Indiana Croft o Lara Jones?
Questo articolo riguarda lo stretto rapporto che intercorre tra il mondo di Tomb Raider e quello del suo principale epigone, Indiana Jones: sono stato ispirato dalla visione, per l’ennesima volta, di tutta la serie dei film di Indy ma soprattutto dalla possibilità di giocare, finalmente, a “Indiana Jones e la Macchina Infernale”, bellissimo videogame del 1999 che, come leggerete, ha molto in debito a Tomb Raider (se volete giocarlo anche voi, potete trovarne una versione superpatchatissima e in linea con le moderne tecnologie a un prezzo convenientissimo su GOG.com).
E ora… vi lascio alla lettura
Mariano “Nillc” Rizzo
Indiana Croft o Lara Jones?
Dai film al videogioco e viceversa, i mille modi in cui
i mondi di Indiana Jones e Tomb Raider si influenzano a vicenda

Naturalmente, prima è venuto lui, il professor Jones. Sembra impossibile, ma il 2021 segnerà il quarantesimo anniversario dell’uscita de I Predatori dell’Arca Perduta, il primo film in cui il celebre archeologo con frusta e fedora d’ordinanza le suonava ai nazisti; le sue avventure hanno retto al passare del tempo in maniera eccellente, e ancora oggi sono freschissime e godibili. È innegabile che Indiana Jones abbia inaugurato un vero e proprio filone cinematografico, confluito poi negli altri media, che gli esperti chiamano Indiana Clones: film come la Mummia o Il Mistero dei Templari probabilmente non esisterebbero se il buon vecchio Indiy non avesse dettato canoni e regole del genere.
Naturalmente a esso fa capo anche la nostra amata Lara: i videogames della serie Tomb Raider, soprattutto quelli classici targati Core Design (ma non solo quelli) molto devono ai film di Indiana Jones, nella forma di aperte citazioni, riferimenti più velati o addirittura easter eggs,contenuti nascosti che possono essere individuati solo con un’attenta ricerca. Ma attenzione! Anche il buon vecchio prof ha la sua lista di debiti nei confronti dell’esuberante Lady Croft… andiamo quindi a scoprire quali siano questi riferimenti… “e magari a impararne di nuovi” (cit.).
Il destino nel nome
Partiamo da quello che, a mio modesto parere, è il riferimento più visibile ma al tempo stesso maggiormente tralasciato: il nome della serie Tomb Raider. La traduzione letterale di questa locuzione è “predatore (o meglio predatrice) di tombe”, e nei paesi anglofoni indica i tombaroli, ossia coloro che per lavoro rubano reperti archeologici per poi contrabbandarli. Bisogna però sottolineare che in inglese questa terminologia non è consueta: per lo stesso termine è più usato tomb (o piuttosto grave) robber/thief, o, in maniera più spregiativa, gravedigger, parola che indica anche… i beccamorti! Possibile che il termine raider sia stato scelto in onore de I predatori dell’arca perduta, che in inglese si chiama Raiders of the lost Ark?
Certo, si può obiettare che questo termine sia forte e serio, e che, a differenza degli altri, detti da subito un tono grintoso per il videogioco: Lara non è una che nelle tombe ci fa semplici furtarelli, ma le razzia, le depreda, compie veri e propri raid! Però è anche vero che le somiglianze tra il primo, celebre capitolo del videogioco presenti già molti punti in comune con la serie di Indiana Jones: le molte location in giro per il mondo, trappole, enigmi e sparatorie, alcune scene… ma, soprattutto, ben due tra le destinazioni di Lara in quel capitolo, Perù ed Egitto, sono comuni al primo film, mentre un’altra (Atlantide) può essere un vago omaggio al primo videogame di Indy, The Fate of Atlantis (1992).
E questi rimandi diventano praticamente certi se ci accorgiamo che, nel salotto di Croft Manor, vediamo proprio lei: l’Arca dell’Alleanza, oggetto centrale nel primo film!
Omaggi e citazioni
I successivi capitoli di TR non sono certo da meno con gli omaggi al mondo di Indy: in TR2, per esempio, l’intera sequenza ambientata a Venezia offre moltissime somiglianze con le scene iniziali del terzo film L’ultima Crociata, con tanto di sequenza sul motoscafo; la prima avventura di TR3, invece, ricorda molto l’ambientazione indiana de Il Tempio Maledetto. I due livelli cambogiani che aprono TR4, invece, fanno un riferimento più sottile a Indiana Jones: vediamo una Lara giovane che compie la sua prima avventura e, nel bel mezzo della traversata, trova quello che diverrà il suo fedele zainetto. La stessa cosa avveniva all’inizio de L’ultima Crociata, dove il giovane Indiana interpretato da River Phoenix incontrava per la prima volta la sua fedele frusta e l’inseparabile cappello.
Questo per rimanere nelle citazioni palesi: se vogliamo essere un po’ più meticolosi, non possiamo non citare alcune Easter Eggs presenti nei giochi.
Proprio nella scena di TR4 in cui Lara trova lo zainetto, a poca distanza si vede lo scheletro di un poveraccio incappato in una trappola spinosa: a ben vedere, esso ha in mano una frusta! Che sia il povero professor Jones?
Una cosa simile accade in TR: Anniversary, nel livello Tomba di Qualopec: osservando bene il masso rotolante che cerca di rendere Lara una sottiletta, possiamo vederci spiaccicati sopra una frusta e un cappello molto familiari… del resto, la scena del primo film in cui Indy scappa da un masso rotolante avviene proprio in Perù, la stessa regione in cui si ambienta il livello.
Un riferimento molto più velato si trova in TR3, nella celebre cripta dei tesori di Lara: quello che a prima vista sembrerebbe la maschera di Tornarsuk recuperata in TR2 Gold è in realtà l’Idolo della Fertilità che Indiana recupera (e poi perde subito dopo) nelle scene peruviane del primo film… proprio quello a causa del quale subito dopo deve scappare dal masso rotolante! Potete vedere la differenza tra i vari artefatti nelle immagini sotto.
Da Indiana a Lara, da Lara a Indiana
Il mondo di TR, ormai è chiaro, ha pagato in molti modi i debiti di riconoscenza nei confronti di Indiana Jones… però spesso accade che, col passare del tempo, l’epigono diventi più celebre del capostipite e dunque, quando quest’ultimo fa il suo ritorno, debba mutuare a sua volta le novità introdotte dal successore. Dunque non stupisce che le incarnazioni più recenti di Indiana Jones abbiano molto da spartire con il mondo di Lady Croft.
Il quarto film Il Regno del Teschio di Cristallo, per esempio, ha una lunga sequenza con un enigma ispirato al calendario messicano, che prevede addirittura un disco rotante molto simile a quello di TR: Underworld. In questo caso il riferimento è un po’ più discutibile, considerando che in effetti gioco e film sono usciti nello stesso anno (2008).
Lasciando il mondo cinematografico e tornando a bomba in quello videoludico, è subito chiaro quanto, nel passaggio dall’uno all’altro, Indy abbia pescato a piene mani dai vari TR.
Nel 1999 uscì La Macchina Infernale, terzo videogame con Indy protagonista ma primo ad adottare grafica 3D e gameplay da avventura dinamica. Il gioco, veramente carino, riprende pari pari le dinamiche di un qualsiasi TR classico: enigmi, sparatorie, esplorazione, suddivisione in livelli… perfino il set di mosse su PC è identico a quello standard di TR! Certo, bisogna dire che in termini di grafica e di accuratezza il gioco non si avvicina minimamente alle vette del coevo TR4, ma ancora oggi risulta godibilissimo e divertente. Ma tra tutte le similitudini tra i due giochi, ce n’è una che vale la pena di citare.
Nel livello Le miniere di Re Salomone Indy si trova ad affrontare i vari andirivieni in uno scavo archeologico a bordo di un carrello da miniera. Sicuramente a voi ricorda la medesima situazione vissuta da Lara nel livello Miniere RX-Tech di TR3… però ci sarebbe da obiettare che quella stessa sequenza rimanda a una corsa simile nel secondo film, Il Tempio Maledetto… che dire, da Indy a Lara e ritorno!
Indy sarà protagonista di altri due giochi: La tomba dell’Imperatore Dragone, uscito nel 2003 (e simile al coevo AoD) e Il Bastone dei Re (2009), l’unico ad affrancarsi dai canoni di TR per sviluppare un gameplay più autonomo.
Insomma, i mondi di Tomb Raider e Indiana Jones si sono costantemente influenzati a vicenda, senza nascondere mai i reciproci debiti ma anzi, talvolta celebrandoli e ironizzandoci su. Quel che è certo è che entrambi i mondi ci hanno fatto sognare, e continuano tuttora come classici dei rispettivi generi.
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