Romanzo fantasy storico ambientato in Sardegna. Primo volume della serie Evadne Invicta, disponibile su Amazon.
EDIT del 2021
Condividete le vostre creazioni: disegni, fumetti, racconti, 3D, foto, musica o altro ispirati a TR e non / Show here your creations: art, paintings, comics, literature, 3D, photo, music or other inspired or not to TR
Mi hanno già detto di essere "sbrigativa" nelle cose, di arrivare subito al punto; è un errore tremendo, mi brucio già tutto prima di iniziare!
Il sole splendeva alto nel cielo cicladico.
Una semplice barca era al largo dell'isola di Milos.
Ma se scrivo così, non ricorda l'effetto "Telegramma"?
Quel pezzo era la fine di un capitolo, non l'inizio: quindi non aveva senso scrivere e descrivere tanto in una sequenza che temporalmente dura pochi minuti.
Le ridondanze ne becco sempre, magari ne correggo una e magicamente ne appare un'altra! Ecco perchè devo ripulirlo: ci sono troppe cose a livello di sintassi e grammaticale che non funzionano.
Mio padre è un correttore di bozze, l'ha letto però solo come "lettore" per via del tempo ( non ha tempo manco per leggere un libro normale... )... per un pò non mi ha detto niente, poi mi ha preso in giro per certe "scenette", (ovviamente non quelle che ho postato! )
Effettivamente la differenza tra l'aulico e il popolare non l'ho fatta, ma per un motivo semplice: chi parla è si un personaggio con modi di fare antichi, ma è un soldato... il volgare ci sta!
Talos ha scritto:... per un pò non mi ha detto niente, poi mi ha preso in giro per..
non hai letto lo spoiler di Blu proprio due post sopra? scusami, ma te lo segnalano proprio qui e poi...
Per la questione di "sé" accentato o meno se è seguito da "stesso".
In TV proprio sulla questione, un professore ha detto che la regola di non accentare nel caso il sé fosse seguito da "stesso", quindi scrivere "se stesso", è un falso: va sempre accentato. Però alcuni dicono che si possa scegliere liberamente. A me sembra strano, anche io sono stato preda di questo "falso" Quindi mi comporto così: lo accento nel momento in cui lo scritto è "formale" e qualcuno potrebbe andare a consultare un'eventuale presenza di errori. Altrimenti, in contesti informali, come qui sul forum ( ) non lo accento, pur sapendo di doverlo fare c'è il problema se fare la figura di non conoscere una regola grammaticale (una figuraccia fasulla) o non farla ma in realtà commettendo davvero l'errore
rimanendo on topic, i tuoi scritti sono intriganti, ma ad esempio io eviterei assolutamente stereotipi e frasi logore tanto quanto abusate, del tipo "il sole splendeva alto nel cielo"...
Non sono molto d'accordo sul personalizzare i linguaggi di chi parla "sempre e comunque", quasi come una regola.. Manzoni stesso fece parlare Lucia ispirata dalla fede in modo aulico all'Innominato, rischiando di decontestualizzare il suo discorso. Si rischia di rendere troppo macchiette i personaggi, e quindi di cadere nello stereotipo ancora una volta. Piuttosto credo che bisogna dotare ogni personaggio di una storia propria (detta o non detta, dichiarata e raccontata o meno) e poi farli agire e parlare di conseguenza. Una persona "umile" non deve parlare per forza da umile, ma secondo la "sua" storia. Un militare altrettanto... un ragazzo idem Un metodo che io uso, ad esempio, è farli parlare tramite i loro gesti. In un libro che ho letto, un uomo non riusciva a dichiarare il suo amore, non accettandolo, e prima di veder morire tragicamente l'oggetto del suo amore, riuscì solo a prepararle da mangiare. Una volta morta, non poté recuperare mai più quell'amore che non riusciva a confessare a se stesso ( ) ma "in quel momento" il personaggio, plausibilmente poteva solo "cucinarle da mangiare", era l'unica cosa davvero che avrebbe potuto fare... una dichiarazione d'amore fatta con tutte le sue forze, lottando con le proprie paure, digrignando i denti per non poter dire di più..
Ovviamente, come conferma Psiko, la "bellezza" della scrittura deve essere consona all'ambiente: in un forum, in un SMS, su facebook o twitter, ci possono stare gli "anacoluti", gli errori di dialogo, perché lo scritto è una via di mezzo tra il parlare e lo scrivere.
Personalmente, proprio per prendere l'abitudine, cerco di non fare mai errori, neanche scrivendo qui o su FB, ma nel mio caso è diverso, perché il mio obiettivo è di acquisire degli automatismi che mi permettano di evitare di scrivere certe cose che so che sono errori.
Ecco perché la "é" di "perché" la metto sempre giusta, tanto per dire, oppure perché cerco di evitare, quando inizio una frase con il verbo essere alla terza persona singolare, di mettere "E'", ma di sostituirlo con il più corretto "È", perché metto sempre una virgola prima di un "ma".
Poi è chiaro che gli errori saltano fuori lo stesso...
In realtà mi prendeva in giro per le scenette erotiche...
psiko ha scritto:
rimanendo on topic, i tuoi scritti sono intriganti, ma ad esempio io eviterei assolutamente stereotipi e frasi logore tanto quanto abusate, del tipo "il sole splendeva alto nel cielo"...
Non sono molto d'accordo sul personalizzare i linguaggi di chi parla "sempre e comunque", quasi come una regola.. Manzoni stesso fece parlare Lucia ispirata dalla fede in modo aulico all'Innominato, rischiando di decontestualizzare il suo discorso. Si rischia di rendere troppo macchiette i personaggi, e quindi di cadere nello stereotipo ancora una volta. Piuttosto credo che bisogna dotare ogni personaggio di una storia propria (detta o non detta, dichiarata e raccontata o meno) e poi farli agire e parlare di conseguenza. Una persona "umile" non deve parlare per forza da umile, ma secondo la "sua" storia. Un militare altrettanto... un ragazzo idem Un metodo che io uso, ad esempio, è farli parlare tramite i loro gesti. In un libro che ho letto, un uomo non riusciva a dichiarare il suo amore, non accettandolo, e prima di veder morire tragicamente l'oggetto del suo amore, riuscì solo a prepararle da mangiare. Una volta morta, non poté recuperare mai più quell'amore che non riusciva a confessare a se stesso ( ) ma "in quel momento" il personaggio, plausibilmente poteva solo "cucinarle da mangiare", era l'unica cosa davvero che avrebbe potuto fare... una dichiarazione d'amore fatta con tutte le sue forze, lottando con le proprie paure, digrignando i denti per non poter dire di più..
Il tuo ragionamento giustamente non fa una piega, ma... c'è una cosa che forse voi non sapete che mi appresto a scrivere ora: non avendo fatto una scuola "seria" (tipo Liceo), ma una scuola di indirizzo economico aziendale , molte cose di letteratura, sintassi e morfologia mi sono sconosciute! E mi vergogno a scriverlo... il secondo problema è che nessuno ha mai corretto questi romanzi, e quindi non ho mai imparato e capito i miei stessi errori!
Da qualche giorno, come ho scritto altrove, ho ripreso il primo romanzo che sarebbe dovuto essere pubblicato: dopo averne sfornati due prima di questo, adesso trovo moltissimi errori di cui prima non avevo neanche sentore!
Solo lavorando si cresce, e solo facendo leggere i propri lavori a qualcun altro e accettandone le critiche. Purché siano costruttive, ovviamente
Via PM ti mando il link a un sito dove vado spesso a giocherellare, dove si incontrano moltissimi scrittori di ogni genere (per lo più horror e thriller, ma anche di altro genere), e dove ci sono diversi concorsi interni che permettono di migliorare il proprio stile e correggere i propri errori
è proprio la segnalazione che ho fatto io, citando lo spoiler di Blu... non mi riferivo alla "presa in giro"
Talos, il semplice correttore ortografico di Word a volte può aiutare moltissimo, specie per gli errori più evidenti Cmq, a proposito di ebook, sicuramente esisterà una grammatica italiana fatta apposta per gli "adulti" (intendo dire per chi non è in età da scuola primaria e ha bisogno di un "ripasso"), quindi potresti acquistarlo.. Di solito, un volume completo consiglia anche su alcuni miglioramenti "stilistici", come l'evitare le doppie metafore all'interno di una stessa frase per una descrizione, evitare quelle che io chiamo "frasi logore" o stereotipate, etc etc Insomma, un manuale "moderno" e non pesante, sullo "scrivere" deve esserci per forza in formato digitale a pochi euro
Inoltre, leggere un libro di questo genere serve molto ad essere più coscienti e consapevoli di cosa si scrive e anche perché, come e verso chi, e aiuta a trovare le proprie soluzioni. Se lo trovi in formato digitale, poi, puoi sempre consultarlo mentre scrivi al pc
In più, ti consiglio di trovare un manuale specifico sulle figure retoriche (ce ne sono quasi di infinite e di tutti i tipi) perché se usate bene servono ad arricchire e impreziosire il tuo discorso, oltre a dargli una maggiore profondità: altrimenti, se usate male, hanno tanti di quei lati negativi che quasi da sole giustificano un rifiuto dalla casa editrice, perché abbassano il livello di qualità del racconto/romanzo fino a renderlo insulso, nei casi peggiori
Non riesco a leggere sui pc, ma appena li stampo magicamente li trovo. Il problema è che non ho abbastanza soldi per stampare decine di volte gli stessi scritti! Lo so che dovrei abituarmi a leggere su pc, ma il gusto della carta è un'altra cosa! E poi fatica meno gli occhi (e fa più economia di elettricità)
Io personalmente tengo sempre sopra al pc una grammatica italiana, un vocabolario per ciascuna lingua che conosco, uno di lingua italiana "semplice" e un dizionario dei sinonimi e dei contrari... e non esiste che io scriva senza consultare uno di essi almeno una volta
Nillc ha scritto:Io personalmente tengo sempre sopra al pc una grammatica italiana, un vocabolario per ciascuna lingua che conosco, uno di lingua italiana "semplice" e un dizionario dei sinonimi e dei contrari... e non esiste che io scriva senza consultare uno di essi almeno una volta
@ Talos: quale scrittura scurrile?
Dovrei farlo anche io , ma dove lo metto? In stanza mia c'è un campo di battaglia che in confronto quello dell'Iliade son giochetti da bambini!
@Nillc: se vedete bizzarrie e qualche lettera fuori posto durante il giorno (9-18) è perchè sono in ufficio e devo scrivere rapida Ma anche sul mio le letterine vanno dove vogliono, vige l'anarchia dell'alfabeto
Per quanto riguarda invece altri spoilerini sulla serie (chiamiamola così), posso dire che non esiste sono UNA città, ma, come nell'antichità, intere città-stato. Tutte rivali tra loro e pronte a sbranarsi (nel caso di tritoni, esseri simpatici e carini come delle tigri incazzate).
Probabile, bamba . In questo periodo anche stampare è un problema, devo farlo "di nascosto" . E il mio pc si diverte tantissimo a funzionare a scatti (lui e AVG sono un'associazione a delinquere)
secondo me stampare (pubblicare e vendere) sono cose secondarie che vengono molto (ma davvero MOLTO) dopo che l'opera è finita. Puoi andare in qualsiasi tipografia e farti stampare il tuo DOC per leggerlo con calma, correggerlo, rivederlo, rileggerlo almeno due o 3 volte di seguito (in modo che magari tu stessa ne sia annoiata perché lo hai appena letto), perché serve ad esserne distaccata, meno emotivamente coinvolta, e serve a capire se qualcun altro può emozionarsi: se il libro non riserva sorprese per te che lo hai scritto, difficilmente ne riserverà per chi lo legge, per chi non sa cosa succede e magari è pure scettico all'inizio.
Avere comunque una copia cartacea serve a TE (solo a te) secondo me per almeno due anni di correzioni e riedizioni, con aggiunte, rimandi, cancellazioni in decine di letture diverse e in diverso momento, evidenziate dall'uso di penne o matite di colore diverso. Ti assicuro che una volta stampato e letto in cartaceo, il tuo libro avrà un sapore molto diverso, e verranno fuori quasi sicuramente delle magagne che in formato digitale non riuscivi a vedere.
Quando ne sarai soddisfatta, non fermarti: ricomincia. Secondo me un buon romanzo richiede anni di lavoro, ammenoché tu non voglia pubblicare qualcosa di scadente che finirà nel dimenticatoio già prima di arrivare alle librerie o nelle mani di qualunque lettore. Proprio quando ne sei più soddisfatta, per il tuo libro è il momento più pericoloso: potrebbe essere la versione meno funzionante. Perciò, prenditi tempo, leggi, rileggi, e non solo per intero: anche spezzoni a metà libro.. deve essere leggibile, chiaro e funzionante da qualsiasi pagina in poi, non solo leggendolo per intero... soprattutto se è qualcosa di piacevole che il lettore vuole rileggere nei passaggi che ricorda meglio: non deve rimanerne deluso ad una seconda lettura. Soprattutto, una seconda lettura deve essere più chiara, fare luce su alcuni dubbi, rivelare molto più della prima lettura.
Perciò, ti consiglio, prima di pensare ad una eventuale pubblicazione di qualsiasi tipo, ti rileggere benissimo e spietatamente ciò che hai scritto, e tagliare, tagliare tagliare ciò che non ti convince o ciò che non funziona, ma limare e sistemare ciò che ti piace di più, trovando un equilibrio fra ciò che devi "sintetizzare" e ciò che puoi ampliare: dici di aver scritto già tre volumi, senza aver però neanche rifinito il primo... per esempio dagli stralci che ci hai dato, ti sei mossa per arrivare subito al dunque, ma hai perso tantissime occasioni per raccontare delle belle immagini o sensazioni, descrizioni o narrazione, gesti, dialoghi, o comunque, delle "semplici" belle parole che avrebbero dato un gusto diverso alla lettura. Una cosa che sconsiglio vivamente e mi pare di averti detto di già, è di evitare le doppie metafore nella stessa espressione e se metafora deve essere, almeno non usare quelle abusatissime del linguaggio comune. Va bene scrivere come parliamo, ma uno "scrittore" sa quando davvero "scrivere come parliamo" e quando esprimersi al meglio.
La "pubblicazione" è un miraggio, ovvero una "visione" che distrae parecchio, e secondo me va considerata solo quando sentirai che il tuo scritto è pronto, e poche settimane da quando hai aperto questo topic (e da quando ci hai fatto assaggiare qualcosa) non possono assolutamente essere state sufficienti per farlo maturare.. ammenoché tu non tenessi a memoria tutte le correzioni che volevi fare e hai fatto una full immersion per rivedere il tutto in un solo mesetto..
Non sono brusco nello scriverti questo, penso davvero che un buon romanzo non sia "solo" raccontare una storia inedita, e soprattutto, penso che non si possa scrivere qualcosa di buono in poco tempo, ammenoché tu non sia uno scrittore navigato con almeno 40 anni di esperienza, e comunque è cosa rara anche in questi casi... perché, per dirne una, Bevilacqua non pubblica più di un libro l'anno, quindi come minimo ci mette un anno e qualcosa per un suo romanzo, che secondo me è già "pochissimo tempo" (e in questo anno praticamente non fa altro, visto che è il suo mestiere), quindi figurati: questo tempo equivale a parecchi anni di lavoro per un esordiente, specie se quest'esordiente fa altro nella vita..
Se poi vuoi proprio stampare per te, per avere una copia cartacea (mi pare di aver letto che non hai una stampante...?) con meno di 10 euro hai la tua copia unica da strapazzare di correzioni in qualsiasi momento della tua giornata, mentre sei in bagno, quando fai colazione, a letto prima di dormire, mentre pranzi.. che sono modi per "vivere" il proprio romanzo... tutte le altre soluzioni, secondo me non funzionano.