[WIP] Endos

Proviamo con la fantascienza!

Condividete le vostre creazioni: disegni, fumetti, racconti, 3D, foto, musica o altro ispirati a TR e non / Show here your creations: art, paintings, comics, literature, 3D, photo, music or other inspired or not to TR
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Greywolf
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da Greywolf »

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Blu
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da Blu »

Non lo conoscevo nemmeno io :o .. sembra bellissimo :love: :D




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overhill
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da overhill »

È un punta e clicca, a quando ho potuto vedere da Youtube :)
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Greywolf
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da Greywolf »

Sì, ma con una scenografia molto elaborata e con una certa possibilità di esplorare gli ambienti circostanti. Soprattutto ha una trama che io ho trovato avvincente. E poi c'è questo paese, Amerzone, con una sua storia, una leggenda e una fauna alquanto peculiare. 50_969




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Tutti gli uomini sono abituati a sognare, ma non tutti allo stesso modo. Quelli che sognano di notte, nei ripostigli polverosi della mente, scoprono, al risveglio, la vacuità di quelle immagini; ma quelli che sono abituati a sognare di giorno sono soggetti pericolosi, perché può accadere che recitino il loro sogno ad occhi aperti, per attuarlo.
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da overhill »

L'ho cominciato ieri: davvero affascinante! :D
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overhill
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da overhill »

L'ho anche finito :)

Da qualche giorno sto rifelttendo su questo lavoro.
Sono piuttosto avanti, Olig'os è appena riuscita a entrare nella Zona Proibita, dopo diverse vicissitudini.
Ma quello che mi da da pensare è la "nomenclatura" delle cose.
Mi sembra che continuare a inventare nomi nuovi per nuove cose sia un'operazione non solo difficile, ma anche un po' stucchevole e, in fin dei conti, noiosa.

Quindi ho semi-deciso di continuare a usare nomi nuovi per i luoghi (le Colonie, le città, anche le persone), ma non per gli oggetti, che secondo me possono tranquillamente chiamarsi con gli stessi nomi che abbiamo noi.
In effetti è strano che un chilometro si chiami chilometro, mentre una medusa si chiami Cnid'tsu, che è bello, ma fuorviante. Senza contare che dovrei anche giustificarlo, in qualche modo.

Solo i nomi religiosi o di culto, come il Progen'od o il Kern'od, rimarranno così, ma il resto lo faccio tornare in una specie di normalità. Sono sempre in tempo di ricambiarlo più avanti :)
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da Greywolf »

Mi pare un'ottima idea.
Anche perché, se la storia si svolge in un luogo e in un tempo lontani da noi sicuramente i personaggi avranno una propria lingua e quindi chiameranno sì le cose con termini differenti, ma il lettore presuppone che tutta la vicenda e le cose citate, per quanto possibile, siano tradotte nella nostra lingua.
Magari, oltre ai nomi propri, i nomi di cose che non esistono nella nostra realtà (mi pare si parlasse di piante o animali particolari, ottenuti con l'ingegneria genetica) saranno scritti nella nuova lingua.




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Re: [WIP] Endos

Messaggio da overhill »

CI ho già lavorato: adesso sto scrivendo la parte in cui Olig'os arriva al Pilastro e comincia a intuire il suo scopo.
Ma prima dovrà trovare l'ingresso... :D
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Blu
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da Blu »

.. sembra un livello di Tomb Raider XD :D




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Re: [WIP] Endos

Messaggio da Greywolf »

L'ho pensato pure io... 53_20
53_31 53_36 53_40 53_37 53_56 53_61




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Re: [WIP] Endos

Messaggio da overhill »

Fossi capace... :D
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da overhill »

A proposito di livelli :)

Questo è l'ultimo capitolo che ho scritto, e l'ho appena finito:

se avete voglia dateci uno sguardo, contando che è grezzo, non corretto: sembra davvero un livello di TR :)
Camminò per un'ora circa, mantenendo le falde del Pilastro alla sua sinistra, e aggiustando leggermente la direzione ogni tanto. Stava facendo un percorso circolare, ma era talmente grande che era difficile rendersene conto. Forse avrebbe fatto un giro completo senza rendersene conto, ma improvvisamente qualcosa in lontananza spezzò la monotonia.
Difficile dire di cosa si trattasse: sembrava che ci fosse una discontinuità nella pavimentazione scura, come dei grossi massi. Potevano essere caduti dal Pilastro, oppure semplicemente essere una variazione della falda. Ma le davano l'impressione di essere troppo regolari.
Camminò ancora un po', avvicinandosi. E man mano che si avvicinava, diventava sempre più evidente di cosa si trattava, e più era evidente e meno riusciva a crederci.
Erano edifici.
Non grandi, sembravano delle casette, piccole baracche, ma erano comunque inconcepibili in quel posto inaccessibile. Dalla parte da cui stava arrivando ce n'erano cinque, e tra di loro si aprivano quattro varchi, come se si trattasse di strade, di viottoli.
Si fermò a una ventina di metri dagli edifici. Si notavano alcune finestre, incastonate nelle pareti fatte di mattoni dello stesso materiale del fondo. Erano perfettamente mimetiche, da una certa distanza. Nero su nero.
Allungò l'orecchio, ma non riuscì a sentire nulla. Si sentì un po' ridicola, perché ancora prima di entrare nella Zona Proibita si era accorta che non c'erano animali, e l'unico suono che avrebbe potuto sentire da quelle parti, era la voce di Alek'an o della sua amica.
Tornò alla domanda principale: come mai c'era una specie di piccolo villaggio dentro la Zona Proibita? Chi l'aveva costruito e perché?
Subito dopo questa veniva un'altra domanda fondamentale: c'erano dei pericoli?
Si avvicinò un poco, sempre restando con i sensi in allerta, camminando lentamente e cercando di non fare troppo rumore. L'aspetto delle abitazioni era antico: un paio sembravano seriamente lesionate e, attraverso il varco lasciato dalla finestra, si notava che la copertura aveva ceduto, e che la luce del Kern'od entrava senza ostacoli.
Decise di rompere gli indugi, ed entrò in una delle viuzze tra gli edifici. Erano relativamente larghe, circa tre metri; la pavimentazione era quella che c'era anche all'esterno, molto scura. La parte che dava sulla via era più lunga di quella sull'esterno: Olig'os calcolò a occhio che erano circa una decina di metri. Si notavano anche un paio di usci: le porta erano quasi tutti cadute. Si avvicinò ai resti di una porta: sembrava di legno, e dava l'impressione di essere molto vecchia. La toccò con la punta del piede, e quella si sbriciolò, confermandone l'antichità.
La stradina terminava contro il muro di un edificio, e si apriva dai due lati. Andò verso sinistra e fatti pochi metri si ritrovò in una specie di piazza piuttosto vasta, di almeno un centinaio di metri di lato. Al centro c'era una costruzione più piccola, alta circa un paio di metri. Sembrava una specie di altare. Non aveva porte o finestre, e battendoci sopra, Olly non riuscì a capire se era vuota oppure no: era fatta di pietra come tutto il resto, e non bastava certo qualche piccolo pugno per farla vibrare abbastanza da capire.
Continuò a perlustrare il Villaggio: dall'altra parte della piazza, rispetto alla direzione da cui era arrivata lei, c'erano altre cinque casette identiche alle prime. Altri tre edifici più grandi davano il lato corto sulla piazza, mentre quello lungo interrompeva le vie laterali, come era successo a lei. Questi edifici più grossi terminavano verso l'esterno, dalla parte del deserto.
Olig'os andò in quella direzione, per dare un'occhiata, e appena vide la sabbia, provò un tuffo al cuore. Ansimò per qualche secondo, cercando di recuperare il fiato che le era mancato. Si sedette e tirò fuori dallo zaino l'ultima bottiglia. La finì.
Finalmente riuscì a tornare a respirare in modo normale.
Davanti a lei, nettissimi nella sabbia non smossa dal vento, che nella Zona non c'era, erano evidenti i segni del passaggio di un fuoristrada.
«Alek'an» mormorò ad alta voce.
Il suono la spaventò inizialmente, ma poi si rese conto che l'aveva trovato. Non lui, certo, ma era il primo indizio che stava andando nella direzione giusta; il primo indizio da ore.
Lemm'an gliel'aveva detto che Alek e Vest'os ― il nome della compagna di viaggio del fratello le saltò alla mente in modo improvviso ― avevano preso due fuoristrada con le batterie di ricambio e si erano inoltrati nella Zona.
Osservò le tracce: entravano nel villaggio, e la larghezza delle vie lasciava lo spazio sufficiente al passaggio di tali mezzi. Forse un Camper non sarebbe riuscito, ma due fuoristrada in colonna sì. Tra le case non si vedeva nulla, perché sulla dura pietra non avevano lasciato segni, a parte un po' di sabbia dove erano entrati. Olig'os percorse le tracce all'indietro, osservando che a circa una trentina di metri le tracce si mescolavano un po'. Forse i due compagni di viaggio si erano fermati e avevano fatto qualche manovra per essere sicuri di cosa stavano facendo, prima di avventurarsi nel Villaggio sconosciuto. Da quel punto invece venivano giù dritte e si infilavano nella strada da cui era arrivata lei.
Solo in quel momento Olig'os si rese conto dell'assurdità: se Alek'an e Vest'os erano entrati con ben due fuoristrada, dov'erano finiti? Non c'era traccia di loro o dei loro mezzi, e una macchina non si nasconde facilmente; figuriamoci due! Non c'erano neanche tracce che uscivano dal Villaggio, per cui non se n'erano andati.
Olig'os si fermò. In realtà potevano essere andati via seguendo la stessa strada che aveva fatto lei, sulla base del Pilastro, dove non avrebbero lasciato traccia.
Forse si stavano rincorrendo, senza rendersene conto.
Un po' di panico arrivò serpeggiando fino all'animo della ragazza: doveva capire cos'era successo, era indispensabile. Non poteva continuare a correre intorno al Pilastro, e, cosa ancora più importante, aveva finito l'acqua, per cui non poteva tornare semplicemente indietro, attraversare il deserto e uscire dalla Zona.
Ma allora, cosa doveva fare?
Poteva solo andare avanti, anche se non sapeva né come, né in quale direzione.
Fece un altro giro a vuoto tra gli edifici, cercando qualunque indizio potesse dirle dove erano andati a finire i due ragazzi. Non sapeva bene neanche lei cosa cercare: sarebbe stata sufficiente qualunque cosa diversa dal normale, sempre ammesso che ci fosse qualcosa di normale in quel posto incredibile, e che lei riuscisse a comprenderlo. Passò due ore a setacciare casa per casa, stanza per stanza. Unico progresso che fece, fu lo scoprire che per la maggior parte quegli edifici erano magazzini, alcuni vuoti, altri con oggetti che difficilmente si riuscivano a comprendere. C'era qualche stanza con rimasugli di qualcosa che con ogni probabilità erano letti, alcuni uffici con scrivanie completamente distrutte, armadi che forse una volta contenevano documenti, ormai spariti.
Ma non c'era una sola singola traccia di un passaggio recente di qualcuno.
Tornò alla piazza, sempre più disperata. Continuando a guardare verso il Pilastro, si appoggiò al centro dell'altare al centro dello spiazzo, e si sedette. Guardò verso l'alto. Il terreno era pianeggiante per una ventina di metri, poi si alzava e saliva sempre più ripidamente verso il fusto principale del Pilastro. Potevano essere andati in quella direzione?
No, era troppo ripido anche per un fuoristrada. E poi dove sarebbero potuti andare, e a fare cosa?
Appoggiò le braccia sulle ginocchia, quindi la fronte sull'avambraccio destro, chiudendo gli occhi e cercando di calmarsi e di riflettere. Respirò lentamente, profondamente, per ossigenare il cervello e rilassarsi, per quanto possibile.
Aprì gli occhi.
Davanti a lei, nello spazio lasciato libero dalle gambe, a circa mezzo metro, c'era qualcosa di diverso: una piccola macchia sulla superficie. Non era subito evidente, perché scura su un supporto scuro. Ma era l'unica macchia circolare visibile. Si guardò intorno, pensando che forse ce n'erano mille altre e lei aveva preso un abbaglio.
No, era l'unica.
Ma cosa voleva dire, se voleva dire qualcosa?
Guardò verso l'altare, e vide un'altra macchia, molto vicina a dove si era seduta prima. Guardò in alto e impallidì: a circa due metri c'era un buco.
Non era molto grande, un paio di centimetri, forse meno.
La seconda macchia era proprio sotto quel buco.
Si avvicinò e lo saggiò con un dito: doveva stare sulle punte dei piedi, ma ci arrivava abbastanza facilmente. Introdusse lentamente il dito fino alla punto in cui si piega. Il polpastrello aveva toccato il fondo del buco.
“Uhm, e quindi?”, pensò. A cosa serviva?
Provò a spingere leggermente e sentì che il fondo era cedevole, sempre duro, ma che si spostava...
«Ahia!» gridò, ritraendo il dito rapidamente. Lo guardò.
Sul centro del polpastrello stava uscendo una goccia di sangue, che cadde a terra, formando una macchia in tutto e per tutto simile a quella che l'aveva messa sulle tracce del buco.
Se era una trappola, non la capiva. Forse era stata avvelenata.
Non sentiva nulla di strano, le sembrava di respirare normalmente, di non avere nessun tipo di malessere, capogiro o nausea.
Unica sensazione particolare, era lo stomaco: le sembrava che vibrasse, come se non avesse digerito il nulla che aveva mangiato nelle ultime ore. L'acqua forse?
No, non era lo stomaco che vibrava, ma tutto il resto.
La vibrazione crebbe di intensità e di tono, facendola tremare e cadere a terra. Iniziò a sentirla anche con le orecchie, un suono basso, cupo, terribile, che saliva sempre di più sia di volume che di tono.
Era terrorizzata, e si guardava intorno freneticamente, cercando di capire se era in pericolo.
Per questo non notò subito quello che l'altare stava facendo davanti a lei.
Il grosso blocco si stava alzando.
Si sfilò dal terreno e si sollevò fino a circa tre metri di altezza.
Sotto non c'era nulla che lo sorreggesse.
Davanti a Olig'os un'enorme masso squadrato che doveva pesare svariate decine di tonnellate, stava paciosamente volando come un palloncino.
Finalmente la donna riuscì a superare lo sconvolgimento che la vista del prodigio le aveva causato, e guardò in basso.
Ecco dov'erano andati Alek'an e Vest'os.
Aveva stabilito che l'unica cosa da fare era andare avanti, per cui fece l'unica cosa contemporaneamente sensata e folle: entrò nel passaggio lasciato libero dall'altare, usando la rampa in pietra lavorata che era servita per far passare i Fuoristrada dei suoi amici.
Dopo pochi secondi, l'Altare scese nuovamente nel suo alveo, e il rumore finì.
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da overhill »

Non vedo l'ora di sapere cosa troverà :D
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da overhill »

Macciau!

Allora, il "cosa troverà" è stato opportunamente disegnato e scritto.
Ma ora mi è nato un piccolo/enorme problema: come sapete ho l'abitudine di infilare i miei personaggi in vicoli senza uscita, e di solito riesco a farli in qualche modo uscire. Ma questa volta mi sa che ho giocato un brutto tiro a Olig'os.
Provo a spiegarmi: la donna è all'interno della Zona Proibita, che non viene visitata da anima viva da almeno duemila anni (eccezion fattta per il fratello e la sua amica, ma in questo caso non c'entrano), è scesa nei sotterranei, tanto per dargli un nome, dove ha trovato per ora un grosso corridoio centrale che gira intorno alla "tubazione" che alimenta il Kern'od, una serie più esterna di stanze piene di roba vecchia di duemila anni appunto, e ancora più esterna una rampa elicoidale (ancora non lo sa) che porta verso il basso.
Ma la ragazza non mangia da parecchio e ha finito le bottiglie di acqua.
Per bere non ci sono problemi, posso farle trovare un rivolo di condensa, oppure qualcosa che riguardi il raffreddamento.
Ma per il cibo?
Secondo i miei calcoli, le prossime dieci ore le passerà a scendere la rampa, poi troverà una misteriosa "Camera di varianza gravitazionale", e poi impiegherà un'altra decina di ore a salire dall'altra parte.
Ma nel frattempo, come sopravvive?!

Sono preoccupato per lei... :)
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Re: [WIP] Endos

Messaggio da Blu »

Letto :) .. giusta domanda :mumble: .. di sicuro non scorte dell'epoca (stanze piene di roba vecchia di duemila anni), a meno che non si tratti di liofilizzati o similari [:^] .. ma la natura non si è proprio infiltrata per nulla là sotto? Se la condensa ha creato abbastanza umidità potrebbero esserci funghi, radici o altro con poche calorie, ma un indice di sazietà piuttosto alto (simil cardi).. oppure in caso di zone terrose potrebbe trovare tuberi, germogli, erbe selvatiche.. lei dovrebbe avere una conoscenza di base, oppure aver letto qualche manuale di sopravvivenza dell'epoca antica.. ma se vogliamo andar "di sostanza" potrebbero esserci lumachine o altri insetti [:^] :asd: .. dipende un po' da "com'è" là sotto e da che piega vuoi dare alla cosa, se lei è talmente affamata/disperata da mangiar di tutto o se la cosa è solo marginale e basta farle trovare una soluzione facile, immediata, che non porti via tempo all'obiettivo..




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