Tuttavia sono molto lieto di dirvi che finalmente questa strategia ha prodotto un frutto eccellente, e questo frutto è "IL Libro della Giungla"
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Sono andato a vederlo stasera (è uscito solo giovedì) e sono tornato a casa davvero felice.
Il film è sì un remake del Classico originale (1967), ma il "revisionismo" che in altri film (Maleficent in prima linea) aveva causato il disastro totale, in questo caso si è limitato al voler avvicinare il più possibile la storia narrata nel cartone animato all'opera originale di Rudyard Kipling.
Il LDG del 1967, in effetti, aveva parecchie pecche (ricordiamo anche che si è trattato dell'ultimo film la cui produzione è avvenuta con Walt Disney ancora in vita), prima tra tutte quella di allontanarsi sensibilmente dalla filosofia del romanzo; può sembrare una cosa normale di tutti i tie-in, ma dobbiamo anche ricordare che nel caso del LDG prima ancora dell'opera sono i concetti alla sua base che sono divenuti immortali, leggendari... basti pensare che essi sono alla base dello scoutismo internazionale!
Inoltre il Classico peccava anche nella mancanza di épos, con la scelta di demandare scene tragiche ma necessarie al non raccontato; il che sminuiva di molto la storia e i rapporti tra i vari personaggi.... personaggi che, per inciso, in più di un caso erano molto diversi nella caratterizzazione da quelli kiplingiani. Si pensi ad esempio a Kaa, che da simbolo di saggezza diventa un vero e proprio antagonista!
Il Classico però aveva anche dei pregi quali l'introduzione di personaggi leggendari come il Re Luigi e la colonna sonora... chi non ricorda "lo Stretto Indispensabile"?
Bene, il film di Jon Favreau recupera in toto quanto di buono c'era nel Classico Disney e lo riporta quasi con violenza nel mondo ideato da Kipling; la Jungla è effettivamente un territorio immenso e pericoloso nel quale un Mowgli determinato e combattivo deve davvero lottare per sopravvivere... e non solo a Shere Khan, che riacquista la grande profondità che il personaggio aveva nei libri, ma davvero a tutto quanto.
Nulla viene risparmiato: la morte, la paura, l'istinto di sopravvivenza... ma tutto viene trattato con grande rispetto, senza alcuna gratuità, perché diventi l'insegnamento di vita che deve essere.
Il Re Luigi (anzi, King Louie) viene recuperato e trasformato in un immenso, violento orangutan, e perfino la sua canzone tipica diventa inquietante....
Alla fine, poi, a trionfare sarà la Legge della Giungla: "Il lupo non è niente senza il branco, ma il branco non è niente senza il lupo".
Insomma, sono davvero uscito soddisfatto e emozionato come non mi capitava da tempo per un film Disney: è questa la Disney che ci piace, che ha un cuore che batte fortissimo sotto le nuove tecnologie.
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