Addio, Eluana
Eluana Englaro ci ha lasciato
Addio, Eluana
Indipendentemente dalla posizione che abbiamo rispetto a come la sua fine è stata gestita, credo che sia doveroso rivolgere un pensiero alla povera Eluana Englaro, morta qualche minuto fa nella clinica "La Quiete", a Udine.
Riposa in pace, Eluana.
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Riposa in pace, Eluana.
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Ora spero che il circo mediatico si fermi...è tempo di spengere i riflettori e di meditare.
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Sentito appena la notizia al Tg1 e fra poco inizia lo speciale di Porta a Porta. Assolutamente inidignato nei confronti dei mass media e per tutti coloroche si sono opposti al padre aumentando il suo dolore. Addio Eluana.
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visto anche io il TG1 e dopo affari tuoi c'è porta a porta...uno speciale dedicato a questa poveretta...bè che dire...hanno rispettato le parole del padre....Final Danielecker ha scritto:Sentito appena la notizia al Tg1 e fra poco inizia lo speciale di Porta a Porta. Assolutamente inidignato nei confronti dei mass media e per tutti coloroche si sono opposti al padre aumentando il suo dolore. Addio Eluana.
Silver Reviewer (60 )
Sono scandalizzato da tutto il peso che hanno dato i mass media a questo caso, dall'azione presa dal governo, e dal fatto che in Italia si continui a trattare le notizie e l'attualità come fiction da propinare a un pubblico ignorante.
Che riposi (finalmente) in pace.
Bronze Reviewer (20 )
Che riposi (finalmente) in pace.
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Addio Eluana.
Sei morta tanto tempo fa ma l'arroganza e la presunzione di pochi poveri stolti che si sono impudentemente arrogati il diritto di decidere al tuo posto ha fatto scempio del tuo cadavere ancora funzionante grazie ai prodigi della medicina, così come un vecchio grammofono attaccato alla presa continua a girare anche se il disco è ormai consumato e silenzioso.
Possa tu e il tuo amorevole padre ritrovare finalmente la pace che in nome di un ideale che non vi riguardava vi era stata tolta..
Buon viaggio.
Sei morta tanto tempo fa ma l'arroganza e la presunzione di pochi poveri stolti che si sono impudentemente arrogati il diritto di decidere al tuo posto ha fatto scempio del tuo cadavere ancora funzionante grazie ai prodigi della medicina, così come un vecchio grammofono attaccato alla presa continua a girare anche se il disco è ormai consumato e silenzioso.
Possa tu e il tuo amorevole padre ritrovare finalmente la pace che in nome di un ideale che non vi riguardava vi era stata tolta..
Buon viaggio.
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E' strano vedere quanto la Natura sia infinitamente più immensa di noi, tanto da potersi permettere di essere sarcastica nei nostri confronti. E' maggiore di qualsiasi nostra cosa che noi, stupidi umani, possiamo assurgere a insuperabile e infinita. La ragione, la religione, l'intelligenza, forse anche la nostra vita stessa... tutto è immensamente grande ma immensamente più piccolo del complesso di cose che noi ci illudiamo di saper controllare, ma cui finiamo costantemente per soccombere.
La Morte è una di queste cose. Oscura, immensa, imperscrutabile, impossibile da catalogare. Chiunque si illuda di poter essere più forte di lei è destinato, ironia della sorte, a soccombere. E' l'ordine delle cose, e nonostante chi rimanga qui su questa terra pianga a lungo chi invece va via, oltre, probabilmente non si rende conto che a volte la Morte non significa Dolore, ma Libertà.
E la Libertà è un concetto molto ampio, ma si può ricondurre essenzialmente alle pastoie in cui l'uomo finisce inevitabilmente per imprigionare se stesso e i suoi simili.
Per me Eluana era il simbolo di questa prigionia: non catene, ma tubi di plastica; non sbarre, ma un corpo inservibile. Non so in effetti quanto dell'anima di questa ragazza fosse rimasto nel corpo che sicuramente non era più quello giovane e sorridente che ci propinavano in televisione... ma 17 anni, caspita, 17 anni di prigionia... quale reato aveva commesso Eluana, se non quello di vivere il suo destino, per meritarsi 17 anni di non- vita?
Ok, in termini tecnici quella che viveva lei era vita, ossia attività cerebrale. Il fatto è che, nel Terzo Millennio, l'uomo è riuscito a creare versioni alternative di tutto: il vino, il cioccolato, il caffè, il volo, la compagnia, l'eleganza, la cultura... tutte cose fatte per avere l'illusione di stringere tra le mani qualcosa di meraviglioso. E tra queste cose, ahinoi, c'è anche la vita. E la vita di Eluana era solo il surrogato creato da qualcuno che non si rassegnava all'impossibilità di essere infinito, di vincere il destino e la Natura stessa.
Certo, c'è poi la vergogna di chi si è messo dietro la lente d'ingrandimento della storia di Eluana. Chi, in nome di un ideale, ha gridato di poter fermare il destino con una preghiera, o con un Decreto Legge. Chi ha calpestato l'altrui volontà in nome di una falsa ideologia, dell'illusione di essere infiniti e infallibili, della volontà di dare un falso senso di sicurezza e forza. Ma la vera forza dell'uomo sta nell'accettare i suoi limiti, nel sapere che ci sono cose che, con tutta la buona volontà, deve accettare... con nel cuore l'umiltà delle proprie scelte.
E se Eluana è morta in soli tre giorni staccata dalle macchine è per ricordare a tutti quanto la Natura sia imparziale, e si diverta a giocare con chi prova a sfidarla: in tre giorni, si dice, un'altra persona che si era fatta carico di tutte le nostre colpe e delle nostre fallacità era risorta. Anche Eluana è il simbolo della caducità dell'uomo, nel bene e nel male: e se morire vuol dire per lei lasciare questo mondo incapace di riconoscersi in lei, se significa scappare dalla sua prigionia, dalla sua pastoia... io la vedo come la sua resurrezione.
Addio, Eluana.
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La Morte è una di queste cose. Oscura, immensa, imperscrutabile, impossibile da catalogare. Chiunque si illuda di poter essere più forte di lei è destinato, ironia della sorte, a soccombere. E' l'ordine delle cose, e nonostante chi rimanga qui su questa terra pianga a lungo chi invece va via, oltre, probabilmente non si rende conto che a volte la Morte non significa Dolore, ma Libertà.
E la Libertà è un concetto molto ampio, ma si può ricondurre essenzialmente alle pastoie in cui l'uomo finisce inevitabilmente per imprigionare se stesso e i suoi simili.
Per me Eluana era il simbolo di questa prigionia: non catene, ma tubi di plastica; non sbarre, ma un corpo inservibile. Non so in effetti quanto dell'anima di questa ragazza fosse rimasto nel corpo che sicuramente non era più quello giovane e sorridente che ci propinavano in televisione... ma 17 anni, caspita, 17 anni di prigionia... quale reato aveva commesso Eluana, se non quello di vivere il suo destino, per meritarsi 17 anni di non- vita?
Ok, in termini tecnici quella che viveva lei era vita, ossia attività cerebrale. Il fatto è che, nel Terzo Millennio, l'uomo è riuscito a creare versioni alternative di tutto: il vino, il cioccolato, il caffè, il volo, la compagnia, l'eleganza, la cultura... tutte cose fatte per avere l'illusione di stringere tra le mani qualcosa di meraviglioso. E tra queste cose, ahinoi, c'è anche la vita. E la vita di Eluana era solo il surrogato creato da qualcuno che non si rassegnava all'impossibilità di essere infinito, di vincere il destino e la Natura stessa.
Certo, c'è poi la vergogna di chi si è messo dietro la lente d'ingrandimento della storia di Eluana. Chi, in nome di un ideale, ha gridato di poter fermare il destino con una preghiera, o con un Decreto Legge. Chi ha calpestato l'altrui volontà in nome di una falsa ideologia, dell'illusione di essere infiniti e infallibili, della volontà di dare un falso senso di sicurezza e forza. Ma la vera forza dell'uomo sta nell'accettare i suoi limiti, nel sapere che ci sono cose che, con tutta la buona volontà, deve accettare... con nel cuore l'umiltà delle proprie scelte.
E se Eluana è morta in soli tre giorni staccata dalle macchine è per ricordare a tutti quanto la Natura sia imparziale, e si diverta a giocare con chi prova a sfidarla: in tre giorni, si dice, un'altra persona che si era fatta carico di tutte le nostre colpe e delle nostre fallacità era risorta. Anche Eluana è il simbolo della caducità dell'uomo, nel bene e nel male: e se morire vuol dire per lei lasciare questo mondo incapace di riconoscersi in lei, se significa scappare dalla sua prigionia, dalla sua pastoia... io la vedo come la sua resurrezione.
Addio, Eluana.
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Belle parole. E' inevitabile che il destiono si prenda gioco di noi, e delle persone che non meritano di essere sopraffatte da esso. Spero che la storia di Eluana verrà ricordata anche nei tempi a venire, e non cadrà nel dimenticatoio, perchè gli Italiani sono bravi solo a dimenticare e a guardare avanti.Nillc ha scritto:E' strano vedere quanto la Natura sia infinitamente più immensa di noi, tanto da potersi permettere di essere sarcastica nei nostri confronti. E' maggiore di qualsiasi nostra cosa che noi, stupidi umani, possiamo assurgere a insuperabile e infinita. La ragione, la religione, l'intelligenza, forse anche la nostra vita stessa... tutto è immensamente grande ma immensamente più piccolo del complesso di cose che noi ci illudiamo di saper controllare, ma cui finiamo costantemente per soccombere.
La Morte è una di queste cose. Oscura, immensa, imperscrutabile, impossibile da catalogare. Chiunque si illuda di poter essere più forte di lei è destinato, ironia della sorte, a soccombere. E' l'ordine delle cose, e nonostante chi rimanga qui su questa terra pianga a lungo chi invece va via, oltre, probabilmente non si rende conto che a volte la Morte non significa Dolore, ma Libertà.
E la Libertà è un concetto molto ampio, ma si può ricondurre essenzialmente alle pastoie in cui l'uomo finisce inevitabilmente per imprigionare se stesso e i suoi simili.
Per me Eluana era il simbolo di questa prigionia: non catene, ma tubi di plastica; non sbarre, ma un corpo inservibile. Non so in effetti quanto dell'anima di questa ragazza fosse rimasto nel corpo che sicuramente non era più quello giovane e sorridente che ci propinavano in televisione... ma 17 anni, caspita, 17 anni di prigionia... quale reato aveva commesso Eluana, se non quello di vivere il suo destino, per meritarsi 17 anni di non- vita?
Ok, in termini tecnici quella che viveva lei era vita, ossia attività cerebrale. Il fatto è che, nel Terzo Millennio, l'uomo è riuscito a creare versioni alternative di tutto: il vino, il cioccolato, il caffè, il volo, la compagnia, l'eleganza, la cultura... tutte cose fatte per avere l'illusione di stringere tra le mani qualcosa di meraviglioso. E tra queste cose, ahinoi, c'è anche la vita. E la vita di Eluana era solo il surrogato creato da qualcuno che non si rassegnava all'impossibilità di essere infinito, di vincere il destino e la Natura stessa.
Certo, c'è poi la vergogna di chi si è messo dietro la lente d'ingrandimento della storia di Eluana. Chi, in nome di un ideale, ha gridato di poter fermare il destino con una preghiera, o con un Decreto Legge. Chi ha calpestato l'altrui volontà in nome di una falsa ideologia, dell'illusione di essere infiniti e infallibili, della volontà di dare un falso senso di sicurezza e forza. Ma la vera forza dell'uomo sta nell'accettare i suoi limiti, nel sapere che ci sono cose che, con tutta la buona volontà, deve accettare... con nel cuore l'umiltà delle proprie scelte.
E se Eluana è morta in soli tre giorni staccata dalle macchine è per ricordare a tutti quanto la Natura sia imparziale, e si diverta a giocare con chi prova a sfidarla: in tre giorni, si dice, un'altra persona che si era fatta carico di tutte le nostre colpe e delle nostre fallacità era risorta. Anche Eluana è il simbolo della caducità dell'uomo, nel bene e nel male: e se morire vuol dire per lei lasciare questo mondo incapace di riconoscersi in lei, se significa scappare dalla sua prigionia, dalla sua pastoia... io la vedo come la sua resurrezione.
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