qualche trappola mortale.
Invece, con grande stupore di Lara, non successe assolutamente nulla.
La ragazza guardò il suo cronografo e si stupì nel vedere quanto tempo era passato, e quanto poco gliene rimaneva; così sbuffò sonoramente e, senza indugiare oltre, avanzò nel corridoio con cautela.
I suoi sensi erano tutti in attesa di quello che sarebbe dovuto succedere. Ma per un lungo tratto tutto sembrò tranquillo: non una folata di vento, non un ronzio di ingranaggi, non l'aprirsi improvviso di una voragine.
Lara era arrivata quasi a metà corridoio, e il pensiero che le attraversò la mente le causò quasi fastidio: possibile che non ci fosse nessuna trappola in quel bellissimo corridoio? No, non poteva essere assolutamente così: cosa significava quell'immagine di Nut per terra allora? E cosa...
La ragazza si fermò e i suoi pensieri tacquero: era giunta esattamente a metà corridoio. E le sue orecchie ben allenate avevano percepito qualcosa. Dietro di lei qualcosa stava tremando, e il tremolio ben presto si estese al pavimento su cui i suoi piedi poggiavano.
Si voltò. Improvvisamente, con un sonoro clangore, le piastrelle a forma di stella della prima fila si aprirono e spararono fuori delle enormi spine di ferro, sporche di sangue. Mezzo secondo dopo, rientrarono al loro posto, e toccò alle stelle della seconda fila aprirsi e sparare le loro spine.
Lara fece per correre in avanti: non aveva molto tempo per mettersi in salvo... Ma, con orrore, si accorse che la stessa cosa stava accadendo specularmente alla fine del corridoio, dove la terza fila di spine già stava rientrando.
Era in trappola, e di lì a pochi secondi la fila di stelle centrale, sopra la quale si trovava, si sarebbe aperta e le spine l'avrebbero trafitta, per poi rientrare nei loro buchi e lasciare il suo cadavere martoriato sul corpo di Nut.

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Come si salverà la nostra Lara dal diabolico tranello a guardia del Diadema? E riuscirà ad eludere tutti i pericoli che lo separano da lei?
E in più, di cosa doveva parlarle Bryce? Queste e altre risposte nella PROSSIMA PUNTATA, Online domani in esclusiva su ASP.com!





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bashira
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Messaggio da bashira »

nuuuuuuuuuuu.. adesso ci sono due pulzelle in pericolo :sbam: .. e noi dobbiamo aspettare :D .

Vanessa: quoto Blu, è simpatica e sembra anche una ragazza molto preparata nel suo lavoro. Mi piace un sacco quando per darsi coraggio e farsi venire le idee pensa all'altra famosa archeologa :D Certo che.. cosa avrà di fronte di così spaventoso?... Già il prologo ci fa intendere che la storia non sarà per nulla semplice.

Lara: e bè, la nostra Laretta non riposa mai. L'avevamo lasciata mentre si lanciava da un aereo e la ritroviamo mentre riavvolge il suo paracadute. E, subito dopo è già nel guai fino al collo. La sua sicurezza non sempre le è d'aiuto: magari pensasse un po' di più prima di agire e ascoltasse quello che le deve dire il povero Bryce :asd: E vabbè, la conosciamo, è fatta così.

Bryce"Voglio proprio vedere come farai ad uscirne.” disse Bryce, annoiato. ... che dire? lo vedo Bryce, con quella faccia che sembra tutt'altro che un genio, sempre un po' scocciato, ma pur sempre pronto con le sua tecnologia ad aiutare la sua amica :D




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Messaggio da Sasuke »

Ho letto il prologo...e devo dire che fin da subito l'atmosfera misterica entra in gioco..molto intrigante mi spingerebbe a leggere subito il primo capitolo..ma....è consigliabile leggere prima golden legacy?? oppure non cambia nulla...cioè di sicuro cambia l'evoluzione della personalità dei personaggi....però...intendo come storia!

comunque ottimo lavoro...si preannuncia una bella avventura per lara.. :approved: :approved:

EDIT: ot..lol...Blu le firme del forum non le vedo io o sono scomparse?? :mumble:




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Ultima modifica di Sasuke il 07 settembre 2007, 13:28, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Nillc »

Sasuke, i romanzi sono quasi totalmente indipendenti :) certo, è consigliabile leggerli in ordine, ma se vuoi leggere prima Octagons che COTIM o GL va bene lo stesso ;) Magari alcune cose le capirai quando leggerai gli altri :)




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Sasuke
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Messaggio da Sasuke »

grazsie Nillc..cmq COTIM l'ho già letto.. :wink:
GL ero a metà..ma ora è uscito questo...e...sai comè...le cose nuove attrirano di più :lol: un po come la voglia matta che aveva vanessa nel toccare quell'ottagono... :lol:




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Messaggio da Nillc »

Beh non hai tutti i torti :) comunque ti consiglio di leggere in ogni caso quello che ti rimane di GL, prima o dopo... Over ha fatto un ottimo lavoro e penso proprio che ne valga la pena leggerlo :)

Ma Blu che fine ha fatto? Non è che nasconde qualche segreto pure lei? :D




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Ultima modifica di Nillc il 15 settembre 2007, 12:51, modificato 1 volta in totale.
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