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Come si può capire fin troppo bene dal trailer, durante la prima missione umana su Marte, qualcosa va storto e il team di astronauti è costretto ad abbandonare d'urgenza la superficie del pianeta. Ma uno di loro viene colpito da un frammento di un'antenna trascinato con violenza da una terribile tempesta (la causa della "fuga" dal pianeta era proprio quella) e tutti i compagni lo credono morto e sono costretti ad abbandonare il suo corpo su Marte.
In realtà Mark Watney, questo è il nome dell'astronauta (interpretato da Matt Damon, , il classico bravo ragazzo che tutte le mamme vorrebbero diventasse il fidanzato della figlia!), non è morto e, varie ore dopo, si riprende e riesce a raggiungere (non senza difficoltà), l'hub dove ci sono tutte le attrezzature che gli permetteranno di sopravvivere in attesa che la NASA venga a recuperarlo. Ma prima dovrà ingegnarsi per riuscire a risolvere tanti problemi legati proprio alle sue possibilità di sopravvivenza e a come comunicare con la Terra per dire che è ancora vivo.
Una storia su un futuribile Robinson Crusoe (e un mega-spot di circa due ore e dieci per la NASA!), ma anche un racconto che unisce epica ed emozioni con una buona accuratezza scientifica, almeno da quanto sto leggendo su Wikipedia... Anche se io ho ancora qualche perplessità sulla concimazione del suolo marziano...).
Non fatevi ingannare dai toni drammatici del trailer (ok, in effetti trovarsi "naufraghi" su Marte, con una prospettiva di vita di un mese o due, non è certo una situazione che metta allegria!), perché Ridley Scott sceglie, in barba a tutti gli stereotipi di genere, di stemperare la tensione, che pure si avverte e viene illustrata chiaramente dalle parole dei personaggi e dall'incalzare degli eventi, dietro un'abbondante dose di ironia, che nasce dal modo di affrontare i problemi da parte del protagonista (ho il sospetto che sia lui che il regista abbiano visto "Inside-Out" e siano rimasti folgorati dal personaggio di Gioia!), da situazioni che diventano (volutamente) comiche e da una colonna sonora sui generis per i film di fantascienza.
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A completare questa ricetta si aggiunge pure qualche momento lirico che arriva a commuovere anche i più distratti.
Mi sembra che dopo tante delusioni e tanti film buoni, ma non al livello dei suoi grandi capolavori, Ridley Scott stia raggiungendo di nuovo quelle vette cui ci aveva abituato in passato... Ma io sono una mente semplice!
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