Scusate se riprendo solo oggi il post di
blu:
Racconta
(se era prima di Lara Croft, forse era uno zainetto MaryPoppins-iano
)
Purtroppo sono al lavoro e speriamo non mi "becchino"... nel senso che, ogni tanto, fanno un controllo sui siti visitati dai dipendenti e poi si accorgono che la gente usa internet in maniera un po' "disinvolta", per cui ci "brontolano" ben bene, soprattutto noi che, essendo in una sede distaccata, passiamo sempre per "quelli che non fanno nulla" (e magari fosse così: a parte quest'ultimo periodo, quando si lavorava per 9 o 10 ore al giorno era stata una giornata tranquilla!). Comunque il computer che utilizzo non è assegnato a me e viene utilizzato anche da altre persone...
Ma veniamo al dunque. E' una storia che risale a più di una quindicina di anni fa.
Era l'inizio dell'estate e con alcuni amici/e, di ritorno da una scarpinata in campagna, decidiamo di fermarci al fiume per fare una nuotata. Non avevamo il costume da bagno, ma eravamo tutti in calzoncini corti e maglietta e la giornata era stata soleggiata e molto calda, per cui potevamo tuffarci pure vestiti.
Dalle parti in cui abito il fiume ha l'andamento di un torrente, l'acqua non è profondissima, ma ai piedi delle numerose cascate e cascatelle che si incontrano lungo il suo corso ci sono pozze abbastanza ampie e profonde da permetterci di nuotare. Era così anche il luogo in cui ci siamo fermati. (Ce n'è una foto sulla carta geologica del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna: potete trovarne una immagine in piccolo in questa pagina:
http://www.sentierinatura-forestecasent ... blicazioni).
Scendiamo tra le rocce, che formavano una sorta di scala a pioli naturale, anche se un po' impervia, e sguazziamo nell'acqua per una buona mezz'ora, poi decidiamo di ripartire. Risaliamo per quella scala naturale a fianco della cascata e poi scavalchiamo la cascata per raggiungere l'altra riva ed il sentiero che ci avrebbe riportato alla strada. In quel punto il fiume era largo meno di un metro e bastava un piccolo balzo per raggiungere la sponda opposta. Purché non ci fosse un po' di fango sotto le scarpe, come capitò a me: saltai, il piede di appoggio mi scivolò e io centrai in pieno la cascata.
Scivolai su un fianco per tre o quattro metri in verticale (l'altezza della cascata), senza farmi praticamente nulla perché la roccia in corrispondenza della cascata era stata levigata dalle acque del fiume ed era liscia come uno scivolo, mentre a proteggermi dalle rocce sporgenti circostanti ci pensò il mio
zainetto (eccolo lì!) che mi aderiva alla schiena e mi riparava anche un po' la testa come il guscio di una Tartaruga Ninja.
Una volta raggiunta l'acqua sotto di me (fonda alcuni metri così da attutire la caduta), mi è bastato tornare a galla, guadagnare la riva e riarrampicarmi fino a raggiungere i miei amici terrorizzati dal mio impressionante volo e tranquillizzarli: in certi momenti non si ha proprio il tempo di avere paura. Quella di solito arriva alcune ore o alcuni giorni dopo. (Nel frattempo la storia si era abbondantemente diffusa ed arricchita di particolari e qualcuno aveva persino osato chiamarmi "la controfigura di Indiana Jones"!!!!!
)
Nello zainetto, ovviamente c'era un po' di tutto: una felpa, un po' di biscotti, 2 libretti con i testi e gli accordi delle canzoni per cantare insieme, un walkman (che non si è più ripreso dopo il trauma! Evidentemente era entrata dell'acqua da qualche parte) e varie altre cose che non ricordo. Comunque quello zainetto è sempre stato un degno erede della Borsa di Mary Poppins.
Cetamente, però, quando dieci anni fa o forse meno, mi capitò tra le mani il videogioco Tomb Raider e arrivai al livello "The Lost Valley" e sbagliai a far compiere un salto a Lara, che fu trascinata dalla corrente giù per la cascata, ho cacciato un urlo pure io! E ho iniziato a provare una istintiva simpatia per Lara Croft ed il suo zainetto.
Comunque continuo ad utilizzare quel famigerato zainetto, anche se è un po' consumato, ogni volta che faccio una escursione per le foreste o per le campagne. E dentro ci sta di tutto: borraccia, viveri, felpa (o, in certi periodi, giacca a vento), K-way, obiettivi per la macchina fotografica (la reflex, invece, se ne sta legata in vita, pronta per scattare), occhiali sole, berretto da sole, cartine escursionistiche, bussola, coltellino svizzero ecc. ecc.
: più che uno zainetto pare un tardis!
Stesso dicasi per lo zainetto (un po' più nuovo), con cui vado al lavoro: anche lì ci sono agenda, tessere, ricevute e libretti della palestra, almeno un libro, fazzoletti da naso, cellulare, bancomat, insieme alla tessera sanitaria e a quella del cinema (non mi serve durante il giorno, ma così non la perdo), qualche rivista, fotocopie varie, tavolette di cioccolata, biscotti (perché non si sa mai), un astuccio in cui oltre alle biro c'è un mondo intero, compresi un coltellino svizzero (perché non si sa mai), una calcolatrice, un lucchetto (se mi fermo nella biblioteca comunale devo lasciare il "bagaglio" negli appositi armadietti, che non possono essere chiusi se non si ha un lucchetto), una pendrive, matite, mine, gomme ecc ecc.
Comincio a pensare di essere parente con Mary Poppins! Non mi resta che provare a volare con l'ombrellino!!!
Scusate la lungaggine...
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